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GIUSEPPE MORO
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53/54
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Carbonera (TV), 16 - 01 - 1921 / Porto
Sant'Elpidio (AP), 27 - 01 - 1974
Esordio in serie A: 14 Settembre 1947, Fiorentina-Roma 1-0
Nazionale Italiana: 9 presenze e 10 reti subite
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STAGIONE
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SQUADRA
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SERIE
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PRESENZE
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GOL
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1937-1938
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TREVISO
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C
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?
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-?
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1938-1939
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TREVISO
|
C
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4
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-?
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1939-1940
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TREVISO
|
C
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8
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-?
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1940-1941
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TREVISO
|
C
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26
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-?
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1941-1942
|
TREVISO
|
C
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30
|
-?
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1942-1943
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ALESSANDRIA
|
C
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12
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-?
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1945-1946
|
TREVISO
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B-C
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?
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-?
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1946-1947
|
TREVISO
|
B
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39
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-?
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1947-1948
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FIORENTINA
|
A
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38
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-52
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1948-1949
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BARI
|
A
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36
|
-47
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1949-1950
|
TORINO
|
A
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32
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-66
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1950-1951
|
LUCCHESE
|
A
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37
|
-53
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1951-1952
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SAMPDORIA
|
A
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38
|
-40
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1952-1953
|
SAMPDORIA
|
A
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34
|
-43
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1953-1954
|
ROMA
|
A
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27
|
-35
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1954-1955
|
ROMA
|
A
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28
|
-29
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BIOGRAFIA
Giuseppe Moro, ovvero genio e sregolatezza.
Straordinario portiere tutto fondato sull'intuizione e l'istinto, è
capace di vincere le partite da solo, ma anche di sottrarre preziosi
punti alla squadra per clamorosi errori di valutazione. Per sua
fortuna, le giornate di luna buona superano quelle in cui emerge il
lato oscuro del suo carattere.
Dotato di debordante personalità, usa mostrare spavalderia e arroganza
al limite dell'eccesso verso i malcapitati avversari, i quali,
soggiogati dalla suggestione molto spesso sbagliano proprio per cercare
la soluzione impossibile che possa mettere il pallone fuori dalla
portata del portierone di Pietranera.
È il primo grande specialista sui calci di rigore e anche in questo
caso, si può dire che l'atteggiamento di sfida di Moro è alla base di
tanti errori dal dischetto di avversari messi in difficoltà sul piano
psicologico.
La sua è una carriera discontinua: non si ferma mai molto nelle squadre
in cui milita, anche a causa di una fama di incallito giocatore che a
poco a poco ne mina la credibilità come atleta.
Nei due anni passati a Roma, compone una incredibile coppia di
egocentrici con Helge Bronée, altro giocatore dal carattere debordante
e assicura grande divertimento al pubblico, oltre che una grande mole
di materiale alla stampa locale. Quando Moro e Bronée si svegliano
bene, per la squadra avversaria sono dolori, il problema consiste
soprattutto nella difficoltà che ciò avvenga nella stessa domenica.
Le sue giornate di grazia, si trasformano comunque in una Via Crucis
per gli attaccanti avversari.
In occasione di una partita in azzurro contro l'Ungheria, para al
limite del sovrannaturale, tanto che alla fine della gara, Puskas
comanderà ai suoi compagni di fare ala alla sua uscita dal campo