Il suo arrivo, nell'estate del 1997, è una sorpresa.
Attaccante abbastanza quotato a livello internazionale, ha costruito la sua carriera prima nel Malmö, squadra nella quale si è fatto le ossa, e poi al Borussia Mönchengladbach, senza però mai toccare livelli tali da giustificare una chiamata così impegnativa come quella della nuova Roma di Carlos Bianchi.
Nella quale, in pratica, annegherà la sua carriera.
Nella squinternata squadra assemblata dall'ex tecnico del Velez, Dahlin viene chiamato sporadicamente a giocare e, in quelle rare volte, quasi non becca palla.
Eppure non è un signor nessuno, come testimoniano le 60 partite (condite da ben 29 reti) disputate con la nazionale del suo paese.
Attaccante molto potente fisicamente, forte di testa e dotato di buon tiro, manca però della necessaria tecnica e non riesce proprio a calarsi nella nuova realtà, venendo presto messo in disparte.