|
ANTONIO CAMPILONGO
|
|
|
Buenos Aires (Argentina), 18 - 11 - 1911 / ?
Esordio in serie A: 17 Settembre 1939, Roma-Bologna 2-0
|
STAGIONE
|
SQUADRA
|
SERIE
|
PRESENZE
|
GOL
|
1931
|
PLATENSE (ARG)
|
A
|
?
|
?
|
1932
|
PLATENSE (ARG)
|
A
|
?
|
?
|
1933
|
PLATENSE (ARG)
|
A
|
?
|
?
|
1934
|
PLATENSE (ARG)
|
A
|
?
|
?
|
1935
|
PLATENSE (ARG)
|
A
|
?
|
?
|
1936
|
PLATENSE (ARG)
|
A
|
?
|
?
|
1937
|
PLATENSE (ARG)
|
A
|
?
|
?
|
1938
|
PLATENSE (ARG)
|
A
|
?
|
?
|
1939
|
PLATENSE (ARG)
|
A
|
?
|
?
|
1939-1940
|
ROMA
|
A
|
10
|
2
|
BIOGRAFIA
È uno degli argentini arrivati in Italia sulla
nave Oceania.
La Roma, che aveva trattato in precedenza Minella, Sabio e Staggi,
senza però riuscire a risolvere le difficoltà, si trova con l'acqua
alla gola in quanto sta scadendo il termine fissato dalla Federazione
per poter tesserare oriundi, per cui decide di mettere sotto contratto
lui, Pantò, Provvidente e Spitale, dopo averli provati tutti già in
alcune amichevoli a fine stagione 1938-1939.
A differenza di quanto si dirà in seguito, soprattutto sull'onda del
clamoroso fallimento di Providente, sono tutti buoni, a volte anche
ottimi giocatori, con un passato importante in patria. Campilongo,
aveva militato a lungo nella Platense, diventando una bandiera del club
e mettendosi in luce come una dei migliori giocatori del calcio
argentino.
Poichè il nostro football, già all'epoca, è altamente remunerativo, nel
marzo del 1939, decide di tentare anche lui, come tanti suoi
connazionali, la carta italiana.
Ala destra dotata di fondamentali in linea con la tradizione del suo
paese, nel corso della partitella chiesta dai dirigenti romanisti per
poter visionare i giocatori si rende autore di una serie di prodezze
che impressionano favorevolmente i presenti. Poi, però, arriva il
campionato e anche lui, come tanti altri sudamericani, non riuscirà mai
ad ambientarsi in un tipo di gioco come quello italiano, ove i terzini
sono soliti mettere in opera tutta una serie di scorrettezze ai danni
di coloro che sono più dotati tecnicamente, al fine di limitarne il
rendimento.
A poco a poco, si perde d'animo ed è un vero peccato, perchè le doti ci
sono tutte, come dimostra esordendo alla grande, contro il Bologna, al
quale segna la sua prima rete italiana e fa impazzire il diretto
avversario.
Quando però i terzini avversari cominciano ad accanirsi sulle sue
gambe, sparisce ben presto dalla circolazione, non prima però di aver
regalato il derby del 7 gennaio 1940 alla Roma.