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GIORGIO BERNARDIN
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Bonassola (SP), 24 - 04 - 1928 / Bonassola (SP),
28 - 06 - 2011
Esordio in serie A: 16 Novembre 1952, Sampdoria-Spal 2-2
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STAGIONE
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SQUADRA
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serie
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PRESENZE
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GOL
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1949-1950
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SAMPDORIA
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A
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-
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-
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1950-1951
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LECCE
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C
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33
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-
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1951-1952
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LECCE
|
C
|
33
|
1
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1952-1953
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SPAL
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A
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26
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-
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1953-1954
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SPAL
|
A
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34
|
2
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1954-1955
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INTER
|
A
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30
|
1
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1955-1956
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TRIESTINA
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A
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33
|
-
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1956-1957
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INTER
|
A
|
30
|
-
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1957-1958
|
INTER
|
A
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19
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-
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1958-1959
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TRIESTINA
|
A
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31
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-
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1959-1960
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ROMA
|
A
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4
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-
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BIOGRAFIA
Una meteora nella storia romanista. Eppure,
Bernardin ha avuto una carriera abbastanza importante prima di arrivare
nella capitale.
Si rivela nel Lecce, in terza serie, ove disputa due stagioni di alto
livello, proponendosi come uno dei giovani emergenti del nostro calcio.
Centromediano duro, ma anche dotato di discreta tecnica, sa spezzare il
gioco avversario e far ripartire il proprio con indubbia abilità.
Quando la sua crescita sembra farsi esponenziale, viene acquistato
dalla Spal di Mazza, sempre alla ricerca di giovani da svezzare e
rivendere a cifre enormemente maggiorate. A Ferrara si conferma ad alti
livelli, senza risentire del salto di categoria e l'Inter punta su di
lui per sostituire il grande Attilio Giovannini, dopo che a lungo è
stato in procinto di passare alla Lazio. Una buona stagione in
nerazzurro, non vale però a convincere del tutto l'ambiente, per cui
arriva la cessione alla Triestina, ove ancora una volta giostra ai
consueti livelli di rendimento.
Da quel momento è un tourbillon di trasferimenti tra Milano e Trieste,
sino al 1959, quando è la Roma a puntare su di lui. Forse sarebbe il
caso di ripensare al fatto che l'Inter non ha mai risolto il dubbio,
indice di una mancanza di personalità e dalla difficoltà, chiara ormai,
per lui di ambientarsi in una metropoli, ma alla Roma di quegli anni,
la ponderatezza sembra proprio difettare. Forse, si spera in una
ulteriore evoluzione o nella sua definitiva maturità.
Nella capitale, però, non riesce mai a trovare il filo del discorso.
Viene chiamato soltanto quattro volte in campo, senza mai riuscire a
far vedere il suo reale valore, tanto che Roma diventa la pietra
tombale della sua carriera ad alto livello.