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ALFRED SCHAFFER
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Presburgo (Austria-Ungheria), 13 - 02 - 1893 /
Prien am Chiemsee (Zona di occupazione statunitense della Germania) 30
- 08 - 1945
Esordio in panchina serie A: 1940
Campione di Cecoslovacchia 1926
Campione d'Ungheria 1936 - 1937
Campione d'Italia 1942
Vincitore della Coppa di Romania 1939
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STAGIONE
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SQUADRA
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SERIE
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PIAZZAMENTO
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1925-1926
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SPARTA PRAHA (CS)
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A
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1 Campione
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1926-1927
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DSV MUNCHEN (GER)
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?
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?
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1927-1928
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WACKER MUNCHEN (GER)
|
A
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?
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1929
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AUSTRIA WIEN (AUT)
|
A
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10
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1929-1930
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BSV'92 BERLIN (GER)
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?
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?
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1930-1931
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WACKER MUNCHEN (GER)
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?
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?
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1931-1932
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WACKER MUNCHEN (GER)
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?
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?
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1932-1933
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EINTRACHT FRANKFURT (GER)
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A
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?
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1933
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HUNGARIA FC (HUN)
|
A
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2
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1933-1934
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1. FC NURNBERG (GER)
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A
|
2
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1934-1935
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1. FC NURNBERG (GER)
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?
|
?
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1935-1936
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HUNGARIA FC (HUN)
|
A
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1 Campione
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1936-1937
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HUNGARIA FC (HUN)
|
A
|
1 Campione
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1937-1938
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NAZIONALE UNGHERESE
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Mondiali
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2
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1938-1939
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RAPID BUCARESTI (ROM)
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A
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5
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1939-1940
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ROMA (Subentrato)
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A
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7
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1940-1941
|
ROMA
|
A
|
11
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1941-1942
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ROMA
|
A
|
1 Campione
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1942-1943
|
ROMA
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A
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Dimesso
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BIOGRAFIA
Austriaco di origine ungherese, era stato ottimo giocatore col MTK Budapest, con cui aveva vinto molti scudetti.
Arrivò alla Roma proveniente dal Rapid Bucarest e, quando proclamò che
gli sarebbe bastato qualche piccolo ritocco per vincere lo scudetto, fu
preso per pazzo.
Non si sapeva, allora, di un aneddoto che lo riguardava e che era noto
in tutto il calcio mitteleuropeo. Qualche anno prima, infatti, aveva
preso l'Hungaria ultimo in classifica e aveva fatto lo stesso
pronostico, centrandolo.
E fu quello che successe anche a Roma, con un complesso privo di
fuoriclasse (se si fa eccezione per un giovanissimo Amadei e per il
vecchio Masetti) che però riuscì a far diventare un meccanismo coeso,
privo di punti deboli.
Approfittò del fatto che molte squadre si stavano convertendo al
Sistema e di quel modulo presentavano spesso solo i difetti. Tra i
quali, il principale, era quello di far scoprire molto la squadra,
portandola ad attaccare con ben sette uomini.
Schaffer lo aveva intuito e faceva giocare la sua Roma in profondità e
con molto contropiede, limitando in tal modo i rischi difensivi.
Vinse così il primo scudetto della Roma ed il primo in Italia che veniva vinto sotto la linea del Po.
Nel 1942, cominciò a sentire nostalgia di casa e decise di ritornare in
patria: pochi mesi dopo, morì a Prien, sotto i bombardamenti.