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GUSTAVO JAVIER BARTELT
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95/96
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Buenos Aires (Argentina), 02 - 09 - 1974
Esordio in serie A: 12 Settembre 1998, Roma-Salernitana 3-1
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STAGIONE
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SQUADRA
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SERIE
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PRESENZE
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GOL
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1995-1996
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VELEZ SARSFIELD (ARG)
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A
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-
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-
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1996-1997
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ALL BOYS (ARG)
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B
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24
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10
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1997-1998
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LANUS (ARG)
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A
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17
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14
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1998-1999
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ROMA
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A
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12
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-
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1999-2000
Febbraio 2000
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ROMA
ASTON VILLA (ING)
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A
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3
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-
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A
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-
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-
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2000-2001
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RAYO VALLECANO (SPA)
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A
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12
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1
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2001-2002
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ROMA
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A
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-
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-
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2002-2003
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ROMA
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A
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-
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BIOGRAFIA
Soprannominato El Facha (il bello), fa della
velocità la sua arma migliore e per questo motivo, oltre perché
argentino e per la folta chioma bionda, viene paragonato a Caniggia.
Nella partita di presentazione all’Olimpico, Roma-Santos 2-3, segna una
doppietta e nella prima partita ufficiale della stagione, il 9
settembre 1998, andata di Coppa Italia, Chievo Verona-Roma 2-2, segna
il primo gol della rimonta giallorossa. I complimenti fioccano, ma
l'allenatore Zeman, che forse aveva già capito tutto, dice di aspettare
le partite vere. E infatti, dopo un anonimo esordio da titolare in
campionato Bartelt finisce fisso in panchina.
Per lui ci saranno solo partite da subentrato e il ricordo di quel
Roma-Fiorentina del 17 ottobre, quando la Roma, sotto di un uomo, nove
contro dieci, e di un gol, 0-1, ribaltò la situazione nei minuti finali
proprio grazie all’argentino.
Entrato al 78′ al posto di Delvecchio, dopo dieci minuti, sotto porta
di curva sud si scatena: una serie di finte e cross in mezzo per
Alenichev che segnò l’1-1; dopo pochi minuti dopo ancora Bartelt provò,
con un tiro debolissimo, a portare la Roma in vantaggio trovando però
la respinta goffa del portiere viola che mise il pallone sui piedi di
capitan Totti che con uno splendido sinistro siglò il 2-1. Quella fu
una partita da ricordare e da incorniciare per l’argentino, ma fu anche
l’unica.
La seconda stagione, con Capello sulla panchina giallorossa, non è mai
nemmeno convocato e a metà stagione passa all’Aston Villa, ma complice
un infortunio non gioca mai. Rientra a Roma giusto il tempo per fare il
biglietto per Madrid, sponda Rayo Vallecano.
Durante
questa esperienza scoppia il “caso passaporti”, la squadra spagnola lo
rimanda a Roma e per questa vicenda rimane fermo per 3 anni.
Risulta
infatti poco chiaro come lui sia riuscito ad ottenere la cittadinanza
italiana ai tempi della A.S. Roma.
In questi anni Bartelt diventa un giocatore "inesistente". La società
giallorossa non lo reintegra in rosa, lui si rivolge alla giustizia
sportiva, per la quale deve essere reintegrato, ma la sua situazione si
complica: il giocatore non è tesserato presso la Federazione Italiana
e, in base al regolamento Fifa, la Roma alla fine del prestito al Rayo
avrebbe dovuto chiedere il transfer alla Federazione spagnola.
La
società giallorossa “furbamente” non fa tale richiesta e in questo modo
Bartelt risulta non iscritto a nessuna Federazione ed inoltre, in
quanto di proprietà dalla Roma che però non lo riconosce, è
impossibilitato ad accordarsi con un altro club.
Il processo si dilunga e alla fine arriva la squalifica di un anno,
ridotta poi a quattro mesi. Bartelt si rivolge al Tribunale del lavoro,
il quale impone alla FIGC il tesseramento e il reintegro nella Roma, e
vince così la causa, ma non riceve gli arretrati, un anno e mezzo,
dello stipendio.