Il Condor: questo è il suo soprannome e rende bene l'idea del suo gioco. Si mette in mostra nel Cesena, dal quale, ancora giovanissimo lo preleva Viola, su esplicita richiesta di Sven Goran Eriksson, che vede in lui la punta centrale capace di verticalizzare al massimo il gioco della sua Roma. Purtroppo, a Roma fallisce la prova, denotando strani impacci e una scarsa tenuta mentale. La velocità è sempre quella, ma gli errori sotto porta fanno presto rimpiangere la capacità realizzativa del vecchio Pruzzo e la tifoseria romanista non lo sostiene abbastanza. Nel corso delle due stagioni disputate in giallorosso, segna appena sei reti, costringendo la dirigenza a darlo via.