08 Agosto
2017:
Inserita
la Stagione
1956-1957: Nordahl non basta.
Dopo delle buone, ottime stagioni che hanno portato la Roma di nuovo ai
vertici del calcio italiano, finalmente per i giallorossi sembra
arrivato il momento del definitivo salto di qualità.
E così ecco arrivare quel colpo che molti tifosi aspettano: il bomber
Gunnar Nordahl da affiancare alle funamboliche giocate di Ghiggia e Da
Costa.
Ma insieme al (quasi bollito) bomber ex Milan, purtroppo la Roma si
priva dell'altra punta di diamante che l'anno precedente aveva fatto
mirabilie in giallorosso: Carlo Galli viene spedito proprio al Milan
come contropartita per lo svedese.
Tirando le somme tra il dare/avere alla fine a rimetterci è proprio la
Roma: mentre Galli al Milan va a vincere lo scudetto, i giallorossi
dopo una serie di pareggi iniziali e qualche vittoria di rilievo (il
3-0 nel derby con la Lazio e i 5-1 rifilati alla Spal e alla
Sampdoria), pian piano scende in classifica fino a costringere la
dirigenza giallorossa a rimuovere a campionato quasi terminato il
tecnico Sarosi e ad affidare la guida tecnica a Guido Masetti.
Alla fine sarà un anonimo quattordicesimo posto a soli due punti dalla
retrocessione.
24 Luglio
2017:
Inserita
la Stagione
1955-1956: Arriva Dino da Costa.
La brutta esperienza appena conclusa in Mitropa Cup con l'immediata
eliminazione da parte del Vojvodina, spinge il presidente Sacerdoti a
dare il ben servito a Jesse Carver e a mettere alla guida tecnica
Gyorgy Sarosi.
Una campagna acquisti non eccelsa ma oculata, porta in giallorosso uno
sconosciuto ma molto redditizio Adelmo Prenna e soprattutto Dino da
Costa, che nel Botafogo in coppia con Vinicio, forma una coppia
micidiale.
Sacerdoti vorrebbe portare anche quest'ultimo in giallorosso, ma su
Vinicio piomba prima il Napoli e così la Roma si deve "accontentare"
del solo Da Costa.
Il forte brasiliano è un giocatore atipico per la sua nazionalità:
privo di giocate fini a se stesse, più votato a verticalizzazioni e
all'essenzialità che alla bellezza del gesto tecnico.
Ma soprattutto, negli anni si dimostra un autentico "castiga Lazio": e
già questo basta ai tifosi giallorossi per annoverarlo tra i più grandi
di sempre che hanno vestito la casacca della Roma.
Intanto Giacomo Losi si consacra definitivamente come "Core de Roma".
11 Luglio
2017:
Inserita
la Stagione
1954-1955: Giacomino Losi, core de Roma.
La migliore annata della Roma dallo scudetto del 41/42, considerando
anche che pochi anni prima si era in serie B.
La campagna acquisti è sontuosa: arrivano in giallorosso Cavazzuti,
Boscolo, Giuliano, Stucchi, Bertuccelli e un Nyers un po' avanti con
l'età ma ancora capace di giocate funamboliche, oltre che al
giovanissimo Giacomo Losi che qualche anno dopo diventerà simbolo della
squadra romana e capitano per molte stagioni.
La Roma parte bene, anche se il Milan prende ben presto il largo sulle
altre squadre. I giallorossi però, piano piano riescono a guadagnare
punti e pozizioni sulle avversarie e sulla capolista (battuta in
entrambe le sfide 2-1 in casa e 2-0 in trasferta) e in molti sembrano
credere nello scudetto, che da quest'anno darà l'accesso alla neonata
competizione europea "Coppa dei Campioni".
Solo l'Udinese sembra tenere il passo della Roma e soprattutto del
Milan: i giallorossi dopo la vittoria a Milano, crollano clamorosamente
e non riescono quasi più a riprendersi, salvo poi chiudere al terzo
posto proprio dietro ai rossoneri e all'Udinese (migliore stagione di
sempre per i friuliani).
Ma a fine stagione arrivano le inaspettate decisioni della FIGC:
l'Udinese viene declassata all'ultimo posto in classifica per un
episodio accaduto nella stagione 52/53 (la cosiddetta "Confessione di
Settembrini") e il Catania viene retrocesso per lo "Scandalo
Scaramella" in cui risulta la corruzzione dell'arbitro, cosìcché la
Roma passa al secondo posto in classifica e si aggiudica la
partecipazione alla riesumata Coppa dell'Europa Centrale, ora
ufficialmente chiamata Coppa Mitropa, che era stata sospesa dopo il
1940.
La competizione europea viene disputata a seguire del campionato (già a
fine giugno 1955) ma i giallorossi perdono malamente contro il
Vojvodina nel turno preliminare (4-1 in Jugoslavie e un rocambolesco
4-5 in casa).
27 Giugno
2017:
Inserita
la Stagione
1953-1954: il momento di Ghiggia.
Due anni prima la Roma lottava nel difficile campionato di Serie B per
poter tornare nel gota del calcio italiano.
Dopo la brillante stagione precedente, la società giallorossa sotto la
presidenza di Sacerdoti fa il colpo del secolo: viene acquistato
Alcides Ghiggia, funambolo della nazionale uruguaiana autore del gol
del cosiddetto "Maracanazo" del 1950, la disfatta del Brasile ai
mondiali di quell'anno giocati proprio in terra brasiliana e vinti
dall'Uruguay allo stadio Maracanà.
Il giocatore uruguaiano è comunque un bel peperino: basti pensare che
l'ultima stagione con il Penarol non l'ha potuta disputare in quanto
squalificato per 8 mesi per aver aggredito un arbitro reo di avergli
annullato un gol...
Ad ogni modo il suo apporto tecnico alla squadra, che tra gli altri ha
trovato in Moro un ottima guardia della propria porta, è un toccasana e
la Roma trova la definitiva quadra del cerchio quando al tecnico
Vargelien viene affiancato il suo mentore Carver: dopo poche settimane
di "commissariamento", lo stesso Varglien decide di lasciare spazio a
Carver e soprattutto quando gli "incontenibili" Bronée e Renosto
vengono messi ai margini della squadra.
La stagione si concluderà con un onorevole settimo posto e con il
ritorno alla vittoria nel derby dopo ben 7 anni.
05 Giugno
2017:
Inserita
la Stagione
1952-1953: è sorpresa Roma.
Appena tornata in Serie A, la società giallorossa ha in mente di fare
le cose in grande ed le ambizioni sfociano in una campagna acquisti
sontuosa per una neopromossa.
Azimonti, Grosso, Pandolfini, Renosto e soprattutto Bronée entrano a
far parte della formazione titolare e danno un grosso contributo a
livello tecnico e tattico alla squadra.
Però proprio l'arrivo tra le fila giallorosse del norvegese Bronée,
grande talento ma anche giocatore dal carattere piuttosto pittoresco e
irascibile, convincono l'autore massimo della promozione giallorossa
dell'anno precedente a dimettersi: il tecnico Gipo Viani mal sopporta
l'atteggiamento dell'attaccante proveniente dal Palermo, dove già lo ha
allenato in passato e già lo aveva mal digerito.
Di corsa i vertici corrono ai ripari ingaggiando Mario Varglien alla
guida tecnica.
L'avvio è sontuoso: 6 vittorie nelle prime 10 giornate che valgono alla
squadra giallorossa il primo posto in classifica (a tratti in
solitaria) per le prime 7 giornate.
Pian piano poi escono fuori le squadre di caratura maggiore, l'Inter su
tutte che a fine anno si aggiudicherà lo scudetto, e i problemi di
spogliatoio causati dallo stesso Bronée.
Ma le sue giocate in campo mascherano benissimo le sue bravate fuori
dal terreno di gioco, e lui continua a farla franca.
La Roma comunque resta sempre nella parte alta della classifica,
togliendosi anche delle belle sodisfazioni, come il 5-2 al Napoli e il
3-0 rifilato alla Juventus, per poi concludere il campionato con un
onorevole sesto posto, considerando da dove fosse partita.
A fine campionato, viene abbandonato lo storico Stadio Nazionale per
l'inaugurazione dello Stadio dei Centomila, che poi diverrà lo Stadio
Olimpico, la casa definitiva (finora...) della squadra giallorossa.
29 Maggio
2017:
Inserita
la pagina di Roma-Genoa,
38 Giornata di Serie A 2016-2017.
E venne il giorno...
CAPITANO, MIO CAPITANO!
CAPITANO, MIO CAPITANO!
CAPITANO, MIO CAPITANO!
CAPITANO, MIO CAPITANO!
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CAPITANO, MIO CAPITANO!
CAPITANO, MIO CAPITANO!
CAPITANO, MIO CAPITANO!
CAPITANO, MIO CAPITANO!
CAPITANO, MIO CAPITANO!
...Grazie di tutto, Francesco Totti...
25 Maggio
2017:
Inserita
la Stagione
1951-1952: Rinascita giallorossa.
Fanfulla, Marzotto, Monza, Piombino, Siracusa, Stabia.
Sono solo alcune delle squadre che la Roma ha incontrato nel difficile
campionato di Serie B.
Camionato cadetto che, nonostante molte squadre che per la prima volta
si affacciavano alla competizione (oltre la Roma retrocessa dalla Serie
A c'erano appunto il Piombino, il Marzotto, il Monza, lo Stabia che
avevano vinto i rispettivi gironi della Serie C) il torneo fu
particolarmente ostico perché per via del Lodo Barassi, era prevista
una sola promozione diretta, mentre la seconda classificata si sarebbe
giocata la promozione in uno spareggio contro la diciassettesima
classificata della Serie A ed erano previste ben 5 retrocessioni, per
portare la futura Serie B da 20 a 18 squadre.
La Roma fu chiamata nella difficile impresa, nonostante avesse i favori
del pronostico, dopo la triste decadenza economica e tecnico-tattica in
cui era piombata negli ultimi anni.
Per l'arduo compito di riportare la Roma ai vecchi fasti il presidente
Restagno (che mollò clamorosamente a stagione in corso lasciando di
nuovo le redini della società a Sacerdoti), decise di affidare la
panchina a Gipo Viani, "inventore" di un modulo tattico originale detto
"Vianema" che gli aveva già permesso di portare la Salernitana in Serie
A.
Inoltre alcuni giocatori di calibro, soprattutto Andersson e Sundqvist
che l'anno precedente avevano fallito clamorosamente nella Capitale,
decisero di restare alla Roma proprio per riportarla immediatamente
nella massima serie.
La Roma parte subito bene inanellando una serie di buoni risultati
conditi da ottime prestazioni, seguita in ogni trasferta (anche nelle
amichevoli) da un sontuoso numero di tifosi giallorossi che riempiono
stadi non proprio idonei a contenere tanta gente.
È in questa stagione che, proprio per agevolare gli spostamenti di
massa dei sostenitori della Roma, vengono per la prima volta istituiti
i cosiddetti "treni speciali" che portano in giro per l'Italia i tanti
appassionati.
Clamorose furono, però, anche alcuni risultati, uno su tutti la
sconfitta a Piombino per 3-1.
Nonostante il maggior numero di sconfitte totali (7 contro 4) e i
risultati negli scontri diretti (0-0 in casa e sconfitta per 1-0 in
trasferta) la Roma di Viani riuscì a terminare il campionato in testa
con un punto di vantaggio sul Brescia che fu costretto allo spareggio
contro la Triestina per accedere alla Serie A (spareggio poi vinto
dalla squadra friulana).
Il ritorno immediato nella massima serie portò non solo la firma di
Viani, come detto, ma anche quella di Albani, che si rivelò ad un certo
punto della stagione portiere di sicuro affidamento, di Galli, autore
di molte reti pesanti e di Tre Re, capitano coraggioso che guidò la sua
squadra in porto.
L'inferno della Serie B finì così molto presto e la Roma potè così
ripartire a programmare il suo futuro con più serenità e con rinnovatò
slancio.
22 Maggio
2017:
Inserita
la pagina di Chievo-Roma,
37 Giornata di Serie A 2016-2017.
Roma di goleada.
Vittoria doveva essere e vittoria è stata.
Con un po' di apprensione, un po' troppa fatica, ma il risultato è
stato portato a casa.
E meno male, visto che il Napoli dietro continua a non mollare di un
centimetro, convinto di poter superare all'ultimo istante i giallrossi
e posizionarsi al secondo posto.
La Juve ha vinto il suo sesto scudetto consecutivo, come nessun altro
in Italia era mai riuscito a fare, ma allo stesso tempo il Genoa
(prossimo ed ultimo avversario della Roma) vince ed è matematicamente
salvo.
Il secondo posto, quindi, sembra cosa fatta per la Roma e la festa per
l'ultima partita di Francesco Totti può essere preparata nel migliore
dei modi.
Fa inevitabilmente un certo effetto parlare di questo evento nonostante
tutti sapessimo arrivasse prima o poi e in molti vorremmo che non
succedesse ancora.
Ma tutto a suo tempo: ne parleremo dopo la prossima gara.
Intanto Dzeko continua a segnare battendo i suoi personalissimi record,
si attesta sempre più come capocannoniere della Serie A e la Roma, dal
canto suo, batte (e batterà) altri record: 12 vittorie in trasferta, 7
consecutive, 87 reti segnate (come nella stagione 1930-1931) e se
vincerà anche domenica prossima saranno ben 27 le vittorie in
campionato, oltre gli eventuali 87 punti.
Sperando che tutto questo accada il prima possibile e con Francesco
Totti in campo.
Affinché la sua festa d'addio sia la più dolce possibile.
Sempre che dolce possa essere definito il calo del sipario sulla sua
straordinaria carriera...
15 Maggio
2017:
Inserita
la pagina di Roma-Juventus,
36 Giornata di Serie A 2016-2017.
La Roma ribalta la Juventus.
Una
grande vittoria giallorossa: della squadra e dei suoi tifosi,
finalmente tornati a riempire lo stadio da troppo tempo orfano del
cuore pulsante del tifo.
Una vittoria che alla fine cambierà poco
per il risultato finale della lotta per lo scudetto (la Juventus
domenica prossima affronterà in casa il Crotone...), ma che se non
altro rafforza il secondo posto della Roma nei confronti del Napoli che
continua ad inseguire.
E anche a livello morale conferma la bontà della rosa di questa squadra
che, come ha detto anche Spalletti a fine gara, in molte occasioni
quest'anno è stata sfortunata (non nelle Coppe, siamo chiari) e che nei
momenti clou della stagione per infortuni vari e pali clamorosi non è
riuscita nel salto definitivo per mettere paura e maggiore pressione
alla Juve che veleggiava in testa senza troppe preoccupazioni.
Può anche darsi che la Juventus di ieri dopo essere passata in
vantaggio abbia deciso di allentare un po' la presa pensando alla
finale di Coppa Italia di mercoledì e stia cercando di tirare il fiato
in vista anche della finale di Champions League.
Ma questo non toglie nulla alla netta vittoria della Roma. Cercata,
voluta e trovata con tutte le forze dai giocatori scesi in campo.
Come se non bastasse tra le fila dei giallorossi mancava anche il suo
goleador principe, Dzek, fermato da un problema muscolare.
Tridente leggero come non si vedeva da tempo, quindi, e una volta
trovato il pareggio con De Rossi, la Roma non si è fermata: ha
continuato a mettere alle corde la Juventus che non è riuscita ad
uscirne fuori fino a quando non è entrato Dybala, che l'ha ravvivata un
po', ma a quel punto si era già sul 3-1.
Una vittoria che può apparire come una vittoria di Pirro, e che forse
aumenta il rammarico per non essere arrivati a questa sfida con
possibilità maggiori di scavalcare i bianconeri in classifica.
Magari, con maggior fortuna, questo finale di stagione poteva regalarci
qualcosa di ben più entusiasmante che una semplice vittoria di una
gara...
09 Maggio
2017:
Inserita
la Stagione
1950-1951: Serie B.
Il baratro della Serie B si avvicina per la Roma.
L'inevitabile alla fine arriva.
Tutto quello che (non) era stato cotruito negli ultimi anni, porta ad
una inevitabile retrocessione per la Roma, già l'anno precedente
tremendamente vicina.
La guida tecnica è affidata a Baloncieri e nonostante l'innesto di
alcuni elementi svedesi che nell'ultima competizione mondiale hanno
clamorosamente eliminato l'Italia come Sundqvist, Andersson e Knut
Nordahl (fratello meno famoso e fortunato di Gunnar), da subito si
capisce che la pochezza tecnica della rosa giallorossa non può
competere in questo campionato.
Dopo 10 giornate la Roma è già nei bassifondi della classifica, con
appena 2 vittorie all'attivo e ben 25 reti subite (clamorose le 7 in
casa della Juventus).
A metà stagione viene rimosso Baloncieri dalla guida tecnica a favore
di Serantoni, e la Roma ha un piccolo sussulto d'orgoglio, che però non
le permette di risalire la china, e ben presto ripiomba nello sconforto
e nelle sonore sconfitte.
Neanche il ritorno di Risorti tra i pali riesce nell'impresa di evitare
alla Roma di uscire dai campi di gioco con diversi gol incassati e ben
presto l'idea di una inevitabile retrocessione appare scontata anche
tra i tifosi più ottimisti.
L'ultimo cambio alla guida tecnica a favore dell'ex Masetti a 5
giornate dal termine serve solo ad allungare l'agonia nonostante le 3
vittorie in cinque gare, l'ultima contro il Milan campione d'Italia.
La Roma così retrocede in serie B, onta che verrà immediatamente
cancellata l'anno successivo, grazie ad una repentina promozione
conquistata grazie anche a quegli svedesi che non erano riusciti ad
evitare la disfatta e che decisero di rimanere in forza alla Roma per
aiutarla a risalire immediatamente in serie A.
08 Maggio
2017:
Inserita
la pagina di Milan-Roma,
35 Giornata di Serie A 2016-2017.
Una grande Roma respinge l'assalto del Napoli.
Il
Napoli aveva fatto il suo vincendo facile contro il Cagliari nel
pomeriggio e sorpassando così i giallorossi al secondo posto.
Ben più ardua (sulla carta) la partita della Roma in casa del Milan,
coi rossoneri con le ultime speranze di agguantare un posto in Europa
League.
La partita, alla fine, si è risolta molto prima di quanto si pensasse a
favore dei giallorossi, assoluti padroni del campo dall'inizio alla
fine, con un Milan frastornato e alle corde, e la Roma che si prendeva
quasi gioco degli avversari.
Un primo tempo chiuso sullo 0-2 grazie alla doppietta di Dzeko, che con
questi gol batte in un solo colpo il suo personale record di 36 reti
stagionali e il record di Totti in campionato di 26 reti (record che
gli valse anche la vittoria della Scarpa d'Oro), ma che poteva
chiudersi con un vantaggio ben più ampio se ad esempio Perotti e
Nainggolan (con la complicità di Donnarumma) non colpivano gli ennesimi
pali della porta avversaria (altro record per i giallorossi...)
Nella ripresa dopo un piccolo accenno di ripresa dei padroni di casa,
con conseguente gol di Pasalic, la Roma rimette subito in chiaro le
cose con El Shaarawy che segna ancora una volta alla sua ex squadra.
Tutto pronto quindi per il saluto di Milano all'ultima apparizione di
Totti? Neanche per sogno, perché Spalletti, preoccupato dal Milan che
continuava a correre (???) preferisce inserire Bruno Peres al posto
dell'acciaccato Dzeko, beccandosi gli ennesimi improperi da parte dei
tifosi giallorossi (e non solo).
Il tempo del rigore segnato da De Rossi e la gara finisce.
Ma le affermazioni a fine gara del tecnico giallorosso rendono, se
possibile, ancora più amaro l'addio al calcio giocato di Totti (e
probabilmente alla panchina giallorossa per lui stesso): alcune parole,
forse, se le poteva risparmiare.
Anche perché il secondo posto finale è ancora da conquistare, e
l'ambiente è già abbastanza destabilizzato.
01 Maggio
2017:
Inserita
la pagina di Roma-Lazio,
34 Giornata di Serie A 2016-2017.
Il campionato non è ancora finito...
E alla fine anche il terzo obiettivo stagionale (l'ipotetico
scudetto...) si è sciolto come neve al sole.
Non che ci fossero troppe speranze, ma ora con 9 punti di distacco
dalla Juve a 4 giornate dalla fine è praticamente impossibile.
Ma come se non bastasse ora si rischia addirittura di fallire il quarto
obiettivo, quello minimo, quello che fino ad un paio di giornate fa
sembrava praticamente fatto: il secondo posto è a forte rischio, con il
Napoli ad appena un punto e un campionato (almeno sulla carta)
decisamente migliore di quello dei giallorossi.
La brutta, bruttissima sconfitta nel derby ha evidenziato ancora una
volta le lacune giallorosse e soprattutto la mancanza di concentrazione
di alcuni giocatori, oltre al fiato corto di quasi tutti quelli scesi
in campo: scelte ancora una volta fantasiose di Spalletti
(improponibile Bruno Peres, anche solo per 45 minuti), cambi di modulo
avventati quando invece bastava mantenere la calma, Dzeko inesistente,
Fazio che non ne ha più, centrocampo molle che più molle non si può.
La peggior partita della Roma dall'inizio dell'anno, senza ombra di
dubbio.
E così una Lazio Mondonico-style o anche Sonetti-style ha vita facile:
chiusa a riccio dietro, in attesa di una disattenzione dei difensori
giallorossi che puntualmente arriva alla prima ripartenza e derby in
discesa per loro.
Partita praticamente terminata qui, nonostante il rigore inventato da
Orsato. Il resto lo hanno fatto (o meglio, non-fatto) i giocatori della
Roma.
Una pena infinita.
Nella speranza di riuscire perlomeno a portare a casa il secondo posto.
O sarà veramente un fallimento completo.
18 Aprile
2017:
Inserita
la pagina di Roma-Atalanta,
32 Giornata di Serie A 2016-2017.
Nessuna sorpresa nell'uovo di Pasqua.
Spalletti alla vigilia della partita con l'Atalanta aveva preannunciato
che nell'uovo di Pasqua non ci sarebbe stato il suo rinnovo.
Ma aveva omesso di dire che non ci sarebbe stata neanche quella Roma
che vuole a tutti i costi tentare la disperata rincorsa sulla Juve.
E così i tifosi giallorossi restano (ancora una volta) con l'amaro in
bocca per l'ennesima occasione sprecata e gettata al vento. Che non
solo lancia ormai la Juventus alla vittoria del suo sesto scudetto
consecutivo, ma avvicina pericolosamente il Napoli alla seconda piazza,
ormai a soli due punti.
Roma brutta e apatica nel primo tempo, dove l'Atalanta la prende in
velocità, la mette in difficoltà sulle fasce (soprattutto sulla destra
dove Rudiger non vede praticamente mai Conti) e va in vantaggio con
Kurtic.
Kessie, il giovane talento atalantino che in molti avvicinano alla Roma
del prossimo anno, duella alla pari con Nainggolan che trova pochi
spazi per inserirsi e davanti Salah e Perotti non riescono a servire
degnamente Dzeko.
Nella ripresa, invece, la Roma appare da subito più motivata e decisa:
trova quasi subito il pareggio con lo stesso Dzeko e in più di
un'occasione per un niente non trova il gol della vittoria.
In particolare è molto sfortunata su una mezza rovesciata splendida di
De Rossi che colpisce un clamoroso palo e su un bolide di Nainggolan
appena dentro l'area di rigore che colpisce l'incrocio dei pali.
Purtroppo il risultato non si schioda dall'1-1 e la partita finisce con
molti rimpianti e, come detto, la figura della Juve che si allontana
all'orizzonte mentre quella del Napoli si avvicina pericolosamente.
Avevamo detto che il nuovo obiettivo della Roma doveva essere i 92
punti. Ora anche quelli sono sfumati.
Non resta altro che difendere in tutti i modi il secondo posto. Resta
ormai solo questo.
10 Aprile
2017:
Inserita
la pagina di Bologna-Roma,
31 Giornata di Serie A 2016-2017.
La Roma riparte.
La Roma si mette alle spalle le amarezze degli ultimi tempi.
L'eliminazione dalla Coppa Italia, per di più a favore dell'inutile
Lazio (che prende 3 fischioni dal Napoli...), è stato un duro colpo da
assorbire per i giallorossi.
Il campionato, ormai l'ultima competizione a cui partecipa la Roma, ora
offre degli scontri relativamente agevoli, mentre la Juventus è
impegnata seriamente in Champions League. Questo potrebbe essere un
motivo valido epr tentare un ultimo assalto al fortino bianconero,
oltre al fatto che dietro lo stesso Napoli non molla e punta
decisamente la Roma al secondo posto.
In questo momento la Roma potenzialmente potrebbe arrivare a 92 punti,
un punteggio da record oltre che ragguardevole risultato.
L'obiettivo a questo punto è proprio questo: fare più punti possibili,
magari anche 92 perché no, e vedere come si comporteranno le avversarie
dirette: se la Juve farà nuovamente più di 92 punti, allora ci sarà
veramente poco da dire a questa squadra.
Ma in caso contrario... i festeggiamenti varrebbero il doppio. Senza
ombra di dubbio.
Ma tanto per cominciare, giochiamo una partita per volta. Il Bologna è
stato liquidato facilmente.
Il prossimo avversario sarà l'Atalanta, che sta disputando un signor
campionato. Ma non ci si deve fermare per nessun motivo.
I 92 punti sono lì. Ad indicare la strada.
05 Aprile
2017:
Inserita
la pagina di Roma-Lazio,
Ritorno della Semifinale di Coppa Italia 2016-2017.
Una Roma bollita.
Altro obiettivo fallito. E nel peggiore dei modi.
Contro una squadra ridicola, che non sa neanche lei come fa a trovarsi
al punto in cui si trova, la Roma arriva bollita fisicamente e
mentalmente, e dopo i due gol presi all'andata, ne subisce altri due.
In maniera a dir poco grottesca. Uscendo dalla Coppa Italia.
Formazione per forza di cose un po' rimaneggiata, con una difesa a
quattro dove Fazio (in evidente difficoltà fisica) lascia lo spazio a
Juan Jesus e in cui Rudiger viene mandato a fare il terzino destro.
Solo quando nella ripresa entrerà Bruno Peres si capirà per quale
motivo Spalletti non gli ha dato fiducia fin dall'inizio: il brasiliano
è completamente fuori forma, fuori fase, fuori posizione, fuori tutto.
Anche il centrocampo è molto appannato, ed è mancato nei suoi uomini
chiave: Nainggolan su tutti, e con Paredes che non ha retto il
confronto con De Rossi relegato in panchina.
Ma nonostante tutto, questa Roma dovrebbe vincere facilmente contro i
vari Lukaku, Hoedt, Bastos, Murgia...
E invece abbandona la Coppa Italia così. Senza aver dato neanche
l'impressione di averci provato più di tanto.
E dopo l'Europa Leauge, altra competizione in cui perlomeno si poteva
andare avanti (senza considerare anche l'eliminazione in Champions
League contro il Porto...), la Roma si ritrova anche quest'anno con un
pugno di mosche in mano.
"Ma c'è il campionato..."
Sì, certo, con la Juve quasi un miraggio a sei punti e appena otto
partite da fare...
E, purtroppo, con un allenatore che da troppo tempo ha perso la bussola
e il comando della nave.
Da quando la sua (e di tutti gli altri) attenzione si è spostata dal
campo al suo futuro professionale, la Roma ha cominciato a vacillare e
a cadere.
Se sarà divorzio, sarà un pessimo divorzio, in cui entrambe le parti
rimarranno con l'amaro in bocca per aver perso l'occasione (ennesima)
di poter fare qualcosa di più. Qualcosa di grande.
Qualcosa che quei tifosi che ieri (finalmente) sono tornati a riempire
la Curva Sud chiedono. E meriterebbero.
03 Aprile
2017:
Inserita
la pagina di Roma-Empoli,
30 Giornata di Serie A 2016-2017.
Dzeko nella storia giallorossa.
Mai nessuno ne ha fatti quanti lui.
Né Totti in tempi recenti quando ha vinto pure la Scarpa d'Oro, né
"Piedone" Manfredini negli anni 60 (i due gol contro il Birmingham
vennero siglati nella stagione successiva, nonostante il trofeo si
riferisse all'anno prima), né tantomeno "Sciabbolone" Volk agli albori
del calcio giallorosso.
33 gol in una sola stagione rappresentano un autentico record. E,
oltretutto, la stagione non è ancora terminata.
Una bella e grande rivincita per il boscniaco che in molti nella scorsa
stagione hanno bollato come "bidone", un attaccante inutile per le
ambizioni giallorosse, un centravanti capace di fallire le più facili
delle occasioni davanti la porta avversaria.
E così Edin Dzeko divenne facilmente "Edin Cieco". E ad inizio stagione
non pochi storsero il naso quando si resero conto che l'attaccante
sarebbe rimasto con la maglia giallorossa numero 9 sulle spalle.
Ha lavorato sodo il bosniaco, a testa bassa cercando di lasciarsi alle
spalle le polemiche e le critiche.
A suon di gol ha risposto a tutto e tutti, dimostrando di essere un
grande attaccante. Anzi: il più grande della storia della Roma.
Ora il suo obiettivo è quello di superare i 36 gol segnati qualche anno
fa con la maglia del Wolfsburg.
Di occasioni ce ne saranno ancora parecchie, a cominciare da martedì
sera quando sarà chiamato a guidare la Roma nell'assalto alla
roccaforte della Lazio.
La Roma deve vincere, alla Roma servono i suoi gol.
E ad aiutare lui e tutta la squadra ci sarà finalmente, dopo mesi e
mesi di assenza, il ritorno della Curva Sud che ha vinto (inutile
girarci tanto intorno) la sua personale battaglia contro i soprusi e le
assurdità: le inutili barriere divisorie sono state rimosse.
Ora la Roma avrà nuovamente una spinta in più per battere ed abbattere
gli avversari.
20 Marzo
2017:
Inserita
la pagina di Roma-Sassuolo,
29 Giornata di Serie A 2016-2017.
Che sia tornata la Roma caparbia e decisa?
L'eliminazione in Europa League ha lasciato il segno, inutile negarlo.
Uno degli obiettivi dichiarati della società si è sciolto come neve al
sole con l'arrivo dei primi caldi, e tutti sappiamo come è andato il
doppio confronto con l'Olimpique Lione.
Il rischio di una caduta più fragorosa e una difficoltà maggiore a
rialzarsi era alto, e non era così scontata la vittoria contro il
Sassuolo in campionato.
Oltretutto la squadra di Di Francesco è addirittura passata in
vantaggio dopo pochi minuti e i fantasmi cominciavano ad aleggiare
sull'Olimpico.
Il Sassuolo pressava alto, non faceva ragionare i giallorossi, che in
più di un'occasione hanno avuto grosse difficoltà ad uscire dalla
propria trequarti e Szczesny e tutto il reparto arretrato hanno acuito
i dolori di cuore dei tifosi giallorossi con delle giocate non proprio
necessarie in un momento del genere.
Ma una volta prese in mano le redini del gioco, la Roma è tornata ad
essere (o almeno è apparsa così) quella squadra convinta delle proprie
potenzialità e per nulla affaticata dalla ultime prestazioni in cui
spesso e volentieri molti giocatori erano piegati sulle ginocchia alla
ricerca di un po' di ossigeno in più.
Il pareggio di Paredes e soprattutto il gol allo scadere del primo
tempo di Salah (probabilmente c'era il fallo sul difensore emiliano)
hanno dato nuovo respiro e tranquillità a tutta la squadra, con uno
Strootman tornato ad altissimi livelli dopo alcune settimane di assenza.
L'ingresso di Dzeko, poi, ha dato la definitiva scossa alla squadra e
il colpo di grazia al Sassuolo: il bosniaco è entrato subito in partita
e ci ha messo poco per segnare il tabellino con la sua firma.
Peccato solo per i malumori legati ai dubbi sulla permanenza di
Spalletti sulla panchina giallorossa: il tecnico sembra sempre più
insofferente dell'ambiente romano, proprio come accadde nella sua prima
esperienza romanista.
Sembrava che tutto fosse cambiato. Ma quel tecnico deciso e che non
guardava in faccia a nessuno appena rientrato nella Capitale, sembra
ora un lontano parente. E somiglia, purtroppo, sempre più a quello che
decise di lasciare la squadra e il progetto tecnico...
17 Marzo
2017:
Inserita
la pagina di Roma-Olympique
Lyonnais, Ritorno degli Ottavi di Finale di Europa League A
2016-2017.
E il primo obiettivo è sfumato.
Mancava solo la conferma, e questa è arrivata ieri. La Roma è riuscita
in parte a ribaltare il risultato dell'andata, ma non è andata oltre il
2-1 che non fa altro che aumentare il rammarico per come si è conclusa
la partita in casa dei francesi.
Soprattutto per il quarto gol subito a tempo praticamente scaduto
segnato da Lacazette. Senza di quello, ora la Roma si ritroverebbe ai
quarti di finale di Europa League.
Ed è proprio su questo che da tempo Spalletti si batte con i suoi
giocatori: dei cali di concentrazione che non dovrebbero avvenire mai,
fino al fischio finale, e soprattutto in competizioni di questo calibro.
Cosa dire sulla partita di ieri... La Roma ci ha provato, i giocatori
hanno dato tutto o quasi quello che potevano dare, a volte andando in
confusione, affrettando la giocata, non ragionando fino in fondo su
quale fosse la soluzione migliore.
E il risultato alla fine lo hanno anche raggiunto: in fondo il Lione ha
fatto solo ostruzionismo, sia tattico che tecnico, trovando solo
casualmente il gol del momentaneo vantaggio subito pareggiato da
Strootman e affacciandosi dalle parti di Alisson solo nel finale,
quando ormai le energie nelle gambe dei giallorossi andavano
esaurendosi.
Come la storia della Roma insegna, purtroppo, le qualificazioni in
queste competizioni i giallorossi le compromettono sempre nelle partite
di andata, e praticamente mai nella partita di ritorno avviene la
rimonta e il passaggio del turno.
Solo grandi prestazioni soprattutto di cuore, assalti, batticuori e
poi, come un libro letto e riletto più volte, l'amaro per
l'eliminazione.
Quante altre volte succederà ancora?
13 Marzo
2017:
Inserita
la pagina di Palermo-Roma,
28 Giornata di Serie A 2016-2017.
Ora testa al Lione.
La Roma torna alla vittoria in maniera abbastanza netta e come era più
che prevedibile, contro un Palermo ormai destinato alla serie B a meno
che l'Empoli non decida di suicidarsi.
Nonostante molte seconde linee inserite da Spalletti e una formazione
"sperimentale" proposta dal tecnico di Certaldo, i giallorossi dopo un
primo momento di empasse (clamoroso l'errore di Szczesny che regala un
gol a Nestorovski poi annullato per fuorigioco dello stesso attaccante
palermitano), la Roma prende possesso della partita e la fa sua in
quattro e quattrotto.
Ottima la prova di Grenier schierato a sorpresa dal primo minuto
nonostante finora fosse un autentico oggetto misterioso, regala
l'assist vincente ad El Shaarawy e giocate di buona fattura.
Ma, come troppo spesso accade ancora alla Roma, i giallorossi non
chiudono la partita e la trascinano fin troppo per le lunghe.
Nel secondo tempo basta l'ingresso in campo tra le fila del Palermo di
Diamanti per mandare nel panico la difesa giallorossa: niente di
trascendentale, per carità, a fine partita si leggereà sul tabellino
che Szczesny deve compiere solo una parata veramente difficile, ma in
ottica Europa League l'atteggiamento dei giallorossi non è stato dei
migliori.
Con l'ingresso in campo di Dzeko l'inerzia della partita si risposta
nuovamente a favore dei giallorossi e lo stesso Dzeko chiude i giochi
con il suo trentesimo gol stagionale e Bruno Peres a tempo ormai
scaduto arrotonda ancora di più il risultato.
Tutto bene quindi. Ma forse anche no.
Spalletti non è apparso di ottimo umore a fine gara e gli screzi con
Pallotta in settimana e l'ipotetico polemica di Totti che non è voluto
entrare in campo nel finale di gara per un mal di schiena non fanno
altro che avvicinare la squadra all'importante sfida contro il Lione
con molti più dubbi e perplessità di quanto sarebbe necessario.
10 Marzo
2017:
Inserita
la pagina di Olympique
Lyonnais-Roma, Andata degli Ottavi di Finale di Europa League A
2016-2017.
La Roma fa filotto. Di sconfitte.
"Siamo ancora in corsa". "Possiamo ribaltare il risultato" "Questo è
tempo di remuntade".
Bla bla bla.
Tante belle, bellissime parole. E buoni propositi per il futuro. Come
no.
Ma oggi c'è da scontrarsi con una realtà dura. Durissima.
Il temibile ciclo che attendeva la Roma nei primi giorni di Marzo sta
andando come peggio non poteva: sconfitta contro la Lazio in Coppa
Italia, sconfitta in campionato contro il Napoli, sconfitta contro il
Lione in Europa League.
Tre sconfitte che fanno male, malissimo, che non hanno un filo
conduttore unico (sono state tre sconfitte per molti versi una diversa
dalle altre), ma che lasciano i giallorossi con un pugno di mosche in
mano. E forse neanche quelle.
Anche ieri, per esempio, il primo tempo poteva concludersi
tranquillamente 4-1 per i giallorossi, che hanno disputato un'ottima
prima frazione di gioco.
Ma tutto è stato reso vano dalla pessima prestazione dei secondi 45
minuti.
Sarà la testa, sarà la condizione fisica (indubbiamente), saranno delle
scelte ancora una volta criticabili da parte di Spalletti. Sarà tutto
quello che vogliamo.
Resta il fatto, però, che per l'ennesima stagione la Roma rischia di
ritrovarsi alle idi di Marzo già fuori da tutto e con la testa rivolta
alla stagione successiva, come troppo spesso è avvenuto nella sua
storia.
Viene da ridere se si pensa che fino ad un paio di mesi fa c'era chi
non perdeva occasione di andare a battere cassa per un rinnovo
contrattuale o per dei pruriti economici.
Troppo spesso chi non dovrebbe si ritrova a parlare di tutto fuorché di
calcio giocato: e una volta se Spalletti resta o no, una volta il nuovo
stadio, una volta il vecchio stadio e le sue barriere, una volta di
quante volte si esce la sera.
Tornasse ognuno a fare quello che sa fare meglio: i giocatori a
giocare, gli allenatori ad allenare, i tifosi a tifare.
Tra poco meno di un mese la nebbia all'orizzonte si sarà
inevitabilmente diradata e vedremo meglio se la direzione di questa
squadra è quella giusta oppure se è troppo tardi per raddrizzare la
barca prima di infrangersi contro l'ennesimo iceberg...
08 Marzo
2017:
Inserita
la Stagione
1949-1950: Retrocessione. Anzi no. Forse.
Il baratro della Serie B si avvicina per la Roma.
Una campagna acquisti che definirla tale è un autentico eufemismo se si
pensa che non c'è un solo nome di punta che viene acquistato dalla
società giallorossa ormai alla canna del gas economica.
L'unico uomo di punta è un certo Aleksandar Arangelovic, pescato a
stagione iniziata in un campo profughi a Cinecittà, dopo che non ha
avuto troppa fortuna nel Padova. Alla fine sarà lui il capocannoniere
della squadra con 11 reti.
Il campionato fin da subito si rivela durissimo, con un Fulvio
Bernardini in panchina alla guida tecnica che non riesce, se non in
rare occasioni, a venire a capo della situazione.
Quando ormai la Roma si avvicina pericolosamente alla zona
retrocessione, non c'è più modo di tirarla su: a 3 giornate dalla fine,
dopo la clamorosa sconfitta sul campo del Venezia già retrocesso, lo
stesso Bernardini si dimette e la squadra viene affidata di nuovo a
Luigi Brunella.
Le ultime tre giornate sono al cardiopalma: due scontri diretti e
l'ultima giornata in casa del Milan ormai secondo dietro la scudettata
Juventus.
Nella trasferta barese, primo degli scontri diretti, la Roma riesce a
pareggiare e a mantenersi a galla grazie ad uno strepitoso Risorti che
in più di un'occasione salva la propria porta e al gol del pareggio
segnato da Lucchesi.
Penultima giornata: si scontrano Roma e Novara, mentre il Bari va a
perdere pesantemente a Como. I giallorossi passano addirittura in
svantaggio nel primo tempo davanti a 30.000 tifosi giallorossi
inviperiti.
Quando tutto sembra ormai perso, due gol molto contestati dal Novara
(il primo su rigore di Arangelovic e soprattutto il secondo di
Tontodonati) regalano la vittoria e la speranza di salvezza alla Roma.
Speranza che si affievolisce nell'ultima giornata quando la Roma perde
pesantemente in casa del Milan (6-2) sapendo che il Bari sta giocando
in casa contro l'Inter: ai galletti basterebbe un pareggio per salvarsi
e condannare i giallorossi alla Serie B.
Tutto sembra deciso, quando però a metà della ripresa Nyers regala la
vittoria all'Inter e condanna il Bari.
I giallorossi escono dal terreno di gioco piangendo perché non sanno
che in realtà sono salvi.
Salvezza che però viene messa in discussione da alcuni ricorsi fatti
sia dal Novara che dallo stesso Bari, che accusano la società
giallorossa di essere stata favorita da alcune decisioni arbitrali.
La Lega Calcio apre un'inchiesta che però già a metà Giugno verrà
chiusa con un nulla di fatto, decretando così ufficilamente la
retrocessione del Bari e la salvezza per la Roma.
Ma ormai il destino giallorosso è segnato...
07 Marzo
2017:
Inserita
la pagina di Roma-Napoli,
27 Giornata di Serie A 2016-2017.
No, Roma, così proprio no.
Dopo la sconfitta nel derby di Coppa Italia, temevamo un calo di
condizione fisica.
Speravamo che alcuni giocatori si fossero tenuti per gli impegni ben
più importanti che attendevano la squadra di lì a pochi giorni, a
cominciare dall'importantissima partita di campionato contro il Napoli.
Partita che se fosse finita con una vittoria della squadra giallorossa,
avrebbe messo definitivamente la parola fine sui giochi per quanto
riguarda il secondo posto e avrebbe permesso di guardare con più
serenità al prosieguo della stagione.
Purtroppo così non è stato e il Napoli non solo ha vinto a Roma,
rimettendo tutto indiscussione, ma ha praticamente dominato la Roma per
80 minuti, sul piano tattico e soprattutto fisico.
Certo, è strano pensare ad una squadra alla frutta fisicamente se poi
negli ultimi 10 minuti mette alle corde gli avversari rischiando di
recuperare il risultato (e se la fortuna avesse assistito i giallorossi
ora saremmo qui a parlare di un clamoroso pareggio). Eppure per larghi
tratti della partita molti giocatori della Roma sono sembrati spompati,
svuotati e stanchi. Sempre secondi sulle palle contese. Sempre in
ritardo sulle seconde palle.
E comincia a non essere un caso che quando Fazio sbaglia la partita, la
Roma perde.
Spalletti probabilmente ci mette del suo, rivoluzionando la squadra
inserendo Juan Jesus e togliendo Bruno Peres, promuovendo titolare
Perotti ed El Shaarawy e lasciando fuori inizialmente Salah.
Scelte legittime, per carità, ma perché attendere il 2-0 per tornare
sui propri passi se fin dall'inizio era chiaro che le mosse tattiche
non stavano funzionando come si sperasse?
E infatti non a caso quando è entrato Salah, la Roma si è sistemata
meglio in campo e ha contrastato decisamente meglio l'avversario.
Ora tutto è in discussione, anche se non tutto è ancora perduto, ma
come ogni anno si rischia di ritrovarsi a metà marzo fuori da ogni
gioco, senza più nessun obiettivo raggiungibile e con le speranze
iniziali clamorosamente infrante.
02 Marzo
2017:
Inserita
la pagina di Lazio-Roma,
Andata della Semifinale di Coppa Italia 2016-2017.
Troppe energie sprecate.
Contro una squadretta con la Lazio, la Roma ha decisamente sprecato
troppe energie.
I prossimi impegni della squadra giallorossa, sono ben altra cosa
rispetto a questo derby di Coppa Italia, ed è questo il rammarico più
grande, al di là della sconfitta.
Perché oltre ad aver giocato male (forse la peggiore partita
dell'anno), la Roma si è stancata ben al di là di ogni aspettativa,
contro una squadretta che ha fatto la "partita perfetta" a detta del
suo allenatore.
Per cui, per quanto riguarda la partita di ritorno e il relativo
passaggio del turno, possiamo star più che tranquilli: se nella
"partita perfetta" la Lazio ha fatto in totale 3 tiri in porta (e i due
che hanno portato ai loro gol sono frutto di errori di Fazio prima e
Manolas poi), mentre la Roma giocando la peggiore ha sfiorato in più di
un'occasione il gol.
È indubbio che questa sconfitta dia fastidio, come dice Spalletti,
perdere così non è mai piacevole.
Ma in questo momento bisogna essere concentrati al massimo sulla
partita di sabato contro il Napoli, che potrebbe definitivamente
allontanare i partenopei dal secondo posto in classifica e sulla sfida
di Europa League contro il Lione.
Queste sì, sono partite di una certa importanza e contro avversari di
un certo calibro.
Al momento, lasciamo questo piccolo momento di gloria ai lazialotti
(che da 4 anni non esultavano più, poverini) e aspettiamo il loro
cadavere sulla riva del fiume.
Passerà. Bisogna solo avere pazienza.
27
Febbraio 2017:
Inserita
la pagina di Inter-Roma,
26 Giornata di Serie A 2016-2017.
Nainggolan bracca la Juve.
Una grandissima Roma annienta l'Inter e conquista il Meazza.
Una prova perfetta, che ricorda molto la vittoria in terra spagnola
contro il Villarreal in Europa League: i giallorossi partonon
benissimo, mettono sotto l'avversario, passano in vantaggio e poi da
grande squadra sanno reggere botta sul loro ritorno e infine lo
colpiscono e lo sconfiggono.
Uno strepitoso Nainggolan, rigenerato dalla cura (e dalla posizione
assegnatagli in campo da) Spalletti segna due gol, uno più bello
dell'altro, con due "sassate" da fuori area che annichiliscono
Handanovic, che non può fare veramente nulla.
L'inter prova a reagire, prova a non perdere la calma (e la partita)
anche perché per loro questa è quasi l'ultima spiaggia per poter
rientrare nel giro Champions (e c'è pure chi provava a sostenere che
potessere rientrare nel giro scudetto... bah...) e prova a schiacciare
la Roma nella propria area di rigore.
Ma la difesa della Roma, nonostante la forzata assenza di Emerson
Palmieri, è una muraglia quasi invalicabile, e tutti gli attacchi
nerazzurri si infrangono su Manolas e soprattutto Fazio.
A gara ormai quasi scaduta, Icardi trova il gol che prova a rimettere
tutto in discussione, ma basta che la Roma affonda sull'acceleratore
nuovamente, ed ecco che Dzeko si procura il rigore che chiude una volta
per tutte la partita.
Stavolta, con Perotti in campo, il bosniaco lascia il calcio di rigore
allo specialista, che non fallisce: tanti saluti all'Inter con
ambizioni da Champions, al Napoli che perde clamorosamente in casa
contro l'Atalanta (che ora si candida anche lei per un posto in
Champions) e fiato sul collo alla Juve, che continua a non mollare.
Ma anche questa Roma, questa grande Roma, non ha la minima intenzione
di mollare.
24
Febbraio 2017:
Inserita
la pagina di Roma-Villarreal,
Ritorno dei Sedicesimi di Finale di Europa League A 2016-2017.
Sconfitta indolore.
Spalletti cambia molto la squadra titolare e alla fine si assume la
responsabilità della sconfitta.
In effetti rispetto alla gara di andata sono molte le novità, a partire
dalla difesa dove viene riproposto ancora una volta Vermaelen, che il
tecnico sta cercando in tutti i modi di recuperare.
Ma evidentemente per il belga non è proprio stagione, dato che non ne
azzecca una e regala di fatto il gol al Villarreal.
Gol che, a pensarci bene, poteva anche costare caro alla Roma, dato che
è stato segnato al 15', con tutta la partita ancora da disputare.
Certo, 4 gol di vantaggio erano un enorme margine, ma con una squadra
completamente rimaneggiata negli uomini, con la testa inevitabilmente
già proiettata alla sfida di domenica sera a Milano contro l'Inter,
sarebbe bastato veramente poco per mandare nel panico i giallorossi.
Ma per fortuna la Roma non ha corso troppi pericoli, e quei pochi che
ha corso sono stati sbrogliati alla grande da Alisson, che ha
dimostrato di poter essere un portiere affidabile anche per il
campionato, a partire dalla prossima stagione, quando verosimilmente
Szczesny saluterà.
Prossima stagione che potrà vedere, chissà, non solo un nuovo portiere
in porta, ma anche un nuovo tecnico sulla panchina giallorossa e
addirittura un nuovo presidente alla guida della società: la vera
partita sul futuro della Roma si sta giocando in questi giorni su un
altro campo, quello del Campidoglio, dove ancora non si è sbrogliata la
matassa del capitolo "Stadio della Roma".
La Roma vuole farlo, i tifosi vogliono la loro nuova casa, il Comune
ancora non si sa. Ma si rifiuta di dare una risposta definitiva.
Lasciando nell'incertezza tutto e tutti.
20
Febbraio 2017:
Inserita
la pagina di Roma-Torino,
25 Giornata di Serie A 2016-2017.
Quindicesima vittoria casalinga consecutiva.
"Campo Testaccio, c'hai tanta gloria... nessuna squadra, ce passerà..."
Cantava così una canzone degli anni 30, ripresa dai tifosi giallorossi
negli ultimi anni, per raccontare la mitica squadra giallorossa di
quegli anni e soprattutto il glorioso "Campo Testaccio", lo stadio dove
la Roma ha vinto il suo primo scudetto e ha visto fior fior di campioni
calpestare quel terreno.
"Nessuna squadra ce passerà", perché la Roma di quei tempi in casa era
un'autentica macchina da gol e macina avversarie.
Furono ben 13 le vittorie casalinghe consecutive, non poche per le
partite dall'ora e per il calibro delle squadre avversarie.
Con la vittoria sul Torino di ieri sera, la Roma dei giorni nostri ha
portato a ben 15 partite consecutive le vittorie sul terreno amico
(calcolando anche il termine della scorsa stagione) e addirittura a 16
se si vuol tenere conto del derby contro la Lazio, che però si è
giocato in "trasferta", sempre all'Olimpico.
Lo Stadio Olimpico, appunto. Croce e delizia di questi tempi.
Ormai diventato non più lo stadio caloroso di un tempo: dopo tutti i
problemi per accedervi, le barriere che hanno diviso in due le curve
hanno definitivamente allontanato il tifo organizzato, quello che era
veramente il dodicesimo uomo in campo.
Ora pare che anche chi di dovere l'abbia capito, che senza tifo lo
"spettacolo calcio" non attira. E se non attira, la gente a casa non
compra le partite. E se le partite non si vendono, gli sponsor non
pagano. Semplice.
Ora hanno deciso di eliminare queste barriere, ma prima le abbasseranno
un pochino, tanto per far vedere che le decisioni, quelle importanti,
le prende sempre la questura e il prefetto. Ci mancherebbe. Non sia mai
facciano un bagno di umiltà.
E non sia mai che a Roma si decida di costruire un nuovo impianto più
adatto al calcio. Per di più pagato quasi interamente da soldi di
privati. No. Scherziamo?
Se prima non ci mangiano palazzinari, politici, papponi, malavitosi e
chi più ne ha, più ne metta, non si fa niente in questa città.
Figuriamoci uno stadio.
Tor di Valle è ad oggi un ridente quartiere pieno di vita, attività
commerciali, un fiore all'occhiello: pieno di immondizia, topi,
mignotte e papponi (appunto), con un ippodromo abbandonato da anni.
E da anni la Roma sta presentando il progetto a tutti coloro glielo
chiedano, da anni si fanno carotaggi e sondaggi. Ma no. Non c'è niente
da fare.
"L'area non è sicura" "È a rischio esondazione" "Lì c'è il verde".
Ora ci mancava pure il parere della Soprintendenza alle Belle Arti, che
ha giudicato la tribuna del vecchio ippodromo un opera archittettonica
unica nel suo genere.
Certo, come no. Peccato che, guarda caso, si sia accorta di questo
gioiello architettonico a 4 giorni dalla risposta definitiva che il
Comune di Roma avrebbe dato ai proponenti.
Ma guada un po' te il caso.
E allora lo sapete che c'è? Tenetevi l'Olimpico così com'è. Vuoto.
Triste. Freddo. Nonostante la Roma sia seconda in classifica e veleggi
a suon di gol in Italia e all'estero.
Ma quando nessuno vorrà più acquistare le partite della Roma in tv, non
domandatevi il perché.
Andatelo a chiedere alla Soprintendenza e a chi la manovra. A chi
vorrebbe, ancora oggi dopo che da più di 5 anni è stata scartata
l'ipotesi, che lo stadio fosse costruito da un'altra parte. E chissà
perché proprio a Tor Vergata.
Ah. In tutto questo la Roma ieri ha asfaltato anche il Torino con un
netto 4-1.
17
Febbraio 2017:
Inserita
la pagina di Villarreal-Roma,
Andata dei Sedicesimi di Finale di Europa League A 2016-2017.
La Roma umilia il Villarreal.
Al momento del sorteggio dei Sedicesimi di Europa League, dopo il
Manchester United, l'altro spauracchio di questa competizione era il
Villarreal.
In molti, quando la Roma è stata accoppiata agli spagnoli, hanno
maledetto la solita sfortuna che accompagna i giallorossi quando c'è da
tirare fuori le biglie dalle urne dei sorteggi.
I giallorossi non si sono fatti abbattare: hanno lavorato sodo in
questi mesi, hanno avuto un rendimento costante ed in salita
(nonostante qualche rara battuta d'arresto) e sono giunti
all'appuntamento europeo tirati a lucido.
La Roma è scesa in campo come sempre ultimamente, con la certezza di
essere una grande squadra e la consapevolezza di poter imporre il
proprio gioco, su qualunque terreno si disputi la partita.
E così è avvenuto anche in Spagna.
La Roma ha studiato l'avversario, l'ha stanato, l'ha pungolato, e l'ha
colpito con uno strepitoso Emerson Palmieri che sta dimostrandosi
sempre più un ottimo terzino sinistro.
Quando poi inevitabilmente il Villarreal si è fatto sotto alla ricerca
del pareggio, la Roma non si è scomposta, ha saputo soffrire e reggere
botta, senza mai rischiare nulla di troppo serio, e al momento giusto
ha colpito di nuovo e affondato il colpo.
Un 4-0 che sa quasi di clamoroso per quello che si diceva alla vigilia.
Un 4-0 che mette le cose in chiaro anche con le altre squadre che
ancora non avevano capito la forza di questa squadra.
Che a questo punto, diciamolo, si candida ufficialmente alla vittoria
finale della competizione.
13
Febbraio 2017:
Inserita
la pagina di Crotone-Roma,
24 Giornata di Serie A 2016-2017.
Massimo risultato col minimo sforzo.
Tutto come doveva andare.
La Roma vince facile a Crotone, nonostante un primo tempo non proprio
brillante e il rigore fallito da Dzeko, la Juventus non si ferma a
Cagliari e il Napoli si sbarazza del Genoa.
Tre risultati identici (2-0) che confermano ancora di più che questo
campionato, più degli altri, vede tre squadre nettamente superiori alle
altre e una in particolare che se non verrà distratta dagli impegni di
Champions andrà a vincere il suo sesto scudetto consecutivo.
Ma comunque, se lo farà, lo dovrà fare avvicinandosi ancora una volta
ai 100 punti, perché le due inseguitrici non mollano.
Il rientro di Salah dà nuova linfa all'attacco giallorosso, e Dzeko,
nonostante il rigore sbagliato malamente, va ancora in gol proprio su
assist dell'egiziano.
Ma la vera forza della Roma di questo momento della stagione è la
solidità difensiva: fatta salava la partita disputata a Genova contro
la Sampdoria, questa squadra ha eretto un autentico muro davanti la
porta di Szczesny contro cui sbattono tutti gli attacchi avversari.
Giovedì ci sarà l'importante impegno in Europa: vedremo se quanto di
buono fatto finora in campionato verrà confermato in Spagna contro il
Villareal.
Le premesse ci sono. La convinzione anche.
08
Febbraio 2017:
Inserita
la pagina di Roma-Fiorentina,
23 Giornata di Serie A 2016-2017.
La Roma non molla di un centimetro.
La Roma era chiamata ad un impegno difficile (il primo di una lunga
serie) dopo le brutte prestazioni contro la Sampdoria e il Cesena.
La Fiorentina parte bene, mette alle strette i giallorossi e per buoni
20 minuti non la fa ragionare, e in qualche occasione si avvicina
pericolosamente dalle parti di Szczesny.
Ma poi la Roma esce fuori: un grandissimo Emerson Palmieri si appropria
di tutta la fascia sinistra, Bruno Peres prova a spingere sulla corsia
opposta e soprattutto Dzeko sale in cattedra: su un lancio illuminante
di De Rossi sblocca la partita e praticamente la Fiorentina si spegne
qui.
Nella ripresa in campo c'è una sola squadra che annienta in tutto e per
tutto la malcapitata Viola, segna altri 3 gol: il primo in campionato
di Fazio, uno splendido di Nainggolan per come è stata costruita
l'azione tutta in velocità e la doppietta di Dzeko porta il bosniaco di
nuovo in vetta solitaria alla classifica cannonieri.
Peccato solo che l'altra classifica, quella del campionato, veda ancora
la Juventus saldamente in testa e che addirittura allunga (come era
inevitabile) vincendo la partita di recupero contro il Crotone.
Ora i punti di distacco dalla vetta sono 7, mentr il Napoli dietro è a
soli 2 punti.
I giallorossi non possono far altro che continuare a correre e a
vincere, per evitare che dietro qualcuno si ingolosisca, ma così
facendo costringeranno anche la Juve a correre: chi rallenterà per
prima?
03
Febbraio 2017:
Inserita
la Stagione
1948-1949: Amadei se ne va.
Ancora grandi cambiamenti in casa giallorossa.
Amadei parte per il ritiro con la Roma prima di essere inserito in un
giro di giocatori che porteranno il "Fornaretto" a Milano sponda Inter
in cambio, via Bari, di Tontodonati e Maestrelli.
L'attaccante proverà da subito, a suon di gol, a far dimenticare il suo
predecessore, ma l'impresa sarà ardua. Se non impossibile.
Oltre al già affermato Maestrelli, per il centrocampo viene acquistato
anche il giovane Arcadio Venturi, che sarà uno dei punti fermi della
Roma di qui in divenire.
Per il resto, con la continua penuria monetaria in cui galleggia la
società, passano per i colori giallorossi improbabili giocatori presi
dalle serie minori che non avranno neanche il tempo di lasciare un
segno.
A metà stagione viene addirittura preso tale Florian Radu, giocatore
romeno che in patria ha fatto vedere ottimo calcio: peccato che però
arrivi a Roma completamente bollito.
Alla guida in panchina viene confermato Brunella, che smette
definitivamente col calcio giocato, e il suo credo nel "Metodo", mentre
molte squadre di Serie A hanno ormai virato decisamente e
definitivamente verso il moderno "Sistema".
La stagione scorre tra alti (pochi) e bassi (molti) senza particolari
picchi, e a differenza della stagione precedente la salvezza viene
acquisista con maggiore tranquillità.
Il 20 marzo 1949, mentre assisteva alla partita della Lazio allo stadio
Nazionale, il primo presidente della Roma Italo Foschi, nell'apprendere
che i giallorossi avevano perso contro la Sampdoria, morì per un
attacco di cuore.
Quello che segnerà l'intero campionato italiano (ma non solo il calcio)
sarà la tragedia di Superga, dove perirà l'intera squadra e buona parte
dei dirigenti del Grande Torino, di ritorno da un'amichevole dispustata
in Portogallo.
Dopo questa tragedia, la Federazione decide di assegnare d'ufficio lo
scudetto al Torino e per le restanti quattro giornate di campionato, i
granata saranno costretti a schierare la squadra Primavera.
Per rispetto, anche gli avversari schiereranno i pari età.
Il Grande Torino, così, vincerà il suo quinto scudetto consecutivo, ma
tale perdita sarà un duro colpo per l'intero movimento calcistico
italiano.
02
Febbraio 2017:
Inserita
la pagina di Roma-Cesena,
Quarti di Finale di Coppa Italia 2016-2017.
Un solo nome: TOTTI!
Diciamolo subito: la Roma ha giocato male e in più di un'occasione ha
rischiato grosso.
Soprattutto nel primo tempo, quando il Cesena è riuscito a mettere alle
corde la difesa giallorossa colpendo addirittura un palo e impegnando
severamente in un paio di occasioni Alisson.
Male Manolas in difesa, male Paredes a centrocampo: forse ha avuto
ragione Spalletti a tenerli fuori in campionato contro la Samp? Chissà.
Resta il fatto che nel secondo tempo, con l'ingresso di Nainggolan, la
musica cambia e la Roma pare scrollarsi di dosso quell'apatia tenuta su
per tutta la prima frazione di gioco.
Ecco che cominciano a fioccare anche per i giallorossi le azioni da gol
e dietro si rischia qualcosina in meno, ma si continua a rischiare.
Dzeko, dopo aver fallito un paio di occasioni, finalmente riesce a
segnare e la partita sembra essere tutta in discesa. Passano pochi
minuti e l'accoppiata Manolas-Alisson la combina grossa regalando il
pareggio al Cesena.
La partita scorre senza che la Roma riscea a trovare il bandolo della
matassa, fino all'ultimo istante dell'ultimo secondo: pallone filtrante
sul quale si avventa Strootman alla disperata e altrettanto disperata
uscita di Agliardi che neanche tenta l'intervento, ma ostacola
vistosamente l'olandese in area di rigore.
Rigore sacrosanto, ma per molti generoso o inesistente... Mah...
Ovviamente si incarica Totti della battuta e il capitano, al suo
centesimo gol sotto la guida di mister Spalletti, regala il doppio
derby in semifinale ai giallorossi.
31
Gennaio 2017:
Inserita
la pagina di Sampdoria-Roma,
22 Giornata di Serie A 2016-2017.
Peccato, perché il momento era propizio.
La Juventus vince facile col Sassuolo, il Napoli viene fermato in casa
dal Palermo, il Milan e la Lazio perdono.
Solo l'Inter vince e guadagna punti sui giallorossi, che, come detto se
non avessero perso sarebbero restati col fiato sul collo della Juventus.
Così non è stato, ma non bisogna farne una tragedia: in fondo a Genova
contro la Sampdoria si può anche perdere.
Resta però il rammarico, forse, di non aver fatto tutto quello che si
poteva fare per evitare la sconfitta.
A partire dalla formazione iniziale, in cui Spalletti ha deciso di
tenere fuori Manolas e inserire uno spaesato Vermaelen. Chissà perché.
Lui sostiene che voleva avere un giocatore dai piedi buoni in difesa
dal quale potessero partire tutte le azioni. Ma la sua lentezza contro
Muriel ha fatto la differenza. Oltre al fatto che, pochi giorni fa in
Coppa Italia, lo stesso Muriel ha avuto vita difficile contro Juan
Jesus, anche lui lasciato in panchina.
Ma nonostante tutto la Roma era passata due volte in vantaggio: dopo
pochi minuti con Bruno Peres, e nel secondo tempo dopo il pareggio di
Praet, con il capocannoniere Dzeko.
Tutto sembrava filare liscio, la Sampdoria aveva abbassato i ritmi
forsennati mantenuti per tutto il primo tempo.
E invece prima il pareggio di Schick e poi un paio di decisioni molto
contestabili di Mazzoleni (la punizione del 3-2 e soprattutto il rigore
negato nel finale a Dzeko per inesistente fuorigioco dello stesso
bosniaco) rimandano i giallorossi a 7 punti dalla Juve (se si calcolano
anche i 3 punti facili che i bianconeri prenderanno nel recupero contro
il Crotone). Nulla è compromesso, d'altronde anche vincendo lo scudetto
sarebbe rimasto un miraggio, ma l'amaro in bocca resta, quello sì.
PS: Un grande saluto a Gerson, crack del calcio mondiale del futuro,
che dopo appena 4 presenze in campionato lascia il calcio italiano per
andare nella grandissima squadra del Lille, con cui vincerà scudetto,
coppa campioni e pallone d'oro...
23
Gennaio 2017:
Inserita
la pagina di Roma-Cagliari,
21 Giornata di Serie A 2016-2017.
Ancora una vittoria di misura.
La Roma non si ferma più. E poco importase il risultato finale parla di
minimo scarto tra le due squadre in campo.
Questa Roma sa gestire finalmente la partita, non si fa prendere
dall'ansia di raggiungere il risultato, tiene a bada gli avversari e
colpisce quando deve.
E in più non subisce più un gol e non rischia assolutamente nulla
dietro, grazie ad una solidità difensiva consolidata dall'innesto di
Rudiger e da un Fazio monumentale, sul quale in pochi, pochissimi
avrebbero scommesso ad inizio anno.
L'argentino è il vero uomo aggiunto a questa squadra: tranquillità,
piedi buoni, testa alta. E senso della posizione come pochi.
In accoppiata con la velocità di Manolas e la fisicità di Rudiger
formano un terzetto difensivo eccelletne.
Che riesce anche a supplire alla giornata no di Bruno Peres,
decisamente il peggiore in campo, che sbaglia praticamente tutto quello
che c'è da sbagliare, anche un gol facile facile a due passi dalla
porta.
Non sbaglia invece Dzeko, autore del gol vittoria, voluto di forza
sbarazzandosi di Murru, sua vittima sacrificale, e colpendo una
traversa di testa.
E poi tante giocate personali e per la squadra che lo rendono ancora
più leader dell'attacco giallorosso.
Peccato che anche la Juve continui a vincere e che per la quasi
totalità delle squadre il campionato sia praticamente già finito: le
ultime tre sono già in B, è praticamente impossibile che riescano a
colmare il gap di 11 punti che le separano dalla quart'ultima in
classifica, e dal Bologna in poi (26 punti) tutte le squadre non hanno
più niente da chiedere a questa stagione.
In queste condizioni, si può tranquillamente parlare di un campionato
falsato nei risultati e negli impegni: cosa spingerà queste squadre a
dare il massimo in ogni gara?
Ci vorrebbe una seria riforma del campionato, come promise Tavecchio in
campagna elettorale, con una Serie A a 18 squadre.
Ma non ci sarà nulla di nulla. E saremo costretti a vedere un torneo
già finito dopo appena 21 giornate...
20
Gennaio 2017:
Inserita
la pagina di Roma-Sampdoria,
Ottavi di Finale di Coppa Italia 2016-2017.
Roma spettacolo!
Grande Roma, che continua a macinare gioco, risultati e vittorie.
Nonostante un avvio non proprio brillantissimo, durante il quale la
Sampdoria ha più volte colto impreparata la difesa giallorossa e
soprattutto ad inizio gara Muriel ha rischiato di mandare subito sotto
i giallorossi (palo clamoroso con Alisson battuto), la Roma ha pian
piano preso possesso del centrocampo, registrato le posizioni in campo
di alcuni uomini, come ad esempio De Rossi e Paredes che da tempo non
giocavano insieme o di Mario Rui al suo esordio stagionale con la
maglia giallorossa dopo il lungo infortunio subito al ginocchio, e ha
fatto della Sampdoria un sol boccone.
Gioco fluido, giocate a tratti spettacolari con scambi in velocità di
precisione e gol spettacolari, oltre una tremenda traversa colpita da
Paredes quando si era ancora sullo 0-0 e un palo colpito da un colpo di
testa di Dzeko.
Splendido il primo gol di Nainggolan che quasi da fermo trafigge il
povero Puggioni, con manovra avvolgente il raddoppio di Dzeko, di
giustezza il pallonetto di El Shaarawy e di potenza il quarto ed ultimo
gol segnato di testa ancora dal belga.
La strada per la semifinale di Coppa Italia ora appare spianata, visto
che il primo febbraio la Roma incontrerà il Cesena (che ha eliminato a
sorpresa il Sassuolo), praticamente già vittima sacrificale della
partita.
E non ci nascondiamo nel dirlo dietro una inutile scaramanzia: questa
Roma di Spalletti è di un'altro pianeta rispetto a quella di Garcia che
venne eliminata l'anno scorso dallo Spezia...
16
Gennaio 2017:
Inserita
la pagina di Udinese-Roma,
20 Giornata di Campionato 2016-2017.
Continua la marcia giallorossa.
La Juventus si ferma (di nuovo) mentre la Roma continua a vincere.
Altri tre punti recuperati alla capolista che ora si trova alla
lunghezza minima di distanza, anche se deve recuperare la facile
partita contro il Crotone, e quindi al massimo a 4 punti di distanza.
Non pochi, certo, anche perché i bianconeri hanno già perso 4 partite
in campionato e difficilmente ne perderanno altre, a meno che non
saranno fin troppo distratti dagli impegni in Champions League.
Ad ogni modo fa un piacere enorme vedere questa Roma che finalmente
vince le partite con le unghie e con i denti, non necessariamente
segnando una valanga di gol, ma permettedosi addirittura di fallire
facili occasioni (clamoroso il rigore calciato alle stelle di Dzeko)
senza poi soffrire più di tanto, fatto salvo un autentico miracolo di
Szczesny su un colpo di testa ravvicinato.
L'emergenza in difesa ha costretto di nuovo Spalletti a schierare la
Roma a tre dietro, e di questo modulo pare trarre giovamento anche Juan
Jesus, che nelle ultime due uscite è apparso meno impacciato rispetto
ad altre volte.
Fazio un autentico leader difensivo che insieme a Manolas riesce ad
ergere un muro davanti al portiere polacco su cui si infrangono
praticamente tutte le sortite offensive degli avversari.
Un ritrovato Strootman e un Paredes sempre più in crescita completano
un quadro d'autore su cui la firma questa volta l'appone un sempre più
decisivo Nainggolan, che con una splendida girata batte il pur bravo
Karnezis.
Vittoria doveva essere per restare agganciati al treno della vetta e
vittoria è stata, e l'avvicinamento quasi inaspettato alla Juve
potrebbe, ora, dare maggiore spinta alle ambizioni giallorosse.
Ma Spalletti, forse giustamente, si sta preoccupando per il futuro
prossimo in quanto vede una rosa leggermente corta in questo momento
decisivo della stagione.
Staremo a vedere cosa accadrà.
13
Gennaio 2017:
Inserita
la Stagione
1947-1948: ad un passo dalla B.
Il campionato di Serie A più lungo della storia.
Dopo il ripescaggio della Triestina (retrocessa l'anno precedente) per
motivi patriottici, prende il via il 14 settembre 1947 il primo e unico
campionato a 21 squadre, che terminerà il 4 luglio 1948, dopo 42
giornate nelle quali ad ogni giornata una squadra a turno sarà
costretta al riposo.
Arrivano i primi segni di consapevolezza da parte della dirigenza: in
panchina arriva Imre Senkey, profeta del "Sistema", nuovo modulo di
gioco che sta pian piano soppiantando il vecchio "Metodo", col quale si
cerca di raddrizzare una situazione che è ormai arrivata a livelli di
guardia.
Ma i giocatori che sono nella rosa giallorossa, male si sposano con
questa rivoluzione tattica. Servirebbero quindi nuovi elementi che già
conoscono le basi del "Sistema".
Mancano però i dobloni e il mercato, ancora una volta, si riduce a ben
poca cosa: arrivano gli sconosciuti Riva e Curti dal Montevarchi,
Dell'Innocenti dall'Alba Trastevere, Fusco dal Bari, Puppo dal Venezia
e gli argentini Pesaola, Valle e Perretti.
Il "Petisso" Pesaola soprattutto, e anche Valle, si dimostrano
giocatori di livello, mentre Dell'Innocenti è un buon mediano
sistemista, ma l'infortunio di Amadei priva la squadra di un valido
terminale offensivo per buona parte della stagione.
Neanche l'arrivo del grande Zsengeller, ormai alla frutta ma comunque
ancora elegante, cambia molto e la Roma si salva per miracolo con
Brunella che nel finale di stagione prende il posto di Senkey in
panchina, ricoprendo il doppio ruolo di giocatore-allenatore.
E propio un gol di Brunella, l'unico della sua carriera, alla penultima
giornata di campionato contro la Salernitana, regala la matematica
salvezza alla squadra giallorossa.
È una soddisfazione relativa per i tifosi giallorossi, che ben presto
si accingeranno, loro malgrado, a dover vedere la propria squadra
sprofondare in cadetteria...
09
Gennaio 2017:
Inserita
la pagina di Genoa-Roma,
19 Giornata di Campionato 2016-2017.
Roma da 7 e mezzo.
Finisce il girone d'andata ed è tempo di bilanci.
La Roma chiude la prima parte di stagione al secondo posto a 4 punti
(possibili 7) dalla Juventus capolista, che continua e mettere record
su record (ventiseiesima vittoria consecutiva alla Juventus Stadium) e
ha 3 punti di vantaggio sul Napoli terzo in classifica.
Guardando a questi mesi passati, inevitabilmente bruciano i punti
lasciati a Cagliari (soprattutto) e a Firenze, tralasciando quelli
buttati a Torino contro i granata e l'occasione persa ad Empoli.
Ma ci sono anche le vittorie contro il Milan, lo stesso Napoli, il
derby e anche quest'ultima gara giocata sul difficilissimo (e
freddissimo) campo di Genoa contro i rossoblu, campo dove in molti
hanno lasciato punti preziosi, compresa la Juventus dei record, che in
20 minuti ha incassato 3 gol.
E proprio da questo dato la Roma di Spalletti deve ripartire: la
Juventus ha dimostrato, quest'anno più che in passato, di essere
fallibile, di essere battibile.
I giallorossi devono evitare ulteriori passaggi a vuoto e sfuttare ogni
occasione che le capiterà per accorciare sulla Juve che a marzo sarà
con la testa impegnata sulla Champions: a quel punto dovrà trovarsi col
fiato sul collo ai bianconeri se vuole perlomeno tentare di insidiarla
fino alla fine del campionato.
Ad oggi non c'è ancora riuscita, ma più per i meriti altrui che per
demeriti propri.
Forse qualcosa in più si poteva fare, ma non si può neanche chiedere a
questa squadra di vincerle tutte e 38.
Si riparte quindi da -4 (o -7): l'obiettivo è quello di recuperare il
più possibile. Poi si faranno i conti.
28
Dicembre 2016:
Inserita
la Stagione
1946-1947: Comincia la china discendente.
Alla
presidenza torna l'onorevole Baldassarre e il segnale d'allarme
dell'anno precedente, incredibilmente, non viene ascoltato dalla
dirigenza, che fece finta di nulla.
Ancora una campagna acquisti minimale, a seguito della quale arrivano
gli argentini Esperon e Di Paola, l'ala del Lecco Renica e Omero Losi,
prelevato dalla Reggiana.
Esperon è una vecchia gloria del calcio argentino, ma arriva a Roma
ormai bollito. Molto meglio va l'interno Di Paola, elemento solido e
dal rendimento continuo, mentre Losi e Renica danno un discreto apporto
ad una squadra che inizialmente vede anche l'allontanamento di Pantò,
richiamato successivamente in tutta fretta quando si capì che le cose
si stavano mettendo per il peggio: tutto questo diede subito la misura
di come la società tendesse ad operare una vera e propria rimozione
della scomoda realtà, illudendosi di poter competere con un organico
che era ormai in pieno disfacimento.
Degni, confermato alla guida tecnica, non poteva certo fare miracoli e
il solo Amadei, chiamato a fare pentole e coperchi, si limitò a
svolgere uno solo dei due compiti, come del resto era logico.
Alla fine dell'anno, la Roma terminò al sedicesimo posto, due punti
soltanto in più del Brescia retrocesso.
A poco valeva la consolazione del 3-0 rifilato alla Lazio nella prima
stracittadina annuale, a fronte di un decadimento così veloce.
27
Dicembre 2016:
Inserita
la pagina di Roma-Chievo,
18 Giornata di Campionato 2016-2017.
La Roma gioca al tiro al bersaglio.
Come spesso è accaduto in questa stagione, la Roma dopo una partita in
cui non convince appieno (se non per niente), nella partita successiva
si riscatta a pieno e ricuce quei piccoli strappi che si erano venuti a
creare con i propri tifosi.
Se nell'ultima giornata non era riuscita a fare neanche un tiro in
porta contro la Juve (quello di Perotti non può essere considerato un
tiro in porta) contro il Chievo si è divertita a giocare al tiro al
bersaglio, contro il povero Sorrentino che non sapeva più da che parte
buttarsi per fermare gli avanti giallorossi.
Ma (c'è sempre un ma...) non prima di essere andata sotto per colpa di
una gravissima ingenuità di Bruno Peres che con estrema leggerezza non
si avvede di dell'accorrente De Guzman su un innocuo cross che porta in
vantaggio il Chievo.
Meno male che un ispiratissimo El Shaarawy ci mette poco a rimettere le
cose a posto poco prima dell'intervallo e a regalare nella ripresa
quelle giocate che aveva messo in mostra nella scorsa stagione e che lo
avevano finalmente riportato alla ribalta delle cronache nazionali.
Così la ripresa è una vera e propria passerella per la Roma, che in
tutti i modi prendi a pallonate la difesa clivense, Dzeko torna al gol
dopo un po' di digiuno e Perotti chiude i conti allo scadere su rigore.
Fa bene Spalletti a fine gara a ricordare i numeri di questa Roma.
Da queste righe più volte non ci siamo tirati indietro dal criticare la
squadra giallorossa nei momenti di più scarsa lucidità e fragilità
soprattutto mentale, quando le è mancata quel qualcosa in più per poter
competere con la Juve.
Ma Come ha ricordato il tecnico della Roma, questa squadra guardando i
numeri, oggi come oggi (almeno per quanto riguarda tutto il 2016) vale
il PSG, il Manchester City, il Liverpool. I numeri questo dicono.
La sua unica sfortuna è che sul suo cammino sta incontrando la Juve, la
Juve che ogni anno batte record su record e che non permette a nessuno
di potersi crogiolare sui propri record, che pure ci sono. Perché lei è
lì a ricordare che è ancora lei la squadra più forte.
Essere al livello di queste grandi squadre europee, quindi, non basta.
E la Roma dovra nel nuovo anno gettare il cuore oltre l'ostacolo,
andare oltre questi grandi numeri, per poter vincere qualcosa. O
perlomeno insidiare la Juve fino alla fine. E non rendere questi suoi
numeri da capogiro del tutto inutili.
19
Dicembre 2016:
Inserita
la pagina di Juventus-Roma,
17 Giornata di Campionato 2016-2017.
Ma se non tiri mai in porta, non segni.
E anche quest'anno, si torna da Torino con un pugno di mosche e con le
idee più che confuse.
La Juventus allunga a +7 sulla Roma, è già Campione d'inverno con due
giornate di anticipo, e si appresta a dominare il suo sesto campionato
consecutivo.
La Roma era chiamata ad accorciare le distanze e a ricompattare la
classifica, o quantomeno a non mandare in fuga i bianconeri.
Con una tattica a sorpresa, Spalletti decide di schierare Gerson
titolare "per arginare le folate offensive di Alex Sandro" dirà poi.
Certo è che risulta quantomeno sorprendente averlo schierato nella
partita più delicata della stagione (per altro in un ruolo poco consono
a lui...) dopo che nelle settimane passate aveva fatto capire a chiare
lettere che secondo lui non era ancora pronto per il calcio europeo.
E infatti nella ripresa, quando ormai la frittata era stata fatta e la
Juve aveva più o meno dominato il primo tempo, ecco che si rivede Salah
in campo proprio al posto di Gerson.
L'egiziano, in evidente difficoltà dal punto di vista atletico per il
lungo infortunio, ha però cercato di dare quegli strappi che nei primi
45 minuti erano mancati alla Roma e ha provato a dare una mano a Dzeko
fin troppo isolato lì davanti.
La seconda frazione di gioco vede una Roma un po' più presente in mezzo
al campo, anche se le è sempre mancata l'ultimo passaggio o
l'intuizione finale per mettere un giocatore in condizione di segnare.
Anzi: di tirare verso Buffon. Perché alla fine della gara le
statistiche diranno che verso la porta del portiere bianconero, sono
stati fatti ZERO tiri, eccenzion fatta per quelli mandati alle stelle.
Ed è proprio questa la differenza, oggi, tra le due squadre: in una
partita che se fosse finita 0-0 nessuno avrebbe avuto niente da dire,
la Juventus ha trovato quel guizzo in più (propiziato anche da un
errore di De Rossi in primis) che le ha permesso di sbloccare la
partita e portare a casa i 3 punti, anche se con qualche patema d'animo
finale, quando la Roma ha spinto un po' di più alla disperata ricerca
del gol del pareggio.
Pareggio che, però, non è arrivato.
E i giallorossi ora vedono col binocolo la Juventus capolista, mentre
sentono sul collo il fiato delle inseguitrici che si sono
pericolosamente rifatte sotto...
13
Dicembre 2016:
Inserita
la pagina di Roma-Milan,
16 Giornata di Campionato 2016-2017.
Roma più forte di tutto e di tutti.
La Roma vince e si lancia ufficialmente alla rincorsa della Juventus
capolista.
Lo scontro contro il Milan di Montella, anch'esso a 4 punti dall Juve,
era una sorta di spareggio eil vero primo spartiacque del campionato
giallorosso.
Che è stato affrontato dalla brigata di Spalletti non senza qualche
apprensione, sia anche solo per le difficoltà di stilare una formazione
titolare senza necessariamente stravolgere quanto di buono fatto
finora, ma l'infermieria piena inevitabilmente ha portato il tecnico di
Certaldo a rivedere alcune cose.
Come per esempio lo schieramento della difesa con 3 centrali di ruolo
(Rudiger-Manolas-Fazio) con i due terzini (Bruno Peres e Emerson
Palmieri) più votati all'attacco che alla difesa.
Questo inevitabilmente ha portato a degli scompensi in mezzo al campo
di cui il Milan nel primo termpo ha provato ad approfittarne: ha
costretto la Roma nella propria metà campo, senza però impensierire
Szczesny più di tanto se non in una clamorosa occasione.
Lapadula prende d'infilata la difesa della Roma e costringe il portiere
giallorosso al fallo da rigore: sul dischetto si presente Niang che
però fallisce la più facili delle occasioni facendosi ipnotizzare dal
portiere polacco.
Su questa occasione sparisce il Milan anche perché Spalletti è
costretto a ridisegnare la squadra complice un serio infortunio a Bruno
Peres, che è costretto a far spazio ad El Shaarawy.
Nella ripresa la Roma sembra più squadra e più compatta, nonostante
Montella provi a spronare i suoi. Ma Dzeko conquista tutti i palloni
che capitano dalle sue parti e i giocatori rossoneri cominciano ad
accusare la stanchezza e a sbagliare tutto quello che nella prima
frazione gli riusciva benissimo.
Su un rinvio di testa di Manolas, Nainggolan stoppa magistralmente la
palla sulla trequarti e si invola verso la porta di Donnarumma che,
forse non piazzato benissimo, si fa sorprendere dal tiro del belga.
Festa grande e Dzeko prova in un altro paio di occasioni a chiudere la
partita che comunque finisce con la vittoria della Roma.
Sabato a Torino sarà una battaglia, come molti giallorossi hanno già
dichiarato. Ma, purtroppo, la Juve parte comunque in vantaggio e da
favorita.
Fosse altro per i 4 punti di vantaggio che ancora mantiene sulla sua
diretta inseguitrice.
Che però già sabato sera potrebbero essere 3 in meno...
09
Dicembre 2016:
Inserita
la pagina di Astra
Giurgiu-Roma, 6 Giornata del Girone E di Europa League 2016-2017.
Poco da dire.
Partite come queste, forse, sarebbe meglio non disputarle ed assegnare
un risultato d'ufficio.
La Roma già qualificata avrebbe fatto volentiere a meno di questa
fredda trasferta in terra romena, anche se ha avuto l'occasione di far
esordire alcuni giovani di belle speranze e provare a recuperare o
rilanciare altri giocatori poco utilizzati finora.
È il caso per esempio di Gerson, che almeno questa volta ha lasciato
intravedere qualche timido accenno di miglioramento, oppure di Iturbe
il quale, invece, ha dimostrato ancora una volta di essere diventato un
ex giocatore praticamente irrecuperabile.
Peccato, perché anche Spalletti ce l'ha messa tutta per provare a
recuperarlo, ma evidentemente ormai lo stesso Iturbe non ha più la
voglia di provarci.
Ci ha provato invece Seck, schierato titolare, e Emerson Palmieri che
dopo l'ottima prestazione nel derby ha cambiato ruolo e posizione in
campo risultando ancora tra i migliori.
La partita aveva ben poco da dire per i colori giallorossi, e anche lo
schieramento di Totti dal primo minuto non è servito a vivacizzare il
gioco.
Si è rivisto dopo mesi Vermaelen al centro della difesa: pare che i
suoi problemi di pubalgia siano finalmente risolti.
Nel finale, poi, spazio ad un altro esordio: anche il giovane Marchizza
ha potuto asseggiare l'emozione dell'esordio in prima squadra.
Ora, in attesa del sorteggio di lunedì prossimo in cui bisognerà
evitare assolutamente il Manchester United, testa al Milan e alla Juve:
le due prossime partite di campionato potrebbero essere già decisive.
E c'è il forte rischio di giocarle senza Strootman, ingiustamente
sospeso dal giudice sportivo dopo i fatti del derby che hanno portato
all'espulsione di Cataldi.
05
Dicembre 2016:
Inserita
la pagina di Lazio-Roma,
15 Giornata di Campionato 2016-2017.
Roma vittoriosa, come scritto nella storia.
Qualcuno dall'altra parte del Tevere si era illuso che potesse andare
in maniera diversa.
Una squadra con giocatori improbabili che si trova quasi casualmente ad
un punto dalla Roma si illudeva di poter scavalcare i giallorossi in
classifica e addirittura puntare alla Juve.
Juventus che, detto per inciso, in quattro e quattrotto si è sbarazzata
della "rivelazione" e della "bella giovane" squadra dell'Atalanta,
tanto per mettere in chiaro la sua indiscussa supremazia...
Tornando al derby, dopo un primo tempo attendista dove forse la Lazio
ha avuto un paio di occasioni per impensierire la difesa della Roma,
che comunque non è mai andata in difficoltà e ha retto benissimo le
avanzate biancocelesti, il secondo tempo è di ben altra fattura.
La Roma torna in campo dagli spogliatoi con un altro piglio, guadagna
metri su metri in campo e approfitta della pochezza avversaria per
colpirla sul più bello e nella maniera più inaspettata: Wallace, nuovo
idolo della tifoseria giallorossa, prova a prendersi gioco in area di
Strootman. Strootman, manco uno qualsiasi.
Prova un doppio passo improbabile con un goffo colpo di tacco per
superarlo.
Povero.
Strootman gli sfila il pallone con estrema semplicità, tiene lontano
con le mani Dzeko (che sarebbe stato in fuorigioco) quasi a dire "Ci
penso io" e colpisce con un bel colpo sotto il povero Marchetti.
Tripudio in Curva Sud, o meglio, quello che è rimasto della Curva Sud
con Strootman che esulta con estrema calma...
Al rientro in campo, Cataldi in panchina sgambetta Rudiger che non
reagisce, Strootman passa da quelle parti e schizza con un po' d'acqua
il giovane biancoceleste che reagisce prendendolo per il colletto della
maglia: si accende un parapiglia conclusosi con l'espulsione del
laziale e l'ammonizione del giallorosso.
Riprende la partita con la Roma padrona del campo e la Lazio che non ne
ha più.
Nainggolan parte dal centrocampo, si avvicina neanche troppo all'area
avversaria, fa partire un tiro senza troppe convinzioni, anche
"zappando" un po' a terra, ma Marchetti che era in altre faccende
affaccendato si fa infilare da questo pallone più che innocuo.
2-0 e tutti a casa.
E sì che in molti l'avevano chiamato il "derby scavalco"...
28
Novembre 2016:
Inserita
la pagina di Roma-Pescara,
14 Giornata di Campionato 2016-2017.
Neanche col Pescara possiamo stare tranquilli.
Questa Roma non riesce proprio a lasciare i suoi tifosi tranquilli.
Neanche quando le partite che affronta sono più che abbordabili e si
incontra una squadra che da quattro giornate fuori casa non segna
neanche una rete.
E che per di più si presente a Roma con una formazione fortemente
rimaneggiata.
Per carità, l'importante era vincere per sfruttare al meglio il tonfo
della Juve e rimanere agganciati al treno della capolista, e questo
obiettivo già dopo 10 minuti era più che acquisito.
Ma stavolta è emerso non solo un calo di concentrazione, dovuto al
doppio vantaggio acquisito con largo anticipo e la testa probabilmente
già rivolta al derby di domenica prossima, ma anche un'attitudine ben
specifica di questa squadra, votata all'attacco e alla
verticalizzazione in ogni occasione.
Questa squadra non riesce ancora a capire quando è il momento di
provare ad affondare e quando è il caso di rallentare il gioco e
addormentare la partita, come nel secondo tempo, quando il Pescara
aveva accorciato le distanze e provava il tutto per tutto vedendo che
riusciva ad infilare la difesa giallorossa.
Vero anche che con quei giocatori la Roma non può far altro che
verticalizzare in continuazione, ma allora perché non provare ad
inserire De Rossi al fianco di un impacciato Gerson e rimanere a
palleggiare nei dintorni del centrocampo, aspettando che il Pescara
perda la convinzione di potercela fare e si spenga la partita?
E invece no, tornati a distanza di due reti grazie al rigore di
Perotti, Spalletti decide di inserire Totti, altro giocatore che punta
tutto sul gioco di prima in verticale: ed ecco che il Pescara ruba
palla e riparte, trovando il gol del 3-2 e un finale da brividi.
Spalletti fa bene a spegnere sul nascere le polemiche sugli
atteggiamenti: importante era vincere e si è vinto. Punto.
Ma sa altrettanto bene che non tutto funziona al meglio.
Ma ora bisogna chiudersi a "testuggine", lavorare in silenzio, e
domenica scendere in campo pancia a terra: la Lazio è veramente poca
cosa, ma i risultati, si sa, esaltano e danno fiducia anche a chi
dovrebbe occupare ben altri posti nella classifica...
25
Novembre 2016:
Inserita
la pagina di Roma-Viktoria
Plzen, 5 Giornata del Girone E di Europa League 2016-2017.
Tutto troppo facile.
Ma comunque la concentrazione, a volte, non si sa dove sia.
Sarebbe troppo facile oggi parlare della sonora vittoria dei
giallorossi contro il Viktoria Plzen (che comunque all'interno del
Girone E è la squadra col coefficiente Uefa più alto di tutte...).
D'altronde la differenza tecnica tra le due squadre è abissale, per cui
il risultato era ampiamente scontato.
Eppure, nonostante tutto, e gli splendidi gol di Dzeko (soprattutto il
primo) e la "rabona" di Perotti (che ovviamente voleva essere un cross)
bisogna continuare a parlare della concentrazione della squadra, che in
alcuni momenti sparisce facendo calare la nebbia sulle idee dei
giocatori della Roma.
Lo sa bene Spalletti, che a fine partita, dopo aver elogiato i suoi
giocatori e comunque ricordato che fino ad ora la Roma ha fatto
nient'altro che il suo, ha subito dopo redarguito alcuni dei suoi che
ancora una volta hanno fallito l'occasione per dimostrare di essere
concentrati anche in partite di scarso spessore tecnico come questa
contro il Viktoria.
Non a caso è stato preso un gol (l'ennesimo) e stavolta di testa, a
difesa più che schierata, dal più piccolo tra gli attaccanti avversari
(che doveva essere marcato da quel colosso che è Fazio).
E Salah, che sembra non essere più concentrato e quindi decisivo sotto
porta come lo era fino ad un paio di settimane fa: ma siamo sicuri che
già dalla prossima domenica saprà rispondere in campo alle critiche del
suo allenatore.
Capitolo a parte, invece, per Iturbe: Spalletti sta facendo di tutto
per tentare di recuperare il giocatore che era un tempo, ma anche per
lui ormai il tempo sembra essere scaduto. Non basta più la voglia che
indubbiamente mette in campo. A questa Roma serve altro. Altro che lui,
purtroppo, sembra non avere più.
Ultima considerazione: ma Gerson?
22
Novembre 2016:
Inserita
la Stagione
1945-1946: dopo la guerra, si riparte.
Torna il calcio dopo le distruzioni della guerra.
In una Italia ancora in grande difficoltà, a causa delle distruzioni
operate dal conflitto, la Federazione decide di disputare due gironi
territoriali e un girone di finale.
La penuria di mezzi economici all'altezza, costrinse la Roma a far
ricorso agli elementi provenienti dal vivaio.
Solo che negli ultimi anni, la città non aveva prodotto granchè.
Discreti elementi, come Matteini, Urilli, Cozzolini, ma un altro Amadei
non si vedeva all'orizzonte.
La disorganizzazione che ancora regnava nel calcio italiano, che spinse
la Federazione a rispolverare i gironi territoriali, dette una mano
alla Roma, ma il giorno del giudizio si avvicinava.
Erano subentrati elementi che negli anni precedenti si erano visti
poco, come Risorti, o provenienti dalle serie inferiori capitoline,
come Schiavetti.
In più era arrivato un robusto mediano, quel Salar che si era fatto
notare nelle file della Triestina.
La squadra, affidata a Degni, sembrava poter reggere l'urto, tanto che
qualcuno parlò addirittura di scudetto, ma non fu così. Dopo un
discreto girone di qualificazione, terminato al terzo posto, le prime
partite del girone finale spazzarono ogni illusione.
Già alla prima partita il Grande Torino maramaldeggiò contro una
squadra del tutto inadeguata, ove l'unico pezzo pregiato era rimasto il
buon Amadei. Alla fine, il sesto posto ottenuto, servì soltanto a far
ritardare la presa d'atto della pochezza della rosa. Si cominciano a
vedere i segni del deterioramento qualitativo di una rosa che negli
anni successivi allo scudetto non è stata rinnovata e che mostra tutti
i suoi limiti, anche a causa delle difficoltà finanziarie che sono
ormai all'ordine del giorno in casa Roma...
21
Novembre 2016:
Inserita
la pagina di Atalanta-Roma,
13 Giornata di Campionato 2016-2017.
Forse (forse) "vergognoso" è un aggettivo un po' troppo pesante ed
esagerato.
Ma solo perché già c'è stata la vergognosa sconfitta contro il Torino.
E poco tempo fa, non un anno fa.
E ci si ritrova nuovamente, per l'ennesima volta, ancora e ancora una
volta, a parlare di una squadra senza carattere, attributi,
concentrazione, voglia e tutte quelle menate che ritornano
prepotentemente a galla dopo ogni sconfitta di questo tenore.
Eppure, anche questa volta, la partita si era messa sui binari giusti,
nonostante i tanti, troppi errori di Salah sotto porta, che ha fallito
almeno 4 chiare e limpidissime occasioni da gol.
Su una di queste perlomeno era riuscito a rimediare un calcio di rigore
sacrosanto su quale però ancora ci si sta domandando per quale motivo
l'arbitro non abbia espulso l'ex Toloi.
Dopo di ciò, quel poco di Roma che si era visto durante il primo tempo
è completamente sparita nella ripresa.
L'Atalanta che pure vive un momento eccezionale di forma psicofisica,
ha preso possesso del centrocampo e ha costretto i giallorossi nella
propria metà campo, tanto che praticamente mai la Roma nei secondi 45
minuti ha visto la porta avversaria.
Ma gli avversari si chiamano Gagliardini, Kessie, Kurtic, Spinazzola...
Giovani di belle speranze, certo. Ma comunque giocatori che non
dovrebbero aver niente a che fare con Nainggolan e company.
Nainggolan che si permette di fare polemica con la panchina giallorossa
al termine della gara. Bruno Peres che se non riesce a spingere sulla
fascia, praticamente è un giocatore inutile.Strootman che è un
fantasma. Salah che segna una domenica sì e una no. E ieri era la
domenica no.
Come sempre alla vigilia della gara ci sono state dichiarazioni del
solito tenore aggressivo "Sono tutte finali", "Dobbiamo vincerle
tutte", "Juve attenta che ti riprendiamo".
Il risultato dice che la Juve già a metà novembre ha praticamente vinto
il suo sesto scudetto consecutivo trovandosi a 7 punti dalla seconda.
Seconda piazza occupata dalla Roma quasi esclusivamente per mancanza
cronica di avversari.
La Juve ieri a Bergamo avrebbe fatto un sol boccone di questa "Atalanta
rivelazione".
La verità sta tutta qui. Inutile girarci tanto intorno.
14
Novembre 2016:
Inserita
la Stagione
1942-1943: i miracoli non si ripetono.
>La Roma 1942-43 ha ormai perso la verve dell'anno precedente e lo
stesso Schaffer non è più lui.
La guerra sta ormai devastando mezza Europa e il tecnico
austroungarico, preso da una crisi depressiva e preoccupato per la
famiglia lontana, decide di fuggire a Monaco di Baviera dalla moglie e
lascia la squadra ormai in piena crisi.
La dirigenza decide così di affidarsi a Geza Kertesz, che a differenza
del suo connazionale non si affida al "Sistema", ma propone il suo
gioco con il "Metodo".
Inoltre la società, fidandosi dei clamorosi risultati dell'anno
precedente e mal consigliata dalla riconoscenza, conferma in blocco i
campioni, che però hanno dato tutto quello che avevano e soprattutto
non sono adatti al cambio di modulo imposto dal nuovo allenatore.
È il primo anno senza Masetti o meglio, dovrebbe esserlo, ma e il suo
sostituto, Blason, non può fare miracoli. E infatti Masetti resta a
disposizione della Roma e in più di un'occasione scende in campo.
Altri arrivi di secondo piano erano stati quelli di Salvioli,
Benedetti, Dagianti (altro ex laziale che fu protagonista del clamoroso
pasticcio che portò alla squalifica a vita di Amadei) e Santunione.
Si pensava comunque che la squadra avrebbe potuto ripetere il torneo
precedente, ma l'illusione durò quattro giornate, il tempo di vedere il
Torino, che cominciava allora il cammino che lo avrebbe fatto diventare
Grande, passeggiare sui resti della squadra che aveva vinto il titolo.
Il 1942-43 è l'ultimo torneo prebellico. Ormai le squadre corrono
grossi rischi.
Come succede alla Roma nel novembre, quando nel tentativo di
raggiungere Genova per affrontare il Liguria, il treno dei giallorossi
viene bombardato e deve infilarsi in una galleria, ove viene urtato da
un altro treno. Tra morti e feriti, alla fine l'incontro viene rinviato.
Anche Testaccio è ormai ridotto ad un orto e non tornerà mai più alla
sua veste originaria.
La Roma dello scudetto, non esisteva più. E alla fine del torneno, la
Roma sarà undicesima a pari punti con Lazio e Atalanta...
07
Novembre 2016:
Inserita
la pagina di Roma-Bologna,
12 Giornata di Campionato 2016-2017.
Tre squilli di Salah.
La Roma fa del Bologna un sol boccone.
I felsinei inizialmente mettono un po' di paura alla retroguardia
giallorossa, ancora in forte emergenza per via delle tante assenze e
degli infortunati, ma è uno spauracchio che dura una manciata di
minuti, giusto il tempo di ricevere un paio di strigliate vigorose da
parte di Spalletti e ripartire a testa bassa verso la difesa avversaria.
Dzeko sale in cattedra e Salah lo segue a ruota: se il bosniaco non
riesce a trovare la via del gol, il suo "gemello" egiziano la trova
eccome, realizzando alla fine la sua prima tripletta in serie A, e
mancando di un soffio il poker (anche per eccesso di altruismo in una
occasione in cui prova a servire Perotti).
Non è comunque un caso che, nel giorno in cui anche lo stesso Perotti
pare aver ritrovato lo smalto migliore, la Roma lì davanti gira
benissimo e dietro, a parte i minuti iniziali, si rischia pochissimo,
con una cerniera di centrocampo ben chiusa nonostante uno Strootman
ancora in leggera ombra.
Ora ci sarà la sosta e la Roma ne approfitterà per cercare di
recuperare alcuni dei suoi infrotunati per lanciare la definitiva (?)
offensiva alla Juventus, che pare non essere più la corrazzata degli
scorsi anni, anche se continua a non perdere terreno.
I presupposti ci sono tutti: ma come dice Spalletti, manca ancora quel
pizzico di cattiveria in più per fare, forse, quel definitivo salto di
qualità che serve alla Roma per poter puntare in alto.
04
Novembre 2016:
Inserita
la pagina di Austria
Vienna-Roma, 4 Giornata del Girone E di Europa League 2016/2017.
Brava Roma. Ma quei gol...
Una
Roma in grandissima emergenza espugna Vienna e si conscolida in testa
al girone, assicurandosi (a meno di catastrofi) il passaggio ai
sedicesimi.
La partenza è come quella dei peggiori incubi: pronti via, e l'Austria
Vienna è già in gol: cross dalla sinistra, buco clamoroso di Alisson e
rete di Kayode.
Si prospetta un'altra serata di fegati consumati, l'ombra di una nuova
Barisov si avvicina all'orizzonte, ma questa Roma, stavolta, è ben
determinata a portare a casa il risultato.
E che risultato.
Dopo neanche due minuti, Dzeko pareggia subito i conti e pochi minuti
più tardi De Rossi ribalta definitivamente il risultato, complice anche
la difesa avversaria, che poco fa per contrastare le giocate
giallorosse.
Come detto la Roma è in grande emergenza difensiva, e il capitano
giallorosso è costretto a giocare da centrale difensivo accanto a
Rudiger, mentre sulle fasce giocano Bruno Peres e Juan Jesus.
Per fortuna l'Austria Vienna è poca cosa, e il pacchetto difensivo, a
parte qualche sbavatura di troppo non fa troppa fatica a contenere gli
avversari.
Nella ripresa poi i giallorossi prendono il largo, portandosi sul 4-1
prima con un altro gol di Dzeko e poi con il gol conclusivo di
Nainggolan.
Tutto bene quindi? Quasi.
Perché anche questa volta i giallorossi si rilassano un po' troppo e
alla fine subiscono il secondo gol dagli austriaci. Gol evitabilissimo
se solo fossero rimasti tutti concentrati fino al 90'.
E questo Spalletti lo sa fin troppo bene. Per questo, alla fine, il
tecnico giallorosso ha voluto rimarcare questo aspetto che non gli è
piaciuto.
Nella speranza che in futuro, contro avversari più pericolosi e con il
risultato non così sicuro, non si ripetano più questi cali di tensione.
Ieri, forse, giustificato.
02
Novembre 2016:
Inserita
la pagina di Empoli-Roma,
11 Giornata di Campionato 2016-2017.
Skorupski ferma la Roma.
La Roma non va oltre il pareggio ad Empoli.
Ed in parte la cosa ci può anche stare. Ma la notizia più sensazionale
è che i giallorossi dall'attacco atomico non sono riusciti ad andare in
rete.
Stavolta non per poca concentrazione sotto porta o scarsa mira, anzi,
la porta l'hanno presa benissimo, molto meglio che in altre occasioni.
A negare la gioia del gol in molte occasioni, almeno tre in maniera
molto vicino al clamoroso, è stato l'ex di turno, che poi in fondo è
anche sbagliato considerare ex, dato che il cartellino è ancora di
proprietà della Roma: Lukasz Skorupski.
Su Dzeko e Salah nel primo tempo e poi su El Shaarawy sul finale di
gara ha compiuto degli interventi prodigiosi, fermando in gola il grido
di vittoria che già i 4000 tifosi giallorossi al seguito della squadra
stavano per esternare.
Se la partita fosse finita 3-0 per la Roma non ci sarebbe stato nessuno
che avrebbe recriminato, d'altronde le occasioni per segnare la Roma le
ha avute eccome, mentre l'Empoli ha cercato per lo più di contenere i
giallorossi e provare a ripartire, impensierendo solo in una occasione
con Maccarone la difesa giallorossa.
Difesa che se recupera (quasi) a pieno le prestazioni di Rudiger, ieri
sceso in campo da titolare, perde altri pezzi: Emerson Palmieri è
uscito per un problema al flessore e dovrà stare fermo per 2-3
settimane, mentre Manolas, colpito duro al volto, è stato sottoposto ad
un intervento al setto nasale e si rivedrà in campo tra non prima di 15
giorni.
Chi schiererà ora Spalletti nelle prossime importanti gare, a partire
da giovedì in Europa League contro l'Austria Vienna, partita che
potrebbe già sancire la quasi matematica certezza di passaggio agli
Ottavi di Finale?
Staremo a vedere...
27
Ottobre 2016:
Inserita
la pagina di Sassuolo-Roma,
10 Giornata di Campionato 2016-2017.
Roma dalle due facce.
Dopo
la caduta del Milan, la Roma era chiamata a vincere sul difficile campo
del Sassuolo per mantenere la scia della Juventus ed assestarsi al
secondo posto in solitaria in classifica.
Impresa non impossibile per i giallorossi, che però fin dai primi
minuti di gioco appaiono disorientati dal pressing e dalle giocate
degli uomini di casa.
Ed in effetti il Sassuolo di Di Francesco si dimostra squadra ostica,
che sa giocare bene al calcio e che non lascia mai nulla al caso.
Così per tutto il primo tempo la Roma è in affanno, arriva sempre
seconda sul pallone, non riesce a trovare le giuste giocate, anche se
dopo essere andata sotto, prova a reagire e colpisce per ben due volte
(prima con Nainggolan e poi con Dzeko) la traversa, ma non dà mai
l'impressione di riuscire ad imporsi come invece era accaduto nelle
ultime uscite in campionato, contro squadre ben più quotate (a parte il
Palermo).
Il secondo tempo, invece, è di ben altra fattura.
Complice forse anche il calo di pressione da parte del Sassuolo, la
Roma riesce a giocare meglio e a tessere le sue trame di gioco.
Nainggolan riesce a trovare una migliore collocazione nel centrocampo
giallorosso e Dzeko dimostra ancora di trovarsi in uno splendido stato
di forma e di grazia: la sua doppietta ribalta il risultato e fa
raggiungere al bosniaco il record che fu di Batistuta (sempre con la
maglia giallorossa nell'anno dello scudetto del 2001...) di 10 reti
nelle prime 10 giornate: che sia di buon auspicio...
Lo stesso Nainggolan dopo poco chiude il conto con il suo primo gol
stagionale e ribadendo che l'attacco della Roma è tra i più prolifici
d'Europa.
Purtroppo però non si può gioire fino in fondo.
Negli ultimi minuti di gioco, un piede messo in malo modo dopo un salto
da parte di Florenzi fa temere subito il peggio per il ginocchio di
Florenzi: si porta subito le mani al volto e piange, il jolly
giallorosso.
In molti gli si avvicinano per consolarlo, ma la sua prima impressione
è confermata dalle analisi strumentali: rottura del legamento crociato
del ginocchio.
Per lui (e per la Roma) un infortunio che proprio non ci voleva, e uno
stop di almeno 4 mesi.
Sperando che riesca a ripercorrere il cammino di Rudiger: ieri il
tedesco è tornato in campo dopo aver subito lo stesso infortunio di
Florenzi a giugno.
Forza Alessando!
23
Ottobre 2016:
Inserita
la pagina di Roma-Palermo,
9 Giornata di Campionato 2016-2017.
Però, che Paredes!
Che la Roma abbia finalmente trovato la quadratura del cerchio?
Forse è presto per dirlo, anche perché fino a pochi giorni fa stavamo
parlando del solito problema di concentrazione della squadra
giallorossa.
Eppure stavolta, per una serie di motivi, c'è da pensare positivo. Più
che positivo.
La Roma vince la terza partita consecutiva in campionato (e non ha
incontrato sempre il Palermo visto ieri sera all'Olimpico...),
l'attacco giallorosso è già di gran lunga il più prolifico della serie
A, Dzeko è andato ancora in gol e con gli 8 gol realizzati in 9
giornate è il leader indiscusso della classifica cannonieri, e infine
la Roma ha trovato un vero giocatore per rinfoltire il centrocampo.
Il Paredes visto ieri sera è senza dubbio un ottimo giocatore, non un
semplice rincalzo delle prime linee, ma un titolare alla pari degli
altri compagni di reparto.
Non lo diciamo per il gol realizzato ieri (che poi più che un gol suo,
si può tranquillamente dire che è stato un gol del povero Posavec...),
ma per l'eleganza e la visione di gioco che ieri ha dimostrato di avere.
In molti sostenevano che doveva essere l'alternativa naturale di De
Rossi: in più di un'occasione ha dimostrato di sapersi integrare alla
perfezione col centrocampista romano.
Aperture, lanci, tocchi di prima: un giocatore completo, che non ha
timore di proporsi al compagno in difficoltà per aiutarlo.
La Juve cade (di nuovo) contro il Milan, facendo sì che la Roma
(insieme ai rossoneri) possano avvicinarla alla vetta della classifica.
Come detto da Spalletti è presto per dire chi sia l'anti-Juve (sempre
se ce ne sia una), ma se la Roma è questa vista ultimamente senza quei
cali di tensione e di concentrazione improvvisi... beh, allora ne
riparleremo tra qualche giornata...
Intanto godiamoci questa serie di vittorie e le altezze di questa
classifica.
21
Ottobre 2016:
Inserita
la pagina di Roma-Austria
Vienna, 3 Giornata del Girone E di Europa League 2016/2017.
La solita Roma, il solito rammarico.
Basta. Per favore, basta.
Non se ne può più di prestazioni di questo tipo. Di partite vinte
all'ottantesimo per poi rovinare tutto nel finale.
Di prestazioni da squadretta presuntuosa che scende in campo per un
allenamento internazionale, in una competizione (è giusto ricordarlo)
che non ha mai, MAI, visto i colori giallorossi trionfare.
Ma questo non importa, vero? Ci si sente appagati già per quello che è
stato fatto. Per la vittoria contro l'Inter, per l'impresa sul campo
del Napoli.
E allora sì, scendiamo in campo contro queste squadrette dell'Europa
League con la sufficienza, la saccenza e la strafottenza di pensare ce
basta poco per poter portare a casa la vittoria.
E in effetti, a volte basterebbe veramente poco.
Anche perché le avversarie portano dei nomi improbabili quali Viktoria
Plzen, Astra Giurgiu e Austria Vienna.
E a leggere i nomi delle squadre, e i giocatori che ne formano la rosa,
alla fine del girone iniziale la Roma dovrebbe essere a 18 punti in 6
partite con almeno 40 gol fatti e zero subiti.
Così dovrebbe essere. Così si dà l'impressione di voler vincere
qualcosa.
E invece no. Tutto il contrario.
Figura barbina contro il Viktoria, vittoria facile (con qualche
preoccupazione iniziale) contro l'Astra Giurgiu (che poi va a vincere
sul campo del Viktoria) e infine la prestazione di ieri.
La sufficienza ti fa andare sotto al primo affondo degli avversari.
Un minimo di orgoglio personale ti fa raddrizzare la partita. Alcune
giocate magistrali dei più capaci ti fanno addirittura chiudere la
partita a mezz'ora dalla fine.
Ma poi la saccenza di cui sopra ti fa rilassare. Ti fa pensare che
ormai la partita è finita e quando vedi che anche gli avversari
sembrano aver rinunciato, stai già con la testa sotto la doccia a
pensare su come concludere la serata.
Così molli del tutto, non rimani concentrato e ti posizioni male: gli
avversari ci provano e raggiungono un insperato pareggio in due minuti
due.
Mandando tutto all'aria.
Ne abbiamo viste talmente tante di queste partite e di queste
prestazioni che ad un certo punto uno dovrebbe averci fatto il callo.
Ma purtroppo non è così.
Resta il rammarico di aver gettato alle ortiche l'ennesima partita,
l'ennesima occasione per poter dire "Sì, stavolta ci siamo anche noi".
E resta, ancora una volta, la sensazione di essere una squadretta. Di
poco conto. Da poco conto.
17
Ottobre 2016:
Inserita
la pagina di Napoli-Roma,
8 Giornata di Campionato 2016-2017.
Dzeko capocannoniere.
Arrivato a Roma e subito osannato.
L'exploit contro la Juventus che faceva presagire sogni di gloria.
Poi il decadimento della Roma e lui che non fa nulla per provare ad
aiutarla.
I primi fischi, la contestazione, gli insulti.
Fino a quest'estate dove molti volevano la sua testa e speravano in una
sua vendita per salvare la permanenza di Pjanic (come se poi le due
cose fossero legate...)
Spalletti che invece decide di puntare forte su di lui, nonostante
alcuni passaggi a vuoto.
E ora Dzeko si ritrova a ragion veduta in testa alla classifica
cannonieri con 7 gol in 8 giornate.
Ma quello che impressiona di più questa volta, oltre i gol realizzati,
è la totale dedizione alla causa giallorossa e se è vero che in alcune
circostanze gli manca ancora quella sana "cattiveria" agonistica sotto
porta, è altrettanto vero che si batte in ogni zona del campo per
aiutare i compagni a far salire la squadra, a fare da sponda, a
proporsi per il passaggio finale.
Con i suoi gol, poi, la Roma ora si ritrova all'inseguimento (di nuovo)
della Juve che si lancia in una prima minifuga proprio ai danni dei
giallorossi e del Milan.
Con la vittoria sul terreno del Napoli (che con Sarri in panchina in
casa non aveva mai perso) la Roma si candida ufficalmente come diretta
concorrente dei bianconeri.
Siamo ancora all'ottava giornata, certo, e le cose da sistemare in casa
giallorossa sono molte: non possiamo dimenticare le ultime prestazioni
(una su tutte quella di Torino di un paio di giornate fa), ma questa
Roma sembra essere tornata sui giusti binari e la vittoria sul
difficilissimo terreno del San Paolo può dare quella fiducia aggiuntiva
che in questo momento è come una manna dal cielo.
Vittoria arrivata, oltretutto, con la squadra non al completo e che ha
dovuto rinunciare alla vigilia di due pedine fondamentali nello
scacchiere giallorosso: Strootman e Bruno Peres sono stati costretti a
fermarsi per problemi fisici costringendo Spalletti a ridisegnare in
parte la formazione e a chiedere dei sacrifici aggiuntivi a Florenzi
(che ha dovuto svolgere il doppio ruolo terzino-ala su tutta la fascia
destra) e a Salah e Perotti, oltre a schierare contemporaneamente De
Rossi e Paredes, che in molti vedono uno l'alternativa dell'altro.
Invece la Roma ha giocato una partita pressoché perfetta, ha costruito
molto, rischiato il giusto e portato a casa 3 punti fondamentali.
Ma come ha detto lo stesso Florenzi, ora piedi per terra e nessun volo
pindarico. Questo deve essere solo un punto di partenza. Servono altre
prestazioni così per poter sognare in grande.
Anche se con questo Dzeko...
11
Ottobre 2016:
Inserita
la Stagione
1969-1970: il vivaio come salvadanaio.
Il vivaio romanista, storicamente, è uno dei più prolifici del calcio
italiano.
Anche alla fine degli anni 60, la produzione fu abbondante, solo che
quelli che si affermavano, partivano per altri lidi. Come successe con
Spinosi e Landini.
Problemi di bilancio, ma anche cantonate clamorose, portarono giocatori
giovani che avrebbero dovuto fare il futuro della Roma lontani dalla
capitale, proprio mentre arrivavano in abbondanza mezze cartucce ed
elefanti in cerca di degna sepoltura.
L'annata 69/70 è l'anno in cui esplodono i gioielli Capello, Spinosi e
Landini.
Nonostante le ottime prove offerte dai tre, e da Bet e Santarini, la
Roma di Helenio Herrera termina il torneo con un anonimo undicesimo
posto, che non può certo soddisfare chi pensava che con l'avvento del
Mago sarebbe cambiato tutto.
Il punto debole della squadra, sta nella mancanza di un attaccante in
grado di convertire in rete il gioco espresso: Cappellini, pur
impegnandosi molto, non è una prima punta e non riesce a sostituire
adeguatamente il povero Taccola.
Invece, in Coppa delle Coppe, trova la sua reale dimensione arrivando
in semifinale ove viene eliminata dai polacchi del Gornik nella maniera
più beffarda possibile: 1-1 a Roma, 2-2 in Polonia (non vale la regola
dei goal doppi in trasferta nel supplementare), 1-1 nello spareggio in
Francia ed eliminazione alla monetina!
Chi di moneta ferisce di moneta perisce, si potrebbe dire, dato che
anche la Roma negli Ottavi di Finale contro il PSV, usufruisce della
stessa folle regola per passare il turno dopo aver vinto 1-0 a Roma e
perso con lo stesso risultato ad Eindhoven.
02
Ottobre 2016:
Inserita
la pagina di Roma-Inter,
7 Giornata di Campionato 2016-2017.
La Roma con un Dzeko in più.
Grande partita all'Olimpico ieri sera.
Indubbiamente per le difficoltà difensive delle due squadre in campo,
che ancora stanno cercando di trovare i giusti meccanismi dietro, ma
anche e soprattutto perché sia la Roma che l'Inter si sono affrontate a
viso aperto, non risparmiandosi e giocando con grande intensità dal
primo al novantesimo.
Alla fine ha vinto la Roma, come era giusto che fosse viste anche le
clamorose occasioni da gol che ha avuto e non ha sfruttato, nonostante
l'Inter ha avuto per molto più tempo il pallino del gioco in mano.
La differenza questa volta l'ha fatta senza ombra di dubbio il
ritrovato uomo in più della squadra giallorossa: quell'Edin Dzeko fin
troppo bistrattato ed insultato in passato ma che ieri è stato un
autentico uomo squadra, che ha non solo segnato il gol del vantaggio
giallorosso su assist di Bruno Peres (finalmente nel suo ruolo naturale
di terzino destro), ma ha fatto un grandissimo lavoro di sponde per i
compagni, di ripiegamenti a centrocampo ed in difesa, ha corso,
protetto palla, fatto salire la squadra, servito assist (perfetto
quello per Salah che lo ha messo solo davanti ad Handanovic, ma che
l'egiziano ha clamorosamente fallito colpendo il palo), fatto a
sportellate con Murillo e vincendo tutti, ma proprio tutti i duelli di
testa.
Che la Roma avesse finalmente trovato quel leader che Spalletti da
tempo sta dicendo di voler cercare oltre a Totti?
Solo il tempo potrà dare una risposta a questa domanda, ma di certo se
il bosniaco dovesse continuare a fare prestazioni del genere, la
matassa sarebbe sciolta.
In difesa si è ballato ancora un po', ma Szczesny anche lui in serata
di grazia ha salvato il risultato in un paio di occasioni con
autentiche prodezze prima di capitolare sul gol di Banega, proprio per
un posizionamento errato della difesa giallorossa.
Per fortuna pare che anche a livello caratteriale la Roma sia
finalmente uscita dal tunnel, e nonostante il gol subito non si è
buttata giù, e ha da subito ripreso a giocare raggiungendo il gol del
definitivo 2-1 dopo appena 5 minuti, grazie ad un calcio di punizione
battuto alla perfezione da Florenzi sul quale Manolas ha avuto vita
facile di testa per battere il pur bravo Handanovic, che durante la
partita con autentici miracoli ha evitato che il passivo per la sua
squadra fosse ben più ampio.
La pausa servirà alla squadra per tirare un po' il fiato e a Spalletti
per mettere a posto quelle cose, soprattutto in difesa, che ancora non
vanno: anche ieri si lamentava del fatto che alcuni difensori proprio
per un problema caratteriale, tendevano a retrocedere troppo invece di
aggredire gli spazi.
Se riuscirà a far trovare equilibrio anche su questo aspetto, allora se
ne potranno vedere delle belle.
Sempre se i giocatori continueranno ad avere questa voglia, ovvio.
30
Settembre 2016:
Inserita
la pagina di Roma-Astra
Giurgiu 2 Giornata del Girone E di Europa League 2016/2017.
Totti festeggia.
Pochi giorni fa ha compiuto i suoi primi 40 anni.
A vederlo ieri sera in campo, nessuno glene avrebbe dati neanche 30.
Al Capitano della Roma è mancato solo il gol per festeggiare nel
migliore dei modi la sua splendida seconda giovinezza, come da lui
stesso ammesso: "Mi sento meglio ora che quando avevo 25 anni".
L'avversario di turno era lo sparring partner ideale per giocare in
tranquillità e fornire giocate sopraffine, in fondo l'Astra Giurgiu
anche in campionato sta vivendo momenti difficili sia a livello di
gioco che economici.
Ma comunque le ultime uscite giallorosse non permettevano di prendere
sotto gamba neanche questo turno di Europa League.
Dopo un brivido iniziale su cui Alisson si è fatto trovare concentrato,
la partita è scivolata via in tranquillità grazie anche al primo gol di
Strootman che ha spazzato via gli eventuali fantasmi.
Un buon allenamento in vista della ben più difficile partita di
domenica sera contro l'Inter (che in Europa League è stata annientata
dallo Sparta Praga), che pare essere già una partita spartiacque per le
ambizioni della Roma.
Essendosi dimostrata questa partita poco più che una formalità, non
possiamo dire se i giallorossi siano tornati in careggiata, ma come si
sa ogni vittoria è utile per riprendere fiducia nei propri mezzi e
nelle proprie convizioni.
Speriamo sia così anche questa volta.
27
Settembre 2016:
Inserita
la Stagione
1968-1969: arriva Herrera, muore Giuliano Taccola.
Il
Mago di Turi lascia il posto a quello vero, Helenio Herrera, portato
sulla panchina dal nuovo presidente, Alvaro Marchini, che con questa
mossa intende subito chiarire le sue ambizioni.
È un anno incredibile: la Roma parte bene, forse non è in grado di
poter vincere lo scudetto, ma i gol del giovane Giuliano Taccola la
fanno sognare.
Ma improvvisamente e inaspettatamente, negli spogliatoi di Cagliari,
arriva la morte a privare la Roma del suo splendido attaccante e la sua
famiglia da un marito e da un padre amorevole.
Non solo la morte di cui non si avrà mai la piena comprensione quando
Taccola neanche doveva scendere in campo a Cagliari, proprio perché
febbricitante da giorni, priva la squadra del suo miglior attaccante,
vanificandone l'ottimo gioco espresso e incrina subito i rapporti tra
presidente ed allenatore.
Il campionato finisce con un ottavo posto che deve tener conto di
quanto successo e non è perciò da buttare.
A rendere positiva la stagione, arriva però la seconda Coppa Italia,
vinta in un girone finale che comprende Cagliari, Foggia e Torino.
Ci sarebbero tutte le condizioni per aprire un ciclo, ma il dissidio
tra Marchini ed Herrera sta portando la situazione a livelli di
guardia...
26
Settembre 2016:
Inserita
la pagina di Torino-Roma,
6 Giornata di Campionato 2016-2017.
Una mediocrità imbarazzante.
Non vi ricordate come giocava la seconda Roma di Garcia, nella sua
parte finale di stagione?.
Guardate la Roma di oggi.
Non ricordate le dichiarazioni di Garcia, l'allora allenatore
dell'armata Brancaleone giallorossa?
Leggete ed ascoltate le dichiarazioni di Spalletti di questi tempi.
Cambiare tutto per non cambiare niente. Come nel peggior Gattopardo
siciliano.
Che poi di cambiamenti ce ne sono stati sì, ma purtroppo non sempre
nella direzione giusta.
L'unica costante che si mantiene nel tempo è il pressapochismo con cui
taluni personaggi, calciatori e dirigenti, si approcciano a certi
momenti della stagione.
Fin dal suo arrivo in molti abbiamo sperato che il "nuovo Spalletti"
riuscisse ad invertire la rotta già conoscendo gli atavici mali
dell'ambiente della Roma.
Ma evidentemente non è riuscito in questa titanica impresa. La Roma è
svuotata nell'anima, nel gioco, nell'intensità, nei "comportamenti".
I fantasmi del passato (e purtroppo anche quelli del futuro...) sono
tornati prepotentemente di casa in quel di Trigoria.
In molti (troppi) parlano e in pochi (troppo pochi) lavorano come
dovrebbero.
Ora si passa alle doppie sedute fino alla prossima sosta, o almeno così
pare abbia deciso il tecnico.
Ma le doppie sedute dovrebbero durare almeno fino a Natale, ed oltre.
Sempre che tutti i protagonisti arrivino ed abbiano voglia di arrivare
a Natale...
22
Settembre 2016:
Inserita
la pagina di Roma-Crotone,
5 Giornata di Campionato 2016-2017.
Tutto facile per la Roma.
E ci mancherebbe pure, aggiungiamo.
Ma la Roma di questi tempi (e non solo di questi, purtroppo...) ci ha
abituato a tutto e al contrario di tutto, per cui non era così scontata
la vittoria contro il Crotone, anche se le forze contrapposte in campo
evidenziavano una clamorosa differeza.
Troppo debole il Crotone per dare un giudizio complessivo e veritiero
alla Roma, che comunque ha dimostrato di voler raggiungere la vittoria
con gioco e senza troppa ansia.
Una formazione con chiara trazione offensiva (El Shaarawy, Dzeko, Salah
e Totti tutti in un colpo solo), che forse ha trovato la coppia
difensiva definitiva (Manolas-Fazio) in attesa del rientro di Rudiger e
di capire se un giorno tornerà disponibile anche Vermaelen.
Totti è stato riproposto titolare esattamente un anno dopo l'ultima
volta: era il 20 settembre del 2015 e contro il Sassuolo andò anche in
rete.
Contro il Crotone non ha trovato il gol, ma ha dispensato giocate
sopraffine per tutti e per gli occhi di tutti, ma non solamente fini a
se stesse: da un suo splendido lancio di prima, è nato il gol di Dzeko,
che non ha dovuto far altro che toccare il pallone quel tanto che
bastava per superare con un "lob" il malcapitato Cordaz.
Ricordate i denigratori del Capitano quando nel corso degli anni si
sono dedicati nella critica del "gioca troppo di prima"? Chissà dove
saranno ora...
Nel finale, con il risultato ormai acquisito, le maglie della difesa
giallorossa si sono forse un po' troppo allargate, anche per via dei
vari cambi che si sono susseguiti e in qualche occasione il Crotone si
è affacciato pericolosamente dalle parti di Szczesny.
In una di queste il portiere polacco è riuscito anche a neutralizzare
il rigore calciato da Palladino, mantenendo la porta inviolata. Cosa
più unica che rara da queste parti.
Tre punti incamerati, la classifica che è ancora corta e la sensazione
che si sia finalmente imboccata la strada giusta. Ma sarà vero questa
volta?
La partita di domenica prossima contro il Torino darà la risposta: un
risultato in continuità con quello di ieri sera sarebbe sicuramente una
buona, ottima iniezione di fiducia.
19
Settembre 2016:
Inserita
la pagina di Fiorentina-Roma,
4 Giornata di Campionato 2016-2017.
Qualcuno svegli questa Roma.
Ok, la sconfitta è immeritata.
Per quanto si è visto sul campo, la Fiorentina ha giocato ad armi pari
con la Roma e alla fine si sono annullate a vicenda e oltretutto il gol
segnato da Badelj è viziato da un clamoroso fuorigioco di Kalinic che
ostacola la visuale di Szczesny.
Ma se la Fiorentina non meritava i tre punti, probabilmente neanche la
Roma ha fatto molto di più per meritarsi la vittoria.
Certo, se andiamo a contare le chiare e limpide occasioni da gol, i
giallorossi (se si possono chiamare ancora così vista l'improbabilme
maglia rosso-arancione proposta ieri...) ne hanno costruite di più.
Concretizzandone, purtroppo nessuna.
Dzeko su tutti ha fallito un paio di chiarissime occasioni per portare
in vantaggio la propria squadra e nella ripresa, prima che la
Fiorentina passasse in vantaggio, Nainggolan ha colpito un palo
clamoroso.
Ma il punto resta sempre lo stesso da inizio stagione: dov'è quella
squadra che nella seconda parte della scorsa stagione metteva paura a
chiunque appena entrava in campo?
Dov'è quella squadra che ha messo in seria difficoltà (nonostante poi
il grosso passivo) il Real Madrid, vincitore poi della Champions League?
Dov'è quella rabbia chiesta a piena voce da Spalletti fin dalla prima
gara stagionale?
La Roma vista fino a questo punto è una squadra che può tranquillamente
combattere per conquistare un posto nella prossima Champions League, e
al massimo ambire a vincere la Coppa Italia (per l'Europa League...
beh, l'esordio contro il Viktoria Plzen non fa ben sperare), ma di
certo per competere con la Juventus e il Napoli (sperando che l'Inter
rimanga quella che è) ci vuole ben altro.
E, forse, ci volevano altri giocatori. Ma Spalletti da subito ha
rassicurato l'ambiente che i giocatori che ha sono giusti e
sufficienti. Ha anche detto in tempi non sospetti che la Roma sarebbe
partita subito forte, visto gli impegni che cominciavano presto.
Tralasciamo i commenti su alcuni calciatori lasciati poi prontamente a
riscaldare la panchina. Sappiamo che erano commenti volti più a
stimolare quei calciatori piuttosto che essere veritieri.
E allora qualcuno, non importa chi, si sbrighi a svegliare questa
squadra dal torpore che l'ha colpita. Un'altra stagione senza carne né
pesce sarebbe sinceramente troppo.
16
Settembre 2016:
Inserita
la pagina di Viktoria
Plzen-Roma, 1 Giornata del Girone E di Europa League 2016-2017.
Male male...
Che cosa sta succedendo alla Roma?
O meglio, che cosa è già successo a questa squadra?
Già tutti stufi (nuovamente) di Spalletti tanto da non seguirlo neanche
nelle più basilari indicazioni e nelle partite apparentemente più
semplici?
Dall'inizio di stagione c'è una sola certezza: la Roma e i suoi
giocatori non hanno carattere, intensità, voglia e concentrazione.
Il tecnico non fa altro che ripeterlo, e non solo davanti la stampa. E
di certo non lo fa per scaricarsi la coscienza, anche se alcune
responsabilità ne ha anche lui.
Lo fa per spronare la squadra, per scuotere questi giocatori che
improvvisamente sono diventati (o meglio, tornati) ad essere dei
lontani ricordi di quel che furono. O che dovrebbero essere.
Chi si lamenta di poco aiuto da parte del pubblico, chi si ritiene
"leader" anche quando non lo è...
Un mercato disastroso? Certo: Juan Jesus pagato fior di milioni
all'Inter non è presentabile in nessuna categoria in questo momento. A
volte pare il Simone Loria dei tempi andati.
Ma questa Roma proprio non va. Anzi va: male, molto male. Malissimo.
Contro una squadra come il Viktoria Plzen che in Italia potrebbe
stazionare a centro classifica, i giallorossi hanno arrancato, offerto
il fianco, e mai hanno dato l'impressione di poter riprendere in mano
le redini del gioco.
E anche ieri dopo pochissimi minuti erano passati in vantaggio, su
rigore, con Perotti.
Ci ha pensato poi Juan Jesus (ma Alisson?) a regalare il pareggio agli
avversari. Ma poi non c'è stato più nulla, se non qualche velleitario
tentativo isolato da parte di quei pochi volenterosi.
Rimboccarsi le maniche e lavorare, lavorare, lavorare.
Perché qui c'è il rischio di vedere qualcuno che non arrivi (o che
magari non voglia neanche arrivare?) a mangiare il panettone.
E gettare alle ortiche l'ennesima stagione. Appena cominciata
12
Settembre 2016:
Inserita
la pagina di Roma-Sampdoria,
3 Giornata di Campionato 2016-2017.
Dopo il diluvio, TOTTI.
È servito un intervallo di quasi 80 minuti per far rinascere (per
l'ennesima volta...) la Roma.
Saranno state le urla sotto gli spogliatoi di Spalletti (che certamente
ci saranno state...), sarà stata la pausa tra il primo e il secondo
tempo così lungo, talmente lungo che a molti è tornata alla memoria
quella storica partita tra il Perugia e la Juventus del 1999, sarà
stato l'ingresso in campo tra le fila della Sampdoria dell'ex Dodò che
tutto ha fatto tranne giocare per la propria squadra.
Chissà.
Di certo quel che ha fatto la differenza è stato l'ingresso in campo
dell'unico calciatore che aveva nei piedi la possibilità, la capacità,
la caparbietà, la qualità e la classe di cambiare le sorti della
partita: Francesco Totti.
Il primo tempo (sotto il caldo sole) inizia bene per la Roma: i
giocatori corrono, si trovano, contengono bene gli avversari, e dopo
pochi minuti Salah porta già in vantaggio la propria squadra e in molti
si apprestano a vedere una partita tutta in discesa.
Nulla di più sbagliato: la squadra comincia ad arretrare, la Sampdoria
(che pure gioca bene) la costringe nella propria metà campo e Juan
Jesus insieme a Bruno Peres non riescono a contenere uno scatenato
Muriel, che comunque trova un gran gol al volo (su probabile errore
anche di Szczesny).
Ed ecco che tutti i problemi di questa squadra vengono a galla: scarsa
concentrazione, paura di sbagliare e la Sampdoria prende il
sopravvento. I giocatori di carattere pare si nascondano e su un cross
in area piccola in molti commettono errori: portiere e difensori.
Quagliarella (come una tassa) insacca il 2-1.
Arriva la pioggia torrenziale sullo stadio e forse proprio questo aiuta
la Roma. La lunga interruzione tra il primo e il secondo tempo
schiarisce le idee di molti e le gambe di altri.
Quando ormai la sospensione definitiva era in vista, la pioggi smette e
il terreno di gioco incredibilmente drena perfettamente. A mezz'ora di
distanza dalla fine della pioggia e della grandine, il terreno si
presenta in perfette condizioni. E la partita alle 17 passate può
riprendere.
In campo al posto di El Shaarawy (ancora una prova impalpabile la sua)
e Perotti ci sono Dzeko e Totti: da subito si capisce che quella in
campo non è la stessa Roma.
In pochi minuti costruisce 5-6 nitide palle gol su una delle quali
Dzeko servito da Totti si inventa un gol strepitoso con uno splendido
destro-sinistro ad anticipare Viviano, mentre sulle altre lo stesso
portiere doriano compie dei prodigiosi interventi in particolare su
Strootman, Salah e lo stesso Dzeko.
La Sampdoria è alle corde e Giampaolo tenta di correre ai ripari
sostituendo l'improbabile Dodò inserito ad inizio ripresa, ma ormai è
troppo tardi e il destino della partita è già stato disegnato dagli dei
del calcio.
Ultimo minuto di gara, ultima palla al bacio servita da Totti in area
per Dzeko. Stop. Finta a rientrare. Fallo di Skriniar. Rigore.
Lo batte Totti. A quasi 40 anni.
Gol. Apoteosi. Fischio finale. Vittoria.
29 Agosto
2016:
Inserita
la pagina di Cagliari-Roma,
2 Giornata di Campionato 2016-2017.
Senza parole. Solo parolacce.
E siamo di nuovo al punto di partenza.
Come se nulla fosse cambiato. Da mesi, anni.
La storia della Roma è sempre la stessa, inutile girarci intorno.
Cambiano i giocatori, le dirigenze, gli allenatori, i presidenti. Ma i
risultati sono sempre gli stessi.
Lo scorso anno all'arrivo di Spalletti la Roma cambiò marcia, e fece
una rincorsa al secondo posto da applausi: tutti elogiavano il grande
lavoro del tecnico, i giocatori che finalmente si impegnavano.
Il tutto è durato l'arco di un girone di campionato.
E poi i problemi di testa, concentrazione, "comportamenti", o come si
vogliano chiamare, sono tornati tutti. Con la stessa prepotente
illusione/delusione di sempre.
Il tutto condito da degli errori evidenti anche dello stesso Spalletti:
la scorsa giornata elogiava le qualità di Emerson Palmieri ("Vedrete
come diventerà forte") e ieri, in assenza di terzini sinistri (sempre
se Juan Jesus può essere considerato terzino sinistro) ha preferito
cambiare di ruolo a Bruno Peres spostandolo a sinistra e inserire
Florenzi (che terzino non è) al suo posto.
Eppure la partita si era messa subito bene: dopo pochi minuti Perotti
aveva portato in vantaggio la Roma su rigore, la ripresa aveva visto
tornare al gol Strootman su perfetto assist di Dzeko.
Ma niente. Si tirano i remi in barca, convinti che la partita sia
finita, si inizia a pensare ai giorni di riposo visto l'imminente
pausa, alle nazionali, si passeggia in campo, si sbagliano passaggi a
due metri. E il Cagliari pareggia.
E nei 3 minuti di recupero si creano più palle gol che in tutto il
secondo tempo dopo il raddoppio.
E allora? Allora niente. Oggi allenamento di scarico a Trigoria e poi
due giorni di riposo.
Quando invece servirebbero doppie, triple sedute.
Solo il lavoro paga, e questo Spalletti lo sa fin troppo bene. Ma,
purtroppo, Spalletti conosce fin troppo bene anche l'ambiente di
Trigoria.
Già una volta con questi "comportamenti" ha mandato tutti a quel paese.
Già una volta...
24 Agosto
2016:
Inserita
la pagina di Roma-Porto,
Ritorno dei Play-Off di Champions League 2016-2017.
(La prima...) Vergogna!
Non giriamoci intorno: la Roma non è (era) costruita per poter
lontanamente pensare di vincere la Champions League.
Pensare però di poter passare più o meno agilmente il turno dei
Play-Off contro il Porto (squadra di punta in Portogallo, sì, ma in
Portogallo...) era quantomeno auspicabile e possibile, visto anche il
risultato ottenuto all'andata.
E poi parole del tipo "Sono 8 mesi che aspettiamo questa gara", "Non
vediamo l'ora di giocarcela", "Siamo pronti per la Champions" sono
parole dette proprio alla vigilia della sfida.
Ma, purtroppo, sono parole sentite fin troppo spesso in questi ultimi
anni da tutti gli addetti ai lavori che ruotano e vivono all'interno
della Roma.
C'è poco da dire: quella che nella seconda parte della scorsa stagione
aveva fatto ben sperare i tifosi, la società e (forse) anche Spalletti,
già non esiste più.
Forse lo stesso tecnico di Certaldo dietro le sue parole, nasconde
qualche altra verità che non dirà sul mercato: se secondo lui la rosa è
completa, per quale motivo alla prima difficoltà difensiva con uno dei
due centrali impossibilitati a scendere in campo, decide di mettere De
Rossi fuori ruolo utilizza anche Juan Jesus come terzino quando per
settimane ci ha raccontato che Emerson Palmieri è un ottimo giocatore?
Questo Federico Fazio chi è? Uno alla Gyomber?
Paredes meglio di Pjanic: vogliamo anche crederci (ci ricordiamo le due
sfide dello scorso anno contro l'Empoli) ma quale è il suo vero ruolo?
De Rossi che cade per l'ennesima volta nel suo vizietto del fallo da
frustrazione (d'altronde ce lo ha anche tatuato sul polpaccio...) e
lascia i compagni in 10 prima che lo stesso Emerson Palmieri lo segua
negli spogliatoi senza aver lasciato la minima traccia sulla partita.
I gol che non arrivano neanche se si tira dall'area piccola, colpendo
in tutti i modi il portiere avversario; il nostro portiere che non
sapendo cosa fare per peggiorare la situazione si avventura a pascolare
sulla tre quarti lasciando la porta completamente sguarnita.
E ora chi sarà il portiere titolare? "È meglio avere due titolari tra
cui scegliere". Esatto. E ora quali sono i titolari tra cui scegliere?
Sarà stato solo un attimo di confusione, vogliamo sperare che sia così.
Ma le facce di Spalletti a fine gara (purtroppo) le abbiamo già viste e
le conosciamo fin troppo bene.
Così come i "comportamenti" (tanto cari al mister) dei giocatori
giallorossi.
Queste sono le premesse? Purtroppo conosciamo fin troppo bene
l'epilogo. Speriamo veramente di sbagliarci.
Ah, dimenticavo Gerson, il crack del calcio mondiale. Entra e gioca
appena 6 minuti senza lasciare traccia. Se non per un'inutile
ammonizione rimediata a partita ormai conclusa.
21 Agosto
2016:
Inserita
la pagina di Roma-Udinese,
1 Giornata di Campionato 2016-2017.
Partenza sprint.
Se solo qualche giorno fa proprio da queste pagine stavamo puntando il
dito contro il problema dei giallorossi di non concretizzare la mole di
gioco espressa con un numero congruo di gol, oggi ci troviamo ad
esaltare la ritrovata vena di gol degli attaccanti della Roma.
Dopo un primo tempo più che opaco, complice una giornata ancora estiva
e con temperature poco consone ad una partita di calcio e soprattutto
con la testa rivolta al ritorno di Champions League di martedì
prossimo, il secondo tempo è una meraviglia agli occhi dei (pochi)
tifosi presenti allo stadio e di Spalletti.
Complice anche un cambio azzeccato dal tecnico toscano, dentro un
pimpante Perotti e fuori uno spento El Shaarawy, ecco che la Roma
ritrova corsa, sprint, voglia di fare e soprattutto vincere.
E così per ben due volte i difensori dell'Udinese (ben poca cosa, ad
onor del vero) sono costretti al fallo da rigore che lo stesso Perotti
si incarica di tirare e segnare egregiamente.
Poco dopo Dzeko fa vedere i suoi progressi sotto porta mostrati in
precampionato segnando il più facile dei gol su assist di Nainggolan
(facendosi comunque trovare al posto giusto al momento giusto) e infine
chiude Salah che corona con un gol il suo solito lavoro di corsa già
visto la scorsa stagione.
Le premesse per un bel campionato ci sono tutte, anche se la Juve sulla
carta pare irraggiungibile, ed infatti ha vinto la sfida (ben più
difficile) contro la Fiorentinta.
Ma la Roma c'è.
E anche questa è una bella e concreta certezza.
18 Agosto
2016:
Inserita
la pagina di Porto-Roma,
Andata dei Play-Off di Champions League 2016-2017.
Si riparte da dove si era concluso.
La Roma inizia la nuova stagione con questi preliminari di Champions
League per capire se sarà una stagione da vivere alla grande oppure in
sordina venendo declassati in Europa League.
Il sorteggio non è stato dei più benevoli, anche se peggio di questo
Porto poteva capitare il nuovo Manchester City di Pep Guardiola.
Ad ogni modo Spalletti e i suoi uomini conoscono la propria forza e
sono scesi in campo con il giusto piglio e una buona preparazione
fisica. Tant'è vero che fin dall'inizio hanno messo alle corde gli
avversari e li hanno costretti nella loro metà campo.
Ma gli atavici problemi sottoporta continuano a persistere tra gli
attaccanti giallorossi: Dzeko che in precampionato pareva aver trovato
finalmente la via del gol, ieri sera si è ritrovato sui piedi una
clamorosa occasione da gol a porta spalancata dopo aver saltato anche
Casillas. Niente da fare, la porta per lui rimane stregata.
Ci pensa un autogol di Felipe su cross di Florenzi a battere Casillas
che in precedenza in più di un'occasione aveva negato con delle
prodezze il gol ai giallorossi.
Tutto facile quindi? Neanche per idea.
Allo scadere del primo tempo, Vermaelen, il difensore centrale arrivato
da poco a Trigoria che doveva dare compattezza alla difesa e
soprattutto esperienza, si fa espellere per doppia ammonizione neanche
fosse il più giovane degli inesperti.
La partita cambia, Spalletti ridisegna la squadra che inevitabilmente
con un uomo in meno deve arretrare il proprio raggio d'azione e
difendere il minimo vantaggio.
Ma alla fine arriva il pari dei padroni di casa che lascia non poco
l'amaro in bocca: su un colpo di testa, Emerson Palmieri è più
sfortunato che altro e il pallone finisce sul suo braccio regalando il
più classico dei rigori, che l'attaccante portoghese non ha difficoltà
a segnare.
Martedì 23 agosto ci sarà il ritorno, e il passaggio del turno dovrebbe
essere alla portata dei giallorossi. Basta che non ci siano cali di
tensione e che si trovi una volta per tutte la retta via del gol.
Evitando sofferenze inutili e inopportune partenze false di stagione.
22 Luglio
2016:
Inserita
la Stagione
1967-1968: La grande illusione.
Sulla panchina giallorossa siede ancora Oronzo Pugliese, il mago di
Turi: è pittoresco e piace alla stampa, tanto basta al presidente e
alla piazza.
La campagna acquisti, d'altro canto, è pirotecnica: arrivano Jair, ala
brasiliana dotata di tecnica sopraffina che nell'Inter ha dimostrato di
essere un vero mattatore, Cordova, Pelagalli, Scaratti, Capello,
giovane promessa che sta per esplodere, e Taccola, altro giovane di
grandissime ambizioni e con un fiuto del gol eccellente: proprio quello
che mancava alla Roma.
E comunque, niente male se si pensa all'immediato passato.
Di contro, partono Tamborini, Barison, Carpanesi e Schutz.
La squadra non sarebbe quindi male: Jair è un poco sottotono rispetto a
quello di Milano, ma è sempre un ottimo giocatore, Capello e Cordova
rispettano le promesse e Taccola dimostra di essere un attaccante
prolifico.
E così, nell'incredulità generale, la Roma dopo sette giornate sbanca
Torino sul cmapo della Juventus e si ritrova sola in testa alla
classifica.
In molti cominciano a fare sogni di gloria e a inneggiare al tricolore,
ma purtroppo tutto ciò è solo un fuoco di paglia, e la squadra si
spegne gradualmente, rischiando nuovamente di avvicinarsi
pericolosamente alla zona retrocessione.
Alla fine arriverà decima, ad anni luce del Milan campione, e sembra
incredibile ripensando a quell'avvio di stagione...
In Coppa Italia e in Coppa delle Fiere le cose non vanno tanto meglio,
dato che i giallorossi vengono eliminati subito al primo turno in
entrambe le competizioni.
01 Luglio
2016:
Inserita
la Stagione
1966-1967: Sempre più mediocrità.
Il presidente Evangelisti impazzisce e decide di dar luogo ad una nuova
campagna acquisti a dir poco imbarazzante: partono Cudicini, Ardizzon,
Tomasin, Benitez, Benaglia, Cappelli, Salvori e Da Silva, arrivano
Pizzaballa, Olivieri e Peirò, più Nevio Scala in prestito.
È la conferma che al peggio non c'è mai fine.
Pugliese compare un giorno sì e l'altro pure sui giornali, è una
miniera di trovate, d'altronde è uno abituato a fare di necessità
virtù, ma all'atto pratico combina poco, anche perchè è difficile fare
le nozze coi fichi secchi e la povertà della rosa che che gli viene
messa a disposizione è sotto gli occhi di tutti.
In Coppa Italia il cammino della squadra neanche parte: al primo turno,
a causa del pareggio contro il Palermo, la regola del sorteggio vede
premiare la squadra siciliana e la Roma esce subito.
Eppure, il girone di andata illude: 20 punti, ma soprattutto la
vittoria nel derby, quella con la Juve, lo 0-0 esterno con l'Inter e il
2-2 di Firenze, sembrano poter portare la Roma nella parte alta della
classifica.
Il ritorno, invece, riporta tutti sulla terra: la Roma è scarsa assai e
il decimo posto finale è desolante e ha di buono solo il fatto che
tiene la squadra fuori dalla lotta per non retrocedere. Il bicchiere è
comunque mezzo vuoto e l'ambiente è ormai in preda alla depressione e
non si vede via di uscita.
In Coppa Italia il cammino della squadra neanche parte: al primo turno,
a causa del pareggio contro il Palermo, la regola del sorteggio vede
premiare la squadra siciliana e la Roma esce subito.
09 Giugno
2016:
Inserita
la Stagione
1965-1966: La lenta deriva della Rometta.
La Roma versa in gravissime difficoltà economiche e alla fine il
presidente Marini Dettina è costretto a lasciare, non prima di aver
licenziato il tecnico Lorenzo.
È il turno di Evangelisti, un politico democristiano che lega per
sempre la sua immagine alla sciagurata cessione del giovane talentuoso
Picchio De Sisti alla Fiorentina.
E non si limita a quella, perchè l'opera è completata dalla cessione di
Schnellinger al Milan. Se si pensa che al loro posto arrivano Benitez e
Benaglia, si può comprendere cosa stia per accadere.
Non bastano le acquisizioni di elementi validi come Barison e Spanio
per compensare simili partenze, la coperta è comunque troppo corta: la
Roma, affidata al Mago di Turi, Oronzo Pugliese, finisce ancor prima di
iniziare i cammini in Coppa Italia (eliminata al primo turno contro il
Livorno, squadra che milita in serie B) e in Coppa delle Fiere
(liquidata con un secco 4-1 in Inghilterra contro il Chelsea che rende
praticamente inutile la partita di ritorno, partita caratterizzata da
una violenta protesta dei tifosi giallorossi presenti sugli spalti
memori di quanto accaduto in terra anglosassone), mentre in campionato
finisce ottava, un miglioramento minimo rispetto al torneo precedente
che non può certo nascondere la gravità di quando accaduto e l'ipoteca
che è stata posta sul futuro.
18 Maggio
2016:
Inserita
la Stagione
1964-1965: La Colletta del Sistina.
L'arrivo
di Juan Carlos Lorenzo, strappato alla Lazio, sembra poter riportare la
Roma in carregiata, ma la Roma è ormai in coma dal punto di vista
economico.
Il presidente Marini-Dettina è in evidente difficoltà
nel tenere i conti della società in ordine e la campagna acquisti si
limita a Nicolè, attaccante juventino ormai in declino a causa dei suoi
noti problemi di peso, oltre al ritorno di Schnellinger dal Mantova.
Inoltre, Sormani viene ceduto alla Sampdoria in cambio di Tamborini e
Tomasin.
Partono anche Malatrasi e Orlando, continuando lo smantellamento
qualitativo della rosa, ormai in atto.
Lorenzo non riesce a raccapezzarsi e alla fine, dopo un pessimo
andamento in campionato, che rischia in più di un'occasione di
avvicinare la Roma nelle zone pericolose della classifica, arriva un
malinconico decimo posto che testimonia in maniera più che eloquente
quanto sta succedendo e la fine di ogni ambizione...
Durante l'anno viene vinta la Coppa Italia della precedente stagione,
mentre in quella in corso la Roma viene eliminata dall'Inter (che
vincerà praticamente tutto, compresa la Coppa Campioni e la Coppa
Intercontinentale tranne proprio la Coppa Italia) in semifinale.
Anche in Coppa delle Fiere il cammino dei giallorossi non è molto più
felice che nelle altre competizioni, uscendo al terzo turno contro il
Ferencvaros.
Ma la stagione 1964/1965 verrà ricordata per sempre soprattutto per la
famosa "Colletta del Sistina".
Nei giorni di Natale del 1964 si scrisse uno dei giorni più tristi
della storia della Roma.
Mancavano i soldi per la trasferta di Vicenza, sicché l'allenatore (ex
laziale) Lorenzo indisse - all'insaputa di Marini-Dettina - una
colletta al Sistina per il 31 dicembre, facendo venire i giocatori
senza che gli fosse detto della cosa.
Vennero raccolte 800mila lire, che vennero rifiutate da Marini-Dettina
e date in beneficenza agli alluvionati del Vajont.
I giocatori pagarono di tasca propria la trasferta a Vicenza e per il
resto della stagione vennero insultati su tutti i campi con lanci di
monetine...
15 Maggio
2016:
Inserita
la pagina di Milan-Roma,
trentottesima ed ultima Giornata di Campionato 2015-2016.
Alla Roma non riesce il miracolo.
E finisce così anche questo campionato.
Alla Roma di Spalletti, la splendida Roma di Spalletti, non riesce il
miracolo di centrare il secondo posto in campionato che vorrebbe dire
accesso diretto alla Champions League, non tanto per demeriti propri
(in questa giornata), quanto per il turno favorevole al Napoli che si
sbarazza facilmente (fin troppo) del già retrocesso Frosinone, con una
tripletta di Higuain (anche su queste marcature dell'attaccante
napoletano c'erano pochi dubbi prima della partita...) che fissa il
nuovo record di reti segnati in serie A a 36 gol, battendo il
precedente recordi di 35 gol di Nordahl.
Sulla partita c'è ben poco da dire: troppo ridicolo questo Milan
allenato da un inutile Brocchi, impalpabile, poco convinto, mal messo
in campo, con giocatori effettivamente improponibili; troppo in palla
questa Roma che si diverte a giocare e che riesce a mandare in gol
anche Emerson Palmieri (primo gol in serie A) che con Spalletti ha
trovato sicuramente più spazio e attenzione che con Garcia.
Garcia, appunto.
Tirando le somme della staione, non si può non tenere in considerazione
il girone d'andata, guidato appunto da Garcia.
Fino al derby d'andata la Roma giocava e sembrava aver trovato il
giusto feeling con l'alta classifica, tant'è vero che per un paio di
giornate è stata anche in testa in solitaria. Ma poi è successo
qualcosa di ingiustificabile nelle gambe dei giocatori (ma soprattutto
nella testa).
Una serie interminabile di partite senza vittorie, la vergogna della
sconfitta in Coppa Italia contro lo Spezia.
E poi la dirigenza che non ha avuto il coraggio di rimuovere prima
dall'incarico il tecnico francese.
Ritardo che, verosimilmente, è costato il secondo posto alla squadra
giallorossa, se è vero come è vero che la Roma presa in mano da
Spalletti non si pensava potesse neanche centrare l'obiettivo minimo
dell'Europa League e che invece è arrivata ad un passo dall'accesso
diretto alla Champions League.
E per finire, la grana Totti.
O meglio, la grana del contratto di Totti. Che ad oggi ancora non è
stato firmato (o forse proposto, chissà).
In pratica ad oggi bisognerebbe pensare a Totti come un ex giocatore.
Ma non ci si può pensare, sinceramente.
Totti è (e deve restare) ancora un giocatore della Roma. Non ci possono
essere alternative.
Ora qualche giocatore partirà, qualcun altro arriverà. Il mercato
giallorosso è già partito e durerà tutta l'estate che abbiamo davanti.
Con il rammarico (purtroppo) che la stagione comincierà ben prima che
il mercato estivo termini...
09 Maggio
2016:
Inserita
la pagina di Roma-Chievo,
trentasettesima Giornata di Campionato 2015-2016.
600 uniche emozioni: grazie Capitano.
Una passerella più che una partita quella della Roma contro il Chievo.
I clivensi hanno fatto il loro dovere, hanno onorato la partita,
facendo compiere a Szczesny anche un paio di interventi importanti
(bellissimo il primo su Floro Flores) e solo nella ripresa hanno tirato
i remi in barca, lasciando la festa e i festeggiamenti ai giocatori
giallorossi.
Questa vittoria, purtroppo, non permette alla Roma di scavalcare il
Napoli (vincente a Torino) e ormai un possibile accesso diretto alla
prossima Champions League è ormai da escludere dato che il Napoli
sabato prossimo affronterà in casa il già retrocesso Frosinone, ed è
difficile pensare che i frusinati non passino per vittime sacrificali
alla festa del San Paolo.
Oltretutto è difficile pensare che i napoletani si facciano sfuggire la
Champions League all'ultimo giornata proprio come lo scorso anno...
La partita ha, inevitabilmente, detto poco di più di quanto già non
avevano detto le altre partite su questa "nuova" Roma targata Luciano
Spalletti: la squadra ha finalmente un gioco, ben preciso, che sa
cambiare all'occorrenza e sa modellarsi in base agli avversari, ma
anche modellare gli avversari alla propria fisionomia.
In pratica, Spalletti se non è riuscito nel "miracolo" di portare la
Roma in Champions League dalla porta principale (come ai più sembrava
l'obiettivo minimo ad inizio stagione) è comunque riuscito nel "mezzo
miracolo" di risollevare le sorti di una squadra che un girone fa era
ormai abbandonata a se stessa, in balia degli eventi, con un allenatore
che non riusciva più a farsi seguire e con dei giocatori che non
avevano la benché minima intenzione di seguirlo.
Per questo bisogna riconoscere a Spalletti i gisuti meriti per questa
che è indubbiamente un'impresa.
Da più parti si dice che anche quest'anno purtroppo la Roma sarà
costretta a vendere uno dei suoi pezzi pregiati per poter fare il
giusto mercato e coprire alcune scadenze che la dirigenza giallorossa
ha.
Vedremo, ed è curioso il fatto che contro il Chievo hanno segnato
proprio i tre giocatori che sono tra i più forti indiziati a lasciare
la Roma per fare "cassa".
Certo è, però, che chiunque se ne andrà e chiunque lo rimpiazzerà, se i
giocatori continueranno a seguire in questo modo i dettami del proprio
allenatore, ci sarà poco da preoccuparsi: la Roma, questa Roma, c'è. E
ci sarà anche il prossimo anno.
Così come pare ormai scontata (anche se non è ancora certo...) la
presenza il prossimo anno del più forte giocatore giallorosso di tutti
i tempi: Francesco Totti.
Contro il Chievo ha toccato quota 600 presenze in serie A, tutte con la
Roma ovviamente, e anche se non ha segnato come accaduto nelle ultime
uscite, ha servito un assist al bacio per il terzo gol di Pjanic e lo
stadio si era (quasi) riempito quasi esclusivamente per dedicargli il
giusto tributo.
03 Maggio
2016:
Inserita
la pagina di Genoa-Roma,
trentaseiesima Giornata di Campionato 2015-2016.
Totti e Dzeko abbattono la sfortuna.
La Roma non molla. Nemmeno di un centimetro.
Spalletti lo aveva promesso, i suoi giocatori hanno mantenuto fede alla
promessa.
La certezza del terzo posto, arrivata grazie alla sconfitta dell'Inter,
non ha appagato la sete di vittoria dei giallorossi, che a Genova sono
entrati in campo con il solo obiettivo di vincere e mettere pressione
al Napoli, che aveva indubbiamente un impegno meno gravoso della Roma.
E dopo pochi minuti i giallorossi erano già in vantaggio, grazie al
solito Salah che ha concluso in rete una bella azione corale del
reparto avanzato della Roma.
E hanno continuato a macinare gioco, creare occasioni da gol, colpire
ai fianchi gli avversari che solo in rare occasioni riuscivano ad
uscire dalla propria metà campo e ad avvicinarsi alla porta di Szczesny.
Su una palla persa dal rientrante Strootman (maledizione!) il Genoa
però trovava il pareggio con l'ex Tachtsidis, ma nonostante ciò gli
uomini di Spalletti non si abbattevano e continuavano a cercare la via
del gol, che solo la sfortuna e la scarsa mira di Nainggolan e El
Shaarawy non riusciva ad arrivare.
Lo stesso Strootman, al rientro da titolare dopo oltre 400 giorni, non
si faceva abbattere dal suo errore, e anzi proprio da questo riusciva a
trarre le motivazioni giuste per spingere in avanti i compagni di
squadra.
Nella ripresa un grossolano errore di Maicon (ormai c'è la certezza che
non lo vedremo più l'anno prossimo con la maglia giallorossa...) regala
il vantaggio al Genoa.
Ma l'ingresso di Totti avvenuto pochi minuti prima, come nelle
precedenti gare aveva dato la scossa decisiva alla squadra: le sue
giocate sono state anche questa volta una spanna sopra quelle dei
restanti 21 giocatori in campo.
Con una giocata delle sue si guadagna una punizione dal limite, e con
una punizione delle sue raggiunge il pareggio per la Roma e il gol in
maglia giallorossa numero 304: ormai è ben oltre la leggenda.
La Roma ci crede nella vittoria e il Genoa ormai è alle corde: De Rossi
lancia un (finalmente!) positivo Dzeko in area che non ci pensa due
volte a servire al centro l'accorrente El Shaarawy per il gol vittoria.
Il Napoli vince con l'Atalanta, come da pronostico, ma la Roma c'è ed è
viva, anche in questo finale di stagione che, chissà, magari domenica
prossima potrebbe regalare una bella sorpresa agli uomini di Spalletti.
Ha ragione il tecnico della Roma: bisogna fare i complimenti ai suoi
giocatori per quello che hanno fatto in questo girone di ritorno.
Ma bisogna fare i complimenti soprattutto a lui per la mentalità e la
voglia di vincere che ha instillato nei suoi giocatori anche in questo
finale di stagione, in cui sarebbe stato facile addormentarsi sugli
allori. Come, purtroppo, già accaduto in passato.
26 Aprile
2016:
Inserita
la pagina di Roma-Napoli,
trentacinquesima Giornata di Campionato 2015-2016.
Nainggolan tiene accesa la speranza.
La Roma batte il Napoli, in una partita più brutta che emozionante, e
si avvicina ancora un po' di più al secondo posto, detenuto proprio dai
partenopei, ora distante solo due punti.
Il destino, beffardo come solo lui sa essere, ha voluto anche che
proprio il gol di Nainggolan, che negli ultimi tempi non ha avuto
parole amorevoli verso la Juventus, regalasse matematicamente il quinto
scudetto consecutivo ai bianconeri.
Ora si deve solo sperare in un contraccolpo psicologico del Napoli, che
però ha un finale di stagione decisamente migliore della Roma, per
riuscire ad accedere alla Champions League dalla porta principale.
Sarà difficile, ma la Roma ci proverà.
È un peccato però, guardando ora la classifica e pensando alla piccola
"impresa" compiuta da Spalletti da gennaio ad oggi, che il tecnico di
Certaldo non sia arrivato prima sulla panchina giallorossa.
Chissà se con lui in panchina fin dall'inizio e con la falsa partenza
dei bianconeri, le vicende del campionato fossero finite diversamente.
Felici per l'accesso alla Champions League (anche se dovesse arrivare,
come probabile che sia, dalla porta di servizio dei preliminari), ma le
brutte figure fatte in Europa prima e in Coppa Italia (contro lo
Spezia!) poi restano a macchiare la stagione di una squadra che
inevitabilmente dovrà subire un profondo cambiamento di uomini, fosse
altro per la sopraggiunta età "pensionabile" di alcuni di essi.
Discorso a parte, ancora una volta, per Totti.
Sono bastate (?) le ultima quattro partite, o meglio spezzoni di
partite, per convincere i vertici della società a cedere e rinnovargli
il contratto per un altro anno, così come chiedeva e desiderava lui.
La firma ancora non c'è, ma tutto fa pensare che la lunga storia
d'amore tra il Capitano e la sua squadra non possa terminare così.
In assenza di vittorie e trofei, i tifosi giallorossi meritano almeno
di poter continuare ad applaudire il suo più grande campione di tutti i
tempi.
21 Aprile
2016:
Inserita
la pagina di Roma-Torino,
trentaquattresima Giornata di Campionato 2015-2016.
Ma è la Roma di Spalletti o di Garcia?
Indubbiamente la peggiore Roma da quando Spalletti siede sulla sua
panchina.
Peggiore, forse, anche del suo esordio contro il Verona a Gennaio.
Perlomeno all'epoca c'era l'attenuante che Spalletti fosse appena
arrivato e non aveva neanche avuto il tempo di conoscere tutti i suoi
calciatori.
Ora invece di tempo ne è passato, e Spalletti in tutto questo periodo,
è riuscito a far resuscitare una squadra morta e, soprattutto, a darle
un'identità di gioco ben precisa.
Gioco che, però, contro il Torino ha fatto non un passo indietro, ma
diversi passi indietro.
Una squadra involuta, che correva male e spesso a vuoto, e sicuramente
sbagliata nei suoi 11 iniziali: Emerson Palmieri titolare per la prima
volta, Maicon impresentabile (quindi Roma praticamente senza terzini),
Florenzi riproposto a centrocampo, Keita ormai che non ne ha più.
È già la seconda volta che Spalletti sbaglia la formazione inziale: il
"sospetto" è che il tecnico stia provando alcune cose e alcuni
giocatori anche in previsione del prossimo anno, per testare e capire
chi e come poter continuare ad utilizzare e chi, invece, non rientra
più nei piani dell'allenatore.
E così il Torino ha avuto per tutto il primo tempo il pallino del gioco
e più volontà di portare a casa la partita e, dopo aver avuto un paio
di limpide occasioni, è chiaramente passato in vantaggio.
Nella ripresa, scossa forse dalle parole di Spalletti, la Roma è
entrata in campo con un piglio leggermente diverso, e ha provato a
chiudere gli avversari nella propria metà campo alla dicerca del gol
del pareggio.
Per ben due volte l'arbitro, e i suoi assistenti, non ha clamorosamente
visto due incredibili rigori per i giallorossi, scatenando le ire di
tutti, in campo e fuori.
Ma il pareggio poi è arrivato grazie a Manolas, lo stesso giocatore che
nel primo tempo aveva causato il rigore per i granata.
Gioia effimera, però, dato che il Torino ogni volta che provava (con
più fatica dei primi 45') a farsi sotto, metteva in non poca difficoltà
la difesa giallorossa e su un errore collettivo (e di Maicon in
particolare) del reparto arretrato della Roma tornava nuovamente in
vantaggio, gettando nello sconforto i più.
Il Napoli si faceva lontano, l'Inter si avvicinava pericolosamente e il
futuro non era più così roseo come un paio di settimane fa.
E poi Spalletti ha chiamato Lui.
Lui è entrato, giuto il tempo per posizionarsi bene su una punizione
calciata da Pjanic sul secondo palo, e con una spaccata ha infilato la
porta difesa da Padelli.
Boato dello stadio, e corsa sotto la sua Curva Sud, purtroppo anche
quest'oggi semivuota.
Lui. Che allarga le braccia per abbracciare simbolicamente il suo
pubblico.
Lui. Che nonostante qualcuno vorrebbe metterlo da parte, anche stavolta
entra e risolve le grane per la sua squadra.
Lui. Che, chissà, con quella sua corsa sotto la Curva avrà pensato
"Forse è l'ultima volta".
Ma non pago, il destino ha riservato per questa partita giocata alla
vigilia del Natale di Roma un finale speciale.
L'arbitro, che fino a quel momento aveva negato l'impossibile ai
giallorossi, non fischiando due clamorosi rigori, fischia un
inesistente fallo di mano in area granata.
Sul dischetto non può che presentarsi di nuovo Lui.
E non può che segnare il gol del definitivo 3-2. Lanciando la Roma
verso la Champions League del prossimo anno. Mandando un forte segnale
a chi (Pallotta?) non vorrebbe più vederlo in campo. Segnando il suo
gol in maglia giallorossa numero 303. Facendo piangere di gioia i
tifosi giallorossi. Facendo dimenticare la pessima prestazione della
Roma contro il Torino.
Scrivendo, forse, il più bel finale che questa splendida storia d'amore
potesse avere.
Lui. Francesco Totti.
18 Aprile
2016:
Inserita
la pagina di Atalanta-Roma,
trentatreesima Giornata di Campionato 2015-2016.
Totti aggiusta una brutta Roma.
Ci risiamo. Ancora una volta. Per l'ennesima volta.
Questa Roma è l'eterna incompiuta, arriva ad un passo dal fare questo
famoso e benedetto salto di qualità, e puntualmente fallisce
l'appuntamento.
Sono cambiati giocatori, dirigenze, allenatori: sempre la stessa,
identica storia.
E non si accontenta di non riuscire a crescere. No. Deve sempre essere
umiliata nel momento più bello. Nel momento che dovrebbe consegnare la
squadra alla gloria.
Poco importa se il pareggio racimolato ieri contro l'Atalanta (squadra
che non ha più niente da chiedere al campionato...) lascia ancora
qualche flebile speranza di arrivare secondi (rilanciando invece le ben
più forti speranze dell'Inter di agguantare i giallorossi).
Poco importa se alla fine la Roma è riuscita a raddrizzare in extremis
una situazione che era ancora più scomoda.
Quando una squadra si trova in vantaggio di due gol, seppure forse in
maniera casuale e non esprimendo un gioco spumeggiante, è
tassativamente vietato farsi recuperare e addirittura andare sotto per
3-2.
Colpa di tutti, nessuno escluso.
Colpa anche di Spalletti, che stavolta ha esagerato nello stravolgere
fin troppo la squadra che fino a questo momento aveva espresso uno
gioco spumeggiante.
Colpa di una difesa distratta, di uno Zukanovic stralunato che
specialmente sul terzo gol si è fatto una sonora dormita e anticipare
da nonno Borriello.
Colpa di Szczesny che a questo punto probabilmente può anche tornare
tranquillamente a Londra al termine del prestito.
Colpa di Florenzi che evidentemente non ne ha più, dopo una stagione
passata a spingere fino in fondo sull'acceleratore. Di Rudiger che
contro il Papu Gomez non l'ha presa mai.
Di Dzeko, un lontano, lontanissimo parente del bomber che la Roma
sognava in estate. È riuscito nell'improbabile impresa di sbagliare di
nuovo a porta vuota e spalancata con il suo piede e, non contento, a
farsi atterrare chiedendo un inutile rigore quando nel finale di
partita poteva segnare il gol vittoria su assist di Totti.
Totti, appunto. Ancora lui.
Segna il suo gol numero 301 con la maglia giallorossa. Meglio così,
perché il numero 300 è stato indubbiamente tra i più brutti che ha
segnato.
Riesce a raddrizzare una partita che più male di così non si poteva
mettere.
Ma, come al solito, ridurre tutto al semplice dualismo Totti-Spalletti,
Totti sì-Totti no è triste. Molto triste.
Soprattutto per lui e c'ho che ha rappresentato (e rappresenta).
Un epilogo peggiore non poteva esserci per la Storia della Roma.
E, anche qui, la colpa non può che essere di tutti. Nessuno escluso.
12 Aprile
2016:
Inserita
la pagina di Roma-Bologna,
trentaduesima Giornata di Campionato 2015-2016.
La sfortuna frena la Roma.
Certamente non è stata la migliore Roma della stagione né tantomeno la
migliore da quando c'è Spalletti in panchina.
Ma una squadra che alla fine detiene il 70% del tempo il pallone,
calcia 15 calci d'angolo, colpisce 3 pali, fa prendere la palma del
migliore in campo (o comunque tra i migliori) il portiere avversario,
subisce un solo tiro in porta e che non va oltre l'1-1... beh,
indubbiamente è stata quantomeno un pochino sfortunata.
Non vogliamo lamentarci più di tanto, d'altronde nell'era Spalletti la
Roma è stata in altre occasioni più che fortunata (su tutti l'occasione
del rigore non sfruttata dal Sassuolo al 90').
E, a conti fatti, 4 o 6 punti dal Napoli cambiano poco rispetto al
fatto che la Roma deve comunque vincere il più possibile da qui alla
fine sperando di recuperare i partenopei al secondo posto.
Ammesso e non concesso che la Roma vinca lo scontro diretto in casa
contro il Napoli (e di questo ne siamo certi), comunque la Roma deve
vincere una partita in più rispetto a loro, siano questi a distanza di
4 o 6 punti.
Per cui, cerchiamo di guardare il bicchiere mezzo pieno, nonostante
questo pareggio che lascia l'amaro in bocca, e ricarichiamo le batterie.
Perché è altrettanto vero che alcuni giocatori giallorossi sono
sembrati un po' in debito di ossigeno nell'ultimo incontro di
campionato.
Se Perotti per larghi tratti dell'incontro è apparso un giocatore
imprendibile ai difensori rossoblu e ha mandato al manicomio Zuniga in
particolare, è altrettanto vero che Florenzi ha subito non poco contro
il suo dirimpettaio Rizzo, e che altri giocatori giallorossi con il
passar del tempo si sono via via andati a spegnere sotto il profilo
atletico.
Altrettanto evidente è stato il fatto che l'ingresso in campo di Totti
nel secondo tempo ha dato una scossa emotiva all'intera squadra e anche
alla squadra avversaria: il Capitano riesce sempre a fare la
differenza, anche solo emotivamente. E questa volta non solo
emotivamente.
Da una sua intenzione è nato il gol del pareggio di Salah (che in
precedenza aveva colpito ben 3 pali) e ha dispensato altre preziose
palle con giocate sopraffine: ma Totti di certo non si scopre oggi. È
però altrettanto vero quello che va da tempo dicendo Spalletti: il
Capitano riesce a dare e fare giocate che solo lui può fare, ma per
questa Roma, al momento, servono non solo giocate, ma anche recuperi e
rientri che, inevitabilmente, Totti non può garantire, anche se ieri si
è dato molto da fare anche in fase di recupero.
La Roma, alla fine, c'è e non ha mollato. E non potrebbe fare
altrimenti: il Napoli ha allungato a 6 punti, ma anche l'Inter (con la
fortunosa vittoria a Frosinone) si è nuovamente "avvicinata" a 6 punti.
Difficile che la Roma si faccia recuperare, ma per evitare ciò bisogna
necessariamente tentare di recuperare fino alla fine il Napoli.
03 Aprile
2016:
Inserita
la pagina di Lazio-Roma,
trentunesima Giornata di Campionato 2015-2016.
A Roma solo una squadra.
Il derby, come lo si intendeva fino a pochi anni fa, non esiste più.
L'atmosfera che si respirava sugli spalti è completamente sparita:
hanno svuotato le Curve, tolto la passione dai tifosi, addirittura
chiuso interi settori (il distinto Sud e la "mezza" Curva Sud divisa)
lasciando un'enorme tristezza in chi ricordava quel tripudio di colori,
bandiere, fumoni e cori che riempivano lo stadio durante la
stracittadina, da molti indicata come la più bella d'Italia.
Hanno fatto sì che lo spettacolo della cornice del derby sparisse dalla
vista. Ora in molti si domandano se il giocattolo così può ancora
funzionare.
Intanto, chi ha deciso di disertare gli spalti, si è riunito davanti lo
storico "Campo Testaccio", anch'esso da tempo abbandonato
dall'amministrazione capitolina, segno di come in questa città vengano
vissute e protette le passioni: non erano all'Olimpico, ma era come se
ci fossero. Bandiere, striscioni, canti, cori, esultanza per i gol e la
vittoria.
Vittoria netta, oltretutto. Ma non poteva essere altrimenti.
Un divario tecnico (oltre che tattico...) enorme tra le due formazioni.
La Roma esageratamente più forte dell'avversario, forse la più scarsa
squadra incontrata dalla Roma di Spalletti.
"Loro" si lamentano che avevano una difesa completamente rimaneggiata:
vero. Ma con quei rincalzi probabilmente neanche in serie B
(competizione abbastanza conosciuta da "loro") avrebbero modo di
salvarsi: andassero a chiedere spiegazioni a chi glieli ha acquistati.
Primo tempo che poteva tranquillamente chiudersi sullo 0-4, ma che
incredibilmente si è chiuso con uno striminzito 0-1, frutto del gol
dell'esordiente al derby El Shaarawy.
Ripresa che continua sulla falsa riga dei primi 45 minuti, con
Nainggolan autentico mattatore del centrocampo. Lo 0-2 è quasi
scontato, con la firma di Dzeko (2 gol in 2 derby disputati...)
Poi, stranamente, la Roma molla un po' la presa, e la Lazio ha 10
minuti di gloria: colpisce (molto casualmente) due legni e trova il gol
con Parolo su un suicidio calcistico di Szczesny, che sbaglia
completamente l'uscita e viene sovrastato da Klose.
I laziali non hanno neanche il tempo di fiatare, che Florenzi (primo
derby da capitano per lui) chiude subito ogni velleità avversaria con
un gol dei suoi: tiro al volo da fuori area e corsa verso i "suoi" due
capitani seduti in panchina.
Già, De Rossi e soprattutto Totti ancora una volta in panchina. Il
numero 10 giallorosso, purtroppo, non ha avuto neanche l'occasione per
poter scendere in campo e disputare uno scampolo di quello che in molti
dicono possa essere stato il suo ultimo derby. Anche questo, oltre la
cornice inesistente, ha reso questo derby un po' più triste per il
cuore.
Chiude i conti Perotti (altro esordiente nel derby) che manda a casa la
Lazio e il suo allenatore, esonerato al termine della partita.
Il derby è vinto, il Napoli è più vicino e manca ancora lo scontro
diretto: il secondo posto è possibile e la Roma non molla la presa.
Ma l'assenza di quello che rendeva questa partita qualcosa di veramente
speciale, lascia comunque l'amaro in bocca.
01 Aprile
2016:
Inserita
la Stagione
1963-1964: salvezza stentata. Ma arriva la Coppa Italia.
Il
presidente Marini Dettina, ancora non contento di aver creato una crepa
nel bilancio, con l'acquisto di Angelillo, decide che è arrivato il
momento di affossarlo del tutto.
Si innamora di Angel Benedicto
Sormani, punta brasiliana del Mantova e procede all'esborso di mezzo
miliardo per portarlo a Roma. Insieme a lui, arrivano Ardizzon,
Malatrasi e il tedesco Schutz, mentre partono Guarnacci, Menichelli e
Lojacono.
La stagione inizia con Foni in panchina, che però viene cacciato dopo
poche giornate e sostituito da Mirò, dopo un breve intermezzo
dell'allenatore delle giovanili, Naim Krieziu.
Sormani entra in crisi nera e non riesce mai a dar luogo ad un
rendimento decente, e il tedesco Schutz non riesce mai ad ambientarsi
completamente: il resto la squadra non ingrana e la Roma termina il
campionato con un incredibile dodicesimo posto, con una salvezza
matematica conquistata appena alla penultima giornata di campionato.
In Coppa delle Fiere la Roma, invece, ha un discreto cammino ed arriva
ai quarti di finale venendo eliminata non senza recriminazioni dal
Colonia.
Per fortuna, a rendere la stagione meno amara, arriva la vittoria in
Coppa Italia, andando a vincere la ripetizione della finalissima
(disputata a novembre 1964, quando le competizioni europee della nuova
stagione erano già iniziate: d'ufficio venne iscritta alla Coppa delle
Coppe il Torino), giocata a Torino per poter usufruire di buona parte
dell'incasso.
Sono accorgimenti che però servono a ben poco, poichè nel frattempo,
Marini Dettina ha completamente dissestato il bilancio. Le conseguenza
si vedranno ben presto.
21 Marzo
2016:
Inserita
la pagina di Roma-Inter,
trentesima Giornata di Campionato 2015-2016.
La Roma frena la sua corsa.
La Roma rallenta, la sua striscia di vittorie consecutive si ferma ad
otto, ma con questo pareggio mantiene alle dovute distanze la
Fiorentina (che ormai sembra non averne più e non va oltre il pareggio
a Frosinone) e la stessa Inter, che sperava in questa partita per
cercare di guadagnare terreno sui giallorossi.
Gli uomini di Spalletti forse stanno un po' tirando il fiato, dato che
da quando il tecnico toscano è arrivato a Roma praticamente non si sono
mai riposati, perché (inevitabilmente) c'era molto da fare sia sotto il
profilo fisico che sotto il profilo tattico.
In effetti, la Roma per larghi tratti dell'incontro contro l'Inter se
non ha mai dato l'impressione di soffrire in maniera pesante la squadra
di Mancini (che si è rivelata in effetti ben poca cosa, come in molti
già sapevano), non è ha neanche mai dato l'impressione di riuscire a
dominare gli avversari, come successo in passato in questa striscia di
vittorie consecutive.
Forse anche l'affidarsi nuovamente al "tridente leggero" non ha
facilitato il compito del centrocampo che in Keita ha visto l'uomo con
più difficoltà fisica, e non ha dato modo alla difesa di salire con i
giusti tempi e con le dovute misure precauzionali.
Florenzi ha sofferto non poco l'unico avversario che poteva
impensierire la Roma: quel Perisic che ad inizio ripresa ha sfruttato
nel migliore dei modi l'unica disattenzione difensiva di Manolas mal
coperto da Perotti e il cui non irresistibile tiro è stato mal gestito
da Szczesny, così come all'andata fu mal gestito il tiro di Medel.
Nella porta opposta, invece, Handanovic ha fermato in più di
un'occasione le velleità giallorosse, in particolare su un tiro a botta
sicura di El Shaarawy, sul quale ha compiuto un autentico miracolo.
L'ingresso dopo lo svantaggio di Dzeko ha dato maggior forza
all'attacco giallorosso e ha cambiato atteggiameno alla squadra.
Seppur sbagliando molto (imperdonabile un suo tiro sparato alle stelle
da pochi metri dalla porta di Handanovic) il centravanti bosniaco ha
messo in crisi la difesa nerazzurra e da un suo tiro rivelatosi un
grossolano errore, Nainggolan sfrutta questo involontario assist per
portare in parità la partita e spegnere ogni speranza nerazzurra per
raggingere il terzo posto.
A meno di un suicidio collettivo della squadra giallorossa, che vede
con questo pareggio allontanarsi ancor di più il secondo posto del
Napoli.
Ed è proprio questo il rischio ora: perdere motivazioni in questo
finale di stagione perché davanti sono troppo lontani con il rischio di
farsi recuperare da chi sta dietro e fallire anche l'obiettivo minimo
del terzo posto.
Lo scorso anno avremmo scommesso che ciò sarebbe successo. Ma
quest'anno con Spalletti alla guida sempre più in solitaria della nava
dopo l'annuncio dell'abbandono del DS Sabatini, possiamo essere
abbastanza sicuri che un calo di concentrazione del genere non possa
accadere.
14 Marzo
2016:
Inserita
la pagina di Udinese-Roma,
ventinovesima Giornata di Campionato 2015-2016.
Filotto Roma.
L'impresa non era improba, visto che l'Udinese è in piena crisi di
risultati, di gioco e di identità, con Colantuono a rischio esonero e
una piazza che per la prima volta dopo molti anni è inferocita con la
società.
Con queste premesse la squadra di Spalletti si è presentata nel nuovo
stadio Friuli, rinominato Dacia Arena per questioni di
sponsorizzazione, comunque vogliosa di portare a casa risultato e
prestazione, cercando di far tornare al gol Edin Dzeko e dando ancora
un segnale forte al Napoli.
E così è stato: i giallorossi sono stati assoluti padroni del campo per
quasi tutta la durata dell'incontro, almeno fino a 10 minuti dalla
fine, quando forse si è visto un leggero calo fisico naturale: la Roma
sono settimane che corre a mille.
Dzeko si è sbloccato su splendida imbucata di Salah che lo pesca in
mezzo l'area.
Ma tutta l'orchestra giallorossa si è mossa all'unisono per l'intero
incontro, diretta magistralmente dal suo uomo più importante: Luciano
Spalletti. Che, udite udite, al termine della gara si è lasciato andare
anche a elogi ad ogni singolo giocatore, nel perfetto gioco del
"bastone e carota".
E poi il gol di Florenzi: un'azione corale di tutta la squadra,
movimenti calcolati quasi al millimetro, e infine il capolavoro del
capitano giallorosso. Finta al volo a saltare l'avversario di turno e
ritrovarsi col pallone solo da spingere in porta.
Il giusto, giustissimo premio per questo giocatore che sta studiando
nuovamente da terzino di spinta e che mangia l'intera fascia come se
non ci fosse un domani.
Con questo risultato la Roma allunga sulla quarta posizione e mantiene
lo stesso distacco dal Napoli (e dalla Juve...): sabato affronterà
l'Inter e poi la Lazio.
Dicono che sono due impegni difficili. Visto come stanno giocando, e
soprattutto come sta giocando la Roma, sembrano partite assolutamente
nella norma.
Ma non ditelo ai giocatori della Roma. E, ancor di più, non ditelo a
Spalletti.
09 Marzo
2016:
Inserita
la Stagione
1962-1963: cambio societario. E ancora un quinto posto.
La crisi societaria è oramai all'apice.
La confusione in cui si dibatte la società, dopo le dimissioni di
Gianni Anacleto, dà lo spunto a Carniglia per una operazione dal chiaro
spirito nepotistico, il collocamento del figlio nella rosa di prima
squadra (anche se con questa disputerà solo il ritiro estivo).
La campagna acquisti è minimale: l'unico arrivo di un certo rilievo
sarebbe quello del terzino svedese Bergmark, giocatore che in patria è
considerato un mito, ma ormai spremuto come un limone.
Il pessimo avvio di stagione costringe il nuovo presidente subito ad un
cambio di rotta tecnica: viene sollevato dall'incarico lo stesso
Carniglia e viene richiamato a bordo l'ex Alfredo Foni.
A campionato già iniziato, arriva il vecchio John Charles,
indimenticato eroe di tante vittorie juventine, ma anche lui è
chiaramente sul viale del tramonto.
Arriva così il solito quinto posto, che non può certo esaltare una
tifoseria che aspira a ben altri traguardi.
Il solo Manfredini si toglie la soddisfazione di vincere la classifica
cannonieri con le sue 19 reti segnate.
In Coppa delle Fiere, poi, a poco serve il buon cammino offerto, ove la
Roma viene eliminata in semifinale dal Valencia, dopo aver sommerso di
reti i turchi dell'Altay (10-1) ed aver eliminato Saragozza e Stella
Rossa.
09 Marzo
2016:
Inserita
la pagina di Real
Madrid-Roma, ritorno degli Ottavi di Finale di Champions League
2015-2016
Brava Roma, il Bernabeu ha tremato.
Spalletti, però, non vuole sentire nessun complimento, e non vuole
usare nessuna carota per i suoi. Solo bastone. Solo così si può
crescere.
Giusto, giustissimo l'atteggiamento del tecnico toscano, che vuole solo
il meglio dai propri giocatori, li vuole sempre sul pezzo e sempre
concentrati.
Ancora una volta non possiamo far altro che constatare che quando
diceva che lui credeva nel passaggio del turno, era più che sincero,
più che sicuro. Non erano le solite parole vuote dette ai giornalisti
per mettere il titolo sul pezzo il giorno dopo.
E infatti, a riguardare le partite degli ottavi di Champions League
contro il Real Madrid, la Roma ha avuto le migliori occasioni per
sconfiggere gli spagnoli.
Anche nella gara di ritorno, quando bisognava recuperare ben due gol di
svantaggio, la Roma ha dimostrato che ci è andata a tanto così
dall'impresa: solo gli errori, grossolani e clamorosi, di Dzeko e
Salah, oltre alle occasioni fallite da Florenzi, Manolas e il palo di
Perotti, hanno negato ai giallorossi di entrare nella storia.
O, come probabilmente avrebbe detto Spalletti, di fare il loro dovere
fino in fondo.
Errori clamorosi. Che, ovviamente, non hanno commesso Cristiano Ronaldo
e company, che hanno liquidato la pratica appena ne hanno avuto
l'ooportunità, con un secco 2-0.
A dimostrazione che le grandi squadre, come lo è il Real Madrid, hanno
in mente solo un risultato, la vittoria, e la cercano in ogni momento,
in ogni occasione.
La Roma, in questo, è molto, molto lontana.
Sul 2-0, il Bernabeu non può far altro che alzarsi in piedi e tributare
una stnding ovation a uno dei più grandi campioni che abbiano mai
calcato quel terreno di gioco: è il 74' e sta entrando in campo
Francesco Totti.
Diversi giocatori madrileni gli si fanno incontro per stringergli la
mano. Lo stadio è ancora in piedi a battere le mani.
Forse, chissà, potrebbe essere stata la sua ultima partita in Champions
League. Ma il suo nome continuerà a riecheggiare anche in questo stadio
che, in un tempo lontano, poteva essere anche il suo.
07 Marzo
2016:
Inserita
la pagina di Roma-Fiorentina,
ventottesima Giornata di Campionato 2015-2016.
In molti lo avevano indicato come un vero e proprio spareggio per la
Champions.
Se così è stato, la Roma non solo lo ha stravinto e strameritato, ma ha
detto anche qualcosa in più.
Per esempio che domani, contro il Real Madrid nel ritorno degli ottavi
di Champions League, non si presenterà come vittima sacrificale, ma
venderà cara la pelle, nonostante difficilmente riuscirà a ribaltare il
risultato (bugiardo) dell'andata.
La netta vittoria contro la Fiorentina ha detto anche che nel caso la
Juventus e soprattutto il Napoli dovessero dare dei segnali di
cedimento, i giallorossi di Spalletti sarebbero più che pronti ad
insidiare le posizioni di classifica ancora più su del terzo.
E, proprio per questo, ha detto anche che i rimpianti della Roma sono
tanti, troppi: in molti si domandano "Se fosse arrivato prima il cambio
in panchina..."
Già, e se fosse arrivato prima Spalletti? La Roma avrebbe veramente
potuto ambire ad insidiare lo scudetto alla Juve, che ormai si avvia a
vincere il suo quinto campionato consecutivo? Chissà... Non avremo mai
la controprova, ma le premesse per pensarlo ci sono tutte.
Doveva essere una partita difficile per la Roma, contro una Fiorentina
ben messa in campo durante tutta la stagione da Paulo Sousa, ma
Spalletti l'ha preparata meglio di quanto si pensasse: ha annientato in
ogni porzione di campo la squadra viola, e dopo neanche 40 minuti era
già in vantaggio per 3-0, grazie al suo attacco mobile (e atomico...)
formato da Perotti e dal due egiziano El Shaarawy-Salah.
Proprio l'ex viola ha messo a soqquadro l'intero reparto difensivo
della Fiorentina e ha fatto saltare tutti i piani di Sousa: finalmente
Salah sembra aver capito cosa intendesse Spalletti quando gli diceva di
essere più "curioso".
Sul 4-1 ha avuto spazio anche Totti, che in molti vedono ancora in
rotta di collisione con il tecnico: un quarto d'ora in cui ha giocato
praticamente da fermo, certo, ma in cui ha dato dimostrazione, a chi lo
ritiene già un ex, che può ancora dire la sua in determinate
circostanze.
Il palo colpito su punizione sarebbe stata la ciliegina sulla torta se
fosse entrata, e sarebbe stato il giusto premio al giocatore che non
chiede altro di fare questo: avere l'opportunità di giocare quando ce
ne fosse la possibilità.
29
Febbraio 2016:
Inserita
la pagina di Empoli-Roma,
ventisettesima Giornata di Campionato 2015-2016
La Roma non si ferma più.
Altra importantissima vittoria della Roma.
Anzi, a sentir Spalletti, addirittura la più importante fino ad ora,
contro una squadra (secondo lui) che gioca il miglior calcio d'Italia.
L'Empoli, appunto.
Questa Roma, al di là della vittoria rotonda, conquistata grazie alla
prima doppietta di El Shaarawy in giallorosso e ad un gol di Pjanic
(che si conferma il miglior realizzatore della squadra capitolina), ha
dato ancora una volta dimostrazione della solidità e della voglia del
gruppo di raggiungere il risultato.
Passata in vantaggio dopo poco con uno strepitoso gol di El Shaarawy,
un tiro a giro sotto il sette da 30 metri, ha tenuto il campo molto
bene contro un Empoli effettivamente molto ben organizzato.
Non si è scomposta più di tanto quando la squadra di casa ha trovato il
gol del pareggio in maniera estremamente fortunosa grazie ad un autogol
di Zukanovic su respinta si Szczesny.
Ha continuato a macinare gioco anche quando ha perso Nainggolan alla
fine del primo tempo per un infortunio muscolare.
Nella ripresa, poi, dopo essere tornata in vantaggio e aver avuto dei
piccoli momenti di sbandamento, ha chiuso la gara proprio nel momento
migliore dell'Empoli.
Insomma, non ha mai dato l'impressione di soffrire più di tanto né
tantomeno di arrendersi alle avversità come le accadeva in passato.
Spalletti continua a tenere sul filo del rasoio tutti, compreso lo
stesso El Shaarawy autore della doppietta vincente, che al momento del
cambio è stato richiamato in maniera veemente dal tecnico toscano per
alcuni errori (uno in particolare) durante le azioni di gioco che non
si sviluppavano come avrebbe voluto. La Roma c'è, ora è al terzo posto
in attesa della partita della Fiorentina di questa sera e soprattutto
in attesa dello scontro di venerdì proprio contro la Viola.
La Roma, quindi, sta facendo il suo gioco, avendo nella manica il suo
asso: Luciano Spalletti.
22
Febbraio 2016:
Inserita
la pagina di Roma-Palermo,
ventiseiesima Giornata di Campionato 2015-2016
Dzeko, croce e delizia.
Doveva essere una tranquilla giornata di gol e vittoria, con la Roma
che doveva consolidare il suo stato di forma e di tenuta.
Invece in mattinata si è rischiato di distruggere tutto quello che di
buono è stato fatto finora da quando è approdato Spalletti sulla
panchina giallorossa.
La querelle-Totti, scaturita da una sua intervista alla Rai, ha mandato
in frantumi il progetto di Spalletti, che aveva già deciso di mandare
il capitano in campo contro il Palermo.
E invece le parole del campione giallorosso non sono piaciute ai più e
Spalletti ha deciso di non convocarlo neanche spedendolo in tribuna.
Poteva essere un patatrac, spogliatoio destabilizzato, tifoseria in
subbuglio.
Come se non bastasse l'inizio della partita contro il Palermo non è
proprio entusiasmante e Dzeko, colui che doveva accompagnare
serenamente in panchina Totti, si mangia un clamoroso gol sulla linea
di porta avversaria col portiere già battuto.
Ma per fortuna sua e di tutta la Roma, poco dopo lo stesso bosniaco
tira fuori dal cilindro un gol capolavoro che mette tutti d'accordo,
anche chi tra i tifosi allo stadio si era schierato dalla parte di
Totti e chi dalla parte di Spalletti.
La Roma dopo il gol si scioglie e gioca con più scioltezza, vista anche
la pochezza offerta da questo Palermo veramente senza carattere né
voglia.
Keita partecipa alla festa del gol che di lì a poco scateneranno Salah
e di nuovo Dzeko.
L'egiziano prima segna un gol dei suoi in velocità su assist di Dzeko e
poi si inventa un gol da antologia dalla linea di fondo dopo aver
saltao in qualche modo anche il portiere avversario.
Chiude poi la cinquina di nuovo Dzeko con un imperioso stacco di testa
su perfetto assist di Perotti.
Altro evento di non poco conto della serata, il rientro in campo dopo
13 mesi di assenza di Kevin Strootman: accolto da un'ovazione da parte
del pubblico, si spera vivamente che abbia buttato alle spalle i
problemi al ginocchio e che possa essere lui l'acquisto che faccia fare
il definitivo salto di qualità a questa squadra.
Che ridendo e scherzando, si sta nuovamente riproponendo ai vertici
della classifica, che con gli scontri diretti delle avversarie e le
stesse che devono venire quasi tutte a far visita alla Roma
all'Olimpico... chissà che non esca fuori qualche bella sorpresa.
A patto, però, che già da domani si risolva (e sicuramente si
risolverà) nel migliori dei modi la vicenda Totti-Spalletti.
19
Febbraio 2016:
Inserita
la Stagione
1961-1962: ancora un quinto posto, dopo sogni di gloria.
L'addio di Alfredo Foni, non coglie di sorpresa la dirigenza, che ha
già preso contatti con Carniglia.
Il tecnico argentino è un esteta del calcio: a lui non basta vincere
(magari!), bisogna anche giocare bene e offrire spettacolo per il
pubblico che paga, manco si fosse a teatro. A causa di questa
concezione, arriverà ben presto alla guerra aperta con il suo
connazionale Pedro Manfredini, colpevole di saper solo segnare reti,
magari neanche belle.
Il nuovo allenatore arriva insieme ad Angelillo, ormai in rotta con
Helenio Herrera all'Inter e ben felice di trasferirsi a Roma, venendo
pagato una vera tombola.
Inoltre arrivano due centrocampisti di sostanza come Carpanesi e, a
novembre, Jonsson.
È una buona campagna acquisti, ma il risultato finale non si schioda da
quel quinto posto che sembra ormai una maledizione.
Eppure il campionato per larghi tratti ha visto la squadra giallorossa
contendersi il primato con Milan, Inter e Fiorentina, prima di cedere
il passo e far svanire quei sogni di gloria che in molti tra i tifosi
avevano avuto.
Anacleto Gianni, diventato ormai Anacleto Quinto, può però consolarsi
con la Coppa delle Fiere, primo ed ultimo torneo internazionale vinto
dalla Roma ad oggi.
È vero che la vittoria è quella dell'edizione 1960-61, ma la finale col
Birmingham si gioca quando è già iniziata la stagione successiva.
È la miglior ricompensa ai grandi sforzi economici fatti da un
presidente che sbeffeggiato all'epoca, sarà a lungo rimpianto, almeno
sino all'avvento di Viola.
18
Febbraio 2016:
Inserita
la pagina di Roma-Real
Madrid, andata degli Ottavi di Finale di Champions League 2015-2016
Peccato, Roma.
Si può essere contenti dopo una sconfitta? Certamente no.
Si può essere comunque soddisfatti a seguito di un risultato di 0-2? Se
avviene come è successo alla Roma contro il Real Madrid, probabilmente
sì.
Si possono finalmente applaudire i propri giocatori, nonostante il
risultato finale? Chiaro che sì: perché, nonostante ci sia ancora
qualcuno che si ostini a sostenere che Roma è una piazza impossibile in
cui allenare, ai tifosi giallorossi, non certo abituati alle vittorie,
basta solo (...) che la squadra in campo dia tutto. Uscendo dal campo
con la maglia sudata. Con la lingua di fuori.
Questo conta.
Anche perché, in partite del genere, se non sei accompagnato anche da
una buona dose di fortuna, difficilmente ne esci con un risultato
positivo.
Ed infatti la dea bendata (che nelle scorse partite di campionato ha
aiutato i giallorossi) quest'oggi non si è schierata accanto ai
giocatori di Spalletti, e in più di un'occasione si è proprio girata
dalla parte opposta.
Come per esempio sul gol di Cristiano Ronaldo che ha sbloccato il
risultato: il portoghese, fino a quel momento assente dal campo anche
(se non soprattutto) grazie al prezioso lavoro di Florenzi che lo ha
contenuto alla grande, ha trovato il guizzo giusto, ma è servita la
sfortunata deviazione dello stesso Florenzi per mettere uori causa
Szczesny.
Fino a quel momento la Roma aveva svolto una buona partita, non aveva
concesso praticamente nulla o quasi alle merengues e in più di
un'occasione si era portata in area avversaria.
Dopo il gol ci sono stati una decina di minuti abbondanti in cui i
giallorossi hanno vacillato e rischiato grosso, ma Spalletti ha saputo
restituire fiducia ai suoi.
Ed ecco che la fortuna nuovamente non è stata dalla parte dei
giallorossi: in un paio di occasioni l'arbitro ha preferito sorvolare
su dei sospetti contatti in area, in un'altra clamorosa occasione
l'uomo assist improvvisato si è trovato Rudiger che non è stato capace
di servire facilmente Salah, e infine lo stesso Salah non ha trovato lo
spunto e lo stop necessario per trovarsi solo di fronte a Navas per la
facile occasione.
E così, nel momento migliore della Roma, Jesè trova (un po' troppo
facilmente) la via del raddoppio e chiude la partita e il discorso
qualificazione.
In verità nessuno si aspettava un risultato troppo diverso da questo
prima della partita, inutile nasconderlo.
Nessuno. Tranne lo stesso Spalletti. Che in conferenza stampa prima
della gara quando ha detto che la Roma aveva il 50% delle possibilità
di passaggio del turno lo diceva sul serio. Convinto.
Alla luce della prestazione, non aveva tutti i torti.
L'importante è che si continui a lavorare in questa direzione.
15
Febbraio 2016:
Inserita
la pagina di Carpi-Roma,
venticinquesima Giornata di Campionato 2015-2016
Alla fine arriva Dzeko.
La
Roma scala la classifica e si appresta ad affrontare il Real Madrid
nella sfida di mercoledì per gli Ottavi di Champions League con qualche
speranza e qualche certezza in più.
Non bisogna illudersi più di tanto, questo è ovvio, ma è altrettanto
evidente che la Roma di oggi arriva a questa sfida comunque senza i
favori del pronostico, ma non così spacciata come poteva apparire non
più di un mesetto fa.
La cura Spalletti sta proseguendo i suoi effetti positivi: con il Carpi
non è stata la migliore prestazione offerta, ma comunque è arrivata (e
non poteva essere altrimenti) la quarta vittoria consecutiva.
Ed è arrivato il quarto posto.
Come detto non è stata una bellissima Roma, di quelle che rubano
l'occhio, ma la caparbietà con cui i giallorossi hanno cercato la porta
avversaria nonostante tutti gli spazi fossero chiusi (e nonostante
Spalletti abbia optato volente o nolente ad un cambio di modulo e di
uomini) ha dato la sensazione che questa vittoria era fortemente voluta
da tutto l'ambiente.
Si è sbloccato Dzeko (finalmente) ma soprattutto sembra essere tornato
il Salah di inizio stagione: ci ha messo 70 minuti per entrare in
partita, ma quando l'ha fatto è stato devastante: suo l'assist per il
bosniaco dopo una giocata delle sue, e suo il gol che chiude
definitivamente la partita su una respinta di Belec.
Unica nota stonata della gara è stato proprio l'errore di Rudiger che
ha permesso il momentaneo pareggio del Carpi e che poteva fortemente
precludere la vittoria della gara. Un errore di valutazione o di
concentrazione, poco cambia: il giovane difensore tedesco ha gettato
nuovamente alle ortiche tutto il progresso che aveva fatto notare in
queste ultime settimane.
Mercoledì arriverà all'Olimpico il Real Madrid: una montagna che si
staglia sull'orizzone della Roma. Ma chissà che Spalletti non riesca,
quantomeno, a picconare il costone che si troverà di fronte la squadra
giallorossa.
08
Febbraio 2016:
Inserita
la pagina di Roma-Sampdoria,
ventiquattresima Giornata di Campionato 2015-2016
Daje Roma, ma basta sofferenze!
Vittoria meritata, indubbiamente, ma con tanta, troppa sofferenza nel
finale.
I già deboli cuori dei tifosi giallorossi pensavano di aver smesso di
soffrire così tanto dopo l'avvento di Spalletti sulla panchina della
Roma. Invece è bastata questa partita (senza contare il rigore
dell'ultimo turno contro il Sassuolo...) per smentire questa
convinzione.
Una Roma non certo spumeggiante quella del primo tempo contro una
Sampdoria più propensa a non prenderle che a cercare la via del gol, ma
che comunque le sue occasioni per scardinare la porta difesa da Viviano
le aveva costruite e fallite per scarsa precisione degli attaccanti
giallorossi.
Ad ogni modo, proprio allo scadere del tempo Florenzi con un imperioso
stacco di testa portava meritatamente in vantaggio la Roma e spianava
la strada alla vittoria.
Strada ancora più asfaltata dal raddoppio in avvio di ripresa da Diego
Perotti, l'ultimo arrivato in casa giallorossa e indubbiamente il più
propositivo della truppa: tiro al volo su assist di El Shaarawy e 2-0
secco.
Ma qui la Roma si ferma. O meglio, dopo il casuale gol della Sampdoria,
la Roma trema sulle gambe e i fantasmi del passato ritornano
all'Olimpico.
I giallorossi sembrano smarriti, non riescono più ad uscire dalla
propria area di rigore, l'ex Dodò sembra il redivivo Garrincha e sulla
sua fascia di competenza fa ciò che vuole, l'ingresso dell'altro ex
Cassano sconquassa del tutto i piani dei giallorossi.
Neanche Spalletti riesce a spiegarsi questa involuzione mentale e di
gioco, e neanche l'ingresso di Dzeko riesce a far salire la squadra.
Szczesny deve compiere un autentico miracolo sullo stesso Cassano e
allo scadere deve ringraziare la traversa che lo salva dalla
capitolazione su deviazione di Cassani.
Comunque tre punti meritati, nonostante Montella dica il contrario, ma
queste sofferenze finali non sono ammissibili, e lo stesso Spalletti lo
ha ammesso.
Starà a lui ora capire il perché e trovare la soluzione.
Il calendario lo aiuterà, e i due punti conquistati su tutte le dirette
concorrenti per il terzo posto (Fiorentina, Inter e Milan) speriamo
aiutinoi anche le volubili condizioni mentali dei giocatori...
03
Febbraio 2016:
Inserita
la pagina di Sassuolo-Roma,
ventitreesima Giornata di Campionato 2015-2016
Continuità.
Quarantacinque minuti da padroni assoluti del campo. Quarantacinque
minuti, poi, di sofferenza.
La Roma non è guarita, ma è definitivamente sulla via della guarigione,
grazie al dottor Spalletti (ma forse anche grazie al fatto che ora chi
prima non correva, adesso va che è un piacere...)
Nonostante l'ennesima difficoltà di formazione, Spalletti mette in
campo una squadra tosta e gagliarda, che finalmente propone un gioco
frizzante, spumeggiante, ricco di scambi e tocchi di prima, ma
soprattutto pieno di comportamenti (come piace dire a lui) positivi.
Per 45 minuti si è vista una sola squadra in campo, la Roma, che ha
interpretato la partita col giusto piglio e la giusta concentrazione,
che è andata in vantaggio grazie ad una prodezza di Salah (finalmente
sbloccatosi) e che ha più volte "rischiato" di raddoppiare, senza però
trovare il colpo del ko.
Allo scadere ha poi perso anche De Rossi per infortunio, e chiaramente
il subentrato Gyomber non ha potuto dare quell'apporto che il capitano
aveva dato fino a quel momento, non solo per il divario tecnico tra i
due ma anche perché lo slovacco era visibilmente preoccupato di portare
a termine il compitino.
Nel secondo tempo la Roma è visibilmente calata anche perché
l'organizzatissimo Sassuolo è uscito fuori e ha provato a rimettere la
gara in parità, ma è stata ancora la Roma ad avere le occasioni più
clamorose per chiudere il match.
Incredibile l'occasione capitata a Salah che invece di servire
Nainggolan libero a centro area ha preferito tentare, senza successo,
la via della doppietta.
Spalletti viste le difficoltà di uscire dalla propria metà campo ha
cambiato ancora assetto, inserendo prima Vainqueur e poi Emerson
Palmieri, ma il patatrac è comunque arrivato quasi allo scadere: fallo
di Nainggolan in area e inevitabile (?) rigore per i padroni di casa.
Ma la cura Spalletti evidentemente ha colpito anche la dea bendata che
per una volta si è ricordata dei giallorossi: Berardi spara alto e la
Roma poco dopo raddoppia grazie ad una prodezza di Perotti (ultimo
arrivato e indubbiamente il migliore in campo) che serve su un piatto
d'argento il pallone a El Shaarawy che segna il suo secondo gol in
giallorosso su due presenze.
La Roma è sulla via giusta. Ma ora deve trovare continuità di gioco e
di risultati.
Spalletti lo sa. E, sembra, conosce anche il modo per proseguire in
questa direzione.
01
Febbraio 2016:
Inserita
la pagina di Roma-Frosinone,
ventiduesima Giornata di Campionato 2015-2016
Bentornata vittoria!
Vittoria doveva essere e vittoria è stata.
Non esaltante, non senza rischi, non senza problemi e non senza gli
inevitabili fischi al termine del primo tempo.
Ma il 3-1 finale al di là dei tre punti (fondamentali) restituisce un
po' di serenità in ambiente giallorosso anche se non soprattutto per il
modo in cui è arrivato.
Spalletti è stato molto abile e coraggioso nello schierare la
formazione iniziale, condizionata dalle molte menomazioni in squadra
(Florenzi e Digne mancanti all'ultimo momento).
Ha provato Rudiger sulla fascia destra: senza ombra di dubbio il
tedesco è stato il migliore in campo, e ha proposto quell'atteggiamento
che da subito il tecnico di Certaldo va chiedendo ai suoi giocatori,
cioè proposizione, tentare la giocata, e ovviamente la dedizione alla
causa.
Poi El Shaarawy che inizialmente non doveva giocare gli interi 90' e
Zukanovic, l'ultimo arrivato: anche quest'ultimo gettato nella mischia
no nsi è fatto attendere e, anzi, ha realizzato il cross per lo
splendido colpo di tacco al volo di El Shaarawy: l'italo-egiziano ha
così festeggiato il suo esordio in maglia giallorossa.
Dopo questo gol e al termine di un primo tempo vissuto tra i due stati
d'animo opposti, esaltazione e angoscia, la partita si è via via
indirizzata verso i giusti binari e la Roma ha conquistato sempre più
fiducia in se stessa.
L'ingresso in campo di un Francesco Totti tornato finalmente in forma
ideale, al posto di uno spento e ancora spaesato Dzeko, ha dato modo
anche a Pjanic di acquisire quella fiducia che da troppo tempo gli
mancava, oltre al fatto che ha fornito un assist al bacio per il gol
del definitivo 3-1 dello stesso Pjanic.
Di lavoro da fare ce ne è ancora tanto, Spalletti è il primo a non
nascondersi dietro un dito: ma sembra (sembra) che la strada imboccata
sia finalmente quella che vede la luce in fondo al tunnel.
26
Gennaio 2016:
Inserita
la Stagione
1960-1961.
Gli arrivi di Lojacono, dalla Fiorentina, e di Schiaffino e Fontana,
dal Milan, sembrano in grado di far rendere finalmente la Roma secondo
il suo effettivo valore.
Un attacco atomico, sembra stavolta essere supportato al meglio dagli
altri reparti, ma dopo un inizio pirotecnico, in cui la squadra
giallorossa veleggia in testa alla classifica per diverso tempo, la
Roma torna ai soliti inspiegabili alti e bassi.
Schiaffino, pur avanti con l'età e bisognoso di rifiatare, gioca con la
consueta autorità e Lojacono spara i soliti siluri quando prende bene
la palla: non a caso si dice che Lojacono con un suo tiro potrebbe
uccidere un uomo...
Basta però un nulla per mandare in confusione una squadra che avrebbe
bisogno dello psicanalista.
Alla fine, arriva un quinto posto neanche disprezzabile, che però è
poca cosa rispetto alle aspettative.
Per fortuna, arriva il primo ed unico trionfo internazionale, la Coppa
delle Fiere, anche se la finale si disputerà l'anno successivo. E' il
premio migliore per un presidente che, per passione e competenza,
meriterebbe di essere ricordato non solo con un nomignolo vagamente
irrisorio come Anacleto V°. Infine, nota di merito per il campionato,
la Lazio finisce in serie B per la prima volta dall'istituzione del
Girone Unico: sarà la prima volta di una lunga serie...
25
Gennaio 2016:
Inserita
la pagina di Juventus-Roma,
ventunesima Giornata di Campionato 2015-2016
La Roma tiene botta 76'.
Se non osi, non vinci. Questo è chiaro.
Ma è altrettanto chiaro che questa Roma, questi giocatori della Roma,
non sono in grado di osare.
Al di là di problemi fisici, al di là della stanchezza, al di là di
tutto: questi giocatori hanno perso la propria identità e la fiducia
verso se stessi, e forse verso un po' tutto ciò che li circonda.
Per loro è stato facile far ricadere tutte le colpe su Garcia, fino a
farlo cacciare.
Ma ora, nonostante il cambio di allenatore che ovunque porta almeno un
po' di voglia di rivalsa, le cose in casa giallorossa non sono
minimamente cambiate.
I vecchi vizi sono rimasti tali e quali: le parole dette di troppo
all'arbitro, con conseguenti ammonizioni inutili (Pjanic e Nainggolan)
oppure con ramanzine da parte del tecnico (Florenzi), i colpi proibiti
e le parole esagerate dette con tutte le telecamere piazzate addosso
(De Rossi), le parole altrettanto inutili e ripetitive dette a fine
gara ("Ci serve fiducia", "Dobbiamo lottare", "Stiamo migliorando").
Fatto sta che la Roma, nonostante una partita decente sul piano del
contenimento (comunque davanti avevamo la Juve che veniva da 10
vittorie consecutive ed è lanciatissima nella rincorsa al Napoli), è
apparsa ancora troppo timida e bloccata sulle gambe: mai un tentativo
di cambio di passo, nessuno che provasse la giocata, a saltare l'uomo,
a lanciare l'azione offensiva. Nulla.
E alla fine il gol juventino è arrivato: errore d'impostazione di
Florenzi, difesa schierata male e gol che chiude la partita.
La Roma è malata nella testa, Spalletti da quando è arrivato lo va
ripetendo ai quattro venti.
Ma con le sole parole, ormai si è capito, non si va da nessuna parte.
18
Gennaio 2016:
Inserita
la pagina di Roma-Hellas
Verona, ventesima Giornata di Campionato 2015-2016
Quanto lavoro, mister Spalletti!
Inevitabilmente non poteva cambiare molto in 3 giorni e mezzo, cioè da
quando Spalletti è sbarcato a Trigoria.
In effetti non si capisce il perché il cambio di allenatore è stato
fatto a metà settimana e non già da sabato scorso, al termine della
partita contro il Milan.
Probabilmente poco sarebbe cambiato, per carità, ma non si era mai
vista un'organizzazione così strambalata nella gestione della
situazione. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: in pratica
nulla è cambiato.
La Roma continua a non avere un gioco, non avere idee, non avere
(soprattutto in questo momento) carattere.
Questa partita sarà servita al nuovo tecnico soprattutto per capire
alcune cose e partire da subito con delle certezze. Una su tutte
(purtroppo per lui) è la non disponibilità di Castan. Troppo brutto per
essere quello che in coppia con Benatia aveva fatto diventare la difesa
della Roma un bunker inespugnabile.
Per sua stessa ammissione pensava di stare meglio: in realtà non sembra
più un giocatore di calcio. Auguriamo a lui di rimettersi al più
presto, soprattutto come persona. Per ora la Roma ha bisogno di un
nuovo centrale difensivo.
E poi la poca capacità di Pjanic di caricarsi la squadra sulle spalle.
La fragilità mentale ad inizio ripresa, cosa che ormai conoscono tutti,
compreso questo povero Verona che si appresta a tornare in serie B.
E Spalletti avrà anche il difficile compito (tra i tanti) di far
tornare Dzeko un centravanti da 20 gol. Quello visto finora nella
capitale è una fotografia in bianco e nero del bomber che tutti
sognavano.
Prima di fare proclami, puntare a qualche posizione di prestigio in
classifica, sognare notti magiche al Bernabeu, Spalletti deve prima di
tutto far tornare la Roma una squadra di calcio. Considerando che già
domenica prossima si andrà in casa di quella Juventus che così lanciata
si appresta a contendere fino al termine del campionato lo scudetto al
Napoli di Higuain.
Impresa ardua, ma lo sapeva quando ha deciso di accettare l'ingrato
incarico.
Noi crediamo che lui ci possa riuscire. A condizione che i giocatori
che non credevano più in Garcia, decidano di affidarsi alle mani
sapienti del mister di Certaldo.
10
Gennaio 2016:
Inserita
la pagina di Roma-Milan,
diciannovesima Giornata di Campionato 2015-2016
Ovviamente 45' non bastano.
Tutti contro tutti. Ma nessuno che prenda una decisione.
I giocatori da tempo giocano contro l'allenatore, nonostante gli
abbracci di "Giuda" dopo il gol contro il Genoa.
Il tecnico è contro la società da tempo (fin dal termine della passata
stagione) e ora critica aspramente la preparazione atletica dei
giocatori, affidata a uomini scelti dalla società.
I tifosi contro il tecnico, giocatori, società, prefetto.
Buona parte della società contro il tecnico, ormai rimasto solo.
Ma, come detto, nessuno che decida a prendere una decisione definitiva.
Né Garcia a dimettersi, visto ormai l'abbandono da parte di tutti, né
tantomeno la società che non crede più in questo tecnico. E in questo
progetto. Se mai ce ne fosse stato uno.
Anche ieri, la Roma non ha dato segni di risveglio, contro un Milan che
possibilmente è messo anche peggio dei giallorossi.
Anzi, dopo un discreto primo tempo, i giallorossi sono praticamente
rimasti negli spogliatoi e hanno lasciato il campo completamente agli
uomini di Mihajlovic, che prima hanno raggiunto il pareggio con Kucka
(qualcuno sta pensando di comprare un terzino destro per non far
giocare Florenzi fuori ruolo o c'è ancora qualcuno convinto che
Florenzi possa diventare il più grande terzino di tutti i tempi?) e poi
in più di un'occasione (una clamorosa con lo stesso Kucka) hanno
rischiato di portare a casa il bottino pieno.
Dal confronto, ovviamente, ne esce meglio Mihajlovic, anche lui a
rischio esonero.
Ma da queste parti tutti quanti sembrano attendere il corso degli
eventi senza provare a dare una scossa ad un ambiente ormai più che
depresso, nonostante il ritorno in campo di Totti dopo 105 giorni di
assenza...
07
Gennaio 2016:
Inserita
la Stagione
1940-1941.
Si rischia la retrocessione.
Il 1940-41 vede il nuovo tecnico, Schaffer, fare l'apprendistato.
La dirigenza non mette mani al portafogli (c'è solo il ritorno di
Borsetti dal Torino), ma lui non si scoraggia e comincia tutta una
serie di esperimenti che daranno i loro frutti l'anno dopo.
In difesa entra in pianta stabile l'ex torinista Brunella, mentre in
attacco diventano titolari Krieziu che si era messo in mostra l'anno
prima e il giovanissimo Amadei che a suon di gol (a fine campionato
saranno ben 18) si guadagna gli appalusi dei proprio sostenitori ma
anche degli avversari.
Schaffer è anche uomo capace di accorgersi dei propri errori e, dopo
averlo esautorato, richiama il vecchio Masetti, dato ormai al termine
della propria carriera.
Il portierone veronese, che stava per accasarsi al Padova, torna e
sistema una difesa colabrodo.
Grazie agli aggiustamenti operati in corsa, gli uomini di Schaffer,
dopo aver girato malinconicamente penultimi il girone di andata,
riescono a risalire posizioni e a posizionarsi al decimo posto.
Non è molto, ma viste le premesse, si può guardare al bicchiere mezzo
pieno.
Ha del clamoroso, invece, la corsa in Coppa Italia: i giallorossi
arrivano in finale dopo aver eliminato il Fanfulla, il Novara, la
Fiorentina e il Torino.
La cavalcata è stata lunga ed estenuante, dato che in un paio di
occasioni è stato necessario affidarsi al "replay" della partita, dato
che il primo match era finito in parità dopo i supplementari (non erano
previsti i calci di rigore).
La finale si gioca in gare di andata/ritorno contro il Venezia: nella
gara di andata, dopo neanche mezzora la Roma, grazie ad una tripletta
di Amadei, si trova già sul 3-0. Krieziu fallisce una clamorosa
occasione per segnare il quarto gol e chiudere i conti.
Mazzola accorcia le distanze e le fatiche dei giallorossi cominciano a
fiaccare le gambe dei ragazzi di Schaffer.
Alla fine sarà 3-3 e nella gara di ritorno, al Venezia basterà un gol
di Loich ad un quarto d'ora dal termine per far sfumare i sogni di
gloria della Roma e regalare l'unico prestigioso trofeo ai lagunari.
07
Gennaio 2016:
Inserita
la pagina di Chievo-Roma,
diciottesima Giornata di Campionato 2015-2016
Tutto già visto. Purtroppo.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Quante volte lo abbiamo detto riferendoci alla Roma? Probabilmente
abbiamo anche perso il conto...
Ma la Roma, questa Roma in particolare, continua a cadere sempre,
costantemente, inesorabilmente nello stesso errore.
"Mancavano 6 titolari a centrocampo" (che poi vorremmo capire quali
sono questi 6 titolari a centrocampo se la Roma ha sempre giocato a
3...), "Non posso rimproverare nulla ai miei giocatori", "Abbiamo perso
2 punti".
Ecco, appunto. Di tutte le dichiarazioni fatte da mister Garcia
l'ultima è l'unica accettabile.
La Roma non gioca, e questo ormai è un dato di fatto. Ma nonostante
tutto si è ritrovata, chissà come e chissà perché incredibilmente in
vantaggio di 2 gol dopo poco più di mezz'ora.
Sembrava ormai fatta, e i tifosi giallorossi presenti al Bentegodi
addirittura inneggiavano "vinceremo il tricolor", a testimonianza del
fatto che l'ambiente romano è il più difficile (vero???)
Ma niente da fare. Neanche contro questo Chievo e in vantaggio di due
reti si può dormire sonno tranquilli.
Prima del riposo, il gol rocambolesco di Paloschi. In apertura di
ripresa il parggio di Dainelli (Manolas a cosa stava pensando?).
Eppure Iago Falque era riuscito addirittura a riportare in vantaggio la
Roma, mascherando le clamorose carenze di questa squadra, costretta a
far esordire in serie A i giovanissimi Di Livio e Tumminello
Ma no, non bastava neanche questo. Una punizione di Pepe e soprattutto
la Goal Technology, che per la prima volta in Italia serve a
convalidare un gol, regalano il pareggio al Chievo e un'altra giornata
amarissima per i tifosi della Roma.
Garcia si sente tranquillo, e ci mancherebbe: se non è stato cacciato
finora, è lecito pensare che difficilmente verrà esonerato da qui a
fine anno.
E intanto le altre davanti vincono...
30
Dicembre 2015:
Inserita
la Stagione
1939-1940.
La Roma non brilla, ma arriva Schaffer.
Gli errori che avevano costellato ogni campagna acquisti fin dalla
prima annata, furono presenti e puntuali.
Alla fine del precedente torneo si pensava di essere a postissimo. Il
solito Lombardo a Baires aveva fatto, o credeva di aver fatto un altro
colpaccio ingaggiando il celebre centromediano Minella del "River" e
due attaccanti ben quotati del "Boca".
Il terzetto pretendeva i soldi dell'ingaggio prima ancora di salire sul
piroscafo, e il presidente Betti, anche in relazione alle vigenti leggi
valutarie, assicurava il pagamento solo, per così dire, sulla banchina
del porto di Genova.
Durante il tira e molla i tifosi argentini si fecero sentire e l'affare
sfumò, se affare era.
Poco più tardi, nel porto di Napoli, arriva un'altra nave carica di
turisti-calciatori in cerca di ingaggio, la nave Oceania, che sbarca
nella capitale i vari Provvidente, Campilongo, Spitale e Pantò.
I primi tre sono i più quotati e hanno dato ottima prova in patria, ma
non riusciranno a confermarsi, il terzo è il meno conosciuto, ma si
rivelerà un campione.
A stagione in corso viene ingaggiato anche Naim Krieziu, che si
rivelerà più avanti un ottimo elemento.
Il cammino della Roma è stentato e alla fine dell'anno arriva un
deludente settimo posto.
Anche in Coppa Italia, il cammino della Roma si interrompe ben presto
agli ottavi contro la Juventus dopo aver eliminato i troppo fragili
giocatori del Pontedera ai sedicesimi.
A pagare il conto è Guido Ara, il quale a sole quattro giornate dal
termine viene avvicendato da un certo Schaffer, tecnico noto in tutta
l'Europa Centrale per effetto di uno scudetto vinto con l'Hungaria di
Budapest, squadra presa quando era in coda alla classifica e portata al
titolo con gli stessi uomini.
Di fatto, in questa stagione vengono gettate le fondamenta per lo
squadrone che due anni più tardi vincerà il primo storico scudetto:
sono già 8 i giocatori presenti tra titolari e riserve che nella
stagione 41/42 conquisteranno il titolo.
24
Dicembre 2015:
Inserita
la Stagione
1938-1939.
Il ritorno di Ferraris IV.
Dopo un anno di "esilio" forzato allo Stadio del PNF, si torna a
giocare nello storico Campo Testaccio appena ristrutturato.
Il mercato estivo porta in dote l'ottimo Coscia, oltre ad Alghisi,
Cresa e Di Pasquale, ma la notizia boom è quella del ritorno di
Ferraris IV.
Il borghigiano riscatta il cartellino dal Bari e gioca la sua ultima
stagione in giallorosso, e insieme a lui se ne va un altro grande pezzo
si storia della Roma, Fulvio Bernardini, anche lui arrivato al canto
del cigno.
Proprio il Campo Testaccio viene violato per la prima volta dalla Lazio
(prima vittoria biancoceleste nella stracittadina), il 15 gennaio, che
vede Zacconi e Busani consegnare ai biancocelesti la prima storica
vittoria.
La risposta della Roma non si fa attendere e si concretizza nel 3-1 del
ritorno, firmato da Michelini, Coscia e Bonomi...
Il campionato, dopo un ottimo avvio, si conclude con un anonimo settimo
posto, mentre in Coppa Itala i giallorossi si fermano ai Quarti di
Finale contro l'Ambrosiana Inter dopo aver eliminato la Vis Pesaro e la
Triestina.
Ma le sirene della guerra cominciano a farsi sentire, e i tifosi come i
calciatori cominciano ad avere altri pensieri per la testa...
21
Dicembre 2015:
Inserita
la pagina di Roma-Genoa,
diciassettesima Giornata di Campionato 2015-2016
In vacanza con ancora molti dubbi.
Tutti ad abbracciare Garcia.
Sarà stato una manifestazione di affetto sincera oppure il bacio di
Giuda?
Il dubbio rimane, anche dopo le scarne dichiarazioni a fine gara: c'è
chi continua a dire che in campo non si fa quello che chiede il mister.
E allora perché?
La partita contro il Genoa non ha scacciato neanche nessun dubbio di
natura tattica: la Roma continua a soffrire in maniera pesante in
difesa, e solo un paio di importanti e decisivi interventi di Szczesny
(oltre che ad un altro paio di errori degli attaccanti genoani) ha
fatto sì che la partita di ieri non si tramutasse in un'altra Waterloo
giallorossa.
Il gioco continua a latitare clamorosamente, con troppi giocatori in
evidente difficoltà fisica (Nainggolan) e mentale (Pjanic).
Solo un più o meno casuale gol di Florenzi riesce a sbloccare la gara e
se anche Dzeko si fa espellere per troppo nervosismo nei confronti di
alcune decisioni dell'arbitro, è evidente che qualcosa continua a non
andare nella testa dei giocatori.
E allora? Cosa si aspetta a cambiare allenatore?
Ennesimo dubbio non fugato: nonostante tutto, è possibile cacciare un
allenatore che ha (bene o male) conquistato gli ottavi di Champions
League e nonostante tutto si trova a 4 punti dalla vetta della
classifica di serie A?
Il campionato, ormai è chiaro, si deciderà nelle ultimissime giornate:
lo vincerà soprattutto chi avrà i nervi più saldi, più che chi avrà
espresso il gioco migliore...
Buone feste a tutti.
17
Dicembre 2015:
Inserita
la pagina di Roma-Spezia,
Ottavi di Finale di Coppa Italia 2015-2016
La Roma non c'è più.
INDEGNI.
14
Dicembre 2015:
Inserita
la Stagione
1937-1938.
La Roma si trasferisce momentaneamente allo "Stadio".
A
causa della ristrutturazione del Campo Testaccio, che versa ormai in
condizioni di grave pericolo sia per i giocatori che per gli
spogliatoi, la Roma è costretta ad "emigrare" allo Stadio Nazionale del
Partito Fascista (dove oggi si trova lo stadio Flaminio), e che
all'epoca ospitava le partite della Lazio.
Il regime fascista prevedeva che ogni squadra avesse un suo impianto di
proprietà, ma data l'eccezionalità dell'evento e dello stato in cui
versava Campo Testaccio, fece una proroga alla società giallorossa che
si impegnò a ristrutturare in breve tempo il proprio impianto.
Reduce dalla pochezza della precedente stagione, la Roma cambia
allenatore affidandosi a Guido Ara, della scuola piemontese.
Con lui arrivano a vestire la maglia giallorossa i vari Mascheroni,
Borsetti e Asin ma soprattutto il giovane Michelini, prelevato dalla
rivelazione Lucchese e che nella sua prima stagione alla Roma
realizzerà la bellezza di 16 reti in campionato, facendo dimenticare in
fretta la partenza di Di Benedetti, che ha cambiato casacca insieme ad
Allemandi e Cattaneo.
Questa mezza rivoluzione, però, non porta i frutti sperati: se nella
prima parte di stagione la Roma sembra aver finalmente fatto quel salto
di qualità che in molti aspettano, purtroppo il prosieguo del
campionato mette ancora una volta a nudo le carenze tecniche che la
fanno scivolare fino ad un anonimo sesto posto nella classifica finale.
Anche in Coppa Italia il cammino è molto deludente: dopo la conquista
della finale della passata edizione, in molti si aspettavano perlomeno
il raggiungimento dello stesso risultato.
Invece i giallorossi superano a fatica il Pontedera nei sedicesimi di
finale (ai tempi supplementari) e poi si arrendono al Napoli (sempre
dopo i tempi supplementari) agli ottavi di finale.
14
Dicembre 2015:
Inserita
la
pagina di Napoli-Roma,
sedicesima Giornata di Campionato 2015-2016.
Senza neanche un tiro in porta.
Prendiamoci questo pareggio e guardiamo avanti.
A Napoli è semre una gara difficile, dalla quale si può tranquillamente
uscire sconfitti senza che nessuno possa dire niente. Eppure questo
pareggio (sul quale alla vigilia in molti non avrebbe investito neanche
un centesimo) lascia, chissà perché, un po' di amaro in bocca.
Forse per il fatto che nel tabellino finale, nella casella dei tiri in
porta fatti dalla Roma, risulta il numero zero.
O meglio: un tiro in porta la Roma lo avrebbe anche fatto. Uno. E tra
l'altro anche segnando. Ma il guardalinee "improvvisato" (il "titolare"
è stato sostituito dal quarto uomo per infortunio...) ha giudicato
uscito sul fondo il pallone che Rudiger aveva crossato in maniera
perfetta in area napoletana, e sul quale De Rossi aveva schiacciato di
testa in maniera perfetta.
Sarebbe stato un furto, senza dubbio, perché come detto la Roma oltre
questo tiro in porta, non si è affacciata più di tanto nella metà campo
partenopea.
Ma dietro, finalmente, i giallorossi hanno svolto una gara gagliarda,
concentrata, lasciando le briciole a Higuain e compagni.
E quelle briciole si sono andate a schiantare su Szczesny, che quando
si mette in testa di essere un portiere, lascia veramente poco scampo
agli avversari.
Troppo poco forse per una squadra che ad inizio era partita per lottare
al vertice, e che ora si ritrova addirittura sorpassata dalla Juventus.
Ma questa Roma di oggi, purtroppo, non è quella di inizio stagione.
È in convalescenza senza sapere quando si riprenderà. Per cui, bisogna
prendere tutto quello che di buono (anche poco) esce fuori in questo
periodo.
Ed un punto a Napoli, indubbiamente, è qualcosa di buono. A prescindere
da come sia arrivato.
10
Dicembre 2015:
Inserita
la
pagina di Roma-BATE,
sesta Giornata del Girone E di Champions League 2015-2016.
La qualificazione non cancella la vergogna.
La Roma è inguardabile. Allo stadio, in televisione, a bordo campo.
Una squadra che non riesce a vincere neanche una gara contro questo
inutile BATE, non merita altro che i sonori fischi che le sono stati
dedicati ieri al termine della gara.
Il presidente Pallotta è arrivato a Roma giusto in tempo per sparare
l'ennesima castroneria del suo "mandato": si ricordasse, il presidente,
che questi tifosi che ieri non le hanno mandate a dire a questi
giocatori senza attributi sono gli stessi che lo scorso anno, dopo aver
preso 7 gol in casa contro il Bayern Monaco, chiamarono questi stessi
giocatori sotto la Curva Sud per incitarli e cantare "Vinceremo il
tricolor".
Siamo davvero sicuri che questa squadra meriti tifosi migliori?
Dicevamo della squadra: inutile, senza coraggio, senza idee, senza
mordente. E, inevitabilmente, senza gioco.
Ma da queste pagine, fino al termine della stagione, continueremo a
sostenere Garcia: un allenatore probabilmente non adatto a competizioni
europee (nelle tre stagioni in giallorosso ha vinto la miseria di due
partite complessivamente) e che non ha molte idee di gioco se non
quella che propone da quando si è insediato a Roma.
Ma questi giocatori che guida è oltremodo evidente che gli giocano
contro. Da più di un anno ormai. E allora? Cacciare ora l'allenatore
servirebbe a qualcosa? Con questi giocatori che hanno mandato via Luis
Enrique e Zeman (Andreazzoli vogliamo considerarlo un allenatore?) non
si può essere certi di nulla.
E allora ora più che mai avanti con Garcia: ma li facesse lavorare h.
24 questi poveretti che vanno in campo.
Non contenti di non seguire nessuna indicazione dell'allenatore (anche
ieri sera più volte sia l'allenatore che Dzeko chiamavano il pressign
alto, ma nessuno seguiva queste direttive), ora si permettono anche di
snobbare i tifosi ("Non ci importa dei fischi, conta solo la
qualificazione").
Certo che conta la qualificazione, ci mancherebbe.
Ed infatti i fischi non erano diretti alla qualificazione. Bensì al
fatto che in campo siete pressoché ridicoli. Trotterellate. Arrivate
puntualmente secondi se non terzi sul pallone.
Non solo giocatori come Messi vi umiliano.
Ma anche ex giocatori come Hleb.
Neanche le triple sedute vi basterebbero. Perché tanto non le fareste.
L'ex Burdisso ha parlato chiaro in questi giorni: "A Roma i giocatori
non si allenano".
Chissà perché già lo sapevamo, prima ancora che ce lo dicesse uno che a
Roma c'è stato. E, verosimilmente, non si allenava neanche lui.
07
Dicembre 2015:
Inserita
la
pagina di Torino-Roma,
quindicesima Giornata di Campionato 2015-2016.
Ad un passo dai tre punti, il furto.
Il rigore non c'era, è inutile girarci intorno.
Partiamo da questo presupposto, e poi discutiamo del resto. La Roma di
questi tempi è purtroppo questa: senza gioco, senza idee, senza
carattere, senza niente. E che probabilmente gioca contro il suo
allenatore.
Incapace di dare quel qualcosa in più a questa squadra e che decide
giocoforza di affidarsi al suo (unico?) uomo rimastogli a disposizione,
nonostante rientrante a forza da un infortunio muscolare: Gervinho. Che
non era evidentemente pronto.
Ed infatti dopo poco più di 20 minuti è costretto ad alzare nuovamente
bandiera bianca.
La Roma non c'è. E non riesce a rialzarsi in nessun modo.
Neanche nella giornata in cui il Napoli cade a Bologna e lascia ancora
tutto invariato lì davanti. E che poteva essere propizia alla compagine
giallorossa.
La partita, se di partita vogliamo parlare, doveva finire 0-0,
risultato più giusto per ciò che si è visto in campo. Eppure,
nonostante tutto, il gol la Roma l'aveva pure trovato, grazie anche ad
un regalo quasi allo scadere di Padelli su una punizione di Pjanic.
Ma non è bastato neanche questo: all'ultimo secondo dell'ultimo minuto
di recupero un goffo intervento di Rudiger lanciava Belotti verso la
porta di Szczesny ma un grande intervento di Manolas deviava la palla
in calcio d'angolo.
Tutto finito? No, perché nonostante l'arbitro non avesse detto nulla,
l'assistente di porta (ancora una volta questi inutili personaggi che
condizionano le partite) richiama l'arbitro che assegna il più
inesistente tra i rigori.
Nainggolan dice che se avesse vinto la Roma, ora si parlerebbe di altro.
Non proprio: si parlerebbe di una squadra ridicola che però ora si
troverebbe a 2 punti dalla vetta della classifica.
04
Dicembre 2015:
Inserita
la Stagione
1936-1937.
Esordisce in serie A il più giovane di sempre: Amedeo Amadei.
La prima grande delusione nella storia giallorossa, un undicesimo posto
(peggior piazzamento da quando esiste la squadra giallorossa) che viene
preparato da una campagna acquisti sotto tono, che vede l'arrivo del
solo Serantoni.
Il campionato precedente, nel quale tutti hanno dato il massimo,
distorce la prospettiva, facendo pensare che la squadra non ha bisogno
di ritocchi.
Quando le cose precipitano, per effetto della errata valutazione
dirigenziale, si corre ai ripari con le acquisizioni di Mazzoni e
Prendato, ma è ormai troppo tardi e i buoi sono fuggiti dalla stalla.
Neanche la difesa regge all'usura e in un torneo così negativo, c'è
poco da salvare: le due vittorie nel derby e l'esordio di un ragazzino
che farà molto parlare di sé, tale Amedeo Amadei...
Nella Coppa dell'Europa Centrale, dopo aver eliminato il Rapid di
Vienna agli ottavi, i giallorossi devono arrendersi allo Sparta di
Praga.
L'unica vera soddisfazione, se così si può chiamare, della stagione, è
la conquista della finale di Coppa Italia nella quale però gli uomini
di Barbesino sono costretti ad arrendersi al Genova 1893, dopo aver
eliminato in sequenza la Triestina, il Torino, il Napoli e l'Ambrosiana
Inter, tutte squadre non da poco.
30
Novembre 2015:
Inserita
la
pagina di Roma-Atalanta,
quattordicesima Giornata di Campionato 2015-2016.
Ci risiamo: andate a lavorare!
Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. La Roma, e i suoi giocatori,
tantomeno.
Lo scorso anno accadde la stessa cosa, in tempi e modalità diverse,
certo, ma il modus operandi fu lo stesso: tremenda imbarcata in Europa
(all'epoca contro il Bayern, quest'anno contro il Barcellona) e tanti
saluti al tecnico. Che indubbiamente ha le sue colpe, nessuno dice il
contrario. Ma per battere l'Atalanta del minestraro Reja e dei vari
Raimondi, De Roon, Paletta e Stendardo era veramente necessario essere
guidati da Mourinho? Oppure bisognava avere Ancelotti o Conte? Ma per
favore...
Giocatori ridicoli, alcuni probabilmente spremuti allo stremo perché
senza alternative (Florenzi e Digne per esempio), che però non possono
commettere madornali errori come quello che regala il vantaggio
all'Atalanta, oppure senza attributi da tirare fuori nel momento del
bisogno (chissà se a Pjanic fischieranno le orecchie).
Stesse scene dello scorso anno, quando però la situazione era
leggermente diversa: il momento in cui hanno mollato l'allenatore, per
esempio.
Era già passato Natale e la Roma aveva un tale vantaggio sulla terza in
classifica che si poteva permettere (quasi...) quello che si è permesso.
Oggi invece siamo ancora a Novembre, il passaggio del turno di
Champions è ad un passo, e, male che vada, la vetta della classifica
sarà a "soli" 6 punti.
De Rossi a fine gara ripete le stesse identiche parole dello scorso
anno ("Siamo uniti", "Non molliamo l'allenatore", "Avanti solo con
lui"), il che significa che lo hanno già scaricato.
Non provasse la società a scaricarlo ora: si doveva mandare via a
giugno, quando i rapporti era evidente che fossero logori e non si
poteva proseguire.
Non si è fatto: ora si continui fino alla fine con lui. Facendolo ben
presente a questi ammutinatori.
Basterebbe vincere le prossime tre partite (Torino, BATE e Napoli) e
ricordare questo momento come una semplice scivolata, e dimostrare che
quanto detto qui sopra sono dei grossolani errori.
Ne siete capaci?
25
Novembre 2015:
Inserita
la
pagina di Barcelona-Roma,
quarta Giornata del Girone E di Champions League
2015-2016.
Roma colpita e affondata.
Un'immagine emblematica (tra le tante...) su tutte: Neymar calcia il
rigore, Szczesny para e il primo che arriva sul pallone, praticamente
indisturbato, è Adriano, che segna a porta vuota.
E i giocatori della Roma? Assenti. Come lo sono stati per tutti i 90
minuti. Di solito in queste occasioni i primi ad arrivare sulle
ribattute dei portieri sono i difensori, che si mangiano quei pochi
metri che li separano dalla ribattuta e fanno di tutto per evitare che
gli avversari arrivino sul pallone.
E invece no.
Vero che già si stava sul 5-0 e magari la frustrazione era tanta. Ma a
maggior ragione, quel pallone non doveva arrivare sui piedi di Adriano.
Ad ogni modo, la Roma esce nuovamente con le ossa distrutte da un
confronto con una super squadra. L'anno scorso fu il Bayern Monaco,
quest'anno il Barcellona di Messi-Suarez-Neymar.
Luis Enrique è un semplice dettaglio in tutto ciò, indubbiamente.
Resta il fatto, però, che così come i campionati nazionali, ormai anche
la Champions League è una competizione "falsata": disputando le
decisive dei gironi in orari differenti, si rischia (così come accaduto
ieri) di rendere per alcune squadre le partite da disputare
praticamente inutili. Il pareggio occorso nel pomeriggio tra il BATE e
il Bayer Leverkusen, oltre che a dare la matematica qualificazione al
Barcellona, rendeva più che inutile il risultato per la Roma.
Ed ecco che, come spesso accaduto quest'anno, la Roma scende in campo
scarica mentalmente (oltre che messa male sia a livello tattico che con
gli uomnini sbagliati, indubbiamente). Questo, ad ogni modo, non
giustifica l'ennesima umiliazione subita dalla squadra capitolina nelle
sue apparizioni in campo europeo. Inutile riempirci la bocca di frasi
tipo: "Noi siamo la Roma, dobbiamo andare a dimostrare che siamo la
Capitale d'Italia". Bisogna rendersi conto che la Roma è, almeno in
campo internazionale, una piccola, piccolissima squadra.
Ieri l'ennesima dimostrazione.
La Roma ha dimostrato dall'inizio della stagione di non essere in grado
di difendersi, vuoi per carenza di uomini, vuoi per tipologia di gioco
che Garcia sta tentando (forse invano) di imporre alla squadra: l'unica
nota positiva della difesa di ieri è stata questa ricerca ossessiva del
fuorigioco alto, altissimo, di zemaniana memoria. Fuorigioco, però,
spesso e volentieri eluso dagli attaccanti del Barça.
E allora perché disputare tutto il primo tempo arrocati dietro, con
Pjanic e Nainggolan estremamente schiacciati sulla linea difensiva
facendo inevitabilmente figure pessime contro gli avversari, giocando
solo a calcioni lunghi e non provare a giocare palla a terra, come sa
indubbiamente fare la Roma e come si è provato a fare nel secondo tempo?
Certo, il risultato per il Barcellona era già ampiamente acquisito, ma
il prosieguo della gara ha dimostrato che i blaugrana non sono tipi che
si accontentano o regalano nulla agli avversari. Maicon a fine gara si
è lamentato per l'atteggiamento troppo difensivo della squadra, e della
mancanza di carattere.
Piuttosto che parlare, però, sarebbe stato il caso che il carattere lo
avesse messo contro Neymar, che lo ha umiliato in più di un'occasione.
Magari qualche fallo in più da parte di tutti per interrompere la trama
degli avversari avrebbe reso il passivo un po' meno pesante: il primo
fallo di un frastornato Digne è stato commesso al 50'. Il primo fallo
di questo tipo (e di frustrazione, indubbiamente) lo ha commesso
Vainqueur al 60'.
Ora, oltre l'umiliazione che c'è, senza ombra di dubbio, nulla è
perduto. Anzi, nulla è cambiato.
La Roma è a tre punti dalla vetta in campionato e con altissime
probabilità di passare il turno in Champions League.
A patto, però, che da questo momento in poi non si cominci a giocare
contro l'allenatore per via di questa pesante sconfitta.
Così come è stato fatto lo scorso anno dopo l'altrettanto pesante
sconfitta per 7-1 contro il Bayern Monaco.
24
Novembre 2015:
Inserita
la
pagina di Bologna-Roma,
tredicesima Giornata di Campionato 2015-2016.
Impantanati.
Una partita che neanche doveva iniziare, viste le condizioni pessime
del terreno di gioco.
La Roma, tramite il suo allenatore e i suoi dirigenti, hanno provato in
tutti i modi a convincere l'arbitro Rocchi (che non arbitrava i
giallorossi da quel famoso Juve-Roma dello scorso anno...) che invece
non ha voluto sentire ragioni ed ha iniziato ugualmente la gara.
Da subito si è capito che non poteva essere una partita di calcio, e
forse anche questo ha indotto i giocatori della Roma a prendere sotto
gamba l'impegno. Cosa che al contrario non ha fatto il Bologna, che fin
da subito ha messo tutto l'agonismo possibile (l'ex Destro su tutti...)
sul campo per portare a casa il risultato.
E così i felsinei passano in vantaggio su una classica azione di gioca
che capit su questi terreni: batti e ribatti in area giallorossa senza
che il pallone trovi una via di fuga e Masina si ritrova sui piedi un
facile pallone da spingere in rete.
Per tutto il primo tempo la Roma non si raccapezza, e solo nella
ripresa, dopo l'ennesima sfuriata di Garcia, i giallorossi prendono le
redini del gioco e riescono (ancora una volta) a ribaltare il risultato
con due rigori segnati dall'accoppiata bosniaca Pjanic-Dzeko.
Gara finita? Macché. Quasi allo scadere Torosidis compie l'ennesima
sciocchezza della stagione regalando il rigore del pareggio proprio a
Destro, che segna ed esulta come se avesse segnato il gol decisivo
nella finale di Coppa Campioni. Nulla di tutto questo. Ma forse molto
di più: come spesso accade agli ex giallorossi, segnare contro la Roma
ha (chissà perché) sempre un valore speciale. Nelle precedenti 12
partite di campionato, l'attaccante rossoblu ha offerto solo opache
prestazioni. E siamo abbastanza sicuri che dopo la partita contro la
Roma tornerà ad essere l'anonimo di prima...
Il Napoli vince, così come l'Inter, mentre la Fiorentina non va oltre
il pari: ora la vetta è a 3 punti, ancora a portata di mano.
Ma prima di pensarci, bisogna andare al Camp Nou contro il Barcellona
dell'ex Luis Enrique...
18
Novembre 2015:
Inserita
la Stagione
1976-1977, la stagione della "Giovane Roma di Anzalone e Liedholm.
E della nascita del CUCS.
E arriva l'anno della Roma giovane.
Non avendo alcuna intenzione di spendere (e neanche i mezzi per poter
spendere...), Anzalone si affida ad una totale ristrutturazione che
sembra prefigurare un progetto di lungo termine, puntando (appunto) sui
giovani.
Qualcosa si vede, in particolare rientrano alla base Bruno Conti e
Agostino Di Bartolomei, che entrano stabilmente in prima squadra, ma
gli altri giovani accatastati alla rinfusa da Anzalone, sono quasi
tutti emeriti carneadi che rivelano presto la loro pochezza.
Il simbolo di questi giocatori è Giuliano Musiello, giocatore tanto
generoso quanto inconcludente.
È la stagione che segna anche il resto della carriera di "Kawasaki"
Rocca: l'intervento chirurgico a cui deve sottoporsi ad ottobre per la
ricostruzione del crociato del ginocchio. Da quel momento, per le
stagioni che seguirono, il giovane Rocca alternerà più volte le
presenze in campo con le presenze in sala operatoria. Alla fine del suo
calvario, le operazioni al ginocchio saranno ben cinque, e la
sciatalgia che lo accompagnerà proprio a seguito di questi interventi
lo costringerà, qualche anno più tardi, a dare l'addio al calcio
giocato a soli 26 anni.
Il nono posto finale, segna un lieve migioramento rispetto alla
stagione precedente, ma sembra difficile che un pubblico passionale
come quello romanista, possa accontentarsi di così poco.
Pubblico romanista che proprio in questa stagione da vita al CUCS,
Commando Ultrà Curva Sud, esponendo per la prima volta lo storico
striscione che per molti, molti anni accompagnerà le gesta della
squadra giallorossa.
09
Novembre 2015:
Inserita
la
pagina di Roma-Lazio,
dodicesima Giornata di Campionato 2015-2016.
Tutti a casa!
Un derby senza storie, una vittoria netta della Roma che non ammette
repliche di sorta.
Il rigore su Dzeko non c'era, ok, ma senza entrare troppo nello
specifico (che poi, ad essere onesti, è ancora più bello vincere il
derby con un rigore inesistente...) questa Roma si è dimostrata
nettamente superiore alla Lazio, sia tatticamente che ovviamente
tecnicamente.
Se si esclude la terribile traversa colpita da Felipe Anderson dopo una
bella giocata (ma già si era sull'1-0) e un salvataggio miracoloso di
Rudiger che ha rischiato quasi la vita andando a sbattere contro il
palo della propria porta, la Roma non ha concesso praticamente
nient'altro agli avversari.
Una Roma inedita, sia per il modulo adottato da Garcia viste le tante
assenze, sia per la storia dei derby: mai i giallorossi si erano
presentati al fischio d'inizio senza neanche un italiano in campo.
L'unico superstite, Florenzi, è entrato nel secondo tempo per
sostituire Salah, colpito più che duramente da Lulic: il fallo era da
rosso diretto, Tagliavento non lo ha neanche ammonito. Ora l'egiziano
rischia un lungo stop.
Gervinho ha fatto impazzire Basta e l'intera difesa biancoceleste: il
gol del 2-0 è il coronamento di una partita eccellente.
Il bottino finale poteva essere anche più corposo, se Dzeko e gli altri
non avessero fallito altre chiare occasioni da gol, e se Nainggolan
(indubbiamente il migliore in campo) non avesse colpito il palo.
Complimenti a tutti gli altri esordienti: Vainqueur su tutti, che ha
giocato un'ottima partita senza risentire troppo della tensione
dell'ambiente.
L'ambiente, appunto.
Un derby che non è stato un derby, dal punto di vista del tifo e delle
coreografie che un tempo neanche troppo lontano facevano parlare
l'intero mondo calcistico.
Ieri i tifosi di Roma e Lazio hanno proseguito nella loro (giusta)
protesta di non entrare allo stadio per contestare le inammissibili
decisioni del prefetto Gabrielli: la divisione in due parti delle Curve
è solo l'apice dei soprusi che in questi anni le tifoserie di Roma
(giallorosse e biancocelesti) hanno subito nel silenzio pressocché
generale.
Ricordiamo anche noi che lo spettacolo del calcio è dato in gran parte
dalla tifoseria presente sugli spalti: senza di loro lo spettacolo
sparisce, anche se metodicamente si prova a non inquadrare gli spalti
vuoti.
E senza spettacolo, la pubblicità non paga.
E se non c'è nessuno che paga, il giocattolo si rompe.
06
Novembre 2015:
Inserita
la Stagione
1975-1976, quella dell'esordio della Roma in Coppa Uefa, nata da
pochi anni.
Anzalone decide di rovinare quanto era stato creato nel corso della
stagione precedente e realizza una campagna acquisti assurda, che si
riduce in pratica all'arrivo di Petrini, attaccante che non ha mai
fatto vedere mezzi particolari.
La Roma parte subito male e rende chiaro che i fasti dell'anno prima,
sono ormai passati.
Petrini conferma tutta la sua pochezza, mentre Prati colleziona un
infortunio dopo l'altro.
L'unica cosa positiva dell'annata, sta nel fatto che la squadra non è
costretta a lottare per la retrocessione, come invece succede
incredibilmente alla Lazio, salvata proprio dai giallorossi all'ultima
giornata, quando una rete di Pellegrini condanna l'Ascoli.
La stagione vede anche il grave infortunio occorso al povero Spadoni,
infortunio causato da uno scontro con Bini durante la partita contro
l'Inter: per il giocatore giallorosso non è solo il termine anticipato
della stagione, ma ne viene pregiudicata l'intera carriera agonistica.
Spadoni infatti non tornerà più a calcare il terreno di gioco.
A causa di questa serie di infortuni a catena, Liedholm è costretto ad
attingere a piene mani dalle giovanili, dove pescherà alcuni buoni
elementi, altri invece destinati a rimanere semplici meteore del
panorama calcistico.
La Roma in questa stagione fa il suo esordio nella competizione europea
che da qualche anno ha sostituito la Coppa delle Fiere e che è
riconosciuta dalla UEFA: la Coppa Uefa, appunto, nata appena 4 anni
prima. In questa compatizione i giallorossi si fanno valere, terminando
la propria corsa agli ottavi di finale contro i più quotati belgi del
Club Brugge, dopo aver eliminato i bulgari del Dunav Ruse ai
trentaduesimi e i finlandesi dell'Oster agli sedicesimi.
05
Novembre 2015:
Inserita
la
pagina di Roma-Bayer
Leverkusen, quarta Giornata del Girone E di Champions League
2015-2016.
Dopo il black-out, torna la luce.
Partita per chi ha le coronarie forti, quella di ieri sera. Ma per loro
fortuna (o sfortuna...) i tifosi della Roma hanno le coronarie temprate
da svariate partite di questo genere.
I giallorossi erano pressocché costretti a vincere contro il Bayer per
non veder sfumare le ambizioni di passaggio del turno, vista
l'incredibile partita di due settimane fa, finita 4-4 dopo un
susseguirsi di errori, emozioni, gol e rimpianti vari.
Parte forte la Roma, dopo 2 minuti Salah è già in rete e la Roma è
assoluta padrona del campo. Poco prima della mezz'ora Dzeko trova
(finalmente) la via del gol su bellissimo passaggio filtrante di
Nainggolan e un minuto più tardi lo stesso bosniaco potrebbe chiudere
definitivamente i conti se solo il suo tiro di prima intenzione su
imbeccata di Salah fosse stato più preciso.
Si va negli spogliatoi, e purtroppo cala un po' troppo la tensione.
Al rientro il Bayer in 6 minuti torna a far vedere le streghe ai
giallorossi: 2-2 e una clamorosa occasione fornita da un errore
macroscopico di uno spaesato Maicon rischia di far tracollare i
giallorossi.
Questa volta, però, c'è il tempo necessario per far mente locale e
scrollarsi di dosso la paura.
Gli uomini di Garcia ritornano a prendere possesso del campo e spingono
alla ricerca del gol vittoria, gol che arriva su sacrosanto rigore
segnato da Pjanic per atterramento di Salah.
Gli ultimi minuti servono solo per peggiorare le condizioni cliniche di
alcuni tifosi, ma la Roma riesce a portare in porto i tre punti e una
bella boccata d'ossigeno in vista delle prossime, decisive, uscite
europee.
02
Novembre 2015:
Inserita
la
pagina di Inter-Roma,
undicesima Giornata di Campionato 2015-2016.
Peccato, ma la Roma c'è.
Partiamo da una certezza: se questa Inter è prima in classifica, c'è
poco da preoccuparsi per il futuro.
Una squadra così sgangherata e senza idee come quella interista non
potrà andare tanto lontano né tantomeno vincere lo scudetto. C'è da
dire, però, che questa stessa Inter, nonostante il pessimo gioco e la
scarsissima qualità, sta vincendo tutte le partite con il minimo scarto
e comunque è lì, davanti a tutte le altre.
La Roma l'ha messa sotto, in tutto e per tutto: i giallorossi hanno
provato a replicare la splendida partita disputata mercoledì contro
l'Udinese, ma sotto porta stavolta sono stati molto imprecisi.
Dzeko ha sprecato l'unica vera palla gol capitata sui suoi piedi in
maniera clamorosa, Salah in più di un'occasione si è addormetato
davanti Handanovic, Gervinho non è sembrato così brillante come nelle
ultime uscite. Eppure c'era la sensazione che prima o poi i giallorossi
sarebbero riusciti a sbloccare il risultato.
Invece lo sblocca l'Inter, con un tiro dalla tribuna neanche troppo
irresistibile sul quale Szczesny (forse troppo impegnato a sistemarsi
il ciuffo di capelli) arriva in clamoroso ritardo.
1-0 per i nerazzurri e parte l'assalto alla porta di Handanovic. Che
come detto, però, resterà inviolata, anche per merito dello stesso
portiere interista, che a fine gara risulterà (inevitabilmente) il
migliore in campo.
Quindi c'è poco da preoccuparsi se nonostante la sconfitta i
giallorossi continueranno a giocare così: il gol non è mai mancato (era
da molto che il tabellino non diceva 0 nella casella dei gol segnati
dalla Roma) e il gioco comincia ad avere una certa continuità.
Peccato però, perché vincendo a Milano o comunque non perdendo, la Roma
avrebbe ribadito ancora una volta che quest'anno ce n'è veramente per
pochi contro i giallorossi.
E peccato ancora di più per l'espulsione di Pjanic: sacrosante le sue
proteste nei confronti di Rizzoli per dei falli di mano degli avversari
(proteste concluse con l'ammonizione del bosniaco), ma ingenuo il fallo
di mano con il quale becca il secondo giallo e l'inevitabile
espulsione. Quando si dice il "caso"...
Ora purtroppo la Roma dovrà giocare il derby senza il suo "metronomo"
di centrocampo.
Ma prima di pensare al derby, c'è l'altrettanto importante partita di
mercoledì contro il Bayer che può rilanciare le ambizioni giallorosse
anche in chiave europea.
30
Ottobre 2015:
Inserita
la
pagina di Roma-Udinese,
decima Giornata di Campionato 2015-2016.
Avanti così.
Giocasse sempre così, la Roma vincerebbe a spasso il campionato già a
marzo.
Finalmente sicura dei propri mezzi, intraprendente in avanti e compatta
dietro (fino a quando è rimasto in campo Manolas e la partita aveva
ancora qualcosa da dire), forte ed elegante a centrocampo e con Dzeko
al servizio completo della squadra.
In più Maicon. Sparito per l'intera scorsa stagione. In dubbio
addirittura per questa. Con strascichi di polemiche sulla sua effettiva
tenuta psicofisica e la sua utilità nello spogliatoio.
Eccolo tornato invece quello del triplete con l'Inter: un giocatore
completo, forte, tenace, leader.
Certo, difficilmente riuscirà a disputare 30 partite intere e a questo
livello, ma se riuscisse a dare anche solo per la metà delle gare
l'apporto che ha dato contro la malcapitata (e fin troppo arrendevole)
Udinese, beh... ce ne sarà veramente per pochi.
In dieci minuti la pratica bianconera era già praticamente chiusa
grazie all'uno-due propriziato proprio dallo stesso Maicon, prima con
un assist per Pjanic e poi in proprio con una bella giocata di
sinistro, ma la Roma, come detto, ha dato prova di forza assoluta,
ribadendo per la seconda giornata consecutiva chi è al momento la
capolista indiscussa di questo campionato.
Ora l'aspetterà una settimana di fuoco, che si aprirà sabato in casa
dell'Inter, per proseguire poi nell'importantissima gara di Champions
contro il Bayer Leverkusen e si concluderà domenica prossima col derby.
Al termine di questa settimana potremmo (forse) dire effettivamente se
questa Roma è finalmente maturata, anche grazie al bistrattato Garcia,
che sembra parlare meno ed essere più concreto.
Aspettiamo. E speriamo.
26
Ottobre 2015:
Inserita
la
pagina di Fiorentina-Roma,
nona Giornata di Campionato 2015-2016.
La Roma sbanca Firenze e si appropria della vetta della classifica di
serie A in solitaria.
I giallorossi partono forte, mettono subito le cose in chiaro e dopo
pochi minuti già sono in vantaggio dopo un bello scambio
Salah-Pjanic-Salah, con quest'ultimo che trova un angolino impossibile
da prendere per Tatarusanu.
I viola reagiscono, ma in maniera poco ordinata e su un loro calcio
d'angolo, Gervinho trova una vera e propria prateria davanti a sé su un
lancio di Florenzi e l'ivoriano si esibisce nel suo pezzo preferito:
corsa all'impazzata verso la porta avversaria e gol.
A questo punto i giallorossi possono preoccuparsi solo di contenere le
folate avversarie e giocare di rimessa.
La prima parte dell'opera riesce alla perfezione, se è vero come è vero
che la Fiorentina alla fine non ha mai creato grossi problemi alla
porta difesa da Szczesny, mentre le sortite offensive tardano ad
arrivare, ma l'importante era fare in modo che la Fiorentina spegnesse
pian piano i suoi ardori di rivalsa.
Purtroppo però, come spesso accade in questo momento di stagione, gli
ultimi 10 minuti di gara appaiono i più preoccupanti per la Roma.
Il caso vuole che dopo l'ingresso di Torosidis in campo la difesa
giallorossa vada nel più completo pallone: palloni persi malamente,
sbandate collettive, coperture non proprio efficaci.
Ed ecco che arriva il gol di Babacar ha rovinare (in parte) la festa:
ma ormai è troppo tardi e la Roma può finalmente festeggiare dopo oltre
700 giorni di digiuno il primo posto in classifica in solitaria.
Con la speranza di rimanerci fino alla fine della stagione. Perché la
squadra (pare) ha finalmente ritrovato la retta via.
22
Ottobre 2015:
Inserita
la
pagina di Bayer
Leverkusen-Roma, terza Giornata del Girone E di Champions League
2015-2016.
Dall'inferno al paradiso e ritorno.
Doveva e poteva essere la partita del definitivo salto di qualità tanto
richiesto e tanto atteso.
Doveva e poteva essere la consacrazione di un gruppo che finalmente,
nonostante le difficoltà iniziali, riusciva a reagire e ad annientare
l'avversario.
Doveva e poteva essere la definitiva affermazione della forza di questa
squadra.
Doveva e poteva. Purtroppo, come da sempre accade nella storia
romanista, non è stato.
Mancava tanto così, precisamente 4 minuti (più recupero...), che hanno
fatto diventare degli eroi (perché ciò sarebbero stati in caso di
vittoria finale) in emeriti brocchi. Come se non fosse bastata la
vergognosa prestazione a Borisov contro il BATE, la Roma si presenta in
Germania per riscattarsi e dopo neanche 20 minuti già si trova sotto di
2 gol.
L'ennesima imbarcata e figuraccia si profila all'orizzonte, ma
evidentemente stavolta qualcosa di buono è scattato nella testa dei
giocatori giallorossi, che reagiscono e nell'arco di ulteriori venti
minuti ristabiliscono la parità e dimostrano di poter e voler vincerla
questa partita.
Mettono alle strette gli avversari, vanno più volte vicini al gol del
vantaggio, che arriva ad inizio ripresa con un'altra magia di Pjanic,
alla quale fa eco il gol dell'incredibile 2-4 di Iago Falque a 20
minuti (ancora...) dalla fine.
Partita definitivamente chiusa? Macché...
Così come iniziata, la partita si chiude con degli incredibili ed
inspiegabili svarioni difensivi della retroguardia della Roma, cambiata
ancora una volta negli uomini da Garcia, che decide di puntare su un
inguardabile Torosidis sulla destra e un inadeguato Rudiger al fianco
di Manolas.
E così succede l'impensabile: in due minuti il Bayer pareggia e ad una
manciata di secondi dalla fine sfiora addirittura la vittoria con
Hernandez che si divora un gol quasi fatto davanti a Szczesny. Si torna
a casa con l'amaro in bocca.
Poteva essere gloria. Sarà mestizia. E di nuovo alla ricerca di
colpevoli più o meno attendibili e per niente utile in questo momento
della stagione...
19
Ottobre 2015:
Inserita
la
pagina di Roma-Empoli,
ottava Giornata di Campionato 2015-2016.
La Roma si conferma.
La Roma riparte come meglio non poteva, dopo la sosta per le Nazionali.
Ottima giornata non solo per i tre punti conquistati abbastanza
agevolmente contro un Empoli volitivo ma non all'altezza, ma anche e
soprattutto per i risultati negli altri scontri diretti in vetta alla
classifica che hanno fatto avvicinare sensibilmente la squadra
giallorossa alla Fiorentina capolista.
Una Roma decisa e convinta che, nonostante un primo tempo forse un po'
troppo in sofferenza, con l'ex Paredes che ha fatto andare ai matti il
dirimpettaio Pjanic, alla lunga è riuscita a venire fuori e ha mettere
a tacere le velleità dei toscani.
L'ingresso nel secondo tempo di Nainggolan ha dato la spinta necessaria
al centrocampo giallorosso che si è impossessato del pallone e non lo
ha più lasciato.
Pjanic si è potuto dedicare più in libertà alla costruzione del gioco e
dai suoi piedi fatati è scaturito il gol del vantaggio con una
splendida punizione sulla quale l'altro ex di turno, Skorupski, ha
potuto ben poco.
Il raddoppio di De Rossi, che suggella così lo storico traguardo delle
500 presenze con la maglia della Roma (addirittura con un anno di
anticipo su Totti), finalmente su calcio d'angolo, chiude la gara già
al 20' del secondo tempo.
La Roma gioca sul velluto ma non si distrae troppo, come accaduto in
passato, ed ecco anche il gol di Salah da vero attaccante.
Il resto è accademia, con Buchel che sorprende da lontano un incerto
(ancora una volta) Szczesny, ma la sostanza non cambia.
La Roma c'è, è viva, è alla sua terza vittoria consecutiva: quale
migliore viatico per la tremenda sequenza di partite ravvicinate che la
aspettano, a partire da martedì nell'importantissima trasferta di
Champions a Leverkusen?
Nota di merito per Castan: si è rivisto in campo, con la grinta di una
volta e con la convinzione che ora sia tornato veramente ad essere un
giocatore.
Aspettiamo che torni in condizione, perché la difesa ha un tremendo
bisogno di lui.
05
Ottobre 2015:
Inserita
la
pagina di Palermo-Roma,
settima Giornata di Campionato 2015-2016.
Come complicarsi maledettamente la vita.
Un primo tempo perfetto. Una squadra finalmente compatta, decisa, unita
e con un unico obiettivo: la vittoria.
In meno di 30 minuti era già stata cancellata l'onta di Borisov con una
prova magistrale, con 3 gol di pregevole fattura (anche quello di
Florenzi, seppur molto fortuito) e i 3 punti praticamente già
incamerati nel primi 45 minuti.
Era inevitabile aspettarsi una reazione del Palermo, se non altro
perché il tecnico Iachini era in bilico e il pubblico era schierato
tutto dalla sua parte. Ma farsi praticamente mettere sotto per oltre 30
minuti da questo Palermo no, proprio non va bene.
Prendere il primo gol da Gilardino quando Pjanic si era fermato a terra
e nessuno (neanche dei giallorossi) si è fermato ci può stare. Ma poi
restare con quella sensazione di ansia che non ti fa stare tranquillo
neanche quando sei due gol sopra e dopo che hai dimostrato una netta
superiorità tecnico-tattica per tutto il primo tempo, era impensabile.
Eppure la Roma continua ad avere i suoi atavici difetti, rendere
complicate anche le situazioni semplici, quelle già chiuse. E così
puntuale arriva il secondo gol di Palermo, per fortuna ormai allo
scafere del tempo.
E un Gervinho finalmente in forma, su ottimo assist di un non troppo
utilizzato Uçan, fissa il punteggio sul definitivo 4-2 per i
giallorossi.
Ora con la pausa si spera di recuperare alcuni infortunati e
soprattutto le energie mentali per affrontare il presieguo del
campionato. Che non può non essere nostro quest'anno...
30
Settembre 2015:
Inserita
la
pagina di BATE-Roma,
seconda Giornata del Girone E di Champions League 2015-2016.
Vergognatevi tutti.
Una vergogna senza fine. Senza se e senza ma.
Forse peggiore addirittura delle pesantissime sconfitte per 7-1 subite
contro il Manchester United e il Bayern Monaco.
Roma rimaneggiata e con gli uomini contati, certo, ma questo
fantomatico BATE, nonostante partecipi assiduamente alla Champions
League, non è di molto superiore al Carpi battuto sabato scorso. Eppure
dopo appena mezz'ora di partita i bielorussi erano in vantaggio già per
3-0, annientando e schiacciando gli sventurati (e verosimilmente
sopravvalutati) giocatori della Roma.
Un paio di papere di Szczesny (clamorosa quella che regala di fatto il
2-0 al BATE) spiana la strada alla disfatta, ma Garcia su tutti sbaglia
clamorosamente formazione, regalando per quasi 40 minuti la fascia
destra giallorossa agli avversari.
Iturbe che sembra (o forse è) il fantasma di se stesso, De Rossi
ormamai diventato difensore centrale (lui che difensore non è), Salah
in giornata poco vogliosa e Nainggolan che non può fare il regista. Il
tutto condito da una preparazione alla gara sbagliata in tutto e per
tutto.
Giocatori che continuano a non fare ciò che chiede il mister (le parole
di alcuni protagonisti al termine della gara lo hanno ribadito ancora
una volta) e valutazioni tecniche che non convincono nessuno.
Dov'è il gioco della squadra? Sono ormai due anni che in molti se lo
chiedono. Se mai ci sia stato, in fondo in fondo.
Ora è facile chiedere la testa dell'allenatore o di questo o quel
giocatore. Come abbiamo più volte detto, queste scelte andavano fatte
al termine della disastrosa stagione passata. Ciò non è stato fatto. E,
quindi, questa vergognosa sconfitta entra di diritto nella storia (in
negativo) della squadra giallorossa.
Vergognatevi.
28
Settembre 2015:
Inserita
la
pagina di Roma-Carpi,
sesta Giornata di Campionato 2015-2016.
Tutto facile oggi.
Poco più di un allenamento contro lo sprovveduto Carpi.
La Roma si sbarazza con molta facilità della neopromossa squadra
emiliana, ma purtroppo perde 3 giocatori per infortunio, alcuni anche
gravi.
Poco dopo la mezz'ora del primo tempo, i giallorossi si trovano già in
netto vantaggio per 3-0, grazie alle reti realizzate da Manolas (la
prima per lui con la maglia della Roma), Pjanic su punizione e
Gervinho, che riprendendo una corta respinta di Brkic su tiro di
Maicon, ritrova il feeling con la porta avversaria e con i propri
tifosi.
Il solo Borriello, ex di turno, prova a fare qualcosa per gli avversari
e dopo aver sfiorato addirittura il gol del vantaggio carpigiano, con
splendida azione personale che lascia di sasso l'intera difesa
giallorossa, trova un altrettanto bel gol di testa con la deviazione
decisiva di De Rossi. La ripresa inizia con Totti in campo al posto di
Dzeko, rimasto negli spogliatoi per un infortunio muscolare e neanche
il tempo di iniziare che proprio lo stesso capitano si invola verso la
porta in contropiede, ma il suo tocco sotto viene deviato da Brkic che
serve un pallone solo da spingere in rete sui piedi di Salah.
Purtroppo il capitano giallorosso proprio su questa azione si infortuna
all'adduttore destro e chiede immediatamente il cambio. Entra Iturbe e
la partita va via sull'onda dell'entusiasmo per la goleada alla quale
partecipa anche Digne su assist di Maicon.
In Bielorussia contro il BATE la Roma partirà con gli uomini più o meno
contati, con un attacco dimezzato e un centrocampo con i cerotti.
Il BATE non sarà come il Carpi, certo, ma la Roma partita dovrebbe
comunque avere vita facile contro la squadra più scarsa del girone di
Champions.
Se così non fosse, allora neanche la classifica accorciata grazie alla
netta vittoria della Fiorentina sul campo dell'Inter avrà significato.
Come detto, quello col Carpi è stato poco più di un allenamento.
Facciamolo fruttare per i prossimi più impegnativi incontri.
24
Settembre 2015:
Inserita
la
pagina di Sampdoria-Roma,
quinta Giornata di Campionato 2015-2016.
Fischi assordanti su questa insignificante Roma.
19 calci d'angolo battuti senza creare neanche la minima apprensione a
Viviano.
Il solito primo tempo a trotterellare senza avere la minima intenzione
di intensificare le azioni di gioco. Un gioco inesistente per tutta la
durata della partita, anche quando nel secondo tempo, trovatasi sotto
per via del gol realizzato da Eder, ha messo un po' più di pressione
agli avversari, ma sempre grazie ad iniziative personali, soprattutto
di Salah e Pjanic.
Una barriera posizionata in maniera imbarazzante sul primo gol di Eder,
che non si spiega come possa un portiere esperto come De Sanctis aver
messo in quel modo.
Le solite richieste di Garcia alla squadra puntualmente non eseguite
dai suoi giocatori.
Infine i nomi e le età degli avversari: Correa (21 anni), Ivan (20
anni). Due giocatori che hanno fatto la differenza per la Sampdoria.
Altro che Pjanic o Uçan.
Cosa deve accadere affinché qualcuno si accorga che questi giocatori
giocano contro il proprio allenatore? Perché se così non fosse, allora
la cosa è ancora più grave: Garcia non sa mettere in campo una squadra
capace di battere questa Sampdoria e non sa proprio darle un minimo di
gioco, ma affidare al caso le sorti della partita.
In molti (Sabatini su tutti) si sono affrettati nel dire che nonostante
la sconfitta, se la squadra continuerà a giocare come contro la
Sampdoria si toglierà molte soddisfazioni. In realtà è un anno intero
che la Roma non ha la più pallida idea di cosa fare in mezzo al campo,
con o senza il pallone tra i piedi.
Al termine della scorsa stagione (pochi mesi fa...) chiedevano un
"repulisti" generale, perché la situazione era divenuta insopportabile.
Non è stato fatto: queste sono le conseguenze.
22 Settembre 2015:
Inserita
la
pagina di Roma-Sassuolo,
quarta Giornata di Campionato 2015-2016.
Totti fa 300. Ma la Roma...
La Roma rispegne la luce.
Colpa forse di Garcia che dopo la gara contro il Barcellona decide di
fare un grooso turnover ed inserire 6 giocatori diversi (De Sanctis
forzatamente per l'infortunio di Szczesny) rispetto alla gara di
Champions.
Colpa anche di alcuni giocatori che proprio non riescono a capire che
giocare contro il Sassuolo o contro il Barcellona dovrebbe dare gli
stessi stimoli mentali e fisici.
Maicon ex giocatore, Pjanic al rientro da un infortunio, Iturbe che per
tutto il primo tempo non è riuscito a strusciare una palla, Rudiger più
svagato che mai, Torosidis in un ruolo non suo.
Basterebbe questo per chiudere il commento sulla partita.
Ma Garcia decide di far parlare parecchio sulle sue scelte e dopo
appena 5 minuti del secondo tempo sostituisce un fumoso Iturbe che
smoccola non poco ed esce prendendo a calci tutto ciò che gli capiti a
tiro: era proprio necessario questo cambio dopo l'inizio della ripresa
o forse era meglio lasciarlo da subito negli spogliatoi?
Il Sassuolo gioca bene, meglio della Roma, l'ex Di Francesco sa far
giocare bene la sua squadra (soprattutto quando incontra la Roma,
perché quando invece si trova di fronte la Juve... lasciamo perdere), e
si ritrova due volte meritatamente in vantaggio.
Dopo il trecentesimo gol (in clamoroso fuorigioco) con la Roma di
Francesco Totti che non se la sente di esultare come meriterebbe un
traguardo del genere, e lo spettacolare pareggio di Salah, la Roma
sembra decisa a spingere sull'acceleratore per vincere la gara, ma è un
fuoco di paglia, e a parte una clamorosa parata di Consigli ancora su
Salah e un altrettanto clamoroso rigore negato per atterramento di
Rudiger, la Roma non dà mai l'impressione di essere quella squadra
schiacciasassi che in molti si aspettavano fosse diventata.
In realtà sembra sempre di più in linea continua con quella che ha
chiuso malamente la scorsa stagione.
Purtroppo.
17 Settembre 2015:
Inserita
la
pagina di Roma-Barcelona,
prima Giornata del Girone E di Champions League 2015-2016.
Che sia solo l'inizio...
Una Roma gagliarda, tosta, compatta, coriacea, determinata, convinta e
convincente.
La Roma che vorremmo sempre vedere.
I benpensanti, quei tifosi radical-chic che vorrebbero sempre vedere il
bel gioco abbinato alla vittoria contro chiunque, e che di fronte a
questo splendido risultato ottenuto dalla Roma storcono il naso, vorrei
ricordare un piccolissimo dato statistico.
Il Barcellona sceso in campo ieri all'Olimpico è quella squadra che
nell'ultima stagione ha vinto: la Liga spagnola, la Coppa del Re, la
Champions League e la Supercoppa Europea, ed è, a ragion veduta, da
tutti considerata la squadra più forte del mondo, e la maggior
pretendente a vincere anche la Coppa del Mondo per club
(l'Intercontinentale, per intenderci).
Ora, davanti a questi numeri, come si fa a snobbare un pareggio per 1-1
ottenuto alla grande dalla squadra di Garcia?
Quanti alla vigilia avrebbero creduto in una prestazione e in un
risultato del genere se glielo avessero detto?
La Roma ha fatto quello che doveva fare: di fronte a dei mostri sacri
come Messi, Neymar, Suarez, Iniesta, la Roma ha prestato il fianco ed
ha incassato, ha fatto sfogare l'avversario cercando di contenerlo come
meglio poteva, e quando ha avuto l'occasione ha provato anche ad
affondare il contrattacco.
C'è riuscita splendidamente con un gol da antologia di Florenzi, che da
centrocampo ha visto il povero Ter Stegen fuori dai pali e lo ha
sorpreso con un gol che anche lo stesso Florenzi riusciva a capacitarsi
di averlo fatto davvero.
Nel momento di maggiore difficoltà dei catalani ha provato anche a
passare in vantaggio con un gran tiro di Nainggolan sul quale il
portiere blaugrana si è riscattato.
E poi è tornata a fare il lavoro di contenimento, lasciando il meno
possibile agli avversari, e quando questi sono riusciti a penetrare
nella difesa giallorossa, un grande Szczesny prima e un ottimo De
Sanctis poi, hanno chiuso alla grande la porta della Roma.
Una Roma provinciale, forse? No, una Roma che quando serve sa fare
anche la provinciale. E non si deve vergognare di farla: davanti aveva
il Barcellona.
Il Barcellona.
14 Settembre 2015:
Inserita
la
pagina di Frosinone-Roma,
terza Giornata di Campionato 2015-2016.
No. Così no.
Troppo bella la Roma vista contro la Juve o troppo involuta quella
vista contro il Frosinone?
Probabilmente, come spesso accade, la verità sta nel mezzo, e se la
Roma vista contro i bianconeri ha toccato dei livelli altissimi di
qualità di gioco, quella contro il Frosinone ha fatto rivedere per
lunghi tratti della partita i fantasmi della seconda parte di stagione
dello scorso anno.
Non che Szczesny abbia mai subito un assedio, intendiamoci, salvo la
bellissima parata su un tiro da fuori di Tonev, in cui il portiere
polacco ha ribadito una volta di più il suo ruolo nella squadra di
quest'anno, ma il centrocampo giallorosso con l'assenza di Pjanic ha
faticato non poco a trovare il bandolo della matassa della partita.
E così per lunghi tratti, la squadra è apparsa lenta, goffa, quasi
annoiata di dover affrontare il Frosinone (alla sua prima esperienza in
serie A) quando tra pochi giorni dovrà affrontare i campioni del
Barcellona.
Forse proprio questo ha condizionato la partita. Diciamo che vogliamo
sperare che sia stato così.
Perché la Roma di quest'anno, ancor più che l'anno scorso, è stata
costruita per vincere lo scudetto, questo è abbastanza chiaro ormai.
Ma anche contro le piccole (leggasi Frosinone) bisogna subito chiudere
la pratica, e poi eventualmente pensare agli impegni successivi.
Con il Frosinone i 3 punti sono arrivati. Forse con un po' troppa
fatica, ma sono arrivati.
Questo, comunque, è quello che conta.
31 Agosto 2015:
Inserita la
pagina di Roma-Juventus,
seconda Giornata di Campionato 2015-2016.
Grande Roma. Con ansia finale.
Una partita così mancava da troppo tempo.
Una Roma così l'aspettavamo da quasi un anno.
Pressing alto, squadra compatta, giocate di prima, incursioni dei
terzini.
E un centravanti d'area di questa portata come è Edin Dzeko mancava da
troppi anni nelle aree avversarie.
La Juve è un cantiere che stenta a ricostruire la propria identità, ma
anche i giallorossi avevano diverse defezioni e sono stati costretti a
proporre De Rossi come centrale difensivo.
Non male la sua prestazione, anche se in un paio di occasioni ha
rischiato grosso (mani incomprensibile al limite dell'area e fallo al
limite del cartellino giallo poco dopo).
Ad ogni modo la Roma ha letteralmente schiacciato la squadra
bianconera, che per tutto il primo temo non si è mai affacciata
nell'area giallorossa, mentre gli uomini di Garcia più volte sono
andati vicini al vantaggio, prima con Dzeko che non è riuscito ad
intercettare un pallone da spingere in rete e poi con Pjanic che ha
concluso sul palo una bella giocata corale.
La Juve tenta di scuotersi nella ripresa, ma la Roma continua a tenere
il pallino del gioco a centrocampo con un Nainggolan superlativo, un
Keita che non ha sbagliato un pallone (anzi, purtroppo uno nel finale
sì...) e Pjanic che ha coronato la sua partita con una punizione
magistrale che ha lasciato di sasso Buffon e ha dato inizio alla festa
giallorossa.
L'inserimento del nuovo arrivato Digne sulla fascia sinistra si è
sentito eccome, e la sua intesa con Iago Falque è sembrata da subito
eccellente. E proprio lo stesso Iago Falque ha servito un assist d'oro
al gigante Dzeko che ha prima umiliato in elevazione Chiellini e poi ha
schiacciato in rete il gol del 2-0.
Partita virtualmente finita e festa che può cominciare... anzi, no.
Nonostante la Juve sia rimasta in dieci uomini per l'espulsione di
Evra, Keita pensa bene di regalare un pallone agli avversari che in due
passaggi arrivano al 2-1.
Finale da cardiopalma: calcio d'angolo per la Juve, colpo di testa di
Bonucci e palla che sta andando ad insaccarsi in porta allo scadere, ma
un salto felino di Szczesny riesce a togliere la palla da dentro la
porta e ricacciare in gola l'urlo dei tifosi bianconeri.
Che la Roma abbia finalmente trovato la quadratura del cerchio con i
nuovi acquisti?
Solo il tempo potrà dirlo, anche perché in difesa mancano ancora alcune
pedine importanti che forse Sabatini riuscirà in questo ultimo giorno
di mercato a reperire.
Intanto la strada è quella giusta: continuiamo a percorrerla in questa
direzione.
25 Agosto 2015:
Inserita la
pagina di Hellas
Verona-Roma, prima Giornata di Campionato 2015-2016.
Nulla è cambiato. O quasi.
Comincia una nuova stagione, con molte speranze, poche certezze e un
cantiere ancora aperto chiamato Roma.
Non sono bastati più di due mesi per rimediare agli errori commessi da
Sabatini durante la sessione invernale dello scorso calciomercato.
Certo, gli innesti di Salah e soprattutto di Dzeko, quella punta
centrale di peso che da troppo tempo mancava nella formazione
giallorossa sono importanti e danno un peso diverso all'attacco della
Roma, considerando che il mistero Destro e il desaparecido Doumbia
hanno (finalmente) cambiato casacca.
Iago Falque è un altro elemento interessante.
Ma oltre la punta centrale, lo scorso anno è stato fin troppo evidente
l'assenza di due terzini di ruolo che potessero supportare sia la fase
offensiva che corprire degnamente la difesa.
E, ad oggi, questi mancano ancora all'appello.
Il povero Torosidis ha dimostrato ancora una volta i suoi limiti in
fase di copertura, oltretutto sulla fascia non propriamente di sua
competenza, ed infatti il gol del momentaneo vantaggio gialloblù è
arrivato proprio dalla sua parte, con un suo evidente errore.
Dall'altra parte Florenzi si è sacrificato molto nel ruolo di terzino,
e (forse) ha capito che se quest'anno vuole giocare molte partite, si
deve mettere l'anima in pace ed adattarsi nel ruolo difensivo, chiuso
com'è dal traffico di attaccanti esterni che ci sono in rosa.
Ma proprio l'esterno romano ha raddrizzato la partita e ha permesso a
Garcia di poter tirare un sospiro di sollievo, almeno per una
settimana: purtroppo è ancora evidente l'assenza di un gioco manovrato
e che abbia le caratteristiche del primo anno giallorosso del tecnico
transalpino.
Ovviamente è ancora presto per tirare le somme (e ci mancherebbe), ma
al termine della scorsa stagione in molti chiedevano una sorta di
rivoluzione: in società, oppure alla guida tecnica, oppure nella rosa.
Tutto ciò non è avvenuto.
Basteranno gli innesti che sono arrivati (e gli altri che giocoforza
arriveranno) a ridare gli stimoli a questa squadra?
Staremo a vedere.