Attilio Ferraris IV, ovvero il Leone di
Highbury.
Il giocatore di Borgo è l'uomo simbolo della Roma testaccina e grande
beniamino di una tifoseria che in lui vede incarnato il furore
agonistico che permea la squadra giallorossa allorchè gioca tra le mura
amiche. Con Bernardini, forma una formidabile accoppiata di
centrocampo, nella quale le doti dell'uno vanno a completare al meglio
quelle dell'altro. Il grande vigore col quale usa affrontare gli
avversari fa dimenticare a dirigenza e tifoseria gli stravizi che ne
caratterizzano la vita privata, in particolare fumo e biliardo.
Nonostante una vita non proprio da atleta, il borghigiano alla domenica
fa sempre valere una vigoria fisica al limite del regolamento.
Due gare in particolare rimangono a perenne simbolo della sua grande
carriera: quella contro la Juventus del 1931, vinta dalla Roma 5-0, e
quella disputata ad Highbury con l'Italia, persa contro i Maestri
inglesi per 3-2.
Nella prima occasione Ferraris IV annichilisce il suo compagno di
azzurro Mumo Orsi, facendo valere la sua fisicità nei confronti di un
giocatore che non è un cuor di leone e trascina i compagni alla
straordinaria vittoria che, oltre a riaprire il campionato, fornisce
ispirazione ad un famoso film dell'epoca. Al termine della contesa,
dirigenti e giocatori bianconeri accusano Ferraris IV di aver
oltrepassato il limite tra agonismo e scorrettezza, ma la polemica si
smorza ben presto, essendo chiaro che il modo di giocare del forte
mediano romanista è quello e non può certo cambiare di punto in bianco.
Ed è lo stesso modo di giocare, lo stesso furore agonistico che il
Commissario Tecnico della Nazionale, Vittorio Pozzo, gradisce
enormemente, tanto da convocare Ferraris IV per il Mondiale del 1934,
nonostante i vistosi segni di cedimento messi in mostra dall'atleta nei
mesi che precedono la kermesse iridata.
Tirato a lucido e restituito ad una vita da atleta, il grande Attilio
fornisce il suo apporto alla vittoria degli azzurri e dimostra di
essere tutt'altro che finito. Nell'estate del 1934, il suo passaggio
alla Lazio provoca grandi polemiche all'interno della tifoseria
giallorossa, ma la scelta della dirigenza è motivata anche dal fatto
che la carriera agonistica di Ferraris IV sta ormai volgendo al
termine, perlomeno ad alti livelli di rendimento. Il suo canto del
cigno è la straordinaria partita sciorinata ad Highbury contro
l'Inghilterra, il 14 novembre del 1934, quando, con l'Italia ridotta in
dieci uomini e in svantaggio di tre reti dopo soli dodici minuti, si
rimbocca le maniche e decuplica gli sforzi per impedire agli avversari
di straripare.
Il suo esempio rinvigorisce la nostra selezione che riesce addirittura
a portarsi sul 3-2.
È l'ultimo ruggito del leone, o meglio del Leone di Highbury, come
sarà chiamato da quel giorno.
La tomba di Attilio Ferraris al cimitero monumentale Verano di Roma.
Nel 2013 è entrato a far parte della HALL OF FAME della Roma.
Qui
il
video a lui dedicato