Fiorentina-Roma 5-1: tutti contro tutti.
Un'altra indegna prestazione della Roma. L'ennesima.
E stavolta per certi versi è anche difficile trovare il perché.
Giocatori ancora messi in campo un po' a caso e con un modulo assurdo da un allenatore che è quello che è, ma che improvvisamente anche lui sembra aver perso quel minimo di verve e "cattiveria" che negli anni a dimostrato di avere.
Giovatori scesi in campo con la testa assolutamente da un'altra parte (sarebbe bello sapere dove) in completa balia dell'avversario che sembrava giocasse due categoria sopra.
Movimenti (quando ci sono stati) del tutto sbagliati e senza senso: cosa stava facendo NDicka sul terzo gol dei viola? Non era stato indicato dallo stesso allenatore come uno dei motivi principali per cui il pluridecorato Hummels ancora non aveva fatto neanche un minuto in campo?
Altri che vengono sostituiti dopo appena 30 minuti e all'intervallo e si rifiutano di tornare in campo dopo essere scesi negli spogliatoi.
Si parla addirittura di parole grosse tra le mura degli spogliatoi tra Juric e alcuni senatori, che erano gli stessi indicati tempo fa come i suoi "protetti".
Cinque gol dalla Fiorentina che potevano essere anche di più se Svilar prima e l'imprecisione di alcuni viola non avessero impedito di aumentare il bottino.
In mezzo tanta, tantissima pochezza di questa Roma che, se non lo è ancora diventata, sta diventando una vera barzelletta.
Probabilmente il viaggio di Juric è già giunto al capolinea: ma chi dovrebbe dirgli di scendere? Chi c'è in società? Un proprietario che di calcio e del calcio italiano non ne sa nulla e un Direttore Sportivo che dovrebbe occuparsi principalmente del mercato (che finora si è rivelato anch'esso fallimentare) che non spiccica ancora una parola di italiano.
Poi? Chi altro c'è?
E chi potrebbe essere chiamato per l'ennesimo cambio in panchina? Richiamare De Rossi mandato via con disonore? Ballardini che era già in tribuna l'altra sera? Suggestioni esotiche poco percorribili? Continuare con Juric?
Comunque vada, sarà una comica...
PS: Ad ogni modo, anche contro i viola lo zampino della terna arbitrale e del VAR non si è tirato indietro...
Nella foto sopra, alcuni giocatori giallorossi, Pellegrini in testa, vanno sotto il settore ospiti del Franchi dove ci sono i tifosi inviperiti della Roma a chiedere scusa per la loro indegna prestazione.
Roma-Inter 0-1: Immeritata sconfitta.
La Roma non vale l'Inter,neanche l'Inter acciaccata e incerottata arrivata all'Olimpico, ma la sconfitta subita ieri è di sicuro un colpo troppo duro inferto ai giallorossi e alla loro partita dove, perlomeno, hanno messo in campo tanta generosità e intensità.
Ormai è chiaro: l'annata della Roma e dei suoi tifosi sarà l'ennesima in cui vedranno gli altri vincere e trionfare in Italia e in Europa, alla continua rincorsa di una posizione di riguardo in campionato e tentare di arrivare il più lontano possibile in Europa League, per poi tirare le somme e decidere cosa fare in futuro.
Per cui prima si smette di pensare in grande e dei possibili momenti di gloria e prima ci si cala in questa realtà fatta di sudore e fatica, e prima si riuscirà a ristabilire la rotta di una stagione più che compromessa ma non ancora terminata.
Inutile recriminare su cosa poteva essere e non è stato, su chi è stato (troppo) velocemente allontanato e chi (ancora più) inaspettatamente è stato chiamato a traghettare la nave, nel nome di una impellente necessità di vittoria (!?!?).
Bisogna cercare di trovare quel poco di buono che anche in partite come quella di ieri sera è stato fatto e ripartire da lì, rimboccandosi le maniche e stringersi ancora di più a sostegno della squadra: questa è e questa abbiamo in questo momento. E con questa dobbiamo andare avanti. Senza terzini. Senza valide alternative in attacco. Con giocatori da ritrovare e altri da scoprire.
Ieri sera non si è dominata la gara, ma non è stato neanche un tiro al bersaglio da parte dell'Inter che, lei sì, è chiamata a vincere qualcosa.
Fino alla prossima (inutile) pausa per la Nazionale, ci sono partite alla portata dei giallorossi, ma che se si vogliono vincere bisogna affrontare con lo stesso spirito di ieri sera: in fin dei conti, la sconfitta è arrivata a causa di un errore grossolano commesso a centrocampo che ha lanciato il contropiede interista. Altrimenti la partita sarebbe finita, con molte probabilità, con un pareggio più giusto.
E i commenti, oggi, sarebbero stati di tutt'altro tenore. Forse.
Nella foto sopra, Dybala e Celik a terra, dopo aver provato a contrastare, vanamente, Lautaro e il suo tiro che regala la vittoria ai nerazzurri.
Roma-Venezia 2-1: orgoglio romanista.
Stavolta la cronaca degli ultimi minuti e a vantaggio dei giallorossi, e non contraria.
Stavolta è la Roma a disputare un secondo tempo di sostanza (non senza qualche apprensione) e a ribaltare il risultato nei minuti finali.
Sì, perché il primo tempo, a differenza dell'ultima uscita in Europa League, aveva visto la squadra di Juric incassare malamente tutti i colpi di un sorprendente Venezia che era venuto a Roma con lo spirito tutt'altro che arrendevole della vittima sacrificale.
Non erano bastate le prime avvisaglie sotto porta di Svilar a far svegliare i giallorossi, tanto che i lagunari sul finire del primo tempo sono addirittura passati in vantaggio e hanno rischiato di raddoppiare dopo pochissimo: solo il provvidenziale piede di Mancini sulla linea di porta ha evitato la seconda capitolazione.
Una squadra stranamente spenta quella di Juric vista contro l'ex Di Francesco, con un Soulé apparso ancora particolarmente apatico e fuori da ogni schema di gioco e con Koné non apparso nel massimo della forma.
Nella ripresa, però, la musica cambia e dopo un altro svarione difensivo miracolosamente salvato da Svilar, i giallorossi hanno iniziato a prendere campo e a stringere gli avversari nella propria metà campo, rendendosi sempre più pericolosi, prima con Dovbyk e poi due volte con Pisilli che in area di rigore non ha trovato la zuccata vincente.
Ci ha pensato Cristante con un tiro da fuori fortunosamente deviato in porta ad accendere quella miccia che serviva alla Roma e, pochi minuti più tardi, il terzo tentativo di testa del giovane Pisilli ha trovato la sua prima rete in Serie A e il gol del definitivo 2-1 per la Roma, che ha restituito un po' di tranquillità all'ambiente e 3 punti fondamentali alla Roma che ora può guarda il futuro e la classifica con occhi diversi rispetto ad un paio di settimane fa.
C'è ancora tanto da lavorare, ma vincere aiuta sicuramente a lavorare meglio...
Nella foto sopra, Niccolò Pisilli, l'ennesimo figlio di Roma, corre urlando tutta la sua gioia per il primo gol in Serie A che regala tre importantissimi punti ai giallorossi e gli fa guadagnare il meritato premio del miglior giocatori in campo.
Roma-Athletic Club 1-1: la solita disattenzione.
La nuova Europa League, rivoluzionata completamente nel formato e nella sua interpretazione almeno nella prima parte che porterà poi agli Ottavi di Finale, inizia con un pareggio dai due volti per la Roma.
Se da un lato i giallorossi nel primo tempo e per parte del secondo hanno dato l'impressione di essere una squadra forte, compatta, ordinata e a tratti anche travolgente, nella seconda parte della ripresa hanno mostrato ancora una volta dei limiti mentali e fisici che faticano ad essere rimossi.
Il dato del possesso palla al termine del primo tempo è emblematico: oltre il 70% contro una squadra di prim'ordine, tra le pretendenti a vincere il trofeo. E non è stato un possesso palla sterile come in passato poteva accadere: stavolta il possesso palla, alternato a lanci improvvisi, ha messo letteralmente alle corde l'Atletico costringendolo a chiudersi sempre più in difesa senza soluzione di continuità.
E il gol è arrivato da una splendida giocata corale, iniziata da Dybala, passata per Koné, continuata da Baldanzi, spinta da Angelino e finalizzata dal perfetto colpo di testa di Dovbyk.
Poi assoluta padronanza e tenuta del campo, senza mai subire il minimo pericolo, neanche ad inizio della ripresa quando i giallorossi hanno rinunciato a Dybala per Soulé (non benissimo il suo ingresso in campo) o quando i cambi hanno rivoluzionato in parte la squadra.
È stato l'ingresso di Nico Williams per gli avversari che ha segnato lo spartiacque della partita della Roma: non tanto per l'ingresso del giovane talento spagnolo, quanto per la sopraggiunta stanchezza fisica di alcuni interpreti giallorossi.
Di sicuro anche l'infortunio di Celik con susseguente esordio di Abdulhamid ha dato il suo contributo, anche se il saudita ha svolto il suo compito con relativo ordine. È stata più la consapevolezza avversaria che probabilmente con un minimo di convinzione in più la difesa della Roma sarebbe capitolata.
E di fatto il pareggio è arrivato quasi a tempo scaduto su una palla inattiva che poteva e doveva essere gestita meglio: difesa schierata, tutti i saltatori posizionati, pallone avversario molto lungo: sponda e gol del pareggio.
Peccato, perché nell'unica vera incertezza difensiva la Roma ha subito nuovamente gol, vanificando quanto di buono (e stavolta è stato tanto) era stato fatto durante il resto della gara.
La strada intrapresa, comunque, sembra essere quella giusta.Va detto a bassa voce, però: i colpi di scena ultimamente sono stati talmente tanti che è meglio volare bassi ed evitare qualsiasi tipo di volo pindarico.
Nella foto sopra, Saud Abdulhamid esordisce con la maglia giallorossa: il primo saudita in assoluto a giocare con una squadra italiana è apparso sicuramente emozionato e a tratti impacciato: c'è ancora molto da lavorare.