"Bello di notte": così viene ribattezzato Boniek nella sua militanza italiana, a causa della tendenza a giocare sotto tono in campionato (cioè di pomeriggio) e ad altissimo livello nelle partite di coppa (che si giocano appunto di sera).
Quando arriva in Italia, è considerato uno dei migliori giocatori europei e per averlo, si apre una vera e propria gara tra Juventus e Roma.
La spunta la società bianconera, che ha mosso le sue pedine politiche (FIAT) per poterlo avere, ma il giocatore preferirebbe venire alla Roma, adeguandosi al dirottamento verso Torino solo in ossequio alla ragione di stato. A Torino, però, non convince mai del tutto: le sue cavalcate sulla fascia si alternano a minuti di totale anonimato e ben presto la tifoseria juventina gli preferisce la classe cristallina di Platini.
Dopo tre stagioni in Piemonte, finalmente Boniek può realizzare il suo sogno, quello di giocare a Roma e proprio in maglia giallorossa, dà il meglio di sè.
Quando prende palla e fugge sulla fascia come un carro armato, diventa veramente molto difficile arginarlo e nel modulo di Sven Goran Eriksson si trasforma in una pedina importantissima, un vero e proprio trascinatore.
Non è molto bello da vedersi, ma il suo gioco è caratterizzato da grande praticità ed efficacia: quando rientra verso l'area, diventa pericolosissimo, in quanto se non trova un compagno piazzato per il cross, conclude personalmente, per effetto di un tiro ragguardevole.
Dopo tre stagioni di Roma, decide di smettere col calcio giocato.