|
ENZO MATTEUCCI
|
|
|
Ancona, 05 - 10 - 1933 / Ancona, 03 - 07 - 1992
Esordio in serie A: 06 Gennaio 1957, Lazio-Inter 1-1
Vincitore della Coppa Italia 1964
|
STAGIONE
|
SQUADRA
|
SERIE
|
PRESENZE
|
GOL
|
1953-1954
|
ANCONITANA
|
IV
|
28
|
-34
|
1954-1955
|
SAMBENEDETTESE
|
C
|
21
|
-?
|
1955-1956
|
SAMBENEDETTESE
|
C
|
31
|
-?
|
1956-1957
|
INTER
|
A
|
10
|
-?
|
1957-1958
|
INTER
|
A
|
17
|
-?
|
1958-1959
|
INTER
|
A
|
32
|
-?
|
1959-1960
|
INTER
|
A
|
25
|
-?
|
1960-1961
|
SPAL
|
A
|
19
|
-32
|
1961-1962
|
ROMA
|
A
|
4
|
-5
|
1962-1963
|
ROMA
|
A
|
3
|
-3
|
1963-1964
|
ROMA
|
A
|
11
|
-14
|
1964-1965
|
ROMA
|
A
|
11
|
-12
|
1965-1966
|
ROMA
|
A
|
2
|
-3
|
BIOGRAFIA
Comincia la sua carriera nell'Andreanelli, facendosi subito notare per
la
grande reattività.
Portiere basso di statura, anche per gli standard dell'epoca, deve per
forza di
cose ovviare ai limiti fisici con l'esplosività fisica e il grande
raziocinio
con cui si dispone a difesa dei pali. Altra grande dote, è l'umiltà con
cui
affronta la professione, retaggio della provenienza sociale e del fatto
che è
rimasto presto orfano di padre.
Dopo due stagioni in serie C, alla Sambenedettese, arriva la chiamata
dell'Inter ove, in teoria, dovrebbe fare il vice del grande Ghezzi.
Come
riserva, però, è sprecato, tanto che ben presto entra in concorrenza
col il più
famoso kamikaze, al quale spesso si fa preferire per una continuità di
rendimento che all'altro manca. E quando Ghezzi viene ceduto, diventa
il
titolare, dimostrando di essere pronto per la grande ribalta. Per due
stagioni
indossa la maglia numero uno, ma poi l'arrivo di Helenio Herrera segna
la fine
della sua esperienza in nerazzurro. Il Mago, infatti, non si fida di un
portiere dalla statura ridotta e, dopo aver fatto acquistare Buffon, lo
fa
cedere alla Spal nell'operazione che porta Picchi a Milano.
A Ferrara gioca un solo torneo, segnato da molta sfortuna. In uno
scontro con
l'attaccante della Sampdoria Toschi, riporta la frattura della volta
cranica ed
è costretto a lasciare il posto a Maietti. Da quel momento, la sua
carriera
segna un deciso stop.
Alla fine dell'anno, Mazza decide di puntare su Patregnani e lo invia a
Roma,
dove rimarrà per cinque stagioni, ma sempre come secondo.
Gioca 31 gare, sempre con discreto rendimento e senza mai alzare la
voce,
lasciando un buon ricordo.