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FRANCISCO EUGENIO PROVIDENTE
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Francisco Eugenio Providente Buenos Aires (Argentina), 01 - 02 - 1914 / ?
Esordio in serie A: 24 Settembre 1939, Juventus-Roma 1-1

Campione d'Argentina 1935
Campione di Brasile 1938

STAGIONE
SQUADRA
SERIE
PRESENZE
GOL
1934
BOCA JUNIORS (ARG)
A
-
-
1935
BOCA JUNIORS (ARG)
A
6
10
1936
BOCA JUNIORS (ARG)
A
6
3
1937
BOCA JUNIORS (ARG)
A
8
11
1938
FLAMENGO (BRA)
A
25
10
1939-1940
ROMA
A
19
4
1940-1941
ROMA
A
2
1



STAGIONE
DATA
COMPETIZIONE
PARTITA
GOL
1938-1939
07 Maggio 1939
Amichevole
Roma - Cremonese 7-1
2-0
5-0
7-1
21 Giugno 1939
Amichevole
Eintracht Frankfurt - Roma 1-3
1-3
01 Luglio 1939
Amichevole
Feyenoord - Roma 1-1
0-1
1939-1940
27 Agosto 1939
Amichevole
Roma - Rimini 2-1
2-1
28 Gennaio 1940
Campionato
17 Giornata
Roma - Juventus 3-1
3-1
10 Marzo 1940
Campionato
22 Giornata
Roma - Bari 4-2
2-1
19 Marzo 1940
Amichevole
Vicenza - Roma 2-3
2-1
2-2
19 Maggio 1940
Campionato
28 Giornata
Roma - Milano 3-1
3-0
02 Giugno 1940
Campionato
30 Giornata
Roma - Novara 3-1
3-0
20 Giugno 1940
Amichevole
Roma - Trionfale 6-1
6-1
1940-1941
13 Ottobre 1940
Campionato
2 Giornata
Roma - Torino 4-1
3-0



BIOGRAFIA

Viene impietosamente ribattezzato Provolone dal pubblico romanista, a seguito di un incidente di gioco che lo vede stramazzare a terra come un elefante ferito.
La cattiveria con cui viene schernito quel giorno, dal deluso pubblico giallorosso, è dovuta ad una lunga serie di prestazioni non all'altezza di un giocatore che già in precedenza aveva abbondantemente dimostrato di non essere adatto al nostro calcio. Eppure, Providente non è un bidone.
Dopo aver segnato valanghe di reti in patria, era stato chiamato in Brasile dal Flamengo, ove aveva confermato ampiamente le sue doti realizzative.
Quando arriva l'occasione di venire in Italia a raggranellare contante, non si fa pregare e si imbarca sulla nave Oceania, insieme a tanti altri giocatori argentini in cerca di fortuna nel nostro calcio. È una migrazione al contrario quella che sta avvenendo in quegli anni e tutti coloro che hanno origini italiane sognano di venire nel nostro paese. Molti riescono a sfondare, ma altrettanti, pur dotati dal punto di vista tecnico, non reggono all'impatto con un calcio che già in quel lasso di tempo si distingue per rudezza. Lui naturalmente conta di sfondare.
Nel corso di una intervista rilasciata ai giornalisti italiani, si batte ripetutamente la testa con la mano, affermando di essere molto "valiente" nel gioco aereo e che con la testa aveva segnato molte reti in Sud America. In effetti non si inventa nulla, le reti e le prestazioni di cui si vanta sono del tutto reali, ma in Italia, immerso in un calcio del tutto differente da quello dove si è formato e nel quale sono naufragati giocatori molto più dotati di lui, non dimostra assolutamente le sue doti.
La Roma lo prova in alcune amichevoli sul finire della stagione insieme ad altri 4 argentini, in previsione di un possibile ingaggio per la stagione successiva: lui ci riesce, nonostante dimostri di non essere un fuoriclasse.
Troppo lento per un calcio come il nostro, ove i difensori si appiccicano agli attaccanti sino a fargli mancare l'ossigeno, non riesce mai a convincere appieno sulla sua bravura un pubblico come quello romanista ancora alla ricerca del degno erede del grande Guaita.
Inoltre nelle minori giallorosse sta crescendo un ragazzino, un certo Amadei, che promette mirabilie e la pazienza dei tecnici sta per finire.
Come succede infine, tra lo scherno del pubblico giallorosso.