La Roma lo preleva dal Genoa nell'estate del 1955. È uno di quegli acquisti di contorno che si fanno per costruire valide alternative ai titolari e in effetti il suo ruolo nella squadra giallorossa rimane circoscritto a quella funzione.
Interno dotato di discreta tecnica e buona predisposizione alla costruzione del gioco, Biagini si è formato nella Carrarese, per poi passare alla Lucchese, la squadra della città in cui è nato, ove disputa tre stagioni senza mai riuscire a ritagliarsi un posto che non sia quello della promessa da svezzare.
Passato all'Empoli, in terza serie, riesce finalmente a giocare con continuità, dimostrando di poter diventare un giocatore vero.
Al Genoa, però, non riesce mai ad andare in campo e il suo passaggio alla Roma risulta una grossa sorpresa per gli addetti ai lavori. In effetti in una squadra dalle grandi ambizioni, come quella forgiata da Sacerdoti dopo il ritorno in serie A, non si capisce cosa ci stia a fare un giocatore che non ha mai dimostrato grandi cose.
Nella stagione passata all'ombra del Colosseo, riesce comunque a farsi trovare pronto nelle rare occasioni in cui viene chiamato a giocare in prima squadra, anche se la forte concorrenza interna consiglia alla fine dell'anno la sua cessione al Novara.