14 Luglio
2021:
Inserite le Amichevoli
1993/1994: Carlo Mazzone. E la Roma è romana.
L'emozione
ma anche la grande delusione per aver perso in modo rocambolesco la
Finale di Coppa Italia contro il Torino è ancora forte.
Il neo
presidente Franco Sensi, finalmente alla guida solitaria della società,
come preannunciato decide di puntare su Carletto Mazzone per la guida
tecnica della Roma: un condottiero romano e romanista che possa far
tornare grande la squadra giallorossa.
Sensi mette a disposizione del "sor Carletto" anche un bomber di
livello: Abel Balbo prelevato dall'Udinese. In più viene acquistato
Lorieri dal Lecce, per tentare di sostituire Cervone che non ha mai
convinto (soprattutto caratterialmente) la società giallorossa.
Alcuni ritorni di giovani dai vari prestiti durante l'anno si
riveleranno fondamentali, come Scarchilli e Berretta.
La Roma svolge il precampionato a Lavarone dove, carica di aspettative,
svolge alcune amichevoli che fanno sognare, come sempre, la tifoseria.
Rientrata a Roma, partecipa al Memorial Ceravolo in Calabria e perde il
secondo Memorial Dino Viola contro la Lazio, in un derby caratterizzato
dagli incidenti sugli spalti.
Il campionato parte male, malissimo, nonostante la vittoria interna
contro la Juventus: dopo poche partite e alcuni sonori schiaffoni presi
da tante squadre anche di bassa classifica, Sensi e Mazzone capiscono
che bisogna correre ai ripari. A novembre vengono acquistati di corsa
due pupilli di Mazzone che li ha avuti a Cagliari: il difensore Festa
che si affianca ad Aldair e una vecchia conoscenza giallorossa,
Massimiliano Cappioli, altro romano e romanista.
Le cose però cambiano ben poco, La Roma continua a non vincere né
convincere e sprofonda sempre più giù in classifica, inanellando una
serie di be 14 partite consecutive senza vittorie.
Sensi però non cade nella tentazione di far fuori il tecnico fortemente
voluto, e alla fine ha (quasi) ragione: la Roma a Foggia dopo aver
visto il baratro della Serie B, si rialza e infila una serie di
vittorie consecutive (peccato per il pareggio a Milano con l'Inter) che
la portano addirittura a sfiorare la qualificazione alla Coppa Uefa.
Nel frattempo esplode definitivamente il talento di Totti, ma è lo
stesso Mazzone a dosarlo sapientemente in campo per non rischiare di
bruciarlo.
A stagione terminata, una torunée in Argentina fa riapparire Caniggia
con la maglia giallorossa dopo la lunga squalifica per doping.
Ad Arezzo, poi, lo stesso Totti segna il suo primissimo gol con la
Prima Squadra in amichevole contro la squadra locale, prima del tragico
suicidio di Agostino Di Bartolomei una settimana dopo mentre la Roma si
aggiudicava il Memorial Giorgio Calleri contro la Lazio e il Torino.
31 Maggio
2021:
Inserite le Amichevoli
1992/1993: il Borussia, Totti, la Finale di Coppa Italia.
Sono
molte le cose successe durante la stagione che ha visto la Roma
navigare nelle zone basse, bassissime della classifica di Serie A.
Ma andiamo con ordine.
La presidenza Ciarrapico, che lascerà dei danni patrimoniali enormi,
cambia allenatore puntando su Vujadin Boskov e facendo pochi acquisti
ma mirati, almeno sulla carta.
L'allenatore serbo punta molto sul suo connazionale Mihajlovic,
prelevato dalla Stessa Rossa e preceduto dalla fama di avere un
sinistro di una potenza inaudita. In attacco dall'Atalanta viene
ingaggiato il biondo e veloce Caniggia e in difesa dal Torino arriva il
forte stopper Silvano Benedetti.
Per un motivo o per l'altro, nessuno dei tre lascerà segno del loro
passaggio in giallorosso o addirittura verrà ricordato (come
Mihajlovic) con malcontento e acredine.
Il precampionato in Toscana è salutato come ogni anno con i migliori
auspici e i grandi sogni di una tifoseria troppo tesa a considerare
campioni giocatori che in realtà non lo sono e dopo i primi giorni di
allenamento intenso all'Olimpico i giallorossi si aggiudicano il
Memorial Dino Viola vincendo contro il Bayern Monaco e la Fiorentina,
preludendo ad una grande stagione.
Anche nella tournée in Olanda contro il PSV e il Borussia Dortmund,
l'impressione è che la Roma possa disputare una buona stagione,
togliendosi alcune soddisfazioni. Ma la realtà sarà del tutto diversa.
In campionato la Roma scivola ben presto nelle zone basse della
classifica, venendo spesso sbeffeggiata da avversari sulla carta molto
inferiori a lei, come ad esempio il Brescia che viene all'Olimpico a
padroneggiare o a Bergamo dove l'Atalanta fa il bello e il cattivo
tempo.
Ben poche le soddisfazioni, come la vittoria sull'Inter per 4-1 o
quella sulla Juventus, ma i bocconi amari saranno comunque superiori a
quelli dolci.
Come ad esempio la squalifica di Caniggia (che comunque durante l'anno
aveva più che latitato sottoporta) per cocaina.
Doping che il caso vuole venga scoperto nella partita di Brescia il 28
Marzo 1993, storico giorno dell'esordio in Serie A di Francesco Totti,
la Leggenda della Storia della Roma.
Alla fine i giallorossi riusciranno a portare a casa una salvezza più o
meno tranquilla, senza mai ambire a lottare per qualcosa di più.
In Coppa Uefa la Roma va forte, nonostante le vicende giudiziarie ed
economiche che nel frattempo colpiscono il presidente Ciarrapico,
arrivando ai Quarti di Finale contro il Borussia Dortmund, già battuto
in estate.
Il gol di Mihajlovic segnato in casa all'andata, viene ribaltato al
ritorno con un secco 2-0 che significa eliminazione. E in quel giorno
"nasce" l'idea del "progetto AlmanaccoGiallorosso".
Infine la cavalcata della Coppa Italia: la Roma elimina in sequenza il
Taranto, la Fiorentina, il Napoli (con qualche difficoltà) e si ritrova
di fronte la corazzata del Milan di Capello, imbattuto da 11 mesi e 41
partite ufficiali.
All'andata una splendida partita condita da un gol in tuffo di Muzzi e
allo scadere un incredibile contropiede concluso con un pallonetto da
manuale dello stesso Caniggia.
Nel ritorno il Milan non riesce a sfondare il muro giallorosso
nonostante ci si metta anche l'arbitro a spingere i rossoneri con un
rigore molto dubbio, su cui Cervone compie un vero miracolo, spedendo
la Roma in Finale contro il Torino.
Nel sottopassaggio del Meazza pare che sia Cervone che Zinetti ne
dicano di tutti i colori alla terna arbitrale, con i lrisultato di
venire squalificati entrambi per la Finale.
Finale che verrà disputata dal giovane Fimiani che nel doppio confronto
con il Torino non è esente da colpe: il 3-0 dell'andata sembra una
pietra tombale, ma una campagna mediatica fortissima spinge l'Olimpico
a riempirsi a dismisura e a far credere che l'impossibile sia possibile.
Ne esce fuori una partita memorabile, Rizzitelli al 20' lancia la sfida
che Silenzi al 45' sembra annientare, ma una ripresa condita da 3
rigori segnati da Giannini (al futuro laziale Marchegiani), una
punzione di Mihajlovic da 30 metri sembrano far esplodere lo Stadio,
che però viene zittito dal secondo gol di Silenzi che, se non fosse
stato per un clamoroso palo dello stesso Giannini, sarebbe servito a
ben poco.
24 Maggio
2021:
Inserita
la pagina di Spezia-Roma,
38 Giornata di Campionato 2020/2021.
La stagione e la Serie A più falsata della storia (più dell'anno
passato) sono finalmente finite.
La Roma riesce all'ultimo a "respingere l'assalto del Sassuolo" (...) e
ad arrivare settima per il rotto della cuffia, grazie ad una migliore
differenza reti rispetto ai romagnoli e a qualificarsi per l'Europa
"dei piccoli" per il prossimo anno.
Non che la Roma possa permettersi di snobbare nulla a livello
internazionale, capiamoci bene: la bacheca a Trigoria da quel punto di
vista è ferma al lontano 1961, quando i giallorossi conquistarono la
Coppa delle Fiere prima della nascita della Uefa e di tutte le sue
vicissiudini, ma di certo dopo aver per anni seduto al tavolo delle più
titolate squadre in Champions League ed essere arrivati nonostante
tutto quest'anno alla semifinale dell'Europa League, la qualificazione
alla neonata Conference League è ben magra consolazione.
E probabilmente se non ci fosse stato qualche giorno fa l'annuncio
clamoroso di aver ingaggiato José Mourinho come manager dal prossimo
anno, la piazza sarebbe stata molto più rumorosa e verosimilmente la
Roma non avrebbe tirato fuori quell'orgoglio (?) finale che le ha
permesso di riprendersi dalla batosta contro il Manchester.
Una pessima annata questa che va a chiudersi. E sì che era anche
partita abbastanza bene, con la Roma che veleggiava in alto in Serie A
e in Europa League passava agevolmente il girone.
Poi il solito black out tra gennaio e marzo, che manda tutto all'aria,
condito da una rosa non propriamente all'altezza tolti quei 11-12
titolari che dovrebbe far ben riflettere la nuova dirigenza su chi
affidare per la sua futura modifica: senza tornare a fare sempre i
soliti nomi, di certo tutti quegli ex giocatori che quest'anno hanno
orbitato tra la panchina e la tribuna con sporadiche apparizioni in
campo, probabilmente è il caso che non vadano più a gravare inutilmente
sul bilancio societario, così come acquisti incomprensibili negli Stati
Uniti o, come accaduto in passato, affidarsi a nomi di rilievo che
(forse) in un lontano passato hanno fatto intravedere qualcosa di buono.
E infine, anche riguardo a chi comincia ad avere un'età o un quadro
clinico che non gli permette di fare più di 20 partite l'anno: valutare
bene il da farsi con tutti, nessuno escluso.
Perché di figure barbine come contro il Manchester o della vergogna
come contro lo Spezia in Coppa Italia o del "respingere l'assalto del
Sassuolo", sinceramente, ne abbiamo piene le scatole.
10 Maggio
2021:
Inserita
la pagina di Roma-Crotone,
35 Giornata di Campionato 2020/2021.
Ci
voleva il clamoroso annuncio di qualche giorno fa dell'ingaggio di Josè
Mourinho come allenatore per i prossimi tre anni a guidare la panchina
giallorossa o forse, più semplicemente, ci voleva il Crotone già da
tempo retrocesso in Serie B a far tornare alla goleada questa Roma che
nel corso dei mesi più freddi si è andata via via sfilacciando e
perdendo sempre più posizioni in classifica.
Fatto sta che, dopo un primo tempo abbastanza anonimo e pieno di
sbadigli se non per un paio di legni colpiti da Mkhitaryan (comunque in
fuorigioco) e Borja Mayoral, la ripresa ha visto la squadra giallorossa
passare subito in vantaggio con lo stesso spagnolo (che poi a tempo
scaduto chiuderà il conto) e poi giocare con più ampia manovra e
sicurezza, fino a dilagare con una doppietta di Pellegrini, un altro
gol dello stesso Borja Mayoral e un gol di Mkhitaryan, che così arriva
a 10 gol in campionato proprio come Borja Mayoral.
Tutto fin troppo semplice, quindi, nella ripresa. Dove è stato
possibile per Fonseca anche ar esordire altri due giovanissimi della
Primavera, oltre a far giocare da titolare il già "collaudato" Darboe.
Se Zalewski aveva già assaporato la gioia dell'esordio in Prima Squadra
nel ritorno della semifinale di Europa League contro il Manchester
United giovedì scorso, per Edoardo Bove è arrivata la prima presenza
ufficiale proprio contro il Crotone: entrambi, poi, hanno iniziato e
partecipato attivamente all'ultimo gol della Roma segnato da Borja
Mayoral a tempo praticamente scaduto.
Rimangono così 3 partite al termine del campionato: contro l'Inter, il
derby contro la Lazio (vergognoso il fatto che ancora non abbia
recuperato la partita con il Torino...) e in chiusura di stagione
contro lo Spezia.
Pensare di essere in "ansia" per dover difendere il settimo posto dal
Sassuolo è già un'ammissione di stagione fallimentare...
30 Aprile
2021:
Inserita
la pagina di Manchester
United-Roma, Andata della Semifinale di Europa League 2020/2021.
Da sogno a incubo.
Qualcuno aveva sognato una partita diversa. Qualcun altro aveva sperato
in una partita dignitosa.
Altri ancora l'avevano definita "la partita più importante della
propria carriera" e proprio per questo motivo si era deciso, più o meno
scientemente, di abbandonare definitivamente le speranze di arrivare
tra le prime quattro in campionato per dedicarsi anima e corpo a questa
partita (che poi, parliamoci chiaro, vincere ed eventualmente passare
il turno non avrebbe ancora garantito nulla per il prossimo anno...)
E invece la realtà è ben diversa da quella sperata e sognata.
Sognata fino al 64', quando Cavani ha segnato il gol del 3-2 e ha dato
il via all'ennesima umiliazione giallorossa a Manchester.
I tre infortuni patiti dai giallorossi in appena 37 minuti sono una
bella attenuante, certo, ma se in panchina hai dei giovani inesperti o
ex giocatori che non trovavano spazio neanche nella Serie B brasiliana,
come si può anche solo lontanamente pensare di andare a fare risultato
su un campo come l'Old Trafford?
E il risultato, incredibilmente, era anche maturato nei primi 45
minuti, lasciando tutti spiazzati e conil sogno che stava divenendo
realtà all'orizzonte.
Ma se l'allenatore è il primo a dichiararsi emozionato per la sua prima
semifinale europea e continua a dichiarare la cosa, è evidente che non
sappia come impostare la gara e che anche con un risultato che va oltre
ogni più rosea aspettativa non sappia come ridisegnare la squadra in
campo.
E il risultato è un secondo tempo da squadretta di provincia che fa da
sparring partner all'allenamento degli avversari.
Che giustamente si infilano in tutti gli ampi spazi lasciati dai
difensori giallorossi che continuavano a mantenere una linea a dir poco
alta e fragile come foglie nela bufera.
Il 6-2 finale fa male come e più il 7-1 di qualche anno fa.
Ma perlomeno all'epoca quella squadra non aveva abbandonato
definitivamente le altre competizioni: arrivò seconda in serie A e
vinse la Coppa Italia.
Questa Roma invece? Ha ancora voglia di rinnovare i contratti (come si
vociferava tempo addietro) ai vari Bruno Peres, Pastore, Mirante,
Diawara e attendere i recuperi, se mai ci saranno, dei vari Smalling,
El Shaarawy, Kumbulla?
Dispiace dirlo, ma questa Roma è settima in classifica perché è quello
il suo valore e l'arrivo alla semifinale di Europa League è stato un
pure caso, se gi contro l'Ajax è passata per il rotto della cuffia dopo
aver subito clamorosamente ad Amsterdam.
Tralasciando infine, di proposito, il ricordo di come si è usciti dalla
Coppa Italia.
Questa Roma ha bisogno inevitabilmente, per l'ennesima volta, di un
repulisti generale. Fatto sul serio però.
26 Aprile
2021:
Inserita
la pagina di Cagliari-Roma,
33 Giornata di Campionato 2020/2021.
Troppi ex giocatori in campo.
D'accordo avere la testa alla partita di giovedì prossimo contro il
Manchester United nella semifinale di Europa League.
D'accordo voler risparmiare i giocatori migliori, evitando così anche
il rischio infortuni proprio alla vigilia di un incontro così
importante.
D'accordo anche non forzare i ritmi e lasciare all'avversario il
pallino del gioco, avversario tra l'altro anche molto più motivato dato
che la classifica per il Cagliari non è proprio delle più tranquille.
Ma perdere l'ennesima partita in questo modo, abbandonare completamente
il campionato rischiando a questo punto di compromettere anche il
settimo posto che significherebbe perlomeno partecpare alla nuova e più
piccola competizione europea, la Confederence League (ma si vuole, poi,
veramente parteciparvi?), ricoprendo ancora più di ridicolo questa
pessima stagione giallorossa, no. Non va bene. E non potrà mai andare
bene questo tipo di atteggiamento.
Schierare contemporaneamente tanti, troppi ex giocatori non può che
portare ad un risultato diverso da quello che poi si è verificato.
Fazio, Santon, Bruno Peres, Smalling rientrato dopo una vita passata in
infermeria, Diawara che ormai passaggia per il campo, Villar e
Mkhitaryan lontani parenti di quelli di un po' di tempo fa: non è
questo il modo di affrontare una partita di Serie A, anche volendola
giustificare con l'incontro ravvicinato di Europa League.
Siamo veramente sicuri che il gioco vale la candela? Neanche fosse la
finale, poi.
Da diverse settimane, ormai, la Roma e il suo tecnico hanno tirato i
remi in barca quando devono giocare nel fine settimana, pensando e
dedicandosi esclusivamente agli incontri europei.
Per carità, finora i risultati dicono che va bene così, anzi benissimo.
Ma difficilmente affrontando il Manchester United così come si è
affrontati Cagliari, Atalanta, Torino, Bologna, Sassuolo e lo stesso
Ajax si uscirà dall'Old Trafford giovedì senza avere le ossa rotte.
E a quel punto, se dovesse andare così, quale sarà la giustificazione a
tutto ciò?
21 Aprile
2021:
Inserite le Amichevoli
1991/1992: troppi impegni stagionali, poche le amichevoli.
L'indomani
la cocente sconfitta in Finale di Coppa Uefa contro l'Inter l'Olimpico
si riempie di nuovo per dare il giusto saluto alla carriera di un
grande calciatore come è stato Bruno Conti.
Nel frattempo il nuovo presidente Giuseppe Ciarrapico si è insediato e
i tifosi giallorossi già sperano in una campagna acquisti di tutto
rispetto, nonostante le difficoltà economiche che vanno ripianate
immediatamente.
Come al solito, i tifosi della Roma resteranno a bocca asciutta: un
acquisto eccellente arriva, quel Thomas Haessler già rincorso a vuoto
l'anno precedente ma poi approdato alla Juventus, ma come controparte
oltre ai 12 miliardi di lire pagati, la Roma cede ai bianconeri anche
Angelo Peruzzi, ancora squalificato per il doping Lipopoll.
Insieme al tedesco tascabile arrivano De Marchi, sempre dalla Juventus,
Garzya dal Lecce e Bonacina dall'Atalanta: non proprio una campagna
acquisti di primo livello...
Che la stagione in divenire non sarà esaltante lo si capisce fin dalle
prime amichevoli precampionato, dove la Roma a tratti stenta e con
alcune compagini di medio livello (Atalanta e Pescara) non va oltre il
pareggio.
Arriva poi subito la prima sconfitta di livello, nella Supercoppa
Italiana contro la Sampdoria e sempre i blucerchiati saranno la squadra
che eliminerà la Roma nei Quarti di Finale di Coppa Italia nel Febbraio
1992.
La Roma gioca praticamente ogni tre giorni e recuperare le energie
psicofisiche in queste condizioni, e con una rosa non ampia come
dovrebbe essere, non è così facile.
L'avventura europea delle Coppe delle Coppe dopo l'esaltante
eliminazione del CSKA di Mosca e il più o meno agevole passaggio del
turno contro l'Ives di Tampere, si chiude bruscamente con
l'eliminazione ai Quarti di Finale da parte del Monaco (quella
dell'orribile maglietta blu indossata dalla Roma) con un gol di testa
del più basso tra tutti i 22 giocatori in campo, Rui Barros, ex
juventino.
In campionato, invece, come al solito la Roma va a corrente alternata:
va quasi meglio fuori casa che all'Olimpico, dove il rapporto tra
Ottavio Bianchi e i tifosi (e non solo con loro...) raggiunge i minimi
storici.
16 Marzo
2021:
Inserita
la pagina di Roma-Ajax,
Ritorno dei Quarti di Finale di Europa League 2020/2021.
Sofferenza e gioia infinita.
La
Roma approda per la settima volta nella sua storia ad una semifinale di
competizione europea (considerando anche la vecchia Coppa delle Fiere)
e a fine mese affronterà lo squadrone del Manchester United, che nel
frattempo ha recuperato per intero tutti i giocatori in rosa.
Una
partita di autentica sofferenza per le coronarie dei tifosi giallorossi
che hanno contato ogni secondo che separava la Roma dal novantesimo
nella speranza di mantenere intatto il risultato acquisito nella gara
d'andata.
Partita a senso unico, quindi, con l'Ajax che ha cercato in ogni modo
di rompere il muro difensivo della Roma alla ricerca dei gol che
potessereo ribaltare il risultato, ma sorprendentemente è la Roma che
in avvio arriva al gol con Veretout ma che viene annullato per
fuorigioco dello stesso giocatore francese.
Dopo di ciò, la Roma si rintana sempre più a difesa della propria area
di rigore e lascia la completa manovra di gioco agli avversari (che
addirittura a fine gara avrà oltre il 70% di possesso palla) e cerca di
ribattere in contropiede con scarsi successi, dato che il solo Dzeko è
troppo isolato in avanti per poter dare fastidio alla difesa olandese.
Nonostante tutto il primo tempo si conclude, come sperato, sullo 0-0.
La ripresa si apre subito con il gol della speranza per l'Ajax segnato
da Brobbey e l'Ajax appare ancora più determinato a raggiungere il
secondo gol.
Gol che arriva grazie a Tadic, che però dopo un consulto al Var, viene
annullato per evidente fallo su Mkhitaryan.
La pressione avversaria aumenta, le difficoltà crescono e la fatica
comincia a farsi sentire.
L'Ajax però lascia pochi uomini in difesa e quindi più spazi per il
contropiede della Roma: su uno di questi è bravissimo il giovane
Calafiori a mettere a sedere il suo diretto avversario e a fornire un
perfetto assist in area a Dzeko, che deve solo spingere il pallone alle
spalle dell'ex Stekelenburg.
Gli ultimi minuti servono solo per far aumentare i problemi cardiaci ai
tifosi della Roma, che però alla fine possono gioire per questa
qualificazione che in questo momento della stagione è la cosa migliore
che potessero chiedere.
09 Marzo
2021:
Inserita
la pagina di Ajax-Roma,
Andata dei Quarti di Finale di Europa League 2020/2021.
Pau Lopez spinge la Roma.
Dalla
possibile sconfitta e definitiva crisi giallorossa, alla quasi
insperata vittoria con momenti di gloria che potrebbe spedire la Roma
nell'elité del calcio europeo.
L'avversario era, ed è ancora, tra i
più temibili in Europa, secondo Fonseca il più forte tra quelli rimasti
in corsa, ma la Roma era scesa in campo senza timori reverenziali.
Anzi, dopo un primo momento di studio, grazie ad un ispiratissimo
Spinazzola, in più di un'occasione aveva creato diversi grattacapi alla
difesa olandese ma proprio sull'ennesima sgroppata sulla sinsitra, il
laterale giallorosso si infortuna ed è costretto a lasciare il campo.
Infortunio non di poco conto, considerando che la Roma doveva già
rinunciare a Mkhitaryan e Smalling oltre che al lungo degente Zaniolo.
E difatti i giallorossi si immalinconiscono e pian piano cominciano ad
arretrare il proprio raggio d'azione fino ad evitare quasi di superare
il centrocampo, cercando di contenere le avanzate avversarie.
Purtroppo, l'ennesimo errore di impostazione e di intesa stavolta tra
Diawara e Mancini causa il gol del vantaggio dell'Ajax.
Sembra un libro già letto più e più volte, tant'è vero che pronti via,
ad inizio ripresa i lancieri di Amsterdam possono usufruire di un
calcio di rigore per fallo di Ibanez.
Pau Lopez invece si oppone a Tadic e lancia il grido della riscossa:
Pellegrini pareggia su papera del portiere avversario e sempre Pau
Lopez difende con unghie e con denti, non sempre con parate plastiche
per i fotografi, la propria porta chiudendo di fatto la saracinesca.
L'Ajax tra una folata e un'altra rischia molto e lascia ampi spazi di
manovra alla Roma che ci crede e ci prova.
A tempo quasi scaduto, finalmente su un calcio d'angolo battuto come si
deve, Ibanez si ritrova solo e con il pallone giusto da spingere in
rete: stop di petto e tiro al volo tremendo che libera l'urlo di gioia
per la vittoria e potrebbe essere decisivo per il passaggio alle
Semifinali.
Appuntamento fra 7 giorni: questa Roma potrebbe continuare a scrivere
pagine importanti della Storia giallorossa...
31 Marzo
2021:
Inserite le Amichevoli
1990/1991: una stagione piena di emozioni contrastanti.
Dopo la parentesi Radice e Stadio Flaminio della stagione precedente,
finalmente il presidente Viola può accogliere il nuovo allenatore
Ottavio Bianchi e aprire le porte ai tifosi giallorossi del nuovissimo
Stadio Olimpico, fresco di Finale della Coppa del Mondo vinta dai
tedeschi giallorossi Voeller e Berthold.
Quella che si appresta ad iniziare sarà una stagione piena di impegni:
la Roma lotta su tre fronti e la rosa giallorossa viene rinforzata
dall'attaccante della Nazionale italiana Andrea Carnevale, dal
finalista di Coppa Campioni con il Benfica Aldair e dal terzino Amedeo
Carboni e dal jolly Fausto Salsano.
In più, dopo la partenza di Franco Tancredi, si punta molto
sull'esplosione di Angelo Peruzzi a difendere la porta giallorossa,
nonostante ci sia comunque Cervone, che non è di certo l'ultimo
arrivato.
Parte la stagione, ma già a metà ottobre il primo colpo di scena:
Carnevale e Peruzzi vengono squalificati per un anno per via del caso
doping "Lipopill", che fa risultare le analisi antidoping positive.
La Roma, nonostante tutto, in campionato galleggia a metà classifica,
mentre in Coppa Italia e in Coppa Uefa viaggia con il vento in poppa: a
fine 1990 si è qualificata per i Quarti di Finale di entrambe le Coppe,
eliminando Foggia e Genoa in Coppa Italia, mentre il Benfica, il
Valencia e il Bordeaux in Coppa Uefa.
Il 19 Gennaio, poi, muore improvvisamente il presidente Dino Viola: la
Roma resta smarrita, i tifosi sgomenti, e la squadra perde in casa con
il Pisa.
La moglie, donna Flora Viola, prende le redini della presidenza in
attesa che qualcuno si faccia avanti per acquistare la società: sarà la
prima donna a guidare una squadra di Serie A e quasi al termine della
stagione passerà la mano a Ciarrapico.
Dopo un primo momento di sbandamento, la Roma riprende a correre,
soprattutto nelle Coppe: in Coppa Italia elimina sorprendentemente
prima la Juventus e poi il Milan in Semifinale, mentre in Coppa Uefa
supera agevolmente l'Anderlecht e con un finale al cardiopalma elimina
anche il Broendby in Semifinale.
Due finali in una stagione: sarà amara, amarissima quella di Coppa Uefa
nel derby italiano contro l'Inter, più dolce econ dedica al presidente
che non c'è più quella in Coppa Italia contro la Sampdoria fresca
Campione d'Italia.
In mezzo a tutte queste partite, c'è poco spazio per le amichevoli
infrasettimanali, che infatti non verranno disputate, facendo pian
piano scemare questa "tradizione" e limitandosi, per questa stagione,
alle sole amichevoli di precampionato.
22 Marzo
2021:
Inserita
la pagina di Roma-Napoli,
28 Giornata di Campionato 2020/2021.
Roma in zona rossa.
La corsa alla Champions si fa sempre più complicata.
Un'altra sconfitta contro una diretta concorrente e soprattutto una
prova sconcertante da parte dei ragazzi di Fonseca, chiamati a tirare
fuori carattere e mentalità, ma che si sono rivelati fragili, privi di
idee e con poca birra in corpo.
La squadra è stanca, è evidente, ma proprio per questo ci si
aspetterebbe una squadra che crolla nel secondo tempo, ed invece la
Roma entra molle in campo fin dal primo minuto di gioco, poco
concentrata visti i tanti errori di impostazione e passaggi sbagliati
da chi doveva costruire il gioco.
Il Napoli nel primo tempo ha letteralmente passeggiato sulle macerie
della squadra giallorossa e ha disinnescato fin dall'inizio Spinazzola
e a quel punto, senza la spinta del laterale sinistro, la Roma ha perso
qualsiasi possibilità di affacciarsi in maniera pericolosa dalle parti
di Ospina.
Pau Lopez ci ha messo del suo, regalando di fatto un gol e mezzo, ma
stavolta la colpa non è da far ricadere solo su di lui: è proprio
l'atteggiamento dell'intera squadra che non è piaciuto.
Il secondo tempo è andato leggermente meglio, ma c'è anche da dire che
il Napoli, forte del 2-0, ha anche un po' rallentato la pressione
lasciando più spazio agli avversari.
Pedro sempre più nervoso verso la panchina, Dzeko impalpabile e uscito
con un dolore al flessore, Smalling che non si sa che fine abbia fatto,
Veretout e Mkhitaryan infortunati di lunga degenza: la sosta per la
Nazionale arriva probabilmente nel momento migliore, ma alla ripresa
del campionato per poter raggiungere l'obiettivo della Champions
rimarranno solo 10 gare.
La Roma, questa Roma, sarà in grado di vincerle praticamente tutte?
18 Marzo
2021:
Inserite le Amichevoli
1989/1990: l'anno del Flaminio e di Radice.
La delusione dell'annata precedente porta il presidente Viola a
cambiare nuovamente la guida tecnica della squadra giallorossa.
Ma fin da subito è chiaro che quest'annata sarà un anno di
"transizione": Viola ingaggia Ottavio Bianchi dal Napoli, ma la squadra
partenopea non e vuole sapere e blocca il tecnico non concedendogli la
rescissione del contratto e di fatto tenendolo fermo un anno. Così il
presidente giallorosso vira su l'ex tecnico granata, Gigi Radice,
facendo però presente che il suo impegno durerà solo questa stagione,
perché Bianchi comunque approderà in casa giallorossa terminata la
stagione.
Anche la campagna acquisti sembra prefigurare una annata in tono
minore: arrivano infatti mezze figure come Comi e Berthold, che certo
non possono bastare per consentire alla Roma di rientrare nel gruppo di
testa. E soprattutto la Roma si priva di quello che in futuro diverrà
un portiere da altissimo rendimento, quel giovane Angelo Peruzzi che
aveva fatto perdere le staffe anche a Tancredi (relegato in panchina),
scambiandolo con il Verona da dove arriva Giovanni Cervone, altro
portiere comunque che si rivelerà di livello.
La squadra conosce bene i propri limiti, ma naviga con grande dignità
al Flaminio, stadio che sostituisce per un anno l'Olimpico in
ristrutturazione per i Mondiali.
Forse è proprio il "nuovo" stadio con i tifosi giallorossi più "sul
campo" che riescono a dare quel qualcosa in più alla squadra, forse è
una serie di circostanze favorevoli, forse è la consapevolezza di non
partire per nessun obiettivo dichiarato, fatto sta che la Roma riesce a
tornare in Europa grazie ad un buon sesto posto, che va oltre le non
esaltanti aspettative di inizio stagione.
Anche in Coppa Italia i giallorossi si comportano dignitosamente,
arrivando fino alle semifinali, dove vengono elimintate dalla Juve dopo
aver compiuto quasi un'impresa: perde 2-0 all'andata a Torino, ma nel
ritorno al Flaminio riesce a travolgere e ribaltare il risultato già
nel primo tempo, prima di crollare per una papera difensiva che
coinvolge in prima persona proprio Cervone.
Le amichevoli stagionali si diradano sempre più, limitandosi quasi
esclusivamente a quelle di precampionato, dove la Roma partecipa prima
al Memorial Pier Cesare Baretti e poi al "Kiev International
Tournament" e a quelle di fine anno, dove i giallorossi sono chiamati a
fare una sorta di passerella nei campi di provincia dove le squadre
locali hanno appena concluso i propri campionati.
Partite, queste ultime, di cui non si hanno molte tracce storiche,
tant'è vero che non è chiaro in che giorno fossero state giocate, ma a
cui presero parte tantissimi giovani della Primavera giallorossa,
fresca campione del campionato di categoria, che in futuro avranno la
possibilità di esordire anche in partite ufficiali con la Roma, avendo
fortune altalenanti.
12 Marzo
2021:
Inserita
la pagina di Roma-Sachtar,
Andata degli Ottavi di Finale di Europa League 2020/2021.
El Shaarawy riaccende la Roma.
Capolavoro di Fonseca nell'andata degli Ottavi di Finale di Europa
League contro lo Sachtar.
I giallorossi partono forte, come al solito, nei primi minuti della
gara contro una squadra che, fa bene ricordarlo, ha battuto due volte
il Real Madrid e non ha permesso all'Inter di segnare neanche una rete
nei due incontri del Girone di Champions League, quindi non proprio una
squadretta tanto scarsa.
E già al 22' dopo una bella combinazione tra Pedro e Pellegrini, il
capitano giallorosso trova il gol del vantaggio, che mette la partita
in discesa e costringe gli avversari ad aprirsi.
Poco dopo però si infortuna Mkhitaryan e il volto della partita prende
una piega diversa, con gli ucraini che prendono sempre più campo e con
la Roma che quasi non riesce a reagire alle avanzate avversarie, senza
però mai rischiare troppo.
Nelle rare occasioni in cui la difesa giallorossa va in sofferenza,
ecco che un super Pau Lopez (finalmente) chiude la saracinesca e nega
il gol almeno in tre clamorose occasioni capitate sui piedi degli
attaccanti avversari.
Poi nella ripresa, dopo un scambio di opinioni non proprio delicate tra
Fonseca e Pedro (anche stavolta molto fumo e poco arrosto per
l'attaccante spagnolo), il tecnico giallorosso lo sostituisce con El
Shaarawy che risulterà determinante per le sorti dell'incontro.
Il Faraone, dopo aver preso le misure agli avversari, prima si divora
un gol colossale, e poco dopo ne inventa uno da guardare e riguardare,
concludendo una splendida giocata sulla fascia con un morbido tocco
sotto che spegne le velleità degli avversari.
La partita è praticamente finita, ma Mancini decide di arrotondare
ancora di più il risultato e blindare il discorso qualificazione
segnando il gol del definitivo 3-0 con il suo ormai classico colpo di
testa da calcio d'angolo.
06 Marzo
2021:
Inserite le Amichevoli
1988/1989: tu quoque, Pruzzo, fili mi!
La Roma di Viola riparte dal terzo posto della stagione precedente
carica di aspettative e speranze.
Purtroppo, però, quel risultato è solo un abbaglio e il presidente
Viola non ha più la forza economica per poter riportare la Roma in alto
in Italia e in Europa.
La squadra è ormai in evidente declino e i mancati interventi sul
mercato impediscono di porre riparo al deterioramento tecnico della
rosa.
Anche se per acquistare Rizzitelli, la società esborsa una cifra non
indifferente per l'epoca: circa 10 miliardi, cifra che resterà
affibiata per lungo tempo all'attaccante di Margherita di Savoia che
non è certo un bomber, ma una valida seconda punta.
Ma gli occhi dei tifosi (e soprattutto delle tifose) sono tutti per un
altro attaccante brasiliani, accostato ai grandi del passato: Renato
Portaluppi, che in patria ha vinto tutto, anche una Coppa
Intercontinentale con il Gremio.
Purtroppo il suo impatto con il campionato italiano e con il destino
della Roma è pressappoco nullo e di lui si ricorderanno solo le
scorribande da donnaiolo conclamato.
Altro brasiliano che arriva alla Roma è Andrade: non si inserirà mai
nel gioco di Liedholm e verrà presto relegato a ruolo di comprimario,
lento e impassato nel centrocampo giallorosso quando tutti gli corrono
intorno, "Er moviola" soffrirà praticamente da subito di saudade.
La stagione parte male con l'eliminazione già a Settembre dalla Coppa
Italia, nel secondo girone di qualificazione.
In Coppa Uefa si esce agli Ottavi a Novembre dopo aver eliminato, non
senza poche difficoltà, il Norimberga e il Partizan di Belgrado: agli
Ottavi la Dinamo Dresda si sbarazza dei giallorossi con due secchi 2-0,
che non ammettono repliche.
In campionato non va certo meglio, con la squadra che non riesce mai a
decollare e pian piano rimane invischiata nella zona centrale della
classifica, fino ad essere pericolosamente abulica, tanto che a fine
Febbraio Viola decide di rimuovere dalla panchina il Barone ed
affidarsi a Spinosi.
I risultati sono più disastrosi di prima, e il presidente giallorosso
dopo neanche un mese torna frettolosamente sui propri passi,
richiamando Liedholm.
A questo punto la squadra sembra sbloccarsi e prende un buon ritmo
tanto da raggiungere lo spareggio contro la Fiorentina per partecipare
alla prossima Coppa Uefa(grazie anche al Milan che vince la Coppa dei
Campioni "liberando" un posto in Europa).
Ma il destino è infausto anche questa volta e prevede che proprio nello
spareggio la Roma venga battuta da un gol del suo ex per eccellenza,
quel bomber Pruzzo osannato fino all'anno precedente e ora esecutore
della coltellata finale alla stagione giallorossa.
Non molte le amichevoli stagionali degne di nota, a cui tra l'altro
partecipano moltissimi giovani, che avranno fortune alterne: a parte il
precampionato, la Roma partecipa prima alla Pescara Cup battendo il
Colonia ma venendo sbeffeggiata dalla squadra di casa e successivamente
al Memorial Baretti.
A Febbraio vince il Trofeo Città di Roma contro il Palermo e Werder
Brema per poi chiudere il 7 Giugno a Terracina, nello stesso giorno in
cui il presidente Dino Viola e buona parte della squadra sono rimasti a
Roma per partecipare al funerale dello sfortunato Antonio De Falchi.
04 Marzo
2021:
Inserita
la pagina di Fiorentina-Roma,
25 Giornata di Campionato 2020/2021.
Vittoria importantissima.
Dopo
lo stop contro il Benevento e la sconfitta interna contro il Milan, che
hanno portato a settimane di discussione e polemiche mai sopite contro
l'allenatore, il modulo, le scelte tattiche, i giocatori mandati in
campo e quelli lasciati in panchina, la Roma era chiamata ad un
importante rilancio sotto il profilo caratteriale ma soprattutto dal
punto di vista dei punti da mettere in classifica.
Perché la Juve
ha ripreso a viaggiare con costanza, l'Inter non ha quasi mai smesso,
l'Atalanta ha ripreso a correre come lo scorso anno e dietro, se il
Napoli arranca, la Lazio vede ancora qualchebarlume di speranza di
risalita.
Mentre il Milan, che continua a faticare, è sempre là, in attesa di
essere superato dalla Juve, ma con il rigorino che arriva sempre, in
ogni gara e ad ogni minuto.
La Roma quindi doveva necessariamente vincere, su un campo non
proibitivo come una volta, ma comunque ostico e contro una squadra che
ha fame di punti.
I giallorossi partono forte, come spesso accade, prendendo subito le
redini del gioco, ma come atrettanto spesso accade il tanto gioco non è
finalizzato da altrettanti tiri verso la porta avversaria e occasioni
pericolose. Dietro, comunque, nessun problema di sorta.
Nella ripresa la Roma parte nuovamente forte e arriva al meritato
pareggio con uno splendido gol di Spinazzola (ancora una grande prova
la sua) che di destro al volo si gira e batte Dragowski sul proprio
palo.
Poco dopo, però, con la Roma molto lunga apparentemente senza motivo,
la Fiorentina trova il pareggio con un autogol dello stesso Spinazzola
che interviene in maniera un po' goffa al centro della propria area
infilando Pau Lopez.
Ma come detto questa partita era da vincere assolutamente, contro tutto
e tutti, anche contro la sfortuna di perdere Veretout per un grave
infortunio muscolare (ne avrà per parecchio tempo), e allora ecco che
la Roma non molla, torna a spingere, a pressare, a schiacciare la
Fiorentina nella propria metà campo, rischiando qualcosa dietro, certo,
ma vogliosa di portare a casa i tre punti.
E allora dal cilindro ecco spuntare Diawara (ottima anche la sua prova)
che a due minuti dalla fine spinge in porta un pallone facile facile
offertogli su un piatto d'argento da Karsdorp.
Domenica ancora in campo, stavolta contro il Genoa. Domenica serviranno
ancora i tre punti.
01 Marzo
2021:
Inserita
la pagina di Roma-Milan,
24 Giornata di Campionato 2020/2021.
Guida obbedisce agli ordini.
"A
pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina" recita un vecchio
adagio, e il muro del pianto della storia giallorossa si arricchisce di
un'altra partita non proprio limpidissima sotto il profilo arbitrale.
La Roma entra male in campo, nei primi 20 minuti non struscia un
pallone, il Milan rischia di andare in gol più volte bla bla bla. Tutte
cose vere.
D'altronde l'Inter nel pomeriggio ha vinto portandosi momentaneamente a
7 punti dal Milan. Lo sanno i giocatori rossoneri. E verosimilmente lo
sa anche chi si trova ai vertici del calcio.
Si può già chiudere un campionato tra i più noiosi della storia e
esageratamente falsato come questo dopo appena 24 giornate? No, non si
può, quindi è troppo presto per la fuga dell'Inter. Bisogna porre
rimedio.
E così il Milan, già ampiamente aiutato nelle giornate passate, alla
prima occasione valida ottiene il solito rigorino.
Il fallo di Fazio può starci (ma non così chiaramente) ma avviene sulla
linea o poco fuori? Si lascia correre, ma appena possibile l'arbitro
viene chiamato al VAR. Per Guida non ci sono dubbi: rigore.
Così come poco prima non aveva avuto dubbi sull'annullare il gol di
Mkhitaryan per un precedente fallo (anch'esso dubbio) di Mancini che
sovrasta di testa un avversario.
Stranamente, poi, il rigore al Milan arriva proprio nel momento
migliore dei giallorossi, quando i rossoneri avevano terminato la loro
forte pressione della prima parte di gara.
La Roma non ci sta, nella ripresa entra con un altro spirito, raggiunge
il pareggio con il decimo gol di Veretout e sembra aver ristabilito
l'ordine in campo, ma un errore di Pau Lopez prima (errore nel
rilancio), di ritardo nel riposizionamento dopo dell'intera difesa e
infine di Mancini che si fa aggirare da Rebic (e fermandosi quando
ancora non aveva tirato) riporta il risultato ad arridere al Milan.
Gli uomini di Fonseca si rimboccano le maniche e provano a recuperare
il risultato, arrivando più volte vicino al secondo pareggio, ma
fallendo per scarsa precisione o fretta nelle conclusioni.
All'80 Mkhitaryan avrebbe anche raggiunto l'obiettivo del gol, ma viene
vistosamente trascinato a terra a due passi da Donnarumma: tutti
aspettano il fischio dell'arbitro per il rigore o quantomeno la visione
del VAR per fugare ogni dubbio. E invece no. Guida assegna la punizione
al Milan e ammonisce l'armeno.
No. Il campionato non poteva essere già chiuso alla ventiquattresima
giornata. Il Milan non poteva essere già tirato fuori dalla corsa
scudetto...
Alla fine resterà solo il fatto che la Roma ha perso nuovamente uno
scontro diretto: ma diamo a Cesare quel che è di Cesare. Poi ne
riparliamo. E vediamo quale sarebbe stato il risultato finale.
26
Febbraio 2021:
Inserita
la pagina di Roma-Sporting
Clube de Braga, Ritorno dei Sedicesimi di Finale di Europa League
2020/2021.
Ancora Dzeko-Borja.
Tutto facile e come previsto per la Roma contro il Braga.
Il 2-0 dell'andata aveva già spianato il cammino ai giallorossi, che
comunque sono scesi in campo anche in questa partita di ritorno
determinati a chiudere subito il discorso qualificazione.
Ancora problemi difensivi per Fonseca, che perlomeno ha recuperato
Cristante (autore suo malgrado della sfortunata deviazione nella
propria porta del pallone del momentaneo 2-1) e Mancini in questo
momento è un'autentica garanzia.
Di contro davanti ora il tecnico portoghese ha ampia scelta, col
ritrovato El Shaarawy che viene infatti schierato da titolare al fianco
di Dzeko e Pedro.
Proprio da una iniativa di El Shaarawy, nasce il primo gol della Roma a
firma Dzeko, e altre su giocate mettono spesso in seria difficoltà la
difesa del Braga, come ad esempio l'assist per Pedro che colpisce la
traversa.
Uniche note negative della serata, sono l'errore dal dischetto di
Pellegrini (che però poco dopo si farà perdonare con uno splendido
assist per il gol di Carles Perez) e l'infortunio a Dzeko, che
probabilmente lo mette fuori causa per la sfida di domenica contro il
Milan.
Grave perdita per la Roma, indubbiamente, che però in questo momento
può contare sulla vena positiva sotto porta di Borja Mayoral, in gol
come all'andata allo scadere della partita.
Domenica, come detto, la sfida Champions al Milan.
Ma intanto godiamoci queste belle serate europee...
22
Febbraio 2021:
Inserita
la pagina di Benevento-Roma,
23 Giornata di Campionato 2020/2021.
La Roma se la complica.
Contrariamente a quanto accaduto fino ad oggi, la Roma stavolta non è
riuscita a superare una "piccola".
Situazione di difficoltà per Fonseca, che praticamente non aveva a
disposizione quasi per intero la difesa titolare, fatta eccezione per
Mancini, e quindi costretto a ritirare in ballo Fazio (che per tutto il
mese di gennaio è stato provato a piazzare in qualche altra squadra) e
a sistemare Spinazzola come terzo centrale della difesa a tre.
E forse proprio questa scelta tattica, più di altre decisioni, è stata
decisiva nella non vittoria giallorossa a Benevento.
Sì, perché la squadra di Pippo Inzaghi ha deciso praticamente di non
giocare e schierarsi a muro davanti la propria area di rigore,
lasciando il solo, fastidiosissimo, Lapadula nella metà campo della
Roma.
Capito questo, probabilmente Fonseca poteva ridisegnare la squadra
togliendo un inutile Bruno Peres (riusciremo mai un giorno a vedere il
brasiliano saltare un uomo, invece di stoppare la palla, traccheggiare
e ripassarla indietro?) riportando sulla fascia di competenza
Spinazzola lasciandolo esprimere al suo meglio come sta facendo in
questa stagione.
Invece il tecnico giallorosso ha aspettato fin troppo e, nonostante il
Benevento fosse rimasto anche in dieci per l'espulsione di Glik, la
Roma non solo non è riuscita a trovare la via del gol, ma non è proprio
riuscita a penetrare nella difesa chiusissima degli avversari.
A fine partita le occasioni per la Roma si conteranno sulle dita di una
mano, e non tutte sono state pericolose.
L'unica, forse, è stato un salvataggio quasi sulla linea dopo un colpo
di testa di Pellegrini e il rigore sul El Shaarawy (poi giustamente
tolto dal Var) a tempo scaduto.
In molti da tempo chiedevano di far giocare insieme Dzeko e Borja
Mayoral: Fonseca nel secondo tempo li ha accontentati, ma come da
sempre sostenuto dal tecnico portoghese, non sono fatti per giocare
insieme. Certo, forse non era questa la partita più adatta per
dimostrarlo, ma ado ogni modo i due non sono sembrati per nulla in
sintonia a giocare assieme.
Occasione sprecata dalla Roma, quindi, che poteva accorciare ancora di
più sul Milan (che proprio domenica prossima arriverà all'Olimpico) e
respingere gli assalti della Lazio e soprattutto della Juve, che deve
ancora recuperare la partita con un Napoli in caduta verticale.
Rimettiamo velocemente la barra a dritta.
17
Febbraio 2021:
Inserite le Amichevoli
1987/1988: arriva il tedesco volante.
Il
presidente Viola, dopo la stagione che aveva regalato altre delusioni
ai tifosi romanisti, prova a ripartire affidandosi nuovamente a Nils
Liedholm, il cui ritorno a Milano si è rivelato un fallimento.
Purtroppo anche per il Barone è iniziata la fase discendente della
carriera anche se, ancora una volta, la sola sua presenza sulla
panchina giallorossa sembra dare una scossa positiva.
Purtroppo la cessione di Ancelotti a fine stagione si rivelerà decisiva
per le sorti giallorosse, anche se Viola assesta dei colpi non da poco
conto. Alla Roma, infatti, arrivano Signorini, Collovati il forte
attaccante tedesco Voeller (che negli anni a seguire entrerà di diritto
nella storia giallorossa) e l'ex juventino nonché ex laziale Lionello
Manfredonia.
Proprio l'arrivo di Manfredonia segna il momento più basso nel rapporto
tra la tifoseria giallorossa e il presidente Viola, e la tremenda
spaccatura all'interno del cuore del tifo della Roma, il CUCS.
Subito si viene a formare una fazione contraria all'acquisto di
Manfredonia e i dissidi arrivano a livelli tali da formare una nuova
compagine all'interno del Commando: si forma il CUCS-GAM, Gruppo Anti
Manfredonia. Una ferita che non verrà mai sanata.
A livello di tifo, la stagione vede anche il definitivo tramonto di uno
dei gemellaggi più belli della storia calcistica italiana: già l'anno
precedente tra i tifosi napoletani e quelli romanista c'era stata
qualche avvisaglia, dopo che il Napoli aveva acquistato l'ex laziale
Bruno Giordano. La vittoria dello scudetto da parte dei partenopei
aveva portato, di fatto, il Napoli ai livelli delle squadre del Nord,
una squadra da battere e combattere. Infine la partita all'Olimpico
cominciata con il rito a metà dello scambio di appalusi tra le Curve
mentre gli sbandieratori venivano sotto la Curva a salutare le
tifoserie avversarie, con il Napoli che rimonta in 9 contro 11 e Bagni
che fa il gesto dell'ombrello verso il CUCS a fine gara concludono
definitivamente il gemellaggio nel peggiore dei modi.
La stagione in corso non va malissimo, ma è sempre condita da troppi
alti e bassi e soprattutto vede una crisi realizzativa del bomber
tedesco.
Per fortuna la Roma viene trainata da un grande Giuseppe Giannini, e il
terzo posto finale non fa che acuire il rammarico per la cessione di
Ancelotti.
Anche in Coppa Italia le cose non vanno per il meglio, perché agli
Ottavi di Finale la Roma viene eliminata da un modesto Empoli.
Poche le amichevoli stagionali di rilievo, se non quelle a fine
stagione contro Cynthia Genzano, Perugia e Frosinone (di cui non si
conosce la data precisa) e la trasferta in Sudamerica contro il Costa
Rica (che in molti ignoravano) a cui prendono parte alcuni giocatori
che non faranno molta strada con la maglia giallorossa se non una
fugace apparizione: Corrado Giannini (il fratello di Giuseppe),
Alessandro Riccardi, Adolfo Sormani (figlio di Angelo, secondo in
panchina di Liedholm) e un certo Jonny Rodlund, pupillo proprio del
Barone che lo vuole provare. Con scarsissimi risultati.
15
Febbraio 2021:
Inserita
la pagina di Roma-Udinese,
22 Giornata di Campionato 2020/2021.
Controsorpasso Roma.
Dopo
la scorsa domenica in molti hanno gridato allo scandalo perché Fonseca,
nonostante la sconfitta in casa della Juve e il conseguente sorpasso in
classifica dei bianconeri sulla Roma, aveva comunque elogiato la
squadra giallorossa per la personalità e la dedizione messa in mostra
allo Stadium.
Ma il tecnico portoghese non si è lasciato toccare
dai commenti sarcastici nei suoi confronti ed ha continuato a tirare
dritto, nonostante le statistiche degli scontri diretti per la sua
squadra non lasciano molto da dire.
Di sicuro c'è una costante: dopo una caduta, pesante o sfortunata,
della Roma, i giallorossi al successivo appuntamento si sono sempre
riscattati, con prestazioni più che buone e soprattutto con risultati
favorevoli.
Anche stavolta è stato così: dopo aver perso con la Juventus, è
arrivata subito una vittoria voluta, cercata, strameritata a
conclusione di una partita quasi perfetta. Contro l'Udinese, certo, che
non è una squadra di prima fascia, ma che comunque ha dato molto filo
da torcere ad altre squadre e che in difesa si copre sempre molto bene.
La vittoria contro l'Udinese e la concomitante vittoria del Napoli
proprio sulla Juventus, permette alla Roma di effettuare il
controsorpasso in classifica ai danni dei bianconeri ma anche di
avvicinarsi al Milan, clamorosamente sconfitto a La Spezia e che così
ha lasciato lo scettro della capolista all'Inter.
Fonseca ha lasciato nuovamente in panchina Dzeko dando fiducia a Borja
Mayoral, scambiandoli poi durante la gara: ma il mattatore
dell'incontro è stato Jordan Veretout che con la sua doppietta
raggiunge quota 9 gol stagionali in campionato e supera Candela come
francese più prolifico nella storia della Roma (17 totali contro i 16
dell'esterno dello scudetto).
È tornato al gol anche Pedro, che non ci riusciva da novembre e che,
soprattutto, era entrato in una specie di involuzione personale, sempre
particolarmente polemico e quasi mai incisivo nel saltare l'uomo.
Giovedì riparte l'Europa League: servono concentrazione e
determinazione. Ma soprattutto i gol. Magari anche quelli di Dzeko.
07
Febbraio 2021:
Inserita
la pagina di Juventus-Roma,
21 Giornata di Campionato 2020/2021.
Non basta la personalità.
La sconfitta in casa bianconera era più che scontata, inutile negarlo.
Dall'Allianz Arena la Roma è sempre uscita sconfitta, tranne lo scorso
anno quando nell'ultima giornata di campionato con i bianconeri già
Campioni d'Italia, gli uomini di Fonseca trovarono un sorprendente
quanto inutile 3-1.
Tanto più che la Juventus è in serie positiva e si è lanciata
all'inseguimento dell'Inter e del Milan.
Eppure la Roma aveva approcciato bene la gara questa volta, soprattutto
nel primo tempo ha costretto i bianconeri nella propria trequarti con
un gioco fluido e relativamente veloce, che ha provato a sfruttare sia
le fasce con il ritrovato Spinazzola ma anche le vie centrali, con
Villar regista che con il suo palleggio ha innescato più volte i suoi
compagni, senza però alla fine riuscire ad impensierire più di tanto
Szczesny e la difesa bianconera.
E difatti, alla fine, la differenza sta tutta qui: alla prima occasione
in cui la Juventus è uscita dal proprio guscio, ha trovato la rete con
un colpo di fortuna di Cristiano Ronaldo (che sbaglia il tiro, è
evidente) su cui Pau Lopez parte con colpevole ritardo. Invece la Roma
con tutto il suo movimento attorno all'area della difesa bianconer non
è mai riuscita a scoccare un tiro verso lo specchio della porta
avversaria.
Nella seconda sortita in avanti di Cristiano Ronaldo, una deviazione
provvidenziale di Kumbulla manda il pallone sulla traversa di Pau Lopez
e nel secondo tempo, quando la spinta della Roma andava via via
esaurendosi e la Juve prendeva campo, ecco che Ibanez nell'anticipare
proprio Cristiano Ronaldo ma soprattutto Mancini pronto a spazzare
realizzava il più classico degli autogol chiudendo la partita.
Contro la Juve si è sentita tremendamente la mancanza di uno come
Pellegrini, che quando è in giornata riesce a dare quegli strappi
necessari a far salire la squadra, ma soprattutto in questi frangenti
mancano i gol di Dzeko, che ora che ha "risolto" i suoi problemi con
Fonseca deve necessariamente riprendere la via della rete interrotta
qualche settimana fa.
05
Febbraio 2021:
Inserite le Amichevoli
1986/1987: Dirceu alla Roma? Sì!
L'esaltante annata appena conclusa, pur macchiata dalla beffa col
Lecce, sembra precludere a nuovi successi.
La rosa è sensibilmente rinnovata: i giovani Desideri e Giannini fanno
ormai parte dei titolari e Viola ha provveduto ad acquistare giovani
speranze come Baroni e Baldieri, che sembrano in grado di dare inizio
ad un nuovo luminoso ciclo.
Anche il danese Berggreen, dopo l'esperienza positiva a Pisa, viene
ingaggiato per rimpolpare il centrocampo giallorosso.
La Roma di Eriksson non parte benissimo, venendo eliminata subito in
Coppa delle Coppe dal Real Saragozza ai rigori (maledetti rigori...) e
in campionato alterna buone prestazioni a momenti di autentico
blackout, con partite al limite della decenza tattica.
Anche la Coppa Italia, dopo aver raggiunto gli Ottavi di Finale, vede i
giallorossi salutare la competizione a vantaggio del Bologna.
Ma improvvisamente, ad inizio del nuovo anno, la Roma inanella una
serie di vittorie consecutive e buone prestazioni fino ad arrivare ad
insidiare il Napoli di Maradona capolista: si ripropone quasi lo stesso
scenario dell'anno precedente, con una rincorsa che sa di impossibile.
E, come l'anno prima, arriva la sconfitta con un'altra squadra
destinata alla retrocessione: l'Udinese penalizzata di 9 punti per
calcio scommesse e praticamente sempre ultima in classifica spegne
definitivamente le speranze giallorosse.
Fa strano vedere che proprio nell'Udinese militano ex giallorossi quali
Chierico e Graziani (che hanno vissuto l'esperienza devastante contro
il Lecce) e che sulla panchina bianconera sieda un giallorosso verace
come Picchio De Sisti: a volte il destino è veramente beffardo...
Da lì in poi Eriksson perde completamente presa sulla squadra e la Roma
affonda e sprofonda sempre più fino a che, a due giornate dal termine
del campionato, il tecnico svedese (già in rotta col presidente Viola)
rassegna le dimissioni e la squadra viene traghettata dal suo vice
Sormani.
E' praticamente il sigillo all'epoca della grande Roma di Viola, poichè
il presidente non ha più i mezzi per poter competere ad altissimi
livelli, anche se cerca di ripartire immediatamente.
Le amichevoli stagionali vedono la Roma partecipare finito il raduno
estivo al Torneo di Zurigo, dove perdono la finale contro il
Grasshopper, altre amichevoli di prestigio contro le formazioni
olimpiche dell'Unione Sovietica e della Svezia, altre amichevoli
internazionali contro il Bellinzona, lo Steaua Bucarest e il Broendby
(che pochi anni dopo verrà elimninata in una fantastica semifinale di
Coppa Uefa) dove in panchina siede un più che giovanissimo Peruzzi e
l'Argentina Campione del Mondo.
Infine Eriksson aveva organizzato per fine anno una tournée negli Stati
Uniti per partecipare alla Copa de Oro o Los Angeles Gold Cup, per
festeggiare i 60 anni della federazione messicana: esonerato Eriksson,
viola le tenta tutte per evitare questa trasvolata oceanica, anche
perché la Roma è a corto di organico, tra cessioni e incarichi con le
Nazionali.
Niente da fare: la Roma è stata invitata e deve onorare l'impegno: così
Viola chiede "in prestito" alcuni giocatori all'Avellino e all'Empoli.
Dalla squadra toscana arriva Andrea Salvadori, mentre gli irpini
concedono l'ex Tovalieri, Stefano Colantuno (grande tifoso giallorosso
che in cuor suo spera di rimanere alla Roma, ma non verrà messo sotto
contratto) e niente meno che Josè Guimaraes Dirceu, lo "zingaro"
brasiliano che a suo tempo Falcao provò a portare con sé alla Roma.
24
Gennaio 2021:
Inserita
la pagina di Roma-Spezia,
19 Giornata di Campionato 2020/2021.
Col cuore in gola.
Gennaio è così da queste parti, c'è poco da fare.
Dopo l'eliminazione dalla Coppa Italia proprio da parte dello Spezia,
di nuovo in campo all'Olimpico contro la squadra ligure, di nuovo una
Roma sotto processo.
Certo, può sembrare assurdo che una squadra che ad inizio della
stagione non veniva minimamente presa in considerazione per le
posizioni di vertice e che invece ora, al giro di boa in campionato, si
trova al terzo posto in classifica, qualificata agevolmente ai
Sedicesimi di Europa League e quindi oltre le più rosee aspettative,
venga messa sotto processo.
Venga messa sotto processo la squadra e soprattutto il suo allenatore,
che avrà anche i suoi difetti e i suoi limiti, ma che comunque nel
marasma generale di un cambio di dirigenza e vicissitudini
regolamentari (Verona alla prima giornata con Diawara, le sei
sostituzioni martedì scorso) ha mantenuto sempre i nervi saldi e la
squadra più o meno sempre concentrata.
Qualche scivolone c'è stato, non è possibile negarlo, e anche questa
vicenda (ennesima) di Dzeko nuovamente separato in casa, non aiuta a
ritrovare quella serenità necessaria per un felice proseguimento di
stagione, ma non è possibile che ad ogni caduta della squadra
giallorossa ci sia qualcuno che inneggi all'ennesimo cambio sulla
panchina o ad una rivoluzione tecnico-tattica.
Contro lo Spezia, in campionato, si è rivista la Roma determinata di
qualche settimana fa, dei clamorosi errori difensivi hanno rischiato di
rovinare tutto, di rovinare la ritrovata vena del gol di Borja Mayoral,
il primo gol in giallorosso i Karsdorp, la ritrovata verve di
Spinazzola (quando lui è in giornata, la Roma ne trova assoluto
giovamento), ma il gol di Pellegrini fortemente voluto, a tempo
scaduto, dopo appena due minuti dal gol del pareggio di Verde (...), il
gruppo festoso uno sopra all'altro (compreso Fonseca), lo stesso Dzeko
in tribuna a festeggiare, ha permesso a questa Roma di ritrovarsi e di
continuare a correre dietro le prime due della classe e a braccetto con
la Juventus, Napoli e Atalanta.
Tutte squadre che ai nastri di partenza erano date di gran lunga
superiori alla Roma.
E invece i giallorossi sono là. Con tutti i suoi difetti e i suoi
limiti. Con appena due punti in più in classifica rispetto allo scorso
anno. Ma con una consapevolezza decisamente maggiore delle proprie
capacità.
Sperando di non tornare a gettare tutto alle ortiche alla prossima
occasione.
20
Gennaio 2021:
Inserita
la pagina di Roma-Spezia,
Ottavi di Finale di Coppa Italia 2020/2021.
Roma in caduta libera.
Siamo alle solite.
Passano le feste, arriva Gennaio e la Roma si ritrova a dover fare i
conti con se stessa, con i propri limiti, con i nodi e le difficoltà
mascherate fino ad ora, ma che arrivano tremendamente al pettine.
Come sempre. Ogni anno la stessa storia.
E sì che la partita di ieri, alla fine, si era anche ripresa e si
poteva portare relativamente con tranquillità a casa, dopo un primo
quarto d'ora da incubo.
Ancora una volta un approccio non eccellente alla gara, ancora una
volta una formazione non di primissimo grido mandata in campo (ma anche
lo Spezia si presentava con 9/11 cambiati rispetto alla formazione
dell'ultima giornata di campionato), ancora un errore grossolano in
area che causava il rigore del primo gol spezzino e ancora un errore di
impostazione difensiva da parte di Kumbulla (da quando è rientrato dal
Covid non è più lo stesso giocatore di inizio anno) che lancia il
raddoppio degli ospiti.
Ma poi la reazione c'è stata, non si può negare.
I giallorossi hanno schiacciato più o meno costantemente gli avversari
nella propria tre quarti, arrivando spesso al tiro e impegnando anche
in maniera impegnativa il pur bravo portiere avversario.
Ma quando crei una, due, cinque, dieci palle gol nitide, le devi
buttare dentro se non vuoi rischiare di recriminare a fine gara.
Pellegrini (su rigore) e Mkhitaryan erano riusciti a raddrizzare il
risultato, e il gol del "sorpasso" sembrava essere nell'aria, ma Borja
Mayoral non è riuscito a spingere in rete due clamorose, ma clamorose
veramente, palle gol che potevano raccontare una partita terminata in
maniera diversa.
Ed invece si va ai supplementari, con le assurde ma giuste espulsioni
di Mancini prima e appena un minuto dopo di Pau Lopez che liscia
clamorosamente un pallone abbattendo l'avversario.
Si è toccato il fondo? Neanche per sogno.
In preda alla confusione più totale, la panchina giallorossa (non solo
Fonseca), compie l'ennesimo scempio: doppia sostituzione per sopperire
alle espulsioni, per un totale di 6 sostituzioni totali su un massimo
di 5.
Nel frattempo lo Spezia ha vita facile e segna altre due reti (Bruno
Peres vada a guardare quanto è alto Daniele Verde che segna di testa
nella sua zona), ma tanto il ridicolo ha ricoperto la Roma, che avrebbe
perso (e probabilmente perderà) ugualmente 3-0 a tavolino.
Spezia che 5 anni fa eliminò sempre la Roma all'Olimpico agli Ottavi di
Finale di Coppa Italia.
Quella volta era la Roma di Garcia che sbandava clamorosamente già da
tempo, e sostanzialmente quella fu la goccia che fece traboccare il
vaso che portò all'esonero del tecnico francese e l'arrivo dello
"Spalletti 2".
Fonseca è tremendamente in bilico (anche se lasciato totalmente da solo
in questa fase di transizione societaria: da pochissimo è arrivato il
DG Pinto) e all'orizzone si sta profilando una figura che assomiglia
molto allo "Spalletti 3".
Ma davvero la Roma si merita l'ennesimo cambio alla guida tecnica?
Davvero anche stavolta tutte le colpe devono ricadere su Fonseca, che
comunque non ne è esente?
12
Gennaio 2021:
Inserite le Amichevoli
1985/1986: perso Falcao, la Roma soffre, sogna, piange e si consola.
Durante
l'estate, dopo un lungo tira e molla e molte minacce di via legali, si
verifica l'addio di Falcao, sostituito dal polacco (ed ex juventino)
Boniek. L'addio del fuoriclasse brasiliano è traumatico, ma ormai
inevitabile.
Dopo un precampionato vissuto tra molti bassi e pochi
alti (con la partecipazione al Torneo di Eindhoven, con PSV, Anderlecht
e Austria Vienna), e una qualificazione agli Ottavi di Coppa Italia
senza particolare entusiasmo, in campionato la squadra parte male e per
quasi tutto il girone di andata traccheggia, rimanendo staccata di nove
punti dalla Juventus, con pochi risultati degni di nota e un pubblico
che non sempre appare clemente con i propri beniamini.
Poi, d'incanto, si ritrova sotto l'impulso di uno straordinario Pruzzo,
le cui reti consentono ai giallorossi di risalire pian piano la china,
tra lo stupore di tutti, fino a rientrare imperiosamente nella lotta
per il titolo.
Dopo aver annientato nello scontro diretto la Juventus, sempre più in
difficoltà, a due giornate dal termine lo strepitoso successo di Pisa
sembra aprire le porte del tricolore alla squadra di Svengo, che
acchiappa addirittura i rivali.
Sembra il preludio ad una splendida pagina per i colori giallorossi, ma
poi arriva l'incredibile sconfitta interna contro il Lecce già
retrocesso a distruggere il sogno del terzo scudetto.
A parziale consolazione, arriva il sesto successo in Coppa Italia,
portato dai tanti giovani che vengono buttati nella mischia per
supplire alle assenze dei convocati per il Mondiale. Giovani tra i
quali si annoverano giocatori che poi continueranno a crescere nella
Roma.
Poche amichevoli durante l'anno: da menzionare il Trofeo Barilla vinto
dagli stessi giallorossi contro il Malmoe e lo Sparta Praga.
12
Gennaio 2021:
Inserita
la pagina di Roma-Inter,
17 Giornata di Campionato 2020/2021.
Roma gagliarda e tosta.
Una
bella Roma, che non soffre di timori reverenziali contro la più
osannata Inter di Antonio Conte e che anzi, per quasi tutta la gara
detta i ritmi della partita e gestisce il pallone.
Peccato solo per
quei soliti, maledettissimi, venti minuti di amnesia collettiva che
gettano alle ortiche tutto quello di buono che era stato fatto fino a
quel momento e rimettono tutto in discussione.
E di cose positive ce ne erano state: non solo il gol del momentaneo
1-0 segnato da un Pellegrini sempre più ai suoi livelli da quando è
tornato a fare il trequartista, ma anche il contenimento degli
attaccanti nerazzurri che hanno avuto sì alcune occasioni da rete, ma
sventate molto bene dalla difesa giallorossa.
Un Pau Lopez finalmente tornato ai livelli pre-derby dello scorso anno
(derby che si riaffaccia proprio questo venerdì) e un Villar sempre più
leader del centrocampo romanista.
Come detto, peccato per quei 20 minuti di blackout, dovuto forse più
alla stanchezza che altro, dato che poi appena Fonseca ha cambiato
qualche uomo chiave (ma perché non farlo prima?) ecco che la Roma si è
riaccesa e ha ripreso a martellare l'Inter fino a raggiungere il
meritato pareggio con Mancini, abile a sfruttare un cross pennellato da
Villar. Pareggio che permette alla Roma di rimanere la terza forza del
campionato, anche senza aver vinto nessuno scontro diretto con le
avversarie più quotate.
Ma è proprio necessario vincere gli scontri diretti? Al momento
l'importante è restare là. Più avanti si vedrà.
21
Dicembre 2020:
Inserita
la pagina di Atalanta-Roma,
13 Giornata di Campionato 2020/2021.
Un'ora non basta.
La Roma dura appena un'ora, poi sparisce dal campo.
O meglio, dopo un'ora l'Atalanta torna ad essere quella ammirata la
scorsa stagione e la Roma si inchina, amaramente.
Eppure l'occasione era ghiotta per i giallorossi: allontanare il
ritorno degli orobici dalla lotta alla Champions, proprio ora che in
casa atalantina le acque sono super agitate per la querelle Gomez.
E difatti i giallorossi hanno aggredito subito gli avversari mettendoli
alla corda e grazie al gol di Dzeko dopo appena 3 minuti sono passati
in vantaggio facendo presagire ad un pomeriggio felice e vittorioso.
Dopo il gol altre occasioni per raddoppiare e chiudere definitivamente
la questione sonio occorse ai giocatori giallorossi, una clamorosa sui
piedi di Spinazzola che lanciato a rete con Gollini fuori dai pali ha
optato per il tiro da lontano che però si è infranto sul palo, un altra
sventata dallo stesso portiere atalantino, altre fallite di pochi
centimetri.
Se si fosse andati negli spogliatoi con un parziale di 2-0 per la Roma,
probabilmente ora staremmo parlando di un altro risultato finale.
Ma tant'è, nella ripresa la Roma riesce a reggere l'urto del ritorno
degli avversari appena un quarto d'ora, per poi capitolare e infine
definitivamente affondare.
Certo, anche stavolta alcuni giocatori giallorossi hanno messo del
loro: se si esclude il gol del pareggio di Zapata, su cui
effettivamente di poteva poco, il raddoppio di Gosens è stato un regalo
della coppia Karsdorp-Mirante (totalmente sbagliato il tempo d'uscita
del portiere giallorosso) e il gol di Muriel appena entrato in campo è
stato servito su un piatto d'argento da un perfetto assist di Veretout.
Se vogliamo, anche il quarto gol di Ilicic è stato un regalo della
difesa giallorossa, con Smalling che non è riuscito a contenere (mal
coadiuvato dai suoi compagni di reparto) la giocata del nerazzurro, che
si è rivelato, come spesso accade contro la Roma, da giocatore ai
margini della rosa a cambio determinante per le sorti atalantine.
Punteggio forse troppo severo per la Roma, che comunque nella ripresa è
apparsa stanca, molle e senza idee una volta uscito Spinazzola, e che
senza l'apporto delle giocate di Pedro (che fine ha fatto il giocatore
ammirato fino ad un paio di settimane fa?) davanti non riesce ad avere
quegli strappi che le permetterebbero di ritirare il fiato nel momento
del bisogno.
Nulla è compromesso, ancora una volta non tutto è da buttare, ma queste
rimonte clamorose alla lunga possono logorare la tenuta della
squadra...
14
Dicembre 2020:
Inserita
la pagina di Bologna-Roma,
11 Giornata di Campionato 2020/2021.
Irresistibile Roma.
Una Roma da impazzire quella vista ieri al Dall'Ara di Bologna.
Ancora senza Smalling e con Cristante centrale difensivo, pronti via
un'occasione sventata dall'unico intervento di tutta la partita di Pau
Lopez e poi un monologo giallorosso.
Al quarto d'ora si era già sul 3-0 per la squadra di Fonseca (in
tribuna per via della squalifica) grazie all'autogol di Poli (ma Dzeko
era pronto a spingere il pallone in porta), dello stesso bosniaco e di
Pellegrini, che trova finalmente il primo gol stagionale.
Proprio la posizione di Pellegrini è stata determinante in questa gara:
lasciata l'inconmbenza della regia a Villar, Pellegrini si è potuto
dedicare più alla fase offensiva servendo a Dzeko palloni d'oro
(splendido quello che ha lo ha portato al gol) ed è stato più libero di
inventare.
Spinazzola, poi, è decisamente l'uomo in più di questa squadra in
questo momento: ogni sua avanzata è un pericolo per la difesa
avversaria e i compagni, giustamente, lo cercano in continuazione. Ha
servito poi un pallone speciale allo stesso Pellegrini per il gol del
3-0 che da solo valeva il prezzo del biglietto (biglietto virtuale,
dato lo stadio ancora vuoto).
Cristante ha voluto mettere un po' di pepe ad una partita praticamente
già chiusa segnando un clamoroso quanto incomprensibile autogol,
stoppando male un innocuo pallone al centro dell'area di rigore dove
non c'era nessun avversario.
Ma questa Roma olte ad essere forte ha anche molta fame: neanche il
tempo di rimettere la palla al centro, che i giallorossi si inventano
due gol da antologia, con tutti tocchi di prima che portano Veretout
prima e Mkhitaryan dopo (grazie anche a due belle sgroppate di un
ritrovato Karsdorp) a chiudere il conto già al termine del primo tempo.
La ripresa è semplice accademia e passarella per la Roma che
annichilisce un avversario allo sbando, colpendo anche un palo con
Borja Mayoral che avrebbe meritato miglior sorte.
Bisogna andare agli albori della storia della Roma per ritrovare 5 gol
segnati già nel primo tempo: stagione 1930/1931, il 3 Maggio 1931 a
Campo Testaccio, in un Roma-Livorno che terminò 7-1 con 5 gol di
Fasanelli, 1 di Volk e uno di Eusebio. E all'epoca il bottino al
termine del primo tempo fu addirittura di 6 gol.
Altri tempi, altri bomber.
11
Dicembre 2020:
Inserita
la pagina di CSKA-Roma,
6 Giornata del Girone A di Europa League 2020/2021.
Sconfitta dolce amara.
Doveva
essere una partita anonima, che aveva poco da raccontare, con una
squadra (la Roma) già qualificata e matematicamente prima in classifica
e l'altra (il CSKA di Sofia) ultima e già eliminata.
Il mordente
alla partita è stato dato dall'esordio di diversi giovani giallorossi
che Fonseca ha voluto provare, anche per via delle tante defezioni
fisiche dei titolari, e per non volerne rischiare altri in vista delle
più impegnative partite di campionato.
È il caso di Pietro Boer, giovanissimo portiere mandato allo sbaraglio
al posto di Pau Lopez perché Mirante ha accusato dei problemi in
settimana, ed era inutile rischiare il portiere spagnolo su un terreno
al limite della praticabilità per la tanta pioggia che è scesa durante
la partita.
Visibilmente emozionato, Boer suo malgrado ha dovuto raccogliere ben
tre palloni alle sue spalle: il primo è un suo chiaro errore, dovuto
esclusivamente all'emozione, gli altri due invece sono dovuti alla
scarsa concentrazione di due giocatori che invece di esperienza ne
hanno parecchia: prima Diawara su un passaggio non proprio precisissimo
dello stesso Boer ha perso palla lamentandosi dell'errore senza
accorgersi che nel frattempo il suo avversario diretto si era già
involato verso la porta, ma soprattutto ad inizio ripresa Fazio compie
una sciocchezza non da giocatore della sua esperienza, facendo un
retropassaggio a occhi chiusi verso l'incolpevole Boer (retropassaggio
anche corto e in direzione sbagliata) che viene intercettato da Sowe
che chiude il conto.
L'altro esordiente, il giovane Mory Bamba, si è comportato
discretamente giocando sulla fascia non di sua competenza: anche lui ha
mostrato evidente emozione (doveva giocare Calafiori, che però è stato
fermato all'ultimo momento da un problema gastrointestinale) ma non ha
fatto grossi errori, crescendo con il passare dei minuti.
Anche Tripi ha accumulato minuti con la Prima Squadra, ma chi invece ha
fatto vedere di essere quasi pronto per il salto di categoria è Tommaso
Milanese.
Già esordiente proprio contro in Europa League contro il Cluj, dove
aveva offerto un assist vincente per il gol di Pedro, stavolta da
titolare ha preso subito confidenza con il campo e ha giocato un'ottima
partita, con personalità e coraggio, mostrando buoni doti tecniche e
trovandosi al posto giusto nel momento giusto, cioè proprio lì dove
Borja Mayoral lo ha servito per il suo primo gol da professionista.
Resta il fatto, però, che certi atteggiamenti e sviste da parte di
alcuni giocatori che non vedevano il campo da tempo o che comunque
hanno giocato poco in questa stagione per diversi motivi, non sono
proprio ammissibili.
Ha fatto bene Fonseca a puntare il dito su questi cali di
concentrazione, che non dovrebbero mai esserci.
Neanche in partite più o meno inutili come questa.
07
Dicembre 2020:
Inserita
la pagina di Roma-Sassuolo,
10 Giornata di Campionato 2020/2021.
Pedro e Maresca incartano la Roma.
Ci risiamo.
Quando la Roma è sul punto di spiccare il volo, "forze oscure" ne
bloccano la partenza.
Questa volta ci ha pensato un ingenuo (e stranamente ingenuo, data la
sua esperienza) Pedro, che si è fatto espellere dopo neanche 45 minuti
di gioco per doppia ammonizione.
Forse la prima era stata eccessiva, ok, ma proprio perché sapeva di
essere già ammonito poteva evitare il secondo contatto, ben sapendo che
poteva essere letale.
Subito dopo altro episodio dubbio, con un gol della Roma prima
convalidato e poi tolto alla VAR per presunto fallo di Dzeko nel
momento in cui la palla arriva a Mkhitaryan che la spinge in rete:
anche qui, forse, il fallo poteva starci. Come poteva non starci.
Finisce un opaco primo tempo per i giallorossi, con le proteste
vibranti di Fonseca che viene, anche lui, allontanato dall'arbitro.
Ma gli episodi più clamorosi arrivano nella ripresa, quando la Roma
seppur in dieci uomini ha praticamente schiacciato il Sassuolo nella
propria metà campo e creato numerose occasioni da gol, alcune sventate
da un ottimo Pegolo, e una fermata dal palo dopo una deviazione su
cross del solito Spinazzola.
Un fallaccio di Obiang su Pellegrini (costretto poi ad uscire dal campo
proprio per il colpo ricevuto), meritevole del rosso diretto, è stato
sanzionato dal solo cartellino giallo per il giocatore del Sassuolo
senza che la VAR intervenisse o fosse chiamata in causa da Maresca.
Var che non è intervenuta neanche nella più clamorosa situazione in cui
Spinazzola (ancora lui...) entrato in area crossa al centro, ma il
pallone viene intercettato dalla mano di un difensore neroverde come se
nulla fosse.
Ha ragione la Roma a recriminare: una vittoria non arrivata non solo
per colpe proprie (12 calci d'angolo senza neanche arrivare mai a
colpire verso la porta è una cosa sicuramente da risolvere), ma
soprattutto per "situazioni avverse" non sempre chiarissime...
Ma ha ragione Pellegrini a fine gara: questa Roma è una squadra vera.
Ed è forte.
04
Dicembre 2020:
Inserita
la pagina di Roma-Young
Boys, 5 Giornata del Girone A di Europa League 2020/2021.
Nel segno di Calafiori.
Forte
della qualificazione ai Sedicesimi già acquisita lo scorso giovedì, la
Roma non si è accontentata e ha voluto con forza passare il girone come
prima classificata e, soprattutto, si è subito riscattata dopo il
brutto scivolone di domenica contro il Napoli.
Una partita-no che
ci può stare, dopo tante buone prestazione e tanti risultati inanellati
in sequenza un episodio negativo non è un dramma. A patto che resti
tale.
E i giocatori della Roma hanno subito dimostrato che in effetti il
passaggio a vuoto di Napoli altro non è stato che un insieme di
concause, non ultimo (forse) anche un approccio non propriamente giusto
alla gara.
È andata così, l'importante era voltare subito pagina. E anche questo è
stato fatto nel migliore dei modi.
Fonseca ancora alle prese con un'emergenza difensiva (che fine ha fatto
Smalling?) è costretto a riproporre ancora una volta Cristante centrale
difensivo, e su l'unico errore del giocatore della Roma è arrivato il
momentaneo vantaggio dello Young Boys: abile Nsame a sfruttare
l'indecisione di Cristante e a segnare il gol.
Ma prima di questo episodio, la Roma aveva già creato diverse occasioni
da rete fallite per un soffio e per i riflessi prontissimi del portiere
avversario, che in più di un'occasione si era superato.
E anche sul gol di Borja Mayroal aveva compiuto un mezzo miracolo sul
tiro a botta sicura di Pedro, ma poi nulla ha potuto contro il tap-in
dello spagnolo.
Nel secondo tempo la Roma prende il sopravvento e un ottimo Calafiori
corona il suo sogno di sempre: recupera una respinta della difesa
svizzera e lascia partire un tiro di rara potenza che si va ad infilare
sotto il sette alla sinistra del portiere tra gli sguardi increduli dei
più.
Corsa felice del giovane difensore romano e romanista, che dopo un
lungo calvario dovuto alla rottura di tutti i legamenti del ginocchio
(sì, anche lui...) è tornato a calcare i campi di gioco, si è fatto
pian piano spazio nella rosa della Prima Squadra, lo scorso hanno ha
esordito in Serie A e ora ha segnato uno splendido gol.
Come ha detto a fine gara, per lui ora si è chiuso una fase di vita e
ne è iniziata una nuova.
Con queste premesse, sarà una fase bellissima. Per lui e per la Roma.
27
Novembre 2020:
Inserita
la pagina di CFR
1907 Cluj-Roma, 4 Giornata del Girone A di Europa League 2020/2021.
Avanti Roma.
In
condizioni menomate a livello di formazione e con un tempo meterologico
non proprio favorevole con la nebbia che a tratti offuscava la
visibilità, la Roma di Fonseca raggiunge la vittoria e con essa la
qualificazione ai Sedicesimi di Finale di Europa League con ben due
giornate di anticipo sul termine del girone.
Formazione
completamente rivista, soprattutto in difesa, dove Fonseca poteva
contare sul solo Juan Jesus come centrale di ruolo.
E allora via alle sperimentazioni (anche se poi tanto sperimentazione
non è stata), con Cristante di nuovo centrale difensivo insieme a Juan
Jesus affiancati da Spinazzola.
Riproposto Calafiori sulla destra e finalmente si è rivisto anche
Diawara, entrambi assenti da tempo per via del Covid.
Partita non particolarmente esaltante, ma comunque risultato raggiunto
col minimo sforzo nel secondo tempo, quando con l'ingresso di Veretout
la circolazione della palla soprattutto negli ultimi metri è stata più
fluida e difatti proprio dai piedi del francese parte la punizione
deviata dal giocatore del Cluj per il primo gol e sempre Veretout,
autentico cecchino in queste circostanze, raddoppia su un rigore fin
troppo generoso convalidato per atterramento di Mkhitaryan da parte del
portiere avversario, quando però l'armeno aveva già tirato verso la
porta avversaria.
Resta giusto il tempo per l'esordio in giallorosso del giovane Filippo
Tripi e per rivedere di nuovo in campo Milanese, l'altro giovane della
Primavera che proprio nella partita d'andata aveva esordito con la
Prima Squadra.
La Roma continua a vincere e va avanti, i giovani continuano a crescere
e a mettersi in mostra.
Rimanendo, tutti, con i piedi ben saldi per terra.
25
Novembre 2020:
Inserite le Amichevoli
1984/1985: il lungo addio a Falcao.
Si riparte dopo la grande beffa. Senza Liedholm, partito di nuovo alla
volta di Milano e con Sven Goran Eriksson al suo posto.
Anche se in panchina, per motivi burocratici, non potrà sedersi e il
suo posto sarà occupato da Roberto Clagluna.
E soprattutto non c'è più Agostino Di Bartolomei, ceduto anche lui al
Milan dove segue il Barone Liedholm: purtroppo lui e la Roma si
lasciano male, e la sorte vuole che sia proprio lui a sbloccare il
risultato a favore dei rossoneri nella partita d'andata a Milano (e
dopo il gol esulterà, come a togliersi diversi sassolini dalla scarpa)
e al ritorno dopo i tanti applausi ricevuti dal suo vecchio e ancora
innamorato pubblico, nel finale di partita si scontra pesantemente con
Graziani, e i tifosi cominciano a fischiarlo sonoramente...
La campagna acquisti è minimale e la squadra dimostra di non saper
rispondere agli input del nuovo tecnico, la cui zona è molto differente
da quella del Barone e necessita di giocatori adatti.
La Roma va ben presto in evidente difficoltà, sembra ritrovarsi a metà
della stagione, ma poi crolla del tutto nel finale, arrivando solamente
settima.
Purtroppo, Falcao non è più lui,complici diversi infortuni fisici (ma
sono tutti veri?) e la squadra ne risente in maniera evidente.
Tra il brasiliano e il presidente Viola nasce una diatriba molto
mediatica che alla fine porterà all'addio del campione verdeoro che
negli anni passati aveva portato in alto la Roma, e il vuoto che
lascerà sarà incolmabile.
Nelle Coppe non va di certo meglio: in entrambe le competizioniviene
presto eliminata.
Il grande ciclo degli anni precedenti, sembra lontano anni luce.
Unica soddisfazione, ancora una volta, è il vivaio giallorosso che
continua a sfornare campioni che presto si imporranno anche nella
massima serie, non tutti in maglia gialloossa.
È il caso di Angelo Di Livio che si affaccia in Prima squadra in
diverse amichevoli (purtroppo non tutte documentate in quanto mancano i
ritagli dei giornali specializzati) o Stefano Impallomeni che riesce a
tagliarsi sempre più spazio senza però ancora riuscire ad esordire in
Serie A.
Tra le amichevoli stagionali da citare la partecipazione al Trofeo
Teresa Herrera a La Coruna, dove la Roma riesce a vincere il torneo
battendo prima il Manchester United e in finale il Vasco Da Gama, le
due partite contro i brasiliani dell'Atletico Mineiro e il Sao Paulo e
nel finale di stagione la trasferta svedese dove giocherà contro il
Malmoe e il Kalmar, partite nelle quali Falcao sembra poter tornare ad
essere un calciatore a tutti gli effetti della Roma dopo il lungo
calvario fisico.
Così come contro il Barcellona, che invita i giallorossi (e soprattutto
Bruno Conti) a festeggiare la vittoria dello scudetto al Camp Nou, per
poi chiudere la stagione all'Olimpico contro l'Ajax, dove esordisce
(con gol) Manuel Gerolin e Falcao gioca la sua ultima partita con la
maglia giallorossa.
22
Novembre 2020:
Inserita
la pagina di Roma-Parma,
8 Giornata di Campionato 2020/2021.
Roma sempre più su.
Terza vittoria consecutiva in campionato e giallorossi ancora imbattuti
in questa stagione.
L'avversario di questa volta, il Parma, si è rivelato ben poca cosa in
effetti, ma la Roma ho fin da subito preso in mano le redini del gioco
e ha letteralmente tramortito gli avversari, tanto che alla fine il 3-0
va anche stretto alla squadra di Fonseca.
Il tecnico portoghese ha plasmato questa squadra proprio come voleva, e
i suoi giocatori non solo vincono e convincono, ma offrono un gioco e
delle prestazioni molto efficaci, rischiando sempre meno in difesa e
proponendo giocate d'attacco che sono una delizia per gli occhi.
L'occasione che capita sui piedi di Spinazzola, che complice una
deviazione di Sepe finisce sulla traversa, è un piacere da guardare e
riguardare, scambi tutti di prima, colpi di tacco, con la
consapevolezza di ognuno che partecipa all'azione di sapere
perfettamente dove si trova il proprio compagno di squadra.
Mancava ancora Dzeko, alle prese con un tampone Covid che non accenna a
diventare negativo, ma Borja Mayoral lo ha sostituito più che
degnamente andando in gol per la prima volta in Serie A e con un
Mkhitaryan stratosferico che dapprima trova un gol spettacolare con un
tiro al volo da fuori area e poi completa la sua doppietta facendo
partire l'azione dalla propria metà campo e andando a chiuderla da
autentico rapace d'area di rigore.
In mezzo tante buone giocate di giocatori che fino a poche settimane fa
sembravano spaesati e senza un vero ruolo in squadra: di Borja Mayoral
è stato già detto, ma anche Karsdorp sta crescendo sempre più e
Cristante nel ruolo di centrale difensivo si è rivelato un'arma in più.
Villar, poi, si sta dimostrando un ottimo regista, con piedi vellutati
e ottima visione di gioco.
L'infermeria è ancora abbastanza piena, oltre a Dzeko all'appello
mancano Smalling, Kumbulla, Pellegrini a mezzo servizio e Diawara
rientrato proprio ieri per uno scampolo di partita.
Parlare di scudetto, dopo appena 8 giornate e con un intero campionato
davanti, è più che azzardato. Ma se la Roma continua così, ci sarà
comunque da divertirsi. Questo è assicurato, al di là del risultato
finale.
12
Novembre 2020:
Inserite le Amichevoli
1983/1984: Cerezo non basta.
Forse l'anno più esaltante e, al tempo stesso, più triste della storia
romanista.
La Roma inscena una nuova grande campagna di acquisizioni che vede
arrivare il brasiliano Cerezo, oltre a Ciccio Graziani.
L'obiettivo è chiaramente la Coppa dei Campioni, competizione cui la
Roma partecipa per la prima volta. E proprio il doppio impegno,
condiziona un poco la squadra di Liedholm.
Che parte forte in campionato, tanto da andare in fuga, ma entra poi in
un periodo critico molto prolungato, che consente alla Juve di fuggire
a sua volta.
Nella massima competizione europea invece i giallorossi inanellano una
serie di prestazioni positive una dietro l'altra, una vera e propria
marcia trionfale che ha il suo culmine massimo nel ritorno della
Semifinale contro il Dundee United.
Gli scozzesi nell'andata si impongono 2-0 al Tannadice Park e lasciano
poche speranze alla conquista della Finale (che si giocherà
all'Olimpico di Roma) ai giallorossi. Serve una vera e propria impresa.
Impresa che la squadra di Liedholm compie sospinta dai 68.000 cuori
presenti all'Olimpico che vogliono e ottengono con forza un clamoroso
ribaltone di risultato: la Roma vince 3-0, il Dundee è eliminato e la
Finale contro il Liverpool all'Olimpico conquistata.
Ma il finale di stagione, purtroppo, è doppiamente amaro.
In campionato, la Roma deve inchinarsi ai bianconeri e nella Finale di
Coppa dei Campioni perde una incredibile partita contro il i Diavoli
Rossi del Liverpool, partita terminata 1-1 (dopo un clamoroso svarione
difensivo che permette agli inglesi di passare in svantaggio, è il
solito Pruzzo che continua a far sognare) e che si decide ai calci di
rigore.
A tradire dagli undici metri sono Bruno Conti e Ciccio Graziani, i cui
errori vanificano il lavoro sin lì svolto e precipitano la città nella
disperazione.
A poco vale il contentino della quinta Coppa Italia, se non a mostrare
che la Roma, e soprattutto la sua Primavera che vince un altro Scudetto
di categoria, è ancora viva.
Nelle amichevoli precampionato la Roma viene chiamata a partecipare
prima al Torneo di Berna contro Grasshopper e Young Boys (contro le
quali perde malamente) e successivamente aal Torneo di Amsterdam dove
incontra l'Ajax e in finale il Feyenoord, che vincerà la competizione
ai rigori (segno del destino?)
La presentazione ufficiale di Cerezo, invece, vedrà la Roma incontrare
all'Olimpico la sua ex squadra, l'Atletico Mineiro.
Durante l'anno d segnalare, tra le altre, la trasferta a Febbraio in
Brasile in casa del San Paolo, che si rivelerà più una vacanza che
altro.
09
Novembre 2020:
Inserita
la pagina di Genoa-Roma,
7 Giornata di Campionato 2020/2021.
Sale la Roma.
Zitta zitta la Roma è salita fin su al quarto posto della classifica.
Continuano a vincere i giallorossi e soprattutto continuano ad
inanellare prestazioni positive, contro tutte le squadre siano esse di
prima fascia (ha già incontrato la Juventus Campione d'Italia e il
Milan capolista attuale), sia contro squadre di seconda fascia
(Benevento, Genoa e Hellas Verona, contro la quale ha perso solo
tavolino).
Fonseca pare aver trovato finalmente la quadratura del cerchio con la
difesa a 3 che praticamente non subisce mai grosse sbandate se non in
rarissime occasioni e anche davanti, nonostante la forzata assenza di
Dzeko improvvisamente positivo al Covid, ha degli schemi talmente tanto
assimilitai dai gioctori che anche se in campo scende un poco reattivo
Borja Mayoral arrivano comunque occasioni a grappoli.
E se manca il bomber di sempre, ecco che Mkhitaryan si erge a goleador
improvvisato sfoggiando una tripletta di quelle pesanti.
Ora arriva di nuovo la sosta per le Nazionali, e forse stavolta è una
sosta benedetta, che permette il recupero (si spera) di Dzeko e dei
lungodegenti Diawara e Calafiori, oltre che a valutare le reali
condizioni di Spinazzola (altro uomo in più di questo avvio di
stagione) ieri uscito dopo pochi minuti per un risentimeno muscolare.
La strada è lunga e non bisogna montarsi la testa. Però stare in alto
non è mai un male.
06
Novembre 2020:
Inserita
la pagina di Roma-CFR
1907 Cluj, 3 Giornata del Girone A di Europa League 2020/2021.
Pokerissimo giallorosso.
Va
bene, l'avversario non era tra i più temibili e tra l'altro in un
periodo molto particolare tra defezioni di alcuni giocatori e problemi
nel proprio campionato.
Ma le sfide di Coppa sono sempre insidiose,
e la Roma lo sa più che bene: già la scorsa settimana aveva subito una
brutta battuta d'arresto contro il CSKA di Sofia (altra squadra non
proprio di prima fascia) e proprio contro lo stesso Cluj in una
edizione di Champions League di qualche anno fa.
E poi era importante vincere per portarsi in testa al girone ed avere
praticamente un piede già negli Ottavi di Finale.
I giallorossi sono stati sicuramente facilitati dall'aver trovato
immediatamente il gol del vantaggio: ottima giocata di un sorprendente
Spinazzola e zuccata vincente di Mkhitaryan che finalmente trova il suo
primo gol stagionale.
Poco dopo anche Ibanez festeggia il suo primo gol in giallorosso,
ancora con un colpo di testa molto ben piazzato.
Ma è l'intera partita che non lascia adito a recriminazioni di nessun
genere. Praticamente al termine dell'incontro Pau Lopez non avra
neanche sporcato i guanti.
E poi c'è la doppietta di Borja Mayoral che seppur a sprazzi ha
mostrato di essersi calato in questa nuova realtà, nonostante abbia
ancora molti momenti di stallo.
Infine come non menzionare l'esordio del giovane centrocampista della
Primavera Tommaso Milanese? Buttato nella mischia ha giusto il tempo di
ambientarsi e poco dopo servire l'assist vincente per Pedro, che in
questo avvio di stagione tutto ciò che tocca tramuta in oro.
Insomma, una bella serata di Coppa come ne mancavano da tempo, seppur
con le dovute proporzioni.
02
Novembre 2020:
Inserita
la pagina di Roma-Fiorentina,
6 Giornata di Campionato 2020/2021.
Carattere e qualità.
Bella vittoria della Roma sulla Fiorentina che ha creato qualche
grattacapo ai giallorossi solo nei primi 10 minuti.
Una volta che la Roma ha preso le misure e il possesso del centrocampo,
praticamente non c'è stata partita, e la Fiorentina è pian piano
scivolata sempre più a ridosso della propria area a difendere il
difendibile.
I giallorossi, invece, trascinati da un terzetto d'attacco meraviglioso
hanno messo alle corde la squadra avversaria e con carattere e
tantissima qualità hanno avuto il sopravvento.
Dietro praticamente non si è mai rischiato nulla: finalmente Smalling è
rientrato a pieno regime in difesa dando solidità e stabilità ad un
reparto giovane ma già ben collaudato, dove Mirante dirige molto bene
la linea difensiva davanti a sé.
E proprio da Mirante parte (di nuovo) il lancio che dà il via al gol di
Spinazzola, il quale si invola verso la porta di Dragowski e dopo un
rimpallo un po' fortunoso segna il suo secondo gol in Serie A.
Dzeko ce la mette tutta per trovare il gol, ma alla fine si deve
"accontentare" di innescare il gol di Pedro dopo aver servito
Mkhitaryan che deve praticamente solo indicare allo spagnolo la via del
gol.
Giovedì di nuovo in campo, in Europa League contro il Cluj, per
continuare la striscia di partite senza sconfitte (sul campo) arrivata
a ben 14 incontri.
27
Ottobre 2020:
Inserita
la pagina di Milan-Roma,
5 Giornata di Campionato 2020/2021.
Ibra, Dzeko e Giacomelli.
Scoppiettante partita tra il Milan capolista e una pimpante Roma che ha
ribattuto colpo su colpo ai rossoneri.
L'atteso confronto tra i due bomber delle due squadre si è concluso
anch'esso con un pareggio (nonostante la doppietta dello svedese) ma un
altro bomber ha voluto dire la sua all'interno della gara: l'arbitro
Giacomelli.
Dopo aver condotto in maniera abbastanza tranquilla la gara, l'arbitro
ha pensato bene di ergersi ad assoluto protagonista andando nel più
completo pallone dopo aver assegnato un inesistente rigore per la Roma,
senza andare a controllare la VAR (dicono che le regole quest'anno
siano cambiate...) e cominciando a fischiare a caso in un senso e
nell'altro.
Capito l'errore madornale, non aspettava altro che compensare andando a
fischiare un altro rigore inesistente stavola a favore del Milan,
ancora una volta senza consultare la VAR.
Al di là di tutto, comunque, la partita ha mostrato che la Roma è una
squadra attrezzata per reggere il confronto con tutti (finora ha già
affrontato sia la Juventus che il Milan, mettendo entrambe le squadre
in seria difficoltà). Certo, se avesse anche un terzino destro,
probabilmente avrebbe ancora più chance.
Karsdorp, preferito a Bruno Peres, ha fatto anche una buona partita in
fase propositiva, ma in difesa è andato troppo spesso in confusione
contro Leao, che ha fatto il bello e il cattivo tempo.
Con l'ingresso di Bruno Peres, poi, le cose non sono andate per il
meglio, anzi, sempre da quella parte la Roma ha sofferto più del dovuto.
Sono anni che alla Roma manca un terzino destro che sia un terzino, non
un ala adattata o un centrocampista arretrato o addirittura un
difensore centrale spostato.
Chiunque sia il DS che arriverà alla Roma (quando arriverà?) dovrà
innanzitutto sanare questa atavica mancanza nella difesa giallorossa,
prima di pensare ad altro.
20
Ottobre 2020:
Inserita
la pagina di Roma-Benevento,
4 Giornata di Campionato 2020/2021.
La Roma riparte da Pedro.
Dopo
la solita, inutile e quantomento inopportuna, sosta per la Nazionale,
riparte il campionato di Serie A, e stavolta incredibilmente senza
rinvii, partite annullate per giocatori positivi al Covid, partite e
punti assegnati a tavolino e punti di penalizzazione.
Riparte il
campionato, e riparte la Roma trascinata da un attacco stellare e in
forma strepitosa, che non si fa mettere paura dalla buona partita di un
generoso e ben messo in campo Benevento, e che alla fine ne rifila ben
5 alla squadra campana.
Se è vero che Dzeko è tornato al gol segnando una splendida doppietta,
se è vero che Mkhitaryan ha dato lanima in campo pur sbagliando troppo
spesso sottoporta, è altrettando innegabile che in questo momento il
vero uomo in più dell'attacco giallorosso è Pedro, il plurivincitore di
trofei in giro per il mondo che da quest'anno veste la maglia della
Roma.
Non è tanto il gol del pareggio segnato o di alcune ottime giocate, ma
è proprio il suo atteggiamento in campo che lo rende il leader della
squadra (senza nulla togliere a Dzeko, si intende): tutti lo cercano,
tutti sanno che dai suoi piedi può partire la giocata vincente.
E intorno a lui cresce l'intera squadra.
In difesa, nonostante i due gol (abbastanza fortunosi) subiti, si è
ballato poco, e al reparto manca ancora il rientro di Smalling.
A centrocampo forse c'è ancora qualcosa da registrare, con Pellegrini
non ancora ai suoi livelli ma con Cristante (se centrocampista si può
ancora intendere) che sta crescendo in personalità.
E poi c'è la panchina: se è vero che i nomi al momento non sono di
primissimo livello (a parte Borja Mayoral che ha esordito proprio
contro il Benevento), è altrettanto vero che Villar sta dimostrando di
essere un ottimo regista e Carles Perez, con il gol segnato "alla
Messi" (ma piano con i paragoni), si dimostra molto più che un semplice
rincalzo.
Il campionato è ripartito, nella speranza che non si debba più fermare
o che non venga falsato più di quanto già non lo sia, e ora riprendono
anche le coppe europee: giovedì in Svizzera contro lo Young Boys la
Roma è chiamata a confermarsi.
28
Settembre 2020:
Inserita
la pagina di Roma-Juventus,
2 Giornata di Campionato 2020/2021.
Roma promossa... a metà.
Riaprono,
in parte, le porte dell'Olimpico e i mille fortunati invitati possono
assistere dal vivo alla prima uscita casalinga della Roma contro la
Juve.
E non assistono neanche ad una brutta Roma, anzi.
I giallorossi, praticamente gli stessi della scorsa stagione con i soli
nuovi inserimenti di Kumbulla (molto positivo il suo esordio in
giallorosso) e di Pedro, affrontano a viso aperto e molto spavaldi la
Juventus del nuovo corso targato Andrea Pirlo.
I bianconeri sembrano la brutta copia dello squadrone degli ultimi
anni, e soprattutto a centrocampo sbagliano molto rendendo la vita
facile ai centrocampisti giallorossi, Veretout su tutti, che
intercettano molti palloni velenosi e per poi verticalizzare molto
velocemente.
E su due di questi recuperi repentinamente trasformati in occasioni
offensive arrivano i due gol di Veretout, il primo su calcio di rigore
per un evidente fallo di mano di Rabiot, e il secondo allo scadere del
primo tempo su magistrale contropiede iniziato dallo stesso francese
che chiude il triangolo con Mkhitaryan che gli serve un pallone da
spingere solo in rete.
Rabiot nel secondo tempo si fa espellere, Dzeko si divora due ottime
occasioni (clamorosa la prima che dopo essersi liberato di due
avversari in area colpisce a botta sicura, ma il pallone scheggia il
palo), e la Roma non riesce a chiuderla.
E alla fine arriva il fattaccio, con Fonseca che sostituisce Santon
inserendo uno spaesato e stralunato Bruno Peres su cui si posizione
immediatamente Cristiano Ronaldo: risultato, prima occasione per il
portoghese, Bruno Peres che neanche ci pensa a marcarlo, e gol del
definitivo 2-2.
Le critiche a Fonseca piovono copiose, sia per l'errata lettura della
partita in corso d'opera, sia per le mancate sostituzioni durante la
ripresa (quest'anno come nella parte finale della scorsa stagione sono
ammesse cinque sostituzioni), ma siamo veramente sicuri che sia "già"
arrivato il momento di sostituire l'ennesimo allenatore?
26
Settembre 2020:
Inserite le Amichevoli
1982/1983: 33 amichevoli e uno scudetto.
L'estate
del 1982 viene movimentata dal terzo titolo mondiale vinto dall'Italia
di Bearzot e dalla campagna acquisti esplosiva, dovuta alla decisione
di aprire al secondo straniero adottata dalla Federazione.
La Roma,
dopo aver trattato Boniek, si vede sfilare il polacco da Madama, grazie
alle solite entrature della FIAT e dirotta le sue attenzioni su quella
che sembra una seconda scelta, Herbert Prohaska, austriaco che
all'Inter ha stentato più del previsto. Arriva anche il fortissimo
difensore Pietro Vierchowood, oltre ad una giovane promessa come
Maurizio Iorio, ma la Juventus acquista anche Michel Platini e questa
sembra una pietra tombale sulle ambizioni della Roma.
Liedholm, però, ancora una volta, ha fatto bene i suoi conti. L'arrivo
di Vierchowood, infatti, gli permette di portare indietro Di Bartolomei
e di farne la prima fonte di gioco, mentre Prohaska, con la sua bravura
tecnica e tattica, permette il miglior bilanciamento possibile della
squadra, in attesa del rientro di Ancelotti. Che avviene dopo sei
giornate, aggiungendo un altro tassello ad un mosaico che diventa
praticamente perfetto.
La Roma parte subito forte e approfitta delle difficoltà di una
Juventus alle prese con il difficile ambientamento di Boniek e Platini.
Falcao e compagni vanno subito in testa alla classifica e si presentano
al primo scontro diretto, a Torino, con tre punti di vantaggio. Quando
Chierico porta in vantaggio la Roma, padrona del campo, sembra che il
torneo possa trasformarsi in una passeggiata, ma non è così, perchè nel
secondo tempo i bianconeri ribaltano la partita e si riportano sotto.
La Roma, comunque non si smonta e riparte di gran lena, macinando gioco
ed avversari. Prima la Fiorentina e poi l'Inter pagano dazio e vengono
di fatto eliminate dalla lotta per il titolo, ormai ristretta alle due
favorite della vigilia e alla sorpresa Verona.
Dopo aver vinto il titolo d'inverno, platonico, ma pur sempre
indicativo, la Roma va ad impattare al Bentegodi contro il Verona,
confermando di essere sulla strada giusta. Nelle domeniche che la
separano dal big match con la Juventus, mette ancora fieno in cascina e
si presenta al faccia a faccia coi bianconeri con ben cinque lunghezze
di vantaggio.
In un Olimpico stracolmo e reso ancora più eccitante dalla splendida
coreografia della folla romanista, Falcao porta in vantaggio la Roma e
sembra mettere la parola fine al discorso, ma ancora una volta è una
giacchetta nera, Barbaresco di Cormons, a mettersi di traverso. Allo
scadere della contesa, con le squadre sull'1-1, lascia correre un
fuorigioco che porta alla seconda rete di Brio e riapre di fatto le
danze.
La settimana passa tra le polemiche, ma la truppa di Liedholm non si fa
distrarre e si prepara al meglio per difficile gara di Pisa. All'Arena
Garibaldi, di fronte a migliaia e migliaia di supporters giunti con
ogni mezzo da Roma, Falcao e Di Bartolomei stendono i toscani e danno
un preciso segnale alla Juventus: stavolta nessuno può fermare i lupi.
L'ultima emozione, arriva a cinque giornate dal termine, quando la Roma
pareggia a Firenze in concomitanza dell'incredibile crollo della
Juventus nel derby col Torino. I bianconeri, infatti, in vantaggio di
due reti a pochi minuti dal termine, ne beccano tre in tre minuti,
innescando il vero e proprio spettacolo sulle tribune del Comunale di
Firenze, dove i tifosi giallorossi, giunti ancora una volta in massa,
mettono al corrente la squadra di quanto si sta consumando a Torino.
Il sigillo definitivo, arriva alla penultima giornata, a Genova contro
i grifoni, quando l'1-1 consegna alla Roma il suo secondo titolo, a
distanza di ben 41 anni dal primo. E' l'8 maggio 1983 quando Pruzzo,
Falcao, Conti, Di Bartolomei e gli altri, si congiungono idealmente
agli eroi del primo scudetto, tra le lacrime di gioia dei discendenti
di coloro che ebbero la ventura di assistere al trionfo degli uomini
guidati da Schaffer.
E in una città che impazzisce di gioia e canta sulle note di Venditti
il suo amore per i colori capitolini, è impossibile non riandare con la
mente alle calde giornate dell'estate del 1927, quando un gruppo di
innamorati della stessa, decisero che Roma doveva essere rappresentata
da una sola grande squadra in grado di competere al vertice...
Durante l'anno, poi, molti ragazzi della Primavera e delle giovanili
giallorosse si affacciano per la prima volta in Prima Squadra,
disputando una miriade di allenamenti: molti di questi giovani saranno,
negli anni a venire, gli autentici pilastri della squadra che sarà,
dimostrando ancora una volta che la fucina giallorossa è una delle
migliori del panorama nazionale nel formare campioni in erba.
20
Settembre 2020:
Inserita
la pagina di Hellas
Verona-Roma, 1 Giornata di Campionato 2020/2021.
Inizio in sordina.
Inizia la nuova stagione e la nuova Serie A, con mille incognite e
mille problemi.
Subito falsato (ovviamente) il campionato, con una giornata incompleta
e ben 6 squadre che inizieranno la stagione la prossima settimana
perché la loro precedente stagione era finita più tardi delle altre. Ma
allora non era più semplice e più regolare rinviare l'intera giornata?
E poi il calciomercato: squadre che iniziano con alcuni giocatori che
già domenica prossima potrebbero indossare le maglie degli avversari.
Emblematico il caso di Dzeko con la Roma: ieri portato in panchina da
Fonseca (ma era proprio necessario se poi non è stato neanche
schierato?) e domenica prossima potrebbe già indossare la maglia della
Juventus e scendere in campo proprio contro la Roma. E tutto questo si
protrarrà fino a ottobre.
Complimenti a chi ha pensato e ideato tutto questo. Poi però ci si
lamenta che sempre meno pubblico viene attratto da questo carrozzone
che è diventato il calcio italiano...
Ad ogni modo riparte la stagione per la Roma con enormi punti
interrogativi, sia su che tipo di stagione sarà sia su chi farà parte
di questa squadra.
Di Dzeko già si è detto e probabilmente (a meno di situazioni
clamorose) il bosniaco non sarà più il centravanti giallorosso, forse
arriverà Milik, forse resterà Karsdorp, chissà chi sarà il portiere
titolare (ieri Mirante è stato preferito a Pau Lopez con tanti saluti
alle poche certezze che dovrebbero esserci in una squadra...) e, con
queste premesse, chissà se Fonseca riuscirà a restare sulla panchina
giallorossa fino a fine anno.
La nuova proprietà si è appena insediata e ha subito messe le cose in
chiaro: si vuole vincere, ma ci vuole pazienza. E questo è già un buon
inizio: meglio essere chiari subito senza fare proclami non necessari
piuttosto che disattendere le promesse.
Ma quest'ambiente così complicato, dopo aver detto di tutto a Pallotta,
quanto sarà in grado di aspettare pazientemente che prima o poi si
ritorni a lottare per i vertici?
Solo il futuro potrà rispondere. Nella speranza che l'emergenza Covid
non torni a bloccare tutto un'altra volta...
14 Agosto
2020:
Inserite le Amichevoli
1981/1982: Grazie di tutto, Kawasaki!
Francesco
Rocca ci prova ancora a dare il suo contributo alla causa giallorossa,
ma i dolori al ginocchio martoriato sono troppo forti, e alla fine è
costretto ad alzare bandiera bianca e ad appendere definitivamente gli
scarpini al chiodo, a soli 26 anni, disputando gli ultimi minuti della
sua carriera in amichevole contro l'Internacional di Porto Alegre.
Resterà comunque nei quadri della Roma, ma iol suo ritiro resterà
sempre una spina nel fianco per i tifosi giallorossi.
Dopo la grande delusione dell'anno precedente, la Roma riparte con un
solo obiettivo: lo scudetto.
Il presidente Dino Viola, ancora una volta, appronta una campagna
acquisti di grande spessore, portando a Roma giocatori già pronti per
le grandi ribalte, ma che promettono una successiva evoluzione in grado
di portarli ad altissimi livelli: arrivano il terzino Sebino Nela,
possente difensore prelevato dal Genoa, l'altro terzino volante
Marangon, dal Napoli e Odoacre Chierico, fantasiosa ala che arriva dal
Pisa, ma che la Roma prende dall'Inter, proprietaria del cartellino.
L'inizio vede la squadra di Liedholm riprendere il discorso da dove lo
aveva interrotto, cioè dalle posizioni alte della classifica. alcune
titubanze non impediscono a Falcao e compagni di arrivare ben presto in
vetta, dopo aver battuto a domicilio la Juventus, una rivincita
platonica, ma non troppo.
Ancora una volta, però, arrivano alcune controverse decisioni arbitrali
a frenare la corsa giallorossa: a Milano contro l'Inter, con la Roma
padrona del campo e in vantaggio, Agnolin punisce sin troppo
severamente una robusta entrata di Falcao, lasciando la Roma in dieci
uomini, con conseguente sconfitta e contorno di polemiche. La sconfitta
di San Siro frena lo slancio della pattuglia di Liedholm, anche se non
sgonfia del tutto le ambizioni.
Purtroppo, però, proprio nel momento topico della stagione, quello a
ridosso delle sfide scudetto con Fiorentina e Juventus, una brutta
entrata di Briaschi toglie dalla scena Falcao e le due sconfitte che ne
conseguono impediscono alla Roma di poter difendere al meglio le
proprie chanches di scudetto.
Alla fine sarà un terzo posto che, se rapportato alle speranze
sollevate dall'inizio di stagione, sembra poco, ma non lo è, in quanto
conferma che ormai la squadra presieduta da Viola fa parte del
ristretto novero delle squadre in grado di lottare per lo scudetto.
Diverso il discorso in Coppa Italia e in Coppa delle Coppe: nella
competizione nazionale, la Roma viene subito eliminata dall'Inter dopo
un doppio incontro che ricorda molto quello dell'anno precedente contro
il Carl Zeiss Jena. Nell'andata la Roma si impone per 4-1, venendo poi
clamorosamente sconfitta al ritorno per 3-0.
In Coppa delle Coppe, invece, dopo aver eliminato abbastanza
agevolmente i nordirlandesi del Ballymena United, il Porto si dimostra
squadra più compatta e competitiva in ambito europeo, e non concede
neanche una rete a Falcao e compagni.
Tra le varie amichevoli disputate prima e durante il campionato, oltre
alla partita già descritta contro l'Internacional, da menzionare
l'amichevole contro la Polonia di Zibi Boniek (2-2 all'Olimpico) e
l'amichevole del 22 aprile 1982 in casa dello Spezia, partita in cui fa
la sua comparsa in Prima Squadra Germano Carnevale, fratello minore del
più famoso Andrea, che in Primavera si era messo molto in mostra, tanto
da attirare le attenzioni di Liedholm. Di lui, in seguito, si
perderanno le tracce nel calcio che conta.
16 Luglio
2020:
Inserita
la pagina di Roma-Hellas
Verona, 33 Giornata di Campionato 2019/2020.
Dzeko tuttofare.
Terza
vittoria consecutiva, quinto posto in classifica consolidato, staccando
di quattro punti Milan e Napoli, ma futuro non del tutto sereno per la
Roma.
Fonseca continua, giustamente, a riproporre il modulo a 3
difensori davanti Pau Lopez, che pare sia il più sicuro in questo
assurdo momento stagionale.
La Roma trova un'altra vittoria, seppur con non poca fatica e contro
un'avversaria che a ben poco da chiedere al campionato, ma soprattutto
nel primo tempo i giallroossi hanno mostrato una buona attitudine al
gioco e buone trame offensive.
Il fulcro di tutto è stato, ancora una volta, Edin Dzeko: vero e
proprio tuttofare della squadra, punto di riferimento in avanti, croce
e delizia sottoporta (clamorosi un paio di errori davanti Silvestri con
la porta praticamente spalancata in un momento in cui era fondamentale
chiudere l'incontro), difensore aggiunto quando c'era da soffrire ed
aiutare i compagni, ma anche stranamente irascibile e irritabile quando
i palloni non gli arrivavano come e quando voleva lui.
Emblematica una situazione in cui Pellegrini ritarda il passaggio e lui
si perde in polemica senza accorgersi che, in un modo o nell'altro, il
pallone era comunque arrivato dalle sue parti.
E anche la non esultanza al gol è abbastanza eloquente: probabilmente,
nonostante tutto quello che ha fatto in questa stagione per la Roma (ma
anche e soprattutto nelle stagioni precedenti, non solo in campo),
soffre una volta di più della situazione societaria poco chiara, delle
voci di mercato che lo circondano (nonostante il rinnovo contrattuale
della scorsa stagione) e pochi se non nessun punto di riferimento
all'interno della società.
Lui, che piaccia o no, in campo da sempre tutto quello che può,
sbagliando tanto certo, ma timbrando sempre il cartellino della
presenza. Forse non tutti se ne accorgono come vorrebbe.
La Roma vince, anche grazie ad un grandissimo Veretout e un Ibanez
piacevole scoperta, manca poco al termine del campionato.
Ma cosa sarà di questa Roma tra poco più di un mese, quando cieè
inizierà la nuova stagione, in pochi lo sanno.
11 Luglio
2020:
Inserite le Amichevoli
1980/1981: Falcao! Ed è subito gloria.
Dopo
lo scandalo Totonero che ha travolto il calcio italiano nella
precedente stagione, la Federazione decide di riaprire le frontiere per
poter far acquistare dalle squadre italiane un giocatore straniero.
L'ambiente giallorosso si aspetta ulteriori progressi da una Roma
finalmente ambiziosa, dopo le ottime cose fatte vedere l'anno
precedente.
E l'estate alimenta queste ambizioni nel modo più clamoroso: con la
riapertura delle frontiere Viola riallaccia antichi rapporti col
Sudamerica e si mette alla caccia dell'asso capace di far fare il
definitivo salto di qualità alla squadra.
L'obiettivo dichiarato è l'attaccante brasiliano Zico, ma quando questi
si rivela troppo difficile da prendere, il presidente vira su un altro
pezzo da novanta come Falcao, meno conosciuto dal grande pubblico (che
infatti inizialmente storce un po' il naso), ma molto stimato dagli
addetti ai lavori, che ben conoscono la classe dell'asso
dell'Internacional di Porto Alegre.
La tifoseria è perplessa, ma anche Liedholm si frega le mani: da ex
grande centrocampista, sa benissimo che le grandi squadre nascono in
mezzo al campo e Falcao è l'uomo adatto per far crescere tutto il
complesso, evitando tra l'altro che i riflettori si appuntino su una
squadra che è appena nella prima fase di assemblaggio.
La leggenda vuole che Viola non abbia al momento i dollari per poter
acquistare l'asso brasiliano, e se li faccia prestare dal suo amico
presidente del Montevarchi: per ripagarlo del favore, una volta
terminato il ritiro e Falcao stabilizzato nel centrocampo giallorosso,
la Roma andra proprio a Montevarchi per la prima "uscita" amichevole
dell'asso brasiliano.
La stagione della Roma parte alla grande, ma ogni tanto perde la testa,
come accade nel ritorno del primo turno di Coppa delle Coppe col Carl
Zeiss Jena, quando i tedeschi rimontano le tre reti patite all'andata e
ne aggiungono una quarta che sancisce l'eliminazione degli uomini di
Liedholm dall'Europa (sulla partita ci saranno grossi dubbi di utilizzo
di doping da parte dei tedeschi dell'est, che comunque raggiungeranno
la finale della competizione).
Poco male, però, visto che in campionato Falcao e compagni vanno come
treni. La conferma che sta nascendo lo squadrone arriva a Milano,
contro l'Inter, quando Pruzzo si scatena e guida la Roma ad una grande
vittoria per 4-2. Proprio le reti di un rinato Pruzzo, insieme alla
classe innata e al senso tattico di Falcao, diventano le armi più
acuminate nelle mani di Liedholm, la cui zona atipica, con larghissimo
possesso della palla, si conferma molto indigesto per la concorrenza.
La Roma vira al comando la prima parte della stagione, per poi calare
leggermente alla distanza, ma sempre restando nel ristretto gruppo
delle squadre che si contendono lo scudetto.
A tre giornate dal termine, va a Torino a giocarsi la partita attesa da
quasi quaranta anni, con un solo punto da rimontare alla Juventus
capolista. E qui succede il fattaccio che segna una intera epoca del
calcio italiano. Con i bianconeri ridotti in dieci, per l'espulsione di
Furino dopo un fallaccio su Falcao, la Roma segna la rete del vantaggio
alla mezzora, con Ramon Turone, ma incredibilmente, mentre le migliaia
di tifosi romanisti giunti nel capoluogo sabaudo ancora gridano di
gioia, l'arbitro livornese Bergamo decide di iscrivere il suo nome
nell'albo degli orrori arbitrali, annullando la segnatura.
Alla fine dell'anno la Roma è seconda, a due punti dalla Juventus e non
può neanche consolarsi con la quarta Coppa Italia, seconda consecutiva,
della sua storia. Comincia la grande rivalità con la Juventus, che non
morirà mai...
Durante la stagione diverse amichevoli utilizzate soprattutto come
allenamenti infrasettimanali o minitornei per riempire i vuoti creati
dalla Nazionale (a Natale verrà disputato il Mundialito in Uruguay): ad
Agosto partecipa al Torneo Città di Siviglia e al Meeting di Rimini
gioca contro l'Atletico di Madrid (il cui incasso verrà devoluto alle
vittime della strage di Bologna), a Dicembre vince il Primo Torneo
Internazionale Ponte giocando contro il Trakia Plovdiv e il Perugia, e
infine partecipa (come detto) al Torneo di Capodanno uscendo al primo
turno.
Nelle varie perigrinazioni per l'Italia, pare abbia giocato anche
un'amichevole a Sezze per devolvere l'incasso in beneficenza a Gino e
Lucia, due bambini rimasti orfani, ma della partita non c'è traccia sui
giornali sportivi dell'epoca.
06 Luglio
2020:
Inserita
la pagina di Napoli-Roma,
30 Giornata di Campionato 2019/2020.
Ancora una sconfitta.
Decima sconfitta, per la precisione, per la Roma di Fonseca.
Allenatore sempre più in confusione, che cambia nuovamente strategia,
schierando una difesa a 3 che col passare dei minuti diventa sempre più
a cinque, riproponendo Zappacosta per tutti i 90 minuti quando una
settimana fa diceva che non era pronto perché fermo da troppo mesi, che
nonostante la possibilità di effettuare cinque cambi (previsto dal
nuovo regolamenteo della Serie A vista l'emergenza della situazione)
udufruisce solo di tre sostituzioni e alla fine inserisce Zaniolo
(bentornato) quando pochi giorni fa aveva dichiarato che lo stesso non
era pronto neanche per la panchina.
Ad ogni modo, la squadra scesa in campo contro il Napoli è apparsa ben
diversa e molto più motivata (ci voleva poco, eh) di quella vista 3
giorni fa contro l'Udinese e soprattutto nel primo tempo ha messo in
seria difficoltà il Napoli di Gattuso, nonostante i partenopei avessero
avuto più nitide palle gol.
Nel secondo tempo, poi, la stanchezza ha fatto la differenza: le
squadre via via che passavno i minuti si sono inevitabilmente
allungate, lasciando spazio a continui capovolgimenti di fronte.
Prima Callejon portava in vantaggio il Napoli, poi dopo appena 5 minuti
una bella azione in solitaria di Mkhitaryan (favorita da l'unico
movimento giusto della partita di Kluivert) l'armeno pareggiava i conti
ma nel finale, una palla regalata ad Insigne permetteva allo stesso
Insigne di realizzare un gol capolavoro e lasciare la Roma con l'amaro
in bocca.
Roma che ora è stata raggiiunta in classifica dallo stesso Napoli e ora
viene insidiata anche dal Milan, a due punti di distanza.
Il Verona (42 punti) è al momento a distanza di sicurezza, ma arrivare
addirittura settimi quest'anno avrebbe del clamoroso: si rischierebbe
non solo di gettare alle ortiche quanto di buono (poco) è stato fatto
nella prima parte di stagione, facendo dimenticare alcune ottime
prestazioni, ma soprattutto rischierebbe di far cadere la Roma nel
secondo turno preliminare di Europa League del prossimo anno. Prossimo
anno che praticamente inizierebbe appena terminato questo.
E se ora i giocatori arrancano per il campo, chissà come vagherebbero
senza praticamente alcun tipo di riposo...
03 Luglio
2020:
Inserita
la pagina di Roma-Udinese,
29 Giornata di Campionato 2019/2020.
La Roma al mare.
E
puntualmente come ogni uno o due anni arriva questo momento della
stagione in cui non potendo più chiedere nulla al campionato o ad altre
competizioni, la Roma tira i remi in barca e abbandona la nave alla
deriva, rischiando di compromettere anche quel poco, pochissimo che si
è raggiunto, in attesa della fine della stagione e proiettandosi verso
l'anno successivo, con buoni propositi ed entusiasmi basati sul niente.
Ogni volta. E anche questa inutile e falsa stagione non poteva essere
da meno.
Anzi, forse è anche peggio quest'anno, perché chi doveva lottare per
non retrocedere, in attesa della ripresa del campionato, si è allenato
in maniera seria, così come chi deve rincorrere un ambito posto in
Europa.
E difatti, in queste tre partite si è vista una squadra che in campo
passeggiava (la Roma) e le avversarie che andavano al doppio se non al
triplo della velocità: l'Udinese ieri poteva chiudere l'incontro con
bel altro risultato, se solo i suoi attaccanti avessero avuto migliore
precisione sottoporta.
Siamo alle solite: società assente, giocatori che guardano nel vuoto,
allenatore che non sa che fare, e quando decide di dare una sterzata,
sbaglia di grosso la situazione, come ieri sera quando ha deciso di
lasciare in panchina l'unico giocatore più o meno in forma della
squadra (Dzeko) rivoluzionando l'intera squadra, mettendo in campo
giocatori impresentabili fisicamente o proprio ex giocatori: Kalinic,
Bruno Peres, Fazio, Under, Perotti (per il quale però il problema sono
i terreni di gioco della Serie A...)
L'unica consolazione è che anche il Napoli che sta inseguendo ha perso
contro l'Atalanta (che ormai se ne è definitivamente andata) e che
quindi resta a 3 punti dai giallorossi: ma proprio domenica ci sarà lo
scontro diretto al San Paolo.
Come finirà la gara? Se la Roma che scenderà in campo sarà la stessa
presentatasi ieri all'Olimpico... beh, allora è meglio che vadano
definitivamente al mare.
25 Giugno
2020:
Inserita
la pagina di Roma-Sampdoria,
27 Giornata di Campionato 2019/2020.
Dove eravamo rimasti?
La
Serie A più falsata della storia del calcio italiano riparte, quando
invece doveva essere fermata ed interrotta definitivamente.
Ma si
sa, il calcio ormai non è più un pallone che gira sul prato verde
rincorso da 22 giocatori, è ben altra cosa, enormi interessi economici
ruotano insieme al pallone, e mentre c'è chi ancora muore e chi piange
i morti causati dalla pandemia, chi può fa i tamponi, è soggetto ad una
quarantena ridotta, ha i soliti privilegi che le persone normali non
hanno.
E sì che anche tra i calciatori c'è stato qualcuno che è stato
contagiato dal virus.
Ma bisognava ripartire. E ripartenza è stata. Con gli stadi vuoti,
partite giocate nell'arco dell'intera settimana e in orari senza senso,
le telecronache con suoni di sottofondo creati ad arte come se lo
stadio fosse pieno (una tristezza infinita, nella tristezza di guardare
una partita senza pubblico...)
Probabilmente cambierà poco da qui alla fine del campionato (2 agosto!)
e la classifica resterà più o meno immutata, ma si avrà l'illusione di
aver assistito ad un campionato combattuto come mai...
Parlando della partita tra Roma e Sampdoria, i giallorossi si
presentano con diverse novità in campo per affrontare i blucerchiati di
mister Ranieri (sì, proprio lui): Ibanez all'esordio con la maglia
della Roma, Mirante in porta perché Pau Lopez ancora infortunato, il
redivivo Pastore, Carles Perez preferito a Kluivert e Under.
Buona la partenza della Roma, se non fosse per alcuni errori di
impostazioni di Diawara, su uno dei quali Gabbiadini ne approfitta
portando in vantaggio la Sampdoria e su un altro Jankto colpisce il
palo.
Ma nonostante questo, la Roma macina gioco e in più di un'occasione
porta scompiglio nell'area avversaria, e solo un grande Audero riesce a
far chiudere in vantqaggio la propria squadra il primo tempo.
La ripresa vede una Sampdoria non riuscire più a portare quel pressing
asfissiante del primo tempo sui portatori di palla avversari e
soprattutto quando Fonseca decide i cambi (da questa partita potranno
essere ben cinque a partita, praticamente mezza squadra inizia la gara,
e altra mezza la finisce...) la Roma trova la via della rete.
Uno strepitoso Dzeko prima con una splendida girata al volo di sinistro
agguanta il pari su imbeccata di Pellegrini e poi quasi allo scadere lo
stesso Dzeko, sempre al volo ma stavolta col destro, regala i tre punti
alla Roma e aggancia nella speciale classifica dei bomber giallorossi,
uno dei più grandi attaccanti che hanno indossato questa maglia, Pedro
"Piedone" Manfredini, a quota 104 gol con la Roma.
Tre punti fondamentali per rimanere in scia all'Atalanta per la corsa
alla Champions League del prossimo anno. Se mai cambierà qualcosa in
questa classifica...
18 Giugno
2020:
Inserite le Amichevoli
1979/1980: il Totonero oscura tutto.
L'estate del 1979, vede l'avvicendamento al vertice tra Gaetano
Anzalone e Dino Viola.
Il nuovo presidente siede nel consiglio di amministrazione della
società ormai da anni e il suo nome è già venuto fuori all'epoca in cui
Marchini stava abbandonando la presidenza. Inoltre è di Aulla, e
questo, agli occhi degli scaramantici, costituisce di per sè una
garanzia, visto che l'unico presidente scudettato della Roma, Bazzini,
era di quelle parti.
Viola si mette subito all'opera per cambiare passo e sotterrare
definitivamente la Rometta.
La prima operazione, riguarda il tecnico, e da' subito l'idea delle sue
ambizioni: arriva infatti, o meglio torna, Niels Liedholm, che ha
appena vinto lo scudetto della stella col Milan. Anche sul mercato, si
opera cercando di porre le basi per una crescita immediata, ma capace
di porre le basi per i grandiosi sviluppi futuri cui guarda Viola.
Arriva un vecchio campione come Romeo Benetti, ma insieme a lui il
giovane campione cui guarda già mezza Italia calcistica, Carlo
Ancelotti. Inoltre, giungono a Roma due atleti maturi come Amenta e
Turone, sui quali il Barone punta decisamente per il suo modello di
gioco a zona.
L'inizio vede la nuova Roma subito sulla buona strada. Messa in un
girone di Coppa Italia non facile, va ad espugnare il difficile campo
di Perugia e si qualifica per il turno successivo, cosa che non
succedeva da anni.
In campionato, invece, l'inizio è più difficoltoso: una serie di passi
falsi, portano la Roma nel gruppone di centro e sembrano il segnale di
una nuova stagione difficile.
Il 28 ottobre, arriva poi il derby e la stagione si tinge di nero:
dalla Curva Sud parte un razzo che termina la sua corsa sulla curva
opposta, colpendo a morte un tifoso laziale, Vincenzo Paparelli. Ormai
neanche il calcio è più al riparo dalle tensioni che percorrono la
società italiana.
In concomitanza con le feste natalizie, gli uomini di Liedholm
cominciano però a correre e girano l'andata nel gruppo degli
inseguitori dell'Inter, dopo aver battuto gli stessi nerazzurri
all'Olimpico. Dopo tre quarti di stagione, la Roma si ritrova
addirittura al secondo posto, ma un tormentato finale vede i
giallorossi chiudere al sesto posto, non senza esersi presi la
soddisfazione di battere la Lazio nel derby di ritorno, con un goal del
giovane Giovannelli.
Rimane però la consolazione di vedere la Roma fuori dallo scandalo del
Totonero, una storiaccia di partite vendute dai giocatori in concorso
con gli scommettitori clandestini, che vede coinvolta la stessa Lazio,
il Milan, il Perugia, il Bologna e altri e che per buona parte di
stagione oscura tutte le notizie sportive sui giornali, intenti a
riportare passo passo tutta la vicenda.
Infine, la stagione si trasforma in un trionfo, grazie alla conquista
della terza Coppa Italia, in un Olimpico pavesato a festa. Dopo lo 0-0
dei tempi regolamentari, con un incessante assalto alla porta del
Torino, i rigori vedono i granata ad un passo dalla conquista del
trofeo, ma Tancredi si trasforma in una saracinesca e consegna alla
Roma la seconda competizione italiana. E' veramente cambiato tutto...
Il Totonero, come detto, offusca ogni notizia infrasettimanale ed è
difficile trovare stralci di amichevoli durante la stagione.
Dopo la vittoria della Coppa Italia, la Roma torna in Nord America, per
disputare la Transatlantic Challenge Cup, una "vetrina per il New York
Cosmos" come dirà Liedholm più tardi (proprio la squadra neyorkese
vincerà il torneo), contro la squadra di Chinaglia, il Manchester City
e il Vancouver Whitecaps.
Chiude l'anno sportivo l'amichevole contro il Toronto Blizzard, partita
carica di polemiche ed espulsioni...
06 Giugno
2020:
Inserite le Amichevoli
1978/1979: improbabile tournée araba.
Anzalone
cerca di correre ai ripari, coi soldi di Dino Viola, col quale si è già
accordato per il passaggio delle consegne alla fine dell'anno.
L'estate del 1978 comincia col botto: viene infatti acquistato dal
Genoa Robero Pruzzo, O' Rey di Crocefieschi, uno degli attaccanti più
ambiti del panorama nazionale, col sacrificio però (per fortuna solo in
prestito) di Bruno Conti e di Musiello, che vanno a vestire la maglia
del Grifone.
Il "Bomber" ci metterà un po' a carburare, tanto che in nessuna
amichevole precampionato riesce ad andare in rete. Anzi, la Roma stenta
e vince in maniera molto sofferta a San Benedetto del Tronto e si perde
addirittura a Pescara: se il buongiorno si vede dal mattino...
Torna anche Spinosi, ma l'ex gioiello dimostrerà ben presto di essere
ormai bollito e comincia una seconda vita in giallorosso che lo porterà
infine ad essere uno dei più odiati ex della storia romanista.
In panchina c'è sempre Giagnoni, ma il tecnico sardo salta ben presto,
poichè l'avvio di torneo è il pratico antipasto di quanto sta
succedendo.
In Coppa Italia si esce prima ancora di iniziare, non riuscendo a
battere nel girone iniziale "squadroni" del calibro del Cagliari e
addirittura del Varese, che viene all'Olimpico a vincere per 3-2.
In Campionato, dopo un pareggio a Verona, la Roma viene travolta
all'Olimpico dal Milan, dimostrando di non poter competere con le
squadre più forti. Alla quarta giornata si fa festa per il ritorno in
campo di Francesco Rocca, ma poi la situazione precipita: contro il
Torino, Paolo Conti consegna la gara ai granata con una incredibile
papera e segna l'inizio della sua fine, poichè risponde con gestacci
alla contestazione della Tevere e sfilaccia il suo rapporto con una
tifoseria che non ha più pazienza, dopo gli anni delle magre
anzaloniane.
L'addio di Giagnoni, consegna la panchina a Valcareggi e il vecchio
Commissario Tecnico della Nazionale sembra poter riuscire a traghettare
la squadra verso lidi più tranquilli. Ma non è così e dopo la sconfitta
nel derby di ritorno, la Roma si ritrova drammaticamente in piena zona
retrocessione.
La svolta della stagione si ha a Milano, con la vittoria contro l'Inter
che permette a Pruzzo e compagni di presentarsi alla delicatissima
sfida casalinga con l'Atalanta senza l'obbligo di vincere la partita. E
per fortuna, perchè la Roma si trova addirittura sotto di una rete, che
riesce a pareggiare solo dopo un ora di gioco con il bomber.
Un Olimpico strapieno può così festeggiare lo scampato pericolo, quasi
fosse la vittoria di una competizione, e questo la dice lunga su cosa
sia stata l'era di Anzalone. L'anno finisce con lo squallido 0-0 di
Ascoli, che salva entrambe le squadre e apre la strada alla presidenza
di Dino Viola.
Durante l'anno, le poche amichevoli di allenamento a porte aperte (ad
un certo punto la squadra giallorossa è costretta ad andarsi ad
allenare al campo dei Vigili del Fuoco di Capannelle, perché il Tre
Fontane preso d'assedio dai tifosi imbufaliti), vedono la Roma perdere
all'Olimpico contro la Nazionale Cinese (non certo l'Olanda di
Cruijff...) e partecipare durante le vacanze natalizie ad una tournée
in Arabia Saudita di cui però si sa pochissimo: una prima partita viene
giocata a Riad contro l'Al Hilal, il 19 dicembre 1978, mentre una
seconda partita dovrebbe essere stata disputata a Jeddah, ma non si
hanno notizie certe in tal senso.
Infine, per il capitolo "giocatori semisconosciuti" che hanno avuto il
loro momento di gloria vestendo la maglia della Roma, va ricordato
sicuramente Marco Scisciola, giovane difensore della Primavera che
riesce a scendere in campo con la Prima Squadra nell'ultima amichevole
della stagione, contro il Manchester City il 23 Maggio 1979: Scisciola
non riuscirà mai a sfondare nel grande calcio, ma anni dopo tornerà ad
allenare le giovanili giallorosse, fino alla prematura scomparsa
avvenuta il 3 Aprile di quest'anno.
25 Maggio
2020:
Inserite le Amichevoli
1977/1978: anche Ciccio Cordova saluta.
Anzalone non sa più che pesci prendere per restare a galla.
Liedholm decide di averne le tasche piene di un presidente così
sparagnino e se ne va a Milano. Al suo posto arriva Giagnoni, l'uomo
col colbacco.
Il nuovo tecnico ha avuto il suo quarto d'ora di celebrità qualche anno
prima, quando ha condotto il Torino ad un passo dallo scudetto, ma si
trova ormai nella fase calante di una carriera che sembrava promettere
di più.
Del resto, la campagna acquisti provvede a spegnere subito qualsiasi
entusiasmo: arrivano De Nadai e Sperotto ma parte Ciccio Cordova (che
si accasa alla Lazio...), ormai ai ferri corti con Anzalone.
Forse il presidente si illude nella maturazione dei giovani (la
Primavera a fine anno conquisterà il suo terzo scudetto di categoria) e
in un consolidamento di quanto fatto l'anno prima, ma la sfortuna ci si
mette subito di mezzo.
Come se non bastasse la perdurante assenza di Francesco Rocca, arriva
subito l'infortunio di Ugolotti, grande promessa delle giovanili che,
dopo aver segnato tre reti nelle prime tre partite, si fa male e lascia
l'attacco nelle mani del solo Musiello. Il quale, a sua volta, non
conferma le belle cose fatte intravvedere un anno prima. Il picco di
sfortuna, si registra in occasione della quinta partita del torneo,
quella col Milan, quando una Roma partita discretamente, si ritrova
improvvisamente falcidiata dagli infortuni, tanto che Giagnoni dichiara
di non poter allenare i suoi uomini neanche a barzellette, per la paura
di qualche slogatura alla mascella. Nel giorno in cui fanno il loro
esordio Paolanti, Berdini e Scarnecchia, il pubblico romanista fa la
sua prima conoscenza col famigerato Bergamo. L'arbitro livornese,
infatti, a pochi minuti dal termine nega un clamoroso rigore alla Roma,
sul punteggio di 1-1, per un atterramento dello scatenato Scarnecchia.
Poi, il Milan vince la partita con Capello, e il torneo della Roma
assume il solito tran tran, che alla fine porterà un desolante ottavo
posto.
Insomma, la Rometta di Anzalone tiene la barra dritta al centro
(classifica) e il Sor Gaetano conferma la sua pochezza.
Tante le amichevoli durante l'anno, anche di carattere internazionale:
a fine campionato i giallorossi partecipano alla Coppa Internazionale
d'estate (nata inizialmente come Coppa Piano Karl Rappan e negli anni
poi tramutatasi nella Coppa Intertoto) dove batte per ben due volte per
2-0 il più celebrato Bayern Monaco e al termine di questo torneo
riparte per il Nord America, stavolta in Canada, per disputare
l'ennesima tournée e racimolare qualche soldo che ad Anzalone farebbe
più che comodo.
Peccato, però, che in Canada il calcio non è mai decollato del tutto e
soprattutto nello stesso periodo si disputa il Campionato del Mondo in
Argentina, che attira molto più interesse di questa inutile e
sconclusionata torneée contro squadre dilettanti rimediate in fretta e
furia...
05 Maggio
2020:
Inserite le Amichevoli
1976/1977: il lungo calvario di Rocca.
È l'anno della Roma giovane.
Non avendo alcuna intenzione di spendere e neanche i mezzi per farlo,
Anzalone si affida ad una totale ristrutturazione che sembra
prefigurare un progetto di lungo termine.
Qualcosa si vede, in particolare entrano in pianta stabile Bruno Conti
e Agostino Di Bartolomei (che però all'inizio non avrà vita facile, e
anche lui verrà fischiato dai suoi tifosi per prestazioni molto
deludenti), ma gli altri giovani accatastati alla rinfusa da Anzalone,
sono quasi tutti emeriti carneadi che rivelano presto la loro pochezza.
Il simbolo di questi giocatori è Giuliano Musiello, giocatore tanto
generoso quanto inconcludente.
La stagione inizia nel peggiore dei modi, con l'eliminazione dalla
Coppa Italia senza neanche riuscire a superare il girone di
qualificazione contro squadre più che alla portata dei giallorossi.
In campionato l'inizio è buono, anche se lo slancio degli uomini di
Liedholm viene frenato da una incredibile sconfitta nel derby di
andata, quando il dominio della Roma viene fermato da un Pulici in
giornata di grazia e punito da Giordano.
Poi arriva una incredibile vittoria con la Juventus, quando Di
Bartolomei e Bruno Conti fanno letteralmente impazzire la squadra che
sta dominando il torneo, insieme al Torino.
Da questo momento il campionato della Roma diventa una sorta di giostra
impazzita: alcune giornate grigie, per non dire buie, ma anche una
seconda incredibile vittoria con il Torino. La Roma sarà l'unica
squadra a riuscire nell'impresa di battere le due torinesi, che
ammazzano letteralmente il campionato.
Tutto sembra preludere ad un finale di stagione in crescendo, che però
non ci sarà, tanto che il calo finale costa non solo la possibile
qualificazione alla Coppa UEFA, ma anche il sorpasso della Lazio.
Ma la nota più dolente di tutte arriva dal primo infortunio al
ginocchio per il nuovo beniamino giallorosso, Francesco Rocca.
Un infortunio in campionato contro il Cesena lo segnerà per sempre.
Dovrebbe fermarsi, ma il suo carattere lo spinge a rispondere alla
convocazione in Nazionale.
I legamenti cedonodel tutto, e si deve operare.
Purtroppo non tutto va per il verso giusto: al rientro dall'infortunio,
il ginocchio continua sempre a gonfiarsi e lui ha anche uno screzio con
la società, quando a fine stagione Anzalone, per rimediare pochi
milioni di lire, decide di mandarlo ugualmente negli Stati Uniti per
una tournée che senza di lui non richiamerebbe lo stesso numero di
spettatori.
Ma è evidente che Rocca avrebbe bisogno di riposo, tanto che non riesce
neanche a disputare una gara e rientra in Italia in anticipo.
In questa Roma "giovane" dove fanno la loro apparizione alcuni nomi più
che sconosciuti (Claudio De Tommai, Fabrizio Rossi, Pasqualino
Fallone), uno su tutti è degno di nota: Alberto De Rossi, il padre di
Daniele, giovane della Primavera che partecipa al ritiro precampionato
con la Prima Squadra.
10 Aprile
2020:
Inserite le Amichevoli
1975/1976: ancora Pelè e tournée americana.
La
stagione inizia col botto derivante dall'acquisto di Loris Boni, biondo
mediano della Sampdoria, per la ragguardevole cifra di ottocento
milioni, e con l'arrivo dell'attaccante Petrini, che dovrebbe dare una
mano in avanti a Pierino Prati.
Il problema, è che ormai Prati non
c'è più. L'exploit dell'anno precedente, è stato in pratica il suo
canto del cigno e il logorio fisico della Peste diventa sempre più
evidente.
Dal canto suo, Petrini non è mai stato un fulmine di guerra e in certe
occasioni la sua pochezza diventa addirittura imbarazzante. Nella prima
stracittadina dell'anno, si fa una scorpacciata di reti fallite e
contro la Sampdoria, dopo l'ennesimo errore sotto porta, chiede
addirittura scusa all'allibito pubblico. È un gesto sicuramente
apprezzabile, ma rimane la realtà di un attacco che è ormai poca cosa e
non riesce più a finalizzare il lavoro di centrocampisti e difensori.
Rocca è ormai in crescita esponenziale, mentre De Sisti, Morini e
Cordova riescono a tenere spesso sù la baracca.
Purtroppo, proprio Boni viene messo fuori uso da una entrata criminale
di Chinaglia nel corso del derby di ritorno e la sua carriera sarà
pregiudicata da questo incidente.
Anche Spadoni vede praticamente finire la sua carriera ad alti livelli
da una entrata assassina dell'interista Bini e alla Roma non resta che
imprecare contro la cattiva sorte. Alla fine è un decimo posto, reso
ancora più amaro per la tifoseria dal fatto che proprio la Roma è
determinante nella salvezza della Lazio.
La Coppa Italia è un disastro: i giallorossi non riescono neppure a
superare il girone iniziale a vantaggio della Sampdoria, e in Coppa
Uefa, la prima della sua storia disputata dalla Roma, dopo aver
eliminato il Dunav Ruse e l'Oesters, si deve arrendere al più quotato
Club Brugge negli Ottavi di finale.
Sul fronte delle amichevoli, dopo un precampionato non entusiasmante
contro squadre di poco conto, durante la stagione c'è da registrare il
ritorno all'Olimpico di Pelè, stavolta con la maglia dei New York
Cosmos, la clamorosa sconfitta (a stagione praticamente finita) contro
la Nicese, squadra di Nizza Monferrato militante nel campionato di
Promozione e il "saluto" alla Vis Sezze appena promossa anch'essa in
Promozione.
Da segnalare un paio di apparizioni in Prima Squadra di giovani che
smariranno poi dal panorama calcistico importante: un certo Aldo
Vannoli e Maurizio Amenta, fratello più piccolo del più famoso Mauro
(che approderà qualche anno dopo in maglia giallorossa).
Infine la stagione si chiude con la tournée negli Stati Uniti per
partecipare prima alla Coppa dell'Indipendenza contro il Boca Juniors
(coppa vinta da questi ultimi) e successivamente contro due squadre del
neonato (o quasi) campionato americano che non decollerà mai del tutto,
fino ad essere cancellato negli anni '80.
02 Marzo
2020:
Inserita
la pagina di Cagliari-Roma,
26 Giornata di Campionato 2019/2020.
Mkhitaryan rilancia la Roma.
In
un campionato falcidiato dal Coronavirus ma soprattutto dall'incapacità
di quattro pupazzi messi al governo di questa baracca chiamata Lega
Calcio, la Roma per quel che può contare torna a macinare gioco e
ritrova una continuità di risultati che le mancava da tempo.
Rinviare a chissà quando (fine settimana prossimo? fra 4 mesi? a fine
emergenza senza sapere quando finirà l'emergenza?) 6 partite e non
inspiegabilmente l'intera giornata, o ancora giocarla tutta a porte
chiuse (perché si sa che tanto le date disponibili restate per
eventuali recuperi sono esigue) da qui a fine emergenza non ha
assolutamente nessun senso.
Se non quello di falsare e rendere una pagliacciata l'intera stagione,
già falsata dal rinvio indiscriminato di una partita (Lazio-Hellas
Verona) a giornate di distanza per via della Supercoppa Italiana
(quando invece la Juventus ha giocato la sua partita prevista in
campionato) e dal rinvio domenica scorsa di ulteriori partite, quelle
sì senza aver possibilità di programmare nulla perché appena scoppiata
l'emergenza.
E invece eccola qui, la piccola Lega Serie A, mossa da qualche
burattinaio (Lotito? Agnelli? Marotta?) senza né capo né coda che vede
alcune squadre in testa alla classifica senza pieno merito, altre che
devono recuperare una partita chissà quando, altre addirittura due.
E forse a metà Maggio, quando ormai quasi tutti i giochi saranno fatti!
Complimenti!
In tutto questo marasma di melma e poca vergogna da chi dovrebbe invece
scusarsi e dimettersi, la Roma ritrova una squadra in grado di giocare
un ottimo calcio, andare a Cagliari (squadra che ad inizio anno sognava
addirittura l'Europa) e segnare 4 gol alla Sardegna Arena, ritrovare un
goleador sparito da troppo tempo dai tabellini (Kalinic) e scoprire
definitivamente un fuoriclasse proveniente dall'Armenia: Mkhitaryan.
È lui l'autentica chiave di volta di questa ritrovata Roma e delle sue
giocate offensive in sequenza, senza soluzione di continuità: la
squadra sarda fin dall'inizio è stata messo alle corde dai giallorossi,
che però dietro devono ancora rivedere qualcosa, perché quando Smalling
è in giornata negativa, i gol avversari arrivano con troppa facilità.
Ne è uscita fuori comunque una partita piacevole, con ripetuti cambi di
fronte dove però la Roma ha sempre tenuto in mano il pallino del gioco
e la lucidità di affondare quando voleva affondare.
Solo nel finale c'è stata evidenza di una poca maturità da parte di
alcuni giocatori: gli ultimi istanti di gara erano abbastanza
concitati, e bastava tenere il pallone tra i piedi per far passare
velocemente il tempo, piuttosto che spazzare lontano e prestare il
fianco alle ultime speranze avversarie.
Ad ogni modo Fonseca ha (forse) ritrovato la sua squadra. Di certo ha
ritrovato un fuoriclasse per troppo tempo alle prese con problemi
fisici.
Ma quale Serie A lo aspetta?
28
Febbraio 2020:
Inserita
la pagina di KAA
Gent-Roma, Ritorno dei Sedicesimi di Finale di Europa League
2019/2020.
Col minimo sforzo.
Roma ancora in piena convalescenza e a tratti con le idee confuse.
Da più parti si era detto che la trasferta a Gand contro il Gent non
sarebbe stata di certo una passeggiata, e infatti così è stato.
Non solo: quando David ha realizzato il gol dell'1-0 per i padroni di
casa, in molti hanno pensato al peggio e all'ennesima occasione gettata
alle ortiche.
Invece ci ha pensato Mkhitaryan in coppia con Kluivert a raddrizzare
subito la partita rendendo vane le ambizioni della squadra belga.
Una combinazione vincente che a fine partita, se si esclude il palo
colpito da Kolarov in avvio di gara, risulterà essere l'unico tiro
verso la porta avversaria.
Poca cosa per una squadra che dice di voler vincere il trofeo. Ma si
sa, la Roma di questo periodo ha bisogno di risultati e fiducia, e
anche un pareggio con passaggio del turno in Europa League può essere
buono per il morale, nella speranza che prima o poi molti giocatori
riacquistino la forma e lancino la volata finale di stagione.
Intanto chi sembra essersi ripreso dal torpore invernale è lo stesso
Mkhitaryan: con lui come trequartista, la manovra a tratti sembra più
fluida e soprattutto l'armeno dall'alto della sua esperienza, sa sempre
dove mettere il pallone e come aiutare i compagni.
Chi invece sta subendo una brutta involuzione è Gianluca Mancini:
mentre il suo compagno di reparto, Smalling, è tornato ai livelli
pre-Gennaio, lui sta ancora cercando di ritrovarsi e ritrovare quella
sicurezza che insieme all'inglese, aveva fatto una delle migliori
coppie difensive del campionato.
Per ora gustiamoci questo passaggio del turno, come dice Fonseca, e
nient'altro. Il resto speriamo arrivi. Presto...
25
Febbraio 2020:
Inserite le Amichevoli
1974/1975: De Sisti figliol prodigo.
Lo scudetto vinto dalla Lazio nell'anno precedente, provoca finalmente
una reazione di orgoglio.
La campagna acquisti è minimale, almeno all'apparenza. Arriva un solo
rinforzo di rilievo, quel Picchio De Sisti mandato anni prima a
rinforzare la Fiorentina e che nel frattempo ha trascinato l'Italia a
vincere il Campionato Europeo che Liedholm indica come necessario per
il modulo che ha in mente.
Il Barone, presa ormai in mano la squadra, capisce che l'amalgama tra
giovani in grande fase ascensionale come Rocca, Paolo Conti, Morini e
Peccenini, e anziani vogliosi di rivalsa, come Cordova e Prati, può
dare risultati inaspettati e punta sulla continuità con la squadra che
nella seconda parte dell'anno precedente aveva già fatto intravvedere
netti miglioramenti.
D'altronde il vivaio giallorosso è una certezza anche in questa
stagione la Primavera si aggiudicherà per la seconda volta consecutiva
la Coppa Italia di categoria.
Dopo un buon ritiro a Riscone di Brunico e un precampionato discreto
con facili amichevoli con Padova e Rimini (quest'ultima sospesa per
problemi all'impianto di illuminazione), la Coppa Italia dà ragione al
Barone: la Roma, inserita nel gruppo con la Lazio, vince tutte le
partite, compresa la prima stracittadina annuale e passa trionfalmente
il turno.
Poi, però, ci si mette la sfortuna e l'inizio di campionato è poco meno
che drammatico.
In quattro partite, Prati e compagni fanno un solo punto, mentre la
Lazio vola ancora in testa alla classifica: i fantasmi dell'anno
precedente si fanno minacciosi nella mente dei tifosi giallorossi.
La svolta della stagione, però, è ancora una volta la stracittadina, il
primo derby di campionato, che la Roma domina e vince con una grande
rete del figliol prodigo De Sisti.
Un filotto di sei vittorie, viene interrotto dal pareggio di Terni, ma
la vittoria con l'Inter nell'ultima partita del girone di andata,
proietta la squadra giallorossa sempre più in alto.
Ancora una volta, è la sfortuna a mettersi di mezzo.
Contro il Torino, tre pali preparano la beffa, ripetuta a Napoli, dove
la rete del pareggio viene annullata ingiustamente.
La Roma, però, dimostra di avere gli attributi e si rimette a macinare
risultati e Liedholm riduce all'osso le amichevoli infrasettimanali (se
ne conteranno solo altre due: contro l'URSS e il Kobenhavns Boldklub,
mediocri partite in cui giocano molti rincalzi).
Il Barone alla fine ha ragione: arriva finalmente l'agognato sorpasso
ai danni dei cugini, con la terza vittoria in tre stracittadine, grazie
all'ennesima rete di un Prati rinato.
Alla fine della stagione, la Roma arriva terza a soli quattro punti
dalla Juventus campione e deve rimpiangere i colpi di sfortuna che le
impediscono di arrivare ancora più in alto.
Un terzo posto che è comunque il miglior risultato dai tempi dello
scudetto del 1942.
24
Febbraio 2020:
Inserita
la pagina di Roma-Lecce,
25 Giornata di Campionato 2019/2020.
Barlumi di Roma.
La prestazione dei giallorossi vista contro il Lecce, fa ben sperare
per il futuro.
Ma sarebbe sbagliato, sbagliatissimo adagiarsi (di nuovo) sugli allori
(quali?) dopo il rotondo 4-0 sui salentini.
Se è vero come è vero che la Roma è tornata a giocare sui livelli
pre-natalizi, con pressing a tutto campo, ritorni difensivi a turno
degli attaccanti, continui cambi di gioco, occasioni da gol a grappoli
e (finalmente) una ritrovata via del gol, è altrettanto vero che non
basta una rondine a fare primavera, così come non basta una
prestazione, seppure buona come quella di ieri, a scacciare tutte le
mancanze e le debolezze viste nelle ultime uscite.
Altro dato confortante, è la seconda partita consecutiva dopo la
vittoria contro il Gent in Europa League che la porta di Pau Lopez
rimane inviolata: sembra una banalità, ma nel morale dei giocatori
anche questo è una statistica che vale molto.
Il Lecce di Liverani è apparso poca cosa, indubbiamente, ma non è che
il Bologna di due settimane fa e lo stesso Gent di giovedì scorso
fossero delle squadre galattiche, eppure le prestazioni contro di loro
sono state ben diverse da questa.
Il ritorno al gol di Under, la grande prova di Mkhitaryan, la
continuità nel gol di Dzeko: tutte cose che devono essere confermate
nelle prossime uscite stagionali, già giovedì nel ritorno dei
Sedicesimi di Europa League e in campionato.
Sempre se il campionato riprenda a pieno regime e non venga
definitivamente falsato dall'allarme coronavirus che ieri ha fermato
mezza Serie A.
21
Febbraio 2020:
Inserita
la pagina di Roma-KAA
Gent, Andata dei Sedicesimi di Finale di Europa League 2019/2020.
Vittoria della paura.
La
Roma torna a vincere, ma continua a non convincere. E stavolta ne è
consapevole anche il suo allenatore, Paulo Fonseca, che a fine gara
ammetterà che in questo momento serviva solo una vittoria e nient'altro.
Il morale è sotto i tacchi, inutile negarlo, i giocatori giocano con la
paura addosso, la palla brucia tra i piedi e il fatto che alla fine le
statistiche diranno che ha giocato più con i piedi Pau Lopez che Dzeko
la dice lunga sull'atteggiamento timoroso che con il quale i giocatori
giallorossi hanno disputato la gara.
Eppure la partita era partita bene, con una squadra compatta nel
pressing fin dall'inizio e che dopo appena 13 minbuti di gioco passava
in vantaggio con un bel gol (il primo con la maglia della Roma) del
giovane Carles Perez su splendida imbucata di Dzeko.
Dopo di ciò, però, nient'altro.
Anzi, tanta ansia ad ogni discesa dei veloci attaccanti avversari che
in più di un'occasione mettevano paura a Pau Lopez e solo grazie alla
loro imprecisione sottoporta la Roma ha continuato a rimanere in
vantaggio.
Inoltre, la solita dose di sfortuna che non deve mai mancare alla Roma
è stata presente anche questa volta: un'incredibile parata del portiere
avversario già girato di spalle su colpo ravvicinato di Smalling, un
palo di Cristante (che comunque era in fuorigioco) e ancora una parata
di Kaminski su colpo di testa a botta sicura di Kolarov fanno sì che la
Roma dovrà andare a giocarsi la qualificazione agli Ottavi in Belgio
tra una settimana.
Ma il problema vero è: quale Roma andrà in trasferta? Quella timorosa
di ieri sera o quella con una ritrovata fiducia dopo questa vittoria?
08
Febbraio 2020:
Inserita
la pagina di Roma-Bologna,
23 Giornata di Campionato 2019/2020.
La Roma non c'è più.
È
dall'inizio del 2020 che la Roma inanella prestazioni a tratti
imbarazzanti, ma fino ad ora una sorta di reazione durante le partite
stesse si era vista, ed era ciò che faceva guardare perlomeno il
bicchiere mezzo pieno.
Ma quella vista contro il Bologna è stata la
peggiore Roma della gestione Fonseca vista fin qui anche e soprattutto
sotto il profilo emotivo.
È evidente che qualcosa si sia rotto nella testa dei giocatori, quegli
stessi giocatori che fino a dicembre giocavano un bel calcio offensivo
ed intraprendente, quegli stessi giocatori che non più di due settimane
fa avevano messo in imbarazzo la Lazio che veleggia in alto in
classifica, quegli stessi giocatori che ora commettono degli errori
madornali ed imperdonabili e che appaiono impauriti quando il pallone
si avvicina dalle loro parti.
Di certo la Roma ha perso qualità e personalità in campo, con gli
infortuni di Zaniolo, Diawara, il rientro a singhiozzo di Cristante e
Mkhitaryan, la squalifica di Pellegrini, la perdita del senso del gol
di Dzeko.
E probabilmente, come accade ogni volta, anche le voci che stanno
girando insistentemente intorno alla vendita della società non aiutano
a mantenere alta la concentrazione.
Tutte attenuanti che ci possono stare.
Ma essere sbeffeggiati in quella maniera dal Bologna no, quello non è
accettabile.
Fa bene Fonseca ad assumersi le responsabilità senza dare troppo
addosso ai suoi giocatori, già abbastanza frastornati e confusi.
Fa bene, soprattutto, a ribadire un concetto fondamentale: dalle crisi
non si esce piangendosi addosso, bensì reagendo con coraggio e voglia,
affrontando il momento difficile a testa alta.
Già, a testa alta.
Domenica prossima si va in casa dell'Atalanta: una sconfitta sarebbe
decisiva per la corsa alla Champions, ma una vittoria cambierebbe di
colpo questo momento negativo in un rilancio clamoroso...
03
Febbraio 2020:
Inserita
la pagina di Sassuolo-Roma,
22 Giornata di Campionato 2019/2020.
Black-out Roma.
Un primo tempo che ha dell'incredibile.
Dopo la bella prova contro la Lazio di settimana scorsa, che ha fatto
gongolare diversi tifosi giallorossi per la bellezza del gioco
espresso, anche se il gol ha faticato comunque ad arrivare, la Roma
piomba nel peggior incubo possibile senza riuscire a dare una
spiegazione.
30 minuti pessimi che, come sottolineato neanche troppo velatamente da
Fonseca e Dzeko, non sono ammissibili da una squadra di Serie A, o
perlomeno da una squadra che ambisce a posizioni di alta classifica.
Il Sassuolo ogni volta che ha provato ad affondare e a saltare la linea
difensiva giallrossa, non ha trovato nessun tipo opposizione:
addirittura i 3 gol segnati dai neroverdi nella prima mezzora potevano
benissimo essere di più.
Così come il risultato finale poteva essere più ampio se gloi
attaccanti di casa non avessero peccato di mira o non fossero stati
incredibilmente anticipati sul più bello da Bruno Peres (!!!).
Un primo tempo da incubo, e una ripresa con più determinazione, ma che
non ha portato i frutti sperati.
Dopo il gol di Dzeko, la Roma ha spinto di più, e se lo stesso Dzeko
fosse riuscito a spingere in rete una clamorosa palla salvata sulla
linea di porta forse le cose potevano cambiare.
Di certo non è cambiato un certo atteggiamento "molle" della Roma che,
dopo aver accorciato ulteriormente le distanze grazie al rigore segnato
da Veretout, esattamente un minuto dopo si è lasciata infilare
(nuovamente) da Boga che ha trovato il gol della domenica e ha chiuso
definitivamente i conti.
Un minuto dopo. Così come già accaduto in passato, quando la Roma ha
subito un gol oltre il 45'. O oltre il 90'. O comunque quando la
concentrazione doveva restare al massimo e invece in molti hanno
abbassato la guardia.
Quesat Roma, la Roma vista contro il Sassuolo, non può essere quella
vera. È evidente.
Ma tutti queste prestazioni altalenanti, a lungo andare, logorano le
convizioni. Anche quelle più ferree.
27
Gennaio 2020:
Inserita
la pagina di Roma-Lazio,
21 Giornata di Campionato 2019/2020.
Gioca la Roma, pareggia la Lazio.
Un
derby giocato ad una porta sola, contro una squadra che in diversi
(!!!) accreditano come una delle migliori compagini italiane in questo
momento e addirittura canditata (!!!) per insidiare la Juve capolista.
La realtà vista ieri, invece, parla di una Roma padrona assoluta del
campo, che ha schiacciato costantemente gli avversari nella propria
metà campo, non dando mai modo alla Lazio di affacciarsi dalle parti di
Pau Lopez, che infatti resterà inoperoso per tutta la partita. O quasi.
Dopo un errore di valutazione di Strakosha, che si lascia anticipare da
Dzeko che torna finalmente al gol contro i biancocelesti, sull'unica
azione della Lazio in 88 minuti (un calcio d'angolo) il portiere
giallorosso restituisce il favore al collega laziale alzando di pugno a
campanile un incomprensibile pallone che rimane nei pressi della linea
di porta, incespica su Smalling e Acerbi, fino a che il difensore
laziale la butta dentro.
Incredulità da più parti, per un errore che sa di clamoroso che ricorda
in qualche modo quello che commise anni addietro il povero Goicoechea,
errore che costò la panchina al mister Zeman.
Inutile appellarsi ad un eventuale carica dello stesso Acerbi su Pau
Lopez: forse lo tocca, forse si appoggia e lo sbilancia, forse lo
spinge anche nel momento in cui la butta dentro. Resta l'errore da
principiante per un portiere che non più tardi di una settimana fa
veniva osannato per aver contribuito in maniera determinante sulla
vittoria della Roma contro il Genoa.
Il resto della partita è un monologo giallorosso, con svariati
tentativi dei giocatori romanisti di scardinare l'arrocco tirato su da
Inzaghi, che nelle ultime 11 gare ha vinto praticamente quasi
esclusivamente così, con un gioco di trapattoniana memoria, catenaccio
e contropiede.
Ma recriminare serve a poco, e anzi, lascia ancora di più l'amaro in
bocca: alla fine conta sempre e solo il risultato, e se non la butti
dentro, i tre punti non li porti a casa.
Oltre al palo di Pellegrini subito dopo il pareggio, la Roma ha avuto
moltissime altre occasioni per vincere la gara, ma gli errori sotto
porta sono stati, alla fine, decisamente troppi.
Senza contare il rigore-non rigore su Kluivert per un contatto con
Patric, prima assegnato e poi cancellato con la VAR, probabilmente a
ben vedere.
Come già evidenziato nel match contro la Juve in Coppa Italia, la Roma
gioca bene, molto bene, a tratti è straripante. Ma sotto porta appare
poco cattiva (e a volte anche poco fortunata, è da dirlo) e così
facendo, lascia spazio al possibile ritorno degli avversari.
E anche la Lazio, al 90' ha avuto la sua piccola, piccolissima
occasione per fare bottino pieno: un tiro da mille metri di Milinkovic
che neanche prende la porta.
Ma che ha fatto traballare diverse coronarie dei tifosi giallorossi...
23
Gennaio 2020:
Inserita
la pagina di Juventus-Roma,
Quarti di Finale di Coppa Italia 2019/2020.
Poca Roma, troppa Juve.
E ancora una volta si esce dall'Allianz Stadium con un pugno di mosche
in mano.
Sconfitti senza possibilità di replica, senza aver neanche provato a
gettare il cuore oltre l'ostacolo.
Non è tanto un discorso di gioco o di tattica. No. Stavolta è stato
proprio un problema di attitudine, di atteggiamento, di mentalità.
E, senza ombra di dubbio, di differenza di qualità nei singoli
giocatori.
Nel momento "migliore" della Roma nel primo tempo, quando i giallorossi
sembravano tenere bene il campo, è bastata una sgroppata di Cristiano
Ronaldo, che tocca sostanzialmente il suo primo pallone della gara e la
butta alle spalle di Pau Lopez.
E in questo momento finisce il primo tempo della Roma. Che non riesce a
riprendersi e prende altre due sberle senza riuscire a reagire.
Molto infastidito Fonseca, proprio per l'atteggiamento e la poca
propensione al sacrificio di alcuni dei suoi, soprattutto del terzetto
offensivo, praticamente nullo in avanti e mai presente ad aiutare nel
ripiegamento.
Nella ripresa, forse scossi dallo stesso tecnico giallorosso, o magari
dal fatto che la Juve forte del triplice vantaggio, la Roma rientra con
un piglio diverso, o quantomeno con la voglia di non risultare la
vittima sacrificale senza provare a fare qualcosa di buono.
E da una bella azione di Under (comunque in solitario, quasi a giocare
solo per se stesso, come spesso gli capita ultimamente...) arriva il
gol della bandiera per la Roma.
Gol che poteva significare qualcosa di importante se poco dopo Kalinic
non fallisse la più facile delle occasioni colpendo un clamoroso palo
ad un metro dalla porta con Buffon ormai fuori causa.
O ancora se Florenzi, in un'azione simile a quella che aveva portato
Ronaldo al gol, non si facesse ipnotizzare da Buffon.
Ma forse la differenza (enorme) tra le due squadre sta proprio in
questo paragone: stessa azione, ma da una parte c'è Cristiano Ronaldo,
dall'altra Florenzi.
Inutile girarci troppo intorno facendo finta di non vedere.
La Roma, questa Roma, non vale la Juve. Punto.
21
Gennaio 2020:
Inserita
la pagina di Genoa-Roma,
20 Giornata di Campionato 2019/2020.
La Roma riprende il cammino.
Finalmente arriva la prima vittoria dell'anno in casa giallorossa.
Vittoria importante, perché apre una settimana molto complicata per gli
uomini di mister Fonseca, che mercoledì andranno prima a fare visita
alla Juve nei Quarti di Coppa Italia, con molti uomini mancanti, e
domenica prossima affronteranno il derby contro una Lazio sempre più
lanciata verso l'alto della classifica e che (pare) non si fermi più.
E la vittoria contro il Genoa arriva al termine di un'altra settimana
molto particolare, con il "caso" Spinazzola-Politano che si conclude
nel peggiore dei modi (soprattutto per l'ex Primavera giallorossa):
dopo che Politano si era già fatto fotografare con la sciarpa della
Roma, l'Inter ha deciso di non puntare più sul terzino adducendo
motivazioni di ordine fisico e ha fatto saltare lo scambio.
Fonseca non si è troppo preoccupato della cosa, e ha lanciato titolare
lo stesso Spinazzola che a fine gara risulterà addirittura tra i
migliori in campo, autore del cross che ha indotto Biraschi all'autogol
che è valso il momentaneo 0-2 a favore della Roma e tanti saluti ai
dirigenti dell'Inter.
In gol sono tornati anche Under con un tiro e soprattutto Dzeko: la
Roma, questa Roma, ha troppo bisogno dei gol dei suoi attaccanti, in
particolare del suo bomber principe.
Il suo apporto alla causa è imprenscindibile per poter continuare a
mantenere una posizione in classifica valevole per l'ingresso in
Champions League e per provare a portare a casa un trofeo, sia esso la
Coppa Italia o l'Europa League.
La Roma gioca bene, è innegabile, ma troppo spesso ha passaggi a vuoto
o momenti di amnesia collettiva (il gol del Genoa non si può prendere
in Serie A) e quello che fin qui troppo spesso è mancato sono state le
finalizzazioni delle azioni.
Perché la Roma costruisce. E costruisce molto.
Infine, speciale menzione per Pau Lopez, protagonista della vittoria di
Genova tanto quanto Dzeko o Pellegrini (ancora una volta faro della
squadra): grazie alle sue parate, su Goldaniga e Pandev in particolare,
i giallorossi sono riusciti a rimanere in vantaggio anche quando il
Genoa premeva per recuperare la partita.
17
Gennaio 2020:
Inserita
la pagina di Parma-Roma,
Ottavi di Finale di Coppa Italia 2019/2020.
Bene la Roma sperimentale.
Buona la Roma sperimentale proposta da Paulo Fonseca in questo impegno
infrasettimanale per la Coppa Italia.
Dovendo fare di necessità virtù, soprattutto in vista dell'impegno di
domenica prossima contro il Genoa in campionato, quando mancheranno
contemporaneamente i due terzini, Kolarov e Florenzi, entrambi
squalificati, il tecnico giallorosso ha proposta un modulo inedito per
capire quanto può affidarsi a soluzioni d'emergenza.
Il modulo 3-3-3-1 con Smaling e Mancini larghi in difesa con Cristante
ad aiutare la costruzione del gioco, ha dato risposte positive, anche
se era chiaro fin dall'inizio che il difensore inglese si trovava un
po' spaesato in un ruolo non suo.
Kalinic davanti ha disputato una buona gara, giocando molto di sponda e
facendo da punto di riferimento per i compagni, anche se sotto porta
non ha trovato lo spunto giusto per trovare la via del gol.
Su tutti, un enorme Lorenzo Pellegrini.
Senza dubbio è lui l'autentico leader della squadra: a lui si affidano
i compagni e lui non ha paura di caricarsi la squadra sulle spalle e
prendersi le giuste responsabilità.
La doppietta del talento giallorosso ne è la testimonianza: il primo
gol arriva dopo una bella giocata manovrata e conclusa dopo un
triangolo con lo stesso Kalinic, il raddoppio su calcio di rigore dopo
un evidente fallo di mano in area di Barillà.
Roma ai Quarti, dunque, dove affronterà la Juventus allo Stadium tra
una settimana.
Impegno arduo, che per essere superato dovrà vedere una Roma perfetta.
Sotto ogni punto di vista.
13
Gennaio 2020:
Inserita
la pagina di Roma-Juventus,
19 Giornata di Campionato 2019/2020.
Anno bisesto, anno funesto.
Il
2020 è iniziato come peggio non poteva: due partite e due sconfitte. Di
tenore e contro squadre di valore estremamente diverso, ma comunque due
sconfitte.
E come se non bastasse, è arrivato il primo grave,
gravissimo infortunio del nuovo anno, occorso al miglior giocatore
(attuale e di prospettiva) della rosa giallorossa: dopo uno strappo dei
suoi, secondo la sua tipica giocata, e dopo un lungo slalom che ha
lasciato sul posto diversi giocatori bianconeri, Zaniolo viene toccato
da dietro da Rabiot che lo sbilancia, mette male il piede a terra e il
ginocchio cede.
Il giovane giocatore giallorosso capisce subito la gravità
dell'accaduto e scoppia in un piano dirotto, confortato da tutti i
giocatori che lo attorniano, romanisti e juventini, Cristiano Ronaldo e
Florenzi su tutti, lui che sa bene cosa significhi un infortunio del
genere.
A di là di questo bruttissimo episodio, la Roma parte nel peggiore dei
modi: dopo appena due minuti Demiral sorprende Kolarov su un cross e
infila l'incolpevole Pau Lopez e al 10' è già 0-2: Veretout nel
tentativo di impostare l'azione dalla propria area di rigore, come
chiede espressamente Fonseca, perde malamente palla (e purtroppo non è
la prima volta che accade...), Dybala gli ruba palla e lo stesso
giallorosso commette il più classico dei rigori.
Raddoppio di Cristiano Ronaldo e tanti saluti.
Ma la Roma pian piano cerca di reagire a tutte le avversitù, compreso
l'infortunio a Zaniolo e guadagna metri su metri, senza però mai
arrivare ad impensierire seriamente Szczesny.
La ripresa vede ancora la Roma entrare col piglio giusto e con la
crescita di Dzeko, cresce l'intensità offensiva di tutta la squadra:
proprio su una grande giocata del bosniaco che sul primo tentativo
coglie il palo, sul successivo cross Under si guadagna un rigore
magistralmente segnato da Perotti.
Purtroppo, però, l'intensità offensiva della Roma va via via scemando
fino al termine della gara.
Gara in cui, comunque, la Juventus si laurea campione d'inverno con il
minimo sforzo e senza impressionare più di tanto: certo è che il doppio
vantaggio iniziale ha indirizzato in maniera equivocabile la partita...
Piccolo appunto: ma è proprio necessario continuare a riproporre e
utilizzare questa maledetta maglia blu???
16
Novembre 2019:
Inserite le Amichevoli
1973/1974: Scaratti saluta.
Una stagione vissuta, come spesso negli ultimi anni, tra molti alti e
bassi.
Partita con squilli di tromba, con il nuovo allenatore Scopigno in
panchina, colui che insieme a Gigi Riva qualche anno prima regalarono
lo scudetto al Cagliari.
Nonostante la buona verve del neo acquisto Prati, "Pierino la peste",
che tutti davano per finito al Milan, e i giusti innesti di Domenghini
e Negrisolo, la Coppa Italia viene salutata prima ancora di iniziarla e
dopo appena 6 giornate di campionato, con la Roma relegata in fondo
alla classifica, la società giallorossa si vede costretta ad effettuare
un cambio radicale sulla panchina per evitare il peggio: arriva
Liedholm.
Anche con il Barone la Roma fatica all'inizio, ma pian piano riesce ad
emergere dalla palude del fondo classifica e a risalire la china fino
ad una più o meno tranquilla salvezza, facilitata anche dagli scandali
sportivi che relegano il Foggia e il Verona alla retrocessione
d'ufficio nonostante sul campo avessero conquistato la salvezza.
Poche le amichevoli degne di menzione: tutte o quasi fatte durante il
precampionato tra Brunico, Piacenza e Orbetello, un paio di
incontri/scontri con il Panathinaikos e un'amichevole con il Milan
probabilmente fatta apposta per salutare Prati, ex rossonero.
La stagione si conclude poi con l'amichevole contro la sorprendente
formazione dello Zaire, per la prima (e unica) volta qualificatasi per
la fase mondiale dei mondiali di calcio: l'occasione è il definitivo
saluto a Francesco Scaratti che abbandona definitivamente il calcio
giocato dopo una stagione vissuta sempre in tribuna, perché fuori dalle
idde di gioco di Scopigno prima e Liedholm poi.
16
Dicembre 2019:
Inserita
la pagina di Roma-Spal,
16 Giornata di Campionato 2019/2020.
Ancora troppa apprensione.
Dopo
la scialba prestazione di giovedì in Europa League contro il
Wolfsberger, la Roma era chiamata ad una reazione d'orgoglio e di gioco
contro il fanalino di coda della Spal che proprio perché ultima in
classifica e seria candidata alla retrocessione, poteva far incappare i
giallorossi nuovamente in una prova fin troppo sufficiente con il
rischio di fare una figuraccia.
E, nonostante una partenza decisa e
convinta della Roma, che nei primissimi minuti ha sfioratao in un paio
di occasioni il gol del vantaggio, il primo tempo è scivolato via con
la Spal che, senza soffrire più di tanto, riusciva a contenere le
avanzate degli attaccanti giallorossi, fino ad affacciarsi dalle parti
di Pau Lopez due volte con Petagna: nella prima un super intervento del
portiere della Roma negava il gol al ferrarese, ma poi lo stesso
portiere doveva capitolare sul rigore calciato dallo spallino che
mandava le squadre negli spogliatoi sul sorprendente punteggio di 0-1.
Nuove urla (probabilmente) di Fonseca nell'intervallo che hanno
definitivamente scosso i giocatori della Roma che nel secondo tempo
hanno assediato la porta difesa da Berisha fino a ribaltare il
risultato e chiudere il match sul 3-1.
Ci è voluto un (mezzo) autogol di Tomovic su tiro da fuori di
Pellegrini (sempre più leader di questa squadra, insieme a Dzeko), un
rigore di Perotti e il terzo gol di Mkhitaryan che ogni volta che entra
a gara in corso riesce sempre a farsi trovare pronto.
E anche stavolta si è fatto trovare pronto su preciso assist di un
generoso Florenzi, prontamente sommerso d'affetto da parte dei compagni
dopo il gol: è evidente ormai che il capitano giallorosso comincia ad
accusare qualche problema nel rapporto con l'allenatore e (forse) con
la società.
13
Dicembre 2019:
Inserita
la pagina di Roma-Wolfsberger,
6 Giornata del Girone J di Europa League 2019/2020.
Roma svogliata rischia parecchio.
Alla fine esulta il Wofsberger, la piccola squadra austriaca che
festeggia il pareggio dell'Olimpico come una vittoria.
E anche giustamente, aggiungerei.
Gli austriaci già eliminati e ultimi nel girone dovevano solo onorare
la partita, e lo hanno fatto nel migliore dei modi, contro una Roma
svogliata e poco concentrata, che passa in vantaggio dopo appena 5
minuti e forse ritiene la gara poco più che un allenamento.
E così doveva essere, ma quando si scende in campo troppo convinti
delle proprie capacità senza pensa che in fondo c'è anche un avversario
non necessariamente disposto a prenderle soltanto, si rischia di fare
una figuraccia e addirittura di vivere i minuti finali della partita
col cuore in gola.
Il gol in apertura forse ha generato nelal testa dei giocatori
giallorossi ancora più irriverenza e neanche il pareggio immediato
sullo sfortunato autogol di Florenzi ha scosso il loro torpore.
Under ha giocato l'intera partita da solo, per se stesso e contro il
mondo intero, troppo isolato a cercare la giocata e il gol, senza
rendersi conto che il rapporto già logorato con la tifoseria si sta
lentamente rovinando del tutto.
Florenzi continua a non convincere nel ruolo di terzino e Niangbo
spesso e volentieri lo ha messo in grosse difficoltà.
Altri giocatori (Mkhitaryan su tutti) ancora lontani dalla condizione
migliore e Dzeko, autore del secondo gol, troppo utilizzato (non avendo
una valida alternativa) per poter rendere al meglio.
E il finale vede la Roma perdere Mirante per infortunio dopo uno
splendido intervento, subire il gol del pareggio e vivere gli ultimi
minuti con l'ansia di una clamorosa sconfitta fino all'ultima azione di
Dzeko che poteva regalare la vittoria e il primo posto nel girone, se
solo Kofler non si fosse trovato il pallone sulla mano negando il gol
al bosniaco.
E relegando, così, i giallorossi al secondo posto nel girone alle
spalle di un sorprendente Basaksehir e soprattutto alla seconda fascia
nel sorteggio dei sedicesimi.
Passaggio del turno doveva essere e passagio del turno è stato.
Ma sicuramente ci si aspettava ben altro risultato...
07
Dicembre 2019:
Inserita
la pagina di Inter-Roma,
15 Giornata di Campionato 2019/2020.
Alla pari con le grandi.
Una
bella, bellissima Roma, a cui purtroppo è mancato solo un terminale
offensivo per poter mettere ancora più in difficoltà l'Inter di Conte,
Lukaku e Lautaro Martinez.
Poco prima dell'inizio della gara,
Fonseca ha dovuto rinunciare anche a Pau Lopez, per un risentimento
muscolare che lo ha messo fuori gioco, ma l'inserimento di Mirante in
porta alla fine si è rivelato determinante: il portiere giallorosso di
riserva ha fermato in maniera decisiva nel primo tempo Lukaku e nel
secondo tempo Vecino, con due interventi estremamente difficili.
Purtroppo, come detto, in fase offensiva i giallorossi sono un po'
mancati, con il povero Zaniolo a muoversi da falso nueve e ad avere
sulle spalle l'intero peso dell'attacco romanista, supportato da un
Perotti non in perfetta condizione fisica, così come Mkhitaryan da poco
rientrato a pieno regime nei ranghi della squadra.
Ma nonostante ciò, la Roma per lunghi tratti è apparsa largamente
padrona del gioco e del centrocampo, costringendo l'Inter capolista a
rinchiudersi nella propria tre quarti a difesa della propria area di
rigore e soprattutto ha cercato sempre di cominciare le azioni fin
dalla propria area di rigore, con Mirante, Mancini e Smalling a gestire
la palla, anche dopo alcuni clamorosi errori di impostazione degli
stessi giocatori giallorossi che potevano costare molto caro.
Ed è proprio questo che ha colpito di più questa volta: nonostante gli
errori, i giallorossi non si sono spaventati o persi d'animo, anzi,
hanno continuato a proporre il proprio modo di giocare e di impostare,
senza nessun tipo di timore reverenziale e senza decidere mai di
buttare la palla lontano.
Con l'ingresso di Dzeko nel finale di partita, evidentemente il modo di
affrontare la difesa nerazzurra è cambiato leggermente, ma il bosniaco
è entrato troppo tardi per poter impensierire più di tanto la difesa
nerazzurra e la partita è lentamente scivolata verso lo 0-0 finale, che
se smuove solo leggermente la classifica per i giallorossi, a livello
morale fa tornare nella Capitale una squadra nettamente più convinta
della propria forza e delle proprie capacità.
02
Dicembre 2019:
Inserita
la pagina di Hellas
Verona-Roma, 14 Giornata di Campionato 2019/2020.
Orgoglio Roma.
Contro
quella che a detta di tutti è la rivelazione del campionato finora,
l'Hellas Verona di Juric, la Roma sfodera una prestazione maiuscola non
tanto nel gioco, ma nella voglia di arrivare e ottenere la vittoria.
Un Pellegrini stellare continua a dispensare giocate e assist ai
compagni: quello fornito per il gol di Kluivert da solo vale il prezzo
del biglietto.
Stavolta la Var è stata finalmente interpellata negli episodi chiave e
giustamente ha annullato il secondo gol di Faraoni che, dopo il
pareggio gialloblu, poteva spezzare le gambe alle ambizioni dei
giallorossi, già raggiunti pochi minuti dopo il gol del vantaggio
dell'olandese.
Lo stesso Kluivert si infortuna banalmente commettendo un fallo e viene
sostituito da Perotti: l'argentino ci mette sempre un po' ad entrare in
partita, ma quando si riscalda e quando è in giornata, è una vera spina
nel fianco per le difese avversarie.
Proprio Perotti riporta in vantaggio la Roma su rigore dopo un ingenuo
fallo in area di rigore su Dzeko, ma il secondo tempo è tutt'altro che
una passeggiata.
L'Hellas non molla e prova in tutti i modi a sfondare la difesa
giallorossa, stavolta meno ermetica del solito, ma comunque sempre
attenta, e solo nel finale, a tempo praticamente scaduto, ancora una
splendida giocata corale porta in gol Mkhitaryan per il definitivo 3-1
che significa consolidamento del quarto posto.
Venerdì (...) grande sfida all'Inter capoclassifica. Se la Roma farà la
Roma...
29
Novembre 2019:
Inserita
la pagina di Istanbul
Basaksehir-Roma, 5 Giornata del Girone J di Europa League 2019/2020.
Passaggio del turno ipotecato.
Netta vittoria della Roma su un campo che prima dell'incontro poteva
risultare ostico e difficile da superare.
D'altronde i turchi del Basaksehir erano i primi in classifica del
girone e da quando avevano perso all'esordio di questa competizione
proprio contro la Roma, non avevano più perso neanche in campionato.
I valori tecnici delle due squadre sono imparagonabili, è chiaro, ma su
questi campi non basta essere di categorie diverse: anche i giallorossi
hanno sofferto, e non poco, sul campo del Wolfsberger.
Ad ogni modo, dopo un avvio contratto, in cui i turchi si sono
affacciati un paio di volte in maniera abbastanza pericolosa dalle
parti di Pau Lopez, la Roma ha preso le giuste misure e ha pian piano
iniziato ad imporre il proprio ritmo ed il proprio gioco, man mano che
cresceva l'apporto di Pellegrini alla causa giallorossa.
Già Zaniolo poteva portare in vantaggio la Roma se non fosse stato
atterrato malamente in area senza che nessuno della terna arbitrale
intervenisse (ancora una volta qualcuno guardava da un'altra parte...),
ma per fortuna poco dopo lo stesso Pellegrini si procurava un rigore
che stavolta non si poteva non fischiare.
Rigore calciato e realizzato da Veretout, che in pratica spianava la
strada alla vittoria giallorossa e alla qualificazione alla fase finale
della competizione.
Nell'arco di 15 minuti, così come già successo contro il Brescia in
campionato, la Roma segnava altre due reti con Kluivert e Dzeko
(entrambi su assist di Pellegrini) dilagando e rendendo il secondo
tempo poco più che una formalità.
Un oggetto lanciato dagli spalti verso Pellegrini che si apprestava a
battere un calcio d'angolo poteva costare molto caro al giovane
giallorosso, che per fortuna se l'è cavata solo con una vistosa
fasciatura alla testa e niente di più.
Nel finale di gara, si è rivisto in campo finalmente anche Mkhitaryan,
anche lui vittima di un lungo infortunio che lo ha tenuto lontano dal
campo per molto, troppo tempo.
Con l'armeno ora Fonseca può contare su un centrocampo ritrovato e
completo, guidato sempre più da uno straripante Pellegrini, al momento
vera anima della squadra giallorossa.
25
novembre 2019:
Inserita
la pagina di Roma-Brescia,
13 Giornata di Campionato 2019/2020.
Roma affamata.
Finalmente la rosa a disposizione di mister Paulo Fonseca sta tornando
alla piena capacità.
Ieri il rientro di Pellegrini a pieno regime, e la riproposizione di
Florenzi come terzino destro a conti fatti hanno dato i loro frutti.
Eppure nel primo tempo la Roma ha faticato non poco a tenere a bada le
sfuriate offensive del Brescia fanalino di coda e alle prese con la
solita querelle Balotelli, e come proposta offensiva ha creato molto
poco per impensierire il Joronen.
Una squadra a tratti svogliata, consapevole delle proprie capacità
tecniche, ma che appariva senza la dovuta concentrazione.
Ed infatti, nell'intervallo, pare che Fonseca abbia alzato non poco la
voce verso i suoi, proprio per contestare la loro scarsa concentrazione
e applicazione.
Parole che devono aver risuonato negli spogliatoi e che hanno
accompagnato i giocatori fino in campo, dato che alla prima occasione
del secondo tempo, i giallorossi passano in vantaggio, seppure in modo
un po' fortunoso, grazie al colpo di testa di Smalling che grazie ad
una deviazione finisce in rete.
Da quel momento, la partita cambia completamente e il Brescia che si
era mostrato più che intraprendente nei primi 45 minuti, sparisce
completamente, merito soprattutto della Roma che decide di giocare da
Roma.
Smalling si improvvisa uomo assist e manda in rete il compagno di
reparto Mancini, abile nel girare in porta un gol da attaccante vero.
Ma sono sopratttto le giocate e le proposizioni offensive che fanno
capire che la Roma si è scrollata di dosso quella svogliatezza del
primo tempo.
Verticalizzazioni, accelerazioni, giocate offensive: tutto quello che
era mancato nella prima frazione di gioco, finalmente si è visto nella
ripresa.
Compreso il gol di Dzeko, che quasi sorpreso di ritrovarsi il pallone
tra i piedi, trafigge per la terza volta Joronen, dopo che era stato
annullato un gol anche a Zaniolo dal VAR (...) e uno allo stesso Dzeko
per millimetrico fuorigioco.
Giovedì la difficile trasferta in Turchia, che potrebbe segnare un
ipoteca sul passaggio del turno in Europa League, e poi domenica la
trasferta a Verona.
Giocando come nel secondo tempo, non si dovrebbero avere particolari
problemi. Ma bisognerebbe sempre giocare così...
16
Novembre 2019:
Inserite le Amichevoli
1972/1973: dalle stelle alle stalle.
La
stagione parte con il ritrovato amore tra Anzalone ed Herrera, alcuni
buoni innsesti (Spadoni su tutti) e soprattutto con una partenza sprint
che sorprende tutti, tifosi e avversari.
Dopo alcuni tentennamente
nelle amichevoli precampionato e l'eliminazione dalla Coppa Italia nel
girone iniziale per differenza reti, in campionato la squadra
giallorossa è tutt'altra cosa.
Alla quinta giornata è sorprendentemente in testa alla classifica al
fianco delle squadre più blasonate, e gli uomini di Herrera reggono
botta fino alla partita casalinga contro l'Inter all'undicesima
giornata quando allo scadere della partita, dopo un arbitraggio
chiaramente a favore dei nerazzurri, l'arbitro assegna il rigore alla
squadra milanese scatenando le proteste dei tifosi giallorossi che
sfoceranno nell'invasione di campo e la conseguente sconfitta a
tavolino.
Da quel momento in poi la squadra giallorossa scivola sempre più in
basso fino a rischiare seriamente la retrocessione, evitata solo grazie
ad un cambio in panchina che verrà affidata a Trebiciani, allenatore
della Primavera che con la squadra dei giovani vincerà il primo
scudetto di categoria grazie a dei ragazzi davvero promettenti che
faranno la fortuna della Roma che verrà.
Tra di essi, che troveranno spazio in alcune amichevoli stagionali
prima dell'avvicendamento in panchina, troviamo un giovanissimo Ezio
Sella, addirittura rimpiazzo della Primavera ma schierato contro
l'Almas nel novembre 1972, Walter Gamberoni, Francesco Rocca (ormai
quasi veterano), un certo Antonio Sellitri che successivamente per via
di un infortunio non riuscirà mai ad esprimere tutto il suo potenziale,
ma soprattutto un giovanissimo Agostino Di Bartolomei che nel giorno
del suo diciassettesimo compleanno esordisce in Serie A: il 22 aprile
1973 proprio contro l'Inter, nel ritorno della partita che avviò la
caduta della Roma.
Piccolo aneddoto storico: la leggenda vuole che la Roma, nell'ultima
giornata di campionato, abbia favorito la Juventus nella lotta per lo
scudetto contro la Lazio. La Roma lottava per non retrocedere e le
notizie che arrivavano dagli altri campi la facevano stare più o meno
tranquilla per via della differenza reti rispetto alle dirette
avversarie.
Quasi allo scadere la Juve raddoppia andando a vincere la partita e lo
scudetto: praticamente nello stesso istante il Napoli segna contro la
Lazio relegando i biancocelesti al terzo posto in classifica. Ma alcuni
vogliono raccontare un'altra storia.
Una storia fantasiosa, lontana dalla realtà.
11
novembre 2019:
Inserita
la pagina di Parma-Roma,
12 Giornata di Campionato 2019/2020.
Roma stanca.
Mai come questa volta la sosta del campionato arriva in un momento
fondamentale.
La Roma ha affrontato un periodo di partite cruciali con una rosa
ridotta all'osso per via dei molti infortuni e nella partita di Parma
si sono notatidiversi giocatori che non ne avevano più.
Florenzi ancora in panchina, stavolta per scelta tecnica come ammesso
dallo stesso Fonseca: è evidente che il tecnico portoghese non lo vede
come terzino e gli preferisce sia Spinazzola (nuovamente infortunato)
che Santon. Ma siamo sicuri che sia solo questa la motivazione per cui
il giocatore romano non riesce più a trovare spazio in squadra?
Ad ogni modo la Roma si ripresenta in campo con gli stessi uomini e lo
stesso modulo delle ultime uscite, quelle che avevano messo in luce
Mancini a centrocampo e riproposto finalmente ai suoi livelli Pastore.
Purtroppo alla lunge Mancini ha mostrato di non essere adatto in quel
ruolo, nonostante alcune buone prestazioni, e Pastore comincia a pagare
la lunga serie di partite da titolare.
Così come Kolarov, costretto agli straordinari, ma anche Dzeko che
ultimamente non la prende più.
Pau Lopez in più di un'occasione salva la porta giallorossa con delgi
ottimi interventi, ma poi capitola sulla palla strozzata di Sprocati e
allo scadere della partita sul contropiede lanciato da un errore di
Diawara (che continua a convincere poco) su cui Cornelius segna il più
facile dei gol.
Non bisogna farsi prendere dalla frenesia: la classifica continua ad
essere corta, e il Napoli sta clamorosamente scivolando verso il basso.
Due sconfitte consecutive, tra Coppa e Campionato, non devono
preoccupare più di tanto: sia per come sono arrivate (sfortunata quella
in Germania) sia per le motivazioni. Al rientro dalla sosta, la Roma
dovrebbe recuperare diversi giocatori di primaria importanza: a parte
Pellegrini e Kalinic, dovrebbe tornare ad essere tutti abili e
arruolabili.
Finalmente alcuni giocatori sfiniti potranno rifiatare.
07
Novembre 2019:
Inserita
la pagina di Borussia
Monchengladbach-Roma, 4 Giornata del Girone J di Europa League
2019/2020.
Roma beffata.
La Roma fallisce il primo match point che poteva farle vivere le ultime
due giornate del Girone di Europa League con più serenità.
E purtroppo lo fallisce nel peggiore dei modi non solo non andando a
vincere in Germania contro il Borussia, ma addirittura uscendo dal
Borussia Park con un pugno di mosche in mano e vedendo il sorprendente
Istanbul Basaksehir volare al primo posto in solitario.
Roma forse un po' stanca, e non sarebbe neanche una sorpresa, visto che
gli infortunati di lunga degenza stanno tornando a disposizione proprio
in questi giorni, e per vederli quasi tutti abili e arruolati bisognerà
attendere la prossima sosta in campionato.
Stanchezza che però si è notata quasi esclusivamente nel primo tempo,
quando i giallorossi non riuscivano a stare dietro alle scorribande
avversarie, mentre nella seconda frazione di gioco, quando i tedeschi
hanno giocoforza rallentato il loro pressing, la Roma è uscita fuori
collezionando diverse azioni da gol che potevano ribaltare ben presto
il risultato: bravo in paio di occasioni il portiere tedesco a compiere
degli interventi prodigiosi per negare la gioia del gol ai romanisti.
Gol che comunque è arrivato grazie a Fazio che si riscatta così del
clamoroso autogol fatto nel primo tempo che aveva tagliato le gambe ai
propri compagni.
Ma nel finale, proprio come all'andata, il Borussia Monchengladbach
trova l'insperato gol che rimette in gioco proprio i tedeschi e rischia
di compromettere il cammino giallorosso in Coppa.
Peccato, perché in fin dei conti il pareggio sarebbe stato il risultato
più giusto, sommando i due tempi vinti "ai punti" prima dai tedeschi e
poi dai giallorossi.
Anche se poi, analizzando bene, l'autogol di Fazio nasce da un'azione
irregolare partita da un fallo laterale non visto dalla terna
arbitrale: evidentemente la Roma ha un conto in sospeso con la VAR. Sia
se presente sia se non la è.
E il muro del pianto continua a crescere...
31
ottobre 2019:
Inserita
la pagina di Udinese-Roma,
10 Giornata di Campionato 2019/2020.
Roma più forte di tutto e tutti.
Che bella questa Roma!
Ancora in piena emergenza infortuni e quindi costretto a schierare
ancora una volta Mancini a centrocampo, Fonseca riesce ad aggiudicarsi
la vittoria sulla piccola Udinese e a raggiungere il quarto posto in
classifica, scavalcando il Napoli fermato dalla sorprendente Atalanta.
L'Udinese, come detto, è veramente poca cosa (basti pensare a come è
arrivato il primo gol di Zaniolo, terzo consecutivo, su svarione
clamoroso di Samir), ma poteva bastare poco per tagliare le gambe ai
giallorossi e rimettere tutto in discussione.
E a quel "poco" ci ha pensato l'arbitro Irrati, inventandosi di sana
pianta un'espulsione di Fazio reo di aver semplicemente anticipato l'ex
Okaka. Niente fallo, quindi. Figuarsi se da espulsione.
Ma Irrati è stato irremovibile, e come spesso accade quando gioca la
Roma, non ci pensa minimamente ad andare a consultare la VAR,
nonostante le vibranti proteste di tutti i giocatori giallorossi.
Incredibile decisione, che momentaneamente spiazza i giallorossi e
soffia a favore dei bianconeri, che però riescono a produrre veramente
poco.
Ma come constatato già domenica scorsa contro il Milan, questa Roma è
squadra vera, che sembra addirittura trarre maggior linfa dalle
avversità.
Al rientro dagli spogliatoi non lascia spazio all'Udinese e trova altri
tre gol con Smalling su calcio d'angolo (primo gol giallorosso per
l'inglese), con Kluivert al termine di un'azione da manuale del calcio,
palla recuperata nella propria area di rigore, 5 passaggi consecutivi
con assist finale di Pastore (ancora un'ottima prova la sua) per
l'olandese che con un colpo da biliardo infila Musso, e a chiudere il
rigore di Kolarov che spedisce la Roma in piena zona Champions.
Forse la Roma ha trovato la quadra del cerchio, almeno per il momento.
E anche Fonseca sembra disposto a rivedere alcune scelte iniziali di
formazione.
Questa Roma camaleontica lo sta sorprendendo. Nonostante anche Irrati
abbia deciso di metter la sua firma sul "muro del pianto" giallorosso.
28
ottobre 2019:
Inserita
la pagina di Roma-Milan,
9 Giornata di Campionato 2019/2020.
Questa Roma è una squadra vera.
La sitauzione infortuni in casa giallorossa, si sa, è davvero
complicata.
Fonseca ha a malapena un numero sufficiente di giocatori da poter
mandare in campo, ed alcuni di questi (Mancini) addirittura fuori
ruolo, per poter sopperire alle mancanze in organico.
La panchina è gonfia di giocatori della Primavera (complimenti al
giovane Darboe, che dal Gambia è arrivato in Italia come profugo e ora
si ritrova a sedere sulla panchina della Roma).
Ma tutti i giocatori, tra panchina e campo, hanno un solo obiettivo:
l'impegno al massimo e la disponibilità al sacrificio.
Ed è così che è arrivata la vittoria sul Milan (anch'esso lontanissimo
parente di quello squadrone che temevano tutti in Europa qualche anno
fa), con impegno, sudore e sacrificio appunto.
I rossoneri provano a mettere alle corde i giallorossi in avvio di
gara: la Roma stenta ad uscire dalla propria trequarti, non si affaccia
quasi mai dalle parti di Donnarumma, e spesso pare in balia
dell'avversario.
Ma dietro, come accaduto nelle ultime uscite, qualcosa è cambiato,
perché non si balla come ad inizio stagione.
E così, pian piano, i giallorossi salgono e guadagnano metri,
trascinati da Dzeko (autentico leader) e da un positivo (finalmente)
Pastore, che insieme a Zaniolo opera dietro il bosniaco.
Veretout, poi, è un mastino che recupera palloni su palloni, e proprio
da un suo calcio d'angolo arriva la "capocciata" di Dzeko che segna di
forza la prima rete.
Mancini, fuori ruolo, aiuta il centrocampo a filtrare e Zaniolo con i
suoi tipici strappi prova a mettere ko il Milan e proprio pochi minuti
dopo il pareggio rossonero, il giovane talento giallorosso segna il gol
del definitivo 2-1, spiazzando Donnarumma e correndo sotto la Sud
baciando la maglia.
Quale migliore risposta alle critiche piombate su di lui nell'ultima
settimana da parte di Fabio Capello? Due uscite, due gol. E muti tutti.
Nel finale Fonseca sorprende un po' tutti quando, sostituendo
Spinazzola, decide di far esordire il turco Cetin invece di operare il
cambio più naturale con Florenzi o Santon.
Alla fine avrà ragione il tecnico portoghese dato che il giovane
difensore mostra da subito una personalità non indifferente.
La strada è segnata. Con il rientro, si spera, di alcuni titolari si
potrà lavorare con più serenità in questa direzione.
25
Ottobre 2019:
Inserita
la pagina di Roma-Borussia
Monchengladbach, 3 Giornata del Girone J di Europa League 2019/2020.
Ennesimo furto.
Il muro del pianto giallorosso si arricchisce di un nuovo capitolo
nella lunga storia dei furti, veri o presunti, che la Roma ha subito
durante la sua storia.
Ed è singolare come anche questa volta, ad un passo dal termine della
gara, l'arbitro non sia potuto tornare sui suoi passi perché la VAR,
presente ad ogni livello e in ogni campionato, curiosamente in Europa
League non è stata ancora introdotta.
Così come non era ancora introdotta nella semifinale di Champions
League che la Roma disputò a Liverpool, dove la partita terminò 5-2 per
i Reds anche (e non solo) perché la VAR non era ancora presente in
Champions League e due gol dei padroni di casa furono segnati in
fuorigioco.
Una Roma in grave difficoltà di formazione, con una rosa ristretta al
lumicino, con in panchina i due primavera Riccardi e Calafiori,
costretta a schierare Mancini a centrocampo per sopperire alle
defezioni.
Ma anche una Roma gajarda, che dopo un inizio difficile, dove aveva
subito non poco le avanzate dei tedeschi, aveva pian piano preso
coraggio e campo, fino ad arrivare al gol con Zaniolo di testa, che
aveva spianato la strada verso un secondo tempo più di respiro.
Una pioggia battente ed incessante che non facilitava le operazioni e
rendeva difficile ogni tipo di giocata.
Ma nonostante tutto i giallorossi hanno lottato e stretto i denti,
provato a raddoppiare andandoci molto vicino con Florenzi che solo
davanti al portiere avversario sbagliava malamente, fino ad arrivare
all'episodio finale.
Cross in area giallorossa, rimpallo aereo con la palla che schizza
sulla faccia di Smalling, che poi spazza via.
Incredibilmente l'arbitro indica il dischetto, tra lo stupore generale,
anche degli stessi giocatori tedeschi che mai si sarebbero aspettati
l'assegnazione di un rigore così clamorosamente inventato.
Eppure così è andata.
1-1 e ancora tutto possibile nel girone, nonostante il mantenimento da
parte dei giallorossi della testa della classifica e ancora la
percentuale più alta di passare il turno.
Peccato però, perché una vittoria di questo tipo avrebbe dato non solo
una spinta decisiva alla classifica del girone, ma soprattutto una
iniezione di fiducia in tutto l'ambiente, ultimamente un po' depresso
per tutta una serie di episodi sfortunati in sequenza...
21
ottobre 2019:
Inserita
la pagina di Sampdoria-Roma,
8 Giornata di Campionato 2019/2020.
Roma in piena emergenza.
Difficile, veramente difficile, commentare la Roma questa volta.
La partita contro la Sampdoria ultima in classifica già si presentava
ricca di insidie, se non altro perché la panchina blucerchiata è stata
appena consegnata a Claudio Ranieri, che fino a maggio sedeva proprio
sulla panchina della Roma (il caso vuole che anche questa volta è stato
chiamato a sostituire Di Francesco...) , proprio nel giorno del suo 68°
compleanno.
E Ranieri è un maestro nel tenere le proprie squadre il più possibile
chiuse nei momenti di emergenza, come è quella attuale della Sampdoria.
In più, alla lunga lista degli infortunati già presenti nell'infermeria
giallorossa, dopo pochi minuti si aggiunge il nome di Cristante ce si
ferma praticamente subito mandando all'aria i piani di Fonseca,
costringendolo ad inserire Pastore e rivedere l'assetto della squadra.
Come se non bastasse, quasi al termine del primo tempo anche Kalinic è
costretto ad abbandonare il campo per un colpo ricevuto da Murillo e
lasciare il posto ad un Dzeko non in perfetta forma, costretto a
giocare con una maschera protettiva per lo zigomo fratturato
nell'ultima gara contro il Cagliari.
Ne esce fuori una partita brutta, senza colèi di scena e con pochissime
emozioni e ancor meno tiri verso la porta avversaria.
Un punto che serve veramente a poco in casa romanista, anche se le
dirette avversarie per un posto in Champions (Atalanta a parte)
continuano a non brillare, nonostante il Cagliari al momento abbia
conquistato il quinto posto in solitaria.
Bisogna sperare che l'infermeria si svuoti al più presto per vedere una
Roma decente e sperare in un cambio di marcia deciso.
07
ottobre 2019:
Inserita
la pagina di Roma-Cagliari,
7 Giornata di Campionato 2019/2020.
Cigarini spacca tutto.
Doveva
e poteva essere la partita del rilancio giallorosso. Nonostante le
problematiche fisiche occorse a molti giocatori della Roma in settimana
(rottura del crociato per Zappacosta, problema all'inguine per
Mkhitaryan, Pellegrini operato al piede, Florenzi con l'influenza),
l'impegno contro il Cagliari non era dei più proibitivi e ci si
aspettava un pronto riscatto dopo la prestazione opaca in Austria.
E invece ci si è messo l'arbitro Massa a mandare tutto all'aria.
Il rigore concesso al Cagliari ci può stare, anzi ci deve stare, le
regole quest'anno parlano chiaro: braccio largo, pallone che lo
colpisce. Rigore netto. Senza ombra di dubbio. Come quello NON concesso
alla Roma a Lecce per un colpo di mano molto più evidente.
Ma l'episodio che ha causato tutto quello che succederà dopo (rigore
compreso), è la mancata espulsione del "fabbro" Cigarini.
La sua entrata da assassino su Diawara meritava l'espulsione diretta,
ed invece l'arbitro Massa ha pensato bene di ammonirlo soltanto.
Episodio da poco conto? Non proprio, perché Cigarini alla fine
risulterà tra i migliori in campo dei suoi: peccato che avrà anche
provocato l'uscita anzitempo dello stesso Diawara (rottura del menisco
con probabile interessamento del legamento collaterale), costringendo
la Roma a rivedere il proprio assetto tattico ed entrerà anche
nell'azione che porterà al rigore per il Cagliari.
Non male per un giocatore che già al 16' del primo tempo doveva
lasciare la propria squadra in 10 uomini.
Detto questo, è oltremodo inutile parlare della partita, che ha
sostanzialmente visto un predominio territoriale abbastanza netto della
squadra giallorossa, forse a tratti sterile, ma che ha portato più
volte gli attaccanti giallorossi a far compiere interventi prodigiosi
all'ex Olsen (neanche era quotata la partita da 7 dell'ex portiere
giallorosso).
Per finire poi l'episodio a tempo praticamente scaduto del gol/non gol
segnato da Kalinic: la spinta su Pisacane può starci (probabilmene a
parti invertite avremmo gridato allo scandalo se avessero assegnato un
gol così agli avversari), ma sempre l'atteggiamento di Massa ad
infastidire.
Nello scontro tra Olsen e Pisacane, il difensore cagliaritano resta in
piedi osservando la fine dell'azione fino a quanto la palla non finisce
in rete (Bonucci d'altronde ha fatto ottima scuola...) e poi si
accascia a terra facendo intervenire i sanitari addirittura con il
collare protettivo per il collo.
L'arbitro Massa dapprima fa segno di no ai difensori che chiedono a
gran voce il fallo, ma poi ritorna sui suoi passi senza richiedere
l'intervento della VAR né dando particolari spiegazioni, facendo
riprendere il gioco con un calcio di punizione che lui non ha MAI
fischiato.
Ora ci sarà di nuovo l'ennesima, inutile, pausa per le Nazionali:
speriamo solo che in questo periodo si riesca a recuperare qualche
giocatore infortunato e andare a far visita all'ex allenatore Di
Francesco, bisognoso di punti e in odore di esonero, al meglio delle
proprie possibilità.
04
Ottobre 2019:
Inserita
la pagina di Wolfsberger-Roma,
2 Giornata del Girone J di Europa League 2019/2020.
Roma svogliata.
La partita non era di una difficoltà elevata, ma il rischio di prendere
troppo alla leggera l'impegno contro un avversario di rango inferiore è
sempre in agguato, soprattutto quando in campo scende la Roma.
Contro la ex squadra di Under Fonseca si affida ad un ampio turnover
che nel primo tempo fa quasi gridare allo scandalo: dopo i proclami in
settimana da parte del tecnico e dei giocatori che dicevano di puntare
sulla competizione europea, la prestazione scialba e svogliata da parte
della formazione giallorossa ha fatto storcere il naso a molti.
Per fortuna l'autogol occorso a pochi minuti dallo scadere del primo
tempo ha sistemato le cose e fatto andare negli spogliatoi le squadre
con un risultato più consono alle forze in campo.
E nel secondo tempo si è assistito a ben altra partita: Zaniolo ha
offerto giocate pregevoli e assist preziosi, come quello che ha portato
al gol Dzeko, libero di segnare a porta vuota il 2-0.
Lo stesso giovane talento giallorosso ha realizzato il 3-0 con uno
splendido tiro ad incrociare su assist dello stesso bosniaco.
E alla fine, anche sull'ultimo gol di Kluivert a tempo scaduto c'è
sempre lo zampino di Zaniolo.
Ci sono alcune cose che vanno ancora sistemate, come ad esempio la
prestazione a tratti impaurita di Diawara o quella a fasi alterne del
solito Pastore. Ma anche la difesa che non sempre ha coperto come
avrebbe dovuto la porta di Pau Lopez, che comunque a fine gara è
risultato inoperoso.
La strada per Danzica è lunga e la Roma ha appena acceso i motori, ma
la partenza può considerarsi, in fin dei conti, più che soddisfacente.
Siamo alle solite.
Come sempre accaduto, durante la settimana, tutti i protagonisti si
lasciano andare a dichiarazioni di ogni tipo riguardo la voglia di
vincere l'Europa League, l'impegno da mettere in ogni gara,
l'importanza di vincere finalmente un trofeo (e sicuramente sarà così
anche quando si giocherà la Coppa Italia).
Poi, il giorno della partita, contro una squadra che è estremamente al
di sotto del livello della squadra giallorossa, ecco che già
dall'allenatore arrivano segnali forti su cosa si pensa di questa
competizione.
Per carità, il turnover è necessario e a volte fondamentale, per far
rifiatare alcuni e per far comunque sentire importanti gli altri.
Ma cambiare in blocco 7 giocatori su 11 francamente è troppo e può
indurre (così come ha indotto) alcuni giocatori a sottovalutare la gara.
I "boscaioli" austriaci già nella prima giornata del Girone avevano
sorpreso tutti, andando a rifilare ben quattro schiaffoni al Borussia
Monchengladbach, a casa loro, e in più di un'occasione hanno dimostrato
anche contro la Roma di essere tutt'altro che una Cenerentola.
Ma la frittata iniziale da parte di Fonseca era stata fatta: solo il
caso e l'estrema fortuna nel doppio rimpallo ha permesso a Spinazzola
di trovare il gol del vantaggio giallorosso.
Ma questo, invece di tagliare le gambe all'avversario, ha dato ancora
più linfa agli austriaci che non si sono disuniti, e hanno continuato
le loro scorribande tra le maglie blu (...) della Roma.
Purtroppo troppi giocatori giallorossi non sono ancora in condizione e
forse non lo saranno mai: Pastore è sempre più (da tempo, ormai...) un
ex giocatore e anche Kalinic pare voglia andare a fargli compagnia.
Diawara è un lontano parente di quel giocatore ammirato anni fa quando
vestiva la maglia del Bologna.
Kluivert è tornato il giocatore avulso e apatico della scorsa stagione.
Potrebbe, anzi dovrebbe, essere solo un caso dovuto ai troppi cambi
contemporanei e al nome dell'avversario che suscita poco appeal.
Fatto sta che se veramente si vuole onorare fino in fondo questa
competizione e si vuole portare a casa (finalmente!) un trofeo di
stampo internazionale, beh... è il caso di registrare al meglio la
macchina e non fare più queste figure barbine.
Evitare proclami epici se poi i risultati sono quelli visti contro il
Wolfsberger.
A cominciare dall'allenatore. Che invece dovrebbe conoscere bene certe
dinamiche.
30
Settembre 2019:
Inserita
la pagina di Lecce-Roma,
6 Giornata di Campionato 2019/2020.
Sofferenza senza fine.
Una
partita vissuta in totale apnea con la paura di vivere per l'ennesima
volta una domenica dal sapore amaro e vedere le altre squadre
allontanarsi in classifica.
Eppure, nonostante i tanti battiti di
cuore e le unghie mangiate fino all'osso, la Roma riesce a tornare da
Lecce con tre punti fondamentali, e ancora più importanti proprio
perché arrivati in questo modo.
Con sofferenza, come detto, rischiando e a tratti subendo le ripartenze
degli avversari, provando a spingere e a colpire, trovando il gol con
Dzeko e l'aiuto di Gabriel, rischiando di raddoppiare su rigore con
Kolarov (bravo questa volta il portiere salentino) e vivendo gli ultimi
minuti con il cuore in gola.
Da autentica provinciale. E va bene così. Anzi, benissimo.
Perché con questo spirito il gruppo si è dimostrato saldo, pronto al
sacrificio, pronto ad aiutarsi uno con l'altro: emblematica la rincorsa
all'indietro di Dzeko dall'area avversaria alla propria quando è stato
perso un velenosissimo pallone in fase d'attacco che si è tramutato in
un contropiede pericoloso degl avversari.
Bravo Fonseca ad applicare un piccolo turnover soprattutto a
centrocampo proponendo Diawara nel ruolo di regista, reinserendo
Kluivert sulla fascia destra (sembra strano dirlo, ma sembra che al
momento la Roma non possa prescindere dal giocatore olandese, anche
ieri autentica spina nel fianco della difesa avversaria), mettendo
dietro in coppia Smalling e Mancini.
Questa Roma sa soffrire. A volte sbaglia, a volte è sfortunata, altre
volte pecca di imprecisione. Ma è sempre sul pezzo e sa sempre cosa
fare.
Anche quando arriva seconda sul pallone, non si demoralizza, ma riparte
a testa bassa convinta dei propri mezzi.
Per ora va bene (anche) così. Lo spirito è quello giusto. Le coronarie
dei tifosi impareranno ad abituarsi. Forse...
26
Settembre 2019:
Inserita
la pagina di Roma-Atalanta,
5 Giornata di Campionato 2019/2020.
Zapata si mangia la Roma.
Brusco
risveglio per i giallorossi dopo l'abbuffata di domenica scorsa a
Bologna, quando Dzeko oltre il novantesimo aveva dato un forte segnale
al campionato della Roma.
Mister Fonseca, però, era stato bravo profeta in patria quando ha
dichiarato di non fare voli pindarici e rimanere saldamente con i piedi
per terra: il campionato italiano è difficile, e lui lo ha capito
subito.
E forse lo ha capito fin troppo velocemente dato che ieri contro
l'Atalanta, ha cambiato la disposizione in campo della squadra un po'
troppo spesso e un po' troppo velocemente.
È stato comunque onesto a fine gara, senza cercare troppi giri di
parole né giustificazioni sterili: a fine gara è uscita dal campo con i
3 punti la squadra che tra le due più ha meritato di vincere.
Certo, Dzeko nel primo tempo è stato fermato sul più bello da un
intervento prodigioso di Gollini, così come Zaniolo nel secondo tempo
si è divorato un gol a porta vuota dopo essersi liberato come meglio
non si poteva.
Ed è altrettanto vero che nella prima, vera occasione degli avversari,
Zapata ha trovao il gol che ha dato il via alla vittoria bergamasca.
Il campionato è appena iniziato e c'è tutto il tempo per il tecnico per
capire meglio la Serie A, così come per i suoi giocatori capire le
tattiche del tecnico.
Un
po' meno tempo, invece, per alcuni giocatori di capire determinate
cose: l'errore di Florenzi sul secondo gol di De Roon (ininfluente ai
fini del risultato e comunque con una difesa schierata malissimo e
immobile) è un problema atavico del giocatore che difficilmente potrà
mai essere sanato. In passato più e più volte è stato colto in castagna
come ieri. A dimostrazione che il terzino non è il suo ruolo.
Certo, ci fosse un giocatore disponibile al suo posto... Ma Zappacosta
non si è mai visto e Spinazzola ha ripresentato i problemi fisici che
già aveva evidenziato alla Juve: sarà per questo che il club bianconero
ha preferito puntare su Luca Pellegrini (ex giallorosso) per scaricare
(proprio alla Roma) Spinazzola?
23
Settembre 2019:
Inserita
la pagina di Bologna-Roma,
4 Giornata di Campionato 2019/2020.
Dzeko manda in orbita la Roma.
Non era una partita facile: il campo di Bologna è sempre molto ostico,
e quest'anno Mihajlovic ha dato un'impronta ancora più marcata alla
propria squadra.
La Roma, dal canto suo, veniva da una vittoria sontuosa in Europa con
un Veretout e un Mkhitaryan che si erano mostrati nella loro
completezza al pubblico giallorosso.
Da tutto questo, però, ne esce fuori un primo tempo brutto, noioso, con
due squadre che hanno pensato più a non prenderle che a provare ad
affondare il colpo, e la faccia di Fonseca all'uscita dal terreno di
gioco al termine del primo tempo era già tutto un programma.
Al rientro in campo, come accaduto ultimamente alla giallorossa, è
tutta un'altra musica: la Roma è più aggressiva e più convinta a
centrocampo, e dopo pochi minuti Pellegrini conquista una preziosa
punizione dal limite che il solito Kolarov tramuta in rete con una
splendida parabola.
Il Bologna sembra subire il colpo se non che l'arbitro Pairetto concede
ai rossoblu un rigore più che dubbio senza neanche consultare la VAR:
Sansone trasforma facilmente la massima punizione.
La Roma non si scoraggia e prova a rimettersi in carreggiata, eppure
basta perdere un velenoso pallone a centrocampo (Pellegrini) che
Soriano si ritrova solo davanti a Pau Lopez con la porta spalancata:
solo un incredibile intervento del portiere spagnolo permette di non
capitolare.
Non solo: a pochi minuti dalla fine, Mancini si fa espellere per un
braccio largo sul viso di Santander: per l'arbitro non ci sono dubbi
neanche questa volta.
Roma in 10, il Bologna preme e vede la possibilità di portare a casa i
tre punti, Fonseca riassetta la squadra togliendo uno spento Mkhitaryan
e inserendo un volenteroso Juan Jesus: proprio il brasiliano conquista
una preziosa punizione da cui parte la splendida azione in solitaria di
veretout che dopo aver saltato un paio di uomini offre a Pellegrini
sulla fascia un pallone da scodellare a centro area, dove Dzeko,
laciato colpevolemente solo, schiaccia addosso a Skorupski che non può
evitare il gol-vittoria.
Tutti sotto il settore dei tantissimi tifosi della Roma, tutti a
festeggiare la vittoria e i 3 punti che lanciano la Roma al quarto
posto in solitaria, dietro l'Inter capolista, la Juventus e il Napoli.
Ma soprattutto tutti a festeggiare una squadra vogliosa e uno spirito
ritrovato, da grande squadra.
Perché solo le grandi squadre riescono a vincere partite come queste.
Bisogna solo sperare che non sia stato un episodio isolato...
20
Settembre 2019:
Inserita
la pagina di Roma-Istanbul
Basaksehir, 1 Giornata del Girone J di Europa League 2019/2020.
Inizia il viaggio.
La partita non era di una difficoltà elevata, ma il rischio di prendere
troppo alla leggera l'impegno contro un avversario di rango inferiore è
sempre in agguato, soprattutto quando in campo scende la Roma.
Contro la ex squadra di Under Fonseca si affida ad un ampio turnover
che nel primo tempo fa quasi gridare allo scandalo: dopo i proclami in
settimana da parte del tecnico e dei giocatori che dicevano di puntare
sulla competizione europea, la prestazione scialba e svogliata da parte
della formazione giallorossa ha fatto storcere il naso a molti.
Per fortuna l'autogol occorso a pochi minuti dallo scadere del primo
tempo ha sistemato le cose e fatto andare negli spogliatoi le squadre
con un risultato più consono alle forze in campo.
E nel secondo tempo si è assistito a ben altra partita: Zaniolo ha
offerto giocate pregevoli e assist preziosi, come quello che ha portato
al gol Dzeko, libero di segnare a porta vuota il 2-0.
Lo stesso giovane talento giallorosso ha realizzato il 3-0 con uno
splendido tiro ad incrociare su assist dello stesso bosniaco.
E alla fine, anche sull'ultimo gol di Kluivert a tempo scaduto c'è
sempre lo zampino di Zaniolo.
Ci sono alcune cose che vanno ancora sistemate, come ad esempio la
prestazione a tratti impaurita di Diawara o quella a fasi alterne del
solito Pastore. Ma anche la difesa che non sempre ha coperto come
avrebbe dovuto la porta di Pau Lopez, che comunque a fine gara è
risultato inoperoso.
La strada per Danzica è lunga e la Roma ha appena acceso i motori, ma
la partenza può considerarsi, in fin dei conti, più che soddisfacente.
17
Settembre 2019:
Inserita
la pagina di Roma-Sassuolo,
3 Giornata di Campionato 2019/2020.
La "nuova" Roma parte.
Dopo un paio di prestazioni vissute tra alti e bassi prima della sosta
per la Nazionale, la Roma torna in campo con un paio di innesti
importanti a centrocampo e subito cambia marcia.
Una prestazione sopra le righe, di quelle che fanno bene agli occhi e
al cuore. Perlomeno tutto quello visto nel primo tempo: giocate di
prima, schemi collaudati, recuperi e ripartenze, buon filtro a
centrocampo e 4 gol in mezz'ora, tutti di pregevole fattura.
Il secondo tempo, invece, a risultato ormai acquisito, e con la
stanchezza che sulle gambe di alcuni giocatori si faceva sentire, il
registro della partita è leggermente cambiato, con il Sassuolo che ha
dapprima tentato di rimediare il rimediabile, e poi a tratti a provato
a fare paura ai giallorossi.
Giallorossi che, nonostante questa premessa, c'è da dire che avevano
colpito un palo e una traversa prima che Berardi segnasse il primo gol
per la sua squadra e poi un altro palo con Mancini.
Dietro poi si è ballato un po' troppo, con i limiti che conosciamo di
Fazio e un Mancini che ancora non appare il partner ideale per il
gigante argentino. Aspettiamo di scoprire Smalling, fermato da un
risentimento muscolare.
Intanto dei nuovi, sono stati ammirati Veretout che ha svolto un
preziosissimo lavoro di copertura e ripartenza a centrocampo, quel
lavoro "oscuro" che fino allo scorso anno svolgeva l'ex capitano
giallorosso De Rossi, e soprattutto un sontuoso Mkhitaryan: la sua
forza e presenza in campo si nota eccome. Oltretutto il suo esordio in
Serie A è stato bagnato con un bellissimo gol, dopo un'azione corale e
un colpo di testa delizioso di Dzeko, prima dell'assist vincente di
Pellegrini.
Quel Pellegrini che nella giornata di ieri ha disputato forse la sua
più bella prestazione in maglia giallorossa (così come Kluivert): che
fosse definitivamente arrivato il momento della sua consacrazione?
26 Agosto
2019:
Inserita
la pagina di Roma-Genoa,
1 Giornata di Campionato 2019/2020.
Si ricomincia...
Riparte ufficialmente la nuova stagione, che vede la Roma non più
lanciata per chissà quali voli pindarici, ma decisa comunque a
ritornare di corsa in Champions League.
La concorrenza quest'anno sarà ancora più ampia, visti i rinforzi che
hanno operato le altre squadre. Rinforzi che, invece, i giallorossi
hanno compiuto solo in parte.
È rimasto Dzeko, professionista ineccepibile, che sembrava da tempo in
procinto di passare alla nuova Inter di Conte: il bosniaco alla fine è
rimasto, ha prolungato il contratto e si è presentato alla nuova
stagione con uno strepitoso gol.
Ha prolungato il contratto anche Under, che ha aperto le marcature con
uno splendido (anche lui) gol in avvio di partita.
Kolarov ha segnato il terzo gol della Roma con una punizione perfetta.
Ma a dirla tutta, leggendo la formazione iniziale, è lampante come
nulla (a parte il solo Pau Lopez al posto del partente Olsen) sia
cambiato rispetto alla formazione dello scorso anno.
E se lo scorso anno è stato vissuto tra gioie (poche) e dolori (molti),
come è possibile pensare che questa stagione sia diversa?
È vero: gli acquisti che sono stati fatti in questo calciomercato
ancora non sono pronti al 100%: Spinazzola fermo ai box, Mancini ancora
lontano dalla forma migliore, Zappacosta appena arrivato tra le file
giallorosse, Diawara immaturo e Veretout ancora a "Chi l'ha visto?".
La vera novità è Paulo Fonseca e il suo gioco tutto corsa e
verticalizzazione: anche questo non molto lontano dal gioco
spregiudicato di Di Francesco.
Con la differenza (non trascurabile) che dietro non c'è più Manolas a
mettere una pezza e Fazio ha un anno in più, e fulmine di guerra non lo
è mai stato.
E così contro il Genoa di Andreazzoli (...) si è (ri)vissuta una di
quelle partite che da un lato fanno sognare e strappare applausi fino a
scorticare la mani, ma dall'altro fanno capire che ci sarà molto, ma
molto da soffrire anche quest'anno.
Il Genoa si è affacciato dalle parte di Pau Lopez tre volte, e tre
volte è andato in gol.
Serve registrare al più presto la difesa, e forse un acquisto di peso
(ma perché ridursi sempre all'ultimo secondo?) potrebbe anche non
bastare.
Florenzi capitano e applaudito dai suoi tifosi che lo incoronano
ufficilamente come giusto capitano è un piacere da vedere, ma resta il
fatto che non è e non può essere un terzino: se due gol su tre sono da
imputare a Juan Jesus, il terzo e definitivo pareggio rossoblu arriva
per un ritardo in copertura (l'ennesimo in carriera) di Florenzi.
Mettiamoci dunque comodi e prepariamo le mani: probabilmente ci saranno
molte unghie da mangiare quest'anno...
09 Luglio
2019:
Inserite le Amichevoli
1971/1972: sconfitte come se piovesse.
"Ciccio
Cordova-Cappellini-Del Sol, ogni tiro è un goal": l'immaginazione dei
tifosi non ha limiti, ma la realtà è leggermente diversa.
Il nuovo
presidente, Gaetano Anzalone, richiama Herrera, nonostante una
incredibile intervista dell'anno prima che gli costò l'esonero in cui
il Mago rilancia la tesi secondo la quale lo scudetto del 1941-42
sarebbe un grazioso regalo di Mussolini.
Con un minimo di discernimento, uno così non dovrebbe più nemmeno
mettere piede a Roma.
Ma il discernimento è cosa che non appartiene alla Roma di questi anni
e il Mago ritorna trionfalmente sulla panchina giallorossa.
La campagna acquisti, la prima di Anzalone, è in linea con quasi tutte
le successive: inesistente ad essere generosi.
L'unica consolazione è il grandissimo numero di giovani che dalle
giovanili vengono provati in Prima Squadra nelle molte amicheovli
disputate: Ranieri, De Paolis, Plateo, Peccenini, Sandreani, Rocca,
Vichi, Banella, Merotto, Bertocco.
Non tutti sono pronti a fare il salto di qualità, ma da questa nidiata
usciranno in futuro campioni che resteranno nella storia della Roma.
Ad ogni modo, il settimo posto finale, nell'anno dell'esplosione ad
alti livelli di Bet e Santarini, è tutto grasso che cola. Perché
l'annata non è delle migliori, anzi.
In Coppa Italia la Roma viene eliminata subito nel girone iniziale, nel
quale gioca anche la Lazio, unica del girone che proseguirà il torneo.
A fine anno la magra consolazione della vittoria del Torneo Anglo
Italiano, dopo la finale contro il Blackpool disputata a giungo 1972
con già degli innesti dell'anno successivo.
Anche le amichevoli stagionali, rispecchiano l'andamento dell'annata:
molte sconfitte, alcune addirittura clamorose se si considerano gli
avversari affrontati.
6-2
a Cesena, 0-2 contro il solito Santos di Pelè (a cui Ginulfi para un
rigore), 1-3 contro la Nazionale Militare, 0-1 contro il Corinthians.
E una serie di partite che non convincono per nulla né Herrera riguardo
alcuni atteggiamenti dei propri giocatori, né i tifosi, che spesso
salutano l'uscita dal campo dei propri beniamini con sonori fischi.
27 Maggio
2019:
Inserita
la pagina di Roma-Parma,
38 Giornata di Campionato 2018/2019.
Arrivederci, Daniele De Rossi.
Si chiude così una delle peggiori stagioni, se non la peggiore
stagione, della Roma dell'era americana. Forse solo la prima, quella
con Luis Enrique in panchina fu più fallimentare.
La Roma relegata ai preliminari di Europa League, dopo che lo scorso
anno ha raggiunto la semifinale di Champions League sfiorando
addirittura la finale.
Stagione iniziata male, con le eccellenti cessioni di Nainggolan e
Strootman, in aperto contrasto con la volontà del popolo giallorosso,
finita peggio con la forzata separazione tra la Roma e Daniele De
Rossi, a distanza di appena due anni da un'altra forzata ma inevitabile
separazione che vide il saluto al calcio giocato di Totti.
De Rossi si commiata dal suo pubblico e dal suo stadio disputando una
partita, di per sé inutile visto che la Roma non poteva ambire a nessun
altro traguardo, come il suo solito: grintoso, volenteroso, non
dispensando giocate di prima e lanci millimetrici, ma neanche entrate
al limite del regolamento, tipiche del suo modo di giocare.
Partita che sarà l'ultima per molti dei protagonisti in campo: come
detto De Rossi, ma anche l'arbitro Mazzoleni per esempio.
Ultima in giallorossa molto probabilmente per Dzeko (sommerso di
fischi, ingenerosi, al momento del cambio), per Perotti, autore del gol
vittoria, e chissà forse anche di Kolarov, Fazio, Pastore.
Di sicuro è stata l'ultima panchina giallorossa per mister Ranieri:
anche lui salutato a sorpresa da uno striscione in Sud che lo ha
commosso fino a farlo piangere, visibilmente emozionato.
Chiamato a sciogliere una matassa molto ingarbugliata e a centrare un
obiettivo quasi impossibile, ci è arrivato molto vicino, ma alla fine
ha dovuto arrendersi anche lui.
La Storia romanista si condisce di un altro capitolo, amaro, che solo
chi ama questi colori può veramente capire: l'orgoglio e l'attaccamento
a certi giocatori, romani e romanisti, non può essere capito da chi non
è romanista.
E questo è motivo di vanto.
Per il domani ci attrezzeremo.
Arrivederci, DDR.
20 Maggio
2019:
Inserita
la pagina di Sassuolo-Roma,
37 Giornata di Campionato 2018/2019.
Game Over.
Con l'inutile pareggio in casa del Sassuolo, la Roma si appresta a
concludere una delle peggiori stagioni degli ultimi anni.
Partita con squilli di tromba e sogni di gloria, dopo la semifinale di
Champions dello scorso anno, pian piano la Roma si è persa per strada,
vittima delle proprie debolezze, di scelte scellerate da parte della
dirigenza e formazioni a volte incomprensibili scese in campo durante
l'anno.
Come se non bastasse, poi, ci si è messa questa settimana di passione
che ha visto il non rinnovo del contratto di De Rossi (come d'altronde
era più che prevedibile) condita da modalità ed esternazioni da parte
di molti addetti ai lavori che non hanno fatto altro che alimentare il
fuoco di rabbia che covava nei tifosi.
Che si sono riversati sotto la sede della Roma venerdì per contestare
una dirigenza assente e asettica secondo i più, rea di aver snaturato
quella passione intrinseca propria del tifo giallorosso.
Sul campo serviva un autentico miracolo per permettere alla Roma di
raggiungere l'ultimo posto valido per la Champions League: dovevano
incrociarsi troppi risultati improbabili delle dirette avversarie e la
Roma doveva necessariamente vincere contro i neroverdi.
Ci ha pensato direttamente la Roma a fugare ogni dubbio: scesa in campo
troppo molle contro il Sassuolo, non è riuscita ad andare oltre un paio
di pali (colpiti tra l'altro in maniera abbastanza fortunosa) e un
colpo di testa di Crsitante su cui Consigli ha compiuto l'ennesimo
miracolo dei portieri avversari della Roma, lasciando l'amaro in bocca
alla Roma e relegandola definitivamente all'Europa League.
Europa League che verosimilmente passerà per i prelimninari, che
significa giocare già a metà luglio.
Stravolgendo i piani industriali della dirigenza giallorossa e delle
varie tourneé estive.
La rivoluzione (l'ennesima) estiva è ormai alle porte. E stavolta non
sarà indolore.
13 Maggio
2019:
Inserita
la pagina di Roma-Juventus,
36 Giornata di Campionato 2018/2019.
Ancora non è finita...
Per avere ancora la speranza della qualificazione in Champions League
bisognava vincere le ultime 3 giornate di campionato, e la prima contro
la Juventus è stato vinta.
Purtroppo, anche vincere le ultime 2 contro Sassuolo e Parma potrebbe
non bastare, perché la vera beffa sarebbe arrivare a pari punti con
l'Atalanta e/o il Milan ed essere estromessi dalla prossima massima
competizione europea perché in svantaggio nei confronti dei rossoneri
negli scontri diretti e (peggio ancora) in svantaggio per differenza
reti nei confronti degli orobici.
Ma tant'è: la Roma deve fare il suo e poi sperare in qualche passo
falso delle dirette avversarie.
Il Milan ha vita facile: Frosinone già retrocesso e Spal praticamente
salva. L'Atalanta, invece, potrebbe cadere domenica prossima a Torino
contro la Juve ma poi chiuderà in casa contro il Sassuolo.
Tutto fa pensare in una clamorosa esclusione dei giallorossi.
Ma se così dovesse essere, la colpa sarà da addebitare solo ed
esclusivamente alla Roma, che è arrivata a questo punto senza avere
avuto la forza di conquistare un misero punto in più in questo
strampalato campionato, dove le dirette avverareio hanno aspettato
(invano) fino alla fine il ritorno dei giallorossi.
Per il resto, anche la vittoria contro la Juventus è stata frutto di un
primo tempo abbastanza in sordina, in cui i bianconeri spadroneggiavano
in lungo e in largo e solo un grandissimo Mirante ha fatto sì che la
Roma non capitolasse in almeno 3 occasioni.
La ripresa invece ha visto scendere in campo una Roma più compatta e
decisa, che ha saputo guadagnare pian piano campo e dopo aver contenuto
alla meglio le folate degli attaccnati avversari, è riuscita a colpire
nel finale con due giocate magistrali, che hanno permesso prima a
Florenzi e poi a Dzeko di ritrovarsi a tu per tu con l'ex Szczesny e
colpire, chiudendo la partita sul 2-0.
Di rimpianti ce ne sarebbero da riempire un libro intero. Di speranze,
purtroppo, ne sono rimaste pochissime...
06 Maggio
2019:
Inserita
la pagina di Genoa-Roma,
35 Giornata di Campionato 2018/2019.
Champions a forte rischio.
L'Inter non va oltre il pareggio a Udine. La soprendente Atalanta
sbanca Roma superando la Lazio (ed eliminandola definitivamente dalla
corsa europea).
La Roma gioca a Genoa con l'obbligo di vincere per accorciare
sull'Inter e restare in scia alla squadra Bergamasca, oltre che a
tenere a distanza il Milan.
Ma il Genoa è squadra tosta che oltretutto è ancora invischiato nella
lotta per non retrocedere, con l'Empoli vincitore del derby toscano e
minacciosamente tornato a sperare.
Sul piano strettamente tecnico non ci dovrebbe essere partita, la Roma
nelle ultime uscite è apparsa fisicamente pronta e soprattutto più
convinta di potercela fare, dopo la cura "mentale" fatta da mister
Ranieri.
Ma la partita vista in campo, purtroppo, ha mostrato che tra le due
squadre chi ha mostrato più "fame" di punti è stata la squadra
rossoblu, che fin dall'inizio ha provato a mettere sotto i giallorossi
e a creare occasioni da gol.
La Roma, comunque, ha sempre tenuto botta e quando ha visto lo
spiraglio per pungere, ha provato a colpire pesantemente: nel primo
tempo solo uno strepitoso intervento di Radu ha negato la gioa del gol
al colpo di testa di Fazio che avrebbe indirizzato la partita su ben
altri binari.
Il centrocampo giallorosso, dopo le ultime usite più che positive, ha
denotato le maggiori difficoltà, oltre al fatto che Zaniolo non appare
più qil giocatore di altra categoria ammirato fino a poche giornate fa:
tutto lecito, per carità, probabilmente anche lui sta rifiatando.
Fatto sta che da quando lui non è più quel giocatore, tutto il
centrocampo giallorosso ne risente pesantemente.
Comunque la Roma di questi tempi ha mostrato che prima o poi, il colpo
del ko è riuscita sempre a infierirlo, l'importante quindi era non
subire gol.
E anche contro il Genoa questo tipo di "tattica" stava portando il
bottino pieno: a dieci minuti dalla fine, El Shaarawy trovava il colpo
che poteva e doveva abbattere le velleità genoane e lanciare la Roma
verso la Champions, ma a tempo scaduto, su calcio d'angolo e quindi a
difesa schierata, la Roma subiva il clamoroso gol da parte di Romero,
marcato maldestramente da uno svagato Schick, che anche stavolta riesce
a lasciare il segno (negativo) sulla partita.
Tutto finito quindi? Non prorpio, dato che al 96' l'ex Sanabria riesce
addirittura a procurarsi un clamoroso rigore che però lo stesso
paraguayano si fa parare da Mirante.
Ranieri chiede ai suoi giocatori 9 punti nelle ultime 3 gare. Impresa
non impossibile, ma che comunque potrebbe non bastare. I tre punti che
separano i giallorossi dall'Atalanta potrebbero essere fatali.
Ma la speranza è che la parata di Mirante possa diventare decisiva per
la corsa all'Europa che conta...
30 Aprile
2019:
Inserite le Amichevoli
1970/1971: Herrera sì, Herrera no.
L'estate
che precede la stagione è caratterizzata dalle incredibili operazioni
di mercato che portano i gioielli giallorossi Capello, Spinosi e
Landini a vestire la maglia bianconera della Juventus che vengono
sommessamente sostituiti da Zigoni, Del Sol e Viganò.
Il Corriere
dello Sport arriva addirittura a minacciare una sommossa armata, ma non
succede nulla e la Roma parte menomata dei suoi giovani migliori.
A conti fatti, e dopo alcune partite di campionato, la Roma in effetti
risulta niente male perché Del Sol è ancora un ottimo giocatore e
Zigoni non è da meno.
Meno prolifico è Vieri, una di quelle incompiute che gridano vendetta:
capace di vincere le partite da solo, ma la luna buona arriva soltanto
di rado.
In più esplode in maniera definitiva la coppia difensiva Bet-Santarini
e la squadra ha una reazione d'orgoglio.
Alla fine arriverà sesta in campionato, buttando letterelamente il
quinto posto, che avrebbe significato la qualificazione alla coppa
delle Fiere, racimolando appena 2 punti nelle ultime 3 giornate.
Giornate che non vedono più il Mago Herrera in panchina, che nel
frattempo è stato rimosso e sostituito da Tessari.
Il rapporto tra il presidente Marchini ed Herrera non esisteva più da
tempo e in queste condizioni era praticamente impossibile rimettere
insieme i cocci e la goccia che fa traboccare il vaso è un'intervista
del tecnico in cui viene menzionato Mussolini: il presidente non si
lascia sfuggire l'occasione e lo esonera seduta stante. Anche se la sua
storia con la Roma non si finirà qui...
Prima di cedere il ruolo di presidente, anche Marchini ha il tempo di
sctenarsi in un'intervista che rimarrà nella storia proprio a seguito
della partita contro la Juventus: "L'arbitro Francescon è arrivato in
treno ed è ripartito con una Fiat".
In Coppa Italia i giallorossi non vanno oltre i Quarti di Finale,
eliminati dal Torino, ed in Coppa Anglo-Italiana non raggiungono la
Finale (vinta dal Blackpool contro il Bologna).
Sul fronte delle Amichevoli, da segnalare la vittoria del Torneo
Nazionale di Lega (che nelle intenzioni iniziali doveva essere una
sorta di antesignana della Supercoppa Italiana): la Roma vince con il
Cagliari, pareggia con la Juventus e perde contro l'Inter nel gironcino
a 4, ma nella finale disputata all'Olimpico nuovamente contro i
nerazzurri, vincono 1-0 grazie alla rete in avvio di Cappellini.
E così il Trofeo intitolato alla memoria del tecnico della Juventus
prematuramente scomparso durante la stagione.
29 Aprile
2019:
Inserita
la pagina di Roma-Cagliari,
34 Giornata di Campionato 2018/2019.
La luce in fondo al tunnel.
Ranieri sta riuscendo nell'impresa quasi impossibile di traghettare una
Roma che era allo sbando, alla qualificazione in Champions League che
sarebbe un'autentica manna dal cielo.
Partita, quella contro il Cagliari, che si mette fin da subito nel
migliore dei modi, con Fazio che trova dopo appena 5 minuti il gol del
vantaggio e subito dopo un ritrovato Pastore (sì, proprio lui che per
mesi aveva fatto perdere le sue tracce) con un colpo da biliardo
raddoppia.
E proprio Pastore, dopo poco, su azione praticamente simile a quella
del gol, colpisce una clamorosa traversa che avrebbe potuto chiudere
definitivamente i giochi già nella prima mezzora di gara.
Ad ogni modo un Cagliari più che demotivato ha lasciato ampio spazio ai
giocatori giallorossi che non si sono fatti pregare e hanno fatto il
bello e il cattivo tempo a centrocampo, dove persino Nzonzi è apparso
un giocatore di calcio...
Kolarov a tempo quasi scaduto chiude il conto segnando il suo ottavo
gol in campionato, autentico record per lui, e lancia la Roma al quarto
posto in solitaria.
La Lazio è lontana, l'Inter rallenta pareggiando con la Juventus che ha
appena conquistato il suo ottavo scudetto consecutivo, il Milan cade a
Torino contro i granata lasciando campo libero ai giallorossi e
rimettendo in piena corsa europea proprio la squadra di Mazzarri.
In attesa dell'Atalanta, la Roma si trova in posizione favorevole.
Rispetto a poche settimane fa, il quadro è completamente diverso sia
per quanto riguarda il presente che il futuro.
Futuro che in molti già vedono roseo con un allenatore di primissimo
ordine a guidare i giallorossi.
Ma prima di fare voli pindarici, sarebbe il caso di concludere questo
campionato con il raggiungimento dell'obiettivo minimo stagionale (cosa
da non dimenticare questa) e fare gli eventuali complimenti a Ranieri.
E poi, solo in quel momento, si potrà e si dovrà pensare al futuro. Con
scelte oculate e mirate. Sperando di non rivivere (per l'ennesima
volta) un'annata come questa che si sta concludendo.
23 Aprile
2019:
Inserita
la pagina di Inter-Roma,
33 Giornata di Campionato 2018/2019.
La Roma resta agganciata al treno.
Mentre la Juventus vince matematicamente il suo ottavo scudetto
consecutivo e il Frosinone è con un piede e mezzo in Serie B, la lotta
per la qualificazione in Champions League è in piena bagarre.
Il Milan viene fermato dal Parma, il Torino si avvicina
minacciosamente, la Lazio sembra essere ormai fuori dai giochi, mentre
l'Atalanta
rientra clamorosamente in gioco andando a vincere sul campo del Napoli
e agganciando proprio i rossoneri al quarto posto, scavalcando la Roma.
Il turno dei giallorossi, senza considerare l'exploit dei bergamaschi a
Napoli, era quello più difficile: sul campo dell'Inter non era per
niente
scontato uscire indenni.
E invece la squadra di Ranieri passa addirittura in vantaggio grazie ad
un bellissimo gol di El Shaarawy (decimo in campionato e record in
maglia giallorossa)
che per un'ora abbondante fa sognare i tifosi giallorossi.
Nella ripresa, invece, riaffiorano i problemi difensivi di questa
squadra che se è vero che ritrova in Fazio un baluardo quasi
insuperabile (nel mentre Manolas non era riuscito a scendere in campo
per un infortuni durante il riscaldamento pregara), è altrettanto vero
che Kolarov impegnato contro Politano veniva troppo spesso superato e
Florenzi mostra ancora tutti i suoi limiti da difensore di fascia.
E proprio dalla parte di Florenzi arriva il gol di testa di Perisic che
rimette tutto in discussione.
Fino al miracolo finale di Handanovic su perfetta incursione di Kolarov
che, in equilibrio precario, riesce comunque ad indirizzare il pallone
verso l'angolino della porta difesa dal portiere nerazzurro, che come
detto riesce a salvare la sua squadra.
Una vittoria sarebbe forse stato troppo ma avrebbe di sicuro fatto
passare un finale di campionato relativamente più tranquillo alla Roma,
chiamata ora ad un'impresa quasi impossibile per riuscire a centrare
l'obiettivo minimo di inizio stagione...
15 Aprile
2019:
Inserita
la pagina di Roma-Udinese,
32 Giornata di Campionato 2018/2019.
Dzeko avvicina la Champions.
La Roma soffre, lotta, si impaurisce, resiste, si fa coraggio e alla
fine vince una complicatissima partita, non solo contro l'Udinese,
affamata di punti salvezza, ma soprattutto contro se stessa e contro le
sue paure.
Ranieri ancora una volta in piena emergenza di formazione, senza
terzini titolari da schierare e con un De Rossi non al meglio della
condizione.
Ripropone di nuovo la coppia Dzeko-Schick, che però ancora una volta
non dà i frutti sperati: il primo tempo è un'autentica sofferenza, con
l'Udinese che a tratti mette alle corde la squadra giallorossa e in un
paio di occasioni va vicinissima al vantaggio, senza che la Roma riesca
a reagire.
Juan Jesus e soprattutto Marcano sulle fasce fanno quel che possono e
lo stesso spagnolo impegna severamente Musso, ma è l'unica azione degna
di nota di tutto il primo tempo.
Nella ripresa, Ranieri prova a cambiare l'assetto offensivo togliendo
un fumoso Schick e sostituendo Juan Jesus riproponendo Florenzi, che
appena entrato viene subito scavalcato dal diretto avversario.
L'Udinese prova ancora a spingere e a cogliere di sorpresa gli
avversari, colpendo anche un clamoroso palo su dormita completa della
difesa.
Ma la Roma del secondo tempo appare più convinta e vogliosa di
raggiungere il risultato pieno: l'Udinese fatica a reggere il confronto
a centrocampo e pian piano i giallorossi guadagnano campo, fino a
raggiungere il gol vittoria con Dzeko: nell'occasione De Rossi si
infortuna ma riesce comunque a lanciare l'azione su cui El Shaarwy si
inventa un tocco da campione per liberare Dzeko, che solo davanti a
Musso non può fallire, tornando al gol all'Olimpico in Serie A a
distanza di quasi un anno dall'ultima volta.
A questo punto i bianconeri si afflosciano e la Roma può, più o meno,
amministare il vantaggio e alla fine portare a casa 3 punti
fondamentali per la corsa alla Champions.
Il Milan vince (rubando) contro la Lazio, consolidando il quarto posto
e allontanando i biancazzurri dalla corsa, mentre l'Inter si sbarazza
del Frosinone mantenendo la Roma a 6 lunghezze di distanza.
E proprio sabato prossimo ci sarà l'importantissimo scontro diretto
contro i nerazzurri a San Siro: Spalletti e Nainggolan partono
decisamente in vantaggio, ma chissà se questa Roma testaccina riucirà a
fare uno scherzetto ai suoi ex con il suo ritrovato (?) bomber.
Sarà comunque estremamente difficile, inutile illudersi troppo...
08 Aprile
2019:
Inserita
la pagina di Sampdoria-Roma,
31 Giornata di Campionato 2018/2019.
Tutto in discussione (di nuovo).
Ancora una volta tutto è ribaltato.
Quello che valeva non più di una settimana fa, oggi è completamente
annullato. E magari potrebbe essere rimesso nuovamente in dubbio fra 5
giorni.
Se mercoledì scorso parlare di qualificazione in Champions poteva
sembrare assurdo e si sarebbe passati per folli, oggi la stessa zona
Champions è ad appena un punto di distanza, con il Milan che non sembra
avere lo spunto necessario per tenere a distanza gli avversari e chi
rincorre alterna vittorie e disfatte.
Tutto in dubbio, quindi, anche i pareri e i giudizi sui giocatori.
Anche Kluivert oggi appare un giocatore diverso (sempre mediocre, per
carità) rispetto a quello visto contro il Napoli. Lo stesso Schick
visto contro la Sampdoria sembra un giocatore più volitivo e convinto.
E la difesa, almeno per una giornata, è apparsa più solida e
concentrata, al netto di alcune clamorose amnesie dei singoli, in
particolare quella allo scadere quando un errore di Mirante, seguito da
uno di Fazio, al quale ha fatto seguito uno di Juan Jesus ha rischiato
di mandare all'aria quanto di buono era stato fatto fino ad allora e
soprattutto rendere vano il gol di De Rossi.
E proprio a De Rossi questa Roma deve aggrapparsi in questo finale di
stagione. Quel De Rossi martoriato dai problemi fisici che fino a pochi
mesi fa ventilava l'ipotesi del ritiro dal calcio giocato.
Tutto è in discussione, tutto è in dubbio.
Rinnovi, qualificazioni, conferme, presente e futuro.
Mai come quest'anno le somme dovranno essere tirate necessariamente
alla fine.
05 Aprire
2019:
Inserita
la pagina di Roma-Fiorentina,
30 Giornata di Campionato 2018/2019.
Un'altra partita che lascia l'amaro in bocca ai tifosi giallorossi, un
altro risultato difficile da digerire, soprattutto guardando i
risultati delle altre squadre.
Perché se è verto che il Milan continua a non convincere e rallentare,
se è vero che la Lazio cade a Ferrara contro la Spal, è altrettanto
vero che l'Atalanta torna a macinare gioco e gol e ora si piazza in
quinta posizione in classifica in solitaria ad un solo punto dalla
Champions.
Ma, purtroppo ancora una volta, prima ancora di guardare alla
classifica, la Roma è costretta a guardarsi in casa, nello spogliatoio
dove più di qualcosa si è rotto, e anche in infermeria, dove più di
qualcuno continua ad essere rotto (Santon ultimo della lista).
La partita è stata un supplizio, una sofferenza dall'inizio fino alla
mezzora dalla fine, quando improvvisamente i giocatori giallorossi si
sono ricordati per quale motivo si trovassero in campo ed hanno
iniziato a cercare qualche giocata degna di nota (perlomeno ci hanno
provato...)
Fino ad allora, la Fiorentina senza premere più di tanto era passata
due volte in vantaggio (era davvero necessario umiliare Olsen
lasciandolo in panchina a favore di Mirante?) ma grazie a due colpi
improvvisi di Zaniolo (ancora una volta unico a meritare gli applausi)
e Perotti.
Nel finale poi, come detto, si è accesa una fiammella di orgoglio e
l'intensità delle giocate offensive giallorosse è aumentata, ma il
massimo del pericolo portato alla porta difesa da Lafont è stato un
colpo di testa clamorosamente fallito da parte di Nzonzi (ancora
lui...).
Ma sinceramente una vittoria contro la Fiorentina sarebbe stato
veramente troppo per questa Roma...
02 Aprile
2019:
Inserite le Amichevoli
1969/1970: l'esplosione dei giovani.
La
sola presenza in panchina del mago Herrera fa pensare ai più che la
Roma sia destinata ad avere un grande presente e un altrettanto
glorioso futuro.
Cosa che spinge la dirigenza giallorossa a non
puntare su nomi altosonanti in campagna acquisti, ma a puntare più sui
giovani già impiantati in prima squadra oppure provenienti dal florido
vivaio.
Per questo arrivano in estate Cappellini, Franzot, La Rosa e Petrelli,
nomi non proprio di altissimo grido, ma l'esplosione di Capello,
Spinosi e Landini e le ottime prove di Bet e Santarini fanno ben
sperare.
Eppure alla fine la Roma chiuderà con un anonimo undicesimo posto in
campionato mentre il Cagliari vince il suo primo storico scudetto
trascinato da uno strepitoso Riva.
I giallorossi invece riescono ad esprimere il meglio in Coppa delle
Coppe: eliminano in sequenza l'Ards, il PSV Eindhoven, il Goeztepe e si
fermano clamorosamente alle semifinali contro il Gornik Zabrze:
all'epoca non vigeva la regola dei gol in trasferta, e in caso di
pareggio nei due confronti di andata e ritorno la decisione del
passaggio del turno veniva decisa dal lancio della monetina.
E proprio la monetina fu fatale alla Roma: se è vero che la sorte
arrise ai giallorossi contro il PSV agli ottavi (1-0 a Roma e 0-1 a
Eindhoven) con il lancio della monetina favorevole, nella semifinale,
dopo che l'andata finì 1-1 e il ritorno 2-2 e dopo che neanche una
partita di spareggio (terminata 1-1) riuscì a decretare su lcampo chi
avesse diritto a disputare la finale, la sorte decise di girare le
spalle ai giallorossi e la monetina stavolta disse Gornik.
Ovviamente dopo quell'anno il regolamento cambiò...
Il calendario fitto di partite, tra campionato, Coppa Italia, Coppa
delle Coppe e il Torneo Anglo-Italiano, non permise l'organizzazione di
molte amichevoli se non quelle del precampionato e della disputa della
Coppa di Lega Italo-Inglese, disputata tra la Roma (detentrice della
Coppa Italia) e lo Swindon Town, vincitore della Coppa di Lega inglese.
01 Aprire
2019:
Inserita
la pagina di Roma-Napoli,
29 Giornata di Campionato 2018/2019.
Brutta e senz'anima.
Una Roma così probabilmente non se la sarebbe immaginata neanche il
peggior nemico dei giallorossi.
Difficilmente qualcuno avrebbe sperato in una vittoria contro questo
Napoli (che comunque ha ben poco da chiedere al campionato), ma almeno
un minimo di volontà, un po' di grinta da spendere in campo, un
tentativo di dimostrare di essere ancora giocatori di calcio, questo
sì, era da aspettasserlo.
Ed invece la partita contro il Napoli è stata una autentica agonia, a
tratti vergognosa, con alcuni giocatori giallorossi svuotati nelle
gambe e nell'anima, sembrava quasi non aspettassero altro che il
termine della gara.
Ed in molti, probabilmente, non vedono l'ora che termini proprio il
campionato.
Ma di questo passo il campionato che volge al termine lascerà dei
pessimi strascichi, sui tifosi e sul futuro della squadra.
È inutile ripeterlo: alcuni giocatori sono letteralmente
impresentabili, Nzonzi su tutti, passando per i soliti Schick, Santon,
questo Cristante e alla lista, ora purtroppo, ci si è aggiunto anche
Olsen, che col suo errore sul secondo gol del Napoli, dopo che
miracolosamente Perotti aveva raggiunto il pareggio al termine del
primo tempo, aveva incartato definitivamente la partita.
Dopo poco il terzo gol del Napoli e partita praticamente finita.
Ranieri nel giorno del suo insediamento a trigoria non aveva chiesto
nulla di particolare, se non di dimostrare di meritare la maglia che si
indossa.
È triste dirlo, ma al momento nessuno se la merita.
Eppure la classifica per quanto concerne la Champions League è
particolarmente corta. Ma anche quella per uscire dall'Europa League...
26 Marzo
2019:
Inserite le Amichevoli
1968/1969: arriva HH e la Coppa Italia, ma muore Taccola.
Il
presidente Ranucci ha giusto il tempo di effettuare un cambio alla
guida tecnica ed affidare la panchina al vero mago, Helenio Herrera,
sostituendo il mago di Turi, Oronzo Pugliese, prima di cedere la
direzione della società ad Alvaro Marchini.
Per tutta l'estate il
neo tecnico argentino, pluricampione con le più grandi squadre europee,
chiede a gran voce l'acquisto di un paio di attaccanti di spessore, ma
non viene ascoltato.
Ne esce fuori una squadra incompleta, che si basa quasi esclusivamente
sulle capacità realizzative di Giuliano Taccola e sull'estro di Fabio
Capello, che però è ancora troppo discontinuo.
Purtroppo a stagione in corso il povero Giuliano Taccola muore
improvvisamente negli spogliatoi dello stadio Amsicora di Cagliari al
termine della partita che ha assistito dalla tribuna. La Roma ed
Herrera restano, così, senza un giocatore che faceva la differenza in
campo e un vero terminale offensivo.
L'ottavo posto finale in classifica viste le vicissitudini deve quindi
essere visto come un buon traguardo al quale va aggiunta la
considerevole vittoria della seconda Coppa Italia, in una formula molto
particolare con un girone finale che ha visto i giallorossi trionfare
su Foggia, Torino e lo stesso Cagliari.
Non molte le amichevoli stagionali: degne di menzione sono le due
trasferte spagnole contro il Malaga e una rappresentativa di Siviglia
formata dai giocatori del Real Betis e il Sevilla, partite giocate a
cavallo di capodanno, e l'amichevole al Flaminio contro il Charlton
Athletic, il cui incasso è stato completamente devoluto alla vedova di
Giuliano Taccola, Marzia Nannipieri.
18 Marzo
2019:
Inserita
la pagina di Spal-Roma,
28 Giornata di Campionato 2018/2019.
Qualcuno salvi questa Roma...
Chi si era illuso dopo la partita vittoriosa contro l'Empoli, aveva
sbagliato di grosso.
Anche perché non è che contro i toscani la Roma avesse offerto una
prestazione così brillante da cacciare via tutte le nubi che sopra
Trigoria, anzi.
Ma si sperava quanto meno in una reazione d'orgoglio di questa squadra,
da parte di questi uomini che non solo hanno mandato in malora
un'intera stagione, ma alla fine sono riusciti anche nell'intento (non
troppo velato) di mandare via l'ennesimo allenatore da questa società.
Ed invece no, come al solito in settimana messaggi profetici, annunci
altisonanti: "Saranno undici finali", "Dobbiamo vincerle tutte",
"Saremo uomini".
Puntualmente, alla prima difficoltà successiva, rieccoli piombare nello
sprofondo.
E non contro la Juventus o il Napoli. No. Contro la piccola Spal.
Che contro la Roma è apparsa a tratti il Real Madrid, per quanto erano
scarichi i giallorossi.
Scarichi di mente, di gambe, di cuore. Ma a questo punto, è giunto il
momento anche di valutare le effettive capacità tecniche di molti di
questi giocatori.
Giocatori fortemente voluti dall'ex DS Monchi: anch'esso arrivato a
Roma come il mago del mercato, quello che tutti volevano, addirittura
le grandi squadre del nord Europa si erano mosse per lui.
Si erano talmente mosse che alla fine questo "fenomeno" è tornato al
Siviglia. Curioso, no?
Ancora una volta prove imbarazzanti da parte di Kluivert, Karsdorp
(ennesimo gol incassato per colpa sua), Nzonzi, Juan Jesus.
Ranieri ha voluto testare anche lui l'accoppiata Dzeko-Schick, e
speriamo che abbia capito immediatamente che entrambi in campo insieme
non possono stare, si pestano i piedi. Perché Schick non è un giocatore
da 42 milioni. E anche Dzeko lo ha capito, tanto che con lui in campo
si innervosisce non poco.
Ha fatto bene il tecnico a fine gara a far presente ai propri giocatori
che senza Champions, in casa Roma molti cambieranno aria.
Ma siamo così sicuri che molti di questi vogliano restare su questa
barca alla deriva in balia del mare grosso anche il prossimo anno?
12 Marzo
2019:
Inserita
la pagina di Roma-Empoli,
27 Giornata di Campionato 2018/2019.
Esordio bangato per Ranieri.
Esordio fortunato.
Claudio Ranieri è stato chiamato a sciogliere una ingarbugliata matassa
lasciata non tanto da Di Francesco, esonerato dopo l'eliminazione dalla
Champions Leauge per mano del Porto, ma da tutta una situazione che si
è venuta a creare all'interno di Trigoria, dalla dirigenza fino ai
giocatori, ormai non più stimolati a seguire i dettami dell'ex
allenatore giallorosso.
Ranieri ha risposto subito "Presente!" alla chiamata della Roma, lui,
che neanche 10 anni fa sfiorò l'impresa di andare a vincere lo scudetto
quando prese anche allora la Roma in corsa.
Una Roma sfiduciata, sfiancata dalla telenovela con Spalletti, con dei
giocatori ormai sull'orlo di una crisi di nervi.
Come ora, più o meno.
Ma ora l'obiettivo è relativamente più facile da raggiungere (la zona
Champions dista appena 3 punti) ma con poche, pochissime partite a
disposizione (dopo ieri ne mancano 11 al termine della stagione).
In più, tra squalifiche ed infortuni vari, Ranieri aveva a disposizione
contro l'Empoli, che si sta giocando una difficile salvezza, una rosa
ridotta all'osso, tanto da dover attingere a piene mani dalla squadra
Primavera.
Eppure la partita si era messa come meglio non poteva: dopo pochi
minuti El Sahharawy trovava una parabola perfetta per il gol dell'1-0.
Tutto semplice, sembrava. Ed invece un incredibile autogol di Juan
Jesus (ma come ha fatto a sbagliare porta?) rimetteva tutto in
discussione.
Ma la Roma c'era, perlomeno non si faceva abbattere e provava a
reagire, con confusione, senza idee chiare, ma cercando di pressare e
lottando (a volte molto male) su ogni pallone.
Così Schick, di forza, trovava il gol del nuovo vantaggio giallorosso.
L'Empoli però non mollava e intravedeva delle falle nell'assetto
difensivo della Roma e provava a sfruttarle, senza troppa convinzione.
Le fatiche accumulate e la scarsa condizione a lungo andare si è fatta
sentire sulle gambe di molti giocatori giallorossi e l'espulsio (forse
eccessiva) di Florenzi ha rimesso tutto in discussione negli ultimi
minuti.
Minuti finali cruciali, tanto che l'Empoli era riuscito anche a trovare
il gol del pareggio con Krunic, fino a quel momento oggetto misterioso
della gara.
Ma per fortuna stavolta l'arbitro ha deciso di andare a controllare la
Var, come avrebbe dovuto fare mercoledì scorso anche il suo collega
internazionale, rendendosi conto che l'azione era viziata da un fallo
di mano per cui tutto annullato.
Nonostante i 3 punti, l'impresa di mister Ranieri appare lunga e
difficile, ma come lui stesso ha ammesso la prima (e forse unica) cosa
che conta è vedere in campo giocatori che danno tutto.
Tutto quello che, purtroppo, fino ad ora non hanno dato. Condannando Di
Francesco all'esonero.
07 Marzo
2019:
Inserita
la pagina di Porto-Roma,
Ottavi di Ritorno di Champions League 2018/2019.
La Roma decide di uscire.
Premessa
d'obbligo: la Var utilizzata come è stata utilizzata ieri contro il
Porto serve solo per alimentare ancora di più le polemiche, e a creare
alibi (giustissimi) ad una squadra che ha fatto di tutto (anzi, niente)
per uscire da questa Champions League.
A conti fatti, la Roma è
stata derubata perché se è vero come è vero che il rigore provocato
dall'ingenuità di Florenzi (tra l'altro non nuovo a queste "follie" a
tempo quasi scaduto) era un rigore netto e da fischiare, è altrettanto
vero che lo sgambetto, anche se involontario, subito da Schick poco
dopo è un altro rigore nettissimo. E non si capisce per quale motivo
l'arbitro Çakir non sia andato neanche a visionare la Var.
Tutto ciò premesso, la Roma vista ieri sera ha meritato di essere
eliminata da una squadra non eccelsa, ma che ha creduto fino alla fine
al passaggio del turno.
La Roma, se si escludono le due occasioni capitate sui piedi di Dzeko
nel secondo tempo supplementare, quando il Porto era alle corde e non
ne aveva più per provare a recuperare in difesa, non ha fatto neanche
un tiro in porta che ha minimamente impensierito Casillas.
Al contrario Olsen ha avuto diversi grattacapi dalle sue parti, e in un
paio di occasioni ha permesso ai suoi compagni di squadra di poter
arrivare fino ai tempi supplementari.
Una squadra falcidiata dagli infortuni, con Fazio addirittura in
tribuna e che ripropone una difesa a 3 con Juan Jesus e l'ex Marcano in
campo, con uno Nzonzi che in tutta la stagione non ha mai dato la
sensazione di essere un giocatore all'altezza, un Karsdorp che è
evidentemente un ex giocatore, che si affidava o al lancio lungo per
Dzeko o allo schema "palla a Perotti e incrociamo le dita", non può
pensare minimamente di competere a certi livelli. Neanche contro il
Porto.
Le lacrime di disperazione di Florenzi al termine della gara sono un
tuffo al cuore: di certo lui è un tifoso giallorosso, e sa il suo
errore costa molto caro alla sua squadra (anche in termini economici),
errore arrivato tra l'altro dopo una partita attenta e diligente, in
cui in più di un'occasione ha sbrogliato situazioni complicate.
Fatto sta, però, che il Florenzi visto in questa stagione è il lontano
parente del giocatore ammirato gli anni scorsi, che tutti applaudivano
ed ammiravano.
Così come il mister Di Francesco, probabilmente giunto al termine della
sua avventura in giallorosso.
La sua Roma (e di Monchi) non ha mai avuto una vera identità di gioco,
troppo spesso spiazzata dai continui cambi di modulo per mettere a
proprio agio questo o quel giocatore, per far felice questo o quel
giornalista, per azzittire questo o quel tifoso.
Di Francesco non ha voluto rilasciare nessun tipo di dichiarazione,
forse perché sta aspettando notizie da Boston.
Questa Roma non sembra neanche una lontana parente di quella che pochi
mesi fa annichillì il Barcellona all'Olimpico e sfiorò la finale di
Champions League. Molti giocatori sono cambiati, certo, ma l'identità
di gioco e la grinta che fu messa in campo all'epoca è completamente
sparita.
Al netto degli errori dell'arbitro e del furto subito all'Estadio do
Dragao.
06 Marzo
2019:
Inserite le Amichevoli
1967/1968: La grande illusione.
Dopo la deludente stagione precedente, la dirigenza giallorossa
stavolta decide di fare le cose per bene.
Una campagna acquisti oculata, che punta su dei giovani più che
promettenti (Taccola, Cordova e Capello) ma anche a dei giocatori
affermati (Jair e Pelagalli).
La guida tecnica, invece, è affidata ancora al Mago di Turi,
quell'Oronzo Pugliese che rende felici i vari quotidiani sportivi che
lo seguono.
La Roma parte forte, e illude praticamente tutti: alla settima
giornata, dopo aver espugnato il temibile e difficile campo juventuno,
i giallorossi si ritrovano addirittura in testa alla classifica in
solitaria.
Si grida al miracolo e si fanno sogni di gloria, ma l'illusione dura
appena due giornate: la Roma prima cade sul campo del sorprendente
Varese e poi cede il passo al Cagliari all'Olimpico.
Qualcosa evidentemente si rompe nel meccanismo giallorosso ma anche
nello spogliatoio: più volte Peirò e Pugliese si scontrano, e
addirittura prima dell'amichevole contro il Marino il 22 Febbraio 1968,
il giocatore viene invitato dall'allenatore a rimettersi i vestiti
borghesi e a tornare sul pullman, perché tanto per lui non ci sarà
spazio né in quell'amichevole né tantomeno nella successiva trasferta
di campionato sul campo del Bologna.
La Roma cade sempre più giù, e alla fine terminerà peggiorando
addirittura la classifica dell'anno prima, posizionandosi
all'undicesimo posto.
Non bastano i tanti gol segnati dall'emergente Giuliano Taccola né le
giocate di quel Fabio Capello che di lì a poco esploderà
definitivamente nel panorama calcistico italiano.
Delle tante amichevoli disputate in stagione, tra precampionato e Coppa
delle Alpi (giocata al termine in coda al campionato), da menzionare
due inaspettate sconfitte contro il Pescara ed il Genoa, mentre proprio
in Coppa della Alpi l'unica sconfitta contro il Kaiserslautern
pregiudica la possibilità di disputare la finalissima per
l'assegnazione del trofeo.
04 Marzo
2019:
Inserita
la pagina di Lazio-Roma,
26 Giornata di Campionato 2018/2019.
Un indizio è un indizio...
...due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi sono una prova.
Così diceva Agatha Christie, la famosissima scrittrice di libri gialli.
E alla Roma di indizi, ormai, ce ne sono fin troppi.
Ma gli ultimi tre sono accaduti proprio in sequenza, a testimonianza
che ormai la prova dell'imminente divorzio tra Di Francesco e la Roma è
lampante.
Dopo la pessima prestazione contro il rigenerato Bologna di Mihajlovic,
partita nella quale la Roma è stata messa più volte alle corde da una
squadra sempre più condannata alla Serie B ma comunque vinta dai
giallorossi, dopo l'inguardabile prestazione a Frosinone, vinta dalla
Roma per il rotto della cuffia a tempo scaduto dopo che la squadra
ciociara aveva rischiato più volte di portare a casa i tre punti, ecco
che contro la Lazio arriva il terzo e definitivo indizio.
Una squadra molle, senza idee e gambe, svogliata, con un centrocampo
nullo e ancor più una difesa imbarazzante cade nella partita più
sentita in città (ahimé).
E cade pesantemente, con un tonfo assordante per come avvenuto.
Un 3-0 che non ammette repliceh, che non lascia nessun tipo di appiglio
o recriminazioni, che mette a nudo tutte le debolezze di una squadra
che da tempo non segue più il suo allenatore, come da lui stesso
ammesso più e più volte in stagione e ribadito anche in questo
dopogara: "Evidentemente non lavoriamo bene" è un'ammissione
dell'incapacità di tenere alta l'attenzione dei propri giocatori
durante la settimana di allenamento, vero momento in cui si vincono le
partite.
Vincere il derby avrebbe significato non solo ribadire la (chiara)
supremazia cittadina (da oltre 6 anni i biancazzurri non vincevano un
derby casalingo), ma avrebbe spento ogni eventuale velleità dei laziali
di puntare alla Champions e avrebbe permesso alla Roma di agganciare
un'Inter sempre più in crisi, scivolata ora al quarto posto.
Rimane ora la speranza (e la possibilità) di passare il turno in
Champions League ed approdare ai quarti di finale (ma con quale
prospettiva?) per cercare di dare un qualche senso a questa stagione
(quasi interamente) da buttare, per poi proiettarsi verso l'ennesima
rivoluzione di fine anno.
Perché se appare certo che Di Francesco non possa più guidare questa
squadra, è altrettanto lampante che troppi giocatori non possano più
indossare questa maglia.
Per il bene loro. E di tutta la tifoseria.
25
Febbraio 2019:
Inserita
la pagina di Frosinone-Roma,
25 Giornata di Campionato 2018/2019.
All'ultimo respiro.
È difficile vedere la Roma segnare un gol, peraltro l'importantissimo
gol vittoria, negli ultimi istanti di una gara.
E quando ciò si verifica, si rimane doppiamente sbigottiti, proprio
perché poco abituati.
Se poi tutto questo accade quando si affronta una squadra come il
Frosinone che dall'inizio del campionato è invischiata nella lotta per
non retrocedere, viene anche un po' di rabbia.
Perché non si può soffrire in questo modo anche contro il Frosinone.
Non si può andare sotto dopo appena 5 minuti: d'accordo l'imperdonabile
errore di Olsen, che dopo aver parato male il tiro di Ciano è stato
nuovamente lento nei riflessi per andare a raccogliere il pallone che
andava lento lento a finire in porta (cosa già accaduta...), ma
l'errore più grave è senza dubbio quello di Nzonzi che passa il pallone
proprio sui piedi dell'attaccante ciociaro, mentr Kolarov e De Rossi si
stanno ancora guardando e dicendo "Vai tu" "No, vado io".
Il punto è tutto qui: la Roma, a differenza dell'anno scorso, al di là
della campagna acquisti più o meno azzeccata opppure totalmente
fallita, è senza un reparto difensivo all'altezza.
Non c'è più quel filtro a centrocampo neanche quando gioca De Rossi,
Manolas e soprattutto Fazio non danno più quella sicurezza al reparto
come in passato, Kolarov è ovviamente spremuto più del dovuto.
Per fortuna davanti ancora c'è un giocatore che in sordina sta facendo
la differenza, a votle ad intermittenza, ma comunque dando sempre il
suo prezioso apporto al reparto: El Shaarawy non solo è il
capocannoniere della squadra con 8 reti in 17 presenze, ma è anche tra
i migliori uomini assist della squadra. Il gol allo scadere di Dzeko è
frutto anche se non soprattutto di un suo assist al bacio, che il
bosniaco doveva solo spingere in rete.
Tra il gol di Ciano e l'ultimo di Dzeko, poi, è successo un po' di
tutto e tante cose già viste e riviste: una squadra che dimostra ancora
una volta che quando vuole affondare il colpo, ci riesce benissimo e
l'uno-due di Dzeko e Pellegrini (ancora su tiro di El Shaarawy) sta lì
a testimoniarlo, ma anche una squadra che improvvisamente si spegne,
esce dal campo, svogliata, con la testa altrove, che permette agli
avversari di creare non pochi pericoli alla porta di Olsen e che,
spesso, raggiunge anche l'obiettivo del gol: la rete di Pinamonti è
l'emblema di un reparto difensivo posizionato male, in balia degli
eventi, che si muove senza un preciso schema.
Sabato prossimo c'è il derby (nessuno ora si lamenta perché "qualcuno"
ha qualche giorno di riposo in più, non avendo giocato questa
settimana?) e mercoledì il Porto in Champions: due partite
importantissime, entrambe da affrontare con piglio diverso dell'ultima,
e da preparare al meglio.
Per non sperare nell'azione dell'ultimo secondo. Cosa che in casa
giallorossa accade molto raramente.
22
Febbraio 2019:
Inserite le Amichevoli
1966/1967: mediocrità fin dall'inizio.
Il presidente Evangelisti continua nella sua folle idea di
smantellamento e ricostruzione della squadra.
Una campagna acquisti inadeguata, introduce ad una nuova stagione
improntata alla mediocrità.
Arrivano Pizzaballa e Peirò, ma partono Cudicini, Ardizzon, Tomasin,
Salvoli e Cappelli.
Mister Pugliese, il Mago di Turi, è uno abituato a fare di necessità
virtù, ma non le nozze coi fichi secchi e la povertà della rosa che gli
viene messa a disposizione è sotto gli occhi di tutti.
Pugliese compare un giorno sì e l'altro pure sui giornali, è una
miniera di trovate, ma all'atto pratico.
Eppure, il girone di andata illude: 20 punti, ma soprattutto la
vittoria nel derby, quella con la Juve, lo 0-0 esterno con l'Inter e il
2-2 di Firenze, sembrano poter portare la Roma nella parte alta della
classifica. Il ritorno riporta tutti sulla terra: la Roma è scarsa e il
decimo posto finale ha di buono solo il fatto che tiene la squadra
fuori dalla lotta per non retrocedere. Il bicchiere è comunque mezzo
vuoto.
Già dalle amichevoli precampionato si capisce che sarà un'annata
difficile: sconfitta a Terni, pareggio a Salerno e di nuovo sconfitta
nel derby per la Coppa dell'Amicizia.
Durante l'anno, invece, molte amichevoli di stampo internazionale:
contro la nazionale sovietica, il Penarol, il Barcellona, e la
partecipazione al Trofeo del Olivo in Spagna e alla Coppa delle Alpi.
C'è anche il tempo per una torunée negli USA condite da due partite
contro il Flamengo (la prima a San Francisco, la seconda a New York)
per poi chiudere la lunga stagione con il triangolare Coppa Città di
Roma insieme alla Fiorentina e al Santos di Pelè.
19
Febbraio 2019:
Inserita
la pagina di Roma-Bologna,
24 Giornata di Campionato 2018/2019.
3 punti. E nient'altro.
Vittoria da grande squadra, secondo Di Francesco.
Sofferenza pura, secondo i tifosi della Roma.
Il primo tempo rispecchia pienamente, per l'ennesima volta, la scarsa
concentrazione e attenzione da parte di molti giocatori della Roma (se
non tutti) quando di fronte si ha una squadra non di rango, ma comunque
assetata di punti per la posizione delicata in classifica che occupa.
Se il primo tempo fosse finito 0-3, nessuno avrebbe avuto di gridare
allo scandalo (se non i tifosi della Roma, appunto), perché il Bologna
ha messo a nudo e ha sfruttato tutte le mancanze di filtro a
centrocampo e di errate posizioni difensive dei giocatori giallorossi.
Ci è voluto un grandissimo Olsen in alcune circostanze, e gli errori di
mira degli attaccanti rossoblu in altre per permettere alla squadra di
Di Francesco di andare negli spogliatoi senza aver subito gol. Ma anche
senza aver praticamente mai impensierito l'ex Skorupski dall'altra
parte.
Per fortuna nella ripresa il tecnico giallorosso cambia alcune cose, e
stavolta le fa nella maniera corretta.
Prima di tutto toglie dal campo uno svagato Cristante ed inserisce El
Shaarawy, che sarà l'uomo del cambio di passo in avanti, e poco dopo
sostituisce un sempre più evanescente Kluivert per inserire De Rossi e
dare maggiore forza al filtro di centrocampo.
I risultati non tardano ad arrivare, e proprio grazie ad El Shaarawy,
dopo uno scambio stretto con Dzeko, si guadagna un calcio di rigore
realizzato con decisione da Kolarov.
Il Bologna pare spegnersi, e la Roma raddoppia con Fazio dopo una
spizzata di testa dello stesso De Rossi.
Partita chiusa? Neanche a pensarlo quando in campo c'è la Roma, e
difatti il Bologna nell'ultimo quarto d'ora reagisce e prima trova il
gol con Sansone a 10 minuti dal termine e poi continua a premere alla
ricerca del pareggio.
Ma forse (FORSE) i giallorossi hanno imparato dai propri errori e
quando hanno la palla tra i piedi, invece di cercare la giocata a tutti
i costi come in passato, cercano di rallentare il gioco ed addormentare
la partita.
Tre punti fondamentali per rimanere agganciati al Milan e allontanare
in un sol colpo Atalanta e Lazio nella corsa per la Champions League.
Le grandi squadre a volte vincono bene giocando male. Alla Roma ieri
sera è andata così...
13
Febbraio 2019:
Inserita
la pagina di Roma-Porto,
Andata degli Ottavi di Finale di Champions League 2018/2019.
Con questo Zaniolo si vola.
Il più giovane italiano a segnare una doppietta in Coppa dei Campioni e
Champions League: nuovo record per Zaniolo.
Ma sarebbe riduttivo raccontare la partita del giovane talento
giallorosso menzionando solo la doppietta.
Ciò che fa impressione del ragazzo, è la sua determinazione in campo e
la sua caparbietà nel cercare sempre la giocata, mai banale, sempre
propositivo e alla ricerca della superiorità numerica.
Sembra un autentico veterano in campo, ma i suoi 19 anni gli permettono
anche di avere quella sfrontatezza tipica dei giovani.
Dopo un primo tempo accorto, dove le due squadre si sono studiate e
hanno cercato i punti deboli avversari, e dopo che Dzeko (partita
sontuosa la sua) ha colpito un clamoroso palo a seguito di una giocata
simile a quella che ha portato la sua firma venerdì scorso contro il
Chievo, nella ripresa la Roma è uscita fuori e pian piano ha messo
sotto il Porto.
La squadra portoghese ha allenatato le maglie difensive quel tanto che
è bastato agli attaccanti giallorossi di infilarcisi e colpire.
Il primo gol nasce da un'intuizione di Dzeko che stoppa la palla in
area e serve su un piatto d'argento il pallone dell'1-0 sui piedi di
Zaniolo, che non può fallire solo davanti Casillas.
Dopo poco il raddoppio dello stesso Zaniolo che raccoglie una respinta
del portiere biancoblu su tiro ancora di Dzeko e che deve solo spingere
in rete.
Poi, improvvisamente e anche molto fortunosamente, il Porto accorcia le
distanze e la Roma perde quella sicurezza che sembrava potesse farle
portare a casa il risultato pieno.
Invece tornano ad affacciarsi i fantasmi del passato, la squadra sembra
impaurita, dietro la difesa balla, Zaniolo non ne ha più e sparisce dal
campo (ancora un caso che si spegne lui e la Roma fatica?).
I giallorossi rischiano di subire il contraccolpo, ma nel finale
potrebbero addirittura ritrovare il gol con un micidiale contropiede
chiuso da Kolarov (i tifosi anche ieri gli hanno fatto notare che
difficilmente lo perdoneranno mai) che colpisce in pieno volto Casillas
lasciando aperta la qualificazione nella partita di ritorno.
Quando la Roma sarà chiamata ad una partita perfetta, dove
presumibilmente avrà molti spazi per colpire in contropiede. Quel
contropiede che nella partita d'andata ha portato Zaniolo a vivere una
serata da sogno.
11
Febbraio 2019:
Inserita
la pagina di Chievo-Roma,
23 Giornata di Campionato 2018/2019.
Proficuo allenamento.
Doveva essere una partita facile, da chiuderla il più velocemente
possibile e così è stato.
Per certi versi fa ancora più rabbia questa Roma, dopo una vittoria
così facile contro una squadra con un piede e mezzo già in Serie B.
Perché la stessa prestazione non è stata offerta contro squadre
altrettanto in difficoltà? Perché a fine anno bisognerà riguardare il
film del campionato e ripensare a quanti punti saranno stati buttati al
vento per scarsa concentrazione o determinazione?
È questo quello che fa veramente rabbia di questa squadra. Perché si
può vincere e si può perdere, ci possono essere delle giornate no di
alcuni giocatori, ma prestazioni scadenti come alcune viste fino a
questo punto della stagione no. Quelle non sono ammissibili.
Quella contro il Chievo era un buon banco di prova anche in virtù di
alcune problematiche di formazione in vista Champions contro il Porto:
Olsen è infortunato, e non è ancora certo che rientri martedì. Così
come Manolas.
Mirante e Marcano hanno offerto delle prestazioni più che
soddisfacenti, ma come detto, gli avversari erano di caratura ben
diversa da quelli che si andranno ad affrontare nel prossimo turno di
europeo.
Continua a segnare El Shaarawy (per lui anche un palo), torna a segnare
Dzeko (per lui anche una traversa e una prestazione eccellente, al
servizio della squadra), raggiunge quota 6 gol in campionato anche
Kolarov: su di lui le critiche più pesanti dei tifosi, che non gli
perdonano alcune affermazioni rilasciate durante l'anno verso i tifosi:
dopo il gol ha tentato di smorzare i toni inchinandosi verso gli stessi
tifosi giallorossi.
Solo il tempo potrà dirci se la pace è stata fatta oppure se resterà su
di lui l'onta di non aver portato abbastanza rispetto verso coloro che,
nonostante tutto e tutti, sono sempre lì, accanto la squadra a
sostenerla e ad incitarla.
Anche martedì, nel difficile ma non impossibile impegno di Champions
League.
05
Febbraio 2019:
Inserite le Amichevoli
1965/1966: la tournée in Australia.
Se
Marini Dettina aveva depauperato l'intero capitale sociale della Roma
con una politica di acquisti-cessioni a dir poco bizzarra, il neo
presidente Evangelisti, nel tentativo di risanare le casse giallorosse,
riesce nella difficile impresa di devastare il comparto tecnico della
squadra.
In un colpo solo priva la Roma di Picchio De Sisti e
Schnellinger, andando tra le altre cose a rinforzare squadre dirette
concorrenti, rimpiazzando i due con Benitez e Benaglia, non proprio dei
campioni o perlomeno giocatori di spessore quanto i partenti.
Certo, arrivano anche Barison e Fontana, ma anche questi due non
riescono a compensare i partenti.
In panchina, poi, mandato via Lorenzo, ci si affida a Oronzo Pugliese,
il "Mago di Turi", che si rivela ben presto la felicità dei giornalisti
non tanto per l'acume tattico, ma per la miniera di aneddoti che
sciorina ad ogni intervista.
Inevitabilmente l'annata non è delle migliori: in campionato arriverà
ottava, mentre in Coppa Italia e in Coppa delle Fiere la Roma uscirà
immediatamente nei primi turni, rispettivamente contro il Livorno ed il
Chelsea.
Le amichevoli stagionali si limitano ad un precampionato passato a
Campobasso, con partite di non eccelsa qualità e, a stagione conclusa,
alla tournée in Australia, dove contro compagini non proprio avvezze al
gioco del calcio, la Roma inanella una serie di prestazioni e vittorie
da strappare applausi a tutti i tanti tifosi presenti nei vari stadi.
Nella foto sopra, uno dei 4 gol segnati dalla Roma nella prima uscita
della torunée australiana contro il Victorian State League XI allo
stadio Olympic Park di Melbourne.
04
Febbraio 2019:
Inserita
la pagina di Roma-Milan,
22 Giornata di Campionato 2018/2019.
Zaniolo cuore giallorosso.
Ancora una volta la Roma si affida al giovane Zaniolo.
Ma stavolta si è visto anche qualcos'altro, non solo lui.
Certo, dopo la figuraccia di Firenze non ci voleva molto a fare di più,
ma il rischio di una definitiva caduta era molto vicino.
Il merito probabilmente è anche del rientro in campo di De Rossi, che
ha dato più sicurezza al reparto e a tutta la squadra, ma anche di Di
Francesco che ha messo in campo una squadra con più criterio non votata
solo ed esclusivamente all'attacco, e addirittura anche ad un nuovo
Schick in versione tuttocampo, che in più di un'occasione è stato visto
in copertura combattere come mai aveva fatto fino ad ora.
Il Milan (di Gattuso...) recrimina per un rigore non dato (molto molto
dubbio) e soprattutto per una mancata espulsione per doppia ammonizione
su Pellegrini: ci può stare, ma la Roma al di là del risultato finale,
è apparsa più squadra e più convinta nella ricerca della vittoria,
negata da una serata di grazia di Donnarumma e dall'ennesimo palo
colpito dallo stesso Pellegrini.
Non tutto è sistemato, comunque, in casa giallorossa: in alcuni
frangenti, alcuni giocatori sono apparsi ancora poco concentrati e poco
propensi ad aiutare il compagno in difficoltà. Manolas, ad esempio, è
sembrato più giocare per se stesso che per il collettivo. Così come
Florenzi: il giocatore romano sembra subire più del dovuto le critiche
che continuano a cadergli addosso.
L'Inter ha perso ed è in piena crisi: il campionato continua ad
aspettare la Roma e la Roma sembra voler farsi pregare più del dovuto.
La zona Champions è ancora lì ad un passo, prestazioni come quelle di
ieri fanno ben sperare.
Ma purtroppo, ci sono state prestazioni come quella di Firenze. O di
Bologna.
E la certezza che non ci siano più non c'è.
31
Gennaio 2019:
Inserita
la pagina di Fiorentina-Roma,
Quarti di Finale di Coppa Italia 2018/2019.
Andatevene via tutti.
Dopo questa ennesima umiliazione, non c'è molto da dire.
Anzi, probabilmente, è stato detto fin troppo arrivati a questo punto.
Proclami, annunci, "A questa Coppa ci teniamo", "È un obiettivo
primario": chiacchiere. Solo chiacchiere. Parole vuote.
Forse con il 7-1 contro la Fiorentina è stato toccato il punto più
basso della storia della Roma, almeno di quella recente. Di sicuro è
stata scritta una delle pagine più nere della sua storia.
Più nera ancora dell'eliminazione sempre dalla Coppa Italia da parte
dello Spezia, ai tempi di Rudi Garcia in panchina (sembrano passati
decenni, ed invece...)
Inutile fare paragoni con gli stessi, eclatanti risultati arrivati
contro il Manchester United o il Bayern Monaco: pesanti, pesantissimi
risultati anche quelli, ma per certi versi contro quelle squadre puoi
riuscire anche ad accettarli. A fatica, ma li accetti.
Contro la Fiorentina no. Soprattutto dopo una prestazione del genere.
Che poi, a dirla proprio tutta e a cercare qualcosa di positivo nella
prestazione di ieri, fino al 3-1 i giallossi per certi versi sono stati
addirittura sfortunati: due contropiedi (assurdi per carità) e due gol
dei viola, tra i due il palo di Cristante, il 3-1 dopo una
sfortunatissima deviazione di Nzonzi mentre l'involontaria deviazione
di Lafont sul colpo di testa di Zaniolo finisce di un niente fuori
dallo specchio della sua porta.
Poco, comunque, troppo poco. E non può essere una giustificazione.
Perché poi, quando la partita si era definitivamente compromessa sul
4-1, gli uomini di maggiore esperienza (e ce ne erano in campo) devono
rallentare il gioco, spegnere le luci ed attendere il fischio finale.
E invece no. Frenesia, ansia, nervosismo. Tipico di una nave che non ha
più una guida e imbarca acqua da tutte le parti.
Inammissibile l'espulsione di Dzeko. Inaccettabili gli altri 3 gol
subiti in contropiede. A partita finita. Terminata. Chiusa.
Chiusa come deve essere la carriera in giallorossa di molti dei
protagonisti di questa stagione. A partire da alcune figurine che anche
ieri sera sono state messe in campo senza arte né parte.
Messe da un'altra figurina seduta in panchina.
29
Gennaio 2019:
Inserite le Amichevoli
1964/1965: la colletta del Sistina.
Il
presidente Marini Dettina ha portato la Roma sul baratro del
fallimento, accumulando debiti per centinaia di milioni di lire, merito
di una politica di cessioni e acquisti più che deleteria.
Nonostante la vittoria della prima Coppa Italia ai danni del Torino,
essendo stata disputata la finale a stagione già in corso, la Roma non
potè partecipare alla neonata Coppa delle Coppe, in quanto la Uefa
iscrisse d'ufficio la squadra granata (forse perché convinta del suo
successo), e così la Roma si fregiò della coccarda sulla maglia
disputando la Coppa delle Fiere, torneo che però si concluse ben presto
contro il Ferencvaros.
Le carenze economiche non permisero di organizzare troppe amichevoli
durante l'anno, e anche le previste trasferte per il campionato
apparvero a tratti delle spese insostenibili: è in questo clima che
venne organizzata dall'allenatore Lorenzo (che l'anno prima dirigeva la
Lazio) la famosa "colletta del Sistina" (pare addirittura all'insaputa
del presidente).
Molti tifosi accorsero al teatro Sistina ignari, come i giocatori,
dell'evento organizzato dal tecnico argentino e enorme fu l'imbarazzo
di capitan Losi quando con un secchio in mano passò tra le file dei
tifosi esterrefatti per racimolare i soldi della trasferta a Vicenza.
Il tutto fu fonte di scherno per il resto della stagione da parte di
tutte le tifoserie italiane, ma fu anche un altro, enorme gesto di
amore di una tifoseria verso la propria squadra in difficoltà.
Alla fine tutto servì anche per aprire la strada al cambio nella
dirigenza giallorossa in favore di Evangelisti che di lì a poco
subentrò a Marini Dettina.
Il campionato fu estremamente anonimo e neanche Manfredini, vittima di
diversi infortuni, quando rientrò in squadra riuscì a far risalire la
china della classifica alla propria squadra.
La stagione si concluse con la Coppa Italia, che l'anno prima vide i
colori giallorossi primeggiare su tutti: lo stesso Manfredini condannò
la Roma all'eliminazione dal torneo al secondo turno contro l'Inter
sbagliando due rigori su 6 (all'epoca al termine dei supplementari
venivano tirati 6 rigori per parte e sempre da parte dello stesso
calciatore).
28
Gennaio 2019:
Inserita
la pagina di Atalanta-Roma,
21 Giornata di Campionato 2018/2019.
Roma da incubo.
Era già accaduto quest'anno, e pensava, speravamo fosse qualcosa
detinato a rimanere nei ricordi.
E invece no, quando pensi che il peggio sia ormai passato, riecco i
soliti costanti, atavici, persistenti errori di sempre.
"Mancanza di personalità" dice Di Francesco. Certo, ci può stare quando
si parla di giovani con poca esperienza (Kluivert quando è entrato è
apparso imbarazzante, un pesce fuor d'acqua, ma il momento era tra i
più complicati della partita).
Ma quando hai in campo gente del calibro di Kolarov e Manolas in
difesa, non puoi prendere 3 gol come quelli che ha preso la Roma ieri.
3 gol presi da una squadra che dopo appena 40 minuti già sembrava
spacciata avendone subiti altrettanti.
Qualcuno parla di una grande Roma nel primo tempo, e ci può stare visto
il risultato maturato nel primo tempo. Ma se si va ad analizzare la
partita, in effetti i giallrossi hanno fatto 3 tiri in porta.
Per carità, si è sempre parlato di una squadra poco cinica, e chiudere
il primo tempo con 3 gol segnati su altrettante azioni è comunque un
ottimo risultato.
Ma il secondo tempo offerto a Bergamo ha un qualcosa di imbarazzante.
Di brutto. Che i tifosi della Roma, purtroppo, conoscono fin troppo
bene. Avendolo vissuto già altre volte anche quest'anno.
E meno male che Zapata ha deciso di tirare alle stelle un calcio di
rigore, altrimenti, probabilmente, saremmo stati qui a raccontare
un'altra volta partite come Genoa-Roma del 2010-2011, quando da 0-3
finì 4-3 per i rossoblù. Partita che sancì l'esonero di Ranieri.
Ancora una volta bisogna registrare che finché ha girato Zaniolo, la
Roma ha retto l'urto e, come detto, impostato 3 contropiede da manuale.
Ma appena calato il rendimento del giovane centrocampista giallorosso,
la Roma è sparita del tutto.
Lasciando gioco facile alle sfuriate avversarie.
23
Gennaio 2019:
Inserite le Amichevoli
1963/1964: Marini Dettina indica la via. In discesa.
Il
presidente Marini Dettina ha deciso di dar via alla sua politica
dissennata che farà ben presto nascere la "Rometta". Non contento di
aver speso mezzo miliardo di lire per acquistare Sormani dal Mantova
(che però entra da subito in una crisi nera senza fine e non riuscirà
mai a dar luogo ad un rendimento decente), entra da subito in contrasto
con alcuni fondamentali giocatori che neanche partono per il ritiro in
Svizzera (Manfredini, Orlando, Corsini e Carpanesi) rischiando di
compromettere l'intera stagione.
Per fortuna della Roma i problemi rientrano prima dell'inizio del
campionato e Manfredini torna a fare ciò che più gli è congeniale: i
gol che riescono a risollevare la Roma da brutte acque e ad andare
avanti in Coppa delle Fiere (fino ai quarti con l'eliminazione da parte
del Colonia, non senza recriminazioni) e alla vittoria della Coppa
Italia, secondo trofeo "italiano" dopo lo scudetto del 41/42 (anche se
la finale verrà giocata ad inizio della stagione successiva, con altri
protagonisti).
Nella campagna acquisti, insieme a Sormani, arrivano anche Malatrasi e
Ardizzon eil tedesco Schutz, che non riesce ad ambientarsi molto bene.
Durante l'anno molte amichevoli di stampo internazionale: Thun, Zurigo,
Hajduk Spalato, Atletico Bilbao, Penarol e Cardiff, per concludere poi
la stagione con la partecipazione alla Coppa delle Alpi, che vedrà i
giallorossi arrivare nuovamente terzi, come l'anno precedente.
21
Gennaio 2019:
Inserita
la pagina di Roma-Torino,
20 Giornata di Campionato 2018/2019.
Dalle stelle alle stalle e ritorno.
Ripartire
da Zaniolo: a lui deve consegnare la prima maglia negli spogliatoi
mister Di Francesco quando stilerà le prossime formazioni.
Il
giovane centrocampista giallorosso è stato ancora una volta di gran
lunga il migliore in campo, non solo per il gol , molto bello quanto
voluto, ma anche perché con le sue giocate e la sua grinta ha
trascinato anche gli altri.
A dispetto della sua giovane età, sembra non risentire dell'emozione
della prima stagione in Serie A e in alcuni frangenti è sembrato essere
assoluto padrone del campo.
Sarà un caso, ma anche il tanto bistrattato Karsdorp è apparso
finalmente un giocatore di calcio e ha proposto delle interessanti
discese sulla fascia destra propiziando con una splendida giocata anche
il rigore del 2-0 segnato poi da Kolarov.
Di certo, invece, non è stato un caso che nel secondo tempo, quando
Zaniolo ha tirato un po' i remi in barca e rifiatato dopo lo splendido
primo tempo, la Roma tutta si sia smarrita e abbia cominciato a
traballare.
Il Torino troppo facilmente è arrivato dalle parti di Olsen che in un
paio di circostanze si è fatto trovare sorpreso e impreparato, cosicché
i granata hanno raggiunto il pareggio con due tiri da fuori non proprio
irresistibili.
Per fortuna (e stavolta è proprio il caso di parlare di fortuna, dato
che inizialmente era partito in panchina, subentrando poi dopo pochi
minuti per l'infortunio di Under) ci ha pensato El Shaarawy su
splendido assist di Pellegrini a chiudere i giochi, regalare i tre
punti alla Roma e riportare i giallorossi in quarta posizione in
classifica (momentaneamente, in attesa delle altre partite), posizione
più consona a questa squadra che, nonostante tutto, non può non
arrivare perlomeno quarta a fine stagione.
18
Gennaio 2019:
Inserite le Amichevoli
1962/1963: Coppa Costa del Sol.
Ovvero, la più grande coppa del mondo.
Come al solito, ad inizio stagione, molte sono le aspettative dei
tifosi intorno alla loro squadra, anche se il mercato estivo non è che
abbia poi dato modo di fare troppi voli pindarici.
Schiaffino è arrivato a fine carriera, e lo sconosciuto Huberts di
certo non può far sognare le platee, anche perché la Roma lo tessera
più per fare un favore alla FIFA che per propria volontà: avendo già
raggiunto il numero massimo di stranieri in rosa, non potrà mai
schierarlo in campo.
Orvar Bergmark, roccioso difensore indicato in patria come il più
grande giocatore svedese di tutti i tempi, racimolerà appena 2 presenze
in campionato e anche l'arrivo di un troppo in là con l'età John
Charles non riusciranno a dare quel contributo necessario per il salto
di qualità.
Eppure le amichevoli estive fanno ben sperare: nel torneo Costa del Sol
organizzato dal Malaga in Spagna contro lo Sporting Lisbona e la Roma,
fa trionfare i giallorossi che torneranno nella Capitale con una coppa
enorme.
Dopo l'ennesimo avvicendamento in panchina tra Carniglia e il ritorno
di Foni, e una Coppa Italia abbandonata già prima di Natale, la
stagione va avanti tra pochi alti e molti bassi, concludendosi comunque
con un dignitoso 5 posto finale in campionato.
In Coppa delle Fiere invece si sfiora la Finale: il Valencia ha la
meglio nel doppio confronto della Semifinale e la Roma esce comunque
con onore dalla competizione.
Anche le altre amichevoli sono di chiaro stampo internazionale: a Roma
arrivano in sequenza la Nazionale della Polonia, il Manchester United,
il Leeds United, il Monaco e infine la "tradizionale" amichevole contro
il Santos di Pelè, ancora una volta a segno.
La stagione si chiude, poi, con la partecipazione alla Coppa delle Alpi
Italo-Svizzera, conclusasi con un terzo posto ai danni dell'Inter.
15
Gennaio 2019:
Inserite la
pagina di Roma-Virtus Entella, Ottavi di Finale di
Coppa Italia 2018/2019.
Tutto facile, facilmente.
Ed in effetti sarebbe stato strano il contrario...
Ma con la Roma degli ultimi tempi, e soprattutto con la Roma delle
ultime uscite in Coppa Italia, dove era riuscita a rovesciare anche i
pronostici più ovvi, venendo eliminata anche dallo Spezia, niente è mai
sicuro e scontato.
Invece questa volta contro la Virtus Entella, squadra di Genova che
milita in Serie C che ha già fatto la sua storia arrivando a questo
punto della competizione, la Roma ha fatto la brava e ha portato a casa
la qualificazione senza patire troppo.
Complice il gol dopo pochissimi secondi segnato da Schick di tacco su
assist di Under: al di là del gol (e della doppietta), Schick pare
tornato ad essere perlomeno un giocatore di calcio, più volitivo e
dentro la manovra.
Anche Karsdorp si è rivisto in campo dopo mesi di assenza e dopo che in
molti lo vedono in partenza verso altri lidi: anche lui è apparso
quantomeno voglioso di farsi vedere e in un paio di accelerazioni ha
dimostrato quale potrebbe (poteva?) essere il suo potenziale.
Pastore, invece, è apparso avulso dal gioco e mai pienamente in
sintonia con i compagni: Di Francesco dice che bisogna dargli tempo, ma
quanto tempo ancora?
L'Entella, come detto, era arrivata a Roma con ben poche aspettative:
eppure sull'1-0, sull'unica azione da gol avversaria, Olsen si è dovuto
superare con un doppio intervento che ha fatto sì che la partita non
prendesse una piega sbagliata.
Chiusura per l'esordio in Prima Squadra del giovane Alessio Riccardi,
romano e proveniente dalla giovanili giallorosse: si dicono molte cose
positive sul suo conto. Vedremo se nel tempo confermerà le (alte)
aspettative sul suo conto.
11
Gennaio 2019:
Inserite le Amichevoli
1961/1962: con Angelillo si vola.
Ghiggia saluta e va al Milan, Angelillo arriva dall'Inter.
In panchina nuovo cambio e al posto di Alfredo Foni arriva Luis
Carniglia, già campione di Spagna sulla panchina del Real Madrid.
La stagione inizia nel migliore dei modi, con la vittoria della Coppa
delle Fiere che però fa riferimento all'anno precedente: il protrarsi
della competizione fa sì che la finale si giochi a stagione nuova già
iniziata e con alcuni elementi (tra cui l'allenatore) cambiati.
Angelillo in coppia con Manfredini sono gli autentici mattatori di una
squadra che pare aver trovato finalmente la quadratura del cerchio e
che fino a metà febbraio è tra le autentiche pretendenti per la
vittoria dello scudetto.
Ma alla lunga, la stanchezza accumulata durante la stagione si fa
sentire, mentre il Milan invece non lascia feriti lungo il tragitto:
proprio nella partita di ritorno all'Olimpico, complice un autogol di
Giacomo Losi, la Roma lascia definitivamente il passo alla squadra
rossonera e alla fine chiuderà con un buonissimo quinto posto.
Discorso diverso invece per quanto riguarda la nuova Coppa delle Fiere
(uscita al primo turno contro lo Sheffield Wednesday) e la Coppa Italia
(vittoria ai rigori contro la Lazio ed eliminazione ai quarti in favore
del Napoli, squadra di Serie B che poi vincerà il titolo).
Le amichevoli vedono la Roma provare diversi giovani durante l'anno,
alcuni già conosciuti nelle stagioni precedenti, altri del tutto
sconosciuti, come ad esempio Capparella, La Bella, Oscar Maso,
Costantino Paradiso, il giovane Mujesan e il figlio del mister
Carniglia, Luis Carniglia Junior.
Da menzionare le amichevoli disputate a fine anno (la stagione si
concluse molto presto, addirittura a metà Aprile, per via dei mondiali
del 1962): la Roma venne invitata a disputare la Coppa dell'Amicizia
Italo-Franco-Svizzera (in panchina sedette Schiaffino, mentre Carniglia
si trovava in sudamerica nel tentativo di convincere Garrincha a
trasferirsi nella Capitale): il cammino si interruppe alle semifinali
contro il Lens, che poi vinse la finale contro il Torino.
Curiosità: questa fu la stagione in cui la FIGC si adeguò alle
direttive della FIFA che dispose l'utilizzo dei pali delle porte
rotonde in sostituzione dei pali quadrati.
05
Gennaio 2019:
Inserite le Amichevoli
1960/1961: ancora Pelè all'Olimpico.
Alfredo
Foni viene confermato alla guida tecnica della Roma e la dirigenza gli
regala gli acquisti di Schiaffino (ormai sulla via del tramonto) e
Lojacono.
Le amichevoli precampionato mostrano da subito evidenti
limiti tecnici della squadra: oltre al facile 10-0 contro il Soro e
nonostante un roboante 6-1 contro il Monaco 1860, c'è la cocente
sconfitta con l'Inter per 3-0 e uno scialbo 1-1 contro la Fiorentina,
ex squadra proprio del brasiliano Lojacono.
In campionato molti alti e bassi: quando Manfredini è in vena, non ce
n'è per nessuno e lui segna gol a raffica. Alla fine saranno 20 gol in
31 gare, ma la Juventus Campione d'Italia arriverà comunque a 10 punti
di distanza dalla Roma, che finirà quinta in classifica.
La Coppa Italia parte bene, ma si ferma ai quarti contro la Fiorentina
dopo un rocambolesco 6-4, mentre procede alla grande l'avventura nella
Coppa delle Fiere (trofeo ad invito per le squadre delle città
fieristiche: chissà perché le altre città hanno mandato selezioni delle
squadre cittadine, come Londra o Colonia, mentre per Roma ha
partecipato solo ed esclusivamente la Roma...).
Il trofeo, organizzato velocemente, si protrae ben oltre la stagione
60-61, tanto che la vittoriosa finale giallorossa arriverà ad inizio
stagione seguente con altri giocatori in campo e un altro tecnico in
panchina...
Nel mentre, c'è tempo anche per un'amichevole contro la Nazionale
Svedese e la partecipazione al Torneo del Centenario, competizione
voluta per l'anniversario dei 100 anni dell'unità d'Italia: la Roma è
ormai scarica, i giocatori non sanno se resteranno ancora in
giallososso oppure dovranno partire, Foni già sa che non sarà più lui
l'allenatore (alle partite assiste in tribuna Carniglia, prossimo
tecnico giallorosso) e così arriva un pareggio inutile contro il Racing
Club de Paris e due sconfitte contro il Santos di Pelè (ancora una
volta protagonista all'Olimpico) e contro i cecoslovacchi dello Spartak
Hradec Kralove.
Capitolo giocatori semisconosciuti.
In stagione fanno la loro apparizione in giallorosso (esclusivamente in
amichevole) alcune meteore di cui si conosce veramente poco: Alberto
Corazza, Agostino Mazzoni, Gianantonio La Bella e un certo Bacci che
potrebbe essere Aurelio Bacci già in rosa a metà anni 50 e pi sparito
dai radar (tanto che non è chiaro se sia lui che segna un gol
nell'amichevole contro l'Ostia Mare), mentre Abbatini e soprattutto
Ginulfi li ritroveremo anche in futuro con la casacca giallorossa.
30
Dicembre 2018:
Inserita
la pagina di Parma-Roma,
19 Giornata di Campionato 2018/2019.
Tornato il sereno...?
Dopo
una serie di risultati poco propizi e ancora più prestazioni senza
sostanza, la Roma riesce a mettere due vittorie una dietro l'altra e si
riappacifica (in parte) con la classifica.
La vittoria di Parma ha
soddisfatto non poco mister Di Francesco, soprattutto per la caparbietà
e la determinazione che i giallorossi hanno messo in campo nel secondo
tempo quando il risultato pieno tardava ad arrivare.
I suoi ragazzi non si sono demoralizzati come troppo spesso accaduto in
passato, ma anzi hanno continuato a premere e schiacciare il Parma
(comunque poca cosa) nella propria metà campo, fino a che il gol non è
arrivato.
E anche dopo, con l'ingresso di un positivissimo Pellegrini, hanno
continuato a produrre gioco e su una splendida giocata dello stesso
Pallegrini hanno trovato il raddoppio con Under.
La concomitante frenata della Lazio permette ai giallorossi ora di
portarsi ad appena due lunghezze dal quarto posto e a rappacificarsi
con la classifica e con l'ambiente: ma non tutto è stato risolto, e Di
Francesco lo sa, tanto che appena terminata la gara non ha atteso
troppo per ribadire che a questa squadra servono dei rinforzi,
altrimenti nulla è scontato.
Ora lunga pausa in campionato, con l'intermezzo della Coppa Italia il
14 gennaio contro la Virtus Entella: attenzione a non commettere il
solito errore di sottovalutare l'impegno con il rischio di essere
eliminati (ancora una volta) al primo turno.
28
Dicembre 2018:
Inserite le Amichevoli
1959/1960: Pelè!
Una
campagna acquisti che vede spiccare due nomi su tutti: il primo è
Alfredo Foni alla guida tecnica, dopo un lungo tira e molla con diversi
allenatori (tra cui anche Rocco) la Roma riesce ad accordasi con Foni e
poi, soprattutto, Pedro Waldemar Manfredini, detto "Piedone",
fortissimo attaccante argentino che la Roma pesca al Racing di
Avellaneda e che in campionato segnerà la bellezza di 16 reti in 24
presenze.
I giallorossi non partono con i favori del pronostico,
d'altronde ci sono squadre ben più attrezzate che possono ambire a
vincere il campionato, ma i giallorossi hanno tutta l'intenzione di
dire la loro.
Purtroppo già dal precampionato i tifosi giallorossi capiscono che non
sarà una stagione facilissima e felicissima, e dopo una precoce
eliminazione in Coppa Italia dopo la sconfitta casalinga contro la
Sampdoria, alla fine la Roma terminerà il campionato al nono posto.
Molte le amichevoli di stampo internazionale che vedrà la Roma
protagonista: oltre alla partita contro il Toulon, il cui ricavato sarà
destinato ai sopravvissuti del disastro del Frejus, i giallorossi
affronteranno nel finale di stagione l'Atletico di Madrid, il Chelsea,
il Flamengo e soprattutto il Santos di un certo Edson Arantes do
Nascimento, meglio conosciuto come Pelè, che appena diciannovenne
arriverà allo Stadio Olimpico già come autentico protagonista (già
Campione del Mondo nel 1958) e che dimostrerà di avere una qualità
nettamente superiore a tutti gli altri.
Infine la stagione si conclude con la partecipazione (e la vittoria)
della Coppa delle Alpi: la vittoria in realtà andrà alla FIGC, come da
regolamento dell'epoca, anche se alla società giallorossa verrà
consegnata una Coppa di dimensioni ridotte.
27
Dicembre 2018:
Inserita
la pagina di Roma-Sassuolo,
18 Giornata di Campionato 2018/2019.
Boxing Day Zaniolo.
Dopo
tantissimi anni, anche la Serie A torna a giocare durante le festività
natalizie, e si adegua al campionato inglese disputando il "Boxing
Day", la giornata di campionato del giorno di Santo Stefano.
La
partita contro il Sassuolo si mette praticamente subito bene per Di
Francesco, che ritrova un minimo di serenità dopo settimane burrascose
in cui la sua panchina era ad alto rischio.
Perotti ritrova finalmente la forma e il posto da titolare, e dopo un
fallo su Schick, anche il gol su calcio di rigore.
Lo stesso Schick, apparso leggermente più convinto questa volta (niente
di trascendentale, parliamoci chiaro) dopo aver rischiato un clamoroso
autogol non fischiato solo per questione di millimetri, trova il gol
del raddoppio dopo una fuga in contropiede e aver saltato il portiere
in uscita.
Ma il vero protagonista della giornata è stato il più giovane di tutti,
quello che durante questo periodo buio, tenebroso per la Roma, ha
sempre messo in campo tutto quello che aveva, non solo corsa e sudore,
ma anche giocate, spirito di sacrificio (ha giocato anche come
centravanti...), e voglia di fare, rischiando anche la figuraccia, ma
provando sempre a fare il suo: Nicolò Zaniolo, che finalmente ha
trovato anche la prima rete (e che rete!) in Serie A, dopo esserci
andato vicino più e più volte nelle giornate precedenti.
Ora è di fatto un titolare inamovibile della squadra di Di Francesco, e
se la sua non è la prima maglia che il mister consegna prima della
gara, poco ci manca.
Sabato finirà il girone d'andata a Parma, e comunque vada molti
interrogativi restano su questa squadra.
Il mercato di riparazione è alle porte e se Di Francesco ha già
dichiarato che serve qualcuno in più, è molto probabile che ci sarà
anche qualcun altro che preparerà le valigie per accomodarsi presso
altri lidi...
24
Dicembre 2018:
Inserita
la pagina di Juventus-Roma,
17 Giornata di Campionato 2018/2019.
Non ci resta che Dzeko...
Tutto come previsto in quel di Torino.
Quanto già stato detto (di negativo) fino ad ora sulla Roma e su alcuni
giocatori giallorossi, è stato ampiamente confermato nella partita
all'Allianz Stadium contro la Juve.
I bianconeri, attualmente, sono di un'altra categoria, c'è poco da
fare, e se il risultato è terminato col minimo scarto si dove solo ad
un grandioso Olsen, che ha sfoderato come minimo 4 parate miracolose su
Alex Sandro prima e Cristiano Ronaldo poi.
Per il resto, tutto ciò che è stato detto sui vari Florenzi, Nzonzi e
soprattutto Schick, che le ultime notizie di mercato lo vedono
giustamente in partenza per altri lidi, è stato ribadito dalla pessima
prestazione offerta.
Di Francesco cerca di mitigare l'ambiente parlando di un ottimo secondo
tempo, in cui la Roma ha dominato e tenuto nella propria metà campo gli
avversari: la verità è che i giallorossi in tutta la gara hanno tirato
in porta una volta e mezzo, senza neanche troppa convinzione.
Perché gli altri "passaggi" a Szczesny sinceramente non possono essere
considerati tiri in porta.
L'unica consolazione (e qui sì che ha ragione Di Francesco) è che la
classifica è tutta lì, in quattro punti (escludendo Juve e Napoli), e
la zona Champions è ancora ad un passo.
La speranza è che con i rientri di Dzeko e, forse, di De Rossi, la
squadra possa riacquisire fiducia e carattere e che possa tornare a
fare gol e punti.
Per il gioco... beh, per ora pensiamo ai punti.
19
Dicembre 2018:
Inserite le Amichevoli
1958/1959: non c'è pace per la panchina.
Nordahl viene confermato sulla panchina giallorossa dopo la conclusione
della stagione appena conclusa.
Il ritiro al Terminillo si svolge dal 10 al 24 Agosto e la Roma
affronta prima il Rieti e poi L'Aquila, prima di partire per Cadice
dove è stata invitata a partecipare al Torneo Ramon de Carranza, torneo
che si rivelerà un autentico flop, con le sconfitte contro il Siviglia
e il Wiener.
Al rientro in Italia, prima dell'inizio del campionato, altre partite
di preparazione contro l'Inter, il Pro Tivoli e infine lo Sturm Graz,
battuto con un roboante 7-0.
La stagione parte benino, considerando anche le partite di Coppa Italia
e Coppa delle Coppe, con troppi alti e bassi, ma proprio la sconfitta
in Coppa Italia contro il Venezia convince la dirigenza a contattare
nuovamente Sarosi per sostituire Gunnar Nordahl.
L'amichevole di metà dicembre contro il Rijeka si rivela un clamoroso
autogol: la partita si svolge sotto un diluvio universale e su un campo
impossibile, alla partita assistono pochissime persone, molte delle
quali non paganti, la squadra jugoslava vince facilmente 2-0 e
pretende, giustamente, che gli vengano consegnati i 2 milioni di lire
concordati per la trasferta.
Il prosieguo del campionato non migliora di molto, e così, dopo la
sconfitta per 4-1 a Vicenza, Sarosi decide di rimettersi, e la panchina
giallorossa torna sotto la gestione di Nordahl.
Alla fine la stagione si concluderà con un sesto posto che lascia
tutti, più o meno, soddisfatti.
17
Dicembre 2018:
Inserita
la pagina di Roma-Genoa,
16 Giornata di Campionato 2018/2019.
Roma surreale.
Una
partita dai mille volti (brutti) e per certi versi tragicomica per come
si stava svolgendo e mettendo allo scadere, se solo Di Bello avesse
avuto il coraggio di fischiare il probabile e possibile rigore su
Pandev al 95'.
Di Francesco forse per staccare definitivamente la
spina con la Roma o forse per dare una scossa alla squadra, come lui
sostiene, decide di mandare in campo una Roma più che sperimentale, per
certi versi impossibile: difesa a 3 senza protezione (Nzonzi non si è
visto per almeno 70 minuti...), un impresentabile Florenzi e un sempre
meno amato dai tifosi Kolarov (ha sputato veramente in direzione della
Curva Sud?) sulle fasce a cercare di spingere e soprattutto un
improbabile Zaniolo falso nueve, che si è dato estremamente da fare, ma
è risultato chiaro fin da subito che messo in quel ruolo si perdono del
tutto le sue enormi potenzialità.
Le risposte negative non hanno tardato troppo ad arrivare: il Genoa è
stato per diversi minuti assoluto padrone del campo, con i giocatori
giallorossi in completa balia degli eventi e degli avversari, con
Romulo che si divertiva a fare giochetti con i piedi e doppi passi
manco fosse il redivivo Garrincha...
In più ci si è messo Olsen, probabilmente nella sua peggiore giornata
in giallorosso, ad impiccare la partita con una papera clamorosa e dei
riflessi da bradipo nel cercare di togliere la palla dai piedi di
Piatek.
Solo a sprazzi e sui nervi i giallorossi hanno creato qualcosa di
buono, raggiungendo il pareggio con Fazio, ma andando praticamente
subito di nuovo sotto, complice il solito errore di posizione difensivo
di Florenzi (quando capiremo che non può fare il terzino?) che lascia
libero Hiljemark.
Il primo gol di Kluivert in Serie A allo scadere del primo tempo non
evita comunque i sonori fischi alla squadra mentre rientra negli
spogliatoi.
Ripresa decisamente diversa, sotto il profilo dell'impegno e
dell'intensità, con Zaniolo a tutto campo a suonare la carica e
Cristante cresciuto molto col passare dei minuti, con Under che si
divora il gol del vantaggio dopo pochi secondi e lo stesso Cristante
che dopo un quarto d'ora trova il gol del defintiivo 3-2.
Prima del gol giallorosso, altra clamorosa papera di Olsen (forse
addirittura peggiore della prima) che per sua fortuna l'arbitro annulla
grazie al VAR che ravvisa una posizione di fuorigioco all'inizio
dell'azione.
Finale, come sempre, al cardiopalma: giocatori intimoriti, paurosi di
avere il pallone tra i piedi, minuti che non passano, genoani che
spingono e Florenzi, con la complicità di Olsen che non esce in presa
alta, che commette un'ingenuità clamorosa su Pandev, che però l'arbitro
non vede. O preferisce non vedere...
14
Dicembre 2018:
Inserita
la pagina di Viktoria
Plzen-Roma, 6 Giornata del Girone G di Champions League 2018/2019.
Mediocrità allarmante.
La
Roma umiliata anche a Plzen, contro un'altra squadra di bassa caratura,
che probabilmente in Italia farebbe fatica anche a salvarsi, sotto la
neve e rimasta di ghiaccio.
Qualificazione già assicurata, ok, ma
la prestazione di Champions League, l'ennesima prestazione di questo
livello, lascia perplessi e con l'amaro in bocca.
Una squadra senza gioco, senza carattere, senza idee. Una squadra
mediocre, appunto.
Una mediocrità che non solo è inconcepibile, perché anche in questa
partita in cui mancavano diversi titolari, facendo il gioco delle
figurine molti di quelli scesi in campo sono di gran lunga migliori di
quello che hanno fatto vedere.
Una mediocrità che è soprattutto allarmante: purtroppo da troppi giorni
questi protagonisti si lasciano andare a dichiarazioni del tipo
"Dobbiamo avere il sangue agli occhi", "Le prossime saranno tutte
finali", "Voglio vedere grinta e determinazione", "D'ora in poi solo
uomini veri in campo".
E puntualmente, quando si arriva a dichiarazioni del genere, è più o
meno sempre risultato chiaro che il percorso dell'allenatore sulla
panchina della Roma fosse giunto al capolinea.
Ci è passato già Luis Enrique (che nel suo unicum arrivò fino a fine
stagione), poi Garcia, ora a meno di clamorosi cambi di rotta, toccherà
a Di Francesco.
Forse già domenica prossima dopo la partita col Genoa. O forse una
settimana più tardi dopo la trasferta allo Juventus Stadium, chissà.
La partita contro il Viktoria Plzen ha dimostrato a chi avesse ancora
qualche dubbio che l'allenatore giallorosso, per quanto ce la possa
aver messa tutta (e possa aver commesso degli errori, questo è
innegabile), è rimasto solo.
Abbandonato da tutti i suoi giocatori. Anche da quelli più o meno
rappresentativi.
Gli altri, chi pensa più al proprio tornaconto personale, chi già si
sente un ex di questi colori, hanno fatto il resto, passeggiando per il
campo in attesa del fischio finale della partita, senza lasciare la
benché minima traccia del loro passaggio sul terreno di gioco.
Peccato. Questa Roma non era stata attrezzata per arrivare fino in
fondo a tutte le competizioni.
Ma non è stata attrezzata neanche per fare queste figure penose e prive
di voglia di fare.
11
Dicembre 2018:
Inserite le Amichevoli
1957/1958: ennesimo cambio in panchina.
La
storia della Roma è sempre stata costellata da un unico, lungo filo
conduttore, che evidentemente si sta protraendo fino ai giorni nostri:
la non capacità di programmare a lungo termine con la conseguente
smania di provare a vincere (senza riuscirci) cambiando compulsivamente
allenatori uno dopo l'altro.
È il caso (anche) della stagione
1957-1958: dopo un lungo tira e molla, sulla panchina giallorossa
arriva il semisconosciuto (se non del tutto sconosciuto) sir Alec
Stock, dal passato per nulla glorioso e autentica scommessa fatta
dall'allora dirigente sportivo Gigi Peronace.
Il nostro Stock fece estrema fatica ad adattarsi al calcio italiano,
completamente diverso da quello inglese, e dopo appena 4 mesi, complice
un ritardo (voluto?) nell'arrivare alla stazione Termini per prendere
il treno per la trasferta a Napoli, viene dapprima sospeso e poi
definitivamente allontanato dalla direzione tecnica della squadra.
Squadra che comunque non è tra le migliori degli ultimi anni (pochi gli
innesti dal mercato e ancora meno quelli pescati nelle giovanili) e che
dopo l'esonero di Stock viene affidata alla guida di Gunnar Nordahl,
ormai sul viale del tramonto per quanto riguarda il calcio giocato.
Alla fine della stagione, comunque, i giallorossi arriveranno ad un
discreto quinto posto in classifica, venendo però eliminati al primo
turno della rediviva Coppa Italia.
Poche amichevoli di spessore durante l'anno: degne di menzione una
trasferta a Basilea conclusasi 3-3 e l'ultima amichevole contro la
Nazionale Militare, che di lì a poco avrebbe giocato il mondiale
militare in Egitto.
10
Dicembre 2018:
Inserita
la pagina di Cagliari-Roma,
15 Giornata di Campionato 2018/2019.
Buffoni!
Non è ammissibile una cosa del genere. Su nessun campo di calcio in
nessuna categoria.
Una partita che era cominciata nel migliore dei modi col gol di
Cristante e che si era messa ancora meglio dopo il gol del raddoppio di
Kolarov.
Tutto faceva presumere, finalmente, una giornata tranquilla e
rilassante in attesa di scoprire i risultati delle altre gare di Serie
A.
E invece no. L'improbabile e l'impossibile è accaduto.
In 5 minuti la Roma ha fatto registrare un possibile nuovo record,
perché difficilmente è mai accaduto ciò che è successo a Cagliari.
Il secondo tempo, come troppo spesso è accaduto in questa stagione, ha
mostrato il lato peggiore dei giallorossi: stanchi, svogliati, troppo
individualisti in alcuni giocatori, troppo assenteisti in altri.
Ma il doppio vantaggio, comunque, lasciava tutti più o meno tranquilli.
Tranne Di Francesco, che ci ha messo probabilmente anche del suo con
dei cambi scellerati (che a fine gara giustificherà peggiorando la
situazione e sancendo di fatto lo strappo con la squadra: "Avete visto
chi avevo in panchina?") che non sono serviti a nulla se non a dare
maggiore fiato al Cagliari, che a 5 minuti dalla fine accoricava le
distanze con Ionita (Florenzi a cosa stava pensando? Se si è deciso che
faccia il terzino, per favore, insegnategli bene i movimenti: già nel
primo tempo è servito un super Olsen a tappare una sua, ennesima, falla
difensiva...)
Il finale è tragicomico, neanche da campetto di periferia,
probabilmente più da scuola calcio: 5 minuti di recupero, nell'ultimo
un lancio sventato da Olsen che subisce fallo e l'arbitro espelle ben
due calciatori cagliaritani per proteste. Partita virtualmente finita,
quindi, la testa è già sull'aereo di ritorno.
E invece no. Dopo essersi ripreso, Olsen invece di traccheggiare e
giocare la palla a qualcuno vicino (ma chi? Tutti erano praticamente
scappati...) rinvia lungo, neanche troppo. L'arbitro non fischia, ma
mancano davvero pochi secondi a tale evento.
La palla arriva sui piedi dei cagliaritani, perché i giallorossi,
tutti, nonostante in quel momento ci fossero ben 5 difensori, non sono
riusciti ad intercettare il pallone, lancio lungo, alla disperata del
centrocampo cagliaritano, difesa giallorossa messa alla "volemose
bene", anzi, "volemose male", Manolas che si inventa un intervento
volante che manco fosse sulla spiaggia al mare (intervento che
ovviamente che va a vuoto) e Sau che si ritrova lanciato a rete come
solo nei nostri peggiori incubi.
Il 2-2 finale è inevitabile.
Di chi è la colpa? Di tutti, nessuno escluso. Dal presidente, a tutta
la dirigenza, fino all'ultimo dei giocatori in panchina, compresi i
Primavera, ai massaggiatori, ai preparatori atletici, ai medici (chi
sarà il prossimo infortunato di lunga degenza?), al tecnico, ora a vero
rischio panchina.
La colpa è di tutti.
Ma, almeno stavolta, non di quei tifosi che secondo qualcuno "non
capiscono niente di calcio". Loro lasciateli stare, veramente. Non
proferite più una parola nei loro riguardi.
06
Dicembre 2018:
Inserite le Amichevoli
1956/1957: aria di smobilitazione.
La
dirigenza giallorossa decide di rinnovare la rosa anche a scapito della
qualità lasciando partire i vari Cavazzuti, Pandolfini, Galli e Nyers,
cercando comunque di rimpiazzare alcune pedina con nomi di spicco,
Gunnar Nordahl su tutti, che però evidentemente hanno perso lo smalto
dei giorni migliori.
La stagione si apre con la tournée in
Venezuela per la Pequena Copa del Mundo, contro Porto, Real Madrid e
Vasco da Gama, tournée che servirà solo a fiaccare i già stanchi
giocatori italiani, reduci da un'annata massacrante.
Durante l'anno varie gare amichevoli consentono a Sarosi di provare
anche alcuni giovani delle minori giallorosse, tra cui Compagno,
Marcellini e Baccarini, ma solo i primi due avranno poi le capacità
tecniche per poter inserirsi definitivamente in Prima Squadra.
Dopo un'amichevole contro la fortissima squadra ungherese dell'Honved,
dove milita un certo Puskas, squadra che ha problemi a rientrare in
patria a seguito della "Rivoluzione Ungherese del 1956", la Roma decide
di tesserare Zoltan Czibor, fortissimo attaccante già tre volte
Campione d'Ungheria.
Purtroppo per i giallorossi, la FIFA blocca il tesseramento dei
trasfughi ungheresi, per cui nessuno di quelli che furono tesserati da
altre squadre, poterono scendere mai in campo in partite ufficiali,
compreso quindi Czibor.
La stagione continua tra pochi alti e molti bassi, tanto che Sarosi
verrà rimosso dall'incarico di allenatore per far nuovamente spazio a
Guido Masetti, traghettatore della Roma fino a fine stagione.
Stagione che si concluderà con un anonimo (e rischiosissimo)
quindicesimo posto e la tournée in Grecia, ad Atene, dove incontrerà
prima il Panathinaikos e poi l'AEK.
03
Dicembre 2018:
Inserita
la pagina di Roma-Inter,
14 Giornata di Campionato 2018/2019.
VARgogna!
Lo
hanno visto tutti: dal campo, dagli spalti, da casa, addirittura i
commentatori TV che di solito tendono ad astenersi, ma questa volta non
hanno potuto far finta di niente.
Un fallo nettissimo, che già a velocità normale è apparso come tale.
Oltretutto l'arbitro Rocchi era lì, ad un passo, altro che impallato
come ha provato a sostenere qualcuno. Ha visto. E ha visto fin troppo
bene, tant'è vero che ha messo subito il fischietto in bocca, per poi,
però, toglierselo immediatamente e non prendere nessuna decisione.
Rimandando il tutto a chi era davanti ad uno schermo proprio per
segnalare all'arbitro in campo evidenti errori.
Forse Fabbri (era lui l'addetto al VAR) come ha ipotizzato Totti (in
veste di dirigente giallorosso) a fine gara, tra il serio e il faceto,
stava veramente guardando un'altra partita.
Come è possibile non sanzionare lo sgambetto netto di D'Ambrosio a
Zaniolo (senza ombra di dubbio il migliore in campo) in piena area di
rigore?
Come? Perché?
Già lo scorso anno, nella stessa area di rigore, altro sgambetto
(all'epoca ai danni di Perotti) e altro silenzio dal microfono
dell'addetto VAR.
Lo scorso anno era la seconda giornata, era appena stata introdotta
questa novità video, si parlò di un errore di comunicazione e di
"affinamento" dell'uso della nuova tecnologia.
È passato più di un anno, la partita (guarda caso) è sempre la stessa:
Roma-Inter all'epoca, Roma-Inter ieri: cambiando l'ordine degli addendi
il risultato, però, non è cambiato.
Mentre poteva cambiare il risultato finale di questa gara, perché si
era sullo 0-0 e immediatamente dopo il rigore non dato alla Roma,
l'Inter è ripartita in contropiede e ha segnato il gol del vantaggio
con Keita.
La Roma è stata brava a non demoralizzarsi come in altre partite,
nonostante le evidenti carenze di organico a cui ha dovuto far fronte
mister Di Francesco, e anzi, nel secondo tempo ha messo ancora più in
difficoltà gli avversari, raggiungendo il primo pareggio con una
sassata di Under e poi, dopo il nuovo vantaggio del solito Icardi, ha
agguantato il più che meritato pareggio con il rigore segnato da
Kolarov, rigore anch'esso altrettanto netto per fallo di mano di
Brozovic, ma che Rocchi non si è sentito di dare nuovamente, se non
dopo il richiamo (questa volta sì!) dell'addetto al VAR.
Come sostenuto già a suo tempo, e anche ultimamente, il VAR utilizzato
così non solo non serve a nulla, ma anzi è oltemodo dannoso e invece di
fugare ogni dubbio sulla correttezza dei direttori di gara, alimenta
ancora di più quei pensieri di malafede mai del tutto sopiti.
28
Novembre 2018:
Inserita
la pagina di Roma-Real
Madrid, 5 Giornata del Girone G di Champions League 2018/2019.
Roma agli Ottavi, nonostante tutto.
Dopo
il risultato inaspettato tra il Viktoria Plzen e il CSKA Mosca, che ha
visto la squadra russa cadere in casa, la partita tra Roma e Real
Madrid non aveva più molto da dire per quanto riguardava l'accesso agli
Ottavi di Finale: già prima della partita entrambe erano già certe del
passaggio del turno.
Ad ogni modo, tutte e due le squadre avevano
bisogno di fare gioco e risultato visto il periodo nerissimo che stanno
passando nei rispettivi campionati.
Prima della gara la Roma celebra l'accesso nella Hall of Fame di
Francesco Totti, osannato sotto la "sua" Curva Sud e omaggiato da tanti
campioni del passato.
Parlando della gara, la Roma deficitaria di alcuni giocatori in questo
momento fondamentali (Dzeko e De Rossi su tutti), parte col giusto
piglio e per una buona parte del primo tempo tiene bene il campo e
mette alle strette il Real Madrid, che ha difficoltà ad uscire dalla
propria metà campo.
Qualche buona ripartenza dei giallorossi, con El Shaarawy che al 20' è
costretto ad abbandonare il campo per infortunio e lasciare spazio ad
un inutile Kluivert.
La Roma gioca sugli spunti di Under e sulle interdizioni di Florenzi e
Zaniolo: ottima la prova del giovane centrocampista, ultimo a mollare e
lucido fino al termine della gara.
Schick non pervenuto, ma d'altronde ormai è chiaro che con la maglia
giallorossa addosso appare sempre più un ex giocatore, ma nonostante
ciò la Roma va vicinissima al gol almeno in un paio di occasioni: ha
del clamoroso quella sbagliata da Under che spara alle stelle solo
davanti alla porta spalancata con Courtois praticamente già battuto.
Ma tutto quello che di buono era stato fatto nel primo tempo, di colpo
svanisce nella ripresa.
Dopo due minuti Fazio con un errore da principiante lancia Bale verso
Olsen per il gol dello 0-1: a questo punto i giallorossi cedono
mentalmente e non riescono più a rialzare la testa e a mettere il naso
oltre la propria metà campo.
La Roma è in piena balia degli eventi e il Real Madrid passeggia sulle
macerie di una squadra che non ha più la forza fisica e mentale di
reagire.
Lucas Vazquez raddoppia su un'altra dormita generale di tutta la
squadra ed è solo grazie ad Olsen se a fine gara il passivo non è
maggiore.
Nzonzi (ancora una prova grigia per il francese) esce tra i fischi e se
ne va dritto negli spogliatoi (prima di essere richiamato all'ordine),
Coric entra ma è evidentemente spaesato, Karsdorp riappare dopo mesi di
latitanza ma il suo ingresso pare più una resa incondizionata che un
segnale di riscatto.
Alla fine fischi per tutti, giocatori, allenatore, dirigenza: la Roma è
agli Ottavi di Finale di Champions League ma, almeno per il momento,
nessuno se ne è accorto...
26
Novembre 2018:
Inserita
la pagina di Udinese-Roma,
13 Giornata di Campionato 2018/2019.
Neanche contro questa Udinese...
L'Udinese peggiore degli ultimi anni, chew non vinceva una partita da
un paio di mesi.
Neanche contro questa squadra, che non ha saputo far al tro che
difendersi per 90 minuti e fare un paio di contropiedi durante tutta la
gara (uno dei quali ha portato al gol partita, l'altro ad un gol
divorato da Machis), la Roma è riuscita a venirne a capo e a portare a
casa quelli che dovevano essere dei facili, facilissimi 3 punti.
E non è la prima volta in questa stagione che accade: tutto iniziò con
il Milan peggiore degli ultimi anni, poi con il Chievo che praticamente
è già in serie B, subito dopo con il Bologna, e se vogliamo dirla tutta
anche la Fiorentina può essere inserita tra le squadre peggiori degli
ultimi anni.
L'Udinese è solo l'ultima di una lunga serie, che probabilmente non
finirà qui.
Evidentemente non sono solo loro le squadre peggiori degli ultimi anni:
a questo punto è lecito pensare e sostenere che anche la Roma, questa
Roma sia la peggiore degli ultimi anni.
D'altronde guardando certi giocatori scesi ad Udine in campo con la
maglia giallorossa non si dovrebbe pensare il contrario: Kluivert,
Schick, Cristante, anche il campione del mondo Nzonzi... sono veramente
giocatori validi? Migliori di quelli che hanno sostituito?
Come negli anni precedenti, il secondo anno sulla panchina giallorossa
è deleterio per gli allenatori: Garcia, Spalletti, ora Di Francesco...
E tutti gli anni tutti gli allenatori ripetono sempre le stesse frasi:
"manca cattiveria", "giocatori troppo leziosi", "il tacco, la punta..."
Chi ha pagato gli anni passati? E chi, probabilmente se continua così,
pagherà anche questa volta?
22
Novembre 2018:
Inserite le Amichevoli
1955/1956: fallito il salto di qualità.
Dopo
la bellissima cavalcata dell'anno prima, quando la Roma (anche grazie
alle disgrazie accadute all'Udinese) si classificò seconda in
classifica dietro il Milan Campione d'Italia, in molti speravano che i
giallorossi potessero finalmente tornare a dire la propria e a vincere
il tricolore.
L'acquisto del talentuoso Dino Da Costa, poi, non aveva fatto altro che
rafforzare questa convinzione.
Il nuovo allenatore Gyorgy Sarosi che già con sulla panchina della
Juventus pochi anni prima aveva portato i bianconeri alla vittoria
finale non era altro che la ciliegina sulla torta.
Ma, purtroppo, le cose non adarono per il verso giusto.
La Roma partì subito in sordina, accumulando già dalle prime giornate
un ritardo troppo ampio con le rivali per via dei tanti, troppi pareggi
consecutivi, e al termine della stagione dovette accontentarsi di un
misero sesto posto.
La stagione non fu neanche troppo fitta di impegni amichevoli: al
termine dell'anno se ne conteranno appena 7 (senza ovviamente contare
gli allenamenti in famiglia, tra Squadra A e squadra B), comprese
quelle di precampionato.
Degne di menzioni, le amichevoli contro la Lazio nel precampionato e
l'ultima stagionale contro il Colleferro: nel derby, valido anche
questa volta per il Trofeo Remo Zenobi, i giallorossi si imposero con
un roboante 5-1 (e in questo derby iniziò il suo record di gol contro
la Lazio lo stesso Dino Da Costa), mentre contro il B.P.D. Colleferro
guidato da Guido Masetti in panchina, allo Stadio Torino prossimo alla
demolizione, questi ultimi si imposero con un sorprendente 3-0.
A fine stagione, poi, ci sarebbe stata la nuova tournée in Venezuela
per la Pequena Copa del Mundo, ma a questa manifestazione la Roma si
presentò con molti nuovi elementi che avrebbero fatto parte della
stagione 1956-1957, per cui è giusto raccontarla tra le gare che i
giallorossi svolsero nella stagione successiva.
20
Novembre 2018:
Inserite le Amichevoli
1954/1955: amichevoli di spessore.
La Roma è decisa a fare le cose in grande.
Una sontuosa campagna acquisti fa fare sogni di gloria ai tifosi
giallorossi: Bertuccelli, Giuliano, Cavazzuti, Boscolo, Stucchi,
Beltrandi e il fiore all'occhiello Nyers, proveniente dall'Inter.
Purtroppo alcuni di questi falliscono clamorosamente: Bertuccelli alla
fine scenderà in campo appena 6 volte in campionato, mentre Beltrandi
non avrà mai l'opportunità di indossare la maglia giallorossa in
formazioni ufficiali ma solo nelle amichevoli, prima di trasferirsi al
Napoli a campionato iniziato.
Il ritiro si svolge interamente a Roma e le amichevoli precampionato
sono di livello: Napoli, Udinese, Milan e la Lazio nel derby valevole
per il Trofeo Remo Zenobi, vinto dai giallorossi per 2-0.
Alla fine la Roma si classificherà terza in classifica, per poi essere
promossa al secondo posto dopo la retrocessione dell'Udinese per
illecito sportivo.
Durante l'anno poche amichevoli di rilievo: una trasferta in terra
sarda a Carbonia contro la Carbosarda, la consueta sfida al Colleferro
e poi il saluto per il ritorno nel calcio che conta per il Bari e il
Lanerossi Vicenza.
Infine, a campionato abbondantemente finito (e conclusa anche la breve
parentesi della Mitropa Cup), la stagione si conclude con l'amichevole
all'Olimpico contro il Botafogo di Vinicio e Dino da Costa, brasiliani
in attesa di ricevere l'opportunità di essere tesserati rispettivamente
dal Napoli e dalla stessa Roma.
Un'amichevole di estremo prestigio, dato che nella squadra brasiliana
giocano non solo questi due autentici fuoriclasse, ma anche altri
giocatori del calibro di Garrincha, Juvenal, Paulinho, Gerson.
13
Novembre 2018:
Inserita
la pagina di Roma-Sampdoria,
12 Giornata di Campionato 2018/2019.
Roma diesel Euro 4.
Di
Francesco ha ragione: finalmente la Roma ha mostrato gioco e carattere,
forse per la prima volta in stagione dall'inizio alla fine della gara.
In effetti, non solo per il punteggio, la partita contro la Sampdoria è
stata la migliore prestazione stagionale in campionato.
Giampaolo, tecnico blucerchiato, dice che la sua squadra ha subito solo
per 5 minuti, ma probabilmente ha visto un'altra partita, dato che i
giallorossi sono stati sempre padroni del gioco, sfruttando dapprima
una migliore organizzazione a centrocampo (dove finalmente sia Nzonzi
che Cristante hanno fatto vedere qualcosa di buono) e poi uno
strapotere fisico in area avversaria: il primo gol nasce da un
imperioso stacco di testa dello stesso Cristante ribadito in rete da
Juan Jesus (prima rete in giallorosso per lui), il clamoroso palo di
Kluivert nasce da una giocata delle sue sulla fascia destra, l'anticipo
di Schick (finalmente!) su cross di Kolarov per il gol del 2-0... Tutti
segnali importanti che mostrano come i giallorossi siano probabilmente
entrati in forma.
Per El Shaarawy, poi, un capitolo a parte.
Il suo primo gol, il terzo per la Roma, da solo vale il prezzo del
biglietto, sia per come è stata costruita l'azione che lo porta in
area, sia per come sia riuscito a segnare dopo un primo intervento del
portiere avversario: un pallonetto a giro da vero fuoriclasse. Sperando
che non si fermi nuovamente, e che la mancata convocazione in Nazionale
lo sproni fino a fine stagione, così come lo ha spronato in questa
partita.
La Roma vince, le altre davanti frenano (Lazio) e crollano (Inter):
l'obiettivo minimo, come più volte ribadito, è alla portata della
squadra giallorossa. L'importante però è continuare su questa strada,
senza perdere inutilmente altri punti lungo il cammino. Sperando che
chi finora è risultato assente (Schick su tutti) cominci a farsi
trovare sempre pronto.
In qualsiasi occasione venga chiamato in causa.
09
Novembre 2018:
Inserite le Amichevoli
1953/1954: Pequena Copa del Mundo.
La
stagione 1953-1954 si apre con la partecipazione della nuova Roma alla
"Pequena Copa del Mundo" in Venezuela, chiamata anche Coppa del
Presidente della Repubblica, disputata a Caracas.
Una sorta di
"Coppa del Mondo per Club" dell'epoca, organizzata con chiamate ad
invito, a cui la Roma parteciperà ben volentieri e incontrerà una
selezione locale, il Corinthians e il Barcellona, posizionandosi alla
fine al secondo posto dietro il Corinthians.
In verità la competizione si svolse al termine della stagione
precedente, ma la Roma schierò già molti giocatori che faranno parte
della rosa della stagione 53/54.
Durante l'anno, poi, oltre alle amichevoli con squadre minori di Roma e
dintorni, i giallorossi ospiteranno formazioni di rango internazionale,
quali il Racing Club de Avellaneda (Argentina), il Sao Cristovao de
Futebol e Regatas (Brasile) e l'Espanyol di Barcellona (all'epoca
denominato Espanol).
Nel frattempo sulla panchina giallorossa un nuovo avvicendamento:
lascia Varglien a Dicembre a cui subentra Jesse Carver.
Tra le file dei giocatori della Roma, durante le amichevoli, vengono
provati diversi giovani, sia della giovanili giallorosse (Caffarelli,
Esteri, Agnese, Cimpanelli, Stefanelli: tra questi molti vincitori del
torneo regionale per Ragazzi 52/53 sotto la guida tecnica di Giorgio
Carpi), ma anche di altre squadre (Tozzi e Muzi della Giannisport):
alcuni riusciranno a rimanere nella squadra dei "grandi" o perlomeno ad
avere le loro chance, per altri invece sarà stata la loro unica
occasione ad aver indossato la gloriosa maglia giallorossa.
08
Novembre 2018:
Inserita
la pagina di CSKA
Moskva-Roma, 4 Giornata del Girone G di Champions League 2018/2019.
Due lampi nel buio.
Ancora una prova di difficile interpretazione per questa Roma.
Fa bene mister Di Francesco ad essere molto arrabbiato con i suoi a
fine gara per l'atteggiamento proposto soprattutto nei minuti finali.
Fa bene a chiedere di essere più concentrati, di essere meno frivoli,
più concreti e realizzativi sotto porta.
Quella che ben presto era diventata una partita in discesa per la Roma,
grazie al gol in apertura di Manolas, via via che passavano i minuti, è
diventata un nuovo banco di prova per le coronarie dei tifosi
giallorossi.
Quando non si riesce a chiudere la partita nonostante delle
limpidissime palle gol già nel primo tempo (clamorose quelle capitate
sui piedi di Florenzi prima e Dzeko poi), come spesso accade succede
che poi gli avversari prendano coraggio, fiducia, e prima o poi in
porta ci vadano loro.
E così, dopo un paio di azioni più o meno identiche, con imbucate
centrali, nella ripresa il CSKA trova il pareggio con una bella giocata
di Sigurdsson, e rimette tutto in discussione, qualificazione compresa.
L'espulsione di Magnusson, poi, invece di facilitare le cose le ha
addirittura complicate, se possibile: troppa superficialità mostrata da
diversi giocatori in campo, nonostante altri invece abbiano mostrato
progressi interessanti, Kluivert e Lorenzo Pellegrini su tutti.
E se non fosse stata per una svista del guardalinee (che comunque
difficilmente poteva accorgersi del fortuito tocco di Dzeko) che non
vede Pellegrini in fuorigioco al momento del secondo gol giallorosso,
ora non è detto che si sarebbe parlato di qualificazione agli Ottavi di
Champions League ad un passo.
Come dice Di Francesco, servono più gol, quando ti ritrovi in
contropiede 2 contro 1 o 3 contro 2 devi segnare, c'è poco da girarci
intorno.
Ad ogni modo, tre punti fondamentali, che fanno morale e soprattutto
classifica, in vista delle ultime due giornate del Girone: manca appena
1 punto per passare il turno.
Ma per farlo, serviranno i gol.
04
Novembre 2018:
Inserita
la pagina di Fiorentina-Roma,
11 Giornata di Campionato 2018/2019.
Banti e la Var fermano la Roma.
Ma ad ogni modo il secondo tempo della squadra giallorossa è
inaccettabile.
Soprattutto dopo l'ottimo primo tempo offerto in casa della viola.
Sì, perché come dice Florenzi a fine gara, la Roma ha offerto un'ottima
prova, ben lontana da quella di una settimana fa vista a Napoli, ma
esclusivamente nel primo tempo in cui la Fiorentina ha fatto un solo
tiro in porta (quello del rigore, appunto) e dove i giallorossi in più
di un'occasione sono andati vicinissimi al gol, soprattutto con una
clamorosa occasione capitata sui piedi di Dzeko che invece di spaccare
la porta avversaria spara alle stelle.
L'errore di Under che lancia Simeone verso la porta difesa di Olsen è
altrettanto grave quanto quello dell'arbitro Banti che assegna il
rigore alla Fiorentina.
Ma ancor più grave è l'errore dell'arbitro addetto alla Var: Orsato,
che già l'anno scorso danneggiò in maniera clamorosa la Roma.
La ricerca del rigore di Simeone non può non essere stata vista
dall'addetto alla Var che avrebbe dovuto perlomeno chiamare l'arbitro
Banti a verificare di persona le immagini.
È evidente che è Olsen che viene colpito al volto da Simeone, e non il
contrario.
La Var, questa Var utilizzata in tale maniera, non serve assolutamente
a nulla. Anzi, accentua ancora di più i dubbi di chi già ne aveva prima.
Dopo il gol viola la Roma si spegne e nel secondo tempo appare confusa
e spaesata, senza un filo conduttore, tanto che l'ex Gerson, che a Roma
era poco più di una comparsa, ha fatto ciò che voleva in mezzo al campo.
Per fortuna nel finale di gara ci ha pensato Florenzi a rendere meno
amaro un pomeriggio che vede allontanarsi un po' di più la zona
Champions per la Roma.
Ma il campionato è ancora lungo, e la Roma vista nel primo tempo, non
può fallire l'obiettivo minimo del quarto posto finale.
Che sia chiaro, però: quella vista nel primo tempo. Solo ed
esclusivamente quella.
29
Ottobre 2018:
Inserita
la pagina di Napoli-Roma,
10 Giornata di Campionato 2018/2019.
La Roma si scioglie al 90'.
Una Roma che non t'aspetti, che muta il proprio comportamento nell'arco
di pochi giorni e anche nel corso di una stessa gara.
La trasferta di Napoli è tra le partite più difficili del campionato,
soprattutto in questo momento in cui i giallorossi non sono ancora né
carne né pesce e non hanno ben chiaro quale sia il proprio obiettivo.
Se in Champions League la squadra di Di Francesco sembra abbia capito
la dura lezione presa a Madrid (dove il Real non sta vivendo affatto
giorni felici...) e con due nette vittorie ha più o meno sistemato il
cammino europeo, in campionato la situazione è ben diversa.
Dopo la serie di vittorie che l'avevano rilanciata e riproposta nella
zona alta della classifica, la clamorosa e inaspettata sconfitta
casalinga contro la Spal l'avevano fatta ripiombare nell'anonimato e
rimesso tutto in discussione.
Ovvio, quindi, aspettarsi ben poco dalla partita del San Paolo.
E invece i giallorossi hanno sorpreso nuovamente: soprattutto nel primo
tempo, quando hanno costretto il Napoli a giocare a viso aperto e
l'hanno colpito con El Shaarawy, e in più di un'occasione ha sfiorato
il raddoppio, grazie ad un Dzeko finalmente tornato a pieno servizio
della squadra e ad un El Shaarawy che oltre al gol ha dato molto
supporto alla manovra difensiva.
Nel secondo tempo, invece, con De Rossi costretto ad abbandonare il
campo, Manolas ha retto la diga difensiva fin quando ha potuto e Olsen
ha fatto il resto: per carità, il Napoli a conti fatti, ha impegnato
solo in un paio di occasioni il portiere giallorosso, ma alla fine il
gol napoletano arrivato praticamente a tempo scaduto è stato del tutto
meritato, come ha detto anche Di Francesco a fine gara.
La Roma esce dal San Paolo tutt'altro che ridimensionata: la
consapevolezza di non essere al momento all'altezza della squadra di
Ancelotti è evidente, e l'umiltà di giocare una gara prettamente
difensiva (soprattutto il secondo tempo) non deve essere visto come una
resa, bensì come una presa di coscienza che questa squadra deve ancora
lavorare molto, ma la strada intrapresa potrebbe essere quella giusta.
22
Ottobre 2018:
Inserita
la pagina di Roma-Spal, 9
Giornata di Campionato 2018/2019.
Altra pagina nerissima.
Quando pensi di averle viste tutte, la Roma è sempre pronta a farti
ricredere e a dimostrarti che al peggio non c'è mai fine.
Mancava la netta vittoria all'Olimpico della Spal, squadretta di
provincia che non chiede niente di più che una serena salvezza a questo
campionato.
Una Roma molle, senza idee, con la testa altrove, senza grinta e gambe:
Di Francesco aveva assicuratodi aver ritrovato gli uomini di cui aveva
bisogno dopo la cocente sconfitta contro il Bologna, che aveva portato
la società a ripristinare il ritiro (finto, dato che si è svolto a
Trigoria con le famiglie...), e gli stessi giocatori avevano giurato e
spergiurato di essere tornati quelli con la bava alla bocca e gli occhi
iniettati di sangue quando scendono in campo.
Infatti.
Si è visto più che bene sabato pomeriggio contro la squadra ferrarese.
In effetti, questo passo indietro, già era trapelato nella trasferta ad
Empoli, ma il risultato aveva mascherato tutto e nascosto le nuove
(vecchie) lacune di questa squadra.
Di Francesco pare non abbia ancora imparato dai suoi errori: così come
successe lo scorso in Coppa Italia contro il Torino, quando fece un
massiccio turnover, compromettendo la partita, ha commesso lo stesso
sbaglio anche contro la Spal, costretto in parte anche dall'infermieria
piena. In difesa ha cambiato nuovamente tutti, a parte Olsen e Fazio,
riproponendo un improponibile Marcano e pagando l'inesperienza di Luca
Pellegrini, che ha commesso un errore di gioventù sul fallo su Lazzari
che ha provocato il rigore del vantaggio della Spal (se quel fallo
l'avesse commesso Kolarov, siamo sicuri che l'arbitro l'avrebbe
fischiato?)
In classifica cambia poco, la Roma è sempre lì, a pochi punti dal terzo
e quarto posto, ma dispiace vedere una squadra come la Roma veder
festeggiare sul proprio terreno di gioco squadre come la Spal, reduce
da ben quattro sconfitte consecutive.
E martedì arriverà il CSKA Mosca, che nell'ultimo turno ha battuto il
Real Madrid, compromettendo di molto anche il cammino in Champions
League...
17
Ottobre 2018:
Inserite le Amichevoli
1952/1953: Bronée "esonera" Viani.
Gipo
Viani, autentico artefice dell'immediata promozione in Serie A della
Roma, viene improvvisamente messo da parte dalla società.
L'acquisto di un suo vecchio pupillo, Helge Bronée, coincide con il
veto messo dallo stesso giocatore danese: accetterà la proposta della
Roma a patto che non sia Viani il suo allenatore.
La Roma, vogliosa di tornare ai vertici del campionato, cede al
"ricatto" e dà il benservito a Viani facendo sedere in panchina Mario
Varglien.
I giallorossi hanno una buona squadra, che da subito parte forte e
nelle prime giornate di campionato resta addirittura in testa alla
classifica in solitaria.
Pandolfini, Lucchesi e lo stesso Bronée portano in alto la Roma,
facendole conquistare un ottimo sesto posto finale, inimmaginabile
pochi mesi prima.
Durante l'anno vengono provati diversi giocatori delle giovanili in
amichevoli e verso il finale di stagione, provati anche giocatori di
altre squadre minori: tra i tanti che si susseguono nell'indossare
sporadicamente la maglia giallorossa, ci sono Piero Esteri, Ercole
Talusi, Ivo Brancaleoni della Sestrese, Giuseppe Crisafulli dell'Enna,
Lamberto Giorgis della Città di Castello e un certo Kurt Nielsen,
danese che pare abbia un ottimo trascorso in patria, ma di cui si
conosce pochissimo e che nelle tre apparizioni in giallorosso (contro
la Romana Elettricità, l'Ositense Salva e la Chinotto Neri) non riesce
a convincere fino in fondo i dirigenti giallorossi e a strappare un
ingaggio per la stagione seguente.
A fine anno, poi, la Roma torna a disputare partite internazionali:
allo Stadio Nazionale (chiamato informalmente "Stadio Torino" in onore
del Grande Torino, nome che però non verrà mai ratificato
ufficialmente) fanno la loro passerella gli inglesi del Charlton
Athletic e i brasiliani del Clube Atletico Juventus di San Paolo.
A Luglio, infine, la Roma viene invitata anche a partecipare alla
"Pequena Copa del Mundo", una sorta di antesignana Coppa del Mondo per
Club (mai ufficializzata dalla FIFA), da disputare in Venezuela: la
comeptizione verrà svolta tra Luglio e Agosto e nella Roma verrano
schierati alcuni nuovi acquisti della nuova stagione (tra cui il
portiere Moro, Renzo Venturi e Alcide Ghiggia, già acquistato e
schierato contro il Charlton e la Juventus di San Paolo), per cui è
stato preferito non inserire queste "amichevoli" in questa annata, ma
documentarle nella stagione 1953-1954.
09
Ottobre 2018:
Inserite le Amichevoli
1951/1952: è immediata promozione.
Il purgatorio della Serie B per la Roma dura appena una stagione.
La squadra è forte per la serie cadetta, eppure le nuove regole
restrittive mettono in discussione la promozione in Serie A per i
giallorossi: è prevista una sola promozione per la prima classificata,
mentre la seconda dovrà disputare uno spareggio con la penultima
classificata della Serie A.
Ed il Genoa, altra decaduta, è altrettanto forte come i giallorossi.
La Roma gira campi di periferia attirando folle di tifosi, anche
avversari, che difficilmente si vedevano in quei minuscoli stadi:
Piombino, Siracusa, Marzotto Valdagn, Fanfulla, Monza vivono dei
momenti di gloria riflessa proprio grazie alla Roma che va a far visita
nei loro piccoli centri.
Anche le amichevoli di allenamento in quell'annata vedono una
fortissima presenza di tifosi sugli spalti: si registrano anche 10000
presenze allo Stadio Nazionale per una partita di allenamento contro la
Romulea.
Vengono disputati anche allenamenti più probanti, contro Milan e
Sampdoria, e anche amichevoli di prestigio, come quella disputata
contro il River Plate nel Gennaio 1952.
Diversi sono i giovani che hanno l'opportunità di mettersi in mostra in
queste occasioni che altrimenti difficilmente si sarebbero presentate.
Ci piace ricordarne uno su tutti: Eolo Capacci, che in molti
ricorderanno per i suoi successivi trascorsi da giornalista sportivo,
che ha avuto una buona visibilità sulle televisioni locali tra gli anni
90 e i primi anni 2000.
Il giovane Eolo, proveniente dalle giovanili della Lazio prima e dalla
Fortitudo poi, nella amichevoli di allenamento si dimostra un autentico
bomber, segnando un buon numero di reti, guadagnandosi anche
l'opportunità di esordire in una partita ufficiale il 23 Settembre 1951
contro il Pisa allo Stadio Nazionale, contribuendo così anche lui alla
promozione in Serie A della "sua" Roma.
08
Ottobre 2018:
Inserita
la pagina di Empoli-Roma,
8 Giornata di Campionato 2018/2019.
Continua la risalita.
Di
solito, quando una squadra d'alta classifica vince soffrendo sun un
campo minore come può essere quello di Empoli, si parla di vittoria da
grande squadra.
Questo perché non si può sempre giocare un calcio spumeggiante e
vincere a mani basse su ogni terreno.
Quest'anno però non si può dire la stessa cosa per la Juventus, che con
ogni probabilità vincerà lo scudetto già a dicembre e vincerà in ogni
stadio senza particolari problemi, e non si può ancora dire che la
vittoria della Roma ad Empoli sia una vittoria da grande squadra.
L'Empoli ha messo, soprattutto nel secondo tempo, in seria difficoltà i
giallorossi, che hanno ripresentato a tratti le solite lacune
soprattutto mentali, ma che questa volta non si sono disuniti e anche i
cami effettuati da Di Francesco hanno dato i loro frutti sperati, dando
più sicurezza alla difesa e compattezza alla squadra.
Certo, fa un po' sorridere la dichiarazione di Di Francesco quando dice
che ha inserito Juan Jesus perché voleva un altro centrale in copertura
su Caputo (manco fosse Van Basten...), ma è il risultato finale quello
che conta: è riuscito nel suo intento e ha portato a casa e punti
fondamentali prima della (ennesima) pausa per le Nazionali.
Luca Pellegrini proposto titolare ha dimostrato che può essere una vera
alternativa a Kolarov e il primo gol di Nzonzi dà al centrocampista
francese una convinzione in più che in questo centrocampo anche lui può
finalmente dire la sua.
Dovrà fare attenzione, però, il tecnico giallorosso a tenere alta la
concentrazione dei suoi giocatori: dopo la pausa, all'Olimpico arriverà
la Spal, altra squadra ostica di bassa classifica, che venderà cara la
pelle e subito dopo due trasferte complicate, Napoli e Firenze, che
daranno una risposta abbastanza esaustiva se questa Roma può essere
considerata una squadra finalmente matura oppure no.
Nella foto sopra, il primo gol in giallrosso di Steven Nzonzi, che
sblocca la partita contro l'Empoli
03
Ottobre 2018:
Inserita
la pagina di Roma-Viktoria
Plzen, 2 Giornata del Girone G di Champions League 2018/2019.
Iniezione di fiducia.
Dopo
la prepotente ripartenza in campionato, la Roma era chiamata ad una
inversione di marcia anche in ambito europeo, e la partita contro il
Viktoria Plzen è arrivata nel momento migliore per i colori giallorossi.
Alcuni elementi lasciati a riposo da Di Francesco sono stati
rimpiazzati nel migliore dei modi dai loro sostituti e Lorenzo
Pellegrini ha offerto una prestazione nuovamente eccellente dopo quella
di sabato scorso contro la Lazio.
Ma al di là del risultato e probabilmente anche della pochezza
dell'avversario, quello che maggiormente ha colpito è stato
l'atteggiamento dei giocatori giallorossi nell'approcciarsi e
nell'affrontare la partita, diametralmente opposto a qualche settimana
fa.
Basti pensare l'indolenza proposta nella partita di Bologna e
confrontarla con la convinzione di ieri sera.
Pellegrini, come detto, è stato l'autentico leader del centrocampo: ha
pressato ovunque, rubato palla e proposto soluzioni in avanti (suo
l'assit per il gol di Under con un bel passaggio filtrante).
Fazio è apparso finalmente in forma e ha ritrovato il giusto passo per
fare il regista difensivo, ruolo che in quest'avvio di stagione è
tremendamente mancato alla Roma: con lui dietro, la manovra giallorossa
ha un uomo in più da cui partire e non deve necessariamente aspettare
De Rossi che venga a prendere il pallone.
Dzeko ha segnato la sua seconda tripletta in giallorosso al Viktoria
Plzen, dopo quella realizzata in Europa League nel 2016 e ha offerto
una prova a 360 gradi come spesso ha fatto lo scorso anno.
Under e Kluivert sono stati finalmente più concreti anche sotto porta,
dove hanno arrotondato il risultato mandando un chiaro segnale al Real
Madrid e alle altre squadre della Champions League: la semifinalista
dello scorso anno è (finalmente) tornata.
01
Ottobre 2018:
Inserita
la pagina di Roma-Lazio,
7 Giornata di Campionato 2018/2019.
La Roma cancella la Lazio.
La tempesta, forse, è passata.
Quello che fino ad un paio di settimane fa sembrava essere una crisi
senza fine e senza soluzione in casa giallorossa, con due vittorie
consecutive pare essere superata.
È solo l'inizio e non bisogna abbassare la guardia, ben inteso.
Tra l'altro le due vittorie consecutive in campionato sono arrivate
contro una squadra già condannata alla Serie B (il Frosinone) e una che
non è proprio di primissimo ordine (la Lazio) anche se sempre di derby
si parla.
Ma comunque la squadra biancoceleste quest'anno pare addirittura
peggiore di quella dell'anno passato con un allenatore sopravvalutato e
destituito d'ufficio qualche settimana fa addirittura dal suo
presidente con una telefonata che dovrebbe aver fatto ben capire come
funzionano le cose da quelle parti...
Rimanendo in casa giallorossa, invece, nonostante l'ulteriore possibile
destabilizzazione causata dall'uscita dell'autobiografia di Totti che
ha portato alle dimissioni di Franco Baldini (ma si è dimesso davvero
poi?) e alle risposte piccate dell'ex allenatore Spalletti, un ambiente
che cercava solo stabilità ha rischiato di essere nuovamente scosso
alla vigilia di una delicata partita.
E invece stavolta (di nuovo) è stato bravo Di Francesco, che ha mandato
un campo una formazione accorta e astuta, ha puntato soprattutto sui
calciatori d'esperienza e ha dato fiducia a Santon, apparso già contro
il Frosinone in buona forma, alzando quasi a sorpresa Florenzi in
avanti al posto di Under, che pure era apparso tra i migliori nelle
ultime uscite.
La svolta della gara contro la Lazio, comunque, è arrivata con
l'infortunio di Pastore: la Roma non stava girando bene e l'argentino
sembrava quasi un pesce fuor d'acqua. Il suo risentimento al polpaccio
ha costretto Di Francesco ad inserire Lorenzo Pellegrini al suo posto e
il giallorosso ha impiegato pochi minuti per spegnere definitivamente
tutte le critiche che gli erano piombate addosso in quest'inizio di
stagione.
Ha avuto il merito di sbloccare il risultato su una palla sporca in
area laziale spizzata da Dzeko e El Shaarawy (ha segnato di tacco,
proprio come i due gol segnati finora da Pastore: una casualità?) e ha
offerto una prestazione brillante, fatta di giocate in verticale e
interdizione perfetta. Di Francesco voleva vedere proprio
quest'attitudine dai suoi giocatori, prima ancora del gioco vero e
proprio.
Nella ripresa Fazio ha rischiato di rovinare tutto, mandando in gol
Immobile: in altre occasioni questa sarebbe stata la mazzata che
avrebbe steso la Roma.
Ma non questa volta, non questa "nuova" (?) Roma. I giallorossi non si
sono disuniti, non hanno accusato il colpo, ma anzi hanno continuato a
giocare come se niente fosse.
Dzeko si è arrabbiato in un paio di occasioni con El Shaarawy, reo di
essere stato troppo egoista e di non averlo servito. Pellegrini (ancora
lui) si guadagna una punizione dal limite sulla quale si avvicina
Kolarov, l'ex di turno.
Uno cambio di occhiate con Dzeko, messosi nella barriera laziale a
disturbare. Un paio di parole d'intesa tra i due. Kolarov parte e
segna, umiliando uno Strakosha posizionato come peggio non poteva.
Esultanza incontenibile per Kolarov (che pare abbia giocato addirittura
con un dito del piede fratturato), che in un attimo cancella il suo
passato biancazzurro. Proprio come Arne Selmosson, lo svedese "Raggio
di Luna" che alla fine degli anni 50 fece la stessa trafila di Kolarov:
prima alla Lazio segnando contro la Roma in un derby, poi alla Roma
segnando alla Lazio.
La Roma è ormai padrona del campo con una Lazio alle corde e incapace
di reagire, con Simone Inzaghi che non sa più come scuotere i suoi, e
con Fazio che nel finale segna di testa il definitivo 3-1 riscattandosi
dall'errore madornale commesso sul gol della Lazio.
Adesso la Roma si è rimessa in carreggiata, nella giusta direzione in
campionato. Ora deve fare lo stesso per quanto riguarda la Champions
League, a partire da domani contro il Viktoria Plzen.
Gli avversari sono dello stesso livello (più o meno) di quelli
incontrati dai giallorossi nelle ultime due gare.
Ma sarà comunque importante non abbassare la guardia e portare a casa
un risultato pieno e rotondo. Per non vanificare quanto di buono fatto
in queste ultime due partite.
27
Settembre 2018:
Inserita
la pagina di Roma-Frosinone,
6 Giornata di Campionato 2018/2019.
Forse i fischi hanno smosso qualcosa.
Non era una prova troppo attendibile la partita contro il Frosinone.
La squadra ciociara è fino ad ora la peggiore dell'intero torneo, non
ha ancora segnato un gol in campionato e difficilmente riuscirà a
salvarsi dalla retrocessione.
Ma lo stesso discorso poteva valere per il Chievo due giornate fa. O
per lo stesso Bologna domenica scorsa.
Eppure contro i clivensi e la squadra rossoblu la Roma ha racimolato
appena un punto e due pessime figure.
Per cui era lecito attendere la partita contro il Frosinone con
discreta ansia e timore sul futuro giallorosso.
La contestazione dei tifosi era nell'aria ed in più nelle ultime ore le
parole di Franco Baldini a seguito dell'autobiografia di Totti (auguri,
immenso Capitano per i tuoi 42 anni) avevano scosso ancora di più la
vigilia della partita, a pochi giorni di distanza dal derby.
Di Francesco aveva chiesto una prova di carattere dai suoi uomini, più
che dai giocatori: l'ha ottenuta anche per merito suo, visto che ha
schierato ls formazione nel miglior modo possibile considerando gli
uomini che ha a disposizione, dando maggiore libertà a Pastore e
rafforzando il centrocampo con la cerniera formata da De Rossi e Nzonzi.
Di sicuro il tutto è stato facilitato dal gol di Under (splendida la
costruzione) arrivato dopo appena 2 minuti di gioco che ha messo la
partita in discesa.
Il raddoppio di Pastore (ancora una volta di tacco) dopo pochi minuti
ha tagliato definitivamente le gambe agli avversari e reso il resto
della partita poco più che un'amichevole in vista della partita contro
la Lazio di sabato pomeriggio.
Ora, purtroppo, l'ambiente giallorosso ha già cominciato con le
banalità tipo "Il derby è la partita della vita", "La partita più
importante della stagione", "Voglio vedere il fuoco nei giocatori",
"Sento già l'ansia da derby"...
La cosa grave è che queste frasi non le hanno dette i tifosi, più che
leggittimamente, ma i protagonisti in campo: se veramente fosee la
partita più importante della stagione, allora le cose starebbero
veramente messe male per la Roma.
La Roma deve avere necessariamente altri obiettivi, deve pensare che le
partite di fondamentali importanza, quelle "della vita", devono
diventare stabilmente quelle contro la Juventus, contro il Real Madrid
o il Barcellona, o contro il Liverpool come lo scorso anno.
Altrimenti resterà sempre la solita squadra incompiuta, che perde a
Bologna o a Milano contro il Milan di Gattuso, che si fa recuperare due
gol dal Chievo in casa.
E che aspetta con "ansia" il derby contro la Lazio. Dopo la convincente
prova mostrata contro il (pessimo) Frosinone.
È giunto il momento di crescere, una volta per tutte.
25
Settembre 2018:
Inserite le Amichevoli
1950/1951: l'onta della Serie B.
La
stagione appena conclusa, aveva visto la squadra giallorossa salvarsi
per il rotto della cuffia, con non pochi strascichi post campionato e
decisioni extra campo arrivate a torneo già chiuso, che per fortuna non
cambiarono le sorti della Roma.
La nuova stagione si apre con la
corsa all'acquisto di giocatori svedesi da parte di un po' tutte le
società italiane, dato che la Svezia fu la vera rivelazione del
Mondiale brasiliano del 1950.
Alla Roma arrivarono Sundqvist, Andersson e Knut Nordahl, fratello del
ben più famoso Gunnar: neanche il loro arrivo riusci ad evitare
l'inevitabile, e cioè la retrocessione in Serie B, evitata come detto
per il rotto della cuffia nelle ultime due stagioni.
Il ritiro svolto a Rieti, vide le amichevoli disputate contro una
rappresentativa giovanile di Rieti e un'amichevole tra la squadra A e
la squadra B giallorossa (non documentata in queste pagine perché
ritenuta poco attinente alla storicità del sito).
Poi la squadra fece rientro a Roma passando prima per Latina dove giocò
contro la squadra locale e poi allo Stadio Nazionale venne disputata la
"partita della riconciliazione" tra la Roma e il Novara, dopo gli
strascichi dell'anno precedente.
Una squadra allestita male e probabilmente allenata peggio (durante
l'anno vennero sostituiti 3 allenatori: si partì con Baloncieri,
sostituito poi da Serantoni e quando ormai l'inevitabile era alle porte
la squadra venne affidata a Guido Masetti), durante il resto della
stagione disputò appena altre 3 amichevoli, contro la Romulea, contro
il Sora e contro l'IFK Norrkoping, anch'essa non più la squadra di un
tempo che sfornava campioni ad ogni stagione.
24
Settembre 2018:
Inserita
la pagina di Bologna-Roma,
5 Giornata di Campionato 2018/2019.
Roma allo sbando più totale.
5 punti in 5 gare. La zona Champions che al momento è più un miraggio
che un obiettivo.
Una squadra senza capo né coda. Un allenatore che non sa più che pesci
pigliare e chi e come mettere in campo. Giocatori che ormai,
evidentemente, hanno abbandonato la nave che affonda.
Il Bologna (di Pippo Inzaghi...) nelle precedenti quattro gare non era
riuscito a segnare uno straccio di gol, ieri ne ha segnati due alla
difesa più inguardabile della Serie A.
Così come era successo la settimana scorsa contro il Chievo. E prima
ancora con il Milan. O con l'Atalanta.
Le prime due squadre candidate a scendere di categoria, mentre i
rossoneri e i bergamaschi a fare un anonimo campionato da metà
classifica.
I giallorossi hanno ormai abbandonato la nave e soprattutto il loro
timoniere, quel Di Francesco che lo scorso anno ha portato questa
stessa squadra (giocatore più, giocatore meno) ad una semifinale di
Champions League.
Perché non va dimenticato: se molti di quei giocatori che nella
carriera non hanno vinto niente lo scorso anno si sono ritrovati a
giocare contro il Liverpool in semifinale lo devono soprattutto al loro
allenatore, che contro tutto e tutti era convinto di riuscire
nell'impresa.
Quest'anno invece tutto si è sciolto come neve al sole. Quegli stessi
giocatori chissà per quale motivo hanno deciso di voltare le spalle a
Di Francesco a stagione appena iniziata.
I segnali sono chiari ed eloquenti: "Non ci alleniamo bene durante la
settimana", dicono i giocatori. "I ragazzi non fanno ciò che gli chiedo
di fare", dichiara l'allenatore.
È ora di finirla con la storia del mercato e delle motivazioni crollate
dopo la vendita di Strootman: davvero questi giocatori non sono in
grado di battere la squadra B dell'Atalanta o il Chievo da serie B o il
Bologna di Pippo Inzaghi che ancora non aveva segnato lo straccio di un
gol?
A prescindere dal modulo tattico con cui si scende in campo?
Per favore, non siate ridicoli. Non siate ridicoli nel twittare
dall'altra parte del pianeta di essere disgustati. Non siate ridicoli
nel comunicare di andare in ritiro a Trigoria: l'avete detto voi che
tanto non vi allenate bene. Ritiro o non ritiro. Ritiro, poi, a due
passi da casa e con tutti i comfort di sempre. Ritiro che, nel caso di
un risultato positivo contro il Real Frosinone (perché a questo punto
anche il Frosinone mette paura) finirà come se niente fosse.
Una società seria, in questo momento, a reti unificate difenderebbe il
proprio allenatore e metterebbe a tacere tutte le chiacchiere da bar
che da troppe settimane girano intorno al nome di Di Francesco. Conte,
Paulo Sousa, Montella, Blanc... tutti nomi che non risolverebbero i
problemi di questa Roma.
Perché il problema non è e non può essere il tecnico. Ne sono cambiati
troppi negli ultimi anni, e alla seconda stagione (più o meno) tutti
hanno fatto la stessa fine. È evidente che gli errori vadano trovati
altrove.
20
Settembre 2018:
Inserita
la pagina di Real
Madrid-Roma, 1 Giornata del Girone G di Champions League 2018/2019.
La Roma fa quel che può, cioè poco.
Parliamoci chiaro: non era questa la partita da cui ci si poteva
aspettare qualcosa dalla Roma. Dalla Roma di questi tempi.
Oltretutto già presentarsi in campo con un esordiente totale non solo
della Champions League, ma proprio in generale, non prometteva nulla di
buono.
Per carità: Zaniolo non ha colpe e anzi è stato tra i "migliori", ha
mostrato buone qualità e soprattutto una grande personalità, non
sentendo affatto il peso dell'esordio sulle sue spalle. D'altronde, se
è stato già convocato in Nazionale senza aver ancora esordito in Serie
A, è evidente che abbia delle enormi potenzialità.
Di Francesco evidentemente ha voluto mandare dei segnali neanche troppo
velati ad alcuni dei suoi giocatori: anche mandare Karsdorp e Kluivert
in tribuna è segno evidente che qualcosa non è andato giù al tecnico
giallorosso.
Resta comunque il fatto che la Roma a Madrid ha comunque offerto una
prova scialba, senza capo né coda, l'ennesima di questo inizio di
stagione, in cui il Real ha fatto il bello e cattivo tempo, a tratti ha
umiliato la Roma, con giochetti irriverenti e tentativi di "no-look"
fastidiosi.
Nel primo tempo è stato un autentico assedio, con continui tiri al
bersaglio e una serie infinita di calci d'angolo battuti dalle
merengues.
Una volta preso il gol di Isco allo scadere del primo tempo, poi, le
speranze di uscire indenni dal Bernabeu si sono definitivamente spente.
Ci sono tante, troppe cose che non vanno in questa Roma.
La condizione fisica di molti giocatori: Fazio è la controfigura del
giocatore dello scorso anno e, forse, con Kolarov si è ripetuto
l'errore commesso con Maicon. Un giocatore spremuto che ora non ne ha
praticamente più. Andava forse sostituito con qualcuno di più
affidabile di Santon?
Nzonzi non può essere questo. Sembra la controfigura di Andrade, con
piedi meno raffinati: possibile che sia così lento nelle giocate e
prima ancora nel pensarle?
Alla Roma manca un regista difensivo, da anni: con Fazio in queste
condizioni e con i piedi e la visione di gioco di Manolas, De Rossi è
costantemente costretto a venire sulla linea della difesa a provare ad
impostare il gioco: il greco ha provato un paio di volte a lanciare i
compagni sulle fasce, col risultato che la palla si è persa in tribuna.
Florenzi pare essere tornato quello che, irriverente, si innervosiva
con Iturbe perché non capiva le sue giocate. Ma ora non prova neanche
le giocate.
In avanti Dzeko, poco supportato dai compagni, viene fagocitato dai
difensori avversari.
Schick... lasciamo perdere.
Eppure, in questa valle di lacrime, c'è qualcosa a cui appigliarsi.
Nonostante tutto.
Come detto, la personalità di Zaniolo. Non può passare inosservata.
La voglia di provarci di Under, senza dubbio l'ultimo ad arrendersi e
quello che ha tentato in più di un'occasione a tagliare la difesa del
Real Madrid.
E infine un (ri)trovato portiere: Olsen ha impedito che la Roma subisse
un passivo decisamente più ampio, di quelli che fanno tornare in mente
bruttissimi ricordi di Champions.
I tifosi della Roma scoprirono Alisson nella prima partita di Champions
dello scorso anno, quando contro l'Atletico Madrid salvò il risultato
con alcuni interventi decisivi.
Che anche il destino di questo portiere, e di questa Roma, passi
nuovamente per una serata di Champions contro una squadra di Madrid?
17
Settembre 2018:
Inserita
la pagina di Roma-Chievo,
4 Giornata di Campionato 2018/2019.
Non ci siamo, proprio non ci siamo.
Punto e a capo. La Roma è di nuovo al punto di partenza.
Per colpa del mercato, per colpa di Monchi, di Pallotta, per colpa di
Di Francesco, per colpa della tenuta fisica, per colpa della
concentrazione dei giocatori.
Per tutti questi motivi. E molti, molti di più.
Ma nonostante ciò, non si può non vincere contro una squadretta da
Serie B come il Chievo. Perché in Serie B finirà.
La Roma, questa Roma, anche questa Roma, non può ritrovarsi ad appena 4
punti dopo 4 giornate. Con la bellezza di 7 reti subite.
Dopo aver giocato contro il Torino, la seconda squadra dell'Atalanta,
il peggior Milan dopo quello allenato da Brocchi e questo Chievo.
Non può trovarsi già a 5 punti dal Napoli, addirittura sotto la Lazio.
Si vocifera che ai giocatori manchino stimoli e obiettivi, con la
convinzione di essere di passaggio e non vincere nulla con questa
maglia.
Può darsi anche questo. Ma questi stessi giocatori non sono in grado di
vincere queste partite? Anche giocando al 50%?
Dov'è Nzonzi campione del mondo? Dov'è il Manolas che strabuzzava gli
occhi dopo il gol segnato al Barcellona? Che fine ha fatto Perotti?
E gli altri? Tutti ancora tristi e sconsolati per la partenza
improvvisa di Strootman?
Che cosa sta facendo Di Francesco nello spogliatoio e in panchina? Che
idea si è fatto di questa Roma? Come la vorrebbe plasmare? Che identità
gli vuole dare?
Ancora con questa storia della mancanza di concentrazione? Nelle ultime
8 stagioni sulla panchina giallorossa si sono succeduti 6 allenatori, e
tutti indistintamente hanno ripetuto sempre la stessa tiritera:
mancanza di concentrazione.
E sì che sono cambiati parecchi giocatori.
Ne vogliamo cambiare un altro? Ancora uno? Per metterci chi, poi? Un
altro "di passaggio"?
Sarebbe il caso di raddrizzare questa barca alla deriva: questa Roma
con il minimo sforzo arriverà ugualmente quarta, obiettivo minimo.
Ma bisogna perlomeno volerlo. Altrimenti è tutto inutile.
Altrimenti portiamo il pallottoliere mercoledì a Madrid.
14
Settembre 2018:
Inserite le Amichevoli
1949/1950: rivoluzione infruttuosa.
La
salvezza stentata ottenuta l'anno precedente, fanno correre ai ripari
la nuova dirigenza giallorossa, e si punta tutto sul nuovo allenatore
che siederà sulla panchina della Roma, Fulvio Bernardini.
Il mitico
"Fuffo", appena insediatosi, opera un'autentica rivoluzione tecnica,
seppur limitato dalle casse sempre più vuote della società: in pratica
vengono venduti buona parte dei giocatori che non venivano ben visti
dal nuovo allenatore e ne vengono acquistati tanti, troppi, soprattutto
giovanissimi, provenienti da serie estremamente inferiori e anche da
squadre al limite del professionismo.
E così, alla Roma approdano giocatori che non vedranno praticamente mai
il campo in partite ufficiali, e anche nelle amichevoli di allenamento
non riusciranno a mettersi in mostra.
È il caso di Fabbri, Redeghieri, Stocco, Marra, Baldieri, Nicoletti, De
Carolis, a cui vanno aggiunti giocatori delle giovanili giallorosse
aggregati in prima squadra, quali Casciotti, Talarico, Frattaroli: un
autentico esercito di semisconosciuti, molti dei quali non sono
reperibili neanche informazioni sul nome di battesimo.
Neanche le amichevoli a cui parteciperanno saranno di estrema levatura,
se si considera che oltre le amichevoli precampionato svolte durante il
ritiro precampionato, durante la stagione ne verranno svolte alcune
contro l'INA, il F.A.T.M.E., il Formia, l'Isola Liri... squadre che non
giocano se non a livello amatoriale.
Tra tutti questi acquisti più o meno inutili, qualcuno comunque
riuscirà ad emergere.
È il caso di Carlo Lucchesi proveniente dall'Edera Trieste, oppure di
Arangelovic pescato a stagione iniziata tra i profughi slavi, oppure di
Amos Cardarelli: Fulvio Bernardini lo scova nel Ludovisi e, benché il
mercato dei calciatori sia già chiuso, lui fa carte false per far
approdare alla Roma questo diciassettenne di cui molti ne parlano bene.
Resterà in giallorosso ben 7 anni, diventando un punto di riferimento
fondamentale per la difesa giallorossa negli anni a seguire.
Purtroppo la stagione terminerà Bernardini rimosso dal suo incarico
tecnico e con la Roma che si salverà solo alla penultima giornata, con
strascichi giudiziari che lasceranno col fiato sospeso tutti i tifosi
giallorossi.
Fiato che verrà definitivamente spezzato l'anno successivo, quando,
inevitabilmente, la Roma retrocederà inesorabilmente in serie B.
04
Settembre 2018:
Inserite le Amichevoli
1948/1949: anche Amadei saluta la Roma.
La Roma continua nella sua scellerata campagna di smobilitazione
vendendo anche gli ultimi pezzi pregiati rimasti in rosa.
Dopo un lungo tira e molla, anche Amedeo Amadei, il grande bomber di
Frascati, viene ceduto all'Inter.
Arrivano Tontodonati e Venturi, ma la partenza del "fornaretto" è un
autentico colpo al cuore per le già traballanti coronarie dei tifosi
giallorossi, che vedranno la Roma nuovamente salvarsi dalla serie B
solo nelle ultime giornate di campionato.
Nel mentre, una grave crisi societaria che nei primi mesi del 1949 si
sviluppò a causa di un contenzioso interno tra il Presidente in carica
Pietro Baldassarre e i soci vitalizi che portò all'avvicendamento di
tutto il direttivo societario.
Baldassarre venne sostituito dopo 6 mesi di crisi dal senatore
democristiano Pier Carlo Restagno.
La stagione inizia con il ritiro a Sora e con 3 amichevoli in ciociaria
e una a Colleferro.
Vengono provati alcuni giovani per testarne le capacità: Siro Paolini
proveniente dall'Arezzo rimane nella rosa, mentre Maide Capacci,
tuscanese del Latina, viene girato al Grosseto in quanto ritenuto non
ancora pronto per la Roma.
Altre amichevoli durante l'anno non allontanano il timore di una
possibile retrocessione per la squadra giallorossa: la Fortitudo, la
"Viaggiante Danubiana" e l'Anzio sono solo delle buone allenatrici,
mentre il Chieti verso il finale di stagione mette in risalto tutti i
limiti di questa Roma ormai alla deriva.
Vengono decise anche due tournée estere: una tra le colonie francesi in
Algeria e la Francia, e un'altra in Germania.
La Roma viene accolta molto bene ad Algeri e desta un'ottima
impressione, mentre a Marsiglia cede di schianto forse anche per le
tossine accumulate durante le trasferte.
Torna poi in Germania per la prima volta dalla fine della guerra
mondiale e affronta prima il Waldhof Mannheim e poi il Monaco 1860 in
due amichevoli che saranno poco più che due passerelle per smaltire le
fatiche stagionali.
03
Settembre 2018:
Inserita
la pagina di Milan-Roma,
3 Giornata di Campionato 2018/2019.
Mister, che risposte ha avuto?
Di Francesco, dopo il mezzo passo falso contro l'Atalanta, aveva
chiesto delle risposte dai suoi giocatori.
Difficilmente quelle che ha ottenuto dalla gara contro il Milan, il
peggior Milan dopo quello allenato da Brocchi, lo avranno soddisfatto.
Ma difficilmente avranno soddisfatto i suoi giocatori anche alcune
scelte scellerate decise dal tecnico prima della gara.
In molti, tanti, troppi, dopo la partita contro l'Atalanta hanno
invocato un ravvedimento da parte del tecnico riguardo il suo "credo"
tattico, il suo 4-3-3 che non potrebbe, secondo questi scenziati della
carta stampata, essere attuato con i giocatori che la società ha
fornito al tecnico.
E quindi giù col tam tam della richiesta di un cambio di modulo, di far
giocare Schick e Dzeko insieme, di far giocare Nzonzi e De Rossi
insieme, di spostare Pastore dietro le punte "perché non può fare la
mezzala", di giocare con la difesa a 3 perché così dietro si balla di
meno.
Detto, fatto.
Di Francesco è caduto nella trappola e ha ceduto alle critiche, ha
ceduto alle richieste, ha fatto tutto ciò che non doveva fare.
Ha minato la sua credibilità all'interno dello spogliatoio, è sceso a
compromessi quando non avrebbe dovuto, ha prestato il fianco ai suoi
denigratori.
Dopo che per mesi ha allenato i propri giocatori ad un certo tipo di
gioco, li ha fatti scendere in campo in tutt'altro modo.
Karsdorp ad esempio che da più di un anno non vedeva il campo, si è
sempre allenato in una difesa a 4: alla prima occasione di tornare
titolare viene schierato a centrocampo con una difesa a 3. Complimenti.
Pastore, a cui da giugno gli si cheide di calarsi nella realtà di
giocare come mezzala, dopo appena due partite viene proposto titolare
come trequartista. Non c'è male, direi.
È inutile girarci intorno: Dzeko e Schick insieme non possono giocare.
Il ceco non trova la posizione in campo e con lui in campo anche il
bosniaco cala di rendimento e si innervosisce non poco.
Non può essere un caso se nel secondo tempo contro il Milan, dopo che
Di Francesco è tornato sui suoi passi, la Roma è sembrata essere più a
suo agio in campo e, senza strafare, aveva trovato il pareggio e stava
portando in porto un punticino che perlomeno serviva al morale.
Ma poi a tempo praticamente scaduto, l'errore di Nzonzi (ma non si era
detto che non aveva i 90 minuti nelle gambe?) ha dato il là alla
vittoria rossonera.
Con Gattuso ad esultare, incredulo di aver ricevuto tanta grazia e
benevolenza...
28 Agosto
2018:
Inserita
la pagina di Roma-Atalanta,
2 Giornata di Campionato 2018/2019.
Liberare gli armadi dagli scheletri.
Liberare
l'armadio di Olsen dallo scheletro di Alisson: il portiere brasiliano
non c'è più, inutile fare raffronti, confronti, paragoni. Olsen è un
buon portiere, ma il gol del 3-1 dell'Atalanta non si può vedere su
nessun campo di pallone.
Liberare l'armadio di Cristante, Pellegrini, Coric e chiunque altro
scenderà in campo a centrocampo al posto di Strootman: l'olandese è
volato a Marsiglia, fa ormai parte del passato. Giusto o sbagliato che
sia. Non importa chi l'abbia voluto di più, se lui o la società. La
Roma resta ed è questa l'unica cosa che conta. Punto.
Liberare l'armadio di Pastore da tutti gli scheletri precedenti di
tutti quelli che passati per Roma hanno detto "Dopo il gol ci siamo
rilassati".
Ma rilassati di cosa? Per cosa? Perché arrivati a Roma i giocatori si
"rilassano" dopo 2 minuti di gioco?
Liberare l'armadio di Schick dallo scheletro di Amadei e di tutti i
bomber che hanno vestito la maglia giallorossa: altri, al suo posto,
quella palla del possibile 4-3 l'avrebbero scaraventata in porta
spaccando il portiere, la porta, la rete, i tabelloni pubblicitari, la
curva e anche la tangenziale.
Gollini compie un miracolo, ok, ma quella palla va buttata in rete.
Senza se e senza ma.
Non è giustificabile un primo tempo come quello di ieri. L'Atalanta si
è presentata a Roma quasi con una formazione B dopo le fatiche di
Europa League, e oltretutto la partita si era messa subito nel migliore
dei modi, con quel colpo di tacco di Pastore.
Non si possono regalare 9 calci d'angolo in 10 minuti agli avversari.
Non si può prestare il fianco in quella maniera. Non ci si può
addormentare come Manolas su Zapata sul gol del 2-1 atalantino.
Differenza di forma? Certo. Testa ancora scossa per l'improvvisa
partenza di Strootman? Probabile. Polsi e gambe tremanti per alcuni
scesi in campo da titolari? Sicuro.
Ma già lo scorso anno si sono lasciati troppi punti per strada
all'Olimpico contro squadre di rango inferiore. Che non si ripeta la
stessa cosa quest'anno è categorico.
Siamo appena alla seconda giornata. E già ci si ritrova a dover
rincorrere.
27 Agosto
2018:
Inserite le Amichevoli
1947/1948: "Sistema" contro "Metodo".
Il
campionato di Serie A più lungo della storia, si apre per la Roma con
l'ingaggio di Imre Senkey, allenatore che fa della nuova tattica
"Sistema" il suo unico credo.
Tutte le maggiori formazioni italiane
(e non) ormai hanno abbandonato il "Metodo" e si affidano alla nuova
tipologia di gioco, ma per farlo servono giocatori adatti al modulo. E
la Roma non ne ha. E, soprattutto, non ha i mezzi economici per poterli
andare a prendere.
L'unico giocatore degno di una certa nota che viene acquistato dalla
società giallorossa è Gyula Zsengeller, ungherese dell'Ujpest, che
arriva a campionato già iniziato per una cifra spropositata per le
casse giallorosse.
Fin dall'inizio della stagione vengono svolte tantissime amichevoli, un
vero e proprio campionato parallelo, proprio per cercare di far
assimilare la nuova tattica ai giocatori giallorossi, ma i risultati
sono disastrosi.
Nel precampionato si perde nuovamente a Terni (come accadde nell'anno
dello scudetto, ma il risultato a fine stagione non sarà lo stesso),
poi una serie infinita di amichevoli contro squadre minori della città
di Roma: in tutt emerge che i giallorossi hanno serie difficoltà a
giocatore col "Sistema".
Dopo non poco tempo se ne accorge finalmente anche la società che
decide di rimuovere il tecnico unghere dal suo incarico e affidare la
squadra a Brunella, giocatore ancora in rosa che ripristina
immediatamente il "Metodo".
Le cose migliorano non poco, anche se la Roma dovrà lottare fino
all'ultimo per non retrocedere.
Si torna anche a viaggiare in Europa per disputare delle partite
amichevoli: dopo aver accolto allo Stadio Nazionale prima l'Ujpest e
poi il Club Olympique Roubaix-Tourcoing, la Roma si dirige nella vicina
Bellinzona per incontrare la capolista del campionato elvetico.
La lunga lista di amichevoli si chiude il 23 Giugno 1948 (a campionato
ancora in corso) a Montecatini, dove viene provato per la prima volta
anche un certo Arcadio Venturi, della Vignolese.
Tra i vari giocatori che vengono provati con la maglia giallorossa, a
parte i vari portieri delle squadre avversarie che spesso scendono in
campo con la maglia giallorossa (e di cui per molti non si hanno
notizie), troviamo: Crociani, Mingarelli, Pio Trasmondi, Mihaly Voros e
Ioan Bogdan (entrambi scappati dall'Ungheria e alla ricerca di una
nuova squadra: si accaseranno al Bari), e infine Gyorgy Sarosi
anch'esso ungherese e che qualche anno più tardi siederà sulla panchina
giallorossa come allenatore.
Nella foto sopra, uno dei gol di Pesaola della sua tripletta rifilata
al B.P.D. Colleferro il 31 Agosto 1947.
20 Agosto
2018:
Inserita
la pagina di Torino-Roma,
1 Giornata di Campionato 2018/2019.
Dzeko risolve una gara difficile.
Riparte ufficialmente la stagione e la Roma ricomincia vincendo.
Un campionato che si preannuncia difficile, con le milanesi che pare
possano rientrare nel giro delle grandi e con la Juve che si è
rinforzata ancora di più con l'acquisto del numero uno al mondo,
Cristiano Ronaldo.
I giallorossi, dal canto loro, hanno fatto una campagna acquisti
oculata, cercando di dare i giocatori giusti a Di Francesco ma puntando
anche sulla giovane età di alcuni: le partenze di Nainggolan e Alisson,
per quanto giustificate dai numeri e dalle cifre, sono comunque due
partenze pesanti e i loro sostituti dovranno faticare non poco per
farli dimenticare in fretta.
Ad ogni modo, la Roma riparte col piede giusto, nonostante la difficile
partita sul caldissimo (non solo meteorologicamente parlando) terreno
di gioco del Torino.
Di Francesco opta per una formazione basata sull'usato sicuro,
inserendo solo Pastore (e naturalmente Olsen) come nuovo nella
formazione titolare: il talento argentino ha stentato a trovare la
posizione giusta e forse è ancora lontano dalla forma migliore.
La squadra granta, invece, ha puntato tutto sulla velocità e
sull'aggressività per cercare di affondare la Roma, senza però non
impensierire troppo la porta difesa dal nuovo portiere svedese.
Era invece la Roma che in più di un'occasione andava vicino al gol,
colpendo un palo prima con Kolarov servito magistralmente da Dzeko e
poi dallo stesso bosniaco (forse un po' troppo egoista nella
circostanza).
La ripresa inizia sulla falsa riga del primo tempo e il Torino segna
anche un gol con l'ex Iago Falque, giustamente annullato però per
fuorigioco, nonostante le proteste dei granata.
Nel finale, con l'ingresso del baby Kluivert, la partita cambia di
scatto e proprio da un'accelerazione del giovane olandese parte il
cross perfetto per il colpo al volo vincente di Dzeko: corsa sotto il
settore dei tifosi giallorossi e festa grande.
Il campionato è quindi ricominciato nel migliore dei modi, almeno per
quanto riguarda il risultato, per il gioco bisognerà invece aspettare.
La Juve vince con fatica a Verona, il Napoli ribalta la Lazio, l'Inter
invece cade col Sassuolo.
Il Milan, invece, deve rinviare il proprio esordio per la partita non
disputata contro il Genoa (così come la Fiorentina e la Sampdoria): i
recenti fatti di cronaca accaduti a Genova, hanno spinto la Lega a far
rinviare le partite delle squadre genovesi. Decisione che poteva essere
presa per tutte le squadre, per non falsare già in partenza un
campionato che già di suo lo sarà, visto il regolamento che quest'anno
prevede un campionato-spezzatino sulla falsa riga di quello inglese.
Con buona pace dei tifosi che dovrano fare i salti mortali per poter
seguire le partite allo stadio e in tv. Ma questo è il calcio
moderno...
19 Agosto
2018:
Inserite le Amichevoli
1946/1947: inizia il lento declino.
Il
campionato di Serie A è ormai tornato alla normalità, con tutte le
problematiche del caso, e la Roma non riesce a riprendersi dalle
difficoltà finanziarie che a cavallo della guerra la hanno attanagliata.
Con pochissimi soldi in cassa, la società prova a fare quel che può nel
mercato estivo, dal quale però non arriva nessun nome degno di nota,
anche se in molti sono pronti a scommettere sui due argentini Esperon e
Di Paola.
Anche Amadei comincia ad avere sulle spalle il peso dell'età, e l'unico
degno di nota a fine anno risulterà essere Omero Losi, proveniente
dalla Reggiana che a fine anno avrà realizzato 6 reti in 28 presenze.
Il precampionato si apre con 4 amichevoli di facile caratura, per far
tornare in forma i giocatori: a Viterbo, a Roma contro una compagine di
profughi della Dalmazia, a Civita Castellana e a Tivoli.
Già da queste prime battute, i giallorossi non brillano mai e un
cattivo presagio comincia ad aleggiare sulla squadra capitolina.
Anche durante l'anno vengono disputate poche amichevoli di scarso
prestigio, anche se torna a Roma l'Ujpest, la forte squadra ungherese
che fu la prima a disputare una partita contro la neonata Associazione
Sportiva Roma nel 1927.
L'11 Maggio, poi, contro la Salernitana la partita amichevole è ricca
di commozione tra i giocatori in campo, visto che appena due giorni
prima su un campo di periferia durante una partita di vecchie glorie,
colto da infarto muore Attilio Ferraris IV, lo storico capitano della
Roma campione d'Italia.
Si chiude il giro di amichevoli il 19 Giugno 1947 sul campo del
Sorrento, e qualche domenica dopo finisce anche il campionato che vede
la Roma salvarsi per il rotto della cuffia ad appena due punti dalla
retrocessione.
Nella foto sopra, l'articolo del Corriere dello Sport del 9 Maggio 1947
che annuncia l'improvvisa scomparsa di Attilio Ferraris IV.
03 Agosto
2018:
Inserite le Amichevoli
1945/1946: l'Italia prova a ripartire.
La guerra è finalmente finita e l'Italia tenta di rialzarsi piano piano.
Il suolo italiano è ancora per buona parte militarizzato, e anche per
giocare le partite amichevoli o del nuovo, lunghissimo campionato
allargato bisogna chiedere preventivamente ai militari inglesi la
possibilità di utilizzare gli impianti sportivi.
In questo clima, la Roma si avvia ad affrontare la nuova stagione con
alcune amichevoli precampionato, a Roma e nei suoi immediati dintorni.
Il nuovo allenatore Degni ha poco tempo e poche risorse per preparare
la squadra.
Viene affrontata due volte l'Ostiense, poi l'Italia Libera, l'Angelana
(squadra di Santa Maria degli Angeli, frazione di Assisi), la Civita
Castellana e la squadra della Juventus Roma.
Viene provato il giovane Alfredo Chiaretti, reatino con un passato
nelle giovanili della Lazio, che però non riesce a farsi ingaggiare.
Durante l'anno, fitto di partite, vegono disputate solo 3 amichevoli:
la prima contro la Triestina è un qualcosa che va anche al di là del
semplice confronto sportivo.
In quel periodo la città giuliana era occupata dagli alleati e dai
soldati jugoslavi di Tito. Per questa ragione, alla presenza sugli
spalti del Presidente Alcide De Gasperi, la Roma scese in campo con la
maglia verde, pantaloncini bianchi e calzettoni rossi, a simboleggiare
il tricolore italiano.
Infine vennero sfidate l'Albala (l'Alba di Roma si era fusa con l'Ala
Italiana) e L'Aquila, verso la fine della stagione, in cui venne
provato il giovane portiere Tulli III di cui non si hanno notizie.
Da segnalare anche un'altra amichevole disputata tra una
rappresentativa della regione Lazio (con alcuni elementi della Roma) e
una rappresentativa della regione Campania, giocata a Napoli il 6
Agosto 1945 e terminata 3-2 per la compagine laziale, ma non essendo
una partita giocata prettamente da giocatori della Roma, in questo
almanacco preferiamo non menzionarla di più se non come appena fatto.
Nella foto sopra, una rarissima foto di Chiaretti con la maglia
giallorossa durante l'amichevole dontro l'Ostiense giocata il 23
Settembre 1945.
31 Luglio
2018:
Inserite le Amichevoli
1944/1945: Mario Forlivesi muore all'improvviso.
L'Italia
è sostanzialmente, ma non totalmente, liberata dalla guerra e i
militari inglesi ed americani occupano massicciamente i territori non
più sotto il dominio tedesco.
Roma non fa eccezione, e quello che
un tempo era uno Stadio all'avanguardia, lo Stadio Nazionale, è ora
completamente sotto la giurisdizione dei soldati inglesi.
Tant'è vero che sia la Roma che la Lazio, durante il Campionato di
Guerra 1944-1945 (anche chiamato Campionato Laziale) non potranno
giocare in quell'impianto.
La Roma ad esempio, sarà costretta ad allenarsi nel vicino campo
dell'Apollodoro, situato dove oggi sorge il Palazzetto dello Sport, in
Viale Tiziano.
Addirittura in un'amichevole organizzata tra la Roma e i soldati
inglesi (che per l'occasione vengono chiamati "Survey XI"), non è
permesso a nessun tifoso l'accesso all'impianto, e a quella partita
assisteranno solo ed esclusivamente i tanti militari presenti nella
capitale.
Il Campionato di Guerra comincia con estremo ritardo, così la Roma può
disputare diverse amichevoli precampionato prima della disputa della
Coppa della Città di Roma, prologo al campionato vero e proprio.
A Gennaio, poi, i giallorossi vengono ospitati nella vicina Maccarese,
contro una squadretta locale e le ultime amichevoli rimandate al
termine della stagione, quando pian piano tutto (sembra) tornare alla
normalità.
Da segnalare anche un'altra amichevole contro una rappresentativa
inglese, formata sempre da militari, ed una rappresentativa formata da
alcuni giocatori di Roma e Lazio disputata il 4 Febbraio 1945: alla
partita assistono quasi 20000 spettatori e la formazione "romana"
vincerà per 3-1, ma non essendo una partita giocata prettamente da
giocatori della Roma, in questo almanacco preferiamo non menzionarla di
più se non come appena fatto.
Le ultime partite vengono giocate a Rieti contro una rappresentativa
locale, a Ronciglione e infine a Frascati, paese natìo di Amadei, che
proprio in questa ultima gara (che vede l'esordio tra le maglie
giallorosse di un certo Benedetto Gisci) gioca con la squadra del suo
paese, tra il delirio dei tifosi locali.
Pare ci sia stata anche un'amichevole a Sacrofano, interrotta a causa
di un nubifragio sul punteggio di 4-0 per la Roma: purtroppo non ci
sono notizie certe né ritagli di giornale a testimoniare l'evento.
Da ricordare, infine, la prematura scomparsa di quello che era un vero
e proprio astro nascente del calcio romano: Mario Forlivesi.
Il giovanissimo attaccante sembrava stesse ricalcando (se non
addirittura migliorando) la carriera di Amedeo Amadei.
"Mariuccio" segnava gol a raffica, si stava proponendo come autentico
campione in erba, era amato da tutti e in molti, non solo a Roma,
cominciavano a parlare di lui.
Sarebbe senza dubbio diventato un asso del calcio italiano.
Purtroppo, a soli 18 anni, 13 gol segnati tra le varie competizioni e
amichevoli, di cui l'ultimo 18 giorni prima del suo decesso, il 29
marzo 1945 una meningite fulminante mette fine alla sua carriera e alla
sua vita.
I funerali si svolgono il lunedì successivo, 2 Aprile, con un corteo
funebre che parte dalla casa della famiglia, in Via Sabotino 17, sino
alla Basilica del Sacro Cuore di Cristo Re di Viale Mazzini. Un lungo e
addolorato corteo che accompagna Mario in chiesa.
Ai funerali intervengono tutti gli sportivi della Capitale, gente
comune e atleti di ogni disciplina. Le società della Roma e della Lazio
partecipano al gran completo con calciatori e dirigenti, così come le
altre squadre del Campionato Romano e Laziale. Presenti anche le
squadre dei ragazzi e ovviamente la Fortitudo.
Mario Forlivesi viene sepolto al cimitero del Verano, vicino a dove,
due anni dopo, verrà sepolto un altro dei "Figli di Roma", Attilio
Ferraris.
Nella foto sopra, le squadre di Napoli e Roma posano per una foto
ricordo prima dell'incontro amichevole al Motovelodromo Appio dell'8
Ottobre 1944.
19 Luglio
2018:
Inserite le Amichevoli
1943/1944: si gioca, nonostante tutto.
L'Italia
è in piena guerra, fiaccata nel corpo e nella mente, messa in mezzo dai
tedeschi che sono in difficoltà e gli americani che stanno avanzando da
sud.
Roma è la capitale di uno Stato che non sa più a chi far
riferimento, con il governo in carica che viene formalmente destituito
già ad Agosto 1943 con la dichiarazione di "Città aperta" e
successivamente a settembre 1943 con l'armistizio di Cassibile.
In questo clima a Roma si gioca un Campionato Romano di Guerra, formato
da Roma, Lazio ed altre squadre romane minori.
I risultati hanno poco significato, se non quello di far distrarre la
gente dalla violenza che li circonda, anche perché in questa situazione
Roma è ancora sotto la giurisdizione tedesca in tutto e per tutto, con
formazioni partigiane che cercano di resistere.
Sono solo due le amichevoli che la Roma riesce ad organizzare: la
prima, antecedente il campionato di guerra, il 2 dicembre 1943 contro i
Vigili del Fuoco sul Campo Apollodoro (ora scomparso) di cui non si
conosce il risultato finale, e la secondo a torneo concluso, il 29
giugno 1944 contro la Lazio, una sorta di rivincita contro la squadra
biancoceleste che aveva appena vinto il torneo: a quella partita
assistette un pubblico numerosissimo con un incasso di quasi 100.000
lire, di cui una buona parte fu devoluta alle famiglie dei caduti alle
Fosse Ardeatine.
Nella foto sopra, una formazione della Roma per la stagione 1943-1944.
18 Luglio
2018:
Inserite le Amichevoli
1942/1943: si va verso lo stop.
La
guerra ormai è nel pieno svolgimento, e anche il campionato di calcio
ne risente pesantemente, tanto che la partita della Roma a Genova
contro il Liguria è prima sospesa e poi rinviata in quanto la squadra
giallorossa si trova sul treno mentre la linea ferroviaria viene
bombardata.
Anche per questo motivo, gli spostamenti dei calciatori
(che comunque hanno un trattamento di riguardo) vengono ridotti al
minimo, e di amichevoli ne vengono disputate pochissime.
Appena due in precampionato: contro la Bagnolese in cui viene
consegnata ufficialmente alla squadra la Coppa che rappresenta la
vittoria dello scudetto nell'anno precedente (Coppa poi rubata, e
successivamente ritrovata) e a Terni contro la Polisportiva
Borzacchini, dove l'anno prima la Roma perse clamorosamente.
E infine solo altre 4 amichevoli durante il resto della stagione, tutte
a Roma: una contro il Littorio intorno a Natale, 2 contro una
rappresentativa della Regia Marina e una contro la rappresentativa
della Regia Aeronautica.
Dopo di ciò, il rompete le righe: non era dato sapere se l'anno dopo si
sarebbe giocato ancora...
Nonostante le poche partite disputate, ci sono comunque due giocatori
che prendono parte ad alcune di queste senza che però poi se ne sappia
più nulla: si tratta di un certo Rossi, che gioca contro la Bagnolese
segnando addirittura una doppietta, e di un certo Flamini che gioca
nell'ultima amichevole stagionale contro la Regia Aeronautica.
Nella foto sopra, Puccio Pucci, segretario del Coni, consegna la Coppa
dello Scudetto nelle mani di Masetti.
12 Luglio
2018:
Inserite le Amichevoli
1941/1942: cade a Terni, vince lo scudetto.
Solo amichevoli precampionato e poco altro, le finanze giallorosse (e
non solo) non permettono di più.
La Roma si appresta ad affrontare il campionato che le consegnerà il
suo primo storico scudetto, eppure la stagione non comincia nel
migliore dei modi.
Dopo un paio di partite contro il Savoia di Torre Annunziata, decise
dopo il passaggio del portiere Fosco Risorti dalla squadra campana alla
Roma, ecco che arriva la prima clamorosa sconfitta a Terni contro la
Polisportiva Fascista Mario Umberto Borzacchini, denominazione che
aveva assunto la Ternana dal 1934: il 3-1 finale per la squadra locale
mette in serio dubbio la valenza della formazione giallorossa, "slegati
in attacco e poco sicuri in difesa", come riporterà Il Littoriale il
giorno dopo.
Ma da lì in avanti il cammino della Roma sarà una marcia trionfale: i
giallorossi acquisiscono sicurezza, si compattano e alla fine, dopo
un'alternanza da cardiopalma con il Torino e il Venezia, arriverà la
tanto sospirata vittoria.
Un solo nome sconosciuto verrà alla luce durante questo periodo: si
tratta di Marcello Rossetti, un giovane "allievo" che ha la fortuna di
scendere in campo contro i Vigili del Fuoco nell'ultima amichevole
stagionale il 18 Marzo 1942 in sostituzione di Brunella, convocato con
la Nazionale.
Infine una curiosità: quell'anno la Roma ingaggiò Cesare Benedetti
dall'Ilva Novi, attaccante, per fare da riserva ad Amadei.
Complice l'acquisto l'anno successivo di un altro Cesare Benedetti,
centrocampista proveniente da una squadretta di Bologna, spesso vengono
confusi. In realtà il secondo, che quasi sempre viene indicato come
l'unico Cesare Benedetti passato per la Roma, con i giallorossi scese
in campo solo nella stagione 1945-1946, in 6 occasioni, mentre il primo
esordì proprio l'anno dello scudetto 1942 (il Cesare Benedetti
acquistato l'anno dopo divenne, a fine carriera, un pittore di grande
fama con il soprannome "Benè").
Nella foto sopra, Naim Krieziu in azione contro il Pisa nell'amichevole
precampionato del 28 Settembre 1941, terminata 4-0.
05 Luglio
2018:
Inserite le Amichevoli
1940/1941: esce Timon, entra Guadagnoli.
La guerra imperversa in tutta Europa, ma il calcio continua a distrarre
la gente dalla sua crudezza.
La Serie A inizia con estremo ritardo rispetto al solito, e a fine
campionato vengono disputate le partite di Coppa Italia, competizione
che vedrà la Roma protagonista fino alla finale, persa malamente contro
il Venezia.
Eppure le fondamenta per il primo storico scudetto sono state ormai
gettate.
In questo contesto, le date (e le finanze) per poter disputare
amichevoli di prestigio scarseggiano, tanto che in tutto l'anno
verranno giocate solo 4 amichevoli precampionato e un'ulteriore
amichevole a fine anno, contro l'Italia Nova, giusto per inaugurare il
nuovo campo sportivo "Mariano Bruno" sulla via Casilina.
Curiosamente, Domenico Luigi Timon, l'attaccante che era apparso nelle
amichevoli di fine anno precedente e che aveva segnato praticamente in
ogni partita disputata, riparte col piede giusto anche nelle amichevoli
precampionato, giocando e segnando all'esordio contro la Modenese.
Il Littoriale riporta che in quella partita al 34' Timon suisce uno
stiramento ed è costretto ad abbandonare il terreno di gioco.
Evidentemente l'infortunio non è di piccola entità, tanto che da questo
momento in poi di lui non si saprà più nulla...
Contemporaneamente, viste i concomitanti acciacchi degli altri
attaccanti giallorossi, nella terza amichevole precampionato viene
chiamato a ricoprire il ruolo di punta un sedicenne che gioca nelle
giovanili, tali Alfredo Guadagnoli: emozionato e un po' impacciato,
dimostra di avere un buon tocco di palla ma non ancora il fisico
formato. Segna comunque il gol del momentaneo pareggio giallorosso con
una bella girata al volo.
Resterà ancora un anno alla Roma senza mai esordire ufficialmente,
prima che la guerra travolga tutto e tutti.
Nella foto sopra, il gol segnato da Guadagnoli nella sua partita
d'esordio, l'amichevole contro il Brescia terminata 4-3 per la Roma il
22 Settembre 1940.
28 Giugno
2018:
Inserite le Amichevoli
1939/1940: Il lungo addio a Campo Testaccio.
Campo
Testaccio, con le sue tribune in legno, non garantiva degli standard di
sicurezza tali da poter far disputare le partite della Roma sul suo
terreno. Così, l'anno prima, vennero abbattute quelle tribune e
ricostruite in cemento armato.
Evidentemente però, questa misura
non bastava per garantire la sicurezza agli spettatori e ai giocatori
in campo, e il regime fascista decise quindi che l'impianto doveva
essere definitivamente abbattuto al termine della stagione 1939-1940,
realizzando poi al suo posto dei giardini fruibili a tutta la
cittadinanza.
Con questa notizia inizia l'ultima stagione che la Roma giocherà sullo
storico terreno di Campo Testaccio.
Altra novità della stagione sono i numeri che per la prima volta
compaiono sulla schiena delle maglie dei giocatori, una vera e propria
rivoluzione che verrà adottata anche nelle partite amichevoli.
Nel frattempo la guerra scoppia in maniera fragorosa in Europa mentre
la Roma perde con un clamoroso 7-0 sul campo dell'Ambrosiana Inter
durante un'amichevole precampionato.
Alcuni giallorossi sono stati mandati in prestito al Rimini (ricordate
Mario Grassi?), e i nuovi arrivati argentini non sembrano accendere la
passione nei cuiro dei tifosi giallorossi.
Eppure in questa stagione, vissuta tra alti e bassi, si gettano le
fondamenta per quello che vedra due anni più tardi, il primo scudetto
giallorosso.
Per via della situazione drammatica che si vive in Europa, non ci
saranno amichevoli internazionali come sempre accaduto in passato, ma i
giallorossi si limiteranno a disputare alcuni incontri con squadre
locali, come il Trionfale o più volte con l'Ala Littoria, oppure in
rare occasioni con squadre di Serie B vicine alle città dove pochi
giorni dopo dovrà affrontare impegni di categoria, come contro il
Brescia o il Vicenza.
Il giorno prima dell'entrata in guerra anche dell'Italia, un'amichevole
tra Lazio e Roma termino con il punteggio di 3-3, con un rigore fallito
da entrambe le parti.
Ed infine l'ultima partita disputata a Campo Testaccio, avvenuta il 30
Giugno 1940: Roma-Livorno 2-1, a cui assistettero circa 3000 persone.
Tra i giocatori semisconosciuti che hanno vestito la maglia giallorossa
in queste amichevoli (oltre che al ritorno fugace di Monzeglio, ormai
ex giocatore) troviamo il curioso caso di un certo Domenico Luigi
Timon: si hanno pochissime notizie su questo attaccante.
Pare che dopo essere stato fermo alcuni mesi, la Roma decide di
provarlo nelle amichevoli di fine stagione, e praticamente in tutte
queste partite gioca e segna (tranne a Livorno) dimostrando di essere
un autentico rapace d'area, anche se non sempre convince sul piano
tattico.
Fatto sta che la Roma decide di trattenerlo, ma di lui l'anno
successivo si perdono le tracce...
Nella foto sopra, una rarissima immagine di Domenico Luigi Timon,
durante l'ultima partita giocata dalla Roma a Campo Testaccio, contro
il Livorno.
22 Giugno
2018:
Inserite le Amichevoli
1938/1939: riapre Campo Testaccio.
Nella
stagione precedente i problemi infrastrutturali alle tribune in legno
di Campo Testaccio decretarono la chiusura dello storico impianto.
Con la nuova stagione alle porte si decise di abbatterle e ricostruirle
in cemento armato: la Roma così tornò a giocare sul suo terreno di
gioco preferito.
Dopo alcune amichevoli precampionato per testare i nuovi acquisti e
prepararsi alla stagione, che non sarà ricca di emozioni se non per il
ritorno con la casacca giallorossa di Ferraris IV, durante l'anno
verrano disputate poche altre amichevoli, contro la Comense, l'Avia, la
Cremonese e la M.A.T.E.R.
A stagione finita, poi, fino al 1 luglio, la Roma svolge una
mini-tournée in Germania e Olanda raccogliendo diversi consensi e
pareri favorevoli, e in queste partite di fine stagione inoltrata
vengono provati anche diversi giocatori per un'eventuale acquisto per
l'anno seguente.
Oltre agli argentini arrivati in Italia con la nave Oceania (Spitale,
Campilongo, Providente e Pantò saranno tesserati, mentre un certo
Pompei verrà lasciato libero di accasarsi altrove), durante queste
amichevoli compariranno alcuni giocatori che rimarranno delle
autentiche meteore nell'universo giallorosso: un certo Parisi (o
Parigi?), il triestino "Rosi II", Ferruccio Ratti, Sandro Andreini.
Una menzione speciale la merita Mario Grassi: grazie al prezioso lavoro
di ricerca di Massimo Izzo, veniamo a conoscenza della storia di questo
giovane difensore giallorosso, detto "Cucciolo", che fin dai Pulcini
gioca con la Roma e vince anche il campionato di categoria battendo la
Lazio per ben due volte.
La sua prima apparizione in Prima Squadra è l'amichevole contro l'Avia
il 3 Febbraio 1939, poco più che diciottenne.
La Roma vuole farlo crescere nel migliore dei modi e lo manda in
prestito al Rimini e poi, dopo un fugace rientro alla Roma, va alla
Cavese prima che la guerra lo porti al fronte russo con il grado di
Caporal Maggiore aggregato al 277° Reggimento Fanteria della Divisione
Vicenza.
Inviato al settore del Don, viene fatto prigioniero e internato nel
Campo 188 Tambov, nella foresta di Rada, dove morirà il 19 Aprile 1943.
Nella foto sopra, i 4 nuovi acquisti giallorossi Coscia, Di Pasquale,
Bonomi e Alghisi e un'immagine dell'amichevole contro il Perugia su un
Campo Testaccio in piena ristrutturazione.
13 Giugno
2018:
Inserite le Amichevoli
1937/1938: breve tournée in Jugoslavia.
Di mezzi economici ce ne sono sempre meno, e anche le amichevoli di
allenamento vengono ridotte all'osso.
In pratica si decide di fare queste amichevoli ad inizio e a fine anno,
mentre durante la stagione i vari allenamenti si svolgono con le
squadre delle giovanili.
Oltretutto la Roma è costretta anche ad abbandonare Campo Testaccio per
gli impegni ufficiali in quanto ormai le sue strutture cominciano ad
essere troppo logore per la sicurezza degli spettatori.
Nel precampionato una sola amichevole di "prestigio", contro l'Hajduk,
che in un certo senso è la conclusione di una serie di incontri
amichevoli iniziati sul finire dell'anno precedente.
Sul finire di stagione, l'immancabile tournée in terra Jugoslavia,
stavolta in casa del Bata Borovo, con un'appendice in Romania per
un'amichevole disputata contro il Ripensia di Timisoara.
Rientrati in patria e terminato il campionato, è tempo di provare nuovi
giocatori da poter eventualmente tesserare l'anno successivo.
Dopo aver già provato Bonomi nel doppio impegno contro il Bata (e
deciso di tesserarlo l'anno successivo), altri giocatori hanno il
privilegio di indossare la maglia giallorossa, senza però dare un
seguito: sono Valfredo Riccardi (dalle giovanili giallorosse), Chiesa
(Fiorenzo?), Pozzo, Pier Francesco De Martinis e Carlo Pronzati (della
Civitavecchiese), Sergio Montipo' dal Brescia (che in futuro diverrà
fumettista) e Adamello Freschi dall'Empoli.
Solo alcuni avranno un futuro nel calcio lontano da Roma: gli altri si
perderanno nel tempo di guerra.
L'amichevole del 22 Maggio 1938 contro la Lazio serviva proprio a
provare alcuni fra questio giocatori: la pioggia caduta dal giorno
precedente ed anche durante la partita tenne lontano il gran pubblico e
pregiudicò lo scopo dell?incontro che era quello, appunto, di
sperimentare sul terreno pratico il valore degli eventuali nuovi
acquisti.
Il risultato finale fu un pesante 3-0 a favore dei biancazzurri.
Nella foto sopra, il tecnico Ara discute con Michelini al termine
dell'amichevole precampionato contro il Siena il 5 Settembre 1937.
06 Giugno
2018:
Inserite le Amichevoli
1936/1937: poche amichevoli da raccontare.
I
venti di guerra soffiano sempre più forti sull'Europa e sull'Italia, ma
il gioco del calcio continua a richiamare grandi masse di persone e le
distrae da eventi più importanti.
La Roma, dopo il forzato
allontanamento del presidente Sacerdoti (con origini ebraiche), è alla
disperata ricerca di validi sostituti degli ormai andati Guaita,
Scopelli e Stagnaro e di un portiere che possa dare il cambio a Masetti
con la stessa affidabilità.
Così, nelle varie amichevoli stagionali, vengono provate diverse
soluzioni, cercando di trovare dei giovani di belle speranze tra le
giovanili.
Eccezion fatta per Amadei, che inizia in queste amichevoli di
allenamento a farsi notare e che diventerà uno dei migliori bomber
d'Italia, la Roma non trova nulla che possa far al caso suo.
A fine anno cerca di "tappare i buchi" provando e successivamente
mettendo sotto contratto il portiere Valinasso e l'attaccante Prendato,
entrambi con un trascorso tra le file della Juventus, nel mentre lascia
la casacca giallorossa Renato Cattaneo.
La Roma viene chiamata a Fiume, all'epoca ancora sul territorio
italiano, per inaugurare il nuovo ed avveniristico impianto sportivo
della città.
Tra i vari giocatori che vengono pescati dalle giovanili e provati
senza che poi possano avere una seconda opportunità ci sono: Trento
Ceccarelli, Gino Galli, Angelo Cattaneo e anche Carlo Biagi del Napoli,
preso in prestito solo per completare la squadra che affronta l'AIK di
Stoccolma a campo testaccio.
Nella foto sopra, le immagini della amichevole contro l'AIK di
Stoccolma in cui la Roma ha provato il portiere Valinasso e
l'attaccante Prendato, autore anche del gol giallorosso.
28 Maggio
2018:
Inserite le Amichevoli
1935/1936: "Faccio i gol, non la guerra!"
Tra
impegni di Coppa dell'Europa Centrale, Campionato e la rediviva Coppa
Italia, la Roma ha ben poco tempo per girare l'Italia e l'Europa per
svolgere amichevoli di prestigio.
Oltretutto l'imminente Guerra
d'Etiopia getta alle ortiche quanto di buono i giallorossi stavano
costruendo nel tentativo di vincere, finalmente, il campionato: la
chiamata alle visite mediche propedeudiche per la chiamata alle armi,
mandando nel panico i tre italo-argentini Guaita, Scopelli e Stagnaro
che stavano rendendo grande la Roma.
Per paura di dover partire per il fronte (cosa che difficilmente
sarebbe successa, dato il loro status di "sportivi" e quindi
privilegiati), pensano bene di fuggire in Francia prima con
l'automobile fino a Ventimiglia e poi in treno fino a Nizza, per poi
prendere la nave e tornare in Argentina.
Come poteva risultare ovvio, il mondo sportivo romano (e non solo) non
prende benissimo la cosa, e sui giornali escono articoli furibondi
verso i tre "traditori".
Ad ogni modo la Roma è costretta a correre velocemente ai ripari, ma
sul mercato non trova granché, tanto che a metà stagione decide di
mettere in prima squadra un colleggiale, Di Benedetti. Che se fosse
stato inserito prima in squadra, chissà...
Di amichevoli, quindi, se ne disputano ben poche, ma comunque tutte
disputate con sano spirito sportivo, nella speranza di veder nascere o
scoprire qualche valida alternativa ai tre "fuggitivi".
Da segnalare due calciatori schierati con la maglia giallorossa, ma che
non sono mai entrati nei ranghi "ufficiali" della Roma: il giovane
Omero Pantaloni e Remo Costa (quest'ultimo in prestito dall'Udinese per
un possibile acquisto, mai effettuato).
Ci sarebbe anche un certo "Sabbadini" sceso in campo contro la
Pistoiese, ma è probabile che sia un refuso di stampa e si intendesse
Carlo Sabatini.
Nella foto sopra, le immagini della amichevole vinta dalla Roma per 3-2
a Livorno, contro la squadra locale: notare la presenza tra le fila
giallorosse ancora di Scopelli e Guaita.
22 Maggio
2018:
Inserite le Amichevoli
1934/1935: ancora la Coppa Cappelli.
La
stagione inizia più tardi per via del Campionato Mondiale concluso da
poco ma durerà di meno rispetto al solito per la riduzione della Serie
A a 16 squadre.
Nonostante ciò, già a metà Giugno del 1935 inizierà la Coppa
dell'Europa Centrale, praticamente appena terminato il campionato.
Ne consegue che di amichevoli per riempire i "tempi morti" della
stagione ne verranno giocate poche, e la maggior parte saranno più che
altro allenamenti in vista di partite impegnative del campionato.
A cavallo di capodanno, comunque, la Roma riesce ad organizzare
nuovamente la Coppa Cappelli, invitando il Genova 1893, i Kickers di
Stoccarda e il Berna: i giallorossi si aggiudicheranno anche questa
edizione del trofeo battendo prima i tedeschi con un netto 8-3 e poi,
il giorno di capodanno, il Genova per 2-1.
Durante l'anno, i giallorossi più volte incontrano il Bellator Frusino,
la squadra di Frosinone, sia per la relativa vicinanza con il capoluogo
ciociaro sia perché tra le file giallorosse, perlomeno tra le
giovanili, gioca un giovane molto promettente nato proprio a Frosinone:
Mario Marchegiani.
Di lui si parla un gran bene e sono in molti a scommettere sulla sua
affermazione. Purtroppo non rispetta a pieno le aspettative, perché
molto giovane e non riesce ad adattarsi subito alla grande città dove è
catapultato e non ha la pazienza di aspettare il proprio turno, chiuso
com'è in attacco da giocatori decisamente più affermati.
In queste amichevoli, l'allenatore Barbesino più volte pesca a piene
mani dalle square giovanili giallorosse (all'epoca esistevano già le
squadre B e addirittura le squadre C che disputavano tornei importanti
di categorie inferiori e che sfornavano di continuo giocatori di belle
speranze) provandoli spesso con i più "grandi": fa le sue prime
apparizioni il portiere Archimede Nardi, che un paio d'anni più tardi
entrerà in pianta stabile nella rosa titolare, ma anche Elio Paolini e
Dario Baldoni, che poi non troveranno più spazio.
Per la rubrica "Questi sconosiuti" segnaliamo: Carlo Sabatini (non è
chiaro se sia lui o un Sabbatini) e un certo Segoni, entrambi schierati
contro il Verona l'11 Aprile 1935.
Infine, nell'ultima amichevole ancora contro il Bellator Frusino viene
provato Italo Romagnoli, giocatore tuttofare proveniente dalla fallita
Associazione Sportiva Pescara: in quella partita fa una buona
impressione segnando addirittura il gol del pareggio contro i ciociari.
Ma tutto ciò non gli garantisce un ingaggio.
Nella foto sopra, le squadre di Roma e Cagliari posano per la foto
ricordo del loro incontro amichevole.
21 Maggio
2018:
Inserita
la pagina di Sassuolo-Roma,
38 Giornata di Campionato 2017/2018.
Tipico allenamento di fine anno.
Stagione finita, tempo di bilanci.
La partita contro il Sassuolo, diciamola tutta, era più una formalità e
si è dispustata più per obbligo di firma che per altro.
La qualificazione in Champions League già acquisita, terzo posto
praticamente blindato a meno di una improbabile sconfitta a Reggio
Emilia contro i neroverdi, e voglia di vacanze dietro l'angolo.
L'errore di Pegolo su tiro-cross di Manolas non fa altro che ribadire
che questa Roma, con un po' di attenzione in più a metà stagione,
poteva sicuramente dire e dare qualcosa di più in questo campionato.
La Roma raggiunge l'obiettivo minimo in campionato, arrivando terza in
classifica (quest'anno sarebbe bastato anche il quarto posto per
accedere direttamente alla fase finale della prossima Champions League)
ma ad una distanza abissale dalla Juve (-18 punti) e dal Napoli (-14):
i giallorossi sono veramente così distanti dalle prime due della classe?
La Coppa Italia per la Roma non è mai iniziata: e questa è una grave
pecca per la squadra di Di Francesco.
Se è vero come è vero che in termini economici e di prestigio la
vittoria della Coppa Italia non vale praticamente nulla per la società,
volta com'è a pensare quasi esclusivamente al bilancio, è altrettanto
vero che per i tifosi un trofeo è sempre un trofeo, e fino ad un
decennio fa era la Coppa che faceva praticamente rima con la Roma.
Abbandonarla in malo modo al primo turno contro il Torino, senza
neppure averci provato, è stato un grave, gravissimo errore.
La cavalcata in Champions League, invce, ha mostrato in tutto e per
tutto le potenzialità di questa squadra e la mentalità vincente che è
riuscito a trasmettere ai giocatori Di Francesco, allenatore esordiente
nella competizione.
Quando in conferenza stampa lui sosteneva che la Roma dovesse arrivare
in finale, e che ci poteva arrivare, ne era pienamente convinto, quando
tutti intorno a lui abbozzavano dei mezzi sorrisetti ironici.
Ha dimostrato che nulla è impossibile: vincere il girone di ferro che
la sorte gli aveva messo sul cammino, contro Chelsea e Atletico Madrid
(quest'ultima poi vincitrice dell'Europa League), eliminare lo Shakthar
Donetsk dopo aver perso a Baku e nel momento più delicato della
stagione, umiliare il Barcellona dopo averperso 4-1 al Camp Nou per poi
ribaltare il risultato in un Olimpico come ai vecchi tempi, sfiorare la
seconda impresa impossibile contro il Liverpool dopo aver perso 5-2 ad
Anfield.
Tutto questo è stata la Champions della Roma che ha mostrato quanto di
buono ha fatto la squadra, la società, ma soprattutto Eusebio Di
Francesco.
È lui l'artefice, nel bene e nel male, di questa stagione a tratti
straordinaria: arrivato in punta di piedi, tra lo scetticismo di molti,
le critiche di tanti durante l'inverno giallorosso, ma riconosciuto da
tutti come un allenatore capace.
È da lui che la Roma dovrà ripartire il prossimo anno. Alcuni giocatori
andranno via, probabilmente qualcuno con dei nomi illustri non saranno
più della rosa nella prossima stagione.
Ma se contrinuerà questa crescita di mentalità dovuta quasi
esclusivamente al tecnico giallorosso, la Roma potrà dire la sua anche
nella stagione che verrà.
14 Maggio
2018:
Inserita
la pagina di Roma-Juventus,
37 Giornata di Campionato 2017/2018.
Buona Roma di fine stagione.
La posta in palio era veramente minima.
Anzi, visti questi inutili turni spezzettati che fanno giocare le
squadre in corsa per uno stesso obiettivo in orari sfalsati, la posta
in palio, perlomeno per i giallorossi, non c'era proprio.
Nel pomeriggio l'Inter (di Spalletti...) era riuscita a farsi battere
in casa anche dal Sassuolo per cui aveva consegnato le chiavi della
matematica qualificazione Champions alla Roma prima ancora che questa
giocasse.
Alla Juve bastava un misero punticino per assicurarsi il suo settimo
scudetto consecutivo con una giornata di anticipo.
Quindi? Il risultato di 0-0 era il più scontato di tutti, con una
partita di fine stagione, con un Mondiale alle porte, in cui i più
hanno pensato bene di salvaguardare le gambe e proiettarsi già alla
pausa estiva.
Nonostante tutto, comunque, la Roma almeno nel primo tempo ha provato a
fare la gara e a creare qualche difficoltà ai bianconeri, questi ultimi
"stanchi" anche della fatica infrasettimanale in cui hanno vinto anche
la quarta Coppa Italia consecutiva.
I giallorossi hanno giocato decisamente meglio, o almeno con più
convinzione, e creato qualche occasione da gol che ha scaldato gli
animi dei tanti tifosi romanisti arrivati allo stadio per il saluto
finale.
Comunque, a fine gara, si conteranno zero tiri nello specchio da una
parte e dall'altra.
Anche perché Nainggolan dopo pochi minuti del secondo tempo ha pensato
bene di farsi espellere per doppia ammonizione (nell'arco di 10 minuti
ha fatto almeno 4 interventi pericolosi uno dopo l'altro) e la Roma a
quel punto ha smesso definitivamente di provarci e ha lasciato campo
libero agli avversari, senza che comunque questi ne approfittassero.
Alla fine è risultata una classica partita di fine stagione, in cui
nessuna delle due squadra ha voluto avere il sopravvento sull'altra, ma
che hanno giocato semplicemente per dovere di cronaca e per il pubblico
presente.
Va bene così, sia chiaro, dopo una stagione vissuta di corsa come
quella di quest'anno.
Ma una vittoria contro la Juve sarebbe stata molto gradita da molti.
Anche perché vedere per l'ennesima volta la Juve festeggiare sul
terreno dello Stadio Olimpico non può mai far piacere.
11 Maggio
2018:
Inserite le Amichevoli
1933/1934: Battuta anche l'Olanda!
Continuano le amichevoli di allenamento nel precampionato, in cui
cominciano ad essere effettuati dei veri e propri ritiri, e alcune
durante la stagione.
Ma il calcio italiano è sempre più conosciuto in Europa (anche per via
dell'imminente Campionato Mondiale che verrà disputato proprio sul
suolo italiano) e le squadre italiane vengono invitate sempre più
spesso in tournée internazionali.
La squadra giallorossa viene dapprima invitata in una tournée in
Jugoslavia per disputare amichevoli contro una squadra rappresentative
di Zagabria, ma soprattutto contro le fortissime SK Jugoslavija e
Beogradiski SK: la Roma torna in Italia con tre nette vittorie.
A stagione conclusa (e anche a Campionato Mondiale finito, che ha visto
l'Italia trionfare per la prima volta), la Roma gioca una
prestigiosissima amichevole in terra olandese contro la Nazionale di
Calcio dei Paesi Bassi: i giallorossi battono con un sonoro 5-1 gli
"Orange" che proprio poche settimane prima avevano fatto la loro prima
apparizione in una competizione mondiale.
Dopo gli olandesi, è la volta di un tour de force tra squadre tedesche
(una rappresentativa di Francoforte, una rappresentativa di Dresda e i
Kickers di Stoccarda) e svizzere (la semisconosciuta Kreuzlingen e gli
Young Boys di Berna), per poi chiudere definitivamente la stagione il 2
luglio 1934 a Campo Testaccio contro il Nizza.
Rubrica "Questi sconosciuti": partecipano ad alcune amichevoli alcuni
giocatori che non avranno mai l'occasione di scendere in campo in
partite ufficiali con la maglia giallorossa, e che quindi non conosce
praticamente nessuno e pochissimo si sa sul loro conto.
Per la stagione 1933-1934 questi fortunati semisconosciuti sono: Angelo
Rotondi (che comunque fa parte della rosa essendo uno dei portieri di
riserva insieme a Zucca), Umberto Fonzo, Felice Vanzo (che riesce anche
a segnare a Palmi contro la Palmese il gol del momentaneo pareggio) e
un certo Re, di cui non si sa praticamente nulla, ma che riesce a farsi
fotografare nella partita conclusiva contro il Nizza a cui prenderà
parte (nella foto sopra).
07 Maggio
2018:
Inserita
la pagina di Cagliari-Roma,
36 Giornata di Campionato 2017/2018.
Un tiro, un gol.
Tanto è bastato alla Roma per portare a casa il bottino pieno.
Squadra rivoluzionata, con Capradossi esordiente dell'ultimo momento
per via dell'infortunio occorso a Manolas a pochi minuti dall'inizio
della partita, Gerson riproposto titolare insieme a Gonalons e Under.
Inevitabilmente squadra un po' scarica mentalmente mentre il Cagliari
ha giocato al massimo delle proprie potenzialità: la Serie B per la
squadra sarda è sempre più vicina.
Nonostante la grande voglia della squadra rossoblu, i giallorossi hanno
sempre dato l'impressione che se volevano affondare, potevano far male
alla difesa del Cagliari senza troppi problemi.
Ed infatti nelle uniche due vere azioni offensive giallorosse, alla
prima sono andati vicinissimi al gol con Under che si è visto
respingere un tiro a botta sicura, e nelle seconda lo stesso Under ha
trovato un colpo da biliardo che ha infilato la palla nell'angolo
lontano alle spalle di Cragno.
Il resto della partita è stata una lenta agonia per il Cagliari, che le
ha tentate tutte (anche grazie ad alcuni svarioni clamorosi della
difesa giallorossa) ma ancora una volta Alisson ha dimostrato di essere
un grandissimo portiere, chiudendo la porta in faccia in un paio di
occasioni agli avversari.
La Roma giocava scarica visti anche i risultati dell'Inter e
soprattutto della Lazio nel pomeriggio: con questa vittoria ora ai
giallorossi basta appena 1 punto nelle ultime due partite per
assicurarsi l'accesso alla Champions League anche il prossimo anno:
l'obiettivo minimo stagionale è ormai a portata di mano.
26 Aprile
2018:
Inserita
la pagina di Roma-Liverpool,
Ritorno della Semifinale di Champions League 2017/2018.
Grazie ragazzi, grazie Roma.
Il "miracolo" stavolta non è avvenuto.
L'impresa era improba, e se già contro il Barcellona erano in pochi
quelli che potevano credere ad una rimonta impossibile, ancora meno lo
erano stavolta contro il Liverpool.
Tutti cercavano dei segni nei numeri a cui potersi attaccare per
sperare in qualcosa che avrebbe riscritto la storia del calcio, per
intero: chi si attaccava al fatto che già due volte si era verificato
il 3-0 in casa in questa Champions League, chi sosteneva che il
Liverpool fosse più scarso del barcellona, che addirittura sosteneva
che si giocasse il 2 maggio, cioè il 2-5, che era lo stesso risultato
che la Roma doveva recuperare.
Di certo c'è stato che lo stadio era anche stavolta stracolmo,
nonostante i prezzi esorbitanti, e che ha stabilito il nuovo record di
incasso per un evento sportivo in tutta Italia, non solo Roma e non
solo per una partita di calcio: ben 5,5 milioni di euro.
Uno stadio grondante tifo, passione, cori, bandiere, speranza.
Speranza purtroppo riposta quasi subito, quando Nainggolan commette un
errore imperdonabile che in una partita perfetta non dovrebbe mai
accadere: lancia il contropiede inglese, che Mané concretizza al meglio.
0-1 e sogni di gloria svaniti all'istante.
Pochi minuti e la Roma ritorna a sognare: incredibile autogol di
Milner, e giallorossi di nuovo a soli 3 gol (come se poi 3 gol fossero
pochi...) da Kiev.
Ma un altro errore difensivo (forse causato anche da un fallo non visto
su Dzeko?) consegna di nuovo il biglietto per la finale al Liverpool.
1-2 e partita virtualmente finita.
Eppure la Roma sta giocando bene, crea diverse occasioni da gol
nonostante Schick, ancora una volta, non sta giocando come dovrebbe, El
Shaarawy colpisce l'ennesimo palo stagionale. Certo, dietro un po' si
balla, ma è normale così, la squadra è sbilanciata tutta in avanti.
Finisce il primo tempo, ma la gente sugli spalti non molla, vuole
almeno uscire a testa alta dallo stadio, vuole almeno portare a casa la
vittoria.
E così il secondo tempo comincia sulla falsa riga di come era finito il
primo tempo: Roma alla ricerca del gol, Liverpool che cerca di
sfruttare i contropiedi offerti.
Il gol del pareggio di Dzeko arriva forse troppo tardi per sperare che
possa ancora accadere un miracolo ed arrivare ai supplementari.
Eppure i giallorossi non mollano, continuano a schiacciare gli
avversari nella propria trequarti, trova occasioni da gol, alcune
clamorose fallite di un soffio, altre incredibilmente fermate e
cancellate dall'arbitro: Dzeko sfugge alla difesa avversaria e viene
steso dal portiere inglese in area, ma tutto era fermo per un
inesistente fuorigioco.
Ancora più clamoroso l'errore del direttore di gara su un tiro a colpo
sicuro di El Shaarawy letteralamente parato dal difensore inglese: la
palla sarebbe finita in porta, sarebbe stato il 3-2 con ancora molti
minuti da giocare e un Liverpool ormai alle corde.
Il 3-2 arriva nel finale grazie ad un perfetto tiro da lontano di
Nainggolan che si riscatta così in parte dell'errore ad inizio gara che
ha compromesso tutto. e il rigore del definitivo 4-2 arriva ormai a
tempo ampiamente scaduto.
Grande Roma, grande partita, grande cavalcata in Champions League.
Ma sia chiaro: questo deve essere solo un punto di partenza. Deve
essere finalmente IL punto di partenza per fare una grande Roma.
Bisogna giustamente celebrare tutti ora.
Ma ragionare a mente fredda su quali sono le migliorie da apportare a
questa squadra per renderla finalmente una grande d'Europa e non
lasciarla rimanere la Cenerentola di questa edizione.
Quei tifosi che ieri l'hanno amata una volta di più se lo meritano.
E non devono rimanere un semplice poster da sfoggiare nei momenti di
magra.
La Roma di questa Champions League 2017-2018 è stata grande. Facciamo
in modo che diventi ancora più grande.
E, finalmente, vincente.
30 Aprile
2018:
Inserita
la pagina di Roma-Chievo,
35 Giornata di Campionato 2017/2018.
Tutto pronto.
La Roma vince più o meno agevolmente contro un Chievo pericolante e
venuto a Roma a giocarsi le sue possibilità di permanenza in Serie A.
Formazione più o meno rimaneggiata quella giallorossa, con Schick
riproposto a destra al fianco di Dzeko e El Shaarawy sulla sinistra: il
tridente d'attaco è andato in gol in 4 occasioni realizzando anche gol
di pregevole fattura.
Schick sembra essersi (finalmente) scrollato di dosso i problemi (anche
di mentalità) che lo attanagliavano, El Shaarawy è apparso finalmente
concreto e Dzeko è sempre più sicuro di sè.
Dietro il solo Juan Jesus non è apparso concentrato, tanto da regalare
ad inizio secondo tempo un rigore quantomeno inutile che poteva
compromettere il buon prosieguo della partita: per fortuna ci ha
pensato Alisson a lasciare tutti tranquilli parando il rigore ad
Inglese e dando sicurezza al reparto.
La Roma vince e l'Inter perde: ora ci sono ben 4 punti tra i
giallorossi e la quinta posizione. Ancora nulla è deciso, ma
sicuramente in campionato si possono dormire sonni più tranquilli.
Discorso diverso per la semifinale contro il Liverpool: la Roma è
chiamata ad un'impresa, difficilissima. Tutti si appellano al fatto che
in questa stagione e contro altre grandi squadre europee la Roma abbia
già vinto 3-0 all'Olimpico, il risultato che servirebbe anche stavolta
per staccare il biglietto per la finale di Kiev.
Non sarà facile, anzi, quasi impossibile.
L'unica certezza è che i giallorossi ce la metteranno tutta. Di questo
si può essere più che sicuri.
E lo stadio pieno proverà a far arrivare i giocatori con il cuore dove,
magari, non arriveranno con i piedi...
27 Aprile
2018:
Inserite le Amichevoli
1932/1933: Svizzera, Francia, Germania.
Si consolida la formula delle amichevoli pre campionato per far entrare
in forma i calciatori e quelle durante l'anno agonistico per mantenerla
soprattutto durante le pause dovute alle partite della Nazionale.
Nel precampionato la Roma è impegnata in una breve tournée in Svizzera
contro il Losanna prima, fresco campione svizzero, e il Martigny poi,
oltre che contro squadre del nord di rango inferiore, quali la Comense,
l'Andrea Doria di Genova e il Forlì.
Durante l'anno, invece, disputa partite di allenamento soprattutto con
compagini che militano in Serie B, più preparate dal punto di vista
atletico ma sicuramente meno tecniche.
A Natale insieme alla Lazio, lo stesso Losanna e il Monaco 1860 disputa
il quadrangolare "Coppa Cappelli" che la vedrà vincitrice finale dopo
la sfida con la squadra tedesca.
A Febbraio 1933 è la volta di una 4 giorni in Francia, in Costa
Azzurra, per disputare due amichevoli contro una formazione mista di
Nizza e Cannes.
Qui i giocatori e l'allenatore Kovacs (che nel frattempo ha sostituito
Baar dopo la prima sconfitta in assoluto in un derby contro la Lazio),
non mantengono un comportamento esemplare tanto che i dirigenti
accompagnatori inoltreranno una segnalazione scritta direttamente alla
presidenza giallorossa per segnalare gli incresciosi fatti, che si
risolveranno, comunque, con un nulla di fatto.
Con il campionato ormai agli sgoccioli, la Roma affronta due volte il
Bayern Monaco, prima a Roma e poi in Baviera, contro il quale testa
anche i nuovi acquisti argentini per l'anno successivo Scopelli,
Stagnaro e Guaita.
Perla rubrica "Questi sconosciuti giallorossi", segnaliamo alcuni
giocatori che durante queste amichevoli hanno avuto l'onore di vestire
la maglia giallorossa, ma di cui non si è avuta più traccia nel
panorama giallorosso (e non solo): Pietro Bresciani, Marcello Pieri,
Setti, Tullio Baldazzi e Mario Capecci (questi ultimi due provati
nell'ultima amichevole contro il Brescia per visionarli in previsione
di un possibile ingaggio. Che non sarà attuato). Nella foto sopra, Sua
Eccellenza Arpinati consegna la Coppa Cappelli a Bodini al termine
della gara contro il Monaco 1860.
26 Aprile
2018:
Inserita
la pagina di Liverpool-Roma,
Andata della Semifinale di Champions League 2017/2018.
Salah risveglia la Roma.
Al sorteggio, quando dall'urna è uscita l'accoppiata Liverpool-Roma, in
molti hanno esultato perché ritenevano i Reds l'avversario più
abbordabile.
E forse anche a ragione, dato che le altre due erano il Real Madrid e
il Bayern Monaco.
Subito sono partiti paragoni improbabili con la famosa finale di 34
anni fa all'Olimpico e in molti si sono cimentati in poesie dedicate al
nonno che non c'è più ma che all'epoca c'era e ha sofferto per quei
maledetti rigori, in annunci di rivincite, di vendette.
Tralasciando il fatto che ben poco c'è da vendicare e da paragonare
(sono passati troppi anni, un calcio completamente diverso, all'epoca
era una finale, oggi appena una semifinale, importante quanto si vuole,
ma pur sempre semifinale), la Roma purtroppo ha incontrato la peggiore
squadra che le potesse capitare.
Perché per come gioca il Liverpool, con quei giocatori che ha il
Liverpool, e per l'entusiasmo creatosi a Roma e nella testa dei
giocatori della Roma dopo la leggendaria vittoria contro il Barcellona,
c'era ben poco da stare allegri.
L'ex Salah era l'avversario più temuto, e a ragione: non a caso è stato
l'autentico protagonista della nettissima vittoria del Liverpool.
Ha umiliato in più occasioni il povero Juan Jesus che sembrava un
passante messo lì a caso che non riusciva a tenere il passo
dell'egiziano, ha segnato una doppietta, ha servito su piatti d'argento
due assist per Manè e Firmino che sono stati, ovviamente, tramutati in
gol, è uscito tra gli applausi di tutti dal terreno di gioco, è
arrivato a quota 43 gol stagionali, addirittura uno in più Cristiano
Ronaldo.
Eppure la Roma era anche partita bene: buona tenuta del campo, pressing
alto non asfisiante, difesa alta per mettere in difficoltà gli
attaccanti inglesi, clamorosa traversa di Kolarov con un tiro
praticamente da fermo.
E poi? E poi il buio.
Forse perché i giallorossi non sono abituati a certe partite, forse
perché Anfield ha tirato fuori il meglio di sé e sospinto i propri
beniamini alla vittoria, forse perché la tattica adottata da Di
Francesco, la stessa che gli ha permesso di eliminare il Barcellona,
non è stata la scelta più giusta da adottare.
Fatto sta che i Reds hanno cominciato a correre, e come se correvano,
fino all'uscita dal campo dello stesso Salah, quando la partita oramai
era già sul 5-0 e tutte le speranze giallorosse richiuse in un cassetto.
Di Francesco cambia qualcosa, come detto forse (FORSE) troppo tardi,
rimette la difesa a 4 e complice anche l'uscita di Salahe il ritmo
vertiginoso della partita che inevitabilmente va calando, riaggiusta
per quello che può la partita.
Di buono c'è che la Roma ha mostrato una buona tenuta atletica anche
questa volta nel finale di gara, e ha trovato due reti che perlomeno
danno un senso alla gara di ritorno.
Dzeko, che da solo ha fatto reparto mal supportato prima da Under e poi
da un inutile Schick, ha trovato il gol dell'1-5 e Perotti poco dopo su
calcio di rigore (sacrosanto, nonostante qualcuno sostenga il
contrario) ha portato il risultato finale sul 5-2.
Ora mercoledì servirebbe l'ennesimo miracolo e l'ennesima partita
leggendaria.
Gisuto sognare, bello crederci, perché già contro il Chelsea e contro
il Barcellona la Roma è riuscita a chiudere le partite all'Olimpico sul
3-0. E anche questa volta servirebbe lo stesso risultato per andare a
Kiev.
Ma i miracoli sono tali proprio perché accadono raramente e
difficilmente così ravvicinati.
Gustiamoci la partita, che sicuramente sarà bella ed emozionante.
Applaudiamo i giocatori che ci hanno fatto vivere l'emozionante
cavalcata di Champions League.
Ma diamoci appuntamento al prossimo anno per rivivere certe emozioni.
Concentrati sul campionato che ancora non ci dà la sicurezza di
parteciparvi anche la prossima stagione.
23 Aprile
2018:
Inserita
la pagina di Spal-Roma,
34 Giornata di Campionato 2017/2018.
La Roma è pronta.
A quattro giornate dal termine, nulla è deciso in campionato.
La lotta per non retrocedere si è improvvisamente riaccesa, con
l'Udinese che continua a perdere terreno e il Crotone che riacquista
speranze.
La qualificazione all'Europa League vede l'Atalanta superare il Milan
clamorosamente sconfitto in casa dal Benevento ormai in Serie B.
Lo scudetto, fino a poche settimane fa ormai praticamente in mano alla
Juventus, con la vittoria del Napoli a Torino fa tremare le gambe ai
bianconeri.
E la zona Champions League, in tutto questo, continua ad essere più
combattuta che mai.
La Roma sulla carta ha il calendario più semplice, ma con la Juve non
più così certa dello scudetto e l'Udinese in bilico, anche il cammino
dei giallorossi diventa tortuoso.
Il tutto inserito nel contesto della semifinale di Champions contro il
Liverpool.
La Roma contro la Spal oltre ad aver ottenuto un'importante vittoria
che permette ai giallorossi di mantenere il terzo posto, ha dimostrato
di essere in piena forma psicofisica, a differenza delle ultime due
uscite in campionato.
Di Francesco opta per un ampio turnover, facendo esordire anche
l'oggetto misterioso Jonathan Silva e riproponendo un tonico
(finalmente) Gonalons e una formazione inedita.
Squadra concentrata, che ha corso dal primo al novantesimo minuto, che
ha domato praticamente subito gli spallini che comunque hanno
necessitàò di fare punti per poter sognare di restare in Serie A.
Anche Schick ha trovato dopo un anno il gol in campionato, nonostante
la sua prestazione sia stata ancora una volta insufficiente. Chissà,
però, se questo gol ritrovato gli possa dare quello sprint in più
necessario a questo finale di stagione.
A partire dalla partita di domani a Liverpool, di fondamentale
importanza.
Senza perdere d'occhio, però, la corsa alla Champions League in
campionato, che si è riaccesa improvvisamente in questa ultime due
giornate: la partecipazione per il prossimo anno passa sempre da qui.
Ma il cuore e la testa, ovviamente, sono tutti all'Anfield...
19 Aprile
2018:
Inserita
la pagina di Roma-Genoa,
33 Giornata di Campionato 2017/2018.
Roma con la testa altrove.
La qualificazione alla Semifinale di Champions League ha cambiato e
scombussolato tutto a Roma e nelle Roma, inutile far finta di niente.
In settimana non si è fatto altro che parlare solo ed esclusivamente
della sfida di martedì prossimo contro il Liverpool, che riporta alla
mente la Finale di 34 anni fa.
Alle radio, per strada, ovunque: nient'altro che Liverpool.
Le lunghe file ai Roma Store nella speranza di accaparrarsi un
biglietto dello stadio e un posto nella storia: tutti i tagliandi
terminati nel giro di poche ore.
Liverpool, Liverpool, Liverpool. Un'ossessione.
Ma il campionato di Serie A ancora non è terminato. La partecipazione
alla prossima Champions League ancora non è certa. E la qualificazione
alla competizione per la Roma passa prevalentemente (esclusivamente)
per la Serie A.
La lotta per il terzo e quarto posto è serratissima: l'Inter è dietro,
ma non bisogna abbassare la guardia. La Lazio ha saputo reagire
all'eliminazione dall'Europa League e a Firenze ha saputo ribaltare un
risultato che la vedeva soccombere.
Tutto è ancora da decidere, e bisogna rimanere concentrati anche nelle
partite contro il Genoa, la Spal, il Chievo.
Il cammino dei giallorossi è più semplice delle avversarie, ma bisogna
vincere. Solo vincere.
Come ieri contro il Genoa: la vittoria è arrivata, ma era evidente che
l'ambiente e soprattutto i giocatori non erano del tutto concentrati
sulla gara contro i rossoblu.
Per fortuna è arrivato quasi subito il vantaggio segnato da Under e ad
inizio ripresa l'autogol di Zukanovic a facilitare il compito.
Ma gli evidenti cali di tensione hanno fatto vivere momenti d'ansia ai
tifosi giallorossi che hanno visto Lapadula a tratti indemoniato
infilarsi troppo facilmente nella difesa della Roma.
L'ennesimo errore di Gonalons, poi, ha permesso alla squadra di
Ballardini di accorciare le distanze e in un paio di occasioni il Genoa
è andato vicinissimo al pareggio, che per fortuna non è arrivato.
Sabato ci attende la Spal a Ferrara: cuore e gambe lì, la testa ancora
più a Liverpool. Ma i 3 punti devono arrivare comunque. In un modo o
nell'altro.
16 Aprile
2018:
Inserita
la pagina di Lazio-Roma,
32 Giornata di Campionato 2017/2018.
Roma stanca, ma va bene così.
Una delle settimane più belle degli ultimi 91 anni poteva concludersi
con la ciliegina sulla torta.
Il colpo di testa di Dzeko a tempo scaduto, però, si va a stampare
sulla traversa con Strakosha battuto, e infrange il sogno dei tifosi
giallorossi di vincere il derby nel migliore dei modi.
Ma anche il pareggio, a conti fatti, può essere considerato un buon
risultato, calcolando che l'Inter non è riuscita ad andare oltre lo 0-0
contro l'Atalanta e che rimane comunque un punto di vantaggio sui
nerazzurri.
Il pareggio, poi, dà quel vantaggio in più alla Roma in virtù della
vittoria nel derby d'andata.
Troppe tossine accumulate nel martedì di Champions, troppo scarichi
mentalmente e con la testa, forse, già proiettata alla sfida contro il
Liverpool.
Ma non bisogna abbassare troppo la guardia in campionato: difficilmente
la Roma riuscirà a vincere la Champions League, e quindi la prossima
partecipazione alla competizione europea passa esclusivamente per il
campionato.
L'Inter, come detto, sembra aver perso l'inerzia, la Lazio al momento
non ha lo sprint necessario, ma la Roma deve comunque stare attenta e
restare sul pezzo: il calendario dei giallorossi è apparentemente più
semplice di quello delle dirette avversarie, ma bisognerà restare
concentrati fino a qualificazione acquisita.
Peccato per quella traversa, ma anche per il palo colpito nel primo
tempo dall'unico spunto che si ricordi di Bruno Peres: dopo la
leggendaria vittoria sul Barcellona, l'eliminazione dalla Champions
della Juventus al 96' per merito del Real Madrid (con le conseguenti
polemiche "piagnone" di Buffon e co.), con la clamorosa sconfitta della
Lazio a Salisburgo e conseguente eliminazione dall'Europa League, la
vittoria nel derby sarebbe stata l'ennesima emozione di una settimana
da ricordare per molti anni a venire...
11 Aprile
2018:
Inserita
la pagina di Roma-Barcelona,
Ritorno dei Quarti di Finale di Champions League 2017/2018.
Notti di Coppe di Campioni!
È una di quelle sere che chiunque vorrebbe vivere, ma che a non tutti
però è permesso.
Una di quelle sere e quelle partite da raccontare ai posteri, ai figli,
ai nipoti, come quando da piccoli ci raccontavano le gesta di Giacomo
Losi che alza la Coppa delle Fiere, della semifinale di Coppa dei
Campioni contro il Dundee United, della vittoria della prima Coppa
Italia, o addirittura di Bernardini e Ferraris IV o dello scudetto del
1941.
Esagerato? Per una partita vinta ma che comunque non porta a nessun
risultato tangibile?
No, non è esagerato.
Il Barcellona, una delle squadre più titolate e stellate di sempre e
anche di adesso, se non la più forte, è stato completamente annientato
in campo: impressionante vedere Iniesta che non si capacita di vedere i
centrocampisti giallorossi sbucargli da tutte le parti e rubargli il
pallone con estrema decisione, vedere Messi non strusciare praticamente
un pallone, e finalmente una squadra compatta, decisa, convinta,
aggressiva su ogni pallone dal primo al novantacinquesimo minuto.
Il gol iniziale di Dzeko ha reso possibile l'impossibile: il 4-1
dell'andata era un risultato troppo pesante per essere ribaltato già
contro una squadra normale, ma contro il Barcellona proprio no. Non è
un risultato concepibile per chiunque.
Forse neanche i 60.000 presenti all'Olimpico potevano credere a tanto.
Ma dopo il gol del vantaggio non solo non c'è stata una reazione degli
spagnoli, ma la Roma ha continuato ad aggredire gli avversari su ogni
pallone, su ogni secondo pallone a centrocampo che di solito, in altre
partite, è sempre preda degli avversari.
Il primo tempo si chiude con un risultato che già poteva rendere felici
in molti.
Ma nella ripresa si materializza la leggenda: il rigore netto su Dzeko
(che solo l'arbitro non ha visto prima e non ha ritenuto da espulsione
poi...) realizzato con estrema freddezza da De Rossi mette i brividi
anche agli spagnoli, che non hanno la forza di reagire.
La calma professata da Di Francesco è sintomatica di quanto sia stata
preparata con cura questa partita, in ogni dettaglio.
E poi a 10 minuti dalla fine accade veramente quello che manda questa
squadra di diritto nella leggenda della storia giallorossa: Under batte
un calcio d'angolo, Manolas la spizza quel tanto che basta per mandare
il pallone in rete e far crollare l'Olimpico. Tutti a correre verso non
si sa bene cosa, mani nei capelli, lacrime agli occhi braccia al cielo,
urla di gioia fuori dal normale.
Lacrime di gioia che hanno continuato a scorrere anche al fischio
finale dell'arbitro: un'emozione troppo grande da descrivere, troppo
grande per poter credere che sia veramente accaduta.
Un'emozione da raccontare ai posteri. La Roma leggendaria.
10 Aprile
2018:
Inserite le Amichevoli
1931/1932: poche amichevoli di prestigio.
La lunga stagione 1931-1932 (iniziata a luglio 1931 e conclusasi 12
mesi dopo...), vede la Roma svolgere tanti veri e propri allenamenti a
porte aperte più che amichevoli di un certo valore.
La società giallorossa, così, può provare in prima squadra degli
elementi che di solito giocano con la squadra B o con gli Allievi e
testarne le capacità.
È il caso di Gino Brenco e Aldo Giannini (due veri e propri acquisti)
che comunque non avranno la possibilità di scendere in campo in partite
ufficiali o di Bonacciosi, Guelmazzi, Antomarchi e Fanelli che hanno
tutti l'occasione di mettersi in mostra, chi più chi meno, calcando
almeno per una volta nella vita il terreno di Campo Testaccio.
Gli avversari spesso sono solo degli sparring partner o, per dirlo con
la nomenclatura d'epoca, delle squadre "allenatrici": Ostiense, Ivrea
Bagnolese, Testaccio, Juventus Arezzo durante il precampionato, ma
anche Forza e Coraggio di Avezzano, Gladiator di Santa Maria Capua
Vetere, Ottavo Genio (squadra militare) con risultati, spesso, anche
difficili da riportare nel tabellino. Su tutti il 17-5 contro l'Anzio.
Una sola amichevole internazionale, allo Stadio Littoriale di Bologna
contro l'Old Boys di Basilea.
Infine si conclude la Coppa Fornari, che doveva avere un percorso ben
diverso da quello poi svolto, che contrappone le finalisti Roma e
Lazio: i biancoazzurri, dopo aver perso entrambi i derby di campionato,
si riscattano violando il Campo Testaccio e vincendo per 3-0.
La stagione, infine, si conclude a Milano contro l'Ambrosiana Inter il
3 Luglio 1932: finisce 3-3 e l'ultimo gol stagionale lo segna Fasanelli.
Nella foto, Masetti si intrattiene con Bossi e Ferrari nell'intervallo
dell'amichevole disputata a Campo Testaccio contro il Lecce.
09 Marzo
2018:
Inserita
la pagina di Roma-Fiorentina,
31 Giornata di Campionato 2017/2018.
Ancora una sconfitta in casa, ancora una brutta prova dei giallorossi.
Come se non bastasse, la Lazio continua a vincere (e meno male che
altrettanto non fa l'Inter...) e aggancia la Roma al terzo posto in
classifica: ora il derby di domenica prossima sarà ancora più decisivo
per le sorti Champions.
Di Francesco decide di schierare una Roma rimaneggiata, lasciando
alcuni titolari in panchina in vista del ritorno di Champions League
contro il Barcellona: era veramente necessario? Non si era detto, Dzeko
per primo, che la futura Champions passava esclusivamente per la
qualificazione in campionato e non per il ritorno di martedì?
Oggettivamente, la partita contro il Barcellona sarà più una bella
passerella europea che altro, difficile se non impossibile ipotizzare
una "remuntada" dei giallorossi contro il blaugrana.
E allora perché non schierare la formazione migliore contro i viola che
poteva permettere di allungare sull'Inter e tenere a bada la Lazio?
Perché schierare ancora in squadra gente come Gonalons, Defrel e Bruno
Peres che è ormai chiaro che non hanno più la testa per giocare in
questa squadra?
Tutto ciò condito dalla cronica mancanza di lucidità sotto porta
(insieme ad un pizzico, molto grande in realtà, di sfortuna...) che non
fa segnare i giocatori della Roma neanche se spingesserò il pallone con
le mani.
Schick ancora una volta non pervenuto, Bruno Peres che entra in maniera
decisiva nella carambola che rimette in gioco Simeone (dopo la spallata
di Manolas) nel gol del 2-0 viola, Nainggolan che solo davanti a
Sportiello decide di giocare a tiro al bersaglio, un paio di traverse,
un palo.
A questa squadra manca molto. Giocatori, mentalità, orgoglio, capacità,
lucidità.
Ma soprattutto lavoro. Pare (PARE) che ultimamente se ne sia accorto lo
stesso Di Francesco.
Peccato, però, che la stagione ormai sia giunta praticamente al
termine. E ci si ritrova a parlare sempre, sempre, degli stessi
problemi.
05 Aprile
2018:
Inserita
la pagina di Barcelona-Roma,
Andata dei Quarti di Finale di Champions League 2017/2018.
Due autogol affondano la Roma.
È un vero peccato, perché la Roma ci ha provato fino all'ultimo e fino
all'ultimo non ha demeritato.
Il pronostico era abbondantemente schiacciante a favare del Barcellona,
indubbiamente squadra più forte nei singoli e nel complessivo, e
proprio per questo quello che per tutto il primo tempo era riuscito a
fare la squadra giallorossa già poteva far quasi gridare al "miracolo",
anche se di miracoloso c'era ben poco, perché Di Francesco aveva
schierato in campo una squadra corta, accorta, concentrata, che fin
dall'inizio era riuscita a tenere a bada non solo Messi, autentico
spauracchio dell'attacco blaugrana, ma l'intero reparto offensivo della
squadra catalana.
Certo, qualche limpida occasione gli spagnoli ce l'hanno pure avuta, ma
era inevitabile oltre che scontato.
Tutt'altro che scontato, invece, era il fatto che anche la Roma potesse
impensierire la difesa avversaria. E invece in più di un'occasione i
giallorossi sono andati vicino al colpaccio, in particolare con Dzeko
sul quale non è stato sanzionato un evidente fallo da rigore e che
poteva, forse, cambiare le sorti della partita.
Altro episodio chiave la punizione dal limite che, forse, poteva essere
anch'essa un calcio di rigore: le immagini comunque chiariscono poco.
L'unica cosa certa è la maldestra esecuzione della stessa da parte di
Pellegrini (perché lui?) che poteva lasciare il compito a Kolarov
appostato accanto a lui.
Se poi oltre al fatto di incontrare una tra le squadre più forti
d'Europa ci si aggiunge anche la clamorosa sfortuna che ha perseguitato
la Roma facendo siglare prima a De Rossi e successivamente a Manolas
due autogol imparabili (dopo un'altrettanto clamoroso errore di Perotti
ad inizio ripresa che poteva ristabilire il pareggio), il risultato
finale non può che essere scontato.
Poteva anche andare peggio, certo, perché dopo il secondo gol la Roma
sbanda paurosamente, e il Barcellona rischia di dilagare.
Dzeko con un colpo improvviso riapre le speranze non tanto ad un
possibile passaggio del turno, quanto ad una partita di ritorno che
poteva avere un senso maggiore, ma ci pensa il neoentrato Gonalons a
regalare il più facile degli assist al gol di Suarez che chiude i conti.
Peccato. Poteva essere una mattanza, e non lo è stata.
Ma, con un pizzico di fortuna in più, poteva essere una serata da
ricordare. Invece così lascia un forte sapore amaro in bocca...
27 Marzo
2018:
Inserite le Amichevoli
1930/1931: continuano le amichevoli-allenamenti.
Anche nella stagione 1930-1931, la Roma disputa diverse partite
"amichevoli" sopratutto per allenare i propri giocatori durante le
pause del campionato dovute agli impegni della Nazionale.
La novità riguarda alcune amichevoli disputate prima dell'inizio del
campionato, una sorta di partite durante il ritiro per verificare lo
stato di forma degli atleti.
Si disputa, così, la "Coppa Fornari", o almeno il suo inizio, che
doveva essere svolta in maniera differente da quanto invece poi verrà
dispustata.
Altre due amichevoli internazionali, stavolta entrambe al Campo
Testaccio: la prima contro lo Slavia Sofia (già incontrato l'anno
prima) e l'Admira Wien a capodanno: gli austriaci violeranno il
glorioso campo giallorosso.
C'è poi da segnalare il derby contro la Lazio disputato per beneficenza
a favore delle opere assistenziali del Partito Nazionale Fascista: il
campo di battaglia torna ad essere lo Stadio del Partito Nazionale
Fascista e il risultato finale sarà un trionfo dei giallorossi, un 4-1
che non ammette replica e che dimostra ancora di più a chi continua a
snobbarli (su tutti Il Messaggero, che spesso riporta le amichevoli
della Lazio ma non menziona quasi mai la Roma) che la squadra
giallorossa è ormai entrata di diritto nel novero delle "grandi"
squadre italiane.
Infine segnaliamo altri giocatori perlopiù sconosciuti che grazie a
queste amichevoli hanno potuto indossare la maglia giallorossa ed
essere eroi anche solo per un giorno: Piero Triboulet (che sia forse il
fratello di Napoleone Triboulet? Chissà...) e Armando Arnaldo Ricci (in
forza alla squadra "B" della Roma, l'odierna Primavera) e infine
Eugenio Castellucci, l'italo-argentino provato con pessimi risultati
proprio nel derby amichevole e scartato senza troppi ripensamenti.
Castellucci si accorda così con la Juventus e, ironia della sorte, con
i bianconeri vince lo scudetto proprio davanti alla Roma seconda
classificata.
Nella foto, una bella uscita di Masetti nel derby di beneficenza contro
la Lazio.
31 Marzo
2018:
Inserita
la pagina di Bologna-Roma,
30 Giornata di Campionato 2017/2018.
Occasione sprecata.
L'occasione era ghiotta e la Roma se l'è fatta sfuggire così.
Era importante vincere a Bologna per tenere a distanza di sicurezza
l'Inter e la Lazio, che ovviamente hanno fatto il loro contro le ultime
due della classifica.
E invece dopo un avvio più che promettente, una volta infortunatosi
Nainggolan, la formazione giallorossa è letteralmente sparita,
sovrastata a centrocampo dal Bologna che passa addirittura in vantaggio
con un gol viziato da un fallo di mano.
Ma il problema vero è che la Roma non riesce mai a recuperare non tanto
il risultato, ma proprio il filo logico del gioco.
Strootman fortemente fuori fase, Gerson che subentrato a Nainggolan
sembra un pesce fuor d'acqua e soprattutto Schick: l'attaccante della
Roma ancora una volta è apparso svogliato, senza la giusta
concentrazione e cattiveria agonistica che ci si aspetterebbe da lui,
che partecipa poco alla manovra e ancor meno si fa trovare pronto sotto
porta, sempre in ritardo o fuori posizione in area.
Non a caso, quando nella ripresa un arrabbiatissimo Di Francesco
inserisce Dzeko, al bosniaco bastano pochi minuti per entrare in
partita e segnare il gol del pareggio: su una delle poche azioni
offensive riuscite a Perotti, Dzeko si posiziona sul primo palo (cosa
che Schick praticamente non ha fatto mai per l'intera partita) e
ancticipa l'intervento del difensore bolognese e di Santurro. 1-1 e
sintomo più che evidente che la Roma in questo momento non può
prescindere da lui.
Domani i giallorossi sono chiamati ad una durissima partita al Camp Nou
contro il Barcellona: la speranza è che la partita sia innanzitutto
segnata da un atteggiamento diverso da parte dei giocatori (e su questo
ci sono pochi dubbi) e che, magari, anche il risultato finale possa
essere se non proprio favorevole perlomeno non troppo pesante per la
squadra giallorossa.
Già in passato la Roma ha dimostrato di poter stupire i propri tifosi e
le squadre avversarie. Chissà che non le riesca anche questa volta...
27 Marzo
2018:
Inserite le Amichevoli
1929/1930: Campo Testaccio.
La Roma ha bisogno di una nuova casa, e la dirigenza decide di
costruire il glorioso Campo Testaccio.
Il nuovo stadio è quasi sempre pieno (nonostante già all'epoca in
alcune partite i tifosi e la stampa contesteranno i prezzi alti) e
anche per le "amichevoli di allenamento" spesso vengono invitati i
tifosi a riempire gli spalti.
Amichevoli sempre più internazionali: arrivano a Roma gli austriaci del
First Vienna e gli ungheresi del III. Keruleti di Budapest, che sarà la
prima squadra in assoluto ad espugnare il fortino giallorosso.
Ancora una volta ad indossare la maglia della Roma approdano alcuni
giocatori delle giovanili, di cui purtroppo si hanno poche, pochissime
notizie.
È il caso di Angelo Sesia e Napoleone Triboulet, giocatori che scendono
in campo proprio contro gli ungheresi e di cui non si sa nulla, se non
che stessero svolgendo il servizio militare a Roma in quegli anni.
Purtroppo anche i giornali dell'epoca difficilmente riportavano le
notizie sulle amichevoli e quindi i tabellini sono praticamente
introvabili, al massimo vengono riportate poche righe con notizie
frammentarie.
Ma la ricerca delle origini e l'approfondimento della storia
giallorossa continua...
Nella foto, la Roma prima dell'amichevole contro la Maceratese in posa
con Italo Foschi (sulla destra) e suo fratello Vittorugo (sulla
sinistra).
20 Marzo
2018:
Inserite le Amichevoli
1928/1929: la Roma esce dai confini.
Il calcio in Italia sta diventando sempre più importante, ed anche
all'estero cominciano ad osservare le squadre del Belpaese.
Si susseguono così, tra una partita della Nazionale e un'altra, le
amichevoli internazionali sul suolo italico, alle quali vogliono
prendere parte non solo squadre europee, ma anche formazioni
d'oltreoceano.
E così, quando il Barracas Central di Buenos Aires arriva in Italia per
una tournée, anche la Roma organizza un'amichevole di prestigio allo
Stadio Nazionale del Partito Nazionale Fascista.
In questa partita i dirigenti giallorossi restano colpiti da un certo
Landolfi, giocatore argentino con origini italiane. Ne restano talmente
colpiti che chiedono, e ottengono, il prestito del giocatore al
Barracas Central per la successiva amichevole, stavolta oltre i confini
italiani: la prima trasferta internazionale della Roma viene disputata
a Parigi, allo Stade Buffalo, contro il Club Français, all'epoca
squadra di punta del calcio transalpino.
La Roma in quella trasferta sbanca Parigi vincendo per ben 5-0, con un
gol dello stesso Landolfi.
La Roma spera di tesserarlo definitivamente, ma l'operazione non va in
porto. E così di questo misterioso Landolfi non resterà traccia negli
annali giallorossi...
Nella foto, la Roma scesa in campo nell'amichevole contro il Barracas
Central.
19 Marzo
2018:
Inserita
la pagina di Crotone-Roma,
29 Giornata di Campionato 2017/2018.
Vince ancora la Roma.
Si arriva all'ultima (ennesima) sosta di campionato con la certezza del
terzo posto consolidato.
Merito di una squadra definitivamente uscita dalla crisi che l'ha
colpita per tutto l'inverno e che ora, con l'avvicinarsi della
primavera, pare essere solo un lontano ricordo.
Non tutto è definitivamente cancellato, sia chiaro. Anche contro il
Crotone ci sono stati dei passaggi a vuoto e dei momenti di amnesia da
parte di alcuni giocatori: imperdonabile l'errore di Fazio, che poteva
portare al pareggio di Trotta se non fosse stato per un grande
intervento di Alisson, o i soliti giri a vuoto di Bruno Peres, sempre
più pesce fuor d'acqua in questa squadra.
Ma con un paio di strigliate di Di Francesco date al momento giusto, la
squadra si è scossa e ha tirato fuori quelle giocate necessarie per
portare a casa i tre punti necessari per tenere a debita distanza il
ritorno di fiamma dell'Inter (la Lazio al momento è a distanza di
sicurezza).
Come spesso accaduto in questa stagione, una volta trovato il vantaggio
la Roma si è liberata delle paure e ha cominciato a giocare con più
scioltezza, creando diverse occasioni per raddoppiare e concedendo
davvero poco, se non, come detto, qualcosa per colpa di errori di
singoli.
Ma ancora una volta Alisson ha chiuso la partita con la porta
inviolata. Ed è proprio questa la novità di questa stagione: una
solidità difensiva come poche volte negli ultimi anni si è avuta, con
un portiere che al momento se non è il migliore al mondo poco ci manca,
che compie delle parate importanti e dà solidità a tutto il reparto.
Ora arriva la sosta, che in questa stagione non sempre ha portato
risultati positivi alla ripresa, con la speranza che i giallorossi
rientrino carichi per la conclusione della stagione, che li vedrà
impegnati anche nel doppio scontro con il Barcellona nei quarti di
Champions League.
17 Marzo
2018:
Inserita una nuova
sezione del sito: le Amichevoli.
Boros, Heger, Padoan, Sbrana.
Chi sono costoro? Che c'entrano con la storia della Roma?
Loro, e molti altri come vedremo in futuro, sono alcuni dei giocatori
che non hanno mai fatto parte di formazioni ufficiali con la Roma, che
non sono mai scesi in campo né in campionato né in nessun'altra
competizione "ufficialmente" riconosciuta, né tantomeno hanno seduto in
panchina in quelle competizioni.
Ma hanno avuto comunque chi la fortuna, chi (come questi quattro appena
menzionati) il merito di aver vestito la gloriosa maglia giallorossa
nella partite amichevoli, prima dell'inizio delle stagioni oppure
durante o subito dopo.
Questi quattro in particolare sono scesi in campo nelle prime due
assolute uscite della neonata Roma.
Provenivano tutti da squadre che hanno partecipato alla fusione che ha
dato vita alla Associazione Sportiva Roma (Fortitudo, Alba e F.B.C.
Roma) oppure (come Padoan) non si sa bene da dove (si hanno ben poche
notizie anche sui giornali dell'epoca, dove il calcio cominciava ad
affacciarsi prepotentemente nella cronaca nazionale).
Ad ogni modo, in questa nuova sezione "Amichevoli" che vedrà luce in
ogni stagione, a partire dalla 1927-1928, permetterà agli amatori del
genere di scoprire alcune notizie "nascoste" della Roma, alcune partite
perse nella memoria, e dare risalto a quei giocatori che non hanno
avuto abbastanza fortuna di farsi notare dal grande pubblico.
Sperando di farvi scoprire aneddoti ed emozionarvi come io mi sono
emozionato alla ricerca di tali storie...
Nella foto inaugurale, potete ammirare il primo gol in assolutao
segnato dalla Roma nell'amichevole contro l'U.T.E., siglato da Cappa.
14 Marzo
2018:
Inserita
la pagina di Roma-Sachtar,
Ritorno degli Ottavi di Finale di Champions League 2017/2018.
Tra le prime 8 d'Europa.
E alla fine sì, dobbiamo ringraziare quell'intervento miracoloso di
Bruno Peres nella partita d'andata.
Una Roma a tratti d'altri tempi, che nel primo tempo faceva fatica ad
uscire dalla propria tre quarti ma che comunque riusciva a contenere i
palleggi degli avversari, che tentava di spaventare la difesa
avversaria con delle folate offensive senza troppa convinzione ma che
nel frattempo non concedeva neanche un tiro in porta agli attaccanti
ucraini.
Di Francesco in ogni momento predicava calma e si arrabbiava molto
quando il pallone tra i piedi dei suoi sembrava scottasse... E come
poteva non scottare? La posta in palio era altissima, i giallorossi
erano chiamati a ribaltare il risultato dell'andata, in cui forse
avevano buttato via un risultato già acquisito, per la troppa ansia.
Ma la calma predicata da Di Francesco alla fine ha dato i suoi frutti:
alla prima occasione limpida lasciata dalla difesa avversaria,
Strootman imbuca benissimo per la corsa di Dzeko e il bosniaco non
sbaglia.
1-0 e partita che cambia di colpo.
Lo Shakhtar non riesce più a palleggiare in scioltezza, e la Roma
accumula occasioni per raddoppiare: prima con Perotti che però è troppo
molle, poi con due occasioni ancora per Dzeko (una fuori di un niente e
un'altra sparata alle stelle dopo una corsa di 50 metri), infine anche
con l'incredulo Gerson che solo in area invece di tirare di prima
intenzione di destro perde tempo a sistemarsi il pallone sul sinistro
per poi tirare malamente e senza convizione.
Come se non bastasse, arriva anche l'espulsione di uno dei due centrali
della difesa ucraina a facilitare le cose.
Ma qui cambia nuovamente la partita: mancano 10 minuti al termine e i
giallorossi sembrano avere il classico "braccetto corto" e la paura di
non farcela si fa sempre più pressante.
Lo Shakhtar riprende fiato e mette alle corde i giallorossi e le
coronarie dei tifosi, senza comunque riuscire mai a tirare verso lo
specchio di Alisson.
L'arbitro fischia la fine: è tripudio giallorosso.
Come ha detto a fine gara Dzeko, la Roma è tra le prime 8 in Europa e
se le altre sono forti, inevitabilmente lo è anche la Roma.
Godiamoci questo (piccolo) momento di gloria in attesa di scoprire chi
ci sarà nel prossimo futuro giallorosso.
12 Marzo
2018:
Inserita
la pagina di Roma-Torino,
28 Giornata di Campionato 2017/2018.
Roma dai due volti.
Con la testa inevitabilmente rivolta alla partita di Champions Leauge
di martedì, la Roma offre una prestazione dalla doppia interpretazione.
Attendista e rinunciataria nel primo tempo, quando sembrava essere
tornata la "Rometta" di qualche domenica fa, che non pareva aver voglia
di giocare e non riusciva a racimolare neanche una minima azione da gol.
Cosa che invece al Torino riusciva benissimo, mettendo in più di
un'occasione in seria difficoltà la difesa giallorossa salvata in
almeno due occasioni dal solito Alisson, manco a dirlo.
Ad ogni modo i giallorossi riuscivano a tener botta e a chiudere il
primo tempo senza troppi patemi d'animo, e nella ripresa si
ripresentava in veste completamente diversa.
Aggressiva sui palloni, concentrata, vogliosa di far risultato.
E, soprattutto, con spinta sulle gambe e fiato da vendere.
Emblematico in questo senso, il terzo gol segnato da Pellegrini su
classica azione di contropiede con il Torino tutto sbilanciato in
avanti: nonostante si fosse oltre il 90' i giallorossi sono partiti in
un'azione 5 contro 4 e hanno corso tutti e 5 fino alla stoccata finale
di Pellegrini, che suggella così un rotondo 3-0 che non ammette
repliche.
Archiviata questa partita, che sancisce il ritorno in pianta stabile al
terzo posto in classifica, viste i concomitanti pareggi di Lazio e
Inter (che comunque devono recuperare una partita), si può gardare con
fiducia verso la gara contro lo Shakhtar.
I giallorossi hanno i mezzi per poter passare il turno, e sarebbe un
evento eccezionale.
In attesa e nella speranza che questa eccezionalità, prima o poi,
diventi una prassi...
04 Marzo
2018:
Inserita
la pagina di Napoli-Roma,
27 Giornata di Campionato 2017/2018.
Roma vecchie maniere.
In molti davano la Roma per spacciata al San Paolo contro il Napoli.
La squadra partenopea veniva da 10 vittorie consecutive in campionato,
prima in classifica, il sogno scudetto che si respira tra le strade
napoletane, mentre la Roma veniva da due cocenti e brutte sconfitte
(contro lo Shakhtar in Champions e il Milan in Campionato), tante
polemiche in settimana, Di Francesco che in conferenza stampa pregara
aveva ribadito che è lui ad avere in pugno lo spogliatoio e non il
contrario.
Le premesse per una nuova debacle in casa giallorossa c'erano tutte.
E dopo appena 6 minuti Insigne portava addirittura in vantaggio il
Napoli. Tutto come previsto, quindi.
E invece no. Perché Under dopo appena un minuto pareggia il conto tra
lo stupore generale (anche del telecronista Sky, che ci mette un po' a
capire che il gol è regolare... a proposito: sempre azzeccata la scelta
del commento tecnico affidata a Marchegiani... mai una volta che fosse
obiettivo...), e la Roma non si fa intimorire troppo dalle folate
offensive dei partenopei e di Insigne in primis.
Anzi, la Roma finalmente forte nel suo centrocampo ritrovato, lascia
spazio alle giocate avversarie, ma colpisce con estrema efficacia
quando questi sbagliano. E così su una splendida azione corale arriva
il raddoppio siglato da un imperioso stacco di testa di Dzeko che
ritrova gol, convinzione, giocate in una sola partita.
Il Napoli è alle corde, la Roma a tratti pare assoluta padrona del
campo, e continua a punire una squadra che nel morale è profondamente
colpita.
Ed ecco che Dzeko si inventa un gol da cineteca, mettendo a sedere un
frastornato Mario Rui (ve lo ricordate?) e con un sinistro a giro
colpisce ancora e infine anche Perotti partecipa al festival del gol,
grazie ad un perfetto assist di Mario Rui (ancora lui...) in piena area
di rigore.
Il resto è accademia, in pochi si accorgono del gol allo scadere di
Mertens (tranne Di Francesco: lui se n'è accorto eccome) tutto il San
Paolo nonostante la sconfitta che può valere lo scudetto ad applaudire
i propri beniamini...
Purtroppo scene del genere a Roma ne abbiamo viste fin troppe: gli
altri esultano per la vittoria, e noi applaudiamo e cantiamo per quello
che poteva essere e non è stato...
Lazio nuovamente scavalcata, terzo posto consolidato e sopratutto
morale ritrovato per la Roma, che ora guarda al futuro con più
ottimismo.
Arriva poi in mattinata la notizia dell'improvvisa morte di Davide
Astori, capitano della Fiorentina ed ex calciatore giallorosso, a
fermare giustamente il resto della Serie A.
Il "Calcio Moderno", purtroppo, è anche questo: ci sono in questo
momento squadre con due partite in meno (Atalanta) e quasi tutte le
altre che non hanno idea di quando si recupererà questa giornata.
Falsando ancora di più, se mai ci fosse stato qualche dubbio a tal
proposito, il campionato.
26
Febbraio 2018:
Inserita
la pagina di Roma-Milan,
26 Giornata di Campionato 2017/2018.
La Roma resta di ghiaccio.
Se non è stata la peggiore Roma della stagione, poco ci manca.
Il peggior Milan degli ultimi anni, talmente peggiore da essere
allenato da Gattuso, non proprio un novello Sacchi.
E proprio questo piccolo, piccolo Milan allenato da Gattuso, è arrivato
a Roma a passeggiare sulle spoglie della squadra giallorossa allenata
da Di Francesco.
Di Francesco che indubbiamente ha le sue colpe: colpe nello schierare
una formazione iniziale fin troppo modificata negli uomini, colpe nel
non essere stato in grado (forse) di dare le giuste motivazioni in
vista di questi importantissimi impegni stagionali, colpe di aver
ritardato alcuni cambi in corsa quando la partita si stava mettendo
male, colpe di aver sbagliato i cambi in corsa.
Ma soprattutto, colpe a fine gara ad addossarsi la quasi totalità delle
colpe di fronte ai suoi giocatori, dando loro ulteriori alibi a cui
attaccarsi.
La realtà invece è dice che questi presunti campioni (campioni di cosa
ancora è da capire, dato che molti di loro non hanno vinto proprio
nulla) davanti alle primi difficoltà mostrano tutti i loro limiti
caratteriali e di personalità.
Sorvolando su alcuni di loro che ormai sono dei veri e propri ex
giocatori (Bruno Peres non è più presentabile su un campo di gioco, è
oltremodo oltraggioso continuare anche solo a convolcarlo), ci sono
alcuni degli altri che si nascondono dietro l'avversario quando le
partite si mettono male.
Ieri contro il Milan le ribattute delle difese venivano sempre e
costantemente controllate dai giocatori rossoneri, il più delle volte
il pallone tra i piedi dei giocatori della Roma scottava e si preferiva
il lancio lungo o dalla tre quarti, oppure il semplice passaggio
all'indietro, Perotti non salta più un uomo neanche contro i birilli,
Schick è un elemento estraneo al resto della squadra, Kolarov è in
vacanza da mesi, Strootman e Nainggolan lontani parenti dei giocatori
che fino a pochi mesi fa non si dovevano assolutamente mettere sul
mercato perché uomini chiave del centrocampo romanista.
Emblematica un'azione a centrocampo nel secondo tempo quando già si era
sotto di un gol. Il solito Manolas non sapeva cosa fare col pallone tra
i piedi, lascia la palla a Fazio, Bruno Peres libero sulla destra si
sbraccia per ricevere il pallone, che dopo un po' gli arriva e lui,
dopo averla attesa con bramosia, la stoppa e la ripassa indietro allo
stesso Manolas.
Di Francesco ha le sue colpe, è indubbio. Ma dare ulteriori alibi a
questi giocatori no, non è possibile.
È ora che chi si deve prendere delle responsabilità se le prenda.
Altrimenti quest'estate vivremo un'altra stagione di passione sul
mercato.
Sperando, però, di valutare i giocatori per quello che effettivamente
sono. Non per quello che noi vorremmo che fossero.
22
Febbraio 2018:
Inserita
la pagina di Sachtar-Roma,
Andata degli Ottavi di Finale di Champions League 2017/2018.
Under e Alisson non bastano.
Peccato, perché poteva essere e non è stato.
Il primo tempo della partita contro lo Shakhtar, oltre al risultato
positivo, si era concluso lasciando nell'aria una buona impressione
della Roma e tutto faceva pensare in una buona conclusione del match.
Gli ucraini avevano provato ad impensierei in qualche modo la difesa
giallorossa, ma oltre ad un paio di incursioni infruttuose non avevano
creato troppo allarmismo tra le maglie romaniste.
E pian piano il gioco della Roma era uscito fuori, grazie soprattutto
agli "strappi" di Under, che prima ha provato a lanciare i compagni e
poi si è proposto su uno splendido assist di Dzeko e realizza il gol
del vantaggio, diventando così il secondo più giovane giallorosso a
segnare un gol in Champions (dietro Cassano).
Il secondo tempo, invece, è ancora una volta un incubo, come troppo
spesso è accaduto nel recente passato.
La Roma entra molla in campo, Florenzi (sceso in campo in condizioni
non ottimali) non riesce più ad arginare gli avversari e proprio da un
suo clamoroso errore a centrocampo su lancio chilometrico della difesa
avversaria arriva il gol del pareggio ucraino.
A questo punto la Roma sparisce del tutto, e solo un grande Alisson
evita che lo Shakhtar vada in goleada: due interventi su tutti
ricacciano in gola l'urlo del gol ai tifosi di casa.
Kolarov non ne ha più da tempo, Strootman torna a giocare a nascondino
e la Roma non riesce più ad uscire dalla propria tre quarti.
Di Francesco, forse con colpevole ritardo, prova a cambiare qualcosa
inserendo Gerson, Bruno Peres e Defrel, ma il risultato non cambia.
Anzi, cambia a favore dello Shakhtar, che nel frattempo è riuscito a
ribaltare il risultato.
All'ultimo secondo, l'episodio che potrebbe essere un segnale: Alisson
battuto, tiro a botta sicura da pochi metri con Bruno Peres sdraiato
sulla linea di porta che ha l'istinto di tirare su la gamba. Il pallone
sbatte sul piede e si impenna uscendo fuori.
Chissà che al ritorno non si debba ringrziare proprio il brasiliano per
questo suo intervento...
21
Febbraio 2018:
Inserita
la Stagione
1944/1945.
La guerra volge al termine.
Gli Alletai hanno praticamente in mano le sorti della Guerra e l'Italia
è ancora un importante campo di battaglia.
Il suolo italiana versa in condizioni pessime, ma nonostante tutto la
popolazione cerca di tirare avanti e lo sport è un motivo
importantissimo di distrazione, tanto che gli stessi inglesi
organizzano partite tra soldati e compagini locali.
La speranza che si torni presto alla normalità è forte, e continuano
così ad essere organizzati dei tornei a carattere regionale nell'attesa
che finisca la guerra e si possa riprendere un torneo Nazionale.
Nel Lazio tarda a partire anche il Campionato Romano di Guerra, così il
Comitato Regionale Laziale organizza dapprima una "Coppa Città di
Roma": due gironi da 4 squadre le cui prime classificate, poi si
contenderanno la Coppa disputando Semifinali e Finale.
La Roma vince questo torneo dapprima vincendo un po' a fatica il
proprio girone e poi battendo in Semifinale il Trastevere e poi in
Finale la M.A.T.E.R. (che a sua volta aveva eliminato la Lazio).
A fine '44 parte così il Campionato Romano di Guerra, che vedrà
stradominare la Roma sulla Lazio e sulla rivelazione Ala Italiana: la
squadra giallorossa segna gol a raffica, ritrovando Amadei ma
purtroppo, perdendo per sempre Mario Forlivesi, stroncato da una
meningite fulminante all'inizio del girone di ritorno, dopo aver
disputato la sua prima partita stagionale due domeniche prima e, tanto
per cambiare, segnare il suo ultimo gol.
La Roma vincitrice del torneo, così come la Lazio e l'Ala Italiana,
rispettivamente seconda e terza classificata, dovevano partecipare poi
ad un Girone Nazionale con le vincitrici dei rispettivi Campionato
Regionali, che però non verrà mai svolto in quanto le difficoltà per
organizzarlo si riveleranno insormontabili, nonostante le vicende della
Guerra siano ormai terminate ed anche quel che rimaneva della dittatura
fascista di Mussolini cancellato per sempre.
La Roma si prende la briga, come l'anno precedente, di organizzare il
"Torneo a Quattro", stavolta invitando due squadre extraregionali:
oltre alla Roma e alla Lazio, infatti, vi partecipano anche il Pro
Livorno e la Fiorentina.
Ma la squadra giallorossa, quest'anno, è troppo forte per chiunque:
anche questo torneo, come i due precedenti, vedono trionfare i colori
giallorossi.
La guerra è finita, l'Italia e i romani hanno voglia di tornare alla
normalità.
Per i tifosi giallorossi vedere la propria squadra vincere contro
chiunque è un motivo in più per avere speranza nel futuro...
19
Febbraio 2018:
Inserita
la pagina di Udinese-Roma,
25 Giornata di Campionato 2017/2018.
La Roma vola col turco.
Ultimamente si fa sempre più insistente la voce della possibile
partnership tra la Roma e la compagnia aerea Turkish Airline.
Ma la Roma di questo ultimo periodo ha già (ri)messo le ali proprio
grazie al suo piccolo turco in rosa: Cengiz Under anche contro
l'Udinese ha sfoggiato una prestazione superlativa e un gol da
cineteca, una "sassata" quasi da fermo che ha sorpreso il pur bravo
Bizzarri.
Ma è tutta la Roma che comunque sembra aver ripreso coscienza dei
propri mezzi, che sa soffrire quando c'è da soffrire (il primo tempo
dell'Udinese è stato tutt'altro che remissivo) e sa uscire e colpire
quando l'avversario offre il fianco.
Menzione d'onore, poi, per il migliore acquisto della Roma degli ultimi
tempi: Alisson si sta rivelando un portiere eccellente, il tipico
portiere che fa parate da 3 punti, che vale tanto quanto un attaccante
di razza.
Quello che più colpisce del portiere brasiliano, non sono tanto le sue
parate (che come detto sono decisive), ma il suo perfetto senso della
posizione, il suo saper giocare qualche metro avanti per anticipare le
giocate avversarie (e gli errori dei compagni, come quello di Juan
Jesus che stava regalando palla a Perica), oltre che i perfetti piedi
da centrocampista brasiliano.
La concomitante sconfitta dell'Inter di Spalletti permette ai
giallorossi di tornare momentaneamente (in attesa della sicura vittoria
della Lazio contro il Verona...) al terzo posto in classifica, e di
mettere un buon margine di vantaggio sugli stessi nerazzurri.
Ora testa alla Champions: lo Shakhtar è un avversario difficile ma non
impossibile, e il passaggio del turno permetterebbe alla Roma di tenere
blindati (forsi) i suoi pezzi pregiati nella prossima finestra di
mercato.
A partire da Alisson e Under...
13
Febbraio 2018:
Inserita
la Stagione
1943/1944.
Campionato Romano di Guerra.
Nel Luglio 1943, Mussolini viene destituito e poco dopo viene sciolta
la Federazione Italiana Giuoco Calcio.
Nonostante ciò, il calcio a differenza del resto d'Italia, non si
arrestò mai, continuando a disputarsi in tornei a carattere amatoriale
in ogni dove, tra la guerra e bombardamenti.
Nel Novembre 1943 la Repubblica di Salò comunicò che il campionato di
calcio nazionale si sarebbe disputato attraverso un sistema misto, che
avrebbe raggruppato le diverse squadre si Serie A, B e C in un'unica
serie suddivisa per gironi regionali, per poi disputare un girone
finale tra le varie vincitrici.
Ancora prima del Comunicato federale, il Direttorio Laziale aveva già
pensato di organizzare un torneo a carattere locale, e questa decisione
accellerò i tempi di realizzazione.
Il Direttori delle XI Zona, il nome che assunse il Direttorio Laziale
con l'inclusione del Lazio nel Campionato Federale, organizzò così il
Campionato Romano misto di Divisione Nazionale, a cui parteciparono ben
10 formazioni romane: Roma, Lazio, Alba Roma, Avia Roma, La Disperata
(che durante il torneo cambiò denominazione sociale in Juventus Roma),
M.A.T.E.R., Tirrenia, Vigili del Fuoco Roma e all'ultimo momento
vennero inserite anche l'Elettronica e il Trastevere.
Non poche difficoltà si ebbero durante la stagione nel reperire
giocatori disponibili a giocare (con la dissoluzione della FIGC non
vennero permessi gli scambi di giocatori tra società se non in
prestito, e oltretutto molti giocatori decisero di tornare alle proprie
città d'origine per stare vicino ai parenti in questi momenti di
estrema difficoltà): l'Elettronica, per esempio, in un paio di
occasioni non riuscì a raggiungere il numero minimo di 11 giocatori
schierabili e giocò con 9 o 10 effettivi.
Il Torneo, come era prevedibile, fu una corsa a due tra la Roma e la
Lazio che non persero neanche una partita, ma alla fine la spuntò la
Lazio con 32 punti contro i 31 della Roma.
Al termine del Campionato, con l'incrementarsi delle problematiche
dovute alla guerra, la Lazio non potè partecipare al Girone Finale come
era inizialmente previsto, e le prime 4 classificate (Lazio, Roma,
M.A.T.E.R. e Tirrenia organizzarono un "Torneo a Quattro" che vide la
vittoria della Roma.
Durante la stagione, la Roma schierò diversi elementi molto
interessanti.
Oltre al giovane Cozzolini, che si mise molto in mostra, uno su tutti
sfruttò la squalifica a lungo termine inflitta ad Amadei per i fatti
dell'anno prima: Mario Forlivesi, giovanissimo e frizzante attaccante
romano in 7 partite segnò la bellezza di 8 reti, divenendo il nuovo
astro nascente e futuro asso del calcio romano.
Purtroppo la sfortuna, in seguito, colpirà il giovane, che verrà
stroncato sul più bello da una meningite fulminante.
12
Febbraio 2018:
Inserita
la pagina di Roma-Benevento,
24 Giornata di Campionato 2017/2018.
Gol e classifica ritrovati.
Impegno non probante contro il Benevento. E nonostante questo, la Roma
era riuscita anche a complicarsi da sola la vita: al 7' Guilherme si
prendeva gioco di Manolas e dell'intera difesa giallorossa portanto in
vantaggio la propria squadra.
Primi mugugni dagli spalti, il centrocampo in emergenza della Roma che
non riusciva ad arginare il dinamismo di Brignola, un paio di occasioni
per Dzeko e El Shaarawy non troppo convinte.
Ma le differenze tecniche in campo, alla lunga, sono uscite fuori e
pian piano i giallorossi hanno acquisito fiducia, trascinati
soprattutto da un volitivo Dzeko che continuava ad incitare i suoi e a
trascinarli al pressing e a Gerson che dopo un inizio titubante si
posizionava in una zona nevralgica del campo e cominciava ad
intercettare tutti i palloni che passavano dalle sue parti.
Il gol di Fazio rimetteva in sesto la gara, ma non gli umori dello
stadio, che al termine del primo tempo non lesinava fischi ai propri
giocatori.
Ripresa di ben altro tenore, con una Roma finalmente scrollatasi di
dosso le inutili paure che la attanagliavano e goleada che non poteva
(e soprattutto doveva) non essera tale.
Restano comunque dei problemi evidenti. Florenzi che non è più dinamico
come ad inizio stagione e Kolarov che ormai non ne ha più.
Forse solo con il rientro a pieno di alcuni giocatori (ma rientreranno
davvero?) si potrà riprendere quel cammino interrotto tempo fa e
(forse) ripreso finalmente in queste ultime due giornate.
Già sabato contro l'Udinese l'impegno sarà ben diverso e allora si
potrà capire se la crisi giallorossa è definitivamente alle spalle
oppure no.
04
Gennaio 2018:
Inserita
la Stagione
1959/1960.
Alfredo Foni e "Piedone" Manfredini.
La società nelle vesti del presidente Anacleto Gianni decide di fare le
cose per bene e comincia dal manico, portando sulla panchina della Roma
l'ex Commissario Tecnico della Nazionale, Alfredo Foni, l'inventore del
famigerato catenaccio.
La campagna acquisti, di buon livello, vede invece l'arrivo
dell'argentino Pedro Manfredini, poderoso attaccante della selezione
albiceleste, che presto dimostra di essere tutt'altro che uno
sprovveduto, inaugurando a suon di reti il rapporto con la tifoseria.
Arrivano anche il solido centromediano Bernardin dalla Triestina e
Castellazzi dallo Spezia.
Arriva anche un certo Alberto Orlando, che proprio qui inizia una
splendida carriera che, però, lo condurrà verso altri lidi molto presto.
Ad ogni modo, ancora una volta, la squadra non riesce a darsi quel
minimo di continuità che sarebbe necessaria e ondeggia paurosamente.
Alterna momenti di grandi prestazioni e entusiasmo (il 3-0 nel derby di
andata, la vittoria interna con l'Inter, la goleada con la Sampdoria a
fine stagione), ad altri di profonda desolazione e depressione
(l'immediata eliminazione dalla Coppa Italia, la pesante sconfitta
contro la Juve e quella contro il Lanerossi Vicenza).
La difesa non regge l'urto e subisce la bellezza di 53 reti (solo
l'Udinese ne prende una in più), nonostante le ottime prestazioni di
Losi.
Alla fine, arriva un desolante nono posto, che segna un deciso
arretramento rispetto al deludente sesto posto di un anno prima.
05
Febbraio 2018:
Inserita
la pagina di Hellas
Verona-Roma, 23 Giornata di Campionato 2017/2018.
La Roma riparte...?
Già altre volte, nelle ultime settimane, la Roma ha illuso in parecchi
che la crisi stesse terminando.
Alcune buone prove, a metà, contro la Sampdoria a Genova, ma anche
contro l'Inter o in parte con il Sassuolo, sembrava che la Roma potesse
tornare ai livelli di inizio stagione.
Per poi puntualmente smentirsi e rigettare tutto alle ortiche, entrando
domenica scorsa in una crisi certificata anche dai sonori fischi dei
tifosi all'Olimpico.
Il Verona e il Benevento sono due squadre che non potevano capitare in
un momento migliore, oltretutto al termine delle mille mila chiacchiere
che l'inutile mercato di riparazione porta con sé.
Il primo dei due incontri, quello contro gli scaligeri, riporta
ossigeno ai polmoni giallorossi non solo per i 3 punti finalmente
conquistati dopo tante, troppe partite di digiuno, ma anche per la
buona prova, soprattutto difensiva, proposta: a conti fatti, Alisson
non ha compiuto nessun intervento degno di nota.
Nonostante, per quasi un tempo intero, Pellegrini ha avuto la brillante
idea di lasciare i propri compagni di squadra in 10 contro 11, per un
inutile fallo da dietro a centrocampo.
La Roma, soprattutto nel primo tempo, ha creato molto, passando da
subito in vantaggio con il primo gol di Cengiz Under (sempre positivo
il suo impegno ogni volta che è stato chiamato in causa) e poi non
sfruttando a pieno diverse occasioni .
Nella ripresa, è andata un po' in difficoltà soprattutto perché rimasta
in inferiorità numerica, non riuscendo più a costruire come nel primo
tempo, ma come detto senza mai soffrire né subire neanche un tiro in
porta.
Però un po' di sofferenza c'è stata, e un certo sentore del classico
"braccino corto" per paura di vincere si è visto.
Clamorose poi le due occasioni capitate sui piedi di Dzeko prima e
soprattutto Strootman poi, praticamente a fine gara, quando soli
davanti il portiere non sono riusciti a chiudere definitivamente il
conto.
L'Inter continua a rallentare, la Lazio chissà... Intanto puntiamone
una, alla seconda ci penseremo poi.
29
Gennaio 2018:
Inserita
la pagina di Roma-Sampdoria,
22 Giornata di Campionato 2017/2018.
45 minuti per tornare al buio.
Non più tardi di mercoledì sera si parlava di una Roma in parte
ritrovata.
La grinta messa in campo nel secondo tempo di Genova e la voglia di
ribaltare le avversità e le nefandezze di Orsato avevano fatto sperare
i tifosi della Roma che finalmente il tunnel della crisi fosse quasi
terminato.
E, forse sbagliando, ci si era soffermati troppo sugli errori di Orsato
in quella partita, mascherando e nascondendo le croniche mancanze di
questa squadra.
Passano pochi giorni e la Roma si ripresenta in campo e ripresenta le
stesse, continue, solite, immonde mancanze.
Di concentrazione. Di carattere. Di voglia. Di gioco.
Un primo tempo da squadra di qualche campetto di terra, in balia
dell'avversario che di certo non era la Real Sampdoria e neanche La
Sampdoria United, ma che ha messo in grossa difficoltà e incredibile
imbarazzo la difesa giallorossa e ha esaltato le qualità di Alisson,
autore almeno di tre interventi prodigiosi che hanno fatto sì che il
primo tempo si chiudesse sullo 0-0.
Come se non bastasse ci si mette pure la pantomima del calcio di
rigore, assegnato alla Roma, su cui si presenta Florenzi al tiro.
Perché Florenzi e non Dzeko? Inevitabile che Viviano rispondesse alle
chiamate di Alisson con la stessa moneta: da lì in avanti lo scettro di
protagonista della serata passa così dal portiere della Roma al
portiere doriano.
In effetti la Roma rientra in campo nel secondo tempo con un piglio
diverso, spronati più dalla stanchezza della squadra avversaria che da
una vera e propria idea di gioco.
Nel secondo tempo la Roma ha almeno 4 occasioni più che nitide per
passare in vantaggio (clamorosa quella capitata sui piedi di Under che
colpisce a botta sicura e colpisce Viviano in piena faccia).
Ma resta il fatto che troppi giocatori giocassero più per se stessi che
per il collettivo, ed altri addirittura non giocassero proprio.
Kolarov probabilmente non ne ha più (già da diverse giornate...),
Nainggolan in una giornata particolarmente negativa, Strootman
riproposto da regista (ma se tra i piedi di un regista passano i
palloni col contagocce allora è come non averne uno), Florenzi che vive
ormai nel dubbio amletico di che ruolo ricoprire, Schick che ormai è un
lontano ricordo di un giocatore (ennesimo infortunio).
Uniche note positive, o perlomeno non negative, Under e Pellegrini:
chissà perché Di Francesco ha deciso di sostituire proprio loro a
partita in corso.
Già: perché?
Perché Florenzi rigorista? Perché quei cambi che a conti fatti hanno
reso la Roma meno propositiva (e non è la prima volta...)? Perché
Schick si è di nuovo infortunato? Perché la Roma pare abbia estrema
necessità di vendere qualcuno per fare cassa, anche ora a gennaio, e
invece probabilmente non venderà più nessuno dopo che per settimane non
si è parlato di altro?
Ma soprattutto: perché la Roma, che era la squadra che non solo subiva
meno gol di tutti in Europa, ma addirittura subiva meno tiri in porta,
ora è diventata un colabrodo e non gioca più?
25
Gennaio 2018:
Inserita
la pagina di Sampdoria-Roma,
recupero della 3 Giornata di Campionato 2017/2018.
Contro Orsato c'è poco da fare.
Orsato è un arbitro più che mediocre e non dovrebbe più arbitrare,
visto le nefandezze che già in passato ha compiuto, non solo in questa
stagione.
Andando indietro nel tempo, chi non si ricorda i Quarti di Finale di
Coppa Italia 2008/2009 (contro l'Inter) in cui la Roma fu eliminata non
tanto dalla squadra nerazzurra, ma soprattutto dagli errori
dell'arbitro di Schio (rigore non fischiato su Vucinic nell'azione che
poi porta al gol Adriano e un doppio fuorigioco sul gol di
Ibrahimovic)? Oppure nel derby dello scorso anno il clamoroso rigore
inventato regalato alla Roma?
O ancora il rigore non concesso quest'anno alla seconda giornata
(ancora contro l'Inter) che avrebbe dato l'opportunità alla Roma di
portarsi sul 2-0 (Orsato era l'arbitro addetto al VAR e non ha
segnalato nulla all'arbitro in campo)?
E poi il capolavoro di ieri: Strootman viene fermato con un evidente
fallo di ostruzione, il guardalinee (ad un metro) alza la bandiera per
assegnare il fallo, lui si porta il fischietto alla bocca per
fischiare, ma poi ci ripensa e con ampi gesti (lui, che si trova ad una
decina di metri) dice di proseguire l'azione.
Azione che poi porta al rigore per la Sampdoria (rigore che c'è, almeno
stavolta...)
Così come (forse) c'erano un paio di "mani" sospette in area
blucerchiata in precedenza, non rilevate.
Fatto sta che la Roma esce da Marassi con un punto grazie al gol
trovato in extremis da quel Dzeko che in molti danno in partenza ma che
è ancora qui a Roma e alla Roma, che continua a segnare più o meno un
gol ogni due gare e che permette ai giallorossi di rimettere in sesto
una partita che per larghi tratti l'ha visto protagonista.
Nulla di trascendentale, intendiamoci, ma per certi versi i giallorossi
sono sembrati più convinti e motivati rispetto alle settimane passate,
e a tratti hanno riproposto quel gioco fluido e accattivante di inizio
stagione.
Che sia un nuovo inizio? Solo il tempo potrà dirlo.
Magari senza l'assillo del dover "vincere per forza" la Roma potrà
riprendere quel cammino interrotto troppo presto anche quest'anno.
Il terzo posto è ancora alla portata dei giallorossi. E poi chi precede
la Roma è l'Inter (che al momento non è una squadra da quarto posto) e
la Lazio, che contro ogni pronostico continua a veleggiare nella parte
alta della classifica. Durerà fino alla fine?
Non ne siamo certi. Ma siamo certi che la Roma deve riprendere a
vincere al più presto.
E con continuità. Con Dzeko o senza Dzeko.
Ma per favore: evitateci Orsato.
22
Gennaio 2018:
Inserita
la pagina di Inter-Roma,
21 Giornata di Campionato 2017/2018.
La Roma si consegna nel finale.
Non ci siamo. Non ci siamo proprio.
Non tanto per i due punti letteralmente buttati su un campo di una
squadra derelitta come l'Inter (che a conti fatti sta più o meno nelle
stesse condizioni della banda giallorossa e contro i quali la Roma se
la giocherà fino alla fine per il terzo/quarto posto), ma soprattutto
per come è arrivato questo pareggio.
Che, forse, per molti alla vigilia poteva anche essere visto come un
punto di partenza, ma che ora invece è una volta di più un vicolo cieco.
Eppure era partita bene la Roma, un discreto primo tempo, pressing
alto, gioco avvolgente, con le fasce (soprattutto la destra) molto
attive e con Gerson proposto titolare in un centrocampo inedito che
svolgeva bene il suo compitino. Senza strafare, ma tenendo bene il
campo.
Strootman sembrava finalmente essere tornato un giocatore di calcio e
Nainggolan il solito lottatore.
Dietro Manolas chideva sempre abbastanza bene su Icardi e davanti El
Shaarawy trovava il gol su un clamoroso errore di Santon.
Tutto bene, quindi.
Spalletti che non sapeva a chi santo affidarsi e che addirittura voleva
cambiare Gagliardini (uomo mercato dello scorso gennaio) già al 40'. La
fenomenite non l'ha mai abbandonato.
La ripresa, purtroppo, è di ben altro tenore.
La Roma sembra stanca, non riesce a tenere dietro la linea offensiva
dell'Inter e dopo pochi minuti El Shaarawy accusa i crampi.
Crampi.
Al 55' il 21 gennaio. A metà stagione. Dopo 15 giorni di riposo.
Gerson si infortuna e Di Francesco "attinge" dalla panchina. Purtroppo
pesca come peggio non poteva.
Inserisce prima Bruno Peres e poi Juan Jesus, consegnando di fatto il
gioco e la partita nelle mani di Spalletti, che sarà pure quello che
sarà, ma di certo non è uno scemo.
E così l'Inter,spingendo sulla fascia scoperta della Roma (quella
"difesa" da Bruno Peres, per intenderci) affonda una, due, tre, quattro
volte, fino a trovare l'inevitabile gol di pareggio quasi allo scadere.
Bruno Peres è evidente ormai che non possa più giocare a calcio: appena
entrato in campo, sulla prima azione organizzata dall'Inter, mentre un
lancio lungo dalle retrovie sta per arrivare a Perisic, lui è a
centrocampo che si sta tranquillamente guardando gli scarpini e non si
accorge di ciò che gli accade intorno.
E anche sull'azione del gol (dove il grosso dell'errore è compiuto da
Fazio e Juan Jesus) invece di attaccare l'avversario, gli lascia spazio
"chiamando" con la mano la chiusura di Nainggolan che invece è
attardato.
Ad ogni modo, oltre ai vari errori di questo o quel calciatore, è
l'intera "orchestra" giallorossa che sembra aver perso il suo
direttore: Di Francesco non avrà tutte le colpe (le troppe voci di
mercato che circolano intorno alla Roma non fanno bene a nessuno), ma
di certo non sembra aver più in pugno lo spogliatoio e i cambi durante
la gara non sempre appaiono lucidi.
Se poi ora ci si mette pure a dire "Non avevo cambi da inserire"...
Beh... C'è qualcosa di profondamente sbagliato in questa squadra.
08
Gennaio 2018:
Inserita
la pagina di Roma-Atalanta,
20 Giornata di Campionato 2017/2018.
La Roma non cambia mai...
Passano gli anni, cambiano gli allenatori, lo staff tecnico, i
giocatori, i dirigenti.
Ma questa Roma non cambia mai... mai.
Si parte sempre in tromba, risultati su risultati, si sogna la vittoria
di qualcosa di importante e poi, puntualmente quando arriva questo
periodo a cavallo delle feste natalizie, la Roma si scioglie e butta a
mare quanto di buono (perché di buono anche quest'anno è stato fatto
parecchio) e si entra nella solita crisi che travolge tutto e tutti,
dai dirigenti, allo spogliatoio e divide la tifoseria.
Ancor più grave se anche i giocatori ne siano consapevoli della loro
mancanza di personalità e che ammettano che dopo alcune vittorie
importanti e dei "traguardi" raggiunti (se traguardo si può intendere
il passaggio del turno in Champions) tirino i remi in barca perché si
sentono soddisfatti e "arrivati".
Parole di Strootman, che pur ammettendo la sua inutilità in mezzo al
campo se gioca così, confessa anche che dentro lo spogliatoio qualcosa
è cambiato dopo la vittoria del derby e il passaggio agli Ottavi di
Champions League da primi del girone.
Basta quindi così poco per far sentire questi giocatori che poco o
nulla hanno vinto in carriera dei "campioni", quando invece sono solo
dei mediocri calciatori provinciali, che giocano, evidentemente, in una
squadra altrettanto provinciale.
Tanto oggi sono tutti in vacanza, sentendosi appagati e in obbligo a
riposarsi dopo le loro fatiche.
Dimenticando la pessima figura offerta contro l'Atalanta che in dieci
ha vinto senza neanche soffrire troppo all'Olimpico contro una squadra
ridicola, nel gioco e nei contenuti.
Colpa di Di Francesco, certo, che ha perso le redini con cui (forse)
teneva imbrigliato questo cavallo troppe volte imbizzarrito.
Colpa di Nainggolan, che troppo superficialmente a Capodanno ha pensato
bene di riprendersi ubriaco perso mentre bestemmiava a più non posso:
cosa che gli è costato una multa (forse non troppo salata) e la non
convocazione contro l'Atalanta.
Ma tanto, a furor di popolo, quello stesso popolo che avrebbe chiuso un
occhio se non tutti e due per vederlo comunque in campo sabato scorso
perché "la Roma ha bisogno di lui", tornerà già in campo la prossima
partita. Annullando, di fatto, la "punizione" inflittagli giustamente.
La verità è che se questa società provincialotta vuole veramente
diventare grande, di fronte a certe follie (in campo e fuori) avrebbe
annullato le ferie a tutti i giocatori e oggi li avrebbe tenuti a
Trigoria e fatti lavorare a colpi di doppie sedute fino alla partita
con l'Inter.
E avrebbe messo in allerta Nainggolan: al prossimo colpo di testa fuori
dal campo, gli si presentava il ben servito e si vendeva al miglior
offerente.
Visto che tanto con lui o senza di lui, al momento, la squadra si sente
"appagata".
04
Gennaio 2018:
Inserita
la Stagione
1958/1959.
Non basta Selmosson.
Il clamoroso acquisto di Selmosson dalla Lazio, sembra il preludio ad
una grande stagione.
Insieme a lui, arrivano il giovane portiere Cudicini dall'Udinese, il
forte mediano David, dal Vicenza e Zaglio, dalla Spal.
Eppure la squadra non riesce mai a trovare quella continuità necessaria
per restare ad alta quota. Alterna grandi partite (il 3-0 alla
Juventus, il clamoroso 8-0 al Napoli) ad imprevedibili cadute.
Non basta neanche il doppio cambio sulla panchina a dare quella scossa
necessaria: la stagione parte con l'ex giocatore Nordahl come
allenatore (coadiuvato da Busini come Direttore Tecnico) fino alla
partita di andata col Napoli, dove subentra Sarosi che pian piano
prende possesso della direzione tecnica.
Fino alla sconfitta contro il Vicenza che sancisce il ritorno in
panchina dello stesso Nordahl (proprio nella clamorosa vittoria per 8-0
contro il Napoli).
Anche gli arbitri ci mettono del loro (contro l'Alessandria c'è
addirittura l'invasione di campo per protestare contro la direzione di
Guarnaschelli, che costerà la sconfitta a tavolino per 0-2 e l'esilio
per due turni lontano dall'Olimpico), ma è soprattutto la mancanza di
equilibrio ad appesantire il cammino di una squadra che potrebbe fare
molto di più.
Alla fine, arriva un anonimo sesto posto, oltre che alle premature
uscite dalla Coppa Italia contro un anonimo Venezia al quarto turno e
dalla Coppa delle Fiere ai quarti di finale dopo il doppio confronto
contro il Royal Union Saint-Gilloise.
Tutto ciò non pu certo rendere felice una tifoseria che, dopo
l'acquisto di Selmosson, aveva sperato nell'anno buono.
02
Gennaio 2018:
Inserita
la pagina di Roma-Sassuolo,
19 Giornata di Campionato 2017/2018.
È già finita la Roma?
Se due indizi sono una coincidenza, tre sono una prova.
E la Roma degli ultimi tempi, di indizi ne ha dati ben più di tre.
Purtroppo.
E tutto ora, inevitabilmente, torna far riflettere su quanto sia stata
scellerata la scelta di "snobbare" in quella maniera la partita di
Coppa Italia contro il Torino.
Ora, a distanza di diversi mesi, ci si ritrova esattamente come ad
inizio marzo 2017: all'epoca, in tre partite si sgretolò quanto di
buono era stato fatto nel resto della stagione.
Eppure la Roma di Di Francesco aveva dato segnali che per certi versi
facevano sperare in un futuro molto più roseo: la solidità difensiva
finalmente trovata dà tuttora alla squadra giallorossa la palma della
squadra meno perforata del campionato.
Ma gli appena 29 gol realizzati (tanti come l'Atalanta, per intenderci)
la ridimensionano non poco.
E non se ne vede luce, vista la scarsa vena realizzativa di quest'anno
di Dzeko e i latitanti del gol che rispondono al nome di Schick, Under
e Defrel.
E il tutto non può essere semplicemente giustificato con l'incredibile
sfortuna (che pure c'è stata) che ha colpito la Roma in questa
stagione: i pali che hanno colpito i giocatori della squadra
giallorossa ormai neanche fanno più notizia.
Possibile che in meno di un mese, la Roma si sia completamente sciolta
come neve al sole?
Proprio un mese fa si festeggiava il passaggio del girone di Champions
League da trionfatori, primi del girone davanti a squadroni come
Chelsea e Atletico Madrid.
Oggi ci si domanda come sia possibile non vincere contro squadre del
calibro del Sassuolo, Torino e Chievo (che ha addirittura avuto il
merito di regalare i primi 3 punti della sua storia in Serie A al
Benevento, squadra peggiore di tutti i principali campionati europei).
Eppure la Roma ora è lì, a domandarsi su cosa le riserverà il futuro, a
9 punti dal Napoli capolista (ormai neanche più la vittoria nel
recupero contro la Sampdoria può essere considerata certa), fuori dalla
Coppa Italia e con una Champions League (che comunque riprenderà a
Febbraio) che difficilmente la vedrà vincitrice...
29
Dicembre 2017:
Inserita
la pagina di Juventus-Roma,
18 Giornata di Campionato 2017/2018.
Niente regalo sotto l'albero.
"Non è un dramma perdere qui" dice giustamente Radja Nainggolan.
Però è altrettanto fastidioso uscire dallo Juventus Stadium (oggi
Allianz) con l'ennesima sconfitta, anzi, senza aver mai preso neanche
un punto qui da quando questo impianto è stato costruito.
Non è un dramma, certo. Perdere contro la Juve ci può sempre stare.
Ma guardando la classifica oggi, la Roma ha perso con tutte e tre le
squadre che la precedono. In maniera diversa, ovvio.
A dirla tutta, forse, solo contro la Juve la Roma meritava la sconfitta.
Il problema ad oggi pare sia lo sterile attacco giallorosso: la difesa
continua ad essere la meno battuta della serie A, e per anni ci hanno
massacrato raccontandoci la storia che gli scudetti in Italia si
vincono prima di tutto con la difesa.
Sarà pure così, ma al momento questo primato non basta.
E non è bastato neanche l'inserimento a gara iniziata di Schick, il
giocatore che è costato di più nella storia della Roma: oltre 40
milioni di euro, sui cui piedi sono appoggiate le più rosee speranze
dei tifosi giallorossi.
Fatto sta che a tempo scaduto, nell'ultima azione della partita, Schick
si ritrova su quei piedi la più clamorosa e più facile occasione per
far felici tutti quei tifosi che in lui ripongono speranze.
Speranze spente in un attimo: poteva far di tutto con quel pallone tra
i piedi, con Szczesny già a terra in una disperata uscita.
Poteva far di tutto: ha colpito in pieno il portiere bianconero.
"Non è un dramma perdere qui".
Ma questa sconfitta rende ancora più irritante l'eliminazione in Coppa
Italia di pochi giorni fa. Quando fu dato ampio riposo a questi
giocatori che dovevano concentrarsi sulla gara con i bianconeri.
E che alla fine ha portato una sconfitta. Nient'altro che una
sconfitta.
21
Dicembre 2017:
Inserita
la pagina di Roma-Torino,
Ottavi di Finale di Coppa Italia 2017/2018.
Roma sfortunata, Roma eliminata.
Ovviamente, però, non tutto è imputabile alla sfortuna.
Che ad ogni modo ha avuto un ruolo fondamentale, indiscutibilmente.
Ma altrettanto fondamentali sono state le scelte di Di Francesco, fin
qui "maestro" nel far ruotare i propri giocatori della rosa facendoli
sentire tutti parte di un progetto, ma che proprio ieri sera è caduto
nel più classico dei tranelli.
A poco è servito il monito che già qualche giorno prima aveva dato
l'Inter dell'ex Spalletti: i nerazzurri addirittura avevano rischiato
di essere elimninati dal Pordenone, squadra di serie C.
Il tecnico giallorosso questa volta ha optato per un massiccio
turnover, anzi, uno schieramento con una vera e propria "Roma B":
cambiati 5 giocatori su 5 della difesa, che va ricordato è la migliore
della Serie A con appena 9 reti subite, e tra centrocampo e attacco i
soli Strootman ed El Shaarawy si possono considerare titolari.
Anche il Torino ha optato per il turnover, e nel gioco delle figurine è
indubbio che anche la "Roma B" possa tranquillamente battere il Torino.
Ma la storia del calcio, ed in particolare quella della Roma, dovrebbe
insegnare che quando una squadra ha raggiunto una certa amalgama nel
proprio gioco, è oltremodo deleterio sostituire tutti in blocco.
E così è successo anche ieri, nonostante la Roma avesse dominato in
lungo e in largo la partita, colpito i soliti legni (clamoroso quello
di El Shaarawy, praticamente impossibile quello di Schick), fallito
ancora una volta un rigore con Dzeko (ma lo stesso Di Francesco non
aveva detto che Perotti avrebbe continuato ad essere il rigorista della
squadra dopo il rigore fallito contro il Cagliari?), trovato sulla
propria strada un Milinkovic-Savic (sì, il fratello di quello
laziale...) che come Sorrentino qualche settimana fa ha parato
praticamente tutto il possibile e a tratti anche l'impossibile.
Di Francesco dice che il passaggio del turno era di fondamentale
importanza nel percorso di crescita della squadra e che la Coppa Italia
era un chiaro obiettivo della Roma.
E allora perché, Eusebio, hai deciso di rischiare così tanto? Perché
non inserire dall'inizio solo alcuni cambi per poi, a risultato
acquisito, sostituire in corso d'opera altri per farli rifiatare?
A conti fatti inserire contemporaneamente Bruno Peres (che ormai non
crede neanche più lui in se stesso), Juan Jesus, Moreno (che fin qui si
è visto col contagocce) ed Emerson Palmieri (che non giocava titolare
dallo scorso campionato) è risultato un atteggiamento forse presuntuoso
e forse sfacciato. Di certo perdente.
La Champions League ci ha regalato delle grandi emozioni col passaggio
del turno da primi della classe, ma difficilmente la Roma potrà vincere
il trofeo continentale.
Per lo scudetto, ci sono agguerrite pretendenti, e la Roma, almeno
sulla carta, non è partita con i favori del pronostico nonostante i
grandi risultati che sta ottenendo.
La Coppa Italia poteva essere un obiettivo alla portata, un trofeo da
far ritornare a Roma, sponda giallorossa, dove manca da troppo tempo,
per poter ridare prestigio e far tornare la Roma alla vittoria di un
trofeo. Come tu stesso hai detto, era un obiettivo dichiarato della
società.
E allora perché queste scelte? Perché?
18
Dicembre 2017:
Inserita
la pagina di Roma-Cagliari,
17 Giornata di Campionato 2017/2018.
All'improvviso, Fazio.
Sicuramente non è stata la migliore Roma stagionale.
Anzi, probabilmente è stata tra le peggiori per gioco offerto ed
espresso in campo.
Complice (forse) il grande freddo della serata, ma anche la stanchezza
atletica dovuta a carichi di lavoro pesanti durante gli allenamenti
settimanali, come ammesso da Di Francesco.
Intendiamoci: nonostante non sia stata la miglior Roma, i giallorossi
non hanno offerto una sola occasione che sia una agli avversari, che
ormai vengono a Roma chiudendosi completamente a riccio a difesa della
propria area di rigore nella speranza di strappare un punticino.
Alisson praticamente non ha effettuato una sola parata.
In mezzo al campo i giallorossi hanno faticato a trovare gli spazi e
gli schemi giusti, e il primo tentativo di Di Francesco di far
convivere Dzeko e Schick insieme in attacco non è andato nel modo
sperato, anzi, i due si sono pestati i piedi in più di un'occasione.
Comunque la Roma dai e dai era riuscita a bucare la difesa
cagliaritana, trovando un rigore netto per tutti tranne che per Damato,
che ha richiesto l'aiuto del VAR.
Rigore netto ma calciato malissimo da Perotti, che spreca malamente la
possibilità di portare in vantaggio la Roma.
Il tempo scorre, la Roma non trova gli spazi e in qualche occasione
pare abbia anche poche idee.
Scade il 90'. L'arbitro dà 6 minuti di recupero.
Punizione dal limite per i giallorossi. Calcia Kolarov. Cragno esce e
buca clamorosamente la respinta di pugno.
Fazio si ritrova col pallone che gli sbatte addosso e deve solo
spingerla in rete.
Boato ed esultanza incontenibile.
L'arbitro di nuovo chiede l'aiuto del VAR per capire se il difensore
giallorosso abbia colpito il pallone con la mano oppure no.
Momenti che sembrano non passare mai.
Damato si dirige verso il centrocampo e certifica il gol.
Nuova e forse più forte esultanza per tutti, in campo e fuori: l'Inter
ha perso, la Roma si avvicina ancora di più alla vetta.
Ed ora, sabato prossima, l'attende la Juve a Torino.
11
Dicembre 2017:
Inserita
la pagina di Chievo-Roma,
16 Giornata di Campionato 2017/2018.
Sorrentino para la Roma.
Quando la sfortuna decide di accanirsi, c'è poco da fare.
La Roma vista ieri contro il Chievo meritava di uscire dal Bentegodi
con un risultato di 0-3 o 0-4, tre punti in più in classifica e, con
una partita da recuperare, potenzialmente prima in classifica.
Invece si ritrova con un solo punto conquistato a Verona e una
classifica che dice ancora quarta in classifica a 5 punti di distanza
dall'Inter capolista.
Sorrentino ieri è sembrato il giusto mix tra Yashin, Zoff e Schmeichel:
insuperabile da tutte le parti, parate d'istinto, di fortuna, con le
mani, con i piedi...
Fosse durata altre 2 ore la partita, probabilmente la Roma non sarebbe
riuscita lo stesso a segnare.
Eppure Di Francesco le ha provate tutte: prima inserendo dal primo
minuto Schick che si è mosso molto bene e che per poco non riusciva a
segnare un clamoroso gol di tacco (se Sorrentino non avesse compiuto
uno dei tanti miracoli), poi inserendo Dzeko e Perotti nel finale. Ma
purtroppo il risultato è rimasto inchiodato fino alla fine sullo 0-0.
Di contro il Chievo nella prima parte di gara ha provato a fare
capolino fuori dalla propria metà campo, e riuscendo a cogliere (molto
fortunosamente) una traversa con Inglese. Ma poi si è chiuso a riccio a
protezione della propria area di rigore cercando di limitare il più
possibile i danni.
Di Francesco, giustamente, se la prende un po' con la sfortuna e molto
con la poca concretezza dei suoi: quando crei così tante palle gol,
devi riuscire a buttarne dentro almeno un paio.
Sintomatico l'errore di Gerson solo davanti a Sorrentino già a terra
(dopo la parata sul tacco di Schick).
Certo è che se il portiere clivense dove non arriva con le mani riesce
ad arrivare d'istinto con la punta del piede su un tiro di Schick
deviato da un suo difensore... beh, di fronte a così tanta fortuna c'è
(forse) ben poco da fare...
06
Dicembre 2017:
Inserita
la pagina di Roma-Qarabag,
6 Giornata del Girone C di Champions League 2017/2018.
È proprio così, anche se per alcuni è ancora difficile crederlo.
La Roma di Di Francesco non solo passa il turno ed accede agli Ottavi
di Finale di Champions League, ma ci arriva vincendo il proprio
difficilissimo girone e presentandosi al sorteggio di lunedì prossimo
come testa di serie.
Al momento del sorteggio del Girone C in molti avevano dato per
scontato il passaggio del Chelsea e dell'Atletico Madrid, retrocedendo
di fatto la Roma in Europa League.
Dopo il complicato pareggio in casa contro gli spagnoli, il timore
della "retrocessione" era diventato quasi certezza.
Per non parlare del momento in cui la Roma, dopo la vittoria a Baku che
per molti era stata stentata, stava perdendo 2-0 a Londra contro il
Chelsea.
Ma poi, proprio in quella partita, è arrivato lo straordinario gol di
Kolarov.
E proprio quel gol deve aver fatto scattare nella testa dei giocatori
(che comunque quella partita la stavano dominando, nonostante il doppio
svantaggio) che li ha spinti a credere in quello che per molti era
impossibile.
E così escono praticamente da "eroi" dallo Stamford Bridge. Demoliscono
in casa lo stesso Chelsea, andandosi a prendere la testa della
classifica.
Perdono a Madrid, in una partita che di fatto cambia poco le sorti dei
giallorossi.
E infine ieri sera, nonostante l'inevitabile "braccino corto" che può
aver fatto tremare le gambe ad alcuni che vedevano il risultato contro
il Qarabag fermo per troppo tempo sullo 0-0, Perotti sblocca la partita
e il contemporaneo pareggio tra Chelsea e Atletico regala il primato ai
giallorossi.
Nel pomeriggio era arrivato anche il "sì" definitivo alla costruzione
del nuovo stadio della Roma: due risultati (il primato e lo stadio) che
devono essere, oggi più che mai, non un punto di arrivo.
Bensì un importantissimo punto di partenza. La Roma vuole e deve
diventare grande.
Con i risultati lo sta dimostrando. E deve continuare a farlo.
04
Dicembre 2017:
Inserita
la pagina di Roma-Spal,
15 Giornata di Campionato 2017/2018.
Tutto molto facile.
L'impegno era estremamente semplice, la squadra abbastanza
rimaneggiata, il risultato finale più che scontato.
In più dopo appena 10 minuti, la strada in discesa si fa ancora più
scorrevole grazie ad una ingenuità di Felipe che si fa espellere
lasciando la propria squadra, già di fronte ad un'impresa improba, con
un uomo in meno.
E così, dopo poco, Dzeko ritrova la via del gol, dopo un'astinenza che
cominciava a pesare, soprattutto sull'umore del bosniaco.
Poi è il turno di Strootman tornare al gol, anche lui dopo un lungo
periodo di assenza e dopo un periodo di condizione psicofisica non
ottimale.
Infine è il turno del primo gol in maglia giallorossa per Lorenzo
Pelelgrini, altro figlio di Roma che ha la Roma nel sangue.
In mezzo, tante ottime giocate di alcuni giocatori estremamente
ispirati (El Shaarawy e Kolarov su tutti), e un paio di elementi che
ancora appaiono come pesci fuor d'acqua in questo meraviglioso acquario
allestito da Di Francesco: sia Under che Gonalons sono apparsi un po'
spaesati, nonostante il tecnico giallorosso li faccia giocare con
relativa continuità.
Peccato per quel gol subito (su rigore) dall'ex Viviani e per le tante
occasioni create ma non finalizzate: su questi tasti Di Francesco a
fine gara è andato giù duro con la propria squadra.
Fa bene il tecnico a tenere sempre in tensione i propri giocatori,
anche quando la sfida appare semplice e il risultato acquisito.
Solo così si può aspirare a fare quel salto di qualità da tanto atteso
e, finora, mai arrivato.
Intanto davanti, gli scontri diretti iniziano a dare i loro frutti...
27
Novembre 2017:
Inserita
la pagina di Genoa-Roma,
14 Giornata di Campionato 2017/2018.
De Rossi violenta la Roma.
Inutile girarci tanto intorno.
La Roma ha gettato al vento na vittoria praticamente assicurata per
colpa di un autentico gesto di follia di De Rossi.
Sono cose che capitano di frequente in campo, certo. Ed è anche
evidente che il povero Lapadula sia stato mandato in campo più per
provocare e far cadere in "tentazione" i giocatori giallorossi, dato
che non solo De Rossi è caduto nel suo tranello, ma l'attaccante
rossoblu, conscio dei suoi scarsissimi mezzi tecnici, ha attaccato
briga con Strootman, Juan Jesus, e chiunque gli capitasse a tiro.
Sono cose di campo, e se per ogni contatto in area si invocasse la VAR,
probabilmente ci sarebbero 50 rigori a partita.
Ma da un giocatore esperto come De Rossi, navigato giocatore e
finalmente capitano della Roma, questo non è accettabile.
Non è accettabile perché non è la prima volta (anzi, addirittura la
quindicesima espulsione in carriera) e ormai tutti sanno che con la VAR
in agguato certe cose non scappano, e non è possibile neanche
mascherare il colpo.
Lo schiaffo c'è, è evidente, così come è inevitabile la decisione
dell'arbitro.
E così la Roma si ritrova a dover tornare a casa con due punti in meno,
nonostante ha provato anche in 10 a cercare la vittoria, colpendo
l'ennesimo legno stagionale (e siamo arrivati a 12...) con Strootman.
Una Roma che anche se non era apparsa straripante come in passato,
aveva comunque gestito la partita in maniera giusta, controllando il
Genoa, avanzando pian piano senza concedere nemmeno un tiro agli
avversari e alla fine trovando il meritato gol.
Nel finale poi Di Francesco ha provato anche ad inserire Schick, nella
speranza che trovasse il guizzo vincente: nei pochissimi minuti avuti a
disposizione il giovane attaccante si è mosso bene.
Speriamo sia la volta buona che possa trovare continuità.
Serve alla Roma. E serve anche a far tirare il fiato a Dzeko, che sta
giocando molto per la squadra, ma trova da troppo tempo chiusa la via
del gol. La rincorsa continua...
23
Novembre 2017:
Inserita
la pagina di Atletico
de Madrid-Roma, 5 Giornata del Girone C di Champions League
2017/2018.
La Roma si inceppa.
Se una sconfitta doveva arrivare, meglio questa che altre.
Può sembrare un po' consolarsi con l'aglietto, ma a conti fatti, questa
è la partita che tra tutte quelle giocate finora e le prossime che
dovranno essere giocate, si poteva perdere senza strapparsi i capelli.
E la sconfitta, alla fine, è arrivata senza risultati clamorosi o
situazioni poco chiare.
Di Francesco decide di prendere a piene mani dalla panchina e
rivoluzionare la squadra, dando ancora una volta respiro ad alcuni
giocatori e optando per un ampio turnover, soprattutto sulla fascia
destra del campo, che poi purtroppo risulterà quella che avrà maggiori
difficoltà.
Sì, perché tra Bruno Peres (decisamente il peggiore in campo),
Pellegrini e Gerson, su quella fascia hanno subito parecchio e si sono
trovati ancora meno.
Ma tutto sommato, nonostante per l'Atletico Madrid fosse una partita da
vincere a tutti i costi per poter ancora sperare di qualificarsi agli
Ottavi, la Roma ha retto più che bene l'urto degli avversari e anche se
non ha giocato come suo solito, non ha subito più di tanto.
Anzi, nella ripresa è andata anche vicino al vantaggio, colpendo con
Nainggolan l'ennesimo palo stagionale.
Poi alla fine è uscita fuori la maggior voglia di portare a casa la
vittoria da parte dei madrileni che hanno trovato uno splendido gol con
Griezmann e solo nel finale (con la Roma lasciata in dieci uomini da
Bruno Peres, che si è fatto espellere in maniera ingenua, ennesimo
sintomo che il ragazzo non sta vivendo un felicissimo momento
psicologico) ha raddoppiato e chiuso la partita.
La qualificazione è ancora ad un passo per la Roma, e ci mancherebbe:
basterà non perdere in casa contro il Qarabag e gli Ottavi saranno
assicurati.
Ma certo è che se non si vincesse contro la squadra azera, verrebbero
annullate tutte le buone cose fatte finora.
20
Novembre 2017:
Inserita
la pagina di Roma-Lazio,
13 Giornata di Campionato 2017/2018.
La Roma affonda la piccola Lazio.
Una squadra nettamente più forte dell'altra.
E su questo, sinceramente, c'erano pochi dubbi fin dall'inizio. Anche
se in molti finora hanno avuto gli occhi foderati o annebbiati chissà
da cosa.
La piccola Lazio si trova in quella posizione di classifica più per
casualità che per altro, dovuta anche alla pochezza offerta da questo
campionato almeno per una decina di squadre.
Ma in molti finora hanno osannato il catenaccio di Simone Inzaghi come
il "nuovo che avanza" e lo stesso Inzaghi da molti viene già collocato
sulla panchina della Juve per il prossimo anno: speriamo siano notizie
fondate in pieno, così anche il prossimo anno i bianconeri faranno
fatica, molto più di quanto stiano facendo quest'anno.
La Roma invece, guidata da un ottimo Di Francesco che zitto zitto sta
facendo ricredere in molti, non tanto per il gioco proposto, ma per
come sta gestendo lo spogliatoio, la Roma dicevamo, gioca molto bene e
dopo aver fatto sfogare un po' gli avversari, li aggredisce e li
costringe per tutta la partita nella propria metà campo.
Poco importa se secondo "il Sacchi del nuovo millennio" Inzaghi la
partita si sia decisa su due singoli episodi: la partita era ben
incanalata verso un copione preciso e se non fosse arrivato il rigore
su Kolarov, ben calciato da Perotti, il gol sarebbe arrivato ugualmente.
E infatti di lì a poco arriva il raddoppio di Nainggolan con un tiro
preciso da fuori area. Proprio Nainggolan, in dubbio fino alla fine se
scendere in campo per un problema fisico, alla fine è risultato di gran
lunga il migliore.
L'unica pecca della partita è stata la follia di Manolas che senza un
apparente motivo ha regalato un clamoroso rigore alla Lazio. Rigore che
però per poter essere assegnato, l'arbitro Rocchi ha voluto visionarlo
alla VAR. I misteri della classe arbitrale...
Lazio scavalcata, Juve sconfitta a Genova contro la Samp, Inter che
continua a vincere senza convincere e Napoli che continua la sua corsa.
Ma la Roma non molla. Con una partita in meno (per niente scontata) si
trova a cinque punti dalla vetta.
La rincorsa continua...
06
Novembre 2017:
Inserita
la pagina di Fiorentina-Roma,
12 Giornata di Campionato 2017/2018.
Diluvio Roma.
La
Roma piomba prepotentemente all'attenzione del campionato come la
pioggia caduta ieri pesantemente e incessantemente su molte zone
d'Italia, Firenze compresa.
Ancora un ampio turnover operato da Di
Francesco che continua a dare i suoi frutti: a sorpresa Gerson viene
riproposto esterno d'attacco e proprio lui si rivelerà "man of the
match" grazie alla sua doppietta che lancia i giallorossi verso la
vittoria.
Ma è tutta la squadra che ha dato l'impressione di voler fortemente
questa vittoria e l'ha cercata in ogni modo, anche quando per ben due
volte si è vista recuperare e pareggiare dagli attaccanti viola.
E questa è la vera notizia: la difesa della Roma che finora ha preso
pochissimi gol, a Firenze ne ha presi addirittura due, su due
disattenzioni collettive (ma anche individuali) della difesa
giallorossa.
Ma il secondo tempo è stato praticamente un monologo giallorosso:
Nainggolan sugli scudi che ha strappato palloni su palloni agli
avversari, Dzeko che anche se non segna più, gioca moltissimo per i
compagni creando spazi tra le maglie avversarie, chi entra in campo a
partita iniziata e quasi finita non fa la semplice comparsa.
È l'esempio di Perotti che in 20 minuti ha messo a fuoco e fiamme la
difesa avversaria sulla sua fascia di competenza, trovando alla fine
anche il gol del definitivo 4-2.
Punteggio che poteva essere ben più ampio, se anche Defrel avesse
siglato almeno una delle due occasioni capitata sui suoi piedi.
E proprio lui sembra essere ancora un oggetto misterioso della squadra
giallorossa.
Speriamo che Di Francesco riesca a farlo sbocciare al più presto. In
attesa del rientro di Schick.
Se mai riusciremo a vederlo definitivamente in campo...
01
Novembre 2017:
Inserita
la pagina di Roma-Chelsea,
4 Giornata del Girone C di Champions League 2017/2018.
La Roma si impone in Europa.
Una di quelle serate da vivere a pieno.
La Roma si sbarazza del Chelsea e conquista la vetta del Girone C di
Champions League.
Girone che al momento del sorteggio è apparso subito duro e di
difficile gestione, col Chelsea campione d'Inghilterra e con l'Atletico
Madrid che da anni ormai si siede nel salotto buono delle grandi
d'Europa.
E invece no, i giallorossi guidati sempre più magistralmente da mister
Di Francesco, invertono tutti i pronostici e ora hanno più di mezzo
piede agli Ottavi di Finale e "rischiano" seriamente di chiudere il
Girone in testa.
La partita contro gli inglesi si mette subito nel migliore dei modi:
dopo neanche un minuto di gioco El Shaarawy trova un gran gol da fuori
area che lascia di sasso Courtois e tutti i suoi compagni, dando modo
alla propria squadra di poter gestire al meglio la partita.
Ma il Chelsea non ci sta, e stringe nella metà campo avversaria la Roma
per una buona mezz'ora. Ma i giallorossi non si disuniscono mai e non
perdono mai la calma: bravo in un paio di interventi Alisson a negare
il gol agli avversari ma altrettanto bravi i suoi compagni a chiudere
quasi tutti gli spazi.
E così, dopo un po' di sofferenza, la Roma riparte e trova il raddoppio
ancora con El Shaarawy, bravo a sfruttare un'indecisione dell'ex
Rudiger.
Nel secondo tempo il Chelsea non riesce a trovare più la grinta
necessaria per provare a recuperare lo svantaggio e la Roma alla lunga
giganteggia: trova ancora un gran gol con Perotti, bravo a trovare
l'angolino da fuori area, gestisce la gara e le forze di alcuni
giocatori, prova addirittura ad umiliare l'avversario con Manolas, sul
cui colpo di testa Courtois d'istinto riesce a evitare il poker
giallorosso.
Sì: le grandi d'Europa ora cominciano a guardare con occhi diversi
questa Roma di Di Francesco...
30
Ottobre 2017:
Inserita
la pagina di Roma-Bologna,
11 Giornata di Campionato 2017/2018.
Senza tregua.
La Roma non si ferma e continua la sua rincorsa alla vetta.
Terza vittoria consecutiva col minimo scarto, 1-0, e Bologna liquidato
sulla falsa riga della partita vinta contro il Crotone pochi giorni
prima.
Altro ampio turnover effettuato da Di Francesco, col risultato di avere
una squadra sempre fresca e altrettanto compatta, capace di adattarsi
all'avversario e colpirlo nel momento adatto.
Ottima prova difensiva ancora una volta, con la porta che resta
inviolata per la settima volta, con un Fazio sugli scudi e un Alisson
sempre reattivo sulle poche occasioni che capitano agli avversari:
prodigioso un suo intervento (a gioco fermo per fuorigioco) che toglie
letteralmente il pallone dalla porta.
El Shaarawy sotto gli occhi di Totti trova un gol splendido come quelli
che solitamente regalava lo stesso Totti: tiro al volo sotto il sette e
stupore generale, anche dello stesso attaccante giallorosso.
La Roma continua a vincere anche se il suo allenatore la rimprovera di
essere poco cinica sotto porta e a segnare poco: chissà se si avveri
quello ha detto Dzeko a Di Francesco, cioè che i gol se li è tenuti per
martedì contro il Chelsea...
26
Ottobre 2017:
Inserita
la pagina di Roma-Crotone,
10 Giornata di Campionato 2017/2018.
Roma di rigore.
Rispetto alla partita vinta a Torino contro i granata, Di Francesco
opta per un massiccio turnover cambiando ben 6 giocatori.
Si rivede Under in attacco, Gonalons alla regia del centrocampo, Gerson
riproposto titolare, così come Moreno al fianco di Fazio e soprattutto
l'esordio del giovane e promettente Rick Karsdorp, acquistato in estate
ma alle prese con un problema al ginocchio destro.
La partita è praticamente senza storia, con la Roma che segna
praticamente subito su rigore (dubbio) concesso per fallo su Kolarov
segnato da Perotti. Il Crotone fa quel che può, cioè poco, per arginare
le giocate giallorosse e alla fine le statistiche diranno che la Roma
ha tenuto oltre il 70% di possesso palla rispetto agli avversari, oltre
al gol ha creato diverse occasioni da gol (senza strafare), ha colpito
un palo e una traversa (e siamo giunti a 11 legni totali dall'inizio
dell'anno), e solo nel finale di gara, quando alcuni giocatori poco
utilizzati durante la stagione hanno cominciato a tirare il fiato, ha
lasciato un po' di campo al Crotone.
Un po' di patema d'animo c'è stato, inutile negarlo, ma è altrettanto
evidente che a conti fatti, Alisson non è stato praticamente mai
impegnato, e alla fine la Roma ha chiuso anche questa volta la partita
con la porta inviolata.
Tutto bene quindi, anche se non c'è stata la goleada che in molti
speravano.
Tutto bene. O forse no. Perché nella serata di ieri si è avuto un
sospetto che è stato confermato nella giornata di oggi: l'esordiente
Karsdorp ha riportato la rottura del crociato anteriore del ginocchio
sinistro (in estate aveva avuto problemi con il ginocchio destro), che
gli fa terminare anzitempo la stagione, dopo appena una partita
disputata.
È una maledizione quella dei crociati rotti in casa giallorossa: in 3
anni e mezzo, ben 12 crociati sono stati ricostruiti a seguito di
infortuni.
Tanti auguri di pronta guarigione al giovane Rick, ma anche tanti
auguri alla Roma. Al prossimo crociato rotto, servirà l'esorcista...
23
Ottobre 2017:
Inserita
la pagina di Torino-Roma,
9 Giornata di Campionato 2017/2018.
Da grande squadra.
Di
Francesco lo aveva detto alla vigilia: "La partita di Torino sarà più
difficile di Londra e mi accontenterei anche di una vittoria sporca".
E la partita è stata sicuramente difficile, contro un avversario che
non si è mostrato affatto una vittima sacrificale e che ha provato più
volte a superare la difesa giallorossa.
Difesa completamente inedita per via degli infortuni a Manolas e
dell'ultimo momento di Fazio, quindi con Moreno proposto titolare al
fianco di Juan Jesus.
I due centrali si sono mostrati molto concentrati e hanno chiuso tutti
gli spazi, lasciando le briciole agli ex Ljajic, Sadiq e Iago Falque.
Il centrocampo ha filtrato bene, ma l'assetto con due sole punte (Dzeko
e El Shaarawy) ha penalizzato non poco le giocate offensive rendendo
per certi versi la partita di difficile risoluzione.
Ci ha pensato prima Di Francesco inserendo Under per ravvivare
l'attacco giallorosso e soprattutto Kolarov, che trova il suo secondo
gol in campionato (terzo stagionale), ancora su calcio di punizione,
come avvenne all'esordio in casa dell'Atalanta.
Importante vittoria della Roma, quindi, su un campo difficile come
quello di Torino. E vittoria esterna ancora senza subire gol:
considerando anche il finale della scorsa stagione, la Roma inanella
l'undicesima vittoria consecutiva in trasferta e la quarta partita
esterna consecutiva senza subire gol.
In realtà, oltre a non subire gol, Alisson non è stato praticamente mai
impegnato: ulteriore segno di compattezza di una squadra che ha tutte
le carte in regola per poter dire la sua.
20
Ottobre 2017:
Inserita
la pagina di Chelsea-Roma,
3 Giornata del Girone C di Champions League 2017/2018.
La Roma mette paura alla Champions.
Grande, grandissima Roma.
Talmente grande che anche il pareggio ottenuto allo Stamford Bridge di
Londra appare stretto e lascia un bel po' di rammarico.
E ancora di più se si pensa che i giallorossi al 37' del primo tempo
erano (ingiustamente) sotto per 2-0.
Difesa alta, pressing a tutto campo, una squadra finalmente "europea",
sicura dei propri mezzi che non si è mai disunita, neanche di fronte
alla sfortuna che, ancora una volta, ci ha visto benissimo, soprattutto
nell'occasione del secondo gol del Chelsea: un tiro rimpallato da Fazio
fa cadere il pallone proprio sui piedi di Hazard, che facilmente segna
il secondo gol per i Blues.
Ma un Gonalons finalmente padrone del centrocampo giallorosso e un
Kolarov in formato europeo (è da queste partite che si vede la caratura
di un certo tipo di giocatore, abituato a giocare in certi
palcoscenici) si caricano la squadra sulle spalle e non la fanno
disunire.
Il serbo con una giocata d'autore accorcia le distanze a fine primo
tempo e la Roma rientra dagli spogliatoi ancora più decisa a fare
risultato.
Dzeko sempre più bomber con il gol del pareggio fa scomodare in molti
nel paragonarlo ad un altro altrettanto favoloso segnato da Van Basten
nel 1988: forse il paragone è troppo, ma di certo la bellezza del gol
(e la sua importanza) non è in discussione.
Poco dopo, poi, succede quello che in pochi potevano sperare: Dzeko
segna la sua personale doppietta e porta addirittura in vantaggio la
Roma, facendo gridare al miracolo.
Ma poi (forse) l'unica disattenzione difensiva permette ad Hazard di
pareggiare i gol personali con Dzeko e del Chelsea con la Roma.
Però in molti, anche al di fuori dei confini nazionali, si sono accorti
di questa Roma e del suo gioco: probabilmente non basterà lo stesso ad
arrivare in fondo alla competizione, ma magari qualche bella
soddisfazione anche in ambito europeo questa squadra riuscirà a
togliersela.
16
Ottobre 2017:
Inserita
la pagina di Roma-Napoli,
8 Giornata di Campionato 2017/2018.
La Roma manda in fuga il Napoli.
Dopo la sosta, riprende il campionato e riparte con una di quelle
partite che lasciano l'amaro in bocca. E non poco.
Il Napoli che in molti indicano come i massimi candidati alla vittoria
del titolo italiano, passa a Roma con un gol di Insigne su splendido
assist di De Rossi.
Un altro paio di buone azioni con un paio di importanti interventi di
Alisson e poco altro.
Ed è proprio per questo che resta l'amaro in bocca alla compagine
giallorossa.
Sia contro l'Inter che contro il Napoli (uniche due sconfitte in
stagione) la Roma non è mai apparsa in chiara difficoltà, se non per un
limitato periodo di tempo (tempo in cui ha subito i gol che poi hanno
sancito le sconfitte) ma anzi, ha messo in seria difficoltà gli
avversari.
Anche contro il Napoli la fortuna ha chiuso gli occhi mentre la
sfortuna ha guardato benissimo: anche quest'anno Reina è autore di una
incredibile parata su colpo di testa di Fazio che manda il pallone del
possibile pareggio ad impattare sul palo e poco dopo è Dzeko ha colpire
la parte alta della traversa.
Il Napoli gioca bene, per carità, ma in più di un'occasione è apparso
in difficoltà quando i giallorossi provavano ad affondare, e forse è
stato proprio questo il limite della Roma, come ha sottolineato lo
stesso Di Francesco: forse per troppo rispetto e timore
dell'avversario, la Roma non ha osato quanto invece doveva e poteva
fare.
I vari infortuni (ultimo quello di Manolas proprio durante la partita)
non hanno poi permesso al tecnico di dare una seria scossa alla partita
che si è poi conclusa con un tiro di Under che poteva sicuramente fare
meglio.
Il Napoli è primo in classifica a punteggio pieno dopo 8 giornate, la
Juve è caduta in casa contro la Lazio, l'Inter di Spalletti continua a
vincere con estrema fatica e le inseguitrici della capolista sono a 5
punti.
Mai come quest'anno, il campionato sarà lungo e il risultato finale non
sarà così scontato come in passato. E come appare essere fin qui.
04
Ottobre 2017:
Inserita
la pagina di Milan-Roma,
7 Giornata di Campionato 2017/2018.
Dzeko la tocca piano...
...e abbatte la difesa del Milan.
Un'ottima Roma che controlla nel primo tempo un Milan bisognoso di
punti e di convincere, per far respirare un Montella in bilico, e che
poi colpisce nel secondo tempo quando i rossoneri ormai non ne avevano
più.
Di Francesco mette la migliore squadra prossibile in campo, e anche
quando la malasorte pare abbattersi sui giallorossi, quando cioè
Strootman alla mezzora è costretto ad abbandonare il campo per
infortunio (speriamo solo in una botta), la Roma non si scompone e
addirittura con Pellegrini in campo pian piano comincia a prendere il
sopravvento sull'avversario.
Bravo, bravissimo Alisson in una (l'unica) occasione capitata agli
attaccanti rossoneri, quando Kalinic tira a botta sicura e il pallone
passa in mezzo ad un nugulo di gambe e sventa la minaccia.
Sontuoso Dzeko quando con una autentica sassata da fuori area insacca
il pallone alle spalle di Donnarumma (forse c'è anche una leggera
deviazione dell'ex Romagnoli, che male non farebbe...)
Commovente Florenzi che dopo aver fallito una clamorosa occasione (su
splendido assist di Pellegrini) solo davanti Donnarumma, poco dopo si
rifà su respinta dello stesso portiere rossonero su tiro a botta sicura
di Nainggolan: il jolly giallorosso, così, torna alla gioia del gol
dopo la lunga assenza dai campi per il doppio infortunio al ginocchio.
C'è ancora la partita contro la Sampdoria da recuperare e alla ripresa
del campionato dopo la sosta la Roma affronterà il Napoli capolista
(solitario): ad oggi la Roma c'è, come vuole sentir dire Di Francesco.
E per quanto visto finora si può solo aver fiducia nel futuro.
30
Settembre 2017:
Inserita
la pagina di Qarabag-Roma,
2 Giornata del Girone C di Champions League 2017/2018.
Contava vincere.
Bisognava innanzitutto vincere. E poi sperare in una vittoria del
Chelsea in casa dell'Atletico Madrid.
A conti fatti, tutto ciò è successo e non si può che esserne felici.
Però... c'è un però che lascia un po' di amaro in bocca.
La vittoria in sé per sé (che mancava in Champions da 2 anni e in
trasferta da quasi 7) fa salire la Roma al secondo posto dietro il
Chelsea a 3 punti di vantaggio sull'Atletico, e questo mette gli
spagnoli in una posizione più che scomoda.
Ma la striminzita vittoria sugli azeri, che all'esordio avevano preso
ben 6 reti dal Chelsea, e soprattutto la scarsa efficacia del gioco
giallorosso, fa sì che si guardi più alla forma che alla sostanza.
Peccato, perché nelle ultime uscite i giallorossi avevano convinto sia
nei risultati che nel gioco espresso, facendo credere che finalmente
gli schemi di Di Francesco stessero dando i loro frutti.
Invece questa prestazione (che in più di un'occasione poteva rivelarsi
un clamoroso pareggio) fa fare un passo indietro alle esaltazioni degli
ultimi tempi.
Potrebbe essere un bene, lavorare nell'ombra in questo momento potrebbe
essere addirittura un vantaggio.
A patto però, che i giocatori ritrovino immediatamente
quell'affiatamento dell'ultimo periodo.
Questa contro il Qarabag era l'ultima di una serie di partite facili
sulla carta: già da domenica si riparte forte in casa del Milan, prima
della sosta che farà rifiatare in vista del Napoli.
Ora è arrivato il momento delle risposte. Importanti.
26
Settembre 2017:
Inserita
la pagina di Roma-Udinese,
6 Giornata di Campionato 2017/2018.
La Roma va.
Altri tre gol, altra prova positiva della Roma.
Dzeko continua a segnare (sesto gol in cinque giornate), anche El
Shaarawy finalmente pare aver trovato la giusta collocazione in campo
(ora pare trovarsi a suo agio come esterno destro d'attacco) e condisce
la sua ottima prova con una bella doppietta, Florenzi è tornato ad alti
livelli (ed ora sarà difficile rimetterlo in panchina: sarà necessario
trovare anche a lui la giusta collocazione in campo).
Peccato solo il gol subito nel finale, in una classica azione di
contropiede in cui i difensori giallorossi si sono fatti sorprendere da
un lungo lancio che ha messo praticamente in porta Larsen contro
l'incolpevole Alisson.
Nulla di preoccupante, per carità: in cinque giornate la difesa
giallorossa ha subito appena 4 reti, di cui 3 solo nella sfortunata
partita contro l'Inter.
La Juve e il Napoli continuano a correre, anche se non sembrano
(soprattutto la Juve) le corrazzate delle stagioni passate, il Milan si
è già sgonfiato dopo i proclami estivi e l'Inter va avanti a forza di
colpi di fortuna: difficile possa continuare così se Spalletti non
addrizza la squadra...
La Lazio continua a sorprendere, ma leggendo i nomi che compongono la
rosa...
Detto tutto ciò, è la Roma che deve continuare a fare il suo senza
pensare agli avversari.
Già la prossima giornata vedrà la prima prova d'appello, non tanto per
la Roma, ma per il suo avversario: il Milan come detto si è già
sgonfiato, e proprio per questo non bisognerà dar loro modo di
riprendere fiato: affondarli definitivamente spianerà la strada alla
Roma e eliminerà un ostacolo in più dal percorso che i giallorossi
dovranno di qui in avanti fare il pià veloce possibile.
22
Settembre 2017:
Inserita
la pagina di Benevento-Roma,
5 Giornata di Campionato 2017/2018.
Dzeko scherza con il Benevento.
Edin Dzeko poteva essere già di gran lunga il capocannoniere della
Serie A.
Un po' di imprecisione, alcune facili occasioni non portate a termine,
e tanta, ma tanta sfortuna, invece, fanno sì che il gigante bosniaco
sia ancora "fermo" a "soli" 5 gol in 4 partite...
Contro il Benevento, squadra che come vista contro la Roma
difficilmente riuscirà a fare qualcosa in questa Serie A, Dzeko ha
segnato una doppietta facile facile e solo gli interventi scomposti dei
difensori di casa che hanno provocato due autogol gli hanno negato la
gioia del poker.
Poi ci si è messo anche un palo, l'ennesimo preso dalla Roma, ha
fermare la corsa del bomber.
La Roma finalmente pare trovare una quadratura del cerchio, nonostante
l'ampio turnover messo in atto da Di Francesco, segno che qualcosa in
chiave tattica comincia ad essere assimilato.
L'avversario, come detto, non era all'altezza, per cui non bisogna
lasciarsi andare a facili entusiasmi: l'importante, però, è continuare
a correre e vincere, sfruttando tutte le occasioni che vengono
sottoposte ai giallorossi.
E poi aspettare che chi precede la Roma rallenti: finora nessuna
squadra ha dato l'impressione di essere la classica
"ammazza-campionato", neanche la Juve e il Napoli che veleggiano in
testa.
In più questa Roma, da molti accusata di non avere difensori centrali
all'altezza per una difesa a 4 come la vuole Di Francesco, continua a
non subire gol.
Ripetiamo: così come gli ultimi avversari non erano adeguati in difesa,
non lo erano neanche in attacco, per cui la linea difensiva giallorossa
ha avuto vita facile.
Ma ad oggi, questa è la Serie A italiana.
E finché non verrà fatta una seria riforma del campionato, portantolo a
18 (se non 16...) squadre, si continuerà ad assistere alla
partecipazioni di improbabili e impresentabili formazioni.
Rendendo, così, alcune giornate come delle partite poco più impegnative
di un tipico allenamento.
18
Settembre 2017:
Inserita
la pagina di Roma-Hellas
Verona, 4 Giornata di Campionato 2017/2018.
Florenzi risolve la Roma.
Qualcosa inizia finalmente a farsi vedere.
La pratica era di quelle semplici, il Verona è ben poca cosa quest'anno
e soprattutto a questo punto della stagione, ma la Roma non ha già
tempo da perdere: i punti di distacco dai vertici della classifica sono
già tanti (c'è comunque da considerare il recupero che si dovrà fare
contro la Sampdoria) e ancora di più c'è da convincere un ambiente
ancora dubbioso sul lavoro di Di Francesco.
Sarà stato l'avversario "molle", sarà stata la partenza forte della
Roma (forse anche per l'allerta meteo che annunciava un nubifragio
sull'Olimpico), saranno stati alcuni cambi effettuati dal tecnico
giallorosso che ha fatto ampio uso del turnover, la Roma è sembrata
decisamente più squadra rispetto alle precedenti uscite in campo.
La vera certezza di tutto ciò è senza dubbio il rientro e il pieno
recupero di Alessandro Florenzi: il doppio infortunio occorsogli al
ginocchio lo ha rigenerato, lo ha reso più caparbio e tignoso sulla sua
fascia, la sua abnegazione e la sua tecnica alla fine lo hanno fatto
risultare il migliore in campo, ha corso tutta la fascia come se
volesse recuperare il troppo tempo perso, ha servito l'assist vincente
per il gol di testa di Dzeko, ha coperto in difesa (per quel poco che
doveva fare) senza mai sbagliare un intervento.
E' lui un nuovo, importante acquisto per la Roma.
E poi c'è il ritorno al gol di Nainggolan, chiesto in settimana anche
dallo stesso Dzeko, che si sentiva troppo solo lì davanti, la
"scoperta" di Under che da quello che ha fatto vedere non sarà una
semplice comparsa in questa stagione (per lui anche un palo e
un'occasione ghiotta fallita forse per la troppa emozione),
l'inserimento ottimo del ritrovato Pellegrini e l'esordio con la maglia
giallorossa di Schick, che dovrà far vedere se tutti i soldi spesi per
il suo cartellino sono veramente ben spesi.
La Roma riparte. E riparte (anche) dalla sua identità: in campo dopo
tanti, troppi giorni, c'erano ben 3 giocatori nati a Roma e tifosi
della Roma: De Rossi, Florenzi e Pellegrini.
Può sembrare poca cosa, ma così non è.
13
Settembre 2017:
Inserita
la pagina di Roma-Atletico
de Madrid, 1 Giornata del Girone C di Champions League 2017/2018.
Brutta partita, buon punto.
Il sorteggio di Champions League, come sempre, non era stato benevolo
con la Roma.
Oltre il piccolo Qarabag, il Chelsea e l'Atletico Madrid sono
indubbiamente due avversari più che temibili, entrambe le squadre
possono ambire alla vittoria finale del trofeo.
Per questo (e non solo) era importante uscire dalla prima giornata con
un risultato positivo, o comunque senza le ossa rotte.
La Roma è riuscita egregiamente non solo a contenere gli avversari
spagnoli, ma addirittura a strappare con i denti un punto
importantissimo, non solo per la classifica ma soprattutto per il
morale.
Perché è inutile nasconderci: la Roma, questa Roma di Di Francesco,
sembra essere ancora un cantiere e a tratti una squadra incompiuta, che
deve lavorare ancora molto prima di trovare quell'amalgama che permetta
ai giocatori di trovarsi in campo come vorrebbe il tecnico e come
sperano i tifosi.
Nel frattempo, le note positive della serata sono senza dubbio la
ritrovata verve di Manolas che ieri ha eretto un autentica diga nella
difesa giallorossa, salvando anche sulla linea un gol praticamente
fatto degli spagnoli, e soprattutto un Alisson autentico padrone della
propria area di rigore.
Il portiere brasiliano in più di un'occasione ha salvato i giallorossi
dalla capitolazione, e non è sbagliato dire che questo punto, questo
prezioso punto, è stato conquistato grazie proprio ad Alisson che
finalmente è riuscito a dimostrare a tutti che l'investimento di un
anno e mezzo fa fatto dalla Roma non era del tutto senza senso.
Da registrare anche la capacità tattica di Di Francesco che, come aveva
detto, non è un integralista del 4-3-3: quando le cose si stavano
mettendo male per i giallorossi, ha cambiato la squadra e l'assetto
difensivo passando a 3 dietro, dando maggiore solidità al reparto con
maggiore filtro a centrocampo.
C'è da lavorare, questo si sapeva. Ma i risultati aiutano sicuramente a
lavorare meglio. A prescindere da come arrivano.
28 Agosto
2017:
Inserita
la pagina di Roma-Inter,
2 Giornata di Serie A 2017/2018.
Dzeko illude, la sfortuna affossa la Roma.
Tre
pali (Kolarov, Nainggola e Perotti), un contatto dubbio su Fazio in
area, un rigore clamoroso su Perotti non fischiato, una gomitata di
Borja Valero in faccia a Nainggolan neanche sanzionata con una
punizione.
Basterebbe questo a giustificare una sconfitta immeritata contro una
squadra da tutti indicata come tra le favorite per lo scudetto.
Ma in realtà c'è anche dell'altro, come la solita mancanza di coesione
della squadra nei momenti di difficoltà e lo scollamento totale dopo il
gol del pareggio di Icardi.
Era stata annunciata come la vera rivoluzione del calcio: la VAR doveva
essere d'aiuto alla terna arbitrale e far sparire la maggior parte
degli errori in modo tale da fugare ogni dubbio sulla regolarità delle
partite.
E invece proprio all'Olimpico si assiste all'assenza di tale aiuto:
Orsato (arbitro addetto alla VAR) non riferisce nulla ad Irrati, che in
occasione del fallo su Perotti in area chiede cosa fare.
Il fallo è evidente, ma nessuno si prende la responsabilità di guardare
lo schermo e decretare il rigore.
Sarebbe stato il rigore del possibile 2-0, e ora staremmo probabilmente
parlando di un'altra partita, di una Roma lanciata e di un'Inter
costruita dagli ex Sabatini e Spalletti clamorosamente fallimentare.
E invece no: ora si pontifica l'Inter di Icardi (che ha toccato due
palloni due, decisivi ovviamente) che per buona parte della partita ha
subito (e non poco) la Roma a centrocampo ma che come detto, al primo
affondo nerazzurro si è afflosciata e si è persa.
La Roma è incompleta, e molto probabilmente lo resterà: le manca un
attaccante esterno alto a destra, Defrel è ben poca cosa in quel ruolo,
e Di Francesco deve non solo recuperare al più presto almeno un terzino
destro, ma deve anche capire cosa vuole fare da grande.
L'inserimento di El Shaarawy, Under e Tumminello, quando ormai la
frittata era fatta, senza una chiara idea di gioco, ha ricordato fin
troppo i cambi di "Carlos Bianchi memoria", quando per la disperazione
inseriva attaccanti su attaccanti.
Ma tutti sappiamo bene che fine abbia fatto il mitico "Galbusera"...
24 Agosto
2017:
Inserita
la Stagione
1957/1958.
Un buon quinto posto.
La campagna acquisti del presidente Sacerdoti stavolta è relativamente
mirata e oculata.
Pochi cambi tra i titolari e innesti efficaci e di sicuro rendimento.
Il tutto affidato, dopo uno sfiancante tira e molla, ad un nuovo
tecnico: l'inglese Alec Stock che in pochi conoscono, ma sul quale il
presidente è pronto a scommetere.
Gli viene affiancato Antonio Busini, sia per via della lingua che per
fargli apprendere il più velocemente possibile il calcio italiano.
Tutto sembra filare per il meglio, e le prime uscite stagionali,
nonostante non offrano uno spettacolo pirotecnico, portano in dote
comunque diversi punti e soddisfazioni, come il derby vinto 3-0.
Poi però nella trasferta di Napoli Stock e il suo secondo (forse per un
disguido, forse per altro...) perdono il treno con il quale viaggia
invece la squadra e arrivano in ritardo, quando Busini ha già deciso
(per un infortunio occorso a Nordahl) di schierare il giovane Orlando.
Stock decide così che per quella partita sarà "un semplice spettatore"
e non mette bocca.
La partita finisce 0-0, i giallorossi tornano a Roma e il presidente,
enormemente amareggiato dal comportamento del tecnico inglese (che
probabilmente aveva premeditato tutto) decide di sollevarlo
dall'incarico ed affidare la direzione tecnica allo stesso Nordahl
coadiuvato da Busini.
La stagione prosegue tra alti e bassi, e alla fine il quinto posto è
tutto sommato un buon risultato.
Per un caso inaspettato (l'esclusione a sorpresa dell'Italia dal
Mondiale di Svezia 1958), la FIGC fa partire in anticipo la rinnovata
Coppa Italia: i giallorossi escono al primo turno nel girone con la
Lazio, il Napoli e il Palermo.
21 Agosto
2017:
Inserita
la pagina di Atalanta-Roma,
1 Giornata di Serie A 2017/2018.
Cantiere Roma, Kolarov capomastro.
Riparte il campionato e stavolta sarà (almeno sulla carta) ben più
difficile degli ultimi anni.
La Juve sarà sempre la squadra da battere, ma oltre il Napoli
quest'anno ci saranno anche le milanesi, tornate prepotentemente
(soprattutto i rossoneri) a comprare sul mercato per tornare ai fasti
del passato.
La Roma, ancora incompiuta e in aperto cantiere, alla ricerca di almeno
un innesto di qualità in avanti, ma anche di un altro difensore, parte
con il piede giusto su un campo difficile come quello di Bergamo: 3
punti importanti per la classifica, ma soprattutto per il morale.
Il neo tecnico Di Francesco sta provando in ogni modo a far acquisire
alla squadra la sua idea di gioco, ma per mille motivazioni fino ad
oggi ha avuto poco tempo a disposizione: basti pensare ai 7 giorni di
ritiro in montagna praticamente con la squadra Primavera e poi le varie
tournee in giro per il mondo. Ma inutile lamentarsi: oggi il calcio è
(anche) questo.
Tornando alla partita, primo tempo di buon ritmo, con poche occasioni
da una parte e dall'altra, ma con una ritrovata certezza: Kolarov (a
cui in molti tra i tifosi non perdonano il suo remoto passato alla
Lazio) sembra un acquisto azzeccato, soprattutto per lo spessore
caratteriale mostrato in campo.
Da una sua punizione arriva il gol vittoria, ma non bisogna
dimenticarsi di un secondo tempo in cui la Roma ha più che altro
sofferto l'aggressione dell'Atalanta, e quando si è infortunato anche
Bruno Peres la panchina è apparsa più corta di quanto sembrasse.
È quindi necessario stringere i denti e sperare nel ritorno veloce di
tutti quei giocatori (nuovi e vecchi) che affollano l'infermieria.
Sabato è già un ritorno al passato: arriverà all'Olimpico la nuova
Inter di Spalletti e Sabatini...