Uno dei tanti giocatori arrivati da oltre oceano e bollati troppo frettolosamente come bidoni. Gregorio Esperon, sicuramente, non rientra in questa definizione.
Nel calcio argentino degli anni '30 e '40 era stato uno dei migliori centromediani in assoluto e aveva fatto parte della nazionale albiceleste.
La sua carriera si era snodata tutta all'interno della Platense, una delle squadre guida del calcio argentino: centromediano di grande qualità, era un tipico rappresentante della scuola argentina.
Buona tecnica di base, non eccelsa rapidità, durezza nei contrasti e capacità di ribaltare il gioco in virtù di un ottimo e preciso lancio lungo.
Arriva alla Roma nell'immediato dopoguerra: la società giallorossa, in preda a difficoltà finanziarie, cerca a lungo di trovare in Argentina giocatori di buon rendimento a basso prezzo. Già il fatto che usi ancora il basco, come ormai non si vede più nel nostro paese da un bel pezzo, non depone a suo favore.
Ma il problema maggiore, sta nel fatto che arriva praticamente bollito e con una condizione fisica approssimativa (poi si saprà che ha anche alterato i documenti, per calarsi gli anni).
Non gli danno del resto nemmeno il tempo di rifinirla: dopo sole 7 partite, la sua avventura romana è bella che terminata.