Dopo aver disputato dei discreti campionati al Rimini (serie B) e all'Avellino nella massima serie, la Roma decide di ingaggiarlo per tentare di rafforzare un reparto arretrato in vista di quella sfida che il presidente Viola decide di lanciare di lì a poco allo strapotere delle squadre del nord e in particolare alle Juventus.
Viene portato negli Stati Uniti per partecipare alla Transatlantic Challenge Cup e testarne le capacità fin da subito.
Si ricava uno spazio in prima squadra con 22 presenze all'attivo, che contribuiscono al raggiungimento del secondo posto in campionato (tra mille polemiche).
Nonostante prenda parte attiva anche alla vittoria della Coppa Italia, non convince a pieno il tecnico e la dirigenza, che decide così di spedirlo altrove.