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GIANNANTONIO SPEROTTO
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Breganze (VI), 07 - 11 - 1950
Esordio in serie A: 28 Dicembre 1969, Torino-Lanerossi Vicenza 1-0
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STAGIONE
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SQUADRA
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serie
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PRESENZE
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GOL
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1969-1970
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LANEROSSI VICENZA
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A
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3
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-
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1970-1971
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UDINESE
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C
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35
|
11
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1971-1972
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SIRACUSA
|
C
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38
|
11
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1972-1973
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LUCCHESE
|
C
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31
|
8
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1973-1974
|
AVELLINO
|
B
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34
|
8
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1974-1975
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VARESE
|
A
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26
|
5
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1975-1976
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NAPOLI
|
A
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10
|
1
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1976-1977
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CATANZARO
|
A
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20
|
2
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1977-1978
Ottobre 1977
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CATANZARO
ROMA
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A
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-
|
-
|
A
|
7
|
-
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BIOGRAFIA
Quando si parla della Rometta anzaloniana, il
discorso non può che parare su di lui, forse il massimo simbolo del
"vorrei, ma non posso" del Sor Gaetano.
Attaccante di peso, formatosi nel Vicenza, fa il suo esordio
giovanissimo in serie A, ad appena diciannove anni. Sembra che la sua
carriera stia per decollare, ma non è così. Dopo sole tre comparsate
nella massima serie, i lanieri lo spediscono in serie C, ad Udine, dove
segna undici reti.
E' un attaccante coraggioso, di quelli che fanno a sportellate coi
difensori avversari, ma gli manca proprio la tecnica di base, per cui
il suo gioco si limita al puro duello rusticano. Per le serie
inferiori, può anche andar bene, ed infatti in quattro anni di serie C
e B, qualche golletto riesce a raggranellarlo, spostandosi in
continuazione per la penisola.
Nell'estate del 1974, riesce finalmente a tornare nella massima serie,
col Varese, dove si rende utile segnando la bellezza di cinque reti,
che rimarranno il suo record nel calcio di vertice e che spingono il
Napoli ad assicurarsene le prestazioni.
Del resto, il calcio italiano è pieno di giocatori che dopo aver avuto
qualche difficoltà di realizzazione, sono poi esplosi. Non è però il
suo caso. Sotto il Vesuvio, mette in mostra tutti i suoi limiti tecnici
e ben presto finisce ai margini della squadra. Le presenze si riducono
in maniera esponenziale, come del resto le segnature e a fine anno è
giocoforza per Ferlaino sbolognarlo al Catanzaro.
Ove raddoppia presenze e reti, confermando però di non essere
propriamente un crack, come del resto fa espressamente capire il povero
Gianni di Marzio in una intervista con la quale esprime un concetto
chiaro: i calabresi sono una squadretta che deve arrangiarsi con quello
che passa il convento. E fin qui, si può capire il tutto.
Il discorso, però, si aggroviglia se si pensa che un giocatore simile
arriva alla Roma nel 1977.
Anzalone, infatti, decide di accaparrarselo con una delle sue grandiose
alzate di genio e ad un pubblico sempre più depresso, tocca sorbirsi
anche le non giocate di un attaccante che non vede non solo la porta,
ma proprio la palla. Nelle sette presenze che riesce a mettere insieme,
infatti, non si ricorda una sola giocata degna di nome da parte del
povero Sperotto.
Dovrebbe dare una mano in attacco, al massimo la fornisce a carte,
nelle partite che i compagni ingaggiano nel corso dei ritiri.