Cresciuto col Lecce, squadra della città in cui era nato, viene prelevato giovanissimo dalla Roma.
Dopo aver esordito a soli 18 anni nella massima divisione, nel 1966-67 entra in pianta stabile in prima squadra.
È la Roma del Mago di Turi, al secolo Oronzo Pugliese, squadra di non eccelsa caratura, che certo non può aiutare un giovane, pur promettente come lui nell'impatto con la massima serie.
È una squadra ormai in caduta libera dal punto di vista tecnico e le trovate pirotecniche di Pugliese, non possono certo nascondere l'involuzione in atto.
Riesce a conquistarsi un posto da titolare, ma non convince mai del tutto una tifoseria che nutre ancora ambizioni, come quella romanista.
Le sue prestazioni, spesso risentono del timore di un ragazzino chiamato ad una prova troppo al di sopra delle proprie possibilità e la diffidenza che lo circonda non gli consente di giocare le sue carte con la tranquillità necessaria.
Non può dirsi che fallisca del tutto la prova, ma è del tutto evidente che una grande piazza come Roma, non è il suo ambiente ideale. Al termine dell'anno, la società valuta il suo rendimento e capisce che non è il caso di insistere.